sabato 15 febbraio 2020

Più Italia, per difendere la tradizione


Dalla fine del 2017, com'è noto, una forza politica - nata come lista, poi evolutasi come partito - è convinta che occorra "più Europa"; qualcuno, da circa un anno, ha iniziato a dire che serve innanzitutto "Più Italia", al punto tale da usare quel nome per distinguere il proprio progetto politico. Si chiama infatti Più Italia un movimento nato lo scorso anno e partito dalla Ciociaria: è della provincia di Frosinone infatti il suo fondatore e presidente, Fabrizio Pignalberi
Lui, laureato in giurisprudenza, ha una militanza politica piuttosto lunga: sul sito del movimento si definisce "sempre fedele alla destra italiana", dichiarando di avere collaborato con il Popolo della libertà, poi con Forza Italia e con Fratelli d'Italia (assumendo ruoli partitici a livello locale e diventando membro dell'assemblea nazionale nel 2017), ma dice di provenire politicamente dalla Fiamma Tricolore.
Nel 2019, però, ha iniziato a lavorare a un proprio progetto politico, Più Italia appunto. Il nome, a dire il vero, non è proprio nuovo: nel 2012 Antonio De Poli aveva depositato come marchi alcuni emblemi, forse immaginando un rilancio o un nuovo corso dell'Udc, tra i quali anche uno con la dicitura "Più Italia". Con quell'esperienza, tuttavia, il nuovo movimento politico non c'entra nulla: "Siamo un movimento - spiega Pignalberi - che alla nascita ha stipulato un accordo con Fratelli d'Italia, sostenendone varie candidature alle elezioni locali, regionali ed europee. Da maggio di quest'anno, però, inizieremo a presentare nostre liste con il simbolo di Più Italia". 
Già, il simbolo. Il nome del partito è uno dei due elementi principali dell'emblema: l'altro è costituito da due tracce identiche, sottili e quasi pennellate, una verde e una rossa. L'impressione è che quei due elementi ricordino una fiamma, richiamando in qualche modo quella utilizzata da Marine Le Pen, prima per il suo Front National, poi per l'attuale Rassemblement National. "In effetti, vista la mia storia politica, ho voluto inserire un rimando a una fiamma molto stilizzata, non proprio identificabile come tale ma comunque riconducibile a quell'idea, per chi vuole ritrovarsi in quell'immagine". 
Visto il nome e il simbolo utilizzato, non sorprende che il movimento si collochi con nettezza nel centrodestra, come a quell'area facevano riferimento i candidati e le liste cui finora è stato dato sostegno. Nel programma ("Dio patria e famiglia!" scherza, ma nemmeno troppo, Pignalberi) si trova la difesa delle famiglie italiane, delle tradizioni e del Made in Italy "come unico e inimitabile marchio", la salvaguardia del territorio, la tutela delle persone economicamente svantaggiate e dei minori sottratti alle famiglie. Le amministrative di quest'anno probabilmente segneranno il debutto del simbolo sulle schede: si vedrà se saprà farsi (ri)conoscere.

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