domenica 2 agosto 2020

Fare democratico, al fianco di De Luca coi colori del centrodestra

Non è ancora il momento di fare classifiche (che di certo lasciano il tempo che trovano, ma si possono pur sempre stilare per dare i numeri delle cose), ma è probabile che una delle coalizioni più affollate - assieme a quella pugliese in appoggio a Michele Emiliano - risulterà quella che si appresta a sostenere Vincenzo De Luca nella sua seconda corsa per la presidenza della regione Campania. In effetti, da un giorno all'altro e da un giornale all'altro, il numero appare piuttosto variabile, anche se è già in corso una "cura dimagrante" per accorpamenti (che risulteranno evidenti nei prossimi giorni).
Tra le liste di cui si è parlato e che ufficialmente non corrispondono per intero a partiti esistenti c'è anche Fare democratico, un nome piuttosto generico ma che si fa notare, anche solo per l'uso del verbo "fare" in funzione di sostantivo. I promotori risultano essere Giuseppe "Giosy" Romano, presidente del Consorzio Asi (Area di sviluppo industriale) della provincia di Napoli nonché della Confederazione italiana per lo sviluppo economico, Felice Di Maiolo, sindaco di Mariglianella (comune inferiore della città metropolitana di Napoli). 
Per chi non è napoletano i nomi possono non dire nulla, ma sono accomunati da un "particolare" tutt'altro che irrilevante. Giosy Romano nel 2018 era stato candidato al Senato dal centrodestra nel collegio uninominale di Casoria e da Forza Italia nel collegio plurinominale Campania 02 (assieme, tra l'altro, a Domenico De Siano, eletto senatore, e Sandra Lonardo, eletta nel collegio Campania 01); quanto a Di Maiolo - che ha già annunciato la sua candidatura - era stato capogruppo forzista proprio nel consiglio della città metropolitana. Che i due siano tuttora riconducibili a Forza Italia oppure no, non appare un caso che da più parti la lista Fare democratico sia stata indicata come una formazione che si prepara a traghettare parte dell'area di centrodestra nella compagine che punta a dare un seguito alla prima presidenza regionale di Vincenzo De Luca.
Lo stesso aspetto grafico del simbolo, tra l'altro, sembra confermare quest'idea: i colori - il tricolore con il blu - sono quelli nazionali, tradizionalmente usati da formazioni di centrodestra o comunque di osservanza moderata; l'arcobaleno-strada tricolore ricorda più il vecchio Pdl (o persino la prima versione di Alleanza di centro di Pionati, che invece ha saldamente i piedi nel centrodestra) che simboli di area sinistra. Il nome di De Luca campeggia nella parte inferiore del contrassegno, ma l'elemento testuale più evidente è proprio la parola "fare", con l'iniziale minuscola. La scelta può colpire, ma forse si può ricordare un particolare: i precedenti usi della parola "Fare", con l'iniziale maiuscola (Oscar Giannino e poi Michele Boldrin) o tutta maiuscola con apostrofo (Flavio Tosi), non sono stati tra i più fortunati che la politica ricordi. Non è detto che la scelta dipenda da questo, ma i #drogatidipolitica non possono non notarlo. 
Che la lista non si proponga come "convenzionale" e "inquadrata" appare chiaro anche dal primo testo pubblicato sulla pagina Facebook della formazione:
L’esigenza di non dover soggiacere a percorsi precostituiti. La volontà di essere attori protagonisti nella valorizzazione del territorio. La caparbietà nel credere che gli schemi non debbano ingabbiare. La convinzione che si possa costruire un percorso nuovo, diverso, a misura di uomo, a misura di territorio. Donne e uomini liberi, di pensare, di crederci. Tutti, insieme, donne ed uomini del fare, convinti che i principi della democrazia siano irrinunciabili. Fare Democratico, noi!


In ogni caso, c'è ancora tempo per conoscere le liste e capire se i candidati confermeranno l'immagine che emerge dal simbolo. 

2 commenti:

  1. Ciao Gabriele, appena saranno approntate le schede, farai un riepilogo per ogni regione al voto?
    Grazie

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    1. Certamente. La situazione è tra il fluido e il magmatico, meglio aspettare per fare panoramiche.

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