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I creativi raccontano

domenica 7 aprile 2019

Europee 2019, i simboli uno per uno

Come ormai è consuetudine, di seguito ecco l'elenco dei simboli presentati in vista delle elezioni europee 2019. Questa volta, accogliendo il suggerimento di qualche visitatore, si è scelto di metterli in ordine inverso di presentazione, quindi in alto si trova l'ultimo arrivato in bacheca.



Lunedì 8 aprile

49) Italia dei diritti

Quando nel corridoio vicino alle bacheche gli orologi facevano ormai le 16.02, è apparsa una coppia di persone con cartelline in mano. Lui, attraversando gli sguardi interrogativi dei giornalisti e cineoperatori presenti, ne ha incrociato uno già visto altre volte in passato e ha sorriso. Perché lui, il giornalista romano Antonello De Pierro, ci è riuscito per la terza volta consecutiva: non solo il suo simbolo, Italia dei diritti, appare per ultimo nella (non troppo) lunga serie di esemblari grafici sfilati al Viminale, ma è riuscito a entrare "in zona UltraCesarini", visto che per i giornalisti era già in ritardo ma all'ufficio passi l'ingresso era avvenuto effettivamente alle 16. Era accaduto alle europee del 2014 e anche alle politiche dello scorso anno: a quanto pare non c'è due senza tre e il contrassegno finisce in bacheca ben oltre le 16 e 30. Solo a quel punto "arbitro fischia" e quindi "partita finisce", anche se ne cominciano altre due: la prima, immediata, riguarda l'analisi dei simboli e dei documenti presentati, con ammissioni, ricusazioni, sostituzioni, opposizioni e decisioni. La seconda partita, più delicata, non si svolge al ministero, ma nelle corti d'appello chiamate a decidere sull'ammissibilità delle liste e, soprattutto, sulla fondatezza dell'esonero dalla raccolta delle firme per chi la rivendicherà. Varrà la pena di seguirla almeno un po', anche per le ricadute simboliche che potrebbe avere; intanto però, la #maratonaViminale finisce qui. 

48) Stati Uniti d'Europa

A dieci minuti dalla scadenza del termine per il deposito, si è presentato al Viminale Maurizio Turco, coordinatore della presidenza del Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito e presidente della Lista Marco Pannella. Lui è arrivato per depositare il simbolo di Stati Uniti d'Europa, il progetto elettorale che la Lista Pannella aveva messo in piedi con il Partito socialista italiano e che nelle ultime settimane sembrava tramontato. "Presento questo simbolo - spiega Turco - per permettere al Psi di mantenere la promessa fatta a noi e che, al congresso socialista, era alla base della tesi della mozione che ha vinto con grande scarto. Questa lista può correre senza firme, ma ci vuole l'avallo del Pse, di cui il Psi è parte..." Come finirà? 

47) Forza Nuova

Nel 2018 Forza Nuova e Fiamma tricolore avevano partecipato alle elezioni (raccogliendo le firme) con il cartello Italia agli italiani. Questa volta al Viminale si vede solo Fn, che - attraverso due giovani - presenta il proprio simbolo più recente, inserito però in un cerchio più grande che contiene anche la "pulce" di Apf (Alleanza per la pace e la libertà), associazione politica europea - di cui Roberto Fiorefondatore di Fn, è presidente - che raggruppa i partiti europei nazionalisti, interessati a promuovere i valori cristiani e l'eredità culturale europea. Anche qui, dunque, sembra esserci il tentativo di partecipare alle elezioni senza accollarsi l'onere della raccolta firme. Ad Apf appartiene il partito tedesco Npd, rappresentato al Parlamento europeo; il fatto è che, al momento, Apf non sembra essere un partito a ogni effetto, dunque il beneficio non è affatto scontato. 

46) Gilet arancioni - Si cambia musica

Aveva annunciato che si sarebbe presentato alle elezioni europee, come pure ad altre consultazioni elettorali a partire da questa primavera. Doveva dunque passare per forza dal Ministero dell'interno il Movimento Gilet arancioni - Si cambia musica, che si riassume nella figura del leader Antonio Pappalardo: nei corridoi è spuntato proprio lui e, dopo il deposito, si è trattenuto a lungo a parlare con Mirella Cece, sua amica da quarant'anni. Il simbolo è dunque rimasto invariato in queste settimane, con l'arancione di fondo (senza citare il gilet se non con il testo) e la chiave di violino per segnalare che "si cambia musica", nel segno - sicuramente - delle forze dell'ordine.
 

45) Partito socialista italiano

Si può escludere, senza alcun dubbio, che il Partito socialista italiano partecipi alle prossime elezioni europee. Nonostante questo, è stata una precisa scelta dei vertici del soggetto politico depositare comunque il simbolo ufficiale (lo stesso, con tanto di tricolore, già visto nei tre depositi precedenti), come segno della propria presenza e a difesa dei valori del socialismo. Assieme al confermato tesoriere del Psi Oreste Pastorelli, si è presentato al Ministero il nuovo giovane segretario del partito (e consigliere regionale in Campania), Enzo Maraio, impegnato in un'attività di rilancio del soggetto socialista. Non sarà facile - e non si potrà certo tornare ai tempi del garofano - ma la dirigenza ci proverà.
 

44) Fronte Verde

Non salta nemmeno questo appuntamento elettorale il Fronte Verde, formazione sempre guidata da Vincenzo Galizia e che dal 2013 nelle bacheche del Viminale ha sempre portato simboli con l'arciere come elemento figurativo caratterizzante. La stessa immagine - più Robin Hood che Green Arrow - è presente anche stavolta: si tratta dell'immagine fissata in occasione dell'ufficio politico di pochi mesi fa, in occasione dei dodici anni di attività del movimento, intanto trasformatosi in partito. Un emblema più curato, a più tonalità di verde, per una nuova vita: non finirà di certo sulle schede, ma vedere l'arciere nei corridoi del Viminale fa sempre la sua figura.


42 e 43 non consegnati all'ingresso

41) Partito comunista

Oltre a un Partito comunista italiano, le bacheche del Viminale arrivano a ospitare anche il Partito comunista (e basta), quello fondato e guidato da Marco Rizzo. C'era anche cinque anni fa, quando cercò di presentare le liste senza raccogliere le firme, ma i magistrati di corte d'appello e dell'ufficio elettorale nazionale gli contestarono la mancanza di simboli di partiti europei nel suo contrassegno. Questa volta Rizzo sembra, almeno in parte, aver capito l'antifona: nel simbolo consueto, infatti, sono stati inseriti i riferimenti al Partito comunista di Grecia (KKE), che ha eletto un eurodeputato nel 2014, e all'Iniziativa dei partiti comunisti e operai d'Europa, cooperazione tra partiti comunisti e dei lavoratori d'Europa, cui il Pc (come la KKE) aderisce. Sarà assimilabile a un partito europeo e, dunque, sufficiente a evitare la raccolta firme?

40) Leoni d'Italia

Una new entry assoluta, meid in Santa Maria Capua Vetere: Leoni d'Italia, depositato da una delegazione guidata dal segretario nazionale, Pasquale Merola: "il nostro è un movimento di ispirazione liberaldemocratica, che guarda al centrodestra e si ispira al modello repubblicano americano" e, in qualche modo, anche a Donald Trump. Al posto dell'elefante, solitamente accostato ai repubblicani (che tra l'altro usano il rosso al posto del blu), qui è stato messo il profilo di un leone, segno dei conservatori europei: "Ognuno mette il suo segno di riferimento: per noi il leone è un segno di forza e di questo ora l'Italia ha bisogno, di una smossa, di qualcosa di forte". Pare piuttosto improbabile che al simbolo seguano le liste: i leoni venetisti, dunque, non avranno concorrenza (non c'è nemmeno Direzione Italia di Fitto). 

39) Fratelli d'Italia

Ecco l'ultimo simbolo che si aspettava con certezza al Viminale: a depositare Fratelli d'Italia non c'è la leader Giorgia Meloni (impegnata al Vinitaly), ma il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, accompagnato dal responsabile elettorale Angelo Rossi e dal vicepresidente dell'organizzazione giovanile del partito. L'emblema ovviamente è lo stesso mostrato qualche giorno fa, cioè una microvariante del contrassegno usato alle ultime politiche - con il nome di Meloni scritto a caratteri cubitali - con in più i riferimenti ai sovranisti (per dire come la pensano in Fratelli d'Italia) e ai conservatori (per riferirsi al gruppo parlamentare europeo e al partito in cui ci si colloca). 

38) Parlamentare indipendente

Non poteva mancare l'appuntamento delle elezioni europee Lamberto Roberti con il suo simbolo consolidato (e rigorosamente nato in casa, senza computer) Parlamentare indipendente, che al centro ha proprio la bandiera europea, circondata dai colori sfumati dell'arcobaleno. Il nome sul simbolo condensa in due parole la battaglia che impegna Roberti da quasi quindici anni: "Dal 2005, le leggi elettorali non consentono più al singolo di candidarsi, prevedendo soltanto le liste o il collegamento obbligatorio con queste. Tutto il sistema dunque è illegittimo e questo è l'unico partito costituzionalmente legittimato a partecipare al voto". Niente liste, dunque, ma il simbolo di battaglia è sempre pronto.    

37) IDeA - Identità e azione - Popolo e Libertà

Tra i simboli debuttanti al Viminale c'è anche quello di IDeA, il partito fondato dall'ex ministro Gaetano Quagliariello, nel quale sono confluiti anche i Popolari liberali di Carlo Giovanardi (come si intuisce dalle parole presenti nell'emblema). Nel 2018 il gruppo aveva partecipato alle politiche all'interno della lista Noi con l'Italia - Udc; questa volta Quagliariello ha fatto depositare comunque il simbolo, pur senza avere alcuna intenzione di usarlo. In fondo, almeno una volta nella sua esistenza, un partito passato dalle aule parlamentari nelle bacheche elettorali del Ministero ci dovrebbe finire: l'occasione buona era questa e non è stata sprecata.
  

36) Autonomie per l'Europa

Il compito di chiudere la prima fila della seconda bacheca tocca a uno dei simboli che ci si poteva aspettare pur senza averne certezza. Autonomie per l'Europa, infatti, riunisce sotto lo stesso contrassegno cinque sigle di partiti autonomisti, tutti valdostani e guidati dall'Union Valdôtaine. La sua pulce, in compenso, ha le stesse dimensioni di quelle di gruppi meno noti, come Stella Alpina, Union Valdôtaine Progressiste (con la testa di leone di profilo), Autonomie Liberté Participation Écologie (con il gallo) ed Edelweiss Popolare Autonomista Valdostano (con il profilo delle Alpi). Un mezzo cerchio di stelle europee corona nel cielo un profilo montuoso: un contrassegno quasi crepuscolare, ma tutto sommato ben fatto. E, per giunta, esente dalla raccolta firme, visto che Uv, Uvp ed Epav (assieme al Pd) hanno eletto un senatore. 

35) Esseritari

Ci era rimasto davvero male un anno e mezzo fa Luciano Chiappa, quando il gruppo vicino a Pietro Grasso aveva adottato come nome "Liberi e Uguali" e lui si era sentito defraudato, perché nel 2009 nella sua Senigallia aveva fondato un'associazione dal nome "Libeguali", coniato proprio da lui per definire "una inedita prospettiva politica per il XXI secolo"; la delusione era aumentata quando il Viminale aveva bocciato il suo simbolo, ritenendolo confondibile proprio con quello di Grasso. Quest'anno Chiappa è tornato, poco dopo le 8 e 20, con un contrassegno quasi identico (stessa corona rossa, stesso sole stilizzato al centro di una "cupola" ottagonale arcobaleno) tranne che nel nome del progetto, Esseritari. Che, per il suo ideatore, è la precondizione dell'essere libeguali.

34) PPA - Popolo delle Partite Iva

Presenza immancabile di tanti depositi di contrassegni alle elezioni politiche ed europee, non poteva certo saltare l'appuntamento Antonio Piarulli, creatore del partito PPA - Pensiero e Azione. Come alle ultime politiche, al suo simbolo è abbinata la dicitura Popolo Partite IVA (anche se nel frattempo, a quanto si è detto nelle scorse settimane, il movimento politico di Lino Ricchiuti ha preso altre strade); sopra alla fascia tricolore di recente aggiunta, in compenso, è apparsa la miniatura del simbolo La Politica dei Giovani, progetto vicino al PPA di cui ci siamo occupati nelle settimane scorse. Ora che non somiglia più al vecchio simbolo del Pdl, certamente quel piccolo elemento non incontrerà problemi.

Domenica 7 aprile

33) Ora rispetto per tutti gli animali

Alle 19.45, quando tutti i giochi sembravano ormai già fatti, all'ingresso del Viminale si è presentata una signora provvista di cane e di una cartellina, nella quale erano contenuti tutti i documenti per presentare il simbolo di Ora rispetto per tutti gli animali. La formazione politica guidata da Giancarlo De Salvo, dopo il primo approdo delle politiche dello scorso anno, è tornata dunque al Viminale, dopo vari mesi di attività, nei quali sono state svolte iniziative in più parti d'Italia. L'immagine dell'orso e della X dominano ancora indubbiamente il contrassegno: non sarebbe male vederlo sulle schede, se lo scoglio delle firme non fosse così problematico. In ogni caso, con Ora il tempo della prima giornata di deposito si consuma: è tempo di riposare prima di vivere le ultime ore.
 

32) Pensioni & Lavoro

Un déjà vu. Non può definirsi in altro modo l'esperienza che si ha di fronte al contrassegno di Pensioni & Lavoro, presentato da Gianluca Forieri in nome e per conto del Gran Cancelliere Ugo Sarao. Già, perché la base dell'emblema è la stessa del simbolo depositato proprio alle europee di cinque anni fa: una vera bicicletta - manca solo che, al posto di "... e si riparte" ci sia scritto "Pedalare!" - che, nella ruota posteriore, non ha più l'emblema dell'Associazione italiani in Sud America, ma addirittura quello del Labour britannico. Il tutto nella speranza che basti il collegamento a un partito europeo in senso lato (= di un paese Ue) rappresentato al Parlamento europeo per avere l'esenzione dalla raccolta firme. Lettura problematica, ma intanto Sarao pedala e, c'è da starne certi, si diverte... 

31) +Europa - Italia in Comune - Partito democratico europeo Pde Italia

Dopo la presentazione all'evento di lancio della campagna elettorale a Firenze con Benedetto Della Vedova e Federico Pizzarotti, è stato depositato il contrassegno di +Europa, che riporta come previsto anche il logo di Italia in Comune (col nome tutto intero, senza agorà e sopra un lembo di tricolore). Nella bandiera europea già vista nella versione circolata nei giorni scorsi, in compenso, non c'è più una stella tricolore, ma appare a sorpresa il logo del Pde Italia di Francesco Rutelli. E considerando che il nome è lo stesso del partito europeo che l'ex leader della Margherita ha contribuito a creare (assieme al francese François Bayrou), colpisce ancora di più l'inspiegabile assenza di ogni riferimento all'Alde, partito cui +Europa ha da poco aderito (anche se pare che proprio il regolamento di Alde non consentisse l'uso del simbolo a una lista includente un soggetto politico non affiliato Alde). Ciò detto, il simbolo se non altro è ben confezionato.

30) Forza Italia

Nemmeno un quarto d'ora dopo, è apparso con passo calmo Gregorio Fontana, per depositare come alle scorse politiche il simbolo di Forza Italia, peraltro già presentato - al pari di quello del Pd - una manciata di giorni prima del deposito. I rappresentanti dem e forzisti si trovano contemporaneamente nella grande sala in cui si deposita tutta la documentazione richiesta davanti ai funzionari del Viminale incaricati di riceverla; mentre si attende l'uscita, nessuno pensa che in effetti il trattamento riservato alla bandiera di Cesare Priori è stato davvero poco decoroso, schiacciata tra il nome simbolo della storia forzista (di cui è certa l'elezione a Bruxelles) e il motto "Per cambiare l'Europa", senza alcun riferimento al Ppe di cui pure Fi è parte.

29) Partito democratico - Siamo Europei

Alle 16.35, dopo un lunghissimo periodo di calma quasi totale, è apparsa nei corridoi del Viminale la delegazione del Partito democratico, venuta a depositare il contrassegno condiviso con il progetto Siamo Europei di Carlo Calenda (e con la presenza del simbolo del Pse). Nessun calendiano, peraltro, si è presentato al Viminale: assieme al notaio Francesco Gasbarri, infatti, sono andati a depositare il deputato Pd Marco Miccoli e il responsabile dell'ufficio elettorale dem Gianni Pappalardo; non c'era, invece, il depositante storico (Dc, Popolari, poi Pd) Luciano Gesuelli, bloccato da una questione di salute ma con la mente certamente al luogo di tanti depositi, fatti - come ha sempre detto lui - con arte. 
 

28) Partito animalista italiano

Una new entry, almeno per le elezioni di rango nazionale, ha occupato la terzultima posizione della prima bacheca. Si tratta del Partito animalista italiano, facile da distinguere pe le due zampate nella parte superiore del contrassegno. Non passa inosservato, peraltro, che nella parte inferiore - in una landa bianca quasi sconfinata - appaiono le "micropulci" (quasi invisibili, in una eventuale rappresentazione sulla scheda di 3 cm di diametro) di Partei Mensch Umwelt Tierschutz (Partito per l'Umanità, l'Ambiente e la Protezione degli Animali, tedesco), Animal Politics Eu e Partij voor de Dieren (Partito per gli Animali, olandese). Le forze hanno sottoscritto, assieme al Partito animalista e altri gruppi, un accordo a livello europeo (con la presenza di un Manifesto animalista) e questo - come spiega il leader del partito Cristiano Ceriello - potrebbe consentire la corsa senza firme. L'interpretazione è ardita (l'elezione non è avvenuta sotto le insegne di un partito animalista europeo), ma vale la pena vedere cosa accadrà in sede di valutazione delle liste. 

27) Italia moderata

Subito dopo, un ritorno molto colorato, pur se moderato: si rivede infatti il contrassegno di Italia Moderata, il movimento di cui è segretario Antonio Sabella. Il suo arcobaleno sul tricolore, racchiuso da due segmenti azzurri, spicca sempre nelle bacheche ministeriali, anche se pure questo emblema è difficilmente candidato a raggiungere le schede, a causa dello scoglio della raccolta firme. Fa piacere in ogni caso ritrovarlo ogni volta, visto che dal 1998 porta avanti l'idea di perseguire il bene comune con la massima serenità. restando moderati nei toni senza perdere in decisione nell'agire, sperando che la quiete dell'arcobaleno dopo la tempesta politica possa reggere.
 

26) M.G.U.S.S

Dopo un già visto rinfrescato, una new entry assoluta, di cui in Rete non c'è la minima traccia. Si tratta di M.G.U.S.S., acronimo di Movimento Giustizia Uguaglianza Sociale Sordi, depositato proprio da una persona con difficoltà di udito, Giacinto Cicconofri: è la prima volta che l'emblema finisce in bacheca e l'evento è significativo, se non altro per dare visibilità alle istanze di giustizia e uguaglianza sociale (ma non è impossibile che il simbolo venga sostituito, per correggere l'errore nella parola "Ugualianza"). Errore a parte, il messaggio passa e si fa sentire, a patto di lasciarsi guidare dallo sguardo e voler riflettere almeno un attimo, anche prima delle elezioni.
  

25) Federalisti democratici europei

Un simbolo già visto, ma rinnovato: è quello dei Federalisti democratici europei, presentato dal suo fondatore e presidente Eugenio Giulianelli, che da varie elezioni non smette di far arrivare nelle bacheche la "chiocciola" di stelle gialle su fondo blu-azzurro, con volo di gabbiano incorporato. Per sottolineare la dimensione europea, tuttavia, questa volta il simbolo tradizionale è circondato dalle bandiere degli stati del continente - anche quelli che non fanno parte della Ue e in cui non si voterà a maggio - anche se quella versione dell'emblema era già apparsa anni fa, nel tentativo di presentarla a qualche elezione comunale. Il volo continua, non senza eleganza.

24) No riforma forense - No alla cassa forense - No legge 247/2012 - No alla contribuzione previdenziale slegata dal reddito - pierluca.dal-canto@libero.it

A volte ritornano, ma con un simbolo diverso nella continuità. Il riferimento è a Pierluca Dal Canto, avvocato non nuovo a scorribande viminalizie (l'anno scorso anche con un tentativo di coalizione con il Movimento Poeti d'Azione). Nel 2013 e nel 2018 aveva presentato il suo simbolo No riforma forense, con la bilancia della giustizia su fondo rosso; questa volta il simbolo è tutto bianco e pieno di scritte, che cercano di esprimere in pochi slogan tutto il pensiero dell'autore. Al punto tale che tutti sono stati riversati nel nome del simbolo, che per la prima volta comprende anche un indirizzo e-mail. Se indubbiamente il simbolo non vincerà alcun premio estetico (rischia seriamente l'ultima posizione), il trofeo per il titolo più lungo - in passato senz'altro Imperiale - lo ha vinto con estrema facilità.

23) Pensa Italia per l'Europa

Il terzo simbolo nuovo di zecca di fila lo offre Pensa Italia per l'Europa, un emblema ancor più europeo del precedente. Perché sì, è vero che le stelle sono sei più una, ma questo ha un senso: sei stelle - quelle uguali - richiamano i paesi fondatori della Comunità economica europea, mentre la stella più grande in posizione più centrale, nell'intenzione del fondatore Attilio Dedoni rappresenta l'Italia stessa, come faro culturale per l'Europa. E le mani, interpretazione dell'originale di Michelangelo (sperando che Vittorio Sgarbi non si lamenti, visto che il motivo è lo stesso del suo Rinascimento), vogliono proprio significare il rinascimento culturale che dall'Italia dovrebbe irradiarsi in tutta l'Europa, che a questo punto non somiglierebbe più a quella attuale.

22) Uniti per l'Italia

Dopo un simbolo nuovo, ecco un altro simbolo del tutto nuovo: quello di Uniti per l'Italia. Una fascia tricolore, da inaugurazione o quasi-sindacale, posata in modo quasi innaturale in un contrassegno molto bianco e - a modo suo - molto europeo (per le dodici stelle divise equamente tra i fondi dei due colori e graduate nelle dimensioni). "Ridiamo dignità e diritti agli italiani", si legge come motto del movimento politico - il cui nome, peraltro, è tutto meno che nuovo - guidato da Giulio Tomassi: "Abbiamo unito più esperienze di vita e lavorative, di persone molto arrabbiate per questa politica meschina, che non è cambiata in meglio dai professionisti della politica agli improvvisati della politica. Oggi siamo chiamati tutti a cambiare il paese, tutti insieme per portare un cambiamento profondo e radicale, siamo chiamati per riportare l’equilibrio politico; è ora di iniziare le politiche di sviluppo, di far tornare la dignità del lavoro per riportare alla crescita il prodotto interno lordo e liberare il paese da questo stallo politico e economico". In ambito europeo, l'idea è di "completare il disegno politico" dei padri fondatori, puntando agli Stati Uniti d'Europa per dare vera stabilità politica, economica e finanziaria all'Europa unita. Intanto, però, non è proprio scontato che il simbolo possa arrivare sulle schede, per il solito ostacolo delle firme

21) La Sinistra - Rifondazione comunista - Sinistra europea - Sinistra italiana

Somiglia molto a quello che si è visto nei giorni scorsi, alla fine della consultazione che si è svolta in rete tra militanti e simpatizzanti, ma era inevitabile che qualcosa cambiasse nella grafica della lista promossa dal Partito della Sinistra europea. Resta il nome La Sinistra (anzi, "Sinistra" nell'etichetta ufficiale) su fondo rosso a base obliqua; sotto sono sparite le rondini di Primavera europea, ma si è anche cambiato l'ordine dei loghi del gruppo europarlamentare Gue/Ngl e della European Left, aggiungendo giusto - come tocco cromatico che ricorda la prima fase della lista - una fascia verde e una viola nella parte inferiore. Le firme non servono, ora ci vogliono le candidature (di ambo i generi).

20) Unione di centro

Non presenterà candidature proprie, dal momento che inserirà suoi esponenti nelle liste di Forza Italia, ma non per questo l'Unione di centro ha rinunciato a presentare il proprio simbolo, anche solo per tutelarsi da eventuali altri scudi crociati spuntati qua e là (cosa effettivamente accaduta). Si tratta in qualche modo di un ritorno: il simbolo schietto del partito - depositato da Giovanni Franco Fabiano su mandato del segretario Lorenzo Cesa - non si è visto in bacheca né nel 2018 (c'era Noi con l'Italia), né nel 2014 (c'era il contrassegno composito Ncd-Udc). Anzi, a dire il vero, tutte le volte in cui l'emblema è stato depositato qui, nel segmento rosso c'è sempre stato il cognome di Pierferdinando Casini (anche nel 2013): ora che lui non è più nel partito, è tornato il riferimento all'Italia. E niente tracce del Ppe, benché l'Udc ne sia parte.

19) Partito comunista italiano

Lo avevano detto e lo hanno fatto: una delegazione del Partito comunista italiano, guidata dal segretario politico nazionale Mauro Alboresi, ha depositato il contrassegno della forza politica, riportando il simbolo del Pci - o, almeno, qualcosa di molto somigliante - nelle bacheche del Ministero dopo oltre un quarto di secolo. Non si sa ancora se il partito riuscirà nell'impresa di raccogliere le firme per partecipare alle elezioni; quel che è certo è che è l'unica forza politica che ci stia provando seriamente (e, nel farlo, sta cercando di ricostruire una rete di contatti e di informare gli elettori della sua esistenza e voglia di operare). Le bandiere sventolano ancora: poco importa, in fondo, se nel frattempo le aste sono diventate nere e la sigla ha cambiato foggia...

18) Movimento Riscatto nazionale

La quarta fila della bacheca è completata da un altro ritorno: Movimento Riscatto nazionale è alla sua seconda apparizione nelle bacheche viminalizie. A depositare il simbolo, il suo presidente e fondatore, Vittorio Palmieri, che peraltro fa notare come l'emblema sia profondamente cambiato rispetto a quello dello scorso anno: il tricolore "pennellato" risulta elegante e il Pegaso spicca sulla parte bianca. Al di là di questo, Palmieri rivendica per il suo emblema il ruolo di unica opposizione credibile, in questo contesto elettorale europeo: "Siamo gli unici ad avere nell'atto costitutivo e nello statuto, come programma immodificabile, l'uscita dall'Euro e dall'Europa, in un momento in cui tutti sono a favore di questo o di quello". Chissà se quel simbolo gli elettori potranno davvero votarlo...

17) Nuovo Cdu - Cristiani democratici uniti

Altro simbolo, altro soggetto di area cattolica post-democristiana, stavolta però senza alcun riferimento al Ppe (del quale peraltro non fa parte): è il Nuovo Cdu, il partito di Mario Tassone, depositato da una persona che lui ha delegato all'atto. Il simbolo ha la sigla come ingrediente principale - rimandando al partito cristiano tedesco - e usa i quattro colori nazionali, con il blu di fondo molto cristiano e molto italiano e una fascetta tricolore; in alto, una colomba ad ali spiegate è presente da sempre, marcando la rinascita del partito dopo che, giusto cinque anni fa, il Viminale non aveva ammesso una versione - un po' maltrattata - dello scudo crociato. Qui, ovviamente, non ci saranno problemi.


16) Südtiroler Volkspartei

La processione - molto lenta e piuttosto fiacca, a dire il vero - dei portatori di contrassegni prosegue con l'apparizione in bacheca di uno degli emblemi storici, l'edelweiss, la stella alpina della Südtiroler Volkspartei. Questa volta, il simbolo storico non è condiviso - come nel 2014 e come alle ultime elezioni politiche - con il Partito autonomista trentino tirolese (Patt): c'è soltanto la Svp con il suo fiore tradizionale, mai mancato (pur se in due versioni diverse) ad alcuna elezione di livello nazionale. Nessuno è stupito per trovarlo nella bacheca, tutti si sarebbero stupiti della sua assenza tra oggi e domani.

15) Popolari per l'Italia - Ppe

Al numero 15 arriva il primo simbolo di un partito effettivamente iscritto al Partito popolare europeo: si tratta dei Popolari per l'Italia, il partito di Mario Mauro che ha depositato il contrassegno grazie al suo vicepresidente nazionale, l'avvocato Antonfrancesco Venturini. Il simbolo è il solito, con la freccia tricolore, ma è stato aggiunto il riferimento ai "Popolari, democratici e cristiani insieme in Europa", oltre all'indicazione del Ppe, che trova posto - un po' sacrificata, per la verità, nella parte inferiore del contrassegno sotto la freccia rossa. Qualcuno pensava che il partito non operasse nemmeno più: questa, puntualmente, è la dimostrazione che è ancora in vita e non vuole sparire. 

14) MoVimento 5 Stelle

Poi all'improvviso spunta il MoVimento 5 Stelle, quasi senza che nessuno se ne accorga. Proprio come cinque anni fa, nessun big a curare il deposito: niente Beppe Grillo, niente Luigi Di Maio, che invece ha delegato Pierfrancesco Bruno, avvocato (anche, tra l'altro, di Virginia Raggi) che tutti cercano di intervistare, senza ottenere da lui dichiarazioni politiche di qualche natura. Anche perché, Bruno tiene a chiarire, il suo mandato è esclusivamente di natura tecnica e lui non è nemmeno iscritto al MoVimento. Le elezioni europee, a quanto pare, hanno meno appeal per il M5S, ma loro correranno lo stesso: anche se nessuno lo dice, quel voto sarà inevitabilmente un test per la coalizione di governo e il simbolo - identico a quello sfoggiato alle politiche - è pronto a finire sulle scheda. 

13) Europa Verde

La terza fila la apre uno dei simboli presentati nei giorni scorsi e - come si è detto - uno di quelli che appaiono più riusciti dal punto di vista grafico: quello di Europa Verde, che contrassegnerà la lista costituita sotto l'egida del Partito verde europeo e che certamente correrà senza bisogno di raccogliere firme, visto che l'esenzione è stata avallata dall'Ufficio elettorale nazionale cinque anni fa. Al girasole dell'European Green Party si aggiunge il sole che ride dei Verdi (che assume il ruolo della O nel nome), mentre non c'è volutamente traccia del simbolo di Possibile, che pure concorrerà alla formazione e presentazione delle liste. La corsa verso l'Europa Verde, in fondo, è già cominciata, a prescindere dall'esito.

12) Il popolo della famiglia - Alternativa popolare - Ppe

Un ritorno al Viminale, quello di Mario Adinolfi, che era arrivato nella piazza davanti all'ingresso prima delle 8. A guardare il suo simbolo, però, si capisce subito che anche lui sta tentando il colpaccio, anzi, lo fa addirittura su un doppio fronte: non solo anche il suo contrassegno contiene il riferimento (tutto orizzontale, quasi un diametro...) al Ppe (al quale peraltro il Popolo della famiglia non risulta iscritto), ma rispunta - del tutto a sorpresa, bisogna ammetterlo - la "pulce" di Alternativa popolare, il partito fondato da Alfano col nome di Nuovo centrodestra e che aveva eletto parlamentari (pochi) sotto le insegne di Civica popolare (e che in effetti aderisce al Ppe). Adinolfi è convinto di non dover raccogliere le firme in ogni caso: la curiosità di capire come ci si muoverà con più collegamenti con il Ppe e se si potrà configurare - magari - un'esenzione per ciascuna delle "pulcette" che concorsero a Civica popolare è notevole. Nel frattempo, a rimetterci è il simbolo del Popolo della famiglia, ridotto all'inverosimile per poter stare in un semicerchio. 


11) Lega Salvini Premier

Nei giorni precedenti il deposito dei contrassegni, si era parlato di un simbolo leggermente ritoccato per la Lega, che alle ultime politiche era ancora denominata "Lega Nord". Davanti alla scalinata del Viminale, però, Roberto Calderoli, venuto come sempre da un quarto di secolo abbondante a curare le procedure di deposito del simbolo, aveva smentito ogni cambiamento dell'emblema. Quando il contrassegno è comparso in bacheca, bisogna dargli atto che aveva ragione lui: il simbolo è esattamente lo stesso presentato alle ultime elezioni politiche, con Alberto da Giussano, il riferimento a "Salvini premier" (anche se alle europee serve a poco, se non a sottolineare il ruolo del vicepresidente del consiglio) e, naturalmente, la parola "Lega". Perché, in fondo, l'unica cosa che è cambiata è proprio il nome. 

10) Movimento Poeti d'Azione

Ormai è un grande classico delle elezioni: non può mancare la presenza onnipresente - e pazienza se la tautologia è poco eufonica, il Poeta ci perdonerà la licenza - di Alessandro D'Agostini, fondatore e Vate del Movimento Poeti d'Azione. Ormai il simbolo non è più quello delle origini, quello giallo sfumato, ma mette insieme la spada e la penna, come il nome stesso suggerisce. Lo slogan di D'Agostini è chiaro: "Meno Europa in Italia, più cultura italiana in Europa". A nessuno sfugge quel simbolo e D'Agostini non si fa sfuggire nessuno, pronto a diffondere ancora una volta il verbo dei Poeti d'Azione.

9) L'Altra Italia

Approda al Viminale per la prima volta il simbolo di L'Altra Italia, un partito chiaramente di destra, come il simbolo - di cui ci siamo già occupati - dichiara senza alcun dubbio: un'aquila costruita con i due corni della fiamma tricolore missina. A depositarlo, il segretario nazionale Mino Cartelli e il tesoriere nazionale Vincenzo Miggiano: "dopo un quarto di secolo al fianco di Pino Rauti, ci siamo fermati un attimo, poi abbiamo deciso di ripartire nel segno di Giorgio Almirante, quando diceva 'molte volte siamo caduti, molte volte ci siamo rialzati'. Siamo il solo movimento che nel primo articolo dello statuto pone la costituzione dello Stato nazionale del lavoro attraverso l'alternativa corporativa. E non è assolutamente fascismo, esperienza irripetibile: rimane però una fonte d'ispirazione per cercare soluzioni per l'Italia". L'aquila è quella del Ventennio: "vola alto, mangia per vivere e non vive per mangiare", ma si ribadisce che il fascismo non esiste più, "non ci sono le persone e l'humus, rimangono però le idee che noi rielaboriamo e storicizziamo". Il simbolo, inequivocabile, è comunque ben fatto: sarà interessante vedere la reazione del Viminale.


8) Partito pirata

Era già presente nel 2013 alle politiche, con tanto di piccola "baruffa" con l'altro partito quasi omonimo (quello di Marco Marsili, poi trasformato nei Pirati con il Jolly Roger), ma questa volta il Partito Pirata sembra osare di più. Se anche l'emblema somiglia molto a quello del 2013, con la vela nera su fondo bianco inserita in un cerchio arancione, questa volta c'è anche il simbolo del Partito pirata europeo e contemporaneamente è stata depositata la dichiarazione di affiliazione al partito europeo da parte della presidente Markétka Gregorová. Anche i pirati, insomma, vogliono correre senza depositare le firme: sarà interessante vedere quanti ci riusciranno, quante documentazioni saranno complete e quante criticità sorgeranno. Intanto i pirati puntano al 4%, con la pulce dei Pirati europei e del generico Piratenpartei.

7) Destre unite - CasaPound - Aenm

A inaugurare la seconda fila della prima bacheca è uno dei simboli più attesi dagli studiosi nelle ultime settimane: si sapeva quasi per certo che l'area destra avrebbe presentato un contrassegno contenente il riferimento al partito europeo Aenm, rappresentato a Bruxelles, nel tentativo di correre senza le firme dopo la decisione dell'Ufficio elettorale nazionale nel 2014 sui Verdi. A quel partito appartiene Destre unite, rappresentata al Ministero dal suo leader Massimiliano Panero. Il simbolo è molto simile a quello depositato alle politiche del 2018 (con la fascia tricolore al posto della fiamma stilizzata), ma tutti gli elementi sono rimpiccioliti per fare spazio al simbolo di CasaPound Italia (rappresentata da Simone Di Stefano), che questa volta dunque entra a far parte del cartello.

6) Movimento politico Forconi

Nuova elezione di livello nazionale e nuovo simbolo per il Movimento politico Forconi, sempre rappresentato al Viminale da Orlando Iannotti, uno dei fondatori. Questa volta l'emblema, senza nero e senza tricolore, è a fondo interamente fucsia con testo evidente bianco: in quanto tale, molto più che in passato, è destinato inevitabilmente a non passare inosservato. Almeno in bacheca qui nei corridoi, essendo ben difficile che il contrassegno in questione arrivi sulle schede, per la difficoltà di raccogliere 30mila firme per ciascuna circoscrizione. Ma non per questo i Forconi dovevano rinunciare a dimostrare la loro esistenza: le grafiche cambiano, i Forconi restano.
 

5) Democrazia cristiana

Prima o poi doveva capitare: ecco spuntare in bacheca il primo scudo crociato (perché, c'è da giurarlo, ne arriverà almeno un altro). A portarlo è la Democrazia cristiana, ma è bene precisare che è quella guidata da Renato Grassi ("successore", dopo il recente congresso, di Gianni Fontana), visto che è ben noto che non ce n'è una soltanto. Certo, Maurizio Benedettini, delegato da Grassi al deposito, tiene a sottolineare che quella che lui rappresenta è l'unica titolata (copione ben noto), ma soprattutto evidenzia che, oltre allo scudo crociato - ancora nella versione di Pizza - c'è anche il simbolo del Ppe ed è stata depositata anche la dichiarazione del presidente del partito europeo (anche se il partito di Grassi non risulta iscritto al Ppe). Segno che, evidentemente, la Dc vuole cercare di partecipare al voto senza raccogliere le firme. Vedremo se ci riuscirà; nel frattempo, è difficile che il simbolo passi integralmente l'esame.

4) La Catena

Dopo un'attesa di una notte è un'alba piovosa, arriva nelle bacheche per la terza volta anche il simbolo portato dal bolzanino trapiantato a Trento Franco Bruno, cioè La Catena. La scure a doppia lama incatenata dagli anelli che rappresentano "l'unione che fa la forza" di imprenditori, artigiani e commercianti che dovrebbero unirsi per mandare a casa chi ha governato fin qui è stata lucidata e rimessa in mostra (unica minima differenza, nemmeno fondamentale sul piano grafico, l'inserimento del simbolo in una circonferenza nera). Non arriverà sulle schede, ma intanto nella prima fila della prima bacheca La Catena la vedranno tutti, un po' come cinque anni fa alla sua prima uscita.

3) Sacro Romano Impero Cattolico

Per incontrare la certezza occorre aspettare il numero 3, il numero perfetto. Sì, perché Mirella Cece, l'ineffabile regolatrice della fila del Viminale, era già davanti alla scalinata da giovedì 4, ma per sé ha voluto proprio il numero 3, quello che sente più consono a sé. E proprio Mirella riserva la prima sorpresa della giornata: il suo simbolo del Sacro Romano Impero Cattolico (mi raccomando le maiuscole!), ormai consolidato, immancabile e immutato dal 2009, questa volta contiene due piccole differenze. Lo sfondo innanzitutto è bianco, per far risaltare meglio gli elementi del contrassegno; in più, ai quattro ritratti ovali dell'imperatrice (Sacro Romano Impero Liberale Cattolico, Teologi e giuristi, Movimento Europeo Liberal-Cristiano Giustizia e Libertà e Atuttocampo nel tempo e nello spazio) se n'è stato aggiunto un quinto, Advocatorum postulatores et peritorum, in perfetta coerenza con il suo ruolo. Quale miglior vaticinio per un soggetto politico monarchico, costituzionale, istituzionale e ministeriale?

2) Liga Veneta Repubblica 

Il secondo della fila è un altro habituè della maratona di deposito dei contrassegni. Si tratta di Fabrizio Comencini, fondatore della Liga Veneta Repubblica. Il simbolo è quello di sempre, quello dello stendardo con il leone di San Marco (in assetto da guèra, con la spada sguainata sopra al libro) su fondo azzurro. Questa volta, insomma, Comencini è riuscito ad arrivare prima della Lega, che ha il leone Marciano impresso sul simbolo è in passato si è detta disturbata da iniziative elettorali come la sua. E quando Roberto Calderoli - presente dalle 7 del mattino - passerà di lì, non potrà non notare quella presenza.

1) Partito internettiano

Il primo della fila, quest'anno, è Francesco Miglino, deus ex Machina del Partito internettiano, che però - al suo ennesimo ritorno al Viminale - pone soprattutto un tema economico: "Portiamo un atteggiamento politico avverso a questa Europa della stabilità dei prezzi e dell'austerità, certo non quella del benessere diffuso. Abbiamo 18 milioni di poveri, altre 400mila persone sulla soglia di povertà e 5 milioni di persone che soffrono la fame, compresi 1,8 milioni di bambini". E che c'entra in tutto ciò internet, rappresentato come sempre dalla W del web e dalla chiocciola? "Internet non è solo uno strumento, ma un universo che si è formato da quando gli uomini sono riusciti ad affrancarsi dal potere finanziario che controllava le rotative: le persone si sono messe in contatto tra loro, con buona volontà e in modo democratico, fuori dai condizionamenti del sistema precedente. Il partito internettiano esiste per questo: consolidare questa nuova libertà". Impegnativo, non c'è che dire...

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