lunedì 17 agosto 2020

Sardegna, il primo simbolo giallorosso alla prova delle suppletive

In queste settimane l'attenzione di questo sito è stata sostanzialmente monopolizzata dalle elezioni regionali che si terranno il 20 e il 21 settembre: il che è piuttosto normale, essendo il test elettorale a liste che interesserà vaste aree del territorio italiano. Non bisogna però dimenticare che contemporaneamente si svolgeranno - oltre al
referendum costituzionale - anche varie elezioni amministrative e, soprattutto, due elezioni suppletive, per individuare chi occuperà in Senato due seggi legati ad altrettanti collegi uninominali
Uno di questi è il collegio 03-Sassari, rimasto vacante dopo la morte, a marzo, della senatrice Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda, eletta due anni prima sotto le insegne del MoVimento 5 Stelle. Come si è già avuto modo di ricordare (e come l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha precisato in occasione della prima suppletiva di questa legislatura, tra l'altro sempre relativa alla Sardegna), chi partecipa alle nuove elezioni per occupare quel singolo scranno può utilizzare uno dei contrassegni già presentati alle elezioni politiche, raccogliendo le firme su quello, oppure - soprattutto qualora la persona candidata sia sostenuta da più forze politiche che all'ultimo rinnovo del Parlamento avevano corso con liste separate - può schierarne uno nuovo, ma in quel caso ha l'onere di depositarlo insieme a tutto il resto della documentazione (incluse ovviamente le firme raccolte proprio su quel simbolo e sulla candidatura collegata).
Ora, nei giorni scorsi era stato reso ufficiale che il Partito democratico e il MoVimento 5 Stelle, nel collegio senatoriale di Sassari (detto anche Nord Sardegna, visto che include anche la Gallura e parte della provincia di Nuoro) avrebbero sostenuto il medesimo candidato, Lorenzo Costantino Corda, presidente dell'ordine degli ingegneri sassarese. Corda è stato dipinto come vicino al M5S, ma sulla sua figura hanno scelto di convergere anche i dem. A quel punto si poneva chiaramente la questione del contrassegno da utilizzare: un conto era che i simboli del Pd e del M5S fossero nella stessa coalizione (com'è accaduto in Umbria e sta per succedere di nuovo almeno in Liguria), ben altro conto era immaginare che le loro miniature convivessero all'interno dello stesso emblema elettorale (una convivenza che probabilmente avrebbe creato più problemi e perplessità di quanti non ne abbia portati il voto sulla piattaforma Rousseau in tema di alleanze con i partiti tradizionali).
Non c'era comunque alcun obbligo di utilizzare la classica "bicicletta" con i due simboli o un contrassegno "carambola" (come quelli visti nelle suppletive del 2019 in Trentinoche contenesse tutti i "pallini" dei partiti coinvolti: la candidatura di Corda, infatti, è appoggiata anche da Liberi e Uguali, Centro democratico e Democrazia solidale, che insieme ai Progressisti (a trazione Pd) e al M5S fanno fronte comune contro l'alleanza centrodestra-Psd'az (specie in materia di ambiente); segnala Monia Melis su Repubblica.it che Italia viva e Italia in comune pensano invece a una candidatura autonoma, probabilmente quella del penalista Agostinangelo Marras (anche se c'è ancora qualche giorno per cambiare idea). Del resto, proprio in Sardegna il candidato vincente alle prime suppletive, Andrea Frailis, era sostenuto da varie forze politiche di centrosinistra e aveva appunto utilizzato un contrassegno diverso che voleva rappresentarle tutte, i Progressisti di Sardegna. Lo stesso ha fatto il centrosinistra anche dopo, nelle suppletive di quest'anno a Roma e Napoli, con contrassegni a fondo rosso e con elementi curvilinei colorati o che richiamavano il tricolore. 
Visti i precedenti, si è giocata la carta della semplicità (a costo di restare un po' anonimi), marcando anche un minimo di discontinuità grafica, visto che quest'alleanza era oggettivamente diversa rispetto a quelle già viste. L'emblema, dunque, consiste in un semplicissimo cerchio bianco bordato di grigio, con due piccoli archi spessi e irregolari, quasi pennellati, uno giallo e uno rosso; si possono anche chiamare "baffi", richiamando un po' quelli verdi e rossi - ma erano tracce di pastelli a cera - inventati da Bruno Magno nel 1994 per i Progressisti. I colori, ovviamente, questa volta ricordano soprattutto quelli con cui normalmente ci si riferisce alla coalizione che in questo momento è al governo (anche se, come detto, per ora Italia viva non è parte della compagine che sostiene Corda), con il giallo delle stelle del MoVimento e il rosso che accomuna in modo pur precario il Pd e ciò che resta di Liberi e Uguali. All'interno del cerchio, sopra agli elementi colorati, è inserita la dicitura "Nord Sardegna con Lorenzo Corda", con il nome del candidato che ha la massima evidenza (è scritto con il carattere Beau Sans Pro, lo stesso del Partito popolare europeo - di cui peraltro né il M5S né il Pd fanno parte, ma non è certo un problema - e, all'inizio, di Siamo europei di Carlo Calenda). 
La coloritura politica, insomma, c'è ma è minima, giusto una pennellata (anzi, due): si è preferito schierare la persona, com'è anche più normale che sia, in un collegio uninominale. Non tutti faranno così: si sa già, per esempio, che il centrodestra utilizzerà un contrassegno che contiene al suo interno i simboli della Lega, di Fratelli d'Italia e di Forza Italia per accompagnare il proprio candidato, Carlo Doria (sassarese, ortopedico, molto vicino al Partito sardo d'azione che pure non è presente all'interno del simbolo che è destinato alle schede elettorali). La sfida, dunque, sarà interessante anche da questo punto di vista: pur essendo civici i due candidati principali, hanno fatto scelte graficamente e politicamente distinte e toccherà ad elettrici ed elettori esprimersi (su di loro, come su altre persone che dovessero aggiungersi alla sfida per il collegio).

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