venerdì 19 marzo 2021

Sinistra d'Azione, la spada azionista fiammeggia di nuovo

Una legge non scritta prevede che sui contrassegni elettorali tendenzialmente non sia concessa la presenza di armi, poiché la legge prevede che all'interno del seggio "È assolutamente vietato portare armi o strumenti atti ad offendere" (art. 43 del testo unico per l'elezione della Camera). Posto che ci sono state eccezioni, anche significative (almeno tra gli emblemi depositati al Viminale e ammessi), a parte gli scudi - crociati e non, in ogni caso nati per difendere - si salvano le spade, soprattutto delle statue (Alberto da Giussano, ma non solo), così come a suo tempo si era salvata la spada fiammeggiante del Partito d'azione. Questa - già legata, com'è noto, al movimento politico Giustizia e Libertà e alle omonime brigate partigiane - era finita sulle schede delle elezioni del 1946, ma non aveva vissuto a sufficienza per arrivare a quelle del 1948. 
Dall'inizio del 2013, tuttavia, quella spada così caratteristica è tornata su un emblema, per ora non finito sulle schede ma non meno esistente: quello della Sinistra d'Azione, soggetto politico ora presieduto da Silvano Mulas. A descrivere il nuovo simbolo è lo stesso statuto, che usa queste parole: "Il simbolo è di forma circolare. Lo sfondo del simbolo è suddiviso in quattro fasce orizzontali ondulate i cui colori, procedendo dal basso verso l'alto, passano dall'arancione scuro (tendente al rosso), all'arancione, all'arancione chiaro (tendente al giallo), al giallo. La metà inferiore del simbolo è occupata, centralmente, dalla spada fiammeggiante 'giellista' / 'azionista', di colore bordeaux scuro. In prossimità del limite tra la metà inferiore e la metà superiore del simbolo, sovrapposta alla fascia arancione, compare la scritta 'Sinistra d'Azione', in bianco, disposta in modo da seguire l'andamento ondulatorio delle fasce. La metà superiore del simbolo è occupata dalla sigla 'SdA', in grande, del medesimo colore della spada. Anche la sigla 'SdA' è disposta in modo da seguire l'andamento ondulatorio delle fasce".
Al di là del simbolo appena descritto, è il caso di capire come si sia arrivati a Sinistra d'azione. Alla base di quest'esperienza si può ritrovare il Movimento d'azione Giustizia e Libertà, nato nel 1993 per cercare di raccogliere di nuovo coloro che si richiamavano a Giustizia e Libertà e al Partito d'azione e presieduto da Aldo Garosci (in seguito è sorta anche la Federazione nazionale dei Circoli Giustizia e Libertà, coordinata da Vittorio Cimiotta e attiva solo sul piano ideale, culturale e politico). Anche in quel simbolo naturalmente c'era la spada fiammeggiante, collocata su una sagoma dell'Italia colorata di verde, collocata all'interno delle stelle d'Europa su fondo blu.
Nel mese di aprile 2005 era poi stato fondato il Nuovo Partito d'azione, che del vecchio emblema manteneva solo la spada, non fiammeggiante ma comunque caldissima, posata sopra un libro aperto. Nato per ridare "una casa politica agli azionisti" e riportare nella politica italiana il nome di un'esperienza di valore (una tradizione da diffondere, ma anche da reinterpretare alla luce dei nuovi tempi), il Npa fu guidato dal filosofo Pino Quartana e aveva l'idea di "costruire una formazione politica composta prevalentemente da quadri e militanti scelti in modo da perseguire obiettivi ideali e politici di alto profilo", "un partito certamente di testimonianza, ma anche di opinione e di proposta politica", collocato saldamente nel centrosinistra per il quale voleva essere "coscienza critica e momento di raccordo".
Tra gli iscritti al Nuovo Partito d'azione c'erano anche i fondatori di Sinistra d'azione, espulsi nel 2012 dopo una battaglia - come si legge nel sito - a favore di una maggior democrazia interna anche con riguardo allo statuto. "Gli esuli del Npa, azionisti nel cuore - si legge ancora - sentono il bisogno ed il dovere di continuare la lotta politica per i valori azionisti e dopo un periodo di riflessioni e di discussioni, nasce la carta dei valori di Sinistra d'Azione". Da lì si sarebbe arrivati al 12 gennaio 2013, giorno in cui Andrea Fontana, Enea Melandri, Silvano Mulas e Francesco Postiglione (come risulta dallo statuto stesso) fondarono Sinistra d’azione il 12 gennaio 2013. Lo scopo era sempre "creare una rete azionista capace di accogliere e coinvolgere quanti in Italia vogliano rifarsi a questi stessi valori, per promuovere e sviluppare il pensiero azionista nel panorama politico italiano, svolgendo contemporaneamente una azione di divulgazione culturale ma anche di azione politica sul territorio".
Ciò spiega l'impegno profuso da Sinistra d'Azione per mettere in piedi varie iniziative, fino a un primo avvicinamento a Possibile, ancora guidato da Giuseppe Civati, all'interno del quale nacque a Milano il circolo "Socialismo liberale"; in seguito poi quell'esperienza è terminata ("per l'impossibilità di una vera partecipazione democratica", si legge sempre nel sito) e l'impegno è proseguito nell'Alleanza popolare per la democrazia e l'uguaglianza (progetto guidato da Anna Falcone e Tomaso Montanari). Esauritosi quel progetto alla vigilia delle elezioni del 2018, Sinistra d'Azione ha scelto di sostenere Europa Verde alle europee del 2019 (la stessa lista appoggiata da Possibile di Beatrice Brignone) e continua a contribuire al progetto anche in seguito.
Sinistra d'Azione ha una propria Carta dei valori, che si anticipa in sette punti fondamentali: qualità della vita; rispetto dell'altro; etica e morale pubblica; libertà delle azioni dell'individuo; giustizia sociale e aiuto alle parti deboli; democrazia reale e partecipata; laicità dello Stato. Sulla base della Carta è stato predisposto un programma, che si affianca al più generico intento di portare avanti (e rileggere) gli ideali azionisti. Nella speranza che la spada del Partito d'azione non smetta mai di fiammeggiare.

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