tag:blogger.com,1999:blog-53245991583067372392024-03-16T11:32:15.733+01:00I simboli della discordiaRegole, assurdità e fantasie sui loghi dei partiti italiani, raccontati da Gabriele Maestri, autore di "I simboli della discordia" e "Per un pugno di simboli"Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.comBlogger1729125tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-85174413724065899302024-03-16T11:31:00.002+01:002024-03-16T11:31:41.886+01:00Europee, Alternativa popolare con il Ppe e Bandecchi nel simbolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr_zMoC3ZL1iBQa7CG8RrTYNsAVG0fwDzCP16e4xaxR8Ud3Y5_1VryFsLFqfvTDjd74IngW7cJC7xYvfbuPMyjdh6xg64xzYxXwBh6vdSzWviHzrYXSwXxOzLgSTW4qAZi-bqMVTjrmA84T8V9t1Fr7fUAMY2FFvPjSpjyBtwcQIZiMoQ8RoQRdVYV3qGr/s1294/alternativa%20popolare.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1294" data-original-width="1294" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr_zMoC3ZL1iBQa7CG8RrTYNsAVG0fwDzCP16e4xaxR8Ud3Y5_1VryFsLFqfvTDjd74IngW7cJC7xYvfbuPMyjdh6xg64xzYxXwBh6vdSzWviHzrYXSwXxOzLgSTW4qAZi-bqMVTjrmA84T8V9t1Fr7fUAMY2FFvPjSpjyBtwcQIZiMoQ8RoQRdVYV3qGr/w200-h200/alternativa%20popolare.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Sin dall'inizio di febbraio <b>Stefano Bandecchi</b>, coordinatore nazionale di <b>Alternativa popolare</b>, non ne aveva fatto mistero: il Parlamento europeo era la meta cui puntare. Il 27 e il 28 gennaio, al primo congresso programmatico del partito, era stato "ufficializzato" grazie alla scenografia l'ingresso del riferimento testuale al Partito popolare europeo all'interno del simbolo (proprio all'interno del <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/04/area-popolare-accontenta-il-ppe-via-le.html" target="_blank">cuore dal contorno giallo che richiama il logo del Ppe</a>, il cui <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/04/alfano-il-cuore-ppe-battera.html" target="_blank">cuore con le stelle uso non era stato consentito dal partito europeo</a> già nel 2016, quando il soggetto politico ital<i>i</i>ano fondato da Angelino Alfano formalmente si chiamava ancora Nuovo centrodestra ma usava alternativamente il nome Area popolare). Il 9 febbraio, all'indomani dell'annuncio delle sue dimissioni da sindaco di Terni (poi ritirate una settimana più tardi), Bandecchi aveva poi annunciato la sua candidatura come capolista alle elezioni europee in tutte le circoscrizioni, contando di raggiungere e superare il 4%: il compito sarebbe stato arduo, ma se non altro <b>la lista avrebbe potuto partecipare alle elezioni senza dover raccogliere le firme, in virtù dell'adesione di Ap al Ppe</b> (che ovviamente nel 2019 ha ottenuto seggi europei, anche in Italia) e della "via europea" aperta dalla <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/in-europa-senza-firme-quali-partiti-e.html" target="_blank">decisione dell'Ufficio elettorale nazionale nel 2014 dopo il ricorso della Federazione dei Verdi - Verdi europei</a> e sfruttata nel 2019 proprio da Alternativa popolare per esentare <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/europee-2019-i-simboli-uno-per-uno.html" target="_blank">la lista condivisa con il Popolo della famiglia</a>. </div><div style="text-align: justify;">Quando però, il 15 febbraio, si era diffusa la notizia dell'<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/decreto-elezioni-2024-norma-strozza.html" target="_blank"><b>emendamento presentato da Fratelli d'Italia per ridurre sensibilmente le esenzioni dalla ricerca dei sottoscrittori</b>, facendo balenare l'ipotesi che la strada dell'esonero non fosse più percorribile per i partiti che avevano eletto parlamentari nei collegi uninominali e per quelli legati a partiti politici europei rappresentati a Strasburgo</a>, Stefano Bandecchi aveva reagito in fretta: "L'emendamento presentato dai senatori di Fdi Lisei, Della Porta, De Priamo e Spinelli alla Legge di conversione del Dl sull'Election Day, per modificare i criteri di esenzione dalla raccolta firme per le imminenti elezioni europee, è degno dell'Ungheria dell'amico (loro) Orban, non di uno Stato democratico e libero. [...] Una norma <i>contra personam</i>, contro Stefano Bandecchi e Alternativa Popolare. Fino a oggi, come forza appartenente al Ppe, eravamo esentati dalla raccolta firme, come previsto dalla legge; da domani, se approveranno questo emendamento porcata, non avremo più questo diritto. Non abbiamo certamente paura di questa sfida, però questo nega un diritto acquisito e, quindi, ci riserviamo di avviare tutte le azioni necessarie per evidenziare una gravissima lesione di diritti riconosciuti sia in Costituzione che nel Diritto Comunitario. È una norma antidemocratica, di compressione del diritto di rappresentanza, di eliminazione per via legislativa – anzi, emendativa – di un soggetto e di una componente politica". </div><div style="text-align: justify;">Si è visto come pure <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/03/europee-sud-chiama-nord-lancia-la-lista.html" target="_blank">altre forze politiche, come Sud chiama Nord, avessero parlato di norma scritta contro di loro</a>, per farle fuori dalla competizione europea. Se però pochi giorni dopo l<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/elezioni-europee-la-stretta-sulle.html" target="_blank">a riformulazione dell'emendamento di Fdi aveva restituito l'esenzione alle forze politiche che avevano eletto anche solo un deputato o un senatore nei collegi uninominali</a> (per la soddisfazione di Cateno De Luca, oltre che di +Europa e di altri soggetti politici), non potevano dirsi altrettanto soddisfatti i partiti italiani che - privi di propri eletti alle Camere o al Parlamento europeo - contavano di presentare liste grazie alla loro affiliazione ai rispettivi partiti europei; <b>il testo dell'emendamento manteneva tra i requisiti per l'esenzione l'aver eletto europarlamentari in Italia, dunque avere partecipato alle ultime elezioni europee e aver superato la soglia di sbarramento</b>. Lo 0,43% raccolto dalla lista Alternativa popolare - Il Popolo della famiglia non era chiaramente sufficiente ad eleggere europarlamentari, quindi la strada dell'esenzione per Bandecchi era rimasta sbarrata. </div><div style="text-align: justify;">Nei giorni successivi, in ogni caso, Ap ha intensificato la propria attività, rimarcando il sostegno alla candidatura di Riccardo Corridore - vicesindaco di Terni, dunque vice di Stefano Bandecchi, e coordinatore umbro del partito - alla guida della giunta regionale dell'Umbria, ma soprattutto ha inserito il riferimento a Bandecchi all'interno dei futuri contrassegni elettorali: vale tanto per l'emblema da schierare sulle schede umbre, quanto per il contrassegno che quasi certamente arriverà al Viminale tra il 21 e il 22 aprile. Il simbolo, presentato il 5 marzo, oltre all'espressione "con Bandecchi" (la cui evidenza ha costretto a ridurre di dimensioni il nucleo del fregio del partito), contiene il logo ufficiale del Ppe nella parte inferiore, quasi a ripetere il riferimento già inserito poche settimane prima nel cuore giallo del partito (colore che evidenzia anche le iniziali del Ppe). Il legame con il partito europeo è stato ribadito con la presenza, il 7 marzo, al congresso del Ppe a Bucarest del presidente di Alternativa popolare, Paolo Alli (proprio lui aveva concesso il simbolo a Mario Adinolfi nel 2019); il giorno dopo, in compenso, la scena se l'è ripresa Bandecchi, annunciando - in un'intervista alla <i>Nazione </i>- la propria candidatura come "ultimo nome" perché non avrebbe intenzione di andare a Strasburgo, "non posso tradire il patto che ho fatto con gli elettori ternani. Devo continuare a esercitare il mio ruolo di sindaco, così come mi sono impegnato a fare". </div><div style="text-align: justify;">In quella stessa intervista ha ricordato il percorso dell'emendamento di Fdi (allora solo approvato in commissione al Senato), sottolineando di non vedere quella futura disposizione "in forma restrittiva. Possiamo partecipare alle Europee senza raccolta di firme, perché siamo iscritti al Ppe. I politici italiani hanno dimostrato di nuovo di avere paura di Bandecchi e di Ap". Difficile capire come si possa conciliare l'auspicio di esenzione grazie all'iscrizione al Ppe con la richiesta - in base all'ormai quasi vigente testo della legge sulle elezioni europee - di essere un partito "che nell'ultima elezione [abbia] presentato candidature con proprio contrassegno ed [abbia] ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che [sia] affiliat[o] a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento Europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali". L'affiliazione al Ppe (con proprio gruppo parlamentare europeo) c'è, la partecipazione alle elezioni europee del 2019 pure, il seggio ottenuto in quell'occasione nelle circoscrizioni italiane invece no. </div><div style="text-align: justify;">Scartata l'ipotesi di accordi con Matteo Renzi ("Non ha realizzato il <i>brand </i>di centro ma si presenta con Italia Viva", ammesso che non vada in porto la lista comune con +Europa ed altre forze) o con Forza Italia ("Ha deciso di andare da sola perché non vuole dividere il simbolo Ppe con Alternativa popolare"), Bandecchi presenterà alla stampa e al corpo elettorale le liste la mattina del 20 marzo alla sala Capranichetta: prima di partire con il camper per la campagna elettorale, è già stata annunciata la presenza come capolista dell'ex magistrato <b>Luca Palamara</b>, indicato come capolista nella circoscrizione Centro. Certo, sarebbe curioso capire se nel frattempo il partito tirerà dritto sulla sua idea di avere diritto all'esenzione o cercherà comunque di raccogliere le firme, per mettere minimamente al sicuro la partecipazione. Di certo la notizia dell'approvazione al Senato del disegno di legge di conversione del "decreto elezioni 2024", con l'emendamento ricordato ma anche il dimezzamento delle sottoscrizioni necessari, non è sfuggita a Bandecchi, che giovedì mattina ha postato il video della partenza del suo camper commentando "Stanotte qualcuno si è messo a fare le solite leggi, come dire, notturne". I candidati e i dirigenti di Alternativa popolare proveranno a sfruttare il taglio delle firme o rischieranno la via dell'esonero, con il pericolo - quasi certo - che gli uffici elettorali sbarrino la strada verso le schede e le urne?</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-9909558358196429852024-03-14T23:16:00.002+01:002024-03-15T09:17:31.502+01:00Europee, Movimento per l'Italexit con De Luca (ma già diffidato)<div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkf1_o2oXjrjpTfdBDm3Ne_P0PSRq5gtan07854vXKoS423GKKvoXC2KPStxdmkJ52N3UckHxer3LjuLSeY7gUwfCqnKYXzT3EhWxBiEcKizf4FX7YudvVNTfZB-mO1e4fGAUiJtjC7uRo5lkkWxUFlri02G2mb6g-szUOXFVpSROFT2mpR645CP3A9Qu_/s720/1710428662502.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="719" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkf1_o2oXjrjpTfdBDm3Ne_P0PSRq5gtan07854vXKoS423GKKvoXC2KPStxdmkJ52N3UckHxer3LjuLSeY7gUwfCqnKYXzT3EhWxBiEcKizf4FX7YudvVNTfZB-mO1e4fGAUiJtjC7uRo5lkkWxUFlri02G2mb6g-szUOXFVpSROFT2mpR645CP3A9Qu_/w200-h200/1710428662502.jpg" width="200" /></a></div>L'aveva annunciato <b>Cateno De Luca</b>, nel corso dell'assemblea nazionale di <b>Sud chiama Nord </b>all'inizio di marzo: ogni giovedì di quel mese avrebbe tenuto una conferenza stampa alla Camera, presentando via via le forze politiche che avrebbero accettato di concorrere alla formazione della lista <b>Libertà</b>, che parteciperà alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno senza dover raccogliere le firme (in virtù dell'esenzione legata all'elezione di due parlamentari che la <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/elezioni-europee-la-stretta-sulle.html" target="_blank">seconda versione dell'emendamento di Fratelli d'Italia </a>al "decreto elezioni 2024" ha preservato). Quest'oggi, in effetti, il segretario De Luca è tornato nella sala stampa di via della Missione a Roma insieme al deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo, la presidente del partito Laura Castelli e due ospiti, <b>Giampaolo Bocci</b> e <b>Giuseppe Sottile</b>. <br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL-l0NC5X-xLEtLso_mjlWxpT_Grwb67zgvZWgClPi-UBzLDQidzsajO8pQpR-el8K4JWXgaS6xYyDODolPLxXOoaqmWJT73fUNwdUktCnUt_fW94pcN3QUXjumNpAr2sLJ2u7jtCydCzKgriyE1nv7UPRSsXuSHEGycR6-g-leWJREelWS8k7hEQrriw_/s1026/Movimento%20per%20l'Italexit%20(vero).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1026" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL-l0NC5X-xLEtLso_mjlWxpT_Grwb67zgvZWgClPi-UBzLDQidzsajO8pQpR-el8K4JWXgaS6xYyDODolPLxXOoaqmWJT73fUNwdUktCnUt_fW94pcN3QUXjumNpAr2sLJ2u7jtCydCzKgriyE1nv7UPRSsXuSHEGycR6-g-leWJREelWS8k7hEQrriw_/w200-h199/Movimento%20per%20l'Italexit%20(vero).jpg" width="200" /></a></div>Se ai più questi due nomi possono dire poco, occorre sapere che si tratta di persone che fino a poco tempo fa erano dirigenti di <b>Italexit</b>, il partito fondato da <b>Gianluigi Paragone </b>e dal quale il giornalista ed ex senatore si è dimesso il 29 dicembre 2023, dopo un non breve confronto interno; oggi sono intervenute come rappresentanti di un nuovo soggetto politico, denominato <b>Movimento per l'Italexit</b>. "In questo periodo di preparazione della lista per le europee - ha detto Laura Castelli - capita sempre più spesso di ritrovare persone incontrate dieci o quindici anni fa, che nel tempo hanno preso strade politiche diverse ma con cui ora ci si ritrova a parlare di ciò che è accaduto ed è cambiato in questo periodo. È il caso di Giampaolo Bocci e non credo sia un caso: in questa fase in cui c'è chi non ha più la libertà di parlare e chi la rivendica, essere di nuovo compagni di strada è naturale". </div><div style="text-align: justify;">Bocci (fondatore del Movimento per l'Italexit con Andrea Andreson e Carlo Carassai) ha spiegato come molti di coloro che erano coordinatori locali o regionali di Italexit, nonché ex candidati alle elezioni politiche del 2022 in queste settimane hanno abbandonato il partito, aderendo al nuovo soggetto politico. "Con la federazione Libertà ci impegniamo a lavorare per un'Italia più giusta, più libera e sovrana. Siamo un nuovo capitolo, ma fondato su basi solide; con noi c'è anche Luciano Bosco, ex coordinatore organizzativo nazionale di Italexit". "Noi abbiamo partecipato alle elezioni politiche con un partito che si chiamava Italexit con Paragone - ha aggiunto Sottile, già membro della direzione nazionale -. Fuori da ogni ipocrisia, quell'esperienza politica per me è finita con le dimissioni di Gianluigi Paragone. Oggi c'è un gruppo di persone volenterose che cerca di portare avanti quel progetto: tra loro c'è il mio amico Andrea Perillo e lo invito a valutare l'opportunità di partecipare a questa battaglia, ma c'è anche una comunità che si riconosce nelle persone citate da Bocci e che oggi si ritrova nel Movimento per l'Italexit".</div></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRtTb3LIi9i7nu1X9qgw0aZputyStrZ4XSrvFX-yY_bu-uZ3XMbnxqne7udXtnnCBt4NwI81SN3xt5CyLC-55Ts2QmOKjH5lyZA_QOLZIEEsVel-EiR658ELT_x4KLTcPh6MdcXnSeo60ckrhPM6SOpS0aSkJSVfsbwqtvKR4-XF1KVzGMirEjTyD6ZgD/s866/Italexit%20per%20l'Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="866" data-original-width="866" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmRtTb3LIi9i7nu1X9qgw0aZputyStrZ4XSrvFX-yY_bu-uZ3XMbnxqne7udXtnnCBt4NwI81SN3xt5CyLC-55Ts2QmOKjH5lyZA_QOLZIEEsVel-EiR658ELT_x4KLTcPh6MdcXnSeo60ckrhPM6SOpS0aSkJSVfsbwqtvKR4-XF1KVzGMirEjTyD6ZgD/w200-h200/Italexit%20per%20l'Italia.jpg" width="200" /></a></div><div>Sembrano avere in realtà tutt'altra intenzione i continuatori di Italexit, anzi, di <b>Italexit per l'Italia </b>(il nome ufficiale, da statuto, era quello da tempo, benché spesso fosse usata la prima parte abbinata al nome di Paragone), a seguito di una direzione generale che si è svolta il 12 febbraio: "Era importante - si è letto allora in un comunicato - fornire a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti, e in generale a chi ci segue con interesse, un chiaro segnale della volontà politica di proseguire nel nostro cammino". La riorganizzazione del partito è passata attraverso la nomina di un Consiglio di reggenza (composto da Antonino Iracà, Roberto Robilotta e Andrea Perillo) con funzioni di rappresentanza politica e di portavoce nazionali e l'istituzione di un coordinamento organizzativo nazionale (presieduto dai responsabili Cristiano Zatta e Fabio Montorro).</div><div>Proprio il citato Consiglio di reggenza di Italexit per l'Italia questa mattina ha diffuso un comunicato, emesso "a seguito delle numerose segnalazioni [...] pervenute, che vedrebbero alcuni soggetti tentare di proporsi e interfacciarsi con il nostro elettorato e con altre forze politiche a nome di Italexit". "Diffidiamo chiunque - vi si legge - nel vano tentativo di accreditarsi millantando di poter disporre del simbolo e del nome del partito in maniera impropria e deliberata senza di fatto averne alcun titolo e alcuna autorizzazione, di operare a nome o per conto di Italexit per l’Italia". Per reagire a "qualsiasi distorsione e ingannevolezza in merito all'utilizzo illegittimo del nome o del simbolo del partito", il Consiglio di reggenza precisa che "esiste un solo e unico partito Italexit per l'Italia, pertanto eventuali comitati e movimenti estemporanei e improvvisati che dovessero presentarsi in nome e per conto di Italexit, sono da ritenersi del tutto estranei al nostro partito e totalmente privi di qualsivoglia legittimità. Il nostro partito è inoltre operativo e riconoscibile esclusivamente attraverso i suoi riferimenti ufficiali reperibili sul sito internet di Italexit per l'Italia". Il comunicato si conclude prospettando azioni legali: "Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere in sede civile e penale, con relativa richiesta di risarcimento danni, contro chiunque dovesse utilizzare indebitamente, anche solo parzialmente e con qualsiasi elemento riconducibile ad Italexit per l'Italia, il nostro nome e il nostro simbolo".</div>Nella conferenza stampa di oggi Cateno De Luca ha brevemente commentato la reazione ufficiale di Italexit ("Vengo dalla Sicilia, sono abituato a ben altro, questi comunicati di diffida mi fanno il solletico; grazie anzi per la pubblicità che ci viene fatta con questa diffida, spero non ci arrivi la fattura..."); al di là di questo, è facile notare che <b>il simbolo creato per distinguere il Movimento per l'Italexit </b>- cerchio blu sfumato, nome maiuscolo bianco con "Italexit" in evidenza (e la X conformata in modo da far emergere una freccia) e ondina tricolore in basso -<b> è oggettivamente diverso e graficamente non confondibile rispetto all'emblema di Italexit per l'Italia</b>. Il simbolo riempie uno dei quattro cerchietti inseriti nel contrassegno elettorale provvisorio della lista Libertà - Sud chiama Nord: le dimensioni sulla scheda non rendono quella miniatura particolarmente visibile, anche se certamente l'elemento che spicca in quel piccolo cerchio è la parola Italexit.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgHu8WBLsZfELvEJ_4dv-pGfV3d39ZN9BimBMy9AH8JCm49gHahpf84MR7rPOnI-Ry_WHEVIC445onWtz-ZBFHOikUVeB3_lptIGod_4DoOFhkGIw4G4eKIooGD8_OqKEnj1P0hMqS2xDefeSJK1mNtjtonawh1Q9ozs3d3JO9RoDRajmBMuR1rwbeTTiB/s603/Italexit%20-%20Diamo%20il%20giusto%20valore%20alla%20nazione.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="603" data-original-width="603" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgHu8WBLsZfELvEJ_4dv-pGfV3d39ZN9BimBMy9AH8JCm49gHahpf84MR7rPOnI-Ry_WHEVIC445onWtz-ZBFHOikUVeB3_lptIGod_4DoOFhkGIw4G4eKIooGD8_OqKEnj1P0hMqS2xDefeSJK1mNtjtonawh1Q9ozs3d3JO9RoDRajmBMuR1rwbeTTiB/w200-h200/Italexit%20-%20Diamo%20il%20giusto%20valore%20alla%20nazione.jpg" width="200" /></a></div>Posto che il Movimento per l'Italexit appare qualificarsi come soggetto distinto dal partito Italexit per l'Italia (non agisce cioè in suo nome e per suo conto), resta la questione del possibile uso indebito, anche solo parziale, del nome di Italexit per l'Italia. La questione non è di immediata soluzione per varie ragioni. Da un lato si può ricordare che <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/07/no-europa-per-litalia-litalexit-secondo.html" target="_blank">lo stesso Gianluigi Paragone, prima di presentare in conferenza stampa il partito Italexit a luglio del 2020, fu oggetto di una diffida</a>: la presentò Teofilo Migliaccio, allora a capo di un partito già denominato (dal 2019) Italexit e che nella grafica riprendeva il Brexit Party di Nigel Farage. Paragone all'epoca incaricò uno studio legale di replicare, sostenendo che "Italexit è un termine generico, che si inserisce in quell'insieme di parole coniate per l'ultimo decennio per identificare quei movimenti economico-politici rappresentativi del sentimento di euroscetticismo, secondo cui, per migliorare le condizioni di un paese, è necessario riacquistare la piena sovranità", al punto tale che il Vocabolario Treccani ha accolto il neologismo nel 2016. Ugualmente facile è notare che nella banca dati dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, tra il simbolo del partito che fu di Migliaccio (rifiutato come marchio probabilmente per la questione - più volte analizzata - della forma rotonda, ritenuta in conflitto con le norme elettorali) e il primo logo depositato come marchio da soggetti riconducibili a Gianluigi Paragone risultano altri due segni distintivi contenenti in rilievo la parola "Italexit", che dunque si potrebbe effettivamente considerare di uso comune. Dall'altro lato, tuttavia, non si può trascurare come Italexit per l'Italia sia stato rappresentato in Parlamento nella scorsa legislatura con propria componente al Senato (costituita grazie al sostegno tecnico del Partito valore umano) e, proprio in virtù di questo, abbia ottenuto l'inserimento nel Registro dei partiti politici previsto dal decreto-legge n. 149/2013: questi elementi potrebbero in qualche modo rafforzare la posizione di Italexit per l'Italia, vista la tutela che normalmente è accordata - specie in caso di scissione - ai partiti la cui presenza parlamentare, pur non più attuale, è comunque vicina nel tempo. </div><div style="text-align: justify;">Con riferimento alle elezioni europee, in ogni caso, <b>toccherà al Ministero dell'interno decidere sull'ammissibilità del contrassegno composito di Sud chiama Nord - Libertà, anche con riguardo alle sue singole parti, inclusa la miniatura del Movimento per l'Italexit</b>. Non è nemmeno impossibile che, visto il concorso di questo movimento alla lista promossa da Cateno De Luca, qualche rappresentante di Italexit per l'Italia si metta in fila al Viminale già il 21 aprile, con l'idea di depositare il proprio contrassegno e opporsi all'eventuale ammissione del simbolo elettorale di De Luca. Che nel frattempo si sarà completato con l'inserimento di altri soggetti politici.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-69699166594736038212024-03-13T19:14:00.021+01:002024-03-14T10:48:51.328+01:00Senato, l'aula discute sul decreto elezioni 2024, tra europee e comunali: resta la stretta alle esenzioni, ma firme dimezzate "una tantum"<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVBZCJhLO8O1GM3mTXatxL_kdYRr-WFQJRY5GtSdsbAmQqqu2LFPczkyVDdV2u-sxxtcMgcMGk-QY4AUQHCD6OZq7kbnBJxVL49F_KIz33K9Lhyphenhyphens5qFy3QcdjjAi6JBIL1xLJtBPsnbGliSwOjpmpVz4us7uQ9f-W2suBDlXroKs6FYq2psqaxLqLHcs9s/s743/Strozza4.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="473" data-original-width="743" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVBZCJhLO8O1GM3mTXatxL_kdYRr-WFQJRY5GtSdsbAmQqqu2LFPczkyVDdV2u-sxxtcMgcMGk-QY4AUQHCD6OZq7kbnBJxVL49F_KIz33K9Lhyphenhyphens5qFy3QcdjjAi6JBIL1xLJtBPsnbGliSwOjpmpVz4us7uQ9f-W2suBDlXroKs6FYq2psqaxLqLHcs9s/w400-h255/Strozza4.jpg" width="400" /></a></div>Oggi risulta essere una giornata cruciale per la <b>definizione delle regole da applicare alle ormai prossime elezioni europee</b> (8-9 giugno 2024). L'assemblea del Senato, infatti, ha oggi esaminato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 7/2024 ("decreto elezioni 2024"), incluse le disposizioni relative alla raccolta firme e all'esenzione da quell'onere. </div><div style="text-align: justify;">La discussione merita anche questa volta di essere analizzata, benché abbia fatto irruzione nel dibattito la proposta della Lega che ha ripresentato l'emendamento per consentire il terzo mandato consecutivo ai presidenti delle giunte regionali e ne ha presentato un altro volto ad abbassare al 40% la quota sufficiente a essere eletti sindaci al primo turno nei comuni sopra i 15mila abitanti, di fatto evitando il ballottaggio (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank">dopo il primo tentativo - poi rientrato - in sede di discussione sempre a Palazzo Madama del testo sulle</a><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank"> elezioni nei piccoli comuni, in quel caso su proposta prima di Forza Italia, poi di tutto il centrodestra</a>). </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;">Gli ultimi passaggi in Commissione <br /></h3><div style="text-align: justify;">Dopo l'approvazione, il 5 marzo, della nuova versione dell'emendamento di Fdi che riduceva le ipotesi dell'esenzione dalla raccolta delle firme - <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/03/europee-2024-primo-si-per-il-taglio.html" target="_blank">precludendo in particolare l'esonero a forze che non avessero ottenuto l'elezione di deputati, senatori ed europarlamentari nelle circoscrizioni italiane </a>- la discussione sulla conversione in legge del "decreto elezioni 2024" è proseguita il giorno dopo in Commissione Affari costituzionali, in particolare sull'emendamento di Forza Italia - accantonato nelle ultime sedute -volto a limitare l'ineleggibilità a consigliere regionale ai soli dipendenti della Regione che svolgano funzioni e attività amministrative. La seconda riformulazione (dunque il terzo testo) aveva incontrato la netta contrarietà di Pd (con Dario Parrini), M5S (con Alessandra Maiorino) e Italia viva (con Dafne Musolino), per i quali aver qualificato quella disposizione come di interpretazione autentica avrebbe costituito lo strumento per "salvare" dalla decadenza consiglieri regionali attualmente in carica.</div><div style="text-align: justify;">Nella seduta del 6 marzo, dunque, la sottosegretaria all'interno Wanda Ferro ha chiesto la terza riformulazione: "Fermo restando quanto previsto dall'articolo 274, comma 1, lettera l), del decreto legislativo 18 luglio 2000, n. 267, la causa di ineleggibilità prevista ai fini dell'elezione a consigliere regionale dall'articolo 2, primo comma, numero 7) della legge 23 aprile 1981, n. 154, si applica esclusivamente ai dipendenti della regione che svolgano, al momento della candidatura al rispettivo consiglio, funzioni e attività amministrative". Dalla rubrica dell'articolo era però sparito il riferimento all'interpretazione autentica: si è così ritenuto non più necessario specificare che la disposizione sarebbe stata applicata (solo) dalla data di entrata in vigore della legge di conversione. Il testo - inapplicabile retroattivamente, secondo le spiegazioni della sottosegretaria sollecitate da Parrini e Andrea Giorgis, anche sulla base di varie sentenze recenti della Corte costituzionale - avrebbe consentito l'eleggibilità dei dipendenti regionali con mansioni solo esecutive (non amministrative), restando invece ineleggibili i componenti degli uffici di staff e i consulenti (applicandosi per costoro le norme dettate per i titolari di qualifiche dirigenziali). La riformulazione, accettata dal senatore forzista Claudio Lotito, non aveva dissipato i dubbi del M5S, del Pd e di Alleanza Verdi e Sinistra, che non hanno partecipato al voto: costoro avevano avanzato dubbi sulla proponibilità dell'emendamento (ritenuto estraneo alla materia del decreto), ritenendo inopportuno introdurre una disciplina sulle ineleggibilità diversa rispetto a quella prevista per comuni e province dal Testo unico per gli enti locali (per cui i rispettivi dipendenti non si possono candidare, se non si mettono in aspettativa non retribuita entro la presentazione delle candidature) e che - per la tesi dell'opposizione - parrebbe volta a soddisfare "interessi personali non bene individuati" o a risolvere "i problemi di un numero ristretto di beneficiari", derogando alla
disciplina vigente che consente ai dipendenti di potersi
candidare, purché si mettano in aspettativa, "proprio a tutela
dell'ente di appartenenza". In votazione l'emendamento era comunque stato approvato.</div><div style="text-align: justify;">Ieri sera la commissione ha completato l'esame degli emendamenti (con l'approvazione delle proposte di modifica di natura finanziaria formulate su richiesta della commissione Bilancio) e si è espressa sul mandato al relatore (che è lo stesso presidente di commissione Alberto Balboni, di Fdi). In quella sede, se Azione (attraverso Mariastella Gelmini) si è astenuta, preannunciando la presentazione di proposte volte ad estendere ai lavoratori fuori sede, ai malati e a coloro che prestano loro cura la possibilità del "voto fuori sede", Italia viva (con Dafne Musolino) ha fatto altrettanto, criticando anche la mancata estensione del possibile terzo mandato consecutivo ai sindaci dei comuni superiori e ai presidenti di giunta regionale e l'emendamento sull'ineleggibilità dei dipendenti regionali con mansioni esecutive; <b>il partito di Renzi, tuttavia, ha anche stigmatizzato l'emendamento sull'esenzione dalla raccolta firme alle elezioni europee</b>, "evidenziando - si legge nel resoconto - che
non si sarebbe dovuto approvare una norma simile a pochi mesi dalle
elezioni stesse e che si sarebbe comunque dovuto introdurre una
normativa volta a facilitare la presentazione delle liste, invece di
introdurre ulteriori vincoli". Il Pd ha invece votato contro, sia per l'insufficienza della disciplina del voto per gli studenti fuori sede, sia per l'eliminazione al tetto dei mandati per i comuni fino a 5mila abitanti, come pure sul citato "emendamento ineleggibilità"; nell'intervento finale di Dario Parrini non c'è stato alcun riferimento, invece, alla questione dell'esonero della raccolta firme, così come non ne ha fatti per il M5S Alessandra Maiorino (che ha formulato critiche affini a quelle di provenienza <i>dem</i>), dando l'impressione che per le forze maggiori dell'opposizione la riduzione dei casi di esonero dalla raccolta delle sottoscrizioni non sia vissuta come un <i>vulnus </i>particolarmente grave (un'impressione in lieve parte smentita dal successivo dibattito in aula). Un giudizio moderatamente critico su quell'emendamento, del quale "si sarebbe potuta predisporre una versione migliore", è arrivato piuttosto da Alleanza Verdi e Sinistra (con Peppe De Cristofaro), critica ancora una volta sul voto "insufficiente" ai "fuori sede" e sui limiti meno stringenti ai mandati consecutivi dei sindaci.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;">La lettera di Rifondazione comunista a Mattarella</h3><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBORV6hURzMQLBicrR9XiOsGBjgtBsfvS1iWYKVXFnS563UZgG5c9I1v5QLjhM_Sok8grCVBgO0jiSxxRklPTqtYWWD3VJ2lNkTXiDH3R5dseDpdbRDnUPyrlKIqaDiUS6mQimDhGXJJQjKbLAdp_ptnN5vCv7oPIbL2rqKvb_R6rqcw2BSFbvh3Q0WOJp/s859/727_1_rifondazione_log.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="859" data-original-width="859" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBORV6hURzMQLBicrR9XiOsGBjgtBsfvS1iWYKVXFnS563UZgG5c9I1v5QLjhM_Sok8grCVBgO0jiSxxRklPTqtYWWD3VJ2lNkTXiDH3R5dseDpdbRDnUPyrlKIqaDiUS6mQimDhGXJJQjKbLAdp_ptnN5vCv7oPIbL2rqKvb_R6rqcw2BSFbvh3Q0WOJp/w200-h200/727_1_rifondazione_log.jpg" width="200" /></a></div>Nel frattempo, il 9 marzo, era stata resa nota dal <b>Partito della Rifondazione comunista </b><a href="http://www.rifondazione.it/primapagina/wp-content/uploads/2024/03/240309Lettera_Presidente_Repubblica.pdf" target="_blank">una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il giorno prima</a> dal segretario del Prc <b>Maurizio Acerbo </b>(nonché dal responsabile Democrazia e istituzioni Giovanni Russo Spena e dal responsabile dell'ufficio elettorale Raffaele Tecce), ma firmata innanzitutto da <b>Walter Baier</b>, presidente del <b>Partito della Sinistra Europea</b>, uno dei dieci partiti politico europei riconosciuti ai sensi del regolamento n.1141/2014 e inseriti nell'<a href="https://www.appf.europa.eu/appf/it/parties-and-foundations/registered-parties" target="_blank">elenco pubblicato in rete</a>.<br /></div><div style="text-align: justify;">La missiva, inviata al "garante supremo della nostra Carta Costituzionale e del sistema democratico", è chiaramente legata all'iniziativa del Prc che "sta coproponendo" la lista Pace Terra Dignità, i cui promotori più noti sono Michele Santoro e Raniero La Valle: lista che, sulla base della prassi aperta nel 2014 e consolidata nel 2019 che esonerava le liste legate a un partito europeo che avesse eletto eurodeputati all'ultima elezione, non avrebbe dovuto raccogliere le firme se avesse presentato un contrassegno composito, mentre a seguito dell'emendamento di Fratelli d'Italia (pur se riformulato) dovrebbe raccogliere le sottoscrizioni, essendo già trascorsa gran parte dei 180 giorni di tempo anteriori al termine di deposito delle candidature. </div><div style="text-align: justify;">Secondo gli autori della lettera, "una simile modifica, a poche settimane dalla scadenza del termine per presentare le firme, [...] è però evidentemente incostituzionale, perché non prevede una norma transitoria, e genera una evidente disparità, [...] perché incide su una situazione giuridica di vantaggio già conseguita, e dunque retroattivamente su diritti 'quesiti', particolarmente sensibili trattandosi di diritti elettorali". In particolare, per gli scriventi si deve tenere conto di quanto deciso più volte dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, per cui "un legislatore nazionale violerebbe i principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento qualora adottasse, in modo improvviso e imprevedibile, una nuova legge che sopprime un diritto di cui godevano fino a tale momento i soggetti passivi, senza lasciare a questi ultimi il tempo necessario per adattarsi, e ciò senza che lo scopo da conseguire lo imponga".<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4FKR0UJkveQn-PMJ2jlR7VafhARXKpTjtSAfkwoef2p6AUTSrUVqoWrN_hgJDdsYECBi9vWN50jqLZjRf8QKvRNVyVdzMDtkpYMPXStirnelxDsylcHME-NtEGwDJLZyyOqje7-CDd9lfsCkVzV3vftMDmAE4xPXGMok7TzhLDLiWi9FJRKdxzWlB1Bo9/s367/La%20Sinistra.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="367" data-original-width="367" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4FKR0UJkveQn-PMJ2jlR7VafhARXKpTjtSAfkwoef2p6AUTSrUVqoWrN_hgJDdsYECBi9vWN50jqLZjRf8QKvRNVyVdzMDtkpYMPXStirnelxDsylcHME-NtEGwDJLZyyOqje7-CDd9lfsCkVzV3vftMDmAE4xPXGMok7TzhLDLiWi9FJRKdxzWlB1Bo9/w200-h200/La%20Sinistra.jpg" width="200" /></a></div>Se dunque il Partito della Sinistra europea e il presidente del gruppo GUE al Parlamento europeo nel 2019 avevano dato mandato per la presentazione del contrassegno della lista La Sinistra (contenente le miniature dei rispettivi emblemi europei) e le liste erano state regolarmente ammesse sulla base della decisione del 2014 dell'Ufficio elettorale nazionale sui Verdi europei, ritenendo come sufficiente fattore di serietà l'elezione di europarlamentari da parte del partito politico europeo di riferimento anche in altri paesi, l'emendamento fatto approvare da Fdi ha reso improvvisamente necessario l'aver eletto europarlamentari, che innalza in prospettiva l'asticella per ottenere l'esenzione dalla raccolta firme, ma lo fa anche con riguardo alle elezioni europee per cui le candidature si presentano tra un mese e mezzo, poco più di un quarto del tempo previsto dalla legge n. 53/1990 per la raccolta delle firme (tempo sfruttato in pieno, invece, da chi sapeva già che non avrebbe avuto nessuna possibilità di essere esonerato).<br />Per il Prc e per la Sinistra europea la messa in dubbio della "legittima aspettativa, sulla base della legge vigente, di essere esentati" e il cambio delle regole "nella decorrenza dei termini non deve essere ritenuto possibile": le regole si possono sempre cambiare, "ma con effetto dalle successive tornate elettorali, evitando di ledere situazioni già completamente maturate, come, nel caso di specie, il diritto a presentarsi della lista degli scriventi. E d’altra parte ammettere una simile modifica a meno di due mesi dalla scadenza, significa ammettere modifiche delle regole financo a pochi giorni, o il giorno prima, del termine di scadenza per la consegna delle firme".<br />La lettera non lo cita, ma non sembra possibile trascurare il precedente pesante della sentenza Ekoglasnost contro Bulgaria della Corte europea dei diritti dell'uomo (6 novembre 2012): lì si legge che "la stabilità della legislazione elettorale assume una particolare importanza per il rispetto dei diritti garantiti dall’articolo 3 del Protocollo n. 1", perché "se uno Stato modifica troppo spesso le regole elettorali fondamentali o se le modifica alla vigilia di uno scrutinio, rischia di scalfire il rispetto del pubblico per le garanzie che si presume assicurino libere elezioni o la sua fiducia nella loro esistenza". L'adozione di misure restrittive "poco tempo prima dello scrutinio [...] può rivelarne il carattere sproporzionato". La sentenza ha ovviamente citato il Codice di buona condotta in materia elettorale della Commissione di Venezia - più volte ricordato su questo sito - che in una delle sue disposizioni sottolinea l’importanza della stabilità del diritto elettorale, per cui non dovrebbero essere mutate le regole fondamentali del sistema elettorale meno di un anno prima delle elezioni, potendo essere interpretate modifiche più a ridosso, "seppur in assenza di una volontà di manipolazione, come legat[e] a interessi di parte congiunturali". Questo vale per le norme sulla modalità dello scrutinio, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione in seggi elettorali delle circoscrizioni, ma la Corte Edu ha ritenuto che "anche le condizioni di partecipazione alle elezioni imposte alle formazioni politiche facciano parte delle regole elettorali fondamentali" e "l'introduzione di nuove esigenze poco tempo prima della data delle elezioni può indurre, in casi estremi, alla squalifica d’ufficio di partiti e coalizioni di opposizione, che beneficiano di un sostegno popolare importante, e così avvantaggiare le formazioni politiche al potere"; non è forse quest'ultimo il caso della lista che il Prc si preparava a copresentare, ma le questioni legate al tempo della modifica delle norme restano intatte. Anche perché, ferma restando la legittimità di affrontare con congegni appositi "il serio problema posto dalla partecipazione alle elezioni di numerose formazioni senza una vera legittimità politica ed elettorale", è vero che occorre presentare e approvare per tempo le norme, per approntare "una soluzione adeguata al problema dei 'partiti politici fantasma' pur rispettando il principio della stabilità delle regole fondamentali della legislazione elettorale".</div><div style="text-align: justify;"><div> <br /></div><h3>I nuovi emendamenti in Assemblea</h3><div>L'approdo oggi pomeriggio (dalle ore 16) del disegno di legge di conversione in aula a Palazzo Madama è stato preceduto dalla presentazione di vari emendamenti su vari punti. Si è già ricordato come la massima attenzione sia stata attratta dagli emendamenti della Lega sul terzo mandato per i presidenti delle giunte regionali (bocciato: 26 sì, 112 no, 3 astensioni) e sull'elezione dei sindaci dei comuni superiori con il 40% senza il ballottaggio (quest'ultimo ritirato e trasformato in ordine del giorno - poi approvato, con 81 voti a favore e un contrario, ma senza partecipazione al voto delle opposizioni - con l'annuncio del presidente del gruppo leghista Massimiliano Romeo di un'indisponibilità al ritiro alla prossima occasione), ma non può sfuggire l'attenzione sugli <b>emendamenti relativi alla presentazione delle candidature alle elezioni europee</b>.</div><div><b>Due proposte, in particolare, sono state presentate da Alleanza Verdi e Sinistra, con primo firmatario Peppe De Cristofaro</b>. se la prima punta alla soppressione della disposizione introdotta in commissione (per ritornare alla condizione del 2019), la seconda - che chi scrive conosce piuttosto bene - propone di affiancare all'esenzione per i partiti costituiti in gruppo e quelli che abbiano ottenuto seggi in ragione proporzionale (non anche nei collegi uninominali, in base a quanto si legge) e per i partiti che abbiano ottenuto almeno un seggio in Italia alle ultime elezioni europee (purché la forza politica italiana sia affiliata a un partito europeo costituito in gruppo a Strasburgo) un'esenzione per "le liste presentate da uno o più partiti o gruppi politici affiliati a un partito politico europeo che risulti iscritto al registro istituito dall'articolo 7 del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 e che nell'ultima elezione abbia ottenuto, attraverso i partiti o gruppi politici nazionali affiliati, almeno un seggio al Parlamento europeo". <b>Questa previsione consentirebbe di nuovo la possibilità di presentare liste per le forze italiane appartenenti a un partito europeo che abbia eletto europarlamentari in altri paesi europei</b>; lo stesso emendamento precisa però che l'affiliazione al partito europeo sia "certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante del rispettivo partito politico europeo a beneficio di una sola lista da presentare nelle circoscrizioni italiane e autenticata da un notaio o da un'autorità diplomatica o consolare italiana": non sarebbe più possibile, dunque, la compresenza di più liste esenti da firme per il riferimento al medesimo partito europeo per il tramite di diversi partiti aderenti (com'era accaduto nel 2019 con le liste di Popolo della Famiglia - Alternativa popolare e Popolari per l'Italia).</div><div><b>Un altro emendamento è stato presentato da Azione</b>, a firma di Mariastella Gelmini e del senatore giurista Marco Lombardo: esso prevede che solo a partire dalle elezioni europee successive al 2024 siano esonerati i partiti "costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso entro il 30 settembre dell'anno precedente, anche in una sola delle due Camere" o che abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale; l'esenzione sarebbe prevista anche per le liste espressioni di partiti che abbiano eletto almeno un europarlamentare in Italia alle elezioni europee precedenti (purché, anche qui, quei partiti siano membri di un partito europeo costituito in gruppo); si prevede poi, probabilmente per evitare interpretazioni difformi tra gli uffici elettorali, che "I presupposti per l'esonero dalla raccolta firme [...] sono riconosciuti ai partiti e ai gruppi politici, su richiesta degli stessi, dalla Direzione centrale dei servizi elettorali del Ministero dell'Interno entro il 31 ottobre dell'anno precedente a quello delle elezioni", con decadenza dal beneficio se non si fa richiesta in tempo.</div><div><div><b>L'attenzione più rilevante va però all'emendamento presentato da Fratelli d'Italia</b> (stessi firmatari dell'emendamento presentato in commissione - Marco Lisei, Costanzo Della Porta, Domenica Spinelli, Andrea De Priamo - cui si aggiunge Michele Barcaiuolo) che "limitatamente alla elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia del 2024" riduce della metà "il numero minimo delle sottoscrizioni richiesto [...] per la presentazione delle liste dei candidati in ciascuna circoscrizione elettorale", per cui <b>occorrerebbero almeno 15mila firme per ogni circoscrizione (75mila in tutto) e comunque almeno 1500 per ogni Regione</b>. Considerando che è la stessa forza politica ad avere proposto un ammorbidimento significativo - sia pure <i>una tantum</i> - del requisito delle firme, dopo che il primo firmatario aveva detto che le firme non erano in numero così elevate, non è improbabile che la <i>moral suasion</i> richiesta da Rifondazione comunista al Presidente della Repubblica abbia avuto qualche effetto. </div><div>Tanto la Commissione (con il presidente Balboni) quanto il governo (con la sottosegretaria Ferro) hanno dato parere contrario agli emendamenti delle opposizioni, favorevole a quello della maggioranza. <b>Se l'aula ha bocciato gli emendamenti a prima firma De Cristofaro </b>(quello volto a tornare allo stato del 2019 con 48 sì, 77 no e un'astensione; quello teso a restaurare l'esenzione per via solo europea con 43 sì, 77 no e 4 astenuti)<b> e quello di Azione </b>(33 sì, 77 no, 16 astenuti), <b>la proposta di Fdi sul dimezzamento delle firme per il solo 2024 è invece passata con 106 voti favorevoli, 3 contrari e 18 astenuti</b>.</div></div><div><br /></div><h3>Considerazioni finali</h3><div>La prima valutazione va fatta sul metodo. E non si tratta solo delle profonde perplessità sulla correttezza di modificare dettagli rilevanti delle norme sul voto e sul procedimento elettorale quando mancano poche settimane alla presentazione delle liste. <b>L'emendamento di Fratelli d'Italia che ha ridotto le esenzioni per le elezioni europee non è mai stato illustrato dai presentatori in Commissione</b> (nelle sue varie versioni), <b>così come non è stato illustrato quello che ha dimezzato le firme per il solo 2024</b>, così come non si sono registrati interventi di Fdi sugli altri emendamenti in materia di esonero. <b>Non sapremo mai, quindi, perché Fdi ha voluto esporsi con il taglio alle esenzioni, perché ha fatto mezzo passo indietro, perché oggi ha accettato</b> - pur avendo detto in passato alla stampa, per bocca del primo firmatario, che "il numero delle firme non è così alto" - <b>di dimezzare le firme</b>, anche se solo per questa volta. Non sarà prassi illustrare tutti gli emendamenti, ma questo era particolarmente importante e il silenzio non può non colpire (non in positivo ovviamente). </div><div><b>La questione firme ed esenzioni è stata in effetti lambita da tre interventi di senatori di Fratelli d'Italia</b>; due di questi non paiono convincenti ("È prevista anche l'esenzione delle sottoscrizioni di firma per le elezioni europee per il partito che abbia ottenuto con il suo contrassegno un seggio nelle ultime elezioni europee" di Domenica Spinelli, cofirmataria dell'emendamento, ma quell'esenzione c'era già, mentre ne sono state eliminate altre...; De Priamo, altro cofirmatario, ha parlato invece di "norme per la semplificazione delle firme per le elezioni europee, sulle quali il collega Lisei ha fatto un attento lavoro emendativo", ma "semplificazione" non pare il termine corretto...). <b>Il terzo intervento, quello di Costanzo Della Porta, sembra il più appropriato</b>: "con il decreto-legge in esame poniamo anche un freno alle cosiddette liste fasulle. Ho letto dei dati e alle scorse elezioni europee si presentarono 18 liste, dieci delle quali hanno preso meno dell'1% e sette di queste dieci hanno preso meno dello 0,5%. Pertanto, nessuno vuole vietare la libera partecipazione alle consultazioni elettorali, però non dobbiamo neanche alterare le regole del gioco; per questo, restringere l'ambito di chi può partecipare non avendo consenso ci sembra un fatto piuttosto naturale"; meno naturale - ci si permette di dire - è farlo a ridosso della presentazione delle liste, senza prevedere fin dall'inizio norme <i>una tantum</i> per attutire il colpo per chi aveva legittime aspettative circa l'esenzione e avrebbe comunque le forze di raccogliere metà delle firme previste (da apprezzare, invece, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank">l'invito dello stesso Della Porta affinché la Camera approvi presto il ddl Pirovano - ex Augussori sulle elezioni nei piccoli comuni</a>). </div><div>Da ultimo, <b>appartiene a Fdi anche la sottosegretaria Wanda Ferro, che qualche frase sul punto l'ha detta</b>: "La raccolta delle firme per le elezioni europee è già iniziata e i partiti hanno termini più stretti per raccogliere le firme nel numero previsto per legge. Ciò ha visto da parte della maggioranza la volontà di questo taglio di oltre il 50 per cento, per quella volontà di chi sempre e comunque rispetta credo la politica e che ha trovato accoglimento da parte del Ministero dell'interno". Ciò ovviamente spiega la legittimità e ragionevolezza del taglio, ma non la scelta della stretta sulle esenzioni (ma non toccava certo al governo o alla sottosegretaria Ferro questa spiegazione).</div><div>Per correttezza occorre dire che <b>nemmeno gli altri partiti proponenti di emendamenti hanno illustrato le loro proposte nel merito:</b> fanno eccezione - in sede di discussione generale - solo le parole pronunciate dal senatore De Cristofaro (Avs), molto simili a quelle dette in Commissione: "Trovo eccessivamente restrittiva [...] la normativa che ridisegna la possibilità di presentarsi alle elezioni europee. La considero sbagliata nel metodo e nel merito: nel metodo, perché credo che sia sbagliato cambiare le norme a pochi mesi o addirittura a poche settimane dal voto; nel merito, perché penso che sia troppo ristretta la possibilità di presentarsi alle elezioni, soprattutto per chi è fuori dal Parlamento. Vedo che c'è un emendamento che riduce il numero delle firme: questo mi sembra comunque un passo in avanti positivo, ma anche su questo probabilmente si doveva evitare una forzatura che nel corso delle giornate passate c'è stata e che dal mio punto di vista vede un forte elemento di dissenso".</div><div><b>Qualcosa di più si è detto negli interventi finali</b>, con Gelmini (Azione) che ha ricordato come "si sia cercato - e lo abbiamo respinto con perdite - di modificare le regole del gioco a gioco iniziato e quindi non abbiamo consentito un esonero dalle liste delle firme che fosse fatto in modo da agevolare questo o quel partito"; "In un momento in cui è sempre più difficile chiamare al voto gli elettori e avere la loro partecipazione, si dovrebbe favorire al massimo, in ogni sua forma e in qualsiasi modo la possibilità di partecipare alle elezioni e anche all'elettorato passivo di candidarsi - ha aggiunto Dafne Musolino, di Italia viva, già Sud chiama Nord e non è forse inutile notarlo -. Invece, sempre con un emendamento della maggioranza viene introdotta una norma nel provvedimento [...] che voleva togliere la possibilità di non dover raccogliere le firme a quei partiti che, pur avendo eletto dei rappresentanti e quindi pur avendo dei parlamentari eletti, non li avevano eletti al proporzionale, ma soltanto ai collegi uninominali. Che cosa avevano fatto di male questi partiti [...] per meritarsi di non poter godere dell'esenzione della raccolta delle firme, che è nel testo della legge elettorale che vigeva fino a quando non è stato pubblicato questo decreto-legge? [...] Fatto sta che dopo una vibrata protesta di alcuni movimenti politici, condivisibile perché questa è una norma francamente antidemocratica nel momento in cui cambi le regole del gioco a novanta giorni dalle elezioni (indipendentemente da quali siano questi movimenti politici), è stato fatto anche qui un piccolo aggiustamento e si consente l'ammissione anche se si hanno solo eletti all'uninominale e non nel sistema proporzionale". </div><div>Critiche sono arrivate anche da Alessandra Maiorino (M5S): "Poi avete cambiato le regole del gioco (peccato che la democrazia non è un gioco, ma è una cosa seria) a due mesi dalla scadenza elettorale delle europee. [...] Avete ristretto le condizioni per cui i partiti si possono presentare alle competizioni europee, complicando di gran lunga la situazione. Poi, evidentemente, presi da pentimento, avete allargato quelle restrizioni, per cui oggi chi deve raccogliere le firme non ne deve più raccogliere 150.000, ma 100.000. Peccato però che chi si stava preparando alle competizioni europee aveva già trovato una soluzione a norma vigente prima di questa roba che votiamo oggi. [...] Insomma, avete fatto un pasticcio inenarrabile e antidemocratico [...] a due mesi dalla presentazione delle liste necessarie per competere alle elezioni europee. Per cui avete inficiato i rapporti democratici e la possibilità di partecipare democraticamente alle elezioni". Per correttezza va detto che le firme da raccogliere sarebbero almeno 75mila e non 100mila; altrettanta correttezza richiede di segnalare che negli interventi dei senatori del Partito democratico - al di là delle parole di Dario Parrini, in cui si cita "tutta un'altra serie di situazioni, per le quali sarebbe stato invece necessario adottare in tempo utile, non a ridosso del voto, con un confronto ampio in Parlamento e senza la tagliola che in qualche modo il decreto-legge rappresenta, un intervento organico: non un intervento che sembra calato dall'alto, imposto e quindi avente le caratteristiche quasi di una forzatura, che viene portata avanti senza tener conto a sufficienza delle prerogative del Parlamento" - non si riesce a trovare un solo cenno esplicito alla questione delle esenzioni.</div><div>Il disegno di legge è stato approvato poco prima delle ore 21, con 79 sì, 39 no e 9 astenuti. Ora tocca alla Camera approvarlo entro la scadenza del 29 marzo. Nel frattempo le <b>liste che pensano di poter raccogliere 75mila firme (e almeno 1500 per Regione) dovranno concentrare tutte le loro forze per cercare di raggiungere l'obiettivo</b>: qualche simbolo che contava sulla "via europea" non arriverà sulla scheda, ma forse la moria sarà minore del previsto.</div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-54542631071263742472024-03-12T22:52:00.002+01:002024-03-13T14:30:46.768+01:00Europee, Insieme liberi e Democrazia sovrana popolare in cerca di firme<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm3tFd7djI_uOxCQiPxWCxZO15BCE25TgDMU5emkggWy2O45qSOhgsb5DV3V1s6wOJMz303AH0ASHUaqpCBP4Ql6tz2QSGY-NEIn0vGIyawgcQeV0VDmEq1fgOB0rUSvq8H4JBy6r6hCzgY1R-udO0r39w4Dr11Fayn01DR8iP4SMI71GQ6PGWax5pjvgd/s1968/Insieme%20liberi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1968" data-original-width="1968" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm3tFd7djI_uOxCQiPxWCxZO15BCE25TgDMU5emkggWy2O45qSOhgsb5DV3V1s6wOJMz303AH0ASHUaqpCBP4Ql6tz2QSGY-NEIn0vGIyawgcQeV0VDmEq1fgOB0rUSvq8H4JBy6r6hCzgY1R-udO0r39w4Dr11Fayn01DR8iP4SMI71GQ6PGWax5pjvgd/w200-h200/Insieme%20liberi.jpg" width="200" /></a></div>Mentre manca poco più di un mese e mezzo alla presentazione delle liste per le elezioni europee dell'8 e del 9 giugno (la finestra per il deposito presso i cinque Uffici circoscrizionali è tra il 30 aprile e il 1° maggio), è opportuno dedicare un po' di spazio a due delle formazioni politiche che già da settimane hanno iniziato a muoversi per la raccolta delle sottoscrizioni, sapendo di non poter contare su qualche forma di affiliazione europea che potesse fondare un'esenzione sulla base della prassi del 2019 (ovviamente prima che l'approvazione di un emendamento di Fratelli d'Italia sostanzialmente sbarrasse la strada all'esenzione per forze politiche che non abbiano eletto deputati, senatori o europarlamentari). Al di là dei gazebo organizzati in varie località d'Italia, infatti, nei siti di vari comuni è apparsa la notizia della possibilità di firmare per la presentazione di due liste che hanno lasciato i moduli presso gli uffici per le relazioni con il pubblico, consentendo dunque ai residenti di sottoscrivere le candidature.<br /></div><div style="text-align: justify;">Il primo soggetto politico da considerare è <b>Insieme liberi</b>, non un partito ma una "confederazione politica" che ha partecipato per la prima volta alle <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/friuli-venezia-giulia-simboli-e.html" target="_blank">elezioni regionali del Friuli - Venezia Giulia dello scorso anno</a>: la sede legale, tra l'altro, è a Gorizia e il legale rappresentante è <b>Ugo Rossi</b>, consigliere comunale di Trieste. All'epoca delle regionali la lista fu promossa da Italexit, Ancora Italia (la parte di associazione che ha ritenuto di continuare il cammino con lo stesso nome convocando il congresso riminese di gennaio del 2023 ed è guidata da Nicola Vedovino), Movimento 3V, Movimento Gilet Arancioni, il Popolo della Famiglia, la Lista Civica Cambiamenti per Cervignano, le associazioni Il Quadrifoglio, Alister, Solidar, il Sindacato dei Popoli Liberi, il Comitato Tutela Salute Pubblica FVG e il comitato Personale UniUd contro il greenpass; il 23 ottobre 2023, però, al teatro Duse di Roma è politicamente nata la citata confederazione politica, sorta "per dare voce a chi cerca l'unione del vero dissenso come forza propulsiva del cambiamento, dopo un lavoro congiunto tra militanti provenienti da varie regioni italiane e appartenenti a vari movimenti e associazioni politico-culturali" (così si leggeva nel comunicato di lancio). </div><div style="text-align: justify;">All'origine del progetto politico c'è la reazione a quella che i fondatori hanno chiamato la manifestazione del "vero volto" delle "nuove dittature" delle "élite finanziarie": "È ormai chiaro il disegno del neoliberismo autoritario: condurci su una strada senza ritorno, fatta di mercati senza regole, paesi esautorati di ogni sovranità, cittadini senza diritti, privi di storia e di identità, ridotti a sopravvivere immersi in un controllo pervasivo e nella miseria crescente, sia morale che materiale. L'obiettivo principale di Insieme liberi è porre l’uomo - nato intrinsecamente libero - al centro di ogni scelta, rovesciando il paradigma attuale, che vede l'essere umano un mero strumento per l’arricchimento sfrenato delle oligarchie finanziarie; un uomo che deve poter perseguire la propria felicità e difendere la propria dignità e i propri diritti, opponendosi al globalismo acefalo" e a "un clima di continua emergenza". Insieme liberi si pone dunque come "comunità politica dal basso a struttura orizzontale, un organismo nazionale finalizzato ad unire sotto un unico simbolo, ma tenendole distinte, le tante anime che si riconoscono nella difesa degli stessi valori, in primis la libertà! Nessun legame con i partiti di sistema, nessun leader supremo da poter corrompere, solo decisioni assunte dalla base, condivise nei territori di riferimento dove tali decisioni vengono attuate, in una rete di coesione, solidarietà e collaborazione reciproca fra tutti gli aderenti", nel culto della centralità umana, della tutela della vita e dell'esercizio "della sovranità nazionale, a partire da quella monetaria, attraverso l’uscita da organismi sovranazionali - quali Ue, Onu, Oms e Nato - e da trattati che comportano cessioni di sovranità", nonché con il ripudio di ogni strumento internazionale non diplomatico e di "ogni limitazione delle libertà personali, attuata attraverso strumenti di controllo e di condizionamento psicologico, e la tutela dei diritti e delle libertà dell’individuo in ogni ambito, compreso quello terapeutico". <br /></div><div style="text-align: justify;">Lo statuto dell'associazione politica Liberi insieme descrive il simbolo della confederazione, "delimitato sulla circonferenza da una linea blu che nella parte inferiore diviene parte integrante di una porzione, anch’essa blu, delimitata nella parte inferiore della circonferenza stessa, mentre nella parte superiore da un profilo che partendo da destra in maniera rettilinea presenta, in prossimità dell’ideale linea mediana verticale, la prima di quattro prominenze. Proseguendo verso sinistra si ha la seconda prominenza di altezza uguale al doppio della prima, la terza prominenza di altezza uguale a quattro volte quella della prima e infine la quarta prominenza che con altezza uguale al triplo della prima declina fino a congiungersi alla circonferenza blu. [...] Nella parte superiore della circonferenza, separato dalla porzione inferiore tramite una linea di colore verde, bianco e rosso che ne segue l’andamento, su sfondo bianco, è rappresentato un sole nascente di colore giallo ocra, posizionato in basso a destra subito al di sopra della porzione inferiore blu, dal quale partono cinque raggi di colore giallo sfumato che avvicinandosi alla circonferenza esterna si intensificano assumendo una colorazione netta che ne rende i contorni nitidi. In primo piano in posizione centrale nella parte superiore del contrassegno, vi sono le parole sovrapposte in stampatello di colore blu con contorno bianco 'INSIEME LIBERI'". Nella porzione blu del cerchio, al posto del riferimento territoriale (visto alle regionali in Friuli - Venezia Giulia), questa volta si trova la parola "UscITA", con le ultime tre lettere tinte del tricolore nazionale, per significare l'intenzione di abbandonare l'Unione europea per recuperare parte della sovranità nazionale.<br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXqUZrhCzwboZADUswh8GfcJqfhzsQM0arCt29k-mjIIb2pScZaI8pWJJcNwD2Ln14vIQPKPO3WV6B_SM49TfiktZcXeHb4nikci3uPEAUfeY27WGgULo0kyYCVAe6mrv__JGhYbZtu9uoJxpLqzyInJQAIYQcj-IHgyO94uzR22AvJhMFtJhuziiMr5jn/s919/Democrazia%20sovrana%20popolare.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="919" data-original-width="919" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXqUZrhCzwboZADUswh8GfcJqfhzsQM0arCt29k-mjIIb2pScZaI8pWJJcNwD2Ln14vIQPKPO3WV6B_SM49TfiktZcXeHb4nikci3uPEAUfeY27WGgULo0kyYCVAe6mrv__JGhYbZtu9uoJxpLqzyInJQAIYQcj-IHgyO94uzR22AvJhMFtJhuziiMr5jn/w200-h200/Democrazia%20sovrana%20popolare.jpg" width="200" /></a></div>Si presenta come più noto a livello nazionale, invece, il contrassegno di <b>Democrazia sovrana e popolare</b>, altro soggetto politico che si pone come "coalizione di forze" e che - dopo vari mesi di attività nel 2023, inclusa la partecipazione alle <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/09/suppletive-monza-simboli-e-candidature.html" target="_blank">elezioni suppletive senatoriali di Monza del 22 e 23 ottobre 2023</a> - ha celebrato il suo congresso fondativo il 27 e 28 gennaio 2024, con l'idea di combattere "il carattere totalitario della cosiddetta 'democrazia liberale'" e concorrere alla "accelerazione della rottura della già decadente costruzione di Bruxelles", propugnando "il ritorno della politica sopra l’economia e la finanza". Il risultato dovrebbe essere ottenuto attraverso vari obiettivi da perseguire, primi tra tutti la "fine dell'egemonia unipolare targata Usa e apertura di una nuova era multipolare", la "rottura della Ue e della Nato" (con il recupero della sovranità monetaria e l'uscita dall'Euro" e il concorso a un "nuovo equilibrio internazionale a 'cerchi concentrici'" che preveda il "recupero di una piena sovranità militare ed economica interna" con relazioni paritarie con gli altri Paesi per perseguire obiettivi di interesse generale e strategico; altri punti di rilievo riguardano il ristabilire il "primato del lavoro sulla rendita" (con la fine della libera circolazione dei capitali e la tassazione delle multinazionali alla pari di commercio e artigianato) e un'idea di "progresso che liberi l’uomo senza schiavizzarlo", la lotta alle agenzie di rating e alle società straniere che violano la libertà di espressione, l'aumento della produzione interna, la ricostruzione dello stato sociale (con lotta alle "disuguaglianze tipiche del capitalismo finanziario"); non mancano la "disarticolazione di centri di prostituzione intellettuale come l’Oms che strumentalizzano eventuali emergenze per ottenere cambiamenti di natura politica", l'abolizione dei contributi pubblici ai <i>mass media</i> ("evitando che il pensiero unico del mainstream sia addirittura finanziato dal popolo") e la lotta al neocolonialismo.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk32oBo91IbZTubhnlxQzhjbCXWyHe1syN1RWzxUsjGrswrZf6hFxPlcDSUkpzb1CnU03GArPo-2orhQ_C9XlA0QXb5numIiw1YDNhf7mUobVNCcOSHgX7LTPBS7vWvGarJhn8_gm6RZ7EdgponvHqWT6JGs9hY3__ZUx-HNxTdwDg-6UredAIal6jRSKK/s445/Ancora%20Italia%20sovrana%20e%20popolare.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="445" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk32oBo91IbZTubhnlxQzhjbCXWyHe1syN1RWzxUsjGrswrZf6hFxPlcDSUkpzb1CnU03GArPo-2orhQ_C9XlA0QXb5numIiw1YDNhf7mUobVNCcOSHgX7LTPBS7vWvGarJhn8_gm6RZ7EdgponvHqWT6JGs9hY3__ZUx-HNxTdwDg-6UredAIal6jRSKK/w200-h200/Ancora%20Italia%20sovrana%20e%20popolare.jpg" width="200" /></a></div>La nuova "coalizione di forze" che intende unire parte del "fronte del dissenso" (cosa che aveva già fatto con la lista <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/07/italia-sovrana-e-popolare-il-nuovo.html" target="_blank">Italia sovrana e popolare alle scorse elezioni politiche</a>) ha scelto come presidente <b>Francesco Toscano </b>(già segretario di Ancora Italia, poi leader di Ancora Italia Sovrana e Popolare - formazione in continuità politica con Ancora Italia e con la lista del 2022, che dopo l'assemblea del 26 novembre 2022 ai Frentani ha scelto di cambiare simbolo, sostituendo il blu con il verde e il volto tricolore di Dante con la testa d'Italia), come coordinatore <b>Marco Rizzo </b>(presidente onorario del Partito comunista che aveva fondato come Comunisti sinistra popolare nel 2009 e che ora è guidato da Alberto Lombardo)<b> </b>e come legale rappresentante Antonello Cresti. Il simbolo è quello già visto alle suppletive e alle contemporanee elezioni provinciali trentine dello scorso anno: del simbolo di Italia sovrana e popolare è stata mantenuta la stellina rossa (usata come "puntino sulla i" prima su "Italia", ora su "Democrazia") e l'impiego di una parte manoscritta in rosso (prima "e popolare", ora "sovrana"); il tricolore, che nel 2022 tingeva un segmento curvilineo, ora è creato da due tracce di pastello (una verde e una rossa) che hanno tutta l'aria di somigliare a quelle inventate da Bruno Magno per i Progressisti nel 1994 e ruotate di 180 gradi (anche se in effetti i tratti sono stati disegnati <i>ex novo</i>).</div><div style="text-align: justify;">I due simboli di Insieme liberi e di Democrazia sovrana popolare si sono dunque attivati con congruo anticipo per determinare le candidature e sottoporle alle firme del corpo elettorale, nella speranza che il tempo sia sufficiente per superare le 150mila firme richieste dalla legge. <br /></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-47252261428688842512024-03-07T22:50:00.003+01:002024-03-07T23:01:23.028+01:00Europee, Sud chiama Nord lancia la lista Libertà: Castelli primo partner<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9dY35dYoOfKZSVajBqz6FU-EH20T7gsS-t5b7v2xhq52HGQalI4Vk0-8wO6k8O8oQ8Yh_cf2mc-R_7_x-kEB8JbnWtgZCTBVUdNlN0CO4BW17Bnn_Ih-KGuZ-TqdL0WA40Ehdx9bOBsSHh6hmqWNHIYCcbpdNTWYFSLMETBUJDyAVWGdOnfE5Lu671rv_/s1181/De%20Luca%20sindaco%20d'Italia%20-%20Sud%20chiama%20Nord%20-%20Partito%20popolare%20del%20Nord.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1181" data-original-width="1181" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9dY35dYoOfKZSVajBqz6FU-EH20T7gsS-t5b7v2xhq52HGQalI4Vk0-8wO6k8O8oQ8Yh_cf2mc-R_7_x-kEB8JbnWtgZCTBVUdNlN0CO4BW17Bnn_Ih-KGuZ-TqdL0WA40Ehdx9bOBsSHh6hmqWNHIYCcbpdNTWYFSLMETBUJDyAVWGdOnfE5Lu671rv_/w200-h200/De%20Luca%20sindaco%20d'Italia%20-%20Sud%20chiama%20Nord%20-%20Partito%20popolare%20del%20Nord.jpg" width="200" /></a></div>Quando era stata resa nota <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/decreto-elezioni-2024-norma-strozza.html" target="_blank">la prima versione dell'emendamento di Fratelli d'Italia (a prima firma di Marco Lisei) al "decreto elezioni 2024" per ridurre le ipotesi di esenzione dalla raccolta delle firme per le elezioni europee</a>, una delle voci più critiche era arrivata da <b>Cateno De Luca</b>: il sindaco di Taormina (dopo esserlo stato di Fiumedinisi, Santa Teresa di Riva e Messina) il 15 febbraio aveva parlato addirittura di un "colpo di Stato", parlando in un post sui social di "un emendamento anti Sud chiama Nord". Per il fondatore del partito, quella norma - non concedendo più l'esonero dalla ricerca dei sottoscrittori alle sigle che avevano eletto parlamentari solo nei collegi uninominali - avrebbe colpito "solamente la nostra forza politica" (anche se non era così, visto che ci avrebbero rimesso sicuramente anche +Europa e Centro democratico), per cui quella proposta di modifica di fatto avrebbe messo "a rischio la democrazia del nostro Paese". "Non si è mai verificato - aveva concluso - che iniziato il gioco, e quindi la strada verso le elezioni Europee, si cambino le regole": in effetti qualcosa di simile era già successo, anche se con riguardo ad altre elezioni (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/04/il-teschio-contro-droga-e-immigrati.html" target="_blank">nel 1990, per esempio, quando mancavano poche settimane al voto più consistente, il numero di firme da raccogliere si moltiplicò, fino a decuplicare nei comuni maggiori</a>), ma in questo caso la pubblicità è stata decisamente maggiore.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgAj9HawHmw24sgW0Fi3MwGNJP2jliXSiHKXSLFzHXYhyphenhyphenzM5E-rqbNzltPFFLWdLck73EX94OKR1BT1jJof6t45hyphenhyphenbCD7R951DgTQsVR76f12eEdojQt33oiFSyo0Vr_GlXD6zlzRDL6nvxqyiBaylT488bxOvJ9z_YUmiZWcJIdPuKJlldGgVtyMz_Vei/s506/329531229_1223881601871799_1554455401261704058_n.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="506" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgAj9HawHmw24sgW0Fi3MwGNJP2jliXSiHKXSLFzHXYhyphenhyphenzM5E-rqbNzltPFFLWdLck73EX94OKR1BT1jJof6t45hyphenhyphenbCD7R951DgTQsVR76f12eEdojQt33oiFSyo0Vr_GlXD6zlzRDL6nvxqyiBaylT488bxOvJ9z_YUmiZWcJIdPuKJlldGgVtyMz_Vei/w200-h200/329531229_1223881601871799_1554455401261704058_n.jpg" width="200" /></a></div>La riformulazione dell'emendamento - nel testo approvato due giorni fa in I commissione al Senato - che ha riesteso l'esonero ai partiti che avevano eletto parlamentari nei collegi uninominali ha certamente soddisfatto alcune forze politiche (mentre ne ha scontentate altre), inclusa quella di Cateno De Luca. Ovviamente, al di là dei partiti maggiori - la cui esenzione non è peraltro mai stata in discussione - il problema principale è superare la soglia del 4%: se per +Europa - che nel 2019, insieme a Italia in Comune e Psi, arrivò al 3,11% - l'obiettivo non è scontato ma non è nemmeno così lontano, per Sud chiama Nord (0,76% alle politiche del 2022) la sfida è decisamente più ardita, dunque ogni forza che possa concorrere al conseguimento dell'obiettivo può essere utile. Così il 2 marzo, nel secondo giorno dell'assemblea nazionale di Sud chiama Nord svolta a Taormina, Cateno De Luca ha delineato il percorso, a partire dal "sondaggio" svolto tra gli iscritti convocati al Palazzo dei Congressi. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXdiK0eDtnzWomnGobTzuUdQlnKIcXGBmkVp4HTwYVdbLZb3Mktv-9admX4Yfsc_n7a2Xs7atbPfehmoQHShNe2nhtLonnMcxxaNNx921xA3II9yKfT-4kt3PNOf2gpijCqfsB843kAq6et3LD8uXEFUAehSftPstWMu5omhxaaAEuDi75qW4pMnKX5Nx0/s1181/De%20Luca%20sindaco%20d'Italia%20-%20Sud%20chiama%20Nord.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1181" data-original-width="1181" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXdiK0eDtnzWomnGobTzuUdQlnKIcXGBmkVp4HTwYVdbLZb3Mktv-9admX4Yfsc_n7a2Xs7atbPfehmoQHShNe2nhtLonnMcxxaNNx921xA3II9yKfT-4kt3PNOf2gpijCqfsB843kAq6et3LD8uXEFUAehSftPstWMu5omhxaaAEuDi75qW4pMnKX5Nx0/w200-h200/De%20Luca%20sindaco%20d'Italia%20-%20Sud%20chiama%20Nord.jpg" width="200" /></a></div>Scartate le ipotesi di non partecipare alle elezioni europee (3%), di inserire candidati in una lista nazionale che però ha idee diverse rispetto a ScN su Europa e autonomia differenziata (2%) o di presentarsi candidati solo nella circoscrizione Isole e comunque all'interno di un partito nazionale, come accadde nel 2019 con Forza Italia (1%), era stata sicuramente più apprezzata l'idea di correre in tutt'Italia con il simbolo di Sud chiama Nord (22%); aveva però vinto in modo nettissimo, con il 72%, il proposito di "promuovere un nuovo progetto politico con il nostro simbolo che includa anche altre forze politiche che si oppongono alle attuali politiche nazionali ed europee e che rimettano al centro l'Italia, con il comune denominatore: meno Europa, più Italia, più autonomia e più equità". In quelle condizioni, e riottenuto il beneficio dell'esenzione ("Non ce l'ha regalato nessuno - ha sottolineato De Luca - l'abbiamo ottenuto eleggendo due parlamentari che ci hanno messo in condizione di non dover raccogliere le firme alle europee, a differenza di partiti che alle elezioni politiche hanno ottenuto percentuali più alte delle nostre, ma avevano un consenso orizzontale che non ha prodotto eletti, a differenza del nostro consenso verticale e radicato"), si è delineato il nuovo progetto elettorale, nato per dare insieme voce ai territori - ma non solo - e proporre un'idea di Europa diversa da quella convenzionale (a partire da un tema che sta molto a cuore ai proponenti, cioè la contestazione della Politica agricola comune perseguita sin qui). </div><div style="text-align: justify;"><b>Il progetto si è subito tradotto in un contrassegno potenziale e - naturalmente - provvisorio</b>, con il simbolo di Sud chiama Nord ben visibile anche se in miniatura (in una versione simile a quella usata alle elezioni del 2022, con l'espressione "De Luca sindaco d'Italia", ma con il cognome in maggiore evidenza a dispetto della dimensione ridotta) e cinque cerchi vuoti intorno, in attesa di riempirsi con (alcune del)le forze che stipuleranno l'alleanza per la lista comune; nel mezzo, su una fascia biconcava blu, la parola "Libertà". "Potevamo essere egoisti e chiedere a chi voleva candidarsi con noi di farlo solo come Sud chiama Nord - ha proclamato De Luca - oppure potevamo prendere questo simbolo, darlo come 'lenticchia' a uno dei gruppi che ci ha contattato, farci dare in cambio dell'esenzione un bell'assegno di 500mila euro e pagare magari qualche debito. Siamo invece generosi e diciamo alle forze politiche e civiche di venire con noi, perché se il progetto funziona funzionerà per tutti noi e non solo per Sud chiama Nord: chi verrà con noi lo farà, a prescindere dalle dimensioni dei simboli nel contrassegno, in nome dell'elemento che ci unisce, cioè la libertà. Per ogni giovedì di marzo abbiamo prenotato e 'bloccato' la sala stampa della Camera, per presentare le forze politiche che verranno con noi in questo progetto e vedremo chi accetterà di presentarsi; il 6 aprile sarà presentato il progetto politico-elettorale definitivo guidato da Sud chiama Nord e i cerchi del contrassegno che ora sono vuoti prenderanno la loro sembianza definitiva".</div><div style="text-align: justify;"><div><b>Nel contrassegno di Sud Chiama Nord di certo non figurerà il logo di Azione</b> (né ovviamente l'inverso), a dispetto di alcune voci che erano circolate nei giorni precedenti. "C'era una trattativa con Carlo Calenda - ha riconosciuto De Luca - ma quando lui ha iniziato a tenere una linea sempre più lontana dai nostri principi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che non possiamo svendere la nostra identità e la nostra storia per un seggio a Bruxelles, viviamo lo stesso. Caro Calenda, non ti porre più il tema di Sud chiama Nord, perché Sud Chiama Nord con te non può mai venire".</div></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsFGmIYdA5UHr90JyTPR8TM6bfeqe5PmMqGGmon8dVOmeSF2zce8EAtbFhYSUW64Kn8m6Wq_qV-aGK2avSp18bxO1SnBVF5rRIQWjpiqUSGxWuZvYKuuTfniesORG0sfK2frLIa_d7_8VtGvXd5rCD9ly2MfgAWpnlwAjj7xe7_ZVD4EkC57NwAuEY1Q-R/s500/Partito%20popolare%20del%20Nord.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="500" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsFGmIYdA5UHr90JyTPR8TM6bfeqe5PmMqGGmon8dVOmeSF2zce8EAtbFhYSUW64Kn8m6Wq_qV-aGK2avSp18bxO1SnBVF5rRIQWjpiqUSGxWuZvYKuuTfniesORG0sfK2frLIa_d7_8VtGvXd5rCD9ly2MfgAWpnlwAjj7xe7_ZVD4EkC57NwAuEY1Q-R/w200-h199/Partito%20popolare%20del%20Nord.jpg" width="200" /></a></div>Ma <b>chi saranno, dunque, i compagni di viaggio di Sud chiama Nord</b> (che dall'inizio di gennaio ha come presidente Laura Castelli, ex viceministra ed ex esponente del MoVimento 5 Stelle)? Il primo è stato reso noto oggi, nella prima conferenza stampa alla Camera annunciata da De Luca nei giorni scorsi: davanti ai giornalisti - oltre a De Luca, Laura Castelli e all'unico parlamentare su cui ora il partito può contare, Francesco Gallo, già vicesindaco di Messina - si è materializzato <b>Roberto Castelli</b>, parlamentare per sei legislature della Lega Nord ed ex ministro della giustizia, attualmente segretario federale del <b>Partito Popolare del Nord - Autonomia e Libertà</b>, formazione presentata lo scorso 27 novembre (due mesi dopo la sua uscita dalla Lega). Un partito - come si legge <a href="https://partitopopolarenord.org/" target="_blank">nel sito</a> - "costituito da Donne e Uomini liberi delle Terre del Nord che si riconoscono nei valori di libertà, autonomia e democrazia; nei valori della tradizione giudaico-cristiana, nella difesa delle persone che [...] lavorano per consentire alle future generazioni una vita libera e degna di essere vissuta; nei valori della solidarietà, dell’attenzione per i fragili e per i più bisognosi. Crediamo nella sovranità sulle nostre terre e nella difesa dei nostri popoli che da secoli vivono, [...] lavorano e faticano per garantire alla future generazioni una vita degna e libera; riteniamo che tutti abbiano diritto allo studio, alla crescita personale e al benessere economico. Rivendichiamo il diritto a chiedere la più ampia autonomia di governo territoriale, così come previsto dal titolo V della Costituzione; rivendichiamo il diritto di chiedere la riforma della Costituzione, ai sensi dell'art. 138, per perseguire un assetto dello Stato in senso federale, sulla base del principio della sussidiarietà; denunciamo l’eccesso di potere dello Stato concepito ancora sul retaggio napoleonico [...]; esortiamo noi stessi [...] a servire lealmente il mandato popolare e le istanze politiche del Nord".</div><div style="text-align: justify;">Il soggetto politico si è dotato di un simbolo - riprodotto in miniatura nella parte bassa del contrassegno - che richiama le bandiere di tante terre del Nord con la croce di San Giorgio (impiegata a Milano, a Genova, a Padova, a Varese, a Bologna e altrove) ed è tinto non di rosso ma di un verde foresta, che rimanda alla terra; lo stesso colore, inutile negarlo, ricorda molto il verde che tingeva il "Sole delle Alpi" dell'iconografia leghista secessionista. Il nome, "Partito popolare", richiama il popolo come custode dell'identità e come titolare della sovranità sulla base dell'art. 1 della Costituzione; non c'è ovviamente bisogno di spiegare il riferimento al Nord, fulcro di un progetto che - si legge sempre sul sito - non intende negoziare in alcun modo "i valori dell’Autonomia e della Libertà". </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRLo5y6_ybIWdob3ijLQpjnoGcm2UAYlMUHiVs8nkE6ePA7FhQEte_O5bbfytqGRdJNg6dJVoSpGJRpSJe6MP3eVkm5o_6u1jO699oLnjHS26KFDU32OOLxxZT-mqrT19yibJbr4ZDd2-KfPfKut4vkPQP-xOX5NT6yUMq2M5vQySh35UScsH9UJoRNBjV/s824/autonomia%20e%20libert%C3%A0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="824" data-original-width="824" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRLo5y6_ybIWdob3ijLQpjnoGcm2UAYlMUHiVs8nkE6ePA7FhQEte_O5bbfytqGRdJNg6dJVoSpGJRpSJe6MP3eVkm5o_6u1jO699oLnjHS26KFDU32OOLxxZT-mqrT19yibJbr4ZDd2-KfPfKut4vkPQP-xOX5NT6yUMq2M5vQySh35UScsH9UJoRNBjV/w200-h200/autonomia%20e%20libert%C3%A0.jpg" width="200" /></a></div></div><div style="text-align: justify;"><div><b>Autonomia e Libertà</b>, del resto, è il nome di un'associazione fondata dallo stesso Castelli nel mese di giugno del 2021. L'ente, che "si riconosce nei valori dell'identità, dell'autodeterminazione, dell'autonomia, delle libertà inalienabili e della fratellanza fra i popoli" e prende le mosse dagli esiti del <i>referendum</i> consultivo sull'autonomia in Lombardia e Veneto (22 ottobre 2017), di fatto è l'antecedente del Partito popolare del Nord (che, non a caso, come ultima parte del nome contiene lo slogan "Autonomia e Libertà" e riprende gli stessi colori del logo, il verde scuro e il blu, che qui tinge un'aquila che vola alta) e già prima si poneva come "un sicuro riferimento per gli autonomisti, federalisti, indipendentisti che sono alla ricerca di una casa politica e culturale", sempre nello sforzo di attualizzare il patrimonio ideale e della cultura politica autonomista.</div></div><div style="text-align: justify;">"Per sei legislature - ha spiegato Castelli in conferenza stampa - ho combattuto in Parlamento per un diverso assetto dello Stato e contro il centralismo. Dopo aver abbandonato la politica, ho visto il segretario del mio partito cambiare legittimamente, ma completamente la linea, tradendo i nostri ideali: di federalismo e autonomia si sono perse le tracce, così mi sono ributtato nell'agone politico e, dopo un percorso, l'anno scorso abbiamo fondato questo partito, per lottare contro il centralismo di Roma e, ormai, anche contro quello di Bruxelles". Il primo incontro con il progetto di Sud chiama Nord, peraltro, è avvenuto meno di un anno fa: "Lo scorso luglio. alla Festa dei Popoli del Nord che abbiamo fatto a Ponti sul Mincio ha fatto 'irruzione' con i suoi Cateno De Luca, dicendo cose abbastanza sconvolgenti ma alle quali ho prestato attenzione: per la prima volta sentivo un partito del sud parlare di autonomia forte, di macroregioni, di federalismo fiscale sul modello della provincia di Bolzano, un concetto che nemmeno la Lega aveva osato proporre. Come si poteva rinunciare all'opportunità, alla tribuna delle elezioni europee che consente di andare in giro e sui media a dire che adottare un altro assetto statale conviene a tutti?" </div><div style="text-align: justify;">Castelli è consapevole della delicatezza dell'operazione politico-elettorale ("Non sarà facile per De Luca girare per le piazze del Sud e far capire e accettare la nostra collaborazione, come non sarà facile per me girare al Nord e parlare della nostra alleanza, ma siamo pronti"). L'ex ministro non ha mancato di rivolgersi ai compagni di strada e di partito di un tempo: "Ai leghisti delusi dico che grazie a questo progetto si potrà vedere la parola 'Nord' scritta due volte in un simbolo, mentre altrove non la si troverà proprio: anche solo per questo io partecipo con convinzione". </div><div style="text-align: justify;">"Il 22 settembre 2023 ho incontrato Umberto Bossi a Gemonio - ha aggiunto Cateno De Luca - e lui era contento di incontrarmi perché la sua visione della Lega non era quella della Lega attuale: il partito non era nato per annettere il Sud, ma per creare le condizioni perché in Meridione nascessero realtà autonomiste che si alleassero contro il centralismo. Quel disegno oggi si è avverato; in questa battaglia antisistema invitiamo a unirsi anche coloro che ora sarebbero costretti a raccogliere le firme e grazie a noi possono finire sulla scheda".</div><div style="text-align: justify;">C'è dunque tempo perché si possa completare e assestare un potenziale nuovo "simbolo carambola", con un numero di fregi in miniatura destinato a salire. Sulla qualità grafica non ci si esprime; prevale però la curiosità di scoprire chi sarà coinvolto in questo progetto elettorale verso il voto europeo.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-84710193157384501422024-03-06T11:59:00.008+01:002024-03-06T22:50:36.575+01:00Europee 2024, primo sì per il taglio alle esenzioni dalla raccolta firme<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWf_0uUOGmGT7i95I11U6JHqNxc__riIctAmM0jy0u-gVa3KbwBzNmjKMJ33DjMsQpHSGrrnNL4D6yQyZ5TiuJCy7jcIHSnSHrHxlLk5SuvuP1C8NuIDV-g4Lc1QlYHsxlNe91AH_tVeXT1Wx_BHXDDCAZkxn9RzWhoFAdUj05hp_jCVMFNajMilMJpXhB/s743/Strozza3.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="473" data-original-width="743" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWf_0uUOGmGT7i95I11U6JHqNxc__riIctAmM0jy0u-gVa3KbwBzNmjKMJ33DjMsQpHSGrrnNL4D6yQyZ5TiuJCy7jcIHSnSHrHxlLk5SuvuP1C8NuIDV-g4Lc1QlYHsxlNe91AH_tVeXT1Wx_BHXDDCAZkxn9RzWhoFAdUj05hp_jCVMFNajMilMJpXhB/w400-h255/Strozza3.jpg" width="400" /></a></div>Ci è voluto più tempo del previsto, ma - con quasi due settimane di ritardo rispetto alla prima tabella di marcia - ieri sera la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l'emendamento alla legge di conversione del decreto-legge n. 7/2024 ("decreto elezioni 2024") che <b>riduce sensibilmente le ipotesi di esenzione dalla raccolta delle firme per presentare le liste </b><span style="text-align: left;"><b>alle </b></span><b>elezioni europee </b>(a partire dalle prossime, previste per l'8 e il 9 giugno). Il testo, prima riformulato (e alleggerito) e poi accantonato, stavolta ha ottenuto il consenso della maggioranza dei membri dell'organo. Il cammino in commissione della legge di conversione non è ancora finito, potenzialmente è ancora possibile intervenire in aula; se però nulla cambierà, di fatto all'appuntamento elettorale di giugno - ma anche alle successive elezioni europee, ammesso che le norme non cambino di nuovo, magari a ridosso della presentazione delle candidature - <b>non sarà più possibile evitare la raccolta delle sottoscrizioni grazie alla semplice adesione a un partito politico europeo rappresentato al Parlamento europeo</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;">Emendamento riformulato, ma accantonato</h3><div style="text-align: justify;">Due settimane fa si era dato conto di come <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/decreto-elezioni-2024-norma-strozza.html" target="_blank">l'emendamento originario presentato da quattro senatrici e senatori di Fratelli d'Italia</a> (primo firmatario Marco Lisei) fosse stato riformulato. Vale la pena ricordare che <b>il primo testo presentato avrebbe esentato dalla gravosa raccolta delle sottoscrizioni</b> richiesta per le elezioni europee - dalle 30mila alle 35mila per ogni circoscrizione e, comunque, almeno 3mila in ciascuna regione della circoscrizione - <b>solo i partiti con almeno un gruppo parlamentare, quelli che alle ultime elezioni politiche avevano eletto deputati o senatori "in ragione proporzionale"</b> e quelli che, essendo affiliati a un partito europeo dotato di gruppo a Strasburgo, avevano eletto almeno un europarlamentare in Italia (sapendo che, però, nel 2019 avevano avuto eletti solo forze che oggi hanno un gruppo parlamentare).</div><div style="text-align: justify;"><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/elezioni-europee-la-stretta-sulle.html" target="_blank">Il nuovo testo, reso noto il 20 febbraio</a>, ha ampliato l'esenzione alle forze politiche che, essendosi presentate alle ultime elezioni politiche con proprie liste, avevano ottenuto almeno un eletto anche solo nei collegi uninominali. In questo modo, ai partiti esentati dalla prima versione (Fdi, Lega, Fi, Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia viva, Azione e Noi Moderati, grazie al gruppo; il Maie, grazie all'elezione di parlamentari in ragione proporzionale) si aggiungerebbero +Europa, Sud chiama Nord, Centro democratico, nonché Union Valdôtaine, Svp e quasi certamente il trentino Campobase (mentre solo un'interpretazione molto benevola potrebbe includere tra gli esonerati Italia al centro, Coraggio Italia e Udc).</div><div style="text-align: justify;">Pure in quel modo, però, <b>rimarrebbe sostanzialmente sbarrata la "via europea" all'esenzione</b>, per come era stata aperta <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/in-europa-senza-firme-quali-partiti-e.html" target="_blank">dall'Ufficio elettorale nazionale per il Parlamento europeo nel 2014, con la sua decisione sulla lista Verdi europei</a>. In quel caso, infatti, il collegio di giudici della Corte di cassazione aveva accolto un'interpretazione estensiva dell'art. 12 della legge n. 18/1979 (che non prevedeva formalmente, pur dandolo probabilmente per scontato, che l'eurodeputato esentante fosse stato eletto in Italia): secondo quella nuova lettura, un partito italiano avrebbe potuto ottenere l'esonero quale affiliato a un partito politico europeo che alle precedenti elezioni europee avesse ottenuto almeno un eletto (anzi, fosse rappresentato al Parlamento europeo) in uno dei Paesi dell'Unione, purché si presentasse "un simbolo congiunto" del partito italiano e di quello europeo (e possibilmente si allegasse la dichiarazione del segretario del partito europeo che attestava l'affiliazione del soggetto politico nazionale). Com'è noto, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/alle-europee-senza-firme-se-la-breccia.html" target="_blank">nel 2019 quella via era stata percorsa da molte sigle, a volte perfino con qualche eccesso</a> - esenzione ottenuta grazie a partiti europei non inseriti nel relativo registro, semplici associazioni politiche transeuropee o partiti di altri paesi che avevano eletto europarlamentari - <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/liste-per-le-europee-esclusioni.html" target="_blank">non respinto però dagli Uffici centrali circoscrizionali</a>. </div><div style="text-align: justify;">In sede di illustrazione degli emendamenti, se ci si basa sul resoconto sommario di commissione, non risulta vi fosse stata alcuna spiegazione dell'emendamento strozza-esenzioni (né della sua riformulazione). Giunto il momento del voto, però, <b>in commissione si erano manifestati essenzialmente giudizi negativi</b>, a partire da quello di Italia viva, che con la senatrice Dafne Musolino aveva tenuto a precisare che Iv non aveva <span style="text-align: left;">partecipato alla scrittur</span><span style="text-align: left;">a</span><span style="text-align: left;"> dell'emendamento in oggetto e non si era mai prestata "a predisporre normative tese ad impedire o a rendere più difficoltosa la presentazione di liste alle consultazioni elettorali", peraltro volte "a modificare le regole del gioco a pochi mesi di distanza dalle elezioni europee, con la conseguenza di penalizzare soprattutto i partiti più piccoli"; questo non avrebbe impedito un voto favorevole, essenzialmente sulla scorta del riconoscimento dell'esenzione alle forze politiche che avevano ottenuto eletti alle Camere nei collegi uninominali (mentre in origine, come si è visto, si era proposto di riservare l'esonero ai partiti dotati di gruppo parlamentare - come Italia viva - o che avevano ottenuto eletti in ragione proporzionale, ottenendo dunque risultati più consistenti).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Più severo era stato il giudizio di Peppe De Cristofaro, di Alleanza Verdi e Sinistra, che aveva giustificato il voto contrario richiamando le fonti europee - in particolare, si segnala qui, il Codice di buona condotta in materia elettorale della Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto ("Commissione di Venezia"), al punto 65, ma anche la Raccomandazione (UE) 2023/2829 della Commissione, al punto 3 - che invitavano alla <b>stabilità del diritto elettorale, specialmente nell'ultimo anno prima del voto</b>; allo stesso tempo, era stato stigmatizzato il venir meno dell'esenzione dalla raccolta firme dei "</span><span style="text-align: left;">movimenti affiliati a un partito politico europeo costituito in Gruppo parlamentare al Parlamento europeo, anche in considerazione della complessità della raccolta di firme per le elezioni europee".</span></div><div style="text-align: justify;"><b>Perplessità erano state espresse anche da un partito della maggioranza, cioè dalla Lega</b>, tramite Paolo Tosato: questi aveva rilevato una certa incoerenza - non sono parole sue, ma di chi scrive - nell'esonerare dalla ricerca di sottoscrittori un partito che alle ultime elezioni europee abbia ottenuto almeno un seggio e aderisca a un partito politico europeo, negano invece la stessa esenzione a chi abbia ottenuto eletti, ma non sia affiliato a un partito europeo. Sulla base di quest'osservazione, Tosato aveva chiesto di eliminare il passaggio legato all'affiliazione al partito (e al gruppo parlamentare?) europeo o, in alternativa, di accantonare lo stesso emendamento. Proprio questa era stata la soluzione adottata dal presidente di commissione Alberto Balboni (Fdi), a fronte della disponibilità "<span style="text-align: left;">ad un approfondimento istruttorio" </span>della sottosegretaria all'interno Wanda Ferro. </div><div style="text-align: justify;">Su tali basi, <b>il confronto sull'emendamento tagliaesenzioni era stato rinviato</b> - si riteneva - alla settimana successiva, <b>lasciando spazio a ulteriori riflessioni e, magari, a nuove riformulazioni del testo, anche con il contributo dei partiti di minoranza</b>. Da una parte, era da apprezzare il riferimento di alcune forze politiche ai principi europei che richiedevano di non modificare le norme elettorali a ridosso del voto, alla gravosità della raccolta firme per le elezioni europee e all'inopportunità di ostacolare l'esonero attraverso la rappresentanza al Parlamento europeo (tra l'altro, l'intervento di Avs risultava ancora più significativo, considerando che l'eventuale presentazione di una lista attraverso il Partito della sinistra europea, se resa di nuovo possibile, potrebbe sottrarle più di qualche voto); colpiva un po' di più che un partito come Italia viva, aderente al Partito democratico europeo e al gruppo parlamentare europeo Renew Europe, non abbia detto nulla - a giudicare da quanto riportato dal resoconto sommario - sul sostanziale blocco, almeno per questa volta, delle esenzioni per i partiti nazionali affiliati a partiti europei anche senza propri eurodeputati. Allo stesso tempo, si poteva condividere il rilievo di incoerenza mosso dalla Lega circa la negazione dell'esonero al partito nazionale con eurodeputati, in caso di mancata appartenenza a un partito e gruppo europeo; non sfuggiva peraltro come il partito guidato da Matteo Salvini non avesse fatto alcuna esplicita apertura ai partiti nazionali membri di partiti europei ma privi di eletti al Parlamento europeo, che per la Lega sarebbe stata potenzialmente svantaggiosa (perché avrebbe aperto la strada alla lista presentata dal Patto autonomie e ambiente, sotto l'egida dell'Efa - Alleanza libera europea). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;">Gli altri emendamenti di due settimane fa</h3><div style="text-align: justify;">Le votazioni, iniziate la mattina di giovedì 22 febbraio, avevano peraltro visto <b>il ritiro di non pochi emendamenti, incluso quello della Lega sull'elevazione del limite di mandati consecutivi a tre per tutti i comuni sopra i 5mila abitanti</b>; il partito guidato da Salvini - sempre attraverso Paolo Tosato - aveva annunciato la non partecipazione al voto sugli altri emendamenti in materia di limiti ai mandati dei sindaci. <b>Non era però stata ritirata la proposta di modificare la "legge cornice" sulle elezioni regionali prevedendo il limite massimo di tre mandati per i presidenti</b>: per Tosato si erano fatte troppe modifiche disordinate in tema di mandati elettivi, per cui valeva la pena lasciare scegliere al corpo elettorale se confermare o no un presidente di Regione con due mandati pieni all'attivo. Se il governo alla fine si era rimesso alla commissione, il presidente Alberto Balboni aveva confermato parere contrario (pur non accogliendo le richieste di dichiarare l'emendamento improponibile, benché il decreto contenga un riferimento alle elezioni regionali): a suo dire, era giusto prevedere un limite ai mandati consecutivi di tutti gli organi monocratici (anche se sul numero si poteva discutere) e, anzi, gli era parso inopportuno eliminare ogni limite alla ricandidatura in tutti i comuni fino a 5mila abitanti (col rischio di fossilizzare "situazioni poco trasparenti e poco compatibili con il ricambio democratico"), quando sarebbe stato meglio limitare l'intervento ai comuni più piccoli. Avevano avversato l'emendamento anche Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Forza Italia e Fratelli d'Italia, mentre Azione non aveva partecipato al voto; oltre che dalla Lega, il voto favorevole era arrivato da Italia viva, ma l'emendamento era stato comunque respinto.</div><div style="text-align: justify;">Era stato invece approvato un emendamento di Michaela Biancofiore (Coraggio Italia) volto a <b>introdurre il principio in materia elettorale regionale dell'esonero dalla raccolta firme per le liste "che, al momento della indizione delle elezioni regionali, sono espressione di forze politiche o movimenti corrispondenti a gruppi parlamentari</b> presenti in almeno uno dei due rami del Parlamento nazionale, sulla base di attestazione resa dal segretario o Presidente del partito rappresentato nel Parlamento" (ipotesi più ristretta rispetto alle esenzioni previste da molte norme regionali: si tratta di capire se queste potranno essere ancora legittime, visto che la "legge cornice" non richiede formalmente di limitare le fattispecie di esonero a questa, o dovranno uniformarsi all'emendamento appena approvato).</div><div style="text-align: justify;">Quanto ad altre proposte messe in votazione, si era <b>uniformato l'orario di votazione della giornata di sabato</b> dalle ore 15 alle 23 (invece che dalle ore 14 alle 22) seguendo, a quanto si è detto nel dibattito, una sollecitazione delle prefetture; si era approvato <b>l'aumento <i>una tantum</i> dei compensi</b> - proposto dal M5S - <b>per i seggi in cui si svolgeranno più consultazioni elettorali</b> (dunque con almeno un altro voto oltre a quello europeo); si era <b>posticipato al 29 settembre il termine per lo svolgimento delle elezioni provinciali</b> previste quest'anno, ma - si è precisato - relativamente alle sole province "tenute al rinnovo elettorale dei propri organi entro il quarantacinquesimo giorno successivo all'ultima proclamazione degli eletti nei comuni interessati al voto nel turno ordinario annuale" (lo ha proposto il centrodestra, ma anche il Pd ha aderito). Con riguardo al <b>voto dei "fuori sede"</b>, era stato approvato un emendamento riformulato di Fratelli d'Italia che prevedeva la sperimentazione del voto, ma solo per le europee di quest'anno e solo per coloro che studiano in una regione diversa: la proposta aveva avuto il favore anche delle opposizioni, che però avevano lamentato un compromesso al ribasso (la contestuale proposta dell'estensione del voto ai "fuori sede" pure ai <i>referendum</i> e non solo per motivi di studio, ma anche di salute o di lavoro, avanzata dal M5S e sottoscritta anche da altri esponenti dell'opposizione, era stata respinta, con tanto di parere negativo del governo generato dalla "attuale mancanza di strumenti tecnici adeguati a garantire la sicurezza nell'esercizio del voto"). </div><div style="text-align: justify;"><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjY1MNuwp-tL_xzHWL3f_YqoNSffBvnCMELF4hLle0R1FIOqHb-321CtCNcUix1mZeezwmqDfCaKVQUFRZeH4DNWYGtCpt8uLnzQCXqM3QDoffSjnhc5_wFVvBIxaw4NZHHTq8UGhSGXFakRRd6rHWhXqnf1bs1Gf7tfrEszezJshLftkXQ5ptVH73X4m/s1125/Fiamma.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="529" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjY1MNuwp-tL_xzHWL3f_YqoNSffBvnCMELF4hLle0R1FIOqHb-321CtCNcUix1mZeezwmqDfCaKVQUFRZeH4DNWYGtCpt8uLnzQCXqM3QDoffSjnhc5_wFVvBIxaw4NZHHTq8UGhSGXFakRRd6rHWhXqnf1bs1Gf7tfrEszezJshLftkXQ5ptVH73X4m/s320/Fiamma.jpg" width="150" /></a></div>Si è votato anche sull'emendamento di Fratelli d'Italia in materia di <b>simboli politici registrati come marchi</b>: tanto il governo quanto il relatore avevano espresso parere favorevole, purché il testo fosse riformulato in modo tale da non comprendere più la seconda parte della proposta, cioè quella che avrebbe finito per eliminare il parere obbligatorio e vincolante all'amministrazione interessata - in questo caso il Ministero dell'interno - circa la registrazione come marchio di segni distintivi contenenti parole, figure o segni "con significazione politica". L'emendamento è stato dunque riformulato e approvato: se il disegno di legge di conversione completerà il suo <i>iter</i> in tempo, entrerà in vigore la modifica al codice della proprietà industriale, in base alla quale "[l]a registrazione come marchio d'impresa di simboli o emblemi usati in campo politico o di marchi comunque contenenti parole, figure o segni con significazione politica non rileva ai fini della disciplina elettorale e, in particolare, delle norme in materia di deposito dei contrassegni, liste dei candidati e propaganda elettorale". Ciò significherebbe evitare esplicitamente la possibilità che sorgano diritti o prelazioni con il deposito e l'eventuale registrazione come marchio di emblemi politici - per cui, per essere chiari, il simbolo del Movimento sociale Fiamma tricolore che il segretario nazionale Daniele Cerbella ha depositato il 26 ottobre scorso potrebbe non evitare al partito contestazioni di confondibilità con l'emblema di Fdi - e non dovrebbe nemmeno consentire rischiose confusioni di discipline (non permettendo, per esempio, a chi avesse depositato un simbolo come marchio di usarlo come tale e invocare le norme dei segni distintivi, al fine di aggirare i limiti posti dalle disposizioni sulle campagne elettorali).</div><div>Non erano stati invece approvati invece gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle volti a introdurre di fatto il principio dell'accorpamento delle consultazioni elettorali (riproponendo tra l'altro il secondo turno ordinario di votazione per le elezioni amministrative) e a vietare l'assunzione di personale dipendente da parte delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società a partecipazione pubblica regionale o locale nei due mesi precedenti e nei due mesi successivi al voto nei territori interessati, così come quello (sostenuto anche da Avs e Pd, con l'astensione del presidente Fdi Balboni) volto a eliminare l'innalzamento del limite ai mandati successivi ai comuni tra 5mila e 15mila abitanti.</div></div><div style="text-align: justify;"><div><div>Si era invece scelta la via dell'<b>accantonamento</b>, come per la proposta tagliaesenzioni, <b>per l'emendamento di Forza Italia volto a limitare l'ineleggibilità a consigliere regionale ai soli dipendenti della Regione che svolgano funzioni e attività amministrative</b>: il testo, riformulato per due volte (l'ultima per fare salve le altre ineleggibilità e incompatibilità previste per i consiglieri regionali), aveva però incontrato la contrarietà netta di Pd (attraverso Dario Parrini), M5S (con Alessandra Maiorino) e Italia viva (con Dafne Musolino), ritenendo che quella proposta di modifica potesse - essendo qualificata come norma di interpretazione autentica - "sanare evidentemente situazioni di consiglieri regionali che temono di essere dichiarati decaduti" (parole attribuite a Parrini). Benché il senatore forzista Mario Occhiuto avesse segnalato che si voleva soltanto circoscrivere le cause di ineleggibilità, ritenendo che i dipendenti regionali con mansioni solo esecutive non avrebbero potuto "utilizzare la propria posizione per acquisire un tornaconto o un vantaggio in sede di presentazione della candidatura" e non sarebbe stato ragionevole impedire loro di candidarsi, Lega e Fratelli d'Italia avevano suggerito un approfondimento istruttorio, accantonando l'emendamento e così il presidente Balboni aveva scelto di fare.</div></div><div><br /></div><h3>Il taglio delle esenzioni approvato</h3><div>L'accantonamento dell'emendamento di Fdi volto a restringere le esenzioni e la disponibilità del governo a un approfondimento istruttorio, come si è detto, avevano fatto pensare a possibili, ulteriori mutamenti della proposta, già modificata due settimane fa, magari dando più attenzione ai partiti nazionali iscritti a partiti politici europei, anche se privi di propri eletti.</div><div>In questo senso, sono trapelate <b>notizie di contatti</b> - con membri della I commissione e con la sua presidenza - <b>di alcune formazioni italiane effettivamente aderenti a partiti politici europei per ottenere una formulazione ancora più aperta dell'emendamento</b>, restituendo la possibilità - attualmente prevista grazie all'intervento dell'Ufficio elettorale nazionale del 2014 e alle decisioni successive degli uffici circoscrizionali - di godere l'esenzione dalla raccolta firme alle formazioni aderenti a partiti europei registrati e rappresentati al Parlamento europeo (da persone elette negli altri Paesi), purché l'affiliazione fosse certificata da una dichiarazione firmata dal legale rappresentante del partito politico europeo e debitamente autenticata; da parte di alcuni soggetti la richiesta era più ampia, onde estendere l'esonero anche a soggetti non ancora inseriti nel registro dei partiti europei, ma che avessero fatto domanda di iscrizione. Per non far proliferare i casi di esenzione e contenere gli eccessi dell'ultima tornata, in ogni caso, le richieste si erano orientate verso l'esclusione dal beneficio per le formazioni italiane che vantavano collegamenti con semplici partiti di Paesi europei (e non veri partiti transnazionali) e, soprattutto, c'è chi aveva chiesto di precisare che ciascun partito politico europeo avrebbe potuto esentare una sola lista a livello nazionale, non permettendo più a ciascuna sigla aderente di presentare una propria lista senza firme (magari per consentire ad altri soggetti un accesso facilitato alle schede) e, possibilmente, favorendo l'aggregazione di tutte le formazioni nazionali aderenti al singolo partito europeo in un'unica lista. </div><div>Le indiscrezioni - circolate prima delle elezioni regionali sarde - non avevano escluso un'apertura di alcune forze di maggioranza a una riformulazione meno severa del testo, ma non erano mancate riserve di altri soggetti politici, probabilmente più interessati a evitare il sorgere di liste in grado di attirare voti di bacini elettorali almeno in parte coincidenti. Nel frattempo, l'esame degli emendamenti accantonati era slittato di una settimana: il 28 febbraio, in effetti, si è saputo - per bocca del senatore di Fdi Marco Lisei, vale a dire il primo firmatario dell'emendamento sulle esenzioni - che l'esame del disegno di legge di conversione del "decreto elezioni 2024" sarebbe comunque passato alla settimana successiva "in attesa del parere della Commissione bilancio sugli emendamenti eventualmente approvati".</div><div><b>Il tempo di esaminare gli emendamenti accantonati, tuttavia, è arrivato ieri sera</b>, nella seduta "notturna" della I commissione, svoltasi tra le 20 e 10 e le 21 e 20. <b>L'emendamento che vuole restringere le esenzioni per le elezioni europee è stato approvato</b>, mentre è stato di nuovo accantonato quello che punta a limitare l'ineleggibilità a consigliere regionale per i dipendenti regionali con funzioni e attività amministrative (la sottosegretaria Ferro aveva chiesto di specificare che la più ristretta condizione di ineleggibilità al consiglio regionale troverà applicazione solo <i>pro futuro</i> e il <i>dem</i> Andrea Giorgis ha chiesto di esplicitare questo effetto, mentre il M5S ha contestato l'opportunità dell'uso dell'interpretazione autentica, per natura retroattiva, mentre sarebbe stato meglio - come sottolineato pure da Italia viva - modificare la disposizione; per i proponenti però la precisazione sull'efficacia solo per il futuro snaturava lo spirito interpretativo ed era necessario approfondire il significato del testo proposto). </div><div><div>Tornando all'emendamento tagliaesenzioni, si è innanzitutto registrato un fatto nuovo, cioè <b>l’annuncio di voto favorevole da parte del senatore leghista Tosato</b>: questi ha dichiarato di mantenere le sue riserve (probabilmente legate innanzitutto all’incoerenza relativa all’esenzione riconosciuta al partito con eletti a Strasburgo e aderente a un partito europeo, ma negata in assenza di affiliazione), ma di fatto in questo modo è <b>venuta meno l’unica riserva esplicita proveniente dalla maggioranza di governo</b>.</div><div>La sola critica esplicita è rimasta quella di De Cristofaro (Avs): questi ha ammesso che occorrevano chiarimenti sulla materia delle esenzioni, "considerato che nelle scorse elezioni europee si era dovuto intervenire in via giudiziaria per decidere sull’ammissibilità delle liste" (in realtà la frase riportata dal resoconto è solo in parte vera: dopo l’episodio pilota del 2014 dei Verdi europei, infatti, il contenzioso in materia nel 2019 è stato molto ridotto e ha riguardato - per l’esenzione di matrice europea - <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/liste-per-le-europee-esclusioni.html" target="_blank">solo le liste che il Movimento Gilet arancioni aveva tentato di presentare</a>), ma lui rimaneva contrario "per motivi di metodo e di merito". Sul piano del metodo, De Cristofaro ha ribadito come sia <b>"decisamente inopportuno modificare le norme elettorali poco prima del voto"</b> (richiamando la raccomandazione 2023/2829 della Commissione europea citata sopra); quanto al merito, ha segnalato il potenziale restrittivo di una modifica che interviene a fronte di un "elevato numero di sottoscrizioni da raccogliere per le elezioni europee", quando piuttosto <b>"in un contesto di forte astensionismo e crisi della democrazia, sarebbe preferibile incoraggiare la partecipazione alla competizione elettorale"</b>. Si tratta certamente di ragioni fondate, ma non sfugge come in questo caso non sia stato speso alcun argomento legato all’opportunità di considerare serie (e dunque di non richiedere le firme) candidature promosse da partiti nazionali affiliati a partiti europei presenti a Strasburgo, ma senza eletti conseguiti in Italia. In sede di votazione, in ogni caso, l’emendamento è stato approvato (il resoconto sommario non consente di conoscere i numeri dei voti favorevoli o contrari e delle astensioni). </div></div><div>Si può poi segnalare l'accoglimento di alcuni ordini del giorno, frutto di emendamenti che erano stati presentati e poi ritirati. Tra questi, <b>due ordini del giorni di Forza Italia:</b> uno con l'intento di "far rientrare pienamente le province nell'ordinamento degli enti locali" disciplinato dal Tuel (abbandonando di fatto la "legge Delrio" del 2014, la cui riforma organica sarebbe "ormai non più rinviabile"), l'altro espressamente teso a impegnare il Governo "a valutare ogni utile iniziativa, anche normativa, per poter <b>procedere all'introduzione di una tessera elettorale digitale, in progressiva sostituzione della tradizionale tessera elettorale</b>", facendo sì che "la certificazione dell'avvenuta partecipazione al voto avvenga mediante un'apposita applicazione informatica, interoperabile con l'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), e secondo modalità tecniche da definirsi con decreto del Ministro dell'interno". Ora è dunque più chiaro cosa avesse inteso Forza Italia con l'emendamento che puntava a non applicare le disposizioni in tema di tessera elettorale.</div><div>Niente da fare invece per l'ordine del giorno di Luis Durnwalder (Svp), volto a impegnare il Governo, "in sede di esame della riforma del TUEL, a valutare la possibilità di innalzare a tre il limite dei mandati per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti", in modo che solo i cittadini valutino se confermare o no un sindaco già rieletto e non ci siano discriminazioni tra comuni in ragione della popolazione.</div><div><br /></div><div><h3>Partita chiusa?</h3><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdh2WpKSG5AYR1S4p4jpwabLn_bXzWuCIKYJrEpkz1OwbijAkakij9CrujDjvpdvJ1XjEgxbZfGTpdMsb46cqzHB6U2Vd-NXnH55W_Swhqz9Cah6DMvFF0qQmZtHGftS3MkH7huft8f6yohYGc0vSIOzGVL1OOWCmsevqYGJnyvSvvC6IcQK9PxRv2MDo4/s1071/Ptd-Prc.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1071" data-original-width="1071" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdh2WpKSG5AYR1S4p4jpwabLn_bXzWuCIKYJrEpkz1OwbijAkakij9CrujDjvpdvJ1XjEgxbZfGTpdMsb46cqzHB6U2Vd-NXnH55W_Swhqz9Cah6DMvFF0qQmZtHGftS3MkH7huft8f6yohYGc0vSIOzGVL1OOWCmsevqYGJnyvSvvC6IcQK9PxRv2MDo4/w200-h200/Ptd-Prc.jpg" width="200" /></a></div>L'approvazione da parte della I commissione del Senato dell'emendamento Lisei - sia pure nella sua versione più leggera - è un segnale serissimo per le liste che erano convinte di avere diritto di presentarsi senza dover raccogliere le firme in virtù dell'appartenenza (loro o di un partito vicino alla lista) a un partito politico europeo rappresentato a Strasburgo. Vale innanzitutto per la citata lista <b>Pace Terra Dignità</b>, che da ieri sera sa di doversi muovere con estremo urgenza per raccogliere più di 30mila firme in ogni circoscrizione, delle quali almeno 3mila in ogni regione (con tutta la difficoltà che si può immaginare in Valle D'Aosta, Molise e Basilicata); di più, considerando che le liste dovranno essere presentate nelle corti d'appello di Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo tra il 30 aprile e il 1° maggio e che nel frattempo occorrerà dotarsi di tutti i certificati di iscrizione dei sottoscrittori nelle rispettive liste elettorali comunali, la raccolta dovrà essere completata in poco più di 50 giorni. Un compito oggettivamente difficile, anche per un partito con una storia significativa - come il Prc, potenziale latore dell'esenzione che tuttora gli spetterebbe in virtù dell’affiliazione al Partito della Sinistra europea, da esso cofondato - ma con un'organizzazione territoriale non efficace e diffusa come un tempo.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNR2VP5hn9cFDKoYkE3prt26kSWIzFMEb_4VxedqPP0u0X21yS9r8_GgG3F7pCV5j-hRkS4oL9dug7BZqIWVdIJXD7HQEf8iTFhjdB9RUlnIv_rac0SzqAj-T0xBuU1FgT8vIvVpopK3E7j8bU1dzmlAxRRtarZadIZxecLcV9S28MZMZ0Xe60l6QQjEYQ/s800/Volt.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNR2VP5hn9cFDKoYkE3prt26kSWIzFMEb_4VxedqPP0u0X21yS9r8_GgG3F7pCV5j-hRkS4oL9dug7BZqIWVdIJXD7HQEf8iTFhjdB9RUlnIv_rac0SzqAj-T0xBuU1FgT8vIvVpopK3E7j8bU1dzmlAxRRtarZadIZxecLcV9S28MZMZ0Xe60l6QQjEYQ/w200-h200/Volt.jpg" width="200" /></a></div>La situazione non sembra migliore per <b>Volt</b>, che tra l'altro non è nemmeno ufficialmente un partito politico europeo a ogni effetto, pur essendo un'organizzazione politica paneuropea e transnazionale. Per quella forza politica, in alternativa all’ardua ricerca dei sottoscrittori, resterebbe aperta solo la possibilità di concorrere a una delle liste certamente esenti dalla raccolta firme (come avvenne nel 2022, quando partecipò alle elezioni politiche all’interno della lista del Partito democratico - Italia democratica e progressista): potrebbe concorrere a migliorare il risultato della lista, se si federasse a partiti medio-piccoli potrebbe anche essere determinante per raggiungere la soglia di sbarramento del 4%, ma in ogni caso avrebbe molta meno visibilità.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudGFJi7Tmbs7v1KuM5_Y2D4VQKhLQiLEnESEtfrNQuJnc-o284jPoD3ONg71O-XgpcreOdMo_MPkP9nmf21Qt0LRi30Hv0RHEyjApe7-TuLaCQ5XEqDP-5PlmHFd31Ch4eqsj10lE1Pc0fVkP60TyhXQHk0dgdEXXrsrCT5bMlRtiEYymlLFJlarn1bdK/s395/Patto%20autonomie%20ambiente.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="395" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudGFJi7Tmbs7v1KuM5_Y2D4VQKhLQiLEnESEtfrNQuJnc-o284jPoD3ONg71O-XgpcreOdMo_MPkP9nmf21Qt0LRi30Hv0RHEyjApe7-TuLaCQ5XEqDP-5PlmHFd31Ch4eqsj10lE1Pc0fVkP60TyhXQHk0dgdEXXrsrCT5bMlRtiEYymlLFJlarn1bdK/w200-h199/Patto%20autonomie%20ambiente.jpg" width="200" /></a></div>Lo stesso <b>Patto autonomie ambiente</b>, progetto-sorellanza legato al partito europeo Efa - alleanza libera Europea (grazie a varie forze politiche che ne fanno parte, a partire dal Patto per l'autonomia del Friuli-Venezia Giulia), non potrebbe più evitare la raccolta firme, a meno di unirsi anche "simbolicamente" - per mantenere una certa omogeneità sul piano dell'autonomismo - a un altro partito aderente all'Efa, cioè l’Union valdôtaine. Svanirebbero anche, allo stesso tempo, le speranze di chi contava su altri partiti iscritti a soggetti politici europei rappresentati a Strasburgo per presentare le proprie liste, come avevano fatto il Popolo della Famiglia (grazie ad Alternativa popolare) e i Popolari per l'Italia - entrambi i membri del Ppe - nel 2019.</div><div>In una nota, Rifondazione Comunista ha parlato di "vergognoso blitz antidemocratico" che "cambia le regole del gioco a partita iniziata”, sottolineando che "questo scippo può essere fermato alla Camera" e chiedendo che si intervenga lì con un emendamento. in realtà, la vera e ultima sede per intervenire sembra essere soltanto l'aula di Palazzo Madama: una volta arrivato a Montecitorio, infatti, è molto probabile che il testo venga "blindato" anche perché è già passato più di un mese dalla sua presentazione, dunque è trascorso oltre metà del tempo per la sua conversione. Ci si permette di sperare che qualche forza politica presente in Senato per esempio un emendamento per codificare l'esenzione legata all'appartenenza a un partito politico europeo rappresentato a Strasburgo (così da ritornare almeno alla <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/verso-le-europee-ecco-cosa-dicono-sui.html" target="_blank">condizione prospettata nel 2019 dalla guida del Viminale</a>): in questo modo il dibattito avverrebbe in aula, dunque con una pubblicità decisamente Maggiore fino a quella avuta sinora, cosa che richiederebbe maggiore responsabilità alle forze parlamentari. Tutte.</div></div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-13888753836076914502024-03-01T16:13:00.241+01:002024-03-06T20:56:26.176+01:00Calenda si prepara al voto: nel simbolo di Azione ritorna Siamo Europei<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSBi9OTEhuoOr-EVXL-a_z_6EfNnv6MQLFhqEbqFKmWdDGWDbIYKqF8HcJx6UMSzC2kYnHHfx6gOe9y0nz9yHwPj5nCAdOepP3029l5lYnVUNoqLl46vUt6OC-8CSt8JH-A5HnJAiwoPds7rA704w5KLGzn_pUhx7q9zBVEYZIquE_VGtVsHF6uetnoHCP/s500/azione%20-%20Siamo%20europei%20(1).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSBi9OTEhuoOr-EVXL-a_z_6EfNnv6MQLFhqEbqFKmWdDGWDbIYKqF8HcJx6UMSzC2kYnHHfx6gOe9y0nz9yHwPj5nCAdOepP3029l5lYnVUNoqLl46vUt6OC-8CSt8JH-A5HnJAiwoPds7rA704w5KLGzn_pUhx7q9zBVEYZIquE_VGtVsHF6uetnoHCP/w200-h200/azione%20-%20Siamo%20europei%20(1).jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Mancano poco più di tre mesi alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno, due mesi al deposito delle candidature (30 aprile e 1° maggio) e meno di due mesi ai due giorni - 21 e 22 aprile - in cui si dovranno depositare al Ministero dell'interno i contrassegni in vista di quella competizione elettorale. Una competizione che ha le sue peculiarità - valoriali, politiche, tecniche e comunicative - di cui i partiti fanno bene a tenere conto. <b>Non stupisce, quindi, che in vista di queste elezioni le forze politiche abbiano già iniziato a "ritarare" le loro campagne e la loro immagine: questo può valere anche per i loro simboli.</b></div><div style="text-align: justify;">Non c'è ovviamente alcun obbligo di ritoccare il proprio emblema per partecipare a questa competizione elettorale: c'è chi progetta di finire sulle schede esattamente con il fregio politico-elettorale che usa sempre, così come c'è chi si accontenta di finire nelle bacheche del Viminale con il proprio emblema consueto, per marcare anche così la sua presenza. <b>Per alcuni partiti, però, il richiamo europeo è assai più forte, a volte perfino inevitabile o necessario</b>: si pensi a coloro che negli ultimi due appuntamenti con le urne per Strasburgo <b>hanno inserito il logo del partito politico europeo di riferimento nella speranza che questo consentisse di ottenere l'esonero dalla raccolta delle sottoscrizioni</b>. Pure chi non ha il problema delle firme può comunque avere interesse a rendere evidente la propria posizione in Europa: del resto, la Raccomandazione (UE) 2023/2829 della Commissione, del 12 dicembre 2023, su processi elettorali inclusivi e resilienti nell’Unione e sul rafforzamento della natura europea e dell’efficienza nello svolgimento delle elezioni del Parlamento europeo, invita gli Stati membri a "incoraggiare e agevolare la diffusione al pubblico di informazioni sull’affiliazione tra partiti politici nazionali e partiti politici europei prima e durante le elezioni del Parlamento europeo" (magari indicando l'affiliazione sulle schede elettorali) e gli stessi partiti nazionali a "rendere noto pubblicamente, prima dell’inizio della campagna elettorale, a quale partito politico europeo sono affiliati o in procinto di affiliarsi". Dalle elezioni del 1999 è così diventato sempre più frequente che i contrassegni delle europee si arricchiscano del riferimento del rispettivo partito politico europeo (e c'è chi, come Forza Italia, ha scelto di mostrarlo anche nelle altre elezioni).</div><div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYzu0I0iSNx8g14VFIhapBDrrqRWOeM29W5Y3CQCs1YkaIzW1pntwIP1HHwjQZLE815GpTrJI6WdoJLEattxxq82rCbRX59SFEFasBxq1AF_u5g7cm8rUWhRAgOuJ5XTpGOBQU8k8oim-7AJ8xojsPz2GQ-lLkGYByoGU8jUS4OnPB6gu5_tjAXMmlSIMN/s1080/az%20-%20Nos.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYzu0I0iSNx8g14VFIhapBDrrqRWOeM29W5Y3CQCs1YkaIzW1pntwIP1HHwjQZLE815GpTrJI6WdoJLEattxxq82rCbRX59SFEFasBxq1AF_u5g7cm8rUWhRAgOuJ5XTpGOBQU8k8oim-7AJ8xojsPz2GQ-lLkGYByoGU8jUS4OnPB6gu5_tjAXMmlSIMN/s320/az%20-%20Nos.jpg" width="320" /></a></div>Sembra andare in una direzione simile - sia pure <i>sui generis</i> - anche <b>Azione</b>, il partito guidato da <b>Carlo Calenda</b>, che negli ultimi due giorni ha mostrato un simbolo rinnovato, in vista della conferenza stampa che si è svolta ieri al Senato per presentare il percorso comune con <b>Nos</b>, "il primo media-partito al mondo" (come si qualifica sul suo sito), fondato pochi mesi fa da Alessandro Tommasi (già fondatore di Will Media). Quella realtà merita senz'altro attenzione - anche se il suo emblema è molto semplice, essendo costituito da un cerchio azzurro con al centro il nome in nero, con la "O" formata da due parentesi - ma ad attirare gli occhi è soprattutto la nuova versione del fregio calendiano, con il nome sfumato blu-verde spostato verso l'alto, subito sopra l'espressione "con Calenda" (ovviamente con il cognome del segretario in evidenza, ma non più tutto maiuscolo); la parte inferiore del cerchio è sempre tinta di blu (ma invece che un semicerchio è un segmento a base convessa, con due piccoli elementi curvilinei verdi che spuntano ai lati), ma al suo interno è stato ripescato il logo di <b>Siamo Europei</b>, cioè il <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/02/calenda-e-de-magistris-simboli.html" target="_blank">manifesto lanciato a gennaio del 2019 da Calenda</a>, legato presto <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/siamo-europei-calenda-mostra-i-primi.html" target="_blank">alle stelle europee e al blu</a>, poi finito nel <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/pd-ecco-il-primo-simbolo-composito-con.html" target="_blank">contrassegno composito presentato alle europee dal Pd</a> (convivendo anche, a dispetto del grafico malcapitato, con il fumetto rosso del Pse). Dopo le elezioni che mandarono Calenda a Strasburgo e dopo la scelta - da lui e da Matteo Richetti non condivisa - di dare vita al secondo governo Conte con il MoVimento 5 Stelle, l'associazione Siamo Europei si trasformò nel partito Azione, tra novembre del 2019 e (formalmente) i primi mesi del 2020: il blu rimase (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/11/calenda-e-richetti-una-freccia-per.html" target="_blank">con tanto di freccia</a> nel nome, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2021/10/nuova-fase-di-azione-calenda-dal-blu-al.html" target="_blank">dal 2021 sfumato anche con il verde</a>), mentre le dodici stelle d'Europa disposte ad arco furono abbandonate.</div><div style="text-align: justify;">Il ritorno del fregio del 2019, del resto, era stato in qualche modo annunciato. Già l'11 gennaio scorso era stato lanciato in Rete un filmato con Calenda, intitolato "Siamo Europei, è ora di dimostrarlo". Di seguito si riporta parte del <a href="https://www.azione.it/siamo-europei-e-ora-di-dimostrarlo/" target="_blank">testo abbinato a quel messaggio</a>:</div><div style="text-align: justify;"><i></i></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Esattamente cinque anni fa lanciammo il manifesto “Siamo Europei” per riunire le forze – politiche e della società civile – che si riconoscevano nei valori europei e avevano chiari i punti necessari per far progredire l’Unione e approdare agli Stati Uniti d’Europa. Era l’epoca dell’alleanza tra Salvini e Conte e dell’improbabile governo giallo-verde. Se rileggerete quel manifesto, che molti di voi firmarono, capirete che la sfida è rimasta esattamente la stessa e i problemi sono immutati.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i style="text-align: left;">Tante cose sono accadute nel mondo in questi cinque anni, ma siamo immersi nella più profonda crisi che l’Occidente abbia mai affrontato. La stessa cosa vale per l’Italia. Cinque anni fa c’era un Governo populista e oggi c’è un Esecutivo sovranista. Entrambi sono ai margini dell’Europa e delle decisioni dell’Unione. Rispetto a cinque anni fa l’Italia è solo più spossata. Meno cittadini votano e le forze politiche aderenti ai grandi partiti europei – Forza Italia e PD – sono più deboli e sottomesse a populisti e sovranisti. Azione nasce da Siamo Europei proprio in occasione della drammatica scelta del PD di dar vita al Conte Due, tradendo tutte le promesse fatte agli elettori e i contenuti di quel manifesto che pure tutta la </i><span style="text-align: left;">leadership</span><i style="text-align: left;"> democratica aveva firmato.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i style="text-align: left;">A cinque mesi dal prossimo voto europeo Azione ha deciso di riprendere il percorso proprio da quel manifesto [...] che vi chiedo di rileggere. Siamo Europei sarà nel nostro simbolo e sarà il nostro slogan alle prossime elezioni europee.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div><i>Il Manifesto si apriva così: “Siamo Europei. Il destino dell’Europa è il destino dell’Italia”. Questo per noi è l’assunto fondamentale da cui discende anche la nostra posizione politica in Italia.</i> </div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Siamo disponibili a discutere alleanze, programmi, simbolo e liste con tutte le forze politiche che fanno parte come noi dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa. E in questo senso speriamo di raggiungere presto, come già accaduto con PER e con i Socialisti Liberali, un accordo con gli amici di PiùEuropa e dei LiberalDemocraticiEuropei. Ma il tempo corre veloce e c’è bisogno di far partire una mobilitazione dell’Italia seria, quella che lavora, produce, studia e si impegna.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Quindi partiamo con grande forza e convinzione. L’Italia ha bisogno di Azione ma Azione ha bisogno di te, del tuo sostegno. [...] Siamo Europei. Adesso va dimostrato.</i></div></blockquote><div><i></i></div></div><div style="text-align: justify;">Vale la pena precisarlo: <b>non è affatto detto che il simbolo mostrato arrivi sulle schede elettorali</b>, così come non è scontato nemmeno che finisca così com'è nelle bacheche del Viminale. Certamente lo slogan del 2019, dal significativo potere di identificazione con l'Europa - in un tempo in cui, come cinque anni fa, molte persone vorrebbero piuttosto cambiare, rivoluzionare o demolire quest'Europa - era <b>uno strumento che Calenda, insieme al resto del gruppo dirigente del Partito, aveva interesse a spendere</b>: in fondo è stato il primo elemento di riconoscimento, in grado di fruttare un eletto con molte preferenze. Non sfugge, tuttavia, che il simbolo "ritoccato" non è di fatto reperibile sui canali ufficiali del partito (se non nel materiale promozionale della conferenza stampa ricordata prima, occasione in cui è comunque stato mostrato in pubblico); non si deve dimenticare nemmeno che proprio Siamo Europei, pur avendo permesso l'elezione di Calenda, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/08/le-liste-e-le-firme-il-valore-delle.html" target="_blank">non sarebbe stato sufficiente ad assicurare ad Azione l'esonero dalla raccolta firme in vista delle elezioni politiche del 2022</a> (visto che l'unico eletto a Strasburgo non era stato ottenuto "con proprio contrassegno", ma con un simbolo composito depositato solo dal Pd) e aveva costretto a cercare alleati che godessero dell'esenzione. <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/08/azione-corsa-solitaria-forzata-se-non.html" target="_blank">Rotto il patto con +Europa </a>(per allontanarsi dal Pd), si costituì <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/08/italia-viva-e-azione-sotto-il-segno-di.html" target="_blank">l'alleanza con l'esonerata Italia viva</a>: la soglia di sbarramento fu ampiamente superata, ma dell'esito post-elettorale si sono occupate a lungo le cronache.</div><div style="text-align: justify;"><b>Questa volta Azione è certa di godere dell'esonero dalla raccolta firme</b>, non per l'elezione di Calenda nel 2019 ma in virtù del gruppo parlamentare su cui tuttora conta alla Camera; citare l'esperienza di Siamo Europei non era necessario, ma ha certamente vari lati positivi in questa fase. La disponibilità a "discutere alleanze, programmi, simbolo e liste" con tutte le forze politiche italiane dell'Alde (Italia viva appartiene invece al Partito democratico europeo) potrebbe preludere a trasformazioni grafiche, ma intanto l'elemento identificativo è stato recuperato e si è messo un punto fermo. </div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-27589353624377130142024-02-22T23:00:00.003+01:002024-02-24T19:13:26.114+01:00M5S originario, regolamenti del 2014 e del 2016 invalidati. E ora?<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKd6h4pYE2nU7mPNhYoLhsMB3Wc5090IF9EHScK-CV5oT_bdTAsVNrC317pmV6itkBJx-4ZF12tTsHsjNXQXOb7mp9P0oDodY9ZhI-_avcRm49pyhvZbnTNkEakA2JbGkZeGGMmqNaUhwzM-37wVN5O4n3Ui-sF7bElQSOwMq-hLeXRd_iZmhWyjJiXle7/s800/M5S%20regolamento%20nullo%20(1).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKd6h4pYE2nU7mPNhYoLhsMB3Wc5090IF9EHScK-CV5oT_bdTAsVNrC317pmV6itkBJx-4ZF12tTsHsjNXQXOb7mp9P0oDodY9ZhI-_avcRm49pyhvZbnTNkEakA2JbGkZeGGMmqNaUhwzM-37wVN5O4n3Ui-sF7bElQSOwMq-hLeXRd_iZmhWyjJiXle7/s320/M5S%20regolamento%20nullo%20(1).jpg" width="320" /></a></div>Davvero il tempo è la migliore medicina? <b>Di certo lo scorrere del tempo non aggiusta, non sana tutto, anche in ambito giuridico</b>; esiste, è vero, l'istituto della prescrizione (per cui lo Stato, trascorso un certo tempo, accetta che chi ha commesso un determinato reato non venga punito o che un determinato diritto non possa più essere esercitato in caso di inerzia del titolare), ma non per questo è sufficiente lasciar passare il tempo per rendere un problema o una potenziale violazione del diritto meno attuale. </div><div style="text-align: justify;">Sembra dimostrare la validità di quest'osservazione anche nell'ambito del "diritto dei partiti" una recente ordinanza della prima sezione civile della Corte di cassazione (la n. 3575/2024) emessa a seguito di un ricorso del <b>MoVimento 5 Stelle</b>, a conclusione di un contenzioso avviato all'inizio del 2017 da alcuni iscritti a quello che da alcuni veniva già chiamato M5S-1 (quello che era stato fondato nel 2009 e si qualificava come "non associazione" regolata da un "non statuto", con sede presso l'indirizzo <i>www.movimento5stelle.it</i>), per distinguerlo dall'associazione omonima con sede <span style="white-space-collapse: preserve;">a Genov</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a (M5S-2)</span> fondata nel 2012 per f<span style="white-space-collapse: preserve;">acilit</span><span style="white-space-collapse: preserve;">are l</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a present</span><span style="white-space-collapse: preserve;">azione di c</span><span style="white-space-collapse: preserve;">andid</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ature </span><span style="white-space-collapse: preserve;">alle elezioni n</span><span style="white-space-collapse: preserve;">azion</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ali</span>.</div><div style="text-align: justify;">L<span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aus</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a contro il M5S-1 er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a n</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a per inv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alid</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are le vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni <i>online</i> con cui si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">approv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati qu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alche emend</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al "non st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto" e un nuovo regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento per l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione", colpendo di conseguenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alidità di quegli stessi </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atti. Se in primo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado - e si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a già </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arriv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al mese di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aprile del 2020 - </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">le dom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ande </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate tutte rigett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale civile di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a (con loro cond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ann</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle spese)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, nel 2023 l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a corte d'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">appello di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a rib</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alt</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il verdetto, dichi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando inv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alido il voto del 2016 e, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a monte, pure il precedente regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento pubblic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fine del 2014 (dichi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando inter</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amente soccombente il M5S). L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione, respingendo il ricorso del M5S, h</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a conferm</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il contenuto dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di secondo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado, d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando quindi r</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">agione </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ai ricorrenti. V</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale però l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a pen</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a ripercorrere le t</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">appe dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a vicend</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a per poterl</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">apire meglio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></div><h3 style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Le vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni su "non st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto" e regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento e l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto di cit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione</span></h3><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Nei primi giorni del 2017 er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato notific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al MoVimento 5 Stelle un </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto di cit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione, con cui </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">cinque </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attiVisti</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione" del 2009 (M5S-1) </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano chiesto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di <b>dichi</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ar</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>are inesistenti o nulle</b> (o comunque di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">annull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are) <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank"><b>le vot</b></a></span><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>azioni</b> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">svoltesi sul sito del MoVimento </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">tra </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">il 27 settembre 2016 e il 26 ottobre 2016 <b>sull'</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">accoglimento di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alcune proposte di modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a del "non st</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>atuto"</b> <b>e del </b></span></a><b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">regol</span></a><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank">amento</a></span></b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, fino </span></a><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><span style="color: #0000ee;"><u>a quel momento</u></span></span><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/m5s-si-cambiano-le-regole-forse-ma.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> meno noto</span></a><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> (scegliendo, tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altro, se m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">antenere o elimin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzione dell'espulsione</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">); in via cautelare, poi, era stata chiesta la sospensione dell'efficacia dei voti espressi, perché non fosse pregiudicata la vita regolare del MoVimento 5 Stelle. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Le votazioni sulle modifiche - cui </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avrebbero p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artecip</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">87.213 iscritti</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> dei </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">135.023 </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abilitati a partecipare al voto (qu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ali iscritti entro il 1° genn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aio 2016), con un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aggior</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a schi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">acci</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ante </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avore delle modifiche </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al "non st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto" e </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento e con un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a nett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a preferenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a per l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a versione di quest'ultimo con le espulsioni - er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">state attivate</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> poco dopo l'emissione di due ordin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anze da parte dei tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ali civili di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a e di N</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">apoli che </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano sospeso in vi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">autel</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie espulsioni di attiVisti pronunciate sulla base di un primo regolamento prodotto dallo staff di Beppe Grillo e dal contenuto difforme rispetto al "non statuto", anche con riferimento alle norme in materia di espulsione. L'ordinanza di reclamo del tribunale di Napoli, tra l'altro, aveva precisato che, "nonostante il Movimento 5 Stelle nel suo statuto ('Non-statuto') non si definisca 'partito politico', ed anzi escluda di esserlo, di fatto ogni associazione con articolazioni sul territorio che abbia come fine quello di concorrere alla determinazione della politica nazionale si può definire 'partito'" e aveva chiarito che [l]e norme contenute nel Regolamento pubblicato sul portale del <i>leader</i> politico del Movimento non possono disciplinare le materie, come quella dell'esclusione degli associati, riservate dalla legge alla competenza assembleare, in mancanza di una disposizione in tal senso dello statuto; né quel Regolamento può essere inteso come fonte idonea a modificare le norme dello statuto, in quanto le modificazioni dello statuto sono soggette ad un procedimento assembleare 'rinforzato'". </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Per gli associati che avevano impugnato l'approvazione del (nuovo) regolamento e le modifiche al "non statuto" (sostanzialmente volte, queste ultime, a integrare il documento con il citato regolamento), i vizi da far valere erano vari. Innanzitutto, a loro dire, era stato violato l'art. 36 del codice civile (in base al quale "L'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche sono regolati dagli accordi degli associati", per cui - in assenza di norme statutarie differenti - il "non statuto" doveva essere modificato all'unanimità) o comunque dell'art. 21, comma 2 c.c. (per cui "[p]er modificare l'atto costitutivo e lo statuto, se in essi non è altrimenti disposto, occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti"): <b>avrebbe partecipato al voto meno del 70% degli iscritti, per giunta senza possibilità di discussione collegiale</b> - che permettesse di parlare di una vera e propria "assemblea" - ma con la sola opzione tra alternative secche. Altro motivo di invalidità delle votazioni (e dei documenti che si volevano approvare con questi) sarebbe stato <b>aver escluso dall'elettorato attivo le persone iscritte al MoVimento 5 Stelle a partire dal 1° gennaio 2016</b>: nessuna norma (non) statutaria prevedeva limiti minimi di anzianità di iscrizione per esercitare il diritto di voto - come accade con molti statuti di partiti - né esistevano altre forme di accordi tra gli associati sul punto; l'esclusione di quei soci, in più, avrebbe abbassato scorrettamente il <i>quorum</i> di validità del voto (che, per gli attori, si sarebbe dovuto calcolare sul totale dei soci, senza esclusioni). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Volendo considerare quella in cui si è votato un'assemblea (pur se svolta online e senza compresenza), doveva ritenersi <b>illegittimo anche il mezzo di convocazione</b> perché, in assenza di specifiche disposizioni nel "non statuto", si sarebbe dovuto usare un avviso personale, cui non può essere assimilato un messaggio di posta</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> elettronica </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ordinaria (non in gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado di d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are certezz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">del recapito o di consentire l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a verific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arità dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a convoc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">). Uno degli </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attori, poi, l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a ricezione dell'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avviso di convoc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione/vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, essendo il suo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><i>account</i> per accedere al portale </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">"</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">immotivatamente </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">disabilitato": egli ritenev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> che ciò b</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ast</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">asse </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a rendere </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">annull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abili le deliber</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Circ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l'oggetto delle vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni, per i soci impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anti </span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">non risult</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a inn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzitutto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">chi</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>aro</b>, poiché si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato su tre quesiti contestu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ali,</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>quale fosse il testo del regolamento che avrebbe </b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>dovuto integrare lo Statuto</b>" </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">(quello diffuso nel 2014, di cui i giudici di N</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">apoli </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano messo in luce </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alcuni difetti, o un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a delle due versioni proposte d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al terzo quesito), così si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di fronte </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a deliber</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a con oggetto indetermin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abile, dunque </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">annull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abile. </span><span style="white-space-collapse: preserve;"><b>A</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ltre</b> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>contest</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni er</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ano rivolte </b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> singole previsioni regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ari</b>: tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a queste, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">quelle che, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> al Capo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">politico e al Comitato d'appello "poteri decisionali superiori a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">quelli del singolo associato" </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">(sulle</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni su modifiche </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al "non st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto" o </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento), </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avrebbero viol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">il principio paritario dell'<i>uno vale uno</i>"; quelle che rendev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a richiest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> di un'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assemble</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">più </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ardu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a rispetto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a qu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anto previsto d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al codice civile (</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">art. 20), che p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> non g</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">antire </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">i diritti di informazione e partecipazione </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">informata di ogni associato (convoc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assemblee con 24 ore di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anticipo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">vi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a post</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a elettronic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a ordin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ari</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a) o i crismi tipici di un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sedut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">(voto <i>online</i> senz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a verifiche sull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a corrett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a form</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione dell'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assemble</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a e senz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a discussioni o proposte), che deleg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">"la verifica </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">dell'abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti" </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">un "organismo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">tecnico indipendente, nominato [...] dal </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">consiglio direttivo dell'associazione" (imm</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">agin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando che il direttivo fosse quello del M5S-2 fond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato nel 2012, non quello dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione" fond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a nel 2009), quelle volte </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzion</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">promozione, organizzazione o </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">partecipazione a cordate o gruppi riservati di iscritti", il "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">compimento di atti diretti ad alterare il regolare svolgimento </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">delle procedure per la selezione dei candidati", l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">violazione degli obblighi assunti </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all'atto di accettazione della candidatura” o l'essere incorsi in "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">mancanze che abbiano provocato o rischiato di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">provocare una lesione all’immagine od una perdita di consensi </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">per il MoVimento 5 Stelle" o nel ril</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ascio di dichi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni su procedimenti disciplin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ari in corso (si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">indetermin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atezz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alcune condotte o l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a possibilità che le s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzioni viol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assero l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a tutel</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a delle minor</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anze</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, il metodo democr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atico o l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a libertà di m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span></div><h3 style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di primo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado (2020) </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avore del M5S</span></h3><div style="text-align: justify;"><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Il MoVimento 5 Stelle </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a risposto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle contest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni che er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano st</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ate mosse</b>, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alleg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando inn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzitutto di essere </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">una "non associazione", neg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando che fossero </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a esso </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">applicabili le norme sulle associazioni non riconosciute (incluse quelle sull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a convoc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione delle </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assemblee e sulle modifiche st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie) e rivendic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando comunque le peculi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arità di un'oper</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atività "in rete"</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">. </span><span style="white-space-collapse: preserve;">A</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">vev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a pure not</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato che nessuno </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a form</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">almente </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento del 2014 - comunque </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">accett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato "per f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atti concludenti" d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a chi, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attori inclusi,</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artecip</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni <i>online</i> - </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">che prevedev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l’assemblea degli iscritti, le forme di voto (<i>online</i>)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, il </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><i>quorum</i> deliberativo (un terzo degli iscritti) e le procedure di modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a del regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento stesso. L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a possibilità di discutere, prim</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a e dur</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ante il voto,</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">averso il blog del M5S </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avrebbe g</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">antito il diritto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artecip</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione inform</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a; </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l’aggiornamento del sito con c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">adenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">annu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale (</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fine </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno), previsto d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avrebbe dovuto f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">adere le l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amentele per l'esclusione d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al voto degli iscritti dopo il 1° genn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aio 2016, in più gli iscritti che non si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano espressi si s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbero dovuti consider</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are semplicemente </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">astenuti. Qu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">lle </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altre contest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni, per il MoVimento er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano infond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate: l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a person</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a che </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a su</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a impossibilità di p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artecip</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al voto (per </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><i>account</i> dis</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abilit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato) s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbe st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sospes</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a oltre un </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">per l'indebito uso del nome e del marchio del MoVimento" (senz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a che fosse impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a quell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzione)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">; v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie delle disposizioni del nuovo regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento contest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate riproducev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano testi già presenti nel documento del 2014 (e le s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzioni l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano congrue perché er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano volte </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a re</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">agire </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">gravi motivi ostativi alla permanenza del rapporto associativo").</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a un rinvio e l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altro (ma dopo che era stata negata la tutela cautelare chiesta dagli attori), l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a precis</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione delle conclusioni del processo di primo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anti </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al giudice monocr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atico del tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale civile di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arriv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fine del 2019, mentre<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/12/il-nuovo-m5s-la-terza-associazione-con.html" target="_blank"> <b>il 20 dicembre</b></a></span><b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/12/il-nuovo-m5s-la-terza-associazione-con.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> 2017 D</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avide C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">as</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aleggio e Luigi Di M</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aio </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano costituito con </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto not</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arile l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a terz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione denomin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span></a></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/12/il-nuovo-m5s-la-terza-associazione-con.html" target="_blank">a MoVimento 5 Stelle</a></b> (il M5S-3), con sede </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a - presso lo studio leg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale di </span><span style="white-space-collapse: preserve;">Andrea</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> Ci</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ann</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avei, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avvoc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato del M5S </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche nel processo di primo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">che si st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a consider</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando - e con il simbolo ottenuto in semplice uso d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al M5S-2 fond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato nel 2012</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">.</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> Com'è noto, è st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il M5S-3 - con </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Beppe Grillo come g</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ante - </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artecip</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle elezioni politiche del 2018 e </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle europee del 2019 (fino </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle ulteriori modifiche st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie subite d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al 2021 in </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anti) e </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a oper</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are, gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azie </span><span style="white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">gli iscritti </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione" che si tesser</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione fond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a nel 2017 </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">e </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">i nuovi </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aggiuntisi in seguito</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">: dopo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altre pronunce non f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avorevoli </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al M5S-1 (in p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">articol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/04/genova-il-tribunale-da-ragione.html" target="_blank">l'ordin</a></span><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/04/genova-il-tribunale-da-ragione.html" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a del tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale di Genov</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a che </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ad </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aprile del 2017 </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sospeso l'esclusione d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle "comun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie" genovesi dell'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aspir</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ante list</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a leg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a M</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arik</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assim</span></a><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/04/genova-il-tribunale-da-ragione.html" target="_blank">atis</a>)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a prob</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abilmente ritenuto più opportuno e "sicuro" mettere in c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ampo un soggetto politico e giuridico nuovo, non colpito d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle contest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni precedenti, "rottamando" di fatto per svuotamento la "non associazione" del 2009. Queste novità, però, non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto venire meno l'interesse </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a definire l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aus</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avvi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all'inizio del 2017.</span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di prime cure er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a emess</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fine di </span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>aprile del 2020</b> d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al giudice </span><span style="white-space-collapse: preserve;">Aldo</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> Ruggiero (XVI sezione civile) del tribun</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a: <b>il MoVimento 5 Stelle er</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a risult</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato vincitore e i cinque soci del "vecchio" M5S del 2009 che </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato le vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni del 2016 er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati cond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ann</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ag</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>amento delle spese</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Il giudice </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a inn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anzitutto conferm</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> che </span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione" MoVimento 5 Stelle dovev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a inqu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">adr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arsi come </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione non riconosciut</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a</b>, perché si tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">att</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a pur sempre di "un'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aggreg</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione di persone dirett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a perseguire determin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate fin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alità nell'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ambito di un confronto interno", dunque si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di fronte </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a un "fenomeno </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ativo" </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dispetto dei nomi utilizz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati. Già in quell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sede, però, l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a riconoscev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a che chi </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aderiv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione così configur</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anifest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">una adesione di natura contrattuale alla associazione ed al regolamento che vengono proposti", con t</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anto di "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">accettazione informata e volontaria del contenuto del regolamento a cui si aderisce"</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">: gli stessi </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attori non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avrebbero rilev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato "vizi nell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a loro m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anifest</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione di volontà", per cui si dovev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a presumere che si fosse form</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">in modo pienamente consapevole ed informato delle modalità operative dell’Associazione convenuta e dei suoi principi ispiratori, con tutte le peculiarità che la connotano".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Questa premessa serve al giudice per rilevare che "ogni associazione [...], in virtù delle regole che si è data (e che sono state accettate dagli associati) può anche limitare, nell'ambito dei diritti disponibili [...], le facoltà e gli oneri dei soci, attribuendo loro posizioni disomogenee", purché questo sia accettato da ogni socio e purché l'associazione segua effettivamente "le regole che gli stessi associati si sono date": <b>quelle regole interne che derogano ai principi generali potrebbero essere anche state adottate in modo illegittimo, ma se nessuno impugna gli atti che hanno introdotto quelle regole, quelle regole sopravvivono</b> e i soci che non le hanno impugnate devono adeguarvisi. E<b> i cinque attori non avevano impugnato il regolamento del 2014</b>, né è stato dichiarato illegittimo in altri processi: considerando che proprio quel vecchio regolamento conteneva sia molte delle disposizioni contestate del nuovo regolamento, sia alcune regole derogatorie alle disposizioni del codice civile in materia di associazioni (incluse quelle che disciplinavano la procedura di modifica del documento fondativo, la forma delle convocazioni, il <i>quorum</i> di validità e la maggioranza necessaria), per il giudice di primo grado non c'erano profili di illegittimità, anche perché il regolamento - vecchio e nuovo - non pregiudicava alcun diritto indisponibile. Quanto all'attore escluso dal voto, questi - secondo il giudice di prime cure - "avrebbe dovuto far valere tale posizione al momento della sua sospensione ed al momento della disattivazione del suo <i>account</i>"; in più, sempre secondo il magistrato, l'attore "era perfettamente a conoscenza della sua posizione e della sua impossibilità a votare, come da regolamento 2014, nel quale è espressamente prevista la disattivazione dell’<i>account</i>".
</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span></div><h3 style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">La sentenza di secondo grado (2023) a favore degli attori</span></h3><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">La decisione del tribunale di Roma aveva evidentemente scontentato i cinque attori: questi avevano dunque presentato appello - attraverso l'avvocato Lorenzo Borrè, che li ha difesi in tutti i gradi di giudizio - riproponendo e argomentando più a fondo molte delle censure contenute nell'atto di citazione, ma mettendo in luce soprattutto alcuni punti, relativi in particolare alla situazione dell'attore cui era stato disattivato l'<i>account </i>e - questione strettamente collegata - a quella del regolamento del 2014. Proprio <b>questi elementi hanno convinto la Corte d'appello di Roma</b> - seconda sezione specializzata in materia d'impresa - <b>a riformare in modo consistente la prima sentenza alla fine di febbraio del 2023, dichiarando l'invalidità sia del regolamento pubblicato nel 2014, sia delle successive votazioni del 2016</b> sul "non statuto" e sul regolamento. Nel frattempo, peraltro, il M5S-3 fondato alla fine del 2017 aveva cambiato ulteriormente pelle, passando sotto la guida di Giuseppe Conte (dopo la fine delle sue due esperienze di governo) e subendo due modifiche statutarie tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 (legate all'iscrizione del soggetto politico al registro dei partiti). Nemmeno queste ulteriori vicende, però, avevano suggerito agli attori di non insistere nella causa; del resto, solo un anno dopo l'atto d'appello, cioè nel giugno 2021, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2021/10/regolamento-invalido-nuti-sospeso-dal.html" target="_blank">il tribunale di Palermo avrebbe dichiarato per primo l'invalidità del regolamento del 2014 e le delibere del 2016, nel processo che ha dichiarato illegittimi i provvedimenti di sospensione comminati nel 2017 all'allora deputato Riccardo Nuti</a>. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Il collegio di seconde cure aveva confermato - visto che, sul punto, già la sentenza di primo grado era stata netta e il M5S non aveva impugnato quelle parti, sulle quali dunque si era formato il giudicato - che <b>al MoVimento 5 Stelle dovevano applicarsi le norme in materia di associazioni non riconosciute</b>. Questo profilo era rilevante già per la prima questione da affrontare, quella dell'attore escluso dal voto del 2016: i giudici, infatti, avevano rilevato che l'<i>account</i> era stato disabilitato già dal 10 dicembre 2014, vale a dire prima della pubblicazione del regolamento, avvenuta il 23 dicembre 2014. <b>Non si potevano applicare retroattivamente le regole sul procedimento sanzionatorio contenute in un regolamento non ancora "adottato"</b>: non essendo in quel momento stato codificato alcun iter disciplinare (che permettesse di conoscere le contestazioni e di instaurare un contraddittorio), dunque, non poteva parlarsi di alcuna interruzione o sospensione del rapporto associativo (e non si poteva dedurre alcuna acquiescenza alla disabilitazione dell'<i>account</i>) e l'associato avrebbe dovuto poter partecipare alle deliberazioni del 2016. Nei suoi confronti, quindi, le delibere del 2016 risultavano nulle e gli altri soci avrebbero potuto chiedere di invalidarle per la mancata partecipazione di un avente diritto; quel risultato sarebbe stato comunque ottenuto, ma puntando l'attenzione sul regolamento del 2014.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">I giudici partono dalla <b>ricostruzione delle norme che regolavano il MoVimento 5 Stelle</b>, riconoscendo correttamente come prima fonte il "non statuto" del 2009, sostenendo che a questo "ha fatto seguito l'atto costitutivo dell'associazione in data 14.12.12", con tanto di statuto aggiornato a quella data: in quella situazione sarebbe stato pubblicato, alla fine del 2014, il regolamento di cui si è detto poco fa, modificato nel 2016 con le votazioni di cui si è contestata la validità. Si tratta di una ricostruzione che sembra non condividere l'esistenza di due diverse, omonime associazioni (M5S-1 2009, M5S-2 2012), ma in sostanza propone l'idea - non corretta, secondo chi scrive - che vi fosse un solo soggetto giuridico che alla fine del 2012 ha innovato i propri documenti fondativi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">I dubbi su questo passaggio non infirmano però il seguito del ragionamento. Per il collegio, infatti, <b>non poteva dirsi che gli attori non avessero contestato la validità del regolamento del 2014</b>: la richiesta di invalidarlo non era stata espressamente evidenziata nelle conclusioni, ma in vari punti dell'atto di citazione era emersa una critica serrata a quel regolamento, soprattutto perché il documento era stato pubblicato e "imposto" dal vertice del MoVimento senza essere mai votato in alcun modo dall'assemblea degli attiVisti. Per il M5S gli iscritti avevano tacitamente accettato quelle regole come parte del rapporto associativo, ma il collegio era stato di diverso avviso. Nessun voto precedente alla fine del 2014 poteva avere valore ai fini dell'accettazione del regolamento, così come nessun voto successivo aveva riguardato tutti gli attori; comunque, <b>ci sarebbero volute condotte "incompatibili con la volontà di rifiutare quelle regole e di dimostrare - in modo inequivocabile - il loro gradimento"</b>. Considerando che "la consultazione on line lanciata al riguardo nel luglio e poi nel settembre 2016 usa espressamente il termine 'modifica'" con riguardo al regolamento (oltre che al "non statuto"), "non è possibile ritenere sussistente, in assenza di altri elementi gravi, precisi e concordanti, in capo ai singoli votanti una consapevole adesione a quella disciplina [del regolamento del 2014], mai deliberata".
Se non si può dire che i soci avevano accettato quel primo regolamento, occorre applicare la disciplina dettata dal codice (art. 21, comma 2): considerando che il regolamento del 2014 "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">è intervento quanto meno ad integrare e in certi passaggi anche a modificare quanto previsto nello statuto e nell'atto costitutivo dell’associazione" (m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'osserv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione può v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alere </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche se non si consider</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto costitutivo del 2012</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, continu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ando </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a seguire l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a tesi delle due </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni distinte), <b>per </b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">adott</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are il regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">si s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbe dovuto seguire il procedimento codicistico per l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dello st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto, dunque il voto con il <i>quorum</i> di v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alidità del 75% dei soci e il f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avore del</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aggior</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dei presenti.</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> Ciò non si è </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avuto, dunque questo è b</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ast</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>ato </b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">i giudici per </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">accert</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are l'inv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alidità del regol</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>amento del 2014</b> (nell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a si p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arl</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">annull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abilità) e, poiché si er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a b</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">as</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a su questo documento, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>anche delle vot</b></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>azioni del 2016</b>. Il verdetto opposto rispetto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a quello del 2020 h</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a port</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il collegio </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dichi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are il M5S soccombente, con cond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ann</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle spese per entr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ambi i gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">adi di giudizio (con l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a cifr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a, già consistente in prime cure, più che r</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">addoppi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">La conferma in Cassazione</span></h3><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Insoddisf</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">att</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell'esito del giudizio di secondo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado, l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione" del 2009 avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a scelto di impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are in Corte di c</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a pronunci</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a corte d'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">appello di Rom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a; <b>dopo meno di un </b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno è </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arriv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ordin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a Suprem</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a Corte</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, che h</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a respinto il ricorso</b> (con ulteriore cond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ann</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alle spese). Si tratta proprio della pronuncia cui si faceva riferimento all'inizio dell'articolo e che merita di essere considerata con attenzione, come ultimo passo di questa vicenda giuridica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Per prime sono state affrontate le lamentele circa la disabilitazione dell'<i>account</i> di uno degli attori e i suoi effetti. Secondo il M5S l'atto di citazione aveva solo negato che la convocazione del voto del 2016 su "non statuto" e regolamento fosse stata fatta per avviso personale e che l'attore in questione l'avesse ricevuto, senza contestare la sanzione di esclusione avvenuta nel 2014; per i giudici, però, la corte d'appello si era limitata a notare che, mancando allora norme statutarie o regolamentari sui procedimenti disciplinari e non essendovi stato recesso dell'associato o delibera assembleare di esclusione - uniche ipotesi che, per il codice civile, fanno venire meno l'adesione - il socio era ancora parte dell'associazione e aveva diritto di parteciparvi senza bisogno di contestare nulla, per cui "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">la sua esclusione dal procedimento di votazione rendeva illegittimo il deliberato per assenza di un avente diritto". Non è poi stato condiviso il ragionamento in base al quale, se per il "non statuto" "l'adesione al MoVimento 5 Stelle non prevede formalità maggiori rispetto alla registrazione ad un normale sito internet", la stessa espulsione o esclusione dal M5S non avrebbe richiesto altro che la disabilitazione dell'<i>account</i> dell'attiVista ad opera del soggetto gestore della piattaforma. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">La Corte di cassazione si è poi occupata delle censure sull'annullamento del regolamento del 2014. <b>Per l</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a difes</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> del MoVimento 5 Stelle, gli </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">attori non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano impugn</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato quel regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento, così l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a corte d'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">appello non si s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbe dovut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a esprimere</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> sull</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a su</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alidità; secondo il Supremo collegio, invece, i giudici di secondo gr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ado non er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati oltre le richieste degli </span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>attori</b>, perché </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ano "d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">rilievo, nell'individuare quale fosse l'oggetto del giudizio, al tenore complessivo dell'atto di citazione e non alle sole conclusioni ivi formulate". L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a cit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione, inf</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atti, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato l'inv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alidità si</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a di disposizioni del regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento presenti </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche nel testo del 2016 (e non modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate), si</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell'intero regol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amento innov</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato,</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> illegittimo perché frutto di modifiche di un testo origin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ario </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">su cui l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">assemble</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dei soci non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ai vot</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato. Quell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ament</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al M5S con il ricorso, più che l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a corrispondenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a chiesto e pronunci</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato, s</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbe </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a scorrett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a interpret</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a, m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a per l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione questo richiederebbe "</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">un tipico accertamento in fatto, insindacabile in cassazione salvo che sotto il profilo della correttezza della motivazione della decisione impugnata sul punto" (e qui</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a motiv</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione er</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fornit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Il M5S aveva infine insistito sul fatto che, in realtà, gli associati (inclusi gli attori) avrebbero accettato "per fatti concludenti" (dunque in concreto) il regolamento del 2014 - al punto tale da rendere irrilevante la mancata approvazione del testo da parte dell'assemblea - mentre la corte d'appello avrebbe valutato diversamente i fatti. Il collegio di legittimità, invece, ha rilevato come i giudici di secondo grado avessero accertato "l'assenza di una condotta di accettazione del regolamento pubblicato a dicembre 2014" da parte degli attori (non solo di quelli che non avevano votato); ha poi confermato che, essendo integrativo e modificativo delle norme (non) statutarie del M5S, il regolamento avrebbe dovuto essere deliberato dall'assemblea del MoVimento con almeno il 75% dei soci presenti e la maggioranza dei partecipanti al voto (non contenendo il "non statuto" norme <i>ad hoc</i> per la sua modifica). <b>Considerato "il ruolo cardine dell’assemblea anche nelle associazioni non riconosciute</b>, [...] <b>[n]on si può affermare che l’associato, che non aveva votato alcuna delibera </b>(quanto alle modifiche del Regolamento del dicembre del 2014 soltanto pubblicate sul sito), <b>non potesse impugnare per invalidità tali modifiche e, di riflesso, quelle adottate nel 2016, in difetto di un comportamento di tacita accettazione,</b> che deve essere inequivocamente rivelatore di un determinato volere con un preciso contenuto sostanziale [...] e, nella specie, del proposito di non contrastare gli effetti delle modifiche statutarie così da risultare sicuramente incompatibile con la volontà di avvalersi del diritto di impugnarle".
<br /></span></div><h3 style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Quali effetti dell'invalidità (anche sul simbolo)?</span></h3><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Ora che la vicenda processuale del regolamento del "primo" MoVimento 5 Stelle si è conclusa, viene spontaneo domandarsi quali possano essere le conseguenze, se si considera che la "non associazione" fondata nel 2009 (M5S-1) di fatto non opera più politicamente dalla fine del 2017 e ha vissuto essenzialmente nelle aule di tribunale, viste le varie cause in cui è stato coinvolto sin qui. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">In teoria, dunque, <b>l'annullamento del regolamento del 2014 e delle modifiche di due anni dopo allo stesso regolamento e al "non statuto" ha riportato il MoVimento 5 Stelle al suo stadio iniziale... o quasi</b>: lo stesso "non statuto" ha due versioni, una del 10 dicembre 2009 (ancora legata al simbolo iniziale, con in basso il sito <i>Beppegrillo.it</i> e registrato come marchio a nome di quest'ultimo) e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/02/e-ufficiale-il-simbolo-del-m5s-cambia.html" target="_blank">una del 15 febbraio 2016 (che segue alla modifica dell'emblema, ritoccato con il sito <i>Movimento5stelle.it</i> sulla base dell'esito di una consultazione <i>online</i> e registrato come marchio a nome dell'associazione fondata nel 2012)</a>; non è dato sapere con quale procedimento siano state apportate le modifiche, ma<b> in mancanza di altre decisioni dei giudici deve considerarsi vigente il "non statuto" aggiornato al 15 febbraio 2016</b> (che, come il precedente, prevede anche l'espressa autorizzazione "di volta in volta e per iscritto" all'uso del nome e del marchio del M5S alle persone candidate).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Il venir meno del regolamento, peraltro, fa "decadere" le sue disposizioni che citano proprio il simbolo. Oltre a quelle che citavano le persone da candidare, candidate o elette "sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle", non è più formalmente previsto che "Gli iscritti al MoVimento 5 stelle non possono né rappresentare il MoVimento 5 Stelle, né utilizzare il simbolo per iniziative e manifestazioni non espressamente autorizzate dal capo politico del MoVimento 5 Stelle o, se nominati, da delegati territoriali". Il "non statuto", però, continua a mettere </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">il simbolo adottato ufficialmente nel 2016 </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">nelle mani del M5S-2 (2012), </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione "unic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a titol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are dei diritti d'uso dello stesso": difficile dunque imm</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">agin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a qu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">alche </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">apertur</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a nel regime di concessione del fregio</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">Non si può poi ovvi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amente tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ascur</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are come <b>ogni riflessione debb</b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a tenere conto del f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atto che d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a fine del 2017, come si dicev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a oper</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are giuridic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amente e politic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">amente è un'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione denomin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>a MoVimento 5 Stelle </b>(M5S-3)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">, che h</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a conosciuto v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie evoluzioni (</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie, oltre che di vertice)</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> e che h</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a vi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a vi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a ritocc</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche il simbolo (prov</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">o, tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l'</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altro, </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a registr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arlo come m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">archio nel 2021, m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dom</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a è st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a rifiut</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a). L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a somigli</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a con gli emblemi precedenti, con rigu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ardo </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arte centr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale del simbolo, renderebbe pressoché impossibile un uso del simbolo del 2009 o del 2016 in concorrenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a con quello del M5S(-3), </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anche </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a non voler pens</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are che entr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ambi i fregi son st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati deposit</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ati come m</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">archi (d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a Grillo e d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al M5S-2).</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">L</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sentenz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a dell</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a poco emess</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a, come pure </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altre pronunce che in p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato h</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno rigu</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ard</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato il M5S-1, si pone comunque come <b>invito </b></span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "prendere sul serio"</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> le norme che costituiscono il "diritto dei p</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>artiti"</b>: v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale per quelle dett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">allo St</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato - per i p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artiti o, più in gener</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ale, per le </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azioni - e per quelle che ogni singol</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a forz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a politic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a sceglie di d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arsi. Le regole, insomm</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a, v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno cre</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate o modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate "secondo le regole" (si perdoni il gioco di p</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arole) e, un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a volt</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a poste e finché sono in vigore, v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anno rispett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate. Di sicuro </span><b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avere fond</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a nuov</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione, con un nuovo st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">atuto che d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all'inizio</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> contempl</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">av</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a regole per l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a su</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a modific</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a e per le procedure decision</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ali (e disciplin</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ari), è st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a un</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a scelt</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a più effic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ace rispetto </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al tent</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are di "emend</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are" l</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a prim</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "non </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">associ</span></b><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><b>azione"</b> (che per</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altro </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">avev</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a già subito v</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie sconfitte nelle </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">aule giudizi</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arie). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">S</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arebbe </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altrett</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">anto import</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ante tenere </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a mente un </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altro principio st</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">abilito </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">altrove d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a C</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ass</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione (e ricord</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ato d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a Borrè in <a href="https://www.lacostituzione.info/index.php/2024/02/19/una-vecchia-storia-e-una-nuova-sentenza-metodo-democratico-ed-espulsione-dal-movimento-5-stelle/" target="_blank">un </a></span><a href="https://www.lacostituzione.info/index.php/2024/02/19/una-vecchia-storia-e-una-nuova-sentenza-metodo-democratico-ed-espulsione-dal-movimento-5-stelle/" target="_blank"><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">articolo scritto poche ore f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a per l</span></a><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"><a href="https://www.lacostituzione.info/index.php/2024/02/19/una-vecchia-storia-e-una-nuova-sentenza-metodo-democratico-ed-espulsione-dal-movimento-5-stelle/" target="_blank">aCostituzione.info</a>):</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="text-align: left;"><span style="white-space-collapse: preserve;">“il principio di maggioranza - secondo cui le delibere societarie prese in conformità della legge e dell’atto costitutivo vincolano tutti i soci, ancorché non intervenuti o dissenzienti - trova il suo contrappeso e la sua legittimazione nel metodo assembleare. Quest'ultimo opera come strumento di protezione delle minoranze, permettendo loro di essere previamente informate dell’oggetto della deliberazione e di partecipare, prima della votazione, a una discussione nel corso della quale ciascun partecipante ha la possibilità di esporre e di difendere, in contraddittorio con gli altri intervenuti, il proprio punto di vista" (Cass., sez. I civ., 30 maggio 2008, n. 14554). Nessun p</span></span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">artito dovrebbe dimentic</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arlo, né dovrebbe f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">arsi convincere d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a tent</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azione di f</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">decidere iscritte e iscritti solo tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a "sì" e "no" o tr</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a ipotesi preconfezion</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">ate, senz</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a d</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">are il giusto sp</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">azio </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">al confronto e </span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">all</span><span style="text-align: left; white-space-collapse: preserve;">a discussione.</span></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-23439351395048552322024-02-20T18:12:00.000+01:002024-02-20T18:12:03.058+01:00Elezioni europee, la stretta sulle esenzioni si allenta (ma solo un poco)<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdXSkPYSfECfEhCVKZxxgyL7oNFJLbiYTIlLuC5AmFBaV4bxNSnGpdPI0c781LxzsneD4yDRvsOyTsuicXHoOre2W0UaY_eWGfNDV9QHiV0v-9cDxwOFp7t8nA3UClx8Uj_ChnCA-aDCTm-4ZthvFzGVJ_efx4ctGv23wOpMmePkmzQkzFTzPaM_uTetIH/s743/Strozza2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="473" data-original-width="743" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdXSkPYSfECfEhCVKZxxgyL7oNFJLbiYTIlLuC5AmFBaV4bxNSnGpdPI0c781LxzsneD4yDRvsOyTsuicXHoOre2W0UaY_eWGfNDV9QHiV0v-9cDxwOFp7t8nA3UClx8Uj_ChnCA-aDCTm-4ZthvFzGVJ_efx4ctGv23wOpMmePkmzQkzFTzPaM_uTetIH/w400-h255/Strozza2.jpg" width="400" /></a></div>Non è passato inosservato l'<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/decreto-elezioni-2024-norma-strozza.html" target="_blank"><b>emendamento "strozza esenzioni"</b></a> presentato nei giorni scorsi da quattro senatrici e senatori di Fratelli d'Italia in I commissione (Affari costituzionali), nel percorso di <b>conversione del "decreto elezioni 2024"</b>: i <i>media</i> hanno dato conto delle <b>proteste di varie forze politiche che in caso di approvazione della modifica sarebbero costrette a raccogliere le firme</b>, a partire da +Europa e Sud chiama Nord (che con le norme attuali sarebbero esonerate dalla ricerca dei sottoscrittori), fino ad Alternativa popolare, Volt e i gruppi legati al partito europeo Efa (tutti partiti che punterebbero all'esonero seguendo la <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/in-europa-senza-firme-quali-partiti-e.html" target="_blank">strada tracciata nel 2014, su istanza dei Verdi Europei, dall'Ufficio elettorale nazionale per il Parlamento europeo</a>). Oggi il sito del Senato ha pubblicato un <b>nuovo testo dell'emendamento 4.0.7</b> presentato nelle scorse ore da Marco Lisei, Costanzo Della Porta, Andrea De Priamo e Domenica Spinelli, che evidentemente risente di alcune delle polemiche sollevate e degli appelli lanciati nei giorni scorsi. Ecco di seguito l'emendamento riformulato. </div><div style="text-align: justify;"><blockquote><i>Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale <u>o in un collegio uninominale</u> in una delle due Camere. Nessuna sottoscrizione è richiesta altresì per i partiti o gruppi politici che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento Europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali. L'affiliazione è certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal Presidente del gruppo Parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un'autorità diplomatica o consolare italiana. Nessuna sottoscrizione è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere.</i></blockquote></div><div style="text-align: justify;">Le parole sottolineate sono state aggiunte rispetto alla prima versione dell'emendamento: si tratta dell'unico intervento operato sul testo. <b>La riformulazione, dunque, interviene soltanto sull'esenzione dalla raccolta delle firme legata al risultato delle ultime elezioni politiche</b>: oltre alle forze politiche dotate di almeno un gruppo parlamentare al momento dell'indizione delle elezioni (Fdi, Lega, Fi, Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia viva, Azione, Noi Moderati) e a quelle che hanno superato la soglia di sbarramento del 3% (ottenendo seggi "in ragione proporzionale": è il caso, oltre che di quasi tutti i partiti indicati prima, del Movimento associativo italiani all'estero), quindi, l'emendamento concede l'esonero dalla raccolta firme alle forze politiche che, avendo partecipato alle ultime elezioni politiche "con proprio contrassegno", hanno <b>eletto</b> <b>almeno un</b><span style="text-align: left;"><b>a person</b></span><span style="text-align: left;"><b>a</b></span><b> nei collegi uninominali</b>. </div><div style="text-align: justify;">La nuova formulazione consente innanzitutto di dare <b>più senso all'espressione "ottenuto almeno un seggio"</b>, perché è chiaro che essere ammessi al riparto proporzionale, grazie al superamento della soglia di sbarramento, porta inevitabilmente a ottenere più eletti (con la significativa eccezione della circoscrizione Estero, in cui è possibile ottenere anche un solo seggio in ragione proporzionale, com'è accaduto in questa legislatura al Maie). Ora, quindi, <b>è certamente sufficiente che un partito abbia presentato proprie liste e che, pur non avendo superato il 3%, abbia ottenuto almeno un o una parlamentare nei collegi uninominali</b>: in questo modo, sarebbero esenti dalla raccolta firme anche <b>+Europa</b> e <b>Sud chiama Nord</b>, come pure <b>Centro democratico</b> (che ha eletto Bruno Tabacci alla Camera nel collegio Milano - Loreto), ma anche l'<b>Union Valdôtaine</b>, la <b>Südtiroler Volkspartei (Svp)</b> e con ogni probabilità anche il <b>Campobase</b> (che ha eletto il senatore Pietro Patton a Trento): per queste ultime tre forze politiche, infatti, prima non era del tutto certo che potessero essere tutte esenti (c'era un gruppo di minoranze linguistiche e uno di autonomie). La nuova formulazione consente anche di rimediare alla stortura iniziale in base alla quale +Europa che aveva sfiorato il 3% (dunque l'ottenimento di seggi nella quota proporzionale) avrebbe improvvisamente dovuto raccogliere un gran numero di firme, mentre lo stesso onere sarebbe stato risparmiato a Noi moderati, che ha potuto formare un gruppo alla Camera (grazie ad alcuni "prestiti" di deputati) pur avendo ottenuto meno dell'1%. Molto più difficile sarebbe sostenere il diritto di evitare la raccolta firme per quelle forze politiche che hanno partecipato alle elezioni ma senza "proprio contrassegno", pur avendo ottenuto eletti: è il caso per esempio, dei partiti inseriti nel cartello Noi moderati, come Italia al centro (che ha eletto alla Camera Ilaria Cavo e Pino Bicchielli), Coraggio Italia (che conta su Martina Semenzato alla Camera e Michaela Biancofiore al Senato) e l'Unione di centro - Udc (che ha eletto Lorenzo Cesa alla Camera e Antonio De Poli al Senato), visto che il mandante al deposito era il solo Maurizio Lupi e non anche i rispettivi leader politici.</div><div style="text-align: justify;"><b>Il nuovo testo dell'emendamento, invece, lascia sostanzialmente chiusa la porta dell'esenzione "per via europea"</b>: diventerebbe sempre necessario - quest'anno e in prospettiva - avere partecipato con una lista alle elezioni europee precedenti, avere eletto almeno un europarlamentare in Italia (il che comporta superare il 4%) e, per giunta, essere affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo al Parlamento europeo, con tanto di dichiarazione autenticata del presidente del gruppo stesso. <b>Dovrebbero dunque raccogliere le firme le liste promosse da partiti italiani affiliati a partiti politici europei (rappresentati a Strasburgo) ma privi di eletti in Italia</b>, come Alternativa popolare e Popolari per l'Italia (Ppe), Psi (Pse - S&D), Radicali italiani, Team K e LibDem (Alde - Renew Europe), L'Italia c'è e Tempi nuovi - Popolari Uniti (Pde - Renew Europe), Rifondazione comunista (Partito della sinistra europea), Patto per l'Autonomia, Siciliani Liberi, Süd-Tiroler Freiheit (Efa), Fiamma tricolore e Destre unite / Nuova Italia unita (Aemn - senza proprio gruppo) e Forza Nuova (AFP - senza proprio gruppo); stesso destino avrebbero i partiti italiani affiliati a soggetti politici transeuropei non presenti nel registro europeo dei partiti (come il Partito pirata o Volt) e, a maggior ragione, i partiti italiani che nel 2019 avevano trovato sponda in partiti politici di un altro paese europeo che avevano eletto europarlamentari (allora ci era riuscito il Partito animalista).</div><div style="text-align: justify;"><b>L'emendamento riformul</b><span style="text-align: left;"><b>ato</b></span><b>, dunque, allenterebbe un po' la stretta sulle esenzioni</b>, consentendo a un maggior numero di soggetti di presentare liste (o esentare formazioni che vogliano presentarle) ed eliminando alcune vistose disparità che si sarebbero create con la prima versione; <b>la stretta però rimarrebbe</b> e, in caso di approvazione, <b>sarebbe significativa sia perché riguarderebbe la via europea di accesso alle schede elettorali</b> (facendo segnare una battuta d'arresto del rilievo dato ai partiti politici europei, a partire da quelli inseriti nel relativo registro)<b>, sia per il tempo in cui l'intervento restrittivo avverrebbe</b>. Oggi, infatti, mancano 70 giorni al termine per presentare le liste, poco più di un terzo del tempo concesso dalle norme sulla validità delle autenticazioni: chi faceva legittimo affidamento sull'esenzione grazie all'adesione al partito politico europeo - sulla base dell'interpretazione "vivente" delle norme in vigore, data nel 2019 dagli uffici elettorali - si troverebbe quasi all'improvviso a dover raccogliere in poche settimane almeno 30mila firme di elettrici o elettori in ognuna delle cinque circoscrizioni (e a procurarsi i relativi certificati di iscrizione alle liste elettorali), avendo cura di raccoglierne almeno 3mila in ciascuna Regione (con tutte le difficoltà legate a centrare l'obiettivo in regioni come la Valle d'Aosta, il Molise o la Basilicata). L'alternativa, ovviamente, sarebbe concorrere ad altre liste, magari esenti a loro volta dall'onere della raccolta.</div><div style="text-align: justify;">Chi sostiene che l'obiettivo di raccogliere almeno 150mila firme (nel modo in cui si è detto e - ammesso che serva precisarlo - solo in forma cartacea, non essendo ammessa la firma con lo Spid o altri sistemi affini) sarebbe accessibile perché "il numero [...] non è così alto" forse lo fa pensando che l'asticella delle 150mila sottoscrizioni era allo stesso livello anche nel 1979, quando il corpo elettorale era composto da 42,2 milioni di persone, mentre nel 2019 erano quasi 51 milioni e nel frattempo è aumentato il numero dei soggetti abilitati ad autenticare le firme. Non si può però non sottolineare che <b>alle elezioni politiche negli ultimi anni la soglia di sottoscrizioni da raggiungere è decisamente più bassa</b>: nel 2018 per partecipare alle elezioni della Camera sarebbero state necessarie 94500 firme (e divennero 23625 grazie a una modifica <i>una tantum</i>, analoga a quella che ridusse le sottoscrizioni necessarie a un quarto del minimo previsto nel 2013, "sconto" di cui beneficiarono - per fare due esempi - il MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia); nel 2022 ne sarebbero servite 73500 (ridotte a 36750 trattandosi di voto anticipato). Di fronte a questi dati, ferma restando l'opportunità che una forza politica dimostri di avere un minimo di consistenza già prima del voto, <b>sembra più difficile parlare di numero "non così alto", specie se "imposto" a circa 70 giorni dal voto</b>: poco da obiettare se le stesse regole fossero previste per le elezioni del 2029, mentre qualche rilievo (almeno) di opportunità sorge nel voler applicare queste regole già ora (un pensiero che si potrebbe estendere, retroattivamente, all'introduzione dello sbarramento del 4% avvenuta nel 2009, ma almeno allora la discussione in Parlamento iniziò prima).</div><div style="text-align: justify;">Resta dunque da vedere come si svolgerà il dibattito, quale sarà il parere del Governo e l'esito del voto sul punto, così come su altre questioni rilevanti, in particolare il limite ai mandati dei sindaci. Restando in tema di elezioni comunali, però, vale la pena segnalare che <b>oggi pomeriggio alla Camera in commissione Affari costituzionali è ripresa la discussione del </b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank"><b>"ddl Pirovano - ex Augussori"</b> già approvato dal Senato circa un anno fa</a>, volto a rendere stabile la riduzione del <i>quorum</i> di validità delle elezioni amministrative nei comuni fino a 15mila abitanti in caso di presentazione di una sola lista (passando al 50% al 40%, scomputando a tale fine gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero che non abbiano votato), prevista <i>una tantum</i> anche dal "decreto elezioni 2024", ma anche a reintrodurre la raccolta firme nei comuni "sotto i mille" (da 5 a 10 nei comuni fino a 500 abitanti, da 10 a 20 nei comuni fino a 750 abitanti, da 15 a 30 nei comuni fino a 1000 abitanti). Se la commissione approvasse il testo in breve e il testo approdasse in aula in tempi ragionevoli, le norme potrebbero entrare in vigore già per queste elezioni comunali (il deposito delle liste è previsto tra il 10 e l'11 maggio). Pure qui si tratterebbe di norme che diverrebbero efficaci a ridosso del voto, ma il Parlamento ne discute da tempo (fin dalla scorsa legislatura) e oggettivamente limiterebbero assai poco l'accesso al meccanismo elettorale, ponendo in compenso un argine ragionevole alle iniziative degli extra muros che in più casi - a seguito di comportamenti poco commendevoli - hanno inciso negativamente sulla genuinità dell'esito elettorale e sul funzionamento delle istituzioni.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-74521038659884762672024-02-20T06:40:00.000+01:002024-02-20T06:40:01.116+01:00"L'ultimo commosso saluto a un uomo molto amato": lettura immersiva, dalla caduta ai garofani dell'addio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94f8gh_34_L_69IYh77UpeW1GcVsa-8ezONlINGpD7paT1NvrWObgKw5WW-8_t3YxPEA-9Mk1nvKeo6WxW-Ao-EC_cLEsl1mUsd_D09GUtd_2vBIF5-uHhUdeCoth-HHttb7C7B9_GQaEL7b4-1B5-6PfY0_XVsXxAGZQuydLwhDlbH2MMFdSAB4rKz4_/s1131/ultimo%20commosso.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1131" data-original-width="771" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94f8gh_34_L_69IYh77UpeW1GcVsa-8ezONlINGpD7paT1NvrWObgKw5WW-8_t3YxPEA-9Mk1nvKeo6WxW-Ao-EC_cLEsl1mUsd_D09GUtd_2vBIF5-uHhUdeCoth-HHttb7C7B9_GQaEL7b4-1B5-6PfY0_XVsXxAGZQuydLwhDlbH2MMFdSAB4rKz4_/s320/ultimo%20commosso.jpg" width="218" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il 5 maggio saranno trascorsi <b>trent'anni dal giorno in cui "Craxi Benedetto detto Bettino" lasciò definitivamente l'Italia</b>, dopo aver concluso la sua settima legislatura da deputato (col conseguente venir meno dell'immunità parlamentare) e pochi giorni prima che fosse disposto il ritiro del suo passaporto; il 12 novembre, invece, sarà il <b>trentennale dello scioglimento del Partito socialista italiano</b>, deliberato dal 47° congresso nazionale, un anno e nove mesi dopo le dimissioni di Craxi dalla segreteria, retta da lui per quasi 17 anni. Se di norma si fa risalire la fine della cosiddetta Prima Repubblica al voto politico del 27-28 marzo 1994 - quello della vittoria di Silvio Berlusconi sulla "gioiosa macchina da guerra" dei Progressisti, della sostanziale irrilevanza del centro e dello scivolamento del Psi (senza più il garofano) a poco più del 2% - l'espatrio di Craxi e lo scioglimento del partito che aveva guidato sembrano assumere, per chi scrive, il ruolo delle <b>ultime luci che si spengono su una scena ormai quasi del tutto spopolata </b>(e non certo solo dai socialisti). Più di qualche attore, beninteso, sarebbe ricomparso in seguito, sotto nuove insegne e con alterne fortune, ma in un contesto piuttosto distante da quello che aveva caratterizzato il primo mezzo secolo scarso della Repubblica italiana. </div><div style="text-align: justify;">Altre figure, invece, a dispetto della notorietà guadagnata fino al 1994 non sarebbero ricomparse sulla scena politica italiana, nemmeno in seconda, terza o quarta fila: all'interno del Psi Craxi ne fu certamente l'esempio più eclatante, ma non fu certo il solo. Proprio un'immaginaria figura pescata in quel novero è stata costruita per essere protagonista del romanzo <a href="https://www.peoplepub.it/pagina-prodotto/l-ultimo-commosso-saluto-a-un-uomo-molto-amato" target="_blank"><i><b>L'ultimo commosso saluto a un uomo molto amato</b>,</i> pubblicato nel 2022 da People</a> e scritto da Pieter Freibeuter: dietro questo nome si cela l'amministratore - anzi, pardon, il "Luminoso Segretario" - della pagina Facebook <i><a href="https://www.facebook.com/fotoprimarepubblica" target="_blank">Una foto diversa della prima Repubblica. Ogni giorno</a></i>. (poi sbarcata anche su Twitter e Instagram), che propone foto (in bianco e nero o a colori) legate alle figure del primo tempo - rigorosamente proporzionale - della Repubblica Italiana. Per quanto si tratti di pagine di dichiarata finzione, meritano di essere sfogliate da parte di chi ha la curiosità di capire come si poteva vivere il tempo della caduta e la fine del gioco "dal di dentro", sia pure ai margini della scena citata prima. </div><div style="text-align: justify;">Già, perché il protagonista del romanzo, <b>Mariolino Celeghin</b> - all'anagrafe Mario, in un'epoca in cui diminutivi - a partire da Bettino - e vezzeggiativi non si lesinavano - deputato socialista dal 1976 al 1992 e più volte sottosegretario per vari dicasteri (del governo Fanfani V, dei due governi Craxi, degli esecutivi di Goria e De Mita e del penultimo gabinetto Andreotti), pur avendo spostato negli ultimi anni il suo centro di interessi (e la circoscrizione di elezione nelle ultime due legislature), proveniva invece dal Veneto. E non da Venezia - terra di dogi e di <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/05/addio-de-michelis-prototipo-della.html" target="_blank">chimici prestati alla politica e proiettati alla Farnesina</a> - bensì da Rovigo, anzi da Buseto Rodigino, comune immaginario (ma credibilissimo, al pari dei milanesi Piolnate e Tresco sul Lambro, sempre creati dall'autore) da cui era partito per diventare ingegnere e, dopo le prime esperienze da consigliere comunale a Rovigo, approdare in consiglio regionale sempre per il Psi, fino all'approdo parlamentare. </div><div style="text-align: justify;">Venire dalla provincia, naturalmente, non limitava necessariamente <b>le ambizioni delle persone e l'organizzazione necessaria a raccogliere onori e adempiere agli oneri</b>: Celeghin era cresciuto con il sostegno imprescindibile di alcuni collaboratori - soprattutto un avvocato tributarista veneziano nei panni del factotum di fiducia e custode di segreti fin dal 1977 e un ex dirigente d'azienda brianzolo nel ruolo del consigliere politico e dell'esattore galantuomo dal 1979 al 1991, anno della sua prematura dipartita - e costruendo una "correntina" di amministratori e politici locali. Allo stesso modo, l'origine provinciale non costituiva un limite <b>alla crescita e all</b><span style="text-align: left;"><b>a conserv</b></span><span style="text-align: left;"><b>azione </b></span><b>- fino all'ultimo giorno, non senz</b><span style="text-align: left;"><b>a sfront</b></span><span style="text-align: left;"><b>atezz</b></span><b>a - della "gaudenza"</b>, nel senso propagato da vari anni da <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2018/05/simboli-fantastici-21-socialisti.html" target="_blank">un'altra pagina Facebook riferimento per tante e tanti #drogatidipolitica</a>: nella sua vita - emerge già dalle prime pagine del libro - Celeghin ha avuto cinque figli, i primi tre dalla prima moglie, la quarta da un'attrice-valletta a cavallo tra gli '80 e i '90 (legame a causa del quale era naufragato il primo matrimonio), il quinto dalla seconda moglie, lasciata - senza divorziare - negli ultimi mesi della propria vita in favore di un'altra donna molto più giovane.</div><div style="text-align: justify;">Il romanzo inizia il 5 dicembre 2019, giorno in cui Celeghin, a 85 anni, conclude la sua vita terrena e il suo nome, tornato alla ribalta per qualche manciata di ore, deve fare i conti con la <i>damnatio memoriae </i>all'epoca dell'antipolitica e dei <i>social network</i>. <b>Già dal secondo capitolo, però, un robusto <i>flashback</i> riporta alle ultime settimane del 1991, a pochi mesi dal primo atto pubblico di "Mani Pulite"</b>, cioè l'arresto per concussione di Mario Chiesa (17 febbraio 1992). In vista delle nuove elezioni politiche (per una volta a scadenza quasi regolare), una settimana prima della consegna delle liste - dunque, a conti fatti verso il 24 febbraio o forse un po' prima - Celeghin aveva appreso che sarebbe stato ricandidato nella circoscrizione di Como-Varese-Lecco (anche se allora formalmente era Como-Sondrio-Varese) e non più in quella di Milano-Pavia, per ordine del segretario Craxi e al dichiarato scopo di combattere più duramente da quelle parti la Lega Lombarda, in quelle elezioni già Lega Nord. In effetti il seggio milanese "sicuro" di Celeghin doveva servire a qualcun altro (perché <b>il cambiamento non era prossimo o in corso: in realtà era già avvenuto</b>), ma lui aveva accettato la candidatura "fuori porta", sperando di poter contare sull'agognata promozione a ministro nel nuovo governo. Dopo il voto del 5-6 aprile, invece, era risultato terzo dei non eletti, molto più debole del previsto nella raccolta dell'unico voto di preferenza disponibile, mentre il partito era arretrato ma in fondo aveva tenuto: fuori dalla Camera e da qualunque gioco di governo, poteva aspirare al massimo a una candidatura blindata alle europee del 1994 (il primo appuntamento elettorale di rilievo che si potesse immaginare in quel momento).</div><div style="text-align: justify;"><b>Per Celeghin quella batosta sembrava la fine</b>, preludio al definitivo addio a "quel bulimico socialismo irreale e mobiliare che era stata l’utopia, o la malìa, da cui si era fatto prendere il loro Grande Capo" e a quel rampantismo che - tra una seduta, un incontro, un'inaugurazione e l'ascolto delle richieste dei postulanti - poteva portare a impegnarsi a corteggiare una delle telegiornaliste più note, la "rossa decisa con il gomito appoggiato" (come la chiamava Giorgio Gaber in <i>C'è un'aria</i>). <b>Il pessimo esito elettorale si sarebbe rivelato invece solo l'inizio della caduta</b>, concretizzatasi in giugno prima con il coinvolgimento - rapidamente sfumato dopo un impegnativo passaggio in tribunale - in un'inchiesta per corruzione nel comasco, poi con l'arresto, frutto di un colpo "arrivato da dove Celeghin, sempre così accorto e previdente, meno se lo sarebbe atteso". Nel mezzo, a Milano e dintorni, si respira in pieno la "mancanza d'aria" (parafrasando sempre Gaber) legata alla pressione degli avvisi di garanzia, degli arresti, dei <i>media</i> e del tifo da stadio per i magistrati o - a seconda della posizione cui si aderisce - il "clima infame" citato da Craxi nel 1993 dopo il suicidio del deputato socialista bresciano Sergio Moroni. L'ex sottosegretario non voleva essere riconosciuto per strada (vivendo spesso esperienze sgradevoli se qualcuno lo individuava) e trasaliva quando suonava il campanello della casa in cui ormai viveva solo: "Temeva una visita della Guardia di Finanza o dei Carabinieri per consegnargli un'informazione di garanzia. O addirittura per una perquisizione. Peggio ancora: per arrestarlo" (del resto, in effetti, "il suo armadio non conteneva il proverbiale scheletro, ma somigliava piuttosto a un intero ossario"). Celeghin sperimentava poi come il clima si fosse fatto "infame" anche all'interno del suo partito, come suggerisce una delle massime più icastiche del romanzo: "Quando un albero viene abbattuto dalla tormenta, tutti vi accorrono lesti a fare legna".</div><div style="text-align: justify;">Benché la copertina del libro rappresenti la scena di un interrogatorio in un'aula di tribunale (con tanto di imputato o testimone abbigliato con giacca scozzese verde e blu, tipicamente anni '80), il romanzo contiene poche scene da palazzo di giustizia e, comunque, svolte soprattutto negli uffici dei pm o all'esterno dei palazzi stessi. <b>Ma delle traversie giudiziarie di Celeghin (e delle persone a lui vicine) al romanzo interessa soprattutto il prima e il dopo, con tanto di risvolti personali e politici</b>. Non limitati solo al Psi, ovviamente. </div><div style="text-align: justify;">Nel corso del libro, infatti, <b>varie forze politiche fanno la loro comparsa, pur senza rubare la scena al partito dell'ex sottosegretario finito in carcere e poi processato</b>. Per molte pagine, in realtà, le altre sigle partitiche appaiono poco, con qualche piccola apparizione per i democristiani (veri sconfitti alle elezioni del 1992), un rapidissimo passaggio per i repubblicani, i liberali, i socialdemocratici e i comunisti trasformati in pidiessini, mentre un po' più di spazio se lo conquistano i leghisti (con Bossi che avrebbe dato a Celeghin del "trivellatore delle casse pubbliche" - e non solo - e un tassista forcaiolo in cui il protagonista si è imbattuto), i missini (attraverso i vicini di casa dell'ex parlamentare) e persino La Rete di Orlando, cui aderisce un personaggio rilevante per lo sviluppo della storia (e non meno rampante di altri). Le cose cambiano, e molto, nel penultimo capitolo - intitolato, alla Levi, "I sommersi e i salvati" - che, nell'analizzare le vite dei personaggi dopo i fatti del 1992, si trasforma in una carrellata di forze politiche che via via hanno accolto (oppure ostacolato) alcuni personaggi: compaiono così Forza Italia, la nuova versione della Lega Nord (per l'indipendenza della Padania), Alleanza nazionale e Rifondazione comunista, quest'ultima per descrivere l'ondivago percorso di un personaggio passato dal Psi al Prc, arrivando a un passo dalla candidatura a deputato (candidatura bloccata dai trotzkisti, facendo quindi fare capolino anche al futuro Partito comunista dei lavoratori) e finendo più avanti in consiglio regionale con l'Italia dei valori dell'ex "nemico" Antonio Di Pietro. Non manca un personaggio "che continuò a professarsi socialista fino all'ultimo e ad accompagnare, scissione dopo scissione, diaspora dopo diaspora, il feretro del garofano fino alla tomba. Prima con Benvenuto, poi con Del Turco, con Boselli e con tutti i reduci fino alla definitiva irrilevanza, ch'era anch'essa in fondo una sorta di condanna. Sebbene più mite".</div><div style="text-align: justify;">Ecco, "il feretro del garofano". In effetti <b>l'unico simbolo di cui si parla più volte nel libro è proprio il garofano</b>: oltre che nel passaggio appena ricordato, lo si incontra nell'ultimo capitolo del romanzo, dedicato al funerale di Mariolino Celeghin (la cerimonia cui fa riferimento il titolo) e agli eventi che l'hanno preceduto. Delle esequie si ricordano, appunto, "una gigantesca corona di garofani rossi [...] portata in spalla da due ex ministri e poggiata di lato alla sobria bara di legno" e i garofani rossi distribuiti dal figlio minore all'ingresso della chiesa, appuntati da qualcuno sul bavero della giacca. L'unico altro simbolo, in un certo senso, che si incontra nelle pagine è comunque di area socialista: quello - verosimilmente con falce, martello e altri segni, forse il sole nascente o il libro aperto - che campeggiava sulla "vecchia bandiera del Psi risalente al primo dopoguerra", donata a Celeghin "dalla sezione del suo paese, Buseto Rodigino, quando era stato sorprendentemente eletto deputato per la prima volta, nel 1976" e che faceva mostra di sé, incorniciata, nella sala riunioni dell'ufficio milanese dell'ex sottosegretario.</div><div style="text-align: justify;">Il romanzo appare ben scritto, credibile nelle dinamiche narrative (persino nel linguaggio usato, pure quando appare crudo) ed è in grado di suscitare interesse anche in coloro che non hanno un'ampia conoscenza delle vicende di quel periodo; ciò detto, le pagine contengono soprattutto <b>parole, ricostruzioni, dettagli che inevitabilmente colpiscono chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica</b>. Così, quando durante la lettura viene indicata la sequenza dei governi cui Celeghin avrebbe partecipato come sottosegretario, occorre contenere la tentazione di aprire davanti ai propri occhi le composizioni delle relative "squadre", nel tentativo di capire se qualcuno dei socialisti presenti in tutti quei governi come sottosegretario possa aver fatto da "modello" per il protagonista. Oppure, mentre si dipana la vicenda umana e politica dell'ex deputato prima del suo arresto, viene naturale cercare di collocare quei fatti nella cornice giudiziaria e giornalistica di quelle settimane del 1992 (e si corre perfino il rischio di fermarsi davanti all'auspicio sbagliato del protagonista - "a settembre nessuno si ricorderà più di chi sia Antonio Di Pietro, come oggi non ci ricordiamo il nome del pretore di Biella che ha fatto chiudere le televisioni" - attanagliati da un dubbio: "Ma il pretore di Biella non aveva piuttosto cercato di salvare Telebiella, una delle prime tv private? O forse il protagonista parla delle tv di Berlusconi, ma allora il pretore era quello di Torino, insieme a quelli di Genova e Roma?").</div><div style="text-align: justify;"><i>L'ultimo commosso saluto a un uomo molto amato</i>, insomma, va a segno. Merita di essere cercato - anche a quasi due anni dall'uscita - acquistato e letto, per <b>fare un salto indietro di due decenni e immergersi in quell'atmosfera. anche solo per rendersi conto degli errori e degli eccessi</b>, da non replicare e da cui guardarsi nel futuro. Vale per chi fa politica, per chi la racconta, per chi la giudica (anche senza avere una toga addosso).</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-32263624914021692672024-02-19T13:14:00.002+01:002024-02-19T13:46:23.116+01:00Pace Terra Dignità: la colomba di Santoro e La Valle per le europee (di Marco Chiumarulo)<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXU5qmXCYNYgkltNA9JvN54ZtXHuBzsXEeB3X8haLpxydoAoeJNMN2glFh_AdRUMwQIICAo66WpURGCaGjbxaa1nKAYUC0g8fwOuoHYhJsRM6QSFN1b2p41YSPlYdFWwSPKqSy_JZ0Uc0708pp8KiSlAJi8vmuSXwLRmf_mdODs4IpwQlqnLRYkVXn1qyC/s322/Pace%20terra%20dignit%C3%A0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXU5qmXCYNYgkltNA9JvN54ZtXHuBzsXEeB3X8haLpxydoAoeJNMN2glFh_AdRUMwQIICAo66WpURGCaGjbxaa1nKAYUC0g8fwOuoHYhJsRM6QSFN1b2p41YSPlYdFWwSPKqSy_JZ0Uc0708pp8KiSlAJi8vmuSXwLRmf_mdODs4IpwQlqnLRYkVXn1qyC/w200-h200/Pace%20terra%20dignit%C3%A0.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">Meno di una settimana è trascorsa da mercoledì 14 febbraio, giorno in cui - presso la sala Tobagi della Federazione nazionale della stampa italiana a Roma - <b>Michele Santoro</b>, <b>Rainero La Valle</b> e <b>Benedetta Sabene </b>hanno presentato in una conferenza il programma e il simbolo della lista <b>Pace Terra Dignità</b> per le elezioni europee fissate per l'8 e il 9 giugno 2024. La presentazione del progetto di lista, in effetti, ha alle spalle un percorso in varie tappe: la prima di esse va collocata il 26 agosto 2023, con l'appello "E se spuntasse un Arcobaleno", lanciato presso il Caffè della Versiliana proprio dai giornalisti Santoro e La Valle (il primo anche ex parlamentare europeo, eletto nel 2004 con la lista Uniti nell'Ulivo e rimasto in carica circa un anno, il secondo ex parlamentare - per quattro legislature, dal 1976 al 1992 - della sinistra indipendente), Luigi De Magistris e Ginevra Bompiani. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgnf6DVrBYQ6DKpVCpLsdaeBrPte52IWPvqZqFrENdnAvrAxN4a81oyfhquKDpo39trqDoadAAeGiRXqDQ2db2LWkpbvJPik_QaZkrq2TCx-tLgYpM2TNBwognOQbau_rs2Es5OD-ZIa1hsdv1X39fuVmYHF8N-0Y6fiPtGHu__3ByzLl42v01OIFYKt67/s1024/arcobaleno.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgnf6DVrBYQ6DKpVCpLsdaeBrPte52IWPvqZqFrENdnAvrAxN4a81oyfhquKDpo39trqDoadAAeGiRXqDQ2db2LWkpbvJPik_QaZkrq2TCx-tLgYpM2TNBwognOQbau_rs2Es5OD-ZIa1hsdv1X39fuVmYHF8N-0Y6fiPtGHu__3ByzLl42v01OIFYKt67/s320/arcobaleno.jpg" width="320" /></a></div>L'appello aveva come oggetto "dare una rappresentanza al popolo invisibile del pacifismo italiano". "La parola Pace […] potrebbe trasformarsi in un programma radicalmente alternativo alla logica delle armi che oggi arriva a minacciare l’esistenza della specie umana, di tutte le creature viventi e della natura. Riprende corpo - si leggeva sempre nell'appello - il sogno di un nuovo mondo fondato sull’uguaglianza, la dignità di ogni persona e la salvezza dell’ambiente". L'appello lanciato allora si riferiva soprattutto alla guerra in Ucraina; nessuno avrebbe potuto immaginare che neanche due mesi più tardi - in seguito all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 - il fuoco avrebbe colpito di nuovo in modo massiccio la striscia di Gaza e si sarebbe aggiunta un'altra guerra all'elenco.</div></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKiwAML4bopJ2XMeBZ4iN4hKK1eVTKM23e7cDgVMJAabThVY9DtsrMcZH8upDIUJUkoCg0gfCZdVlXqs67qkNe_ANTFdXKlESFjAFQKY-tl2SHwjdFPGKhNdNTkEnoihRQrHQa1kWoYlMIt2pkpb_WX1RGTwfpqenlw0BCoJeJ9XJp4AVRDvYYj47iKfCi/s1131/pace%20terra%20dignit%C3%A0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1131" data-original-width="799" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKiwAML4bopJ2XMeBZ4iN4hKK1eVTKM23e7cDgVMJAabThVY9DtsrMcZH8upDIUJUkoCg0gfCZdVlXqs67qkNe_ANTFdXKlESFjAFQKY-tl2SHwjdFPGKhNdNTkEnoihRQrHQa1kWoYlMIt2pkpb_WX1RGTwfpqenlw0BCoJeJ9XJp4AVRDvYYj47iKfCi/s320/pace%20terra%20dignit%C3%A0.jpg" width="226" /></a></div>Successivamente, l’11 settembre, è stato lanciato un secondo appello per organizzare la prima assemblea del 30 settembre. In quel nuovo appello Santoro e La Valle hanno esplicitato i tre pilastri su cui poter impostare un programma: pace, terra e dignità. Nel manifesto dell'assemblea, tra l'altro, figurava una delle colombe della pace disegnate da Pablo Picasso, la cosiddetta "Colomba dei fiori" (1961), pur se privata per l'occasione di quegli stessi elementi colorati. All’assemblea del 30 settembre tra gli altri era presente anche Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione comunista: questi fin dall'inizio ha aderito all'appello.</div><div style="text-align: justify;">Nei mesi successivi, dopo una chiusura esplicita al Pd e al M5S, l'appello è stato aperto a tutti i partiti e le associazioni della sinistra, con riferimento soprattutto a Sinistra italiana e Unione Popolare (che, come soggetto elettorale creato nel 2022, aveva il Prc tra i fondatori). Da allora è iniziato un dialogo (che in certi frangenti si è presentato come una lunga trattativa), dialogo che è tuttora in corso dopo il lancio della lista. Unire le forze, infatti, è assolutamente necessario per poter raccogliere già da ora le firme che la legge richiede per poter presentare la lista in tutte le circoscrizioni. L'appello, peraltro, non è rivolto solo al mondo della sinistra, ma anche a un vasto mondo di persone più o meno credenti, nella convinzione che la parola pace non possa essere ristretta solo a una comunità, ma sia di chiunque; il programma elettorale, inoltre, non si ferma alla pace, ma si sofferma su alcuni punti essenziali come il rifiuto di costituire un esercito europeo, la dignità sociale e l'attenzione all’ambiente, accompagnando però a questo il rifiuto del capitalismo, perché non vi può essere una transizione ecologica senza un cambiamento del paradigma economico.</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNpCuDUwsr006-DAUFK5eNCZTkJwTVs2_kTjoBvFASZjhoduyht3yMOJeD7s26uE8lDjYzNNSDuWk7Q6VTy6BS6xd0vIK_IpDv1HVOKcbopB9BlkGzWQnriU3ITjEp_49-g2N2iBml0U-ZGQmdhwN1JXXUJSMx0F3PzXN1FxpJ3emIVnRIc-M1zSjv87Vr/s719/Colombe.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="719" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNpCuDUwsr006-DAUFK5eNCZTkJwTVs2_kTjoBvFASZjhoduyht3yMOJeD7s26uE8lDjYzNNSDuWk7Q6VTy6BS6xd0vIK_IpDv1HVOKcbopB9BlkGzWQnriU3ITjEp_49-g2N2iBml0U-ZGQmdhwN1JXXUJSMx0F3PzXN1FxpJ3emIVnRIc-M1zSjv87Vr/s320/Colombe.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Due delle colombe di Picasso</span></td></tr></tbody></table>Sul piano simbolico, l'idea della colomba è rimasta e, in qualche modo, anche l'ispirazione di Picasso: il contrassegno della potenziale lista, infatti, è rappresentato da un cerchio rosso nel quale spicca al centro una colomba bianca stilizzata che porta nel becco un ramoscello d'ulivo. Il disegno è chiaramente diverso, ma può facilmente rimandare a un'altra colomba di Pablo Picasso, probabilmente la più famosa, cioè la "Colomba Blu" (1961): la ricordano sia l'orientamento verso l'alto (anche se in questo caso la visione è laterale), sia il rametto d'ulivo nel becco. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkANxYMDF-Dphe2mke4KtC8cWqfGUBYMHUi-Vz_VQ3rftAGgP-UkHwxhIzBWDQ1t5mRm9kyikJ0gIgyHJI2KVkCXjvlUxrV7k7DMZhfwOfraj9DabX5nu23w-M_yetZMxsKVb9MSVbqPM2nTn2CymMHxcvulYpfq07jLVuSkwNb6uUcM2n_UinodNeHMqk/s2300/Verdi%20Colomba.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1144" data-original-width="2300" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkANxYMDF-Dphe2mke4KtC8cWqfGUBYMHUi-Vz_VQ3rftAGgP-UkHwxhIzBWDQ1t5mRm9kyikJ0gIgyHJI2KVkCXjvlUxrV7k7DMZhfwOfraj9DabX5nu23w-M_yetZMxsKVb9MSVbqPM2nTn2CymMHxcvulYpfq07jLVuSkwNb6uUcM2n_UinodNeHMqk/s320/Verdi%20Colomba.jpg" width="320" /></a></div>Se si abbandona il campo delle ispirazioni artistiche, però, è facile richiamare alla mente altri precedenti: a coloro che frequentano questo sito con assiduità, infatti, sarà saltata all’occhio la somiglianza del contrassegno da poco presentato con il simbolo dei Verdi di Bolzano o del Friuli - Venezia Giulia, altrettanto caratterizzato da una colomba stilizzata, vista di lato e che vola verso destra (l'ispirazione di Picasso qui è palese), su fondo verde. </div><div style="text-align: justify;">Il simbolo della lista Pace Terra Dignità potrebbe accompagnarsi ad altri simboli qualora si associassero altri partiti con i relativi emblemi, specie se questi potessero aiutare la lista ad evitare la raccolta delle firme. Santoro ha specificato che intende completare la raccolta anche qualora dovessero associarsi partiti in grado di esonerare dalla ricerca di sottoscrittori; <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/decreto-elezioni-2024-norma-strozza.html" target="_blank">la possibile approvazione di un emendamento di Fratelli d'Italia al decreto elezioni 2024</a>, tuttavia, potrebbe privare Rifondazione comunista dell'esenzione di cui ora godrebbe grazie all'appartenenza al Partito della Sinistra europea e la raccolta firme - a meno di un concorso dell'Alleanza Verdi e Sinistra, esente grazie al gruppo parlamentare a Montecitorio - diventerebbe essenziale.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-68058795564957407142024-02-16T10:26:00.002+01:002024-02-16T10:26:17.989+01:00Abruzzo, simboli e curiosità sulla scheda<p></p><div style="text-align: justify;">Dopo la Sardegna (chiamata al voto il 25 febbraio), la seconda Regione a rinnovare i suoi organi nel 2024 sarà l'<b>Abruzzo</b>: le urne saranno aperte il 10 marzo e la campagna elettorale è ufficialmente iniziata da qualche giorno, con l'ammissione di tutte le liste presentate (dopo che i primi esami degli uffici elettorali avevano dato luogo a decisioni difformi).</div><div style="text-align: justify;">La scheda non sarà troppo affollata e apparirà piuttosto regolare nella composizione: si affronteranno <b>due soli candidati alla presidenza della giunta, entrambi sostenuti da 6 liste, per un totale di 12 simboli</b> sulla scheda. Si tratta di una competizione meno "ricca" rispetto a quella dell'elezione precedente, nel 2019: allora le candidature a presidente erano state quattro, per un totale di 15 formazioni a sostegno. In questo post si seguirà l'ordine di presentazione sorteggiato per la circoscrizione dell'Aquila.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h2 style="text-align: justify;">Marco Marsilio</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8IAdHWnNcIZGLWDfYMVyT7A5sQjaEZxAOovQWWoxjY0Aw1Moi3tUBu272oNMnvYUBz18GKvJCEzSh67Bnq8CH6d9VwUpjoH96Z_hDp_sHHvfjkg9jNILH_yBXou6hru70P7VeGnp-rFkrNtW3tKKB-WyTjQFPgNYLd__ZUDuhvNDntgRcrZsJkulvUxem/s1084/Democrazia%20cristiana%20-%20Unione%20di%20centro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1084" data-original-width="1084" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8IAdHWnNcIZGLWDfYMVyT7A5sQjaEZxAOovQWWoxjY0Aw1Moi3tUBu272oNMnvYUBz18GKvJCEzSh67Bnq8CH6d9VwUpjoH96Z_hDp_sHHvfjkg9jNILH_yBXou6hru70P7VeGnp-rFkrNtW3tKKB-WyTjQFPgNYLd__ZUDuhvNDntgRcrZsJkulvUxem/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20-%20Unione%20di%20centro.jpg" width="200" /></a></div>1) Democrazia cristiana - Unione di centro</h3><div style="text-align: justify;">Il sorteggio ha collocato al primo posto sui manifesti e sulle schede la candidatura del presidente di giunta uscente, <b>Marco Marsilio</b>, espressione del centrodestra. La prima lista su cui può contare è quella che unisce la <b>Democrazia cristiana</b> (da intendersi come il partito guidato da Gianfranco Rotondi, che nel 2018 fu eletto proprio in Abruzzo) e l'<b>Unione di centro</b> di Lorenzo Cesa. Il simbolo è una variazione rispetto a quello dell'Udc: sullo sfondo azzurro ci sono sempre le vecchie vele di Ccd e De (più grandi), in primo piano c'è lo scudo crociato nella versione usata da anni dall'Udc, ma piuttosto ingrandito, a svantaggio delle due etichette di partito. Curiosità, a Teramo e nel capoluogo in un primo tempo non era stata ammessa la lista: l'ufficio centrale circoscrizionale aveva ravvisato una potenziale confondibilità col simbolo della Dc guidata da Totò Cuffaro (che non si presenta, ma deve aver lamentato un uso del nome senza titolo); l'audizione del rappresentante della lista ha però fatto rientrare il problema. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUA-PCTseKp401NqXyftgKL7FMFwhmKm1ZJhHxj2RbMW8cVquTer_mP09Z3D8PkCqVWAg8513lhd2nl0Ys5_GzKBBBZrZVBCuED5y2UHPkV1psnmibjmmVgKk8Bx8AD6MqiaAQdcHu7hUYx0C4xA8lC62DukQMpsaC_hm3QdeWUBnJepL0Z2MRbaxa9IUC/s964/Forza%20Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="964" data-original-width="964" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUA-PCTseKp401NqXyftgKL7FMFwhmKm1ZJhHxj2RbMW8cVquTer_mP09Z3D8PkCqVWAg8513lhd2nl0Ys5_GzKBBBZrZVBCuED5y2UHPkV1psnmibjmmVgKk8Bx8AD6MqiaAQdcHu7hUYx0C4xA8lC62DukQMpsaC_hm3QdeWUBnJepL0Z2MRbaxa9IUC/w200-h200/Forza%20Italia.jpg" width="200" /></a></div>2) Forza Italia</h3><div style="text-align: justify;">Seconda lista sorteggiata è quella presentata da <b>Forza Italia</b>, che in Abruzzo impiega lo stesso contrassegno sfoggiato in Sardegna, pensato per l'uso dopo la morte di Silvio Berlusconi. In particolare, il fregio elettorale prende come modello l'emblema schierato alle elezioni politiche del 2022, che aveva aggiunto il riferimento al Partito popolare europeo; al centro del cerchio bianco c'è sempre la bandierina tricolore, ma al di sotto ora c'è soltanto il cognome di Berlusconi (largo quanto il vessillo), senza più l'appellativo "Presidente" (cosa che permette alla bandiera di occupare più spazio rispetto al passato).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKikHg99mpipWpRcsl_Zxo6uipQFxX8FdtGZbjgvTIRw7zpDmcemID29xNAc3-jkn_9eJF9PLYtqdlFFz_iVOyf4BNWpUXJPmvjsjvU94qOLJHU3uWWyJp0EykoD8sU-sHuMsnqAPhBvezB8FJhb3z2rnSSt-Qj1U_7LzK6i6FI_7frGJ-U3NxyiG-wzGN/s851/Marsilio%20presidente.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="851" data-original-width="851" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKikHg99mpipWpRcsl_Zxo6uipQFxX8FdtGZbjgvTIRw7zpDmcemID29xNAc3-jkn_9eJF9PLYtqdlFFz_iVOyf4BNWpUXJPmvjsjvU94qOLJHU3uWWyJp0EykoD8sU-sHuMsnqAPhBvezB8FJhb3z2rnSSt-Qj1U_7LzK6i6FI_7frGJ-U3NxyiG-wzGN/w200-h200/Marsilio%20presidente.jpg" width="200" /></a></div>3) Marsilio presidente</h3><div style="text-align: justify;">Terza formazione a sostegno del presidente uscente è quella qualificabile come "lista personale" o "del presidente": <b>Marsilio</b> <b>presidente</b>, appunto. Il contrassegno scelto è molto semplice e diretto: cerchio color verde acqua che contiene soltanto - in posizione centrale - il nome della lista, con il cognome di Marsilio in maggior evidenza (anche grazie al colore blu molto scuro) e la qualifica presidente in bianco: si tratta anche dell'unico simbolo a contenere il nome del presidente uscente. Volendo, la <i>palette</i> cromatica adottata può apparire derivata dai tre colori dello stemma regionale (bianco, verde, blu), che vengono richiamati senza essere citati direttamente.</div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJKs9LQ2Y4jFszFDpTj7WMwOq9buftbMgkoY_2akR8lOMoTjArhr6_sx2gwPV_LHp2NefHtwLL7cEkb2_ycaJHE05_20nSq246gT_Wfvz-3c9MipAoNeiVYf2BN3nAeyNHVijDKefJpc54w03w0t3AE2P9RrAqSClDQgntWtxjvC-8J1N68Fq6jTXwJMaM/s1716/Lega.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1716" data-original-width="1716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJKs9LQ2Y4jFszFDpTj7WMwOq9buftbMgkoY_2akR8lOMoTjArhr6_sx2gwPV_LHp2NefHtwLL7cEkb2_ycaJHE05_20nSq246gT_Wfvz-3c9MipAoNeiVYf2BN3nAeyNHVijDKefJpc54w03w0t3AE2P9RrAqSClDQgntWtxjvC-8J1N68Fq6jTXwJMaM/w200-h200/Lega.jpg" width="200" /></a></div>4) Lega</h3><div style="text-align: justify;">Come quarta lista sulle schede aquilane si trova la <b>Lega</b>, che partecipa per la seconda volta alle elezioni regionali abruzzesi, ma soprattutto arriva all'appuntamento come forza politica più votata in assoluto alle regionali di cinque anni fa (27,53%), benché non fosse quella cui il candidato apparteneva. Il simbolo schierato è lo stesso utilizzato nel 2019, minivariante di quello inaugurato con le elezioni politiche del 2018: unica differenza è il riferimento all'Abruzzo sotto al cognome di Matteo Salvini (tra i più evidenti di questo turno elettorale), al posto della parola "presidente". </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2Av18-md_vmLuDu9-ydu0NCq19ilQ_klbIWfdoQPbFV6GMo2RmsWhBtEEYl6sN1WKRD1MoBmvOybpTVay5Vcc9FQWvoTUMmJuZLch8JEfTP5lKnI8R-9FK1zqCWqSkvvve94X3wwb3X9IpMktFf6jdbxFqsQeRamga4Heh66tAoI1hP3i17n9jxSUz95G/s2048/Fratelli%20d'Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2046" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2Av18-md_vmLuDu9-ydu0NCq19ilQ_klbIWfdoQPbFV6GMo2RmsWhBtEEYl6sN1WKRD1MoBmvOybpTVay5Vcc9FQWvoTUMmJuZLch8JEfTP5lKnI8R-9FK1zqCWqSkvvve94X3wwb3X9IpMktFf6jdbxFqsQeRamga4Heh66tAoI1hP3i17n9jxSUz95G/w200-h200/Fratelli%20d'Italia.jpg" width="200" /></a></div>5) Fratelli d'Italia</h3><div style="text-align: justify;">Subito dopo la Lega sulla scheda della circoscrizione dell'Aquila si trova il simbolo di Fratelli d'Italia, vale a dire il partito cui Marsilio appartiene: c'è da attendersi, vista la situazione politica nazionale, che la lista possa andare ben oltre il 6,49% ottenuto nel 2019. Rispetto a cinque anni fa, il contrassegno di lista è piuttosto simile: la struttura è quella del simbolo ufficiale del partito, ma il nome di Fdi è stato rimpicciolito ancor di più per lasciare il posto al riferimento alla <i>leader</i> e presidente del consiglio Giorgia Meloni (mentre alle precedenti elezioni c'era l'indicazione "Marsilio presidente": una sostituzione che non passa inosservata).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlNiUDQSqNYf8x8Nn8zBx1rtemWK0vwQDNoTyZzdso4g-s6ZRpIX56O8rmUviM12f4bFk3v4LubkpT_Ogc4hBaJy8WKoq30GztpOmQhV2SBv_Ce-ckdmiCw3ZKY_FFfS-ecfXSBlW-_6k1XY2Yv0Ijo6__kl0plfeD4-Egj6aB2UTayKSyuMx9jFbmcqMA/s513/Noi%20moderati.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="512" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlNiUDQSqNYf8x8Nn8zBx1rtemWK0vwQDNoTyZzdso4g-s6ZRpIX56O8rmUviM12f4bFk3v4LubkpT_Ogc4hBaJy8WKoq30GztpOmQhV2SBv_Ce-ckdmiCw3ZKY_FFfS-ecfXSBlW-_6k1XY2Yv0Ijo6__kl0plfeD4-Egj6aB2UTayKSyuMx9jFbmcqMA/w199-h200/Noi%20moderati.jpg" width="199" /></a></div>6) Noi moderati</h3><div style="text-align: justify;">Ultima formazione delle sei a sostegno di Marsilio è <b>Noi moderati</b>, vale a dire il partito guidato da Maurizio Lupi che debutta alle regionali abruzzesi. Il simbolo è quello ufficiale, ma proprio nella circoscrizione del capoluogo (e non anche nelle altre) la lista era stata in un primo tempo ricusata a seguito di un esposto dell'Udc - ne hanno parlato i <i>media</i> locali - in cui si sarebbe paventato un rischio di confusione della lista attuale con quella che corse alle politiche del 2022 e di cui era parte anche l'Udc (insieme, tra gli altri, a Noi con l'Italia); non è passata inosservata la scaramuccia interna a due soggetti della coalizione (che peraltro si sarebbe accompagnata a "migrazioni" inattese di candidati).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Luciano D'Amico</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuI4y_SNArORAQb0ZBFFNCFhTKR18OtI2gq3PAiKhl2qX3PI0O8E2Of2OI2_RY9ZMxhhtdPEitN4_rszzsOsDNTBMgaVyVlXF533U1CTRjY1mPcG_3j_BAfb4V4rUpqO2RhbTZM7ODSAt-MDLFz91cZNTvlw2wlBFwBF2JHB_mb3zJNLwLqgNu7mtVj3id/s403/abruzzo%20insieme.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="403" data-original-width="403" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuI4y_SNArORAQb0ZBFFNCFhTKR18OtI2gq3PAiKhl2qX3PI0O8E2Of2OI2_RY9ZMxhhtdPEitN4_rszzsOsDNTBMgaVyVlXF533U1CTRjY1mPcG_3j_BAfb4V4rUpqO2RhbTZM7ODSAt-MDLFz91cZNTvlw2wlBFwBF2JHB_mb3zJNLwLqgNu7mtVj3id/w200-h200/abruzzo%20insieme.jpg" width="200" /></a></div>7) Abruzzo insieme</h3><div style="text-align: justify;">Seconda (e ultima) candidatura alla guida della giunta regionale abruzzese è quella di <b>Luciano D'Amico</b>, già rettore dell'Università di Teramo. Lo sostiene un centrosinistra allargato, ma la prima lista sorteggiata per la circoscrizione del capoluogo è quella più legata al candidato: <b>Abruzzo insieme</b>. Quel nome era presente anche nelle liste di cinque anni fa (e si è indicato il candidato presidente di allora, Giovanni Legnini, come promotore della lista con vari amministratori e figure non lontane dall'area <i>dem</i>). Il simbolo è molto semplice, con il verde che tinge la circonferenza, il semicerchio superiore (che contiene il nome) e l'apostrofo del cognome del candidato, riportato nella parte inferiore.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEPor_mjhpj2_9i0hVPPbMyvEb4vaTOJPDSm7oN_Bv45t5AJvziP4BWsTVJqRIvIl3ysjOoswHP16tWOmVMRT2HxqADnuv9lbc_tOiSFCG5uBcYfpGas5QSdj08pjugLxkp9nuubc1qSvN2Y-nNVJlEZ6iVgihwCcRsSO3fqudeOrXqfJ54Y1a68uLjXB2/s776/D'amico%20presidente%20-%20Riformisti%20e%20civici.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="776" data-original-width="776" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEPor_mjhpj2_9i0hVPPbMyvEb4vaTOJPDSm7oN_Bv45t5AJvziP4BWsTVJqRIvIl3ysjOoswHP16tWOmVMRT2HxqADnuv9lbc_tOiSFCG5uBcYfpGas5QSdj08pjugLxkp9nuubc1qSvN2Y-nNVJlEZ6iVgihwCcRsSO3fqudeOrXqfJ54Y1a68uLjXB2/w200-h200/D'amico%20presidente%20-%20Riformisti%20e%20civici.jpg" width="200" /></a></div>8) D'Amico presidente - Riformisti e civici</h3><div style="text-align: justify;">Seconda formazione del "campo largo" è <b>D'Amico presidente - Riformisti e civici</b>. Si tratta della lista cui concorrono soprattutto il <b>Partito socialista italiano</b> (presente con la miniatura del suo simbolo nella parte inferiore gialla sfumata) e <b>Italia viva</b> (declinata qui in Abruzzo vivo, con un'interessante resa grafica), ma c'è anche +Europa. La parte superiore del contrassegno - un semicerchio ampliato blu, con il riferimento giallo al candidato che concorre, quanto a evidenza, con quello di Salvini - contiene anche la miniatura di Abruzzo in comune, lista presentata nel 2019 e gruppo nel consiglio regionale in scadenza.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY5hXMrS95hMgkBdrAKtSxT9-iix-RPEXbtVTe3w9foR5GIhFytbd79x5vGL7aZNaR2zkCogj3BMh-eoY2QBdtz5gcr9RcPMloToBt9ic2WN_-NRc9CTt-KkYxMkemmLJRHKa6COZSKqrlIP6rGZCmuCDC0AnmLQCmGgpcp_MkvWdscKFOMmTw3GbpgKMJ/s2048/azione.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY5hXMrS95hMgkBdrAKtSxT9-iix-RPEXbtVTe3w9foR5GIhFytbd79x5vGL7aZNaR2zkCogj3BMh-eoY2QBdtz5gcr9RcPMloToBt9ic2WN_-NRc9CTt-KkYxMkemmLJRHKa6COZSKqrlIP6rGZCmuCDC0AnmLQCmGgpcp_MkvWdscKFOMmTw3GbpgKMJ/w200-h200/azione.jpg" width="200" /></a></div>9) Azione</h3><div style="text-align: justify;">Il nome dell'aspirante presidente D'Amico ha grandissimo rilievo (ben più che nella "lista personale") anche nella lista di <b>Azione</b>: il mondo <i>libdem</i>, dunque, non si presenta unito, ma corre in almeno due formazioni distinte. Il simbolo è quello che si è già visto altrove, con il nome sfumato del partito nel semicerchio bianco superiore e il riferimento al candidato (e non a Carlo Calenda) in quello blu inferiore; in quello spazio del cerchio è presente anche la dicitura "Socialisti Popolari Riformatori", che sembra ampliare sensibilmente il raggio d'azione della lista rispetto a quello che il semplice simbolo del partito suggerisce.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgv2vLT_ePRZbL2BounuwnrcywnCeiFOygLiSOKrV0ci6t4RuGLeJ8IRa9CrXKo1gByqjo8ESO6exHwFkec0Z0qUXUy3hyphenhyphen8TgbiOCY_rNLwymp-7SgxpTKAkn-OS4-7VL9GVSDApiGKEF7jTPvHMvsvomb5rn1nPIhuTJqWZ0p87DHMOaVCwYGl3jR_5zp/s905/Movimento%205%20Stelle.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="905" data-original-width="905" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgv2vLT_ePRZbL2BounuwnrcywnCeiFOygLiSOKrV0ci6t4RuGLeJ8IRa9CrXKo1gByqjo8ESO6exHwFkec0Z0qUXUy3hyphenhyphen8TgbiOCY_rNLwymp-7SgxpTKAkn-OS4-7VL9GVSDApiGKEF7jTPvHMvsvomb5rn1nPIhuTJqWZ0p87DHMOaVCwYGl3jR_5zp/w200-h200/Movimento%205%20Stelle.jpg" width="200" /></a></div>10) MoVimento 5 Stelle</h3><div style="text-align: justify;">Nel 2019 aveva sfiorato il 20%, perdendo qualcosa rispetto a cinque anni prima ma quasi doppiando il Pd; ora il <b>MoVimento 5 Stelle</b> si presenta per la terza volta alle regionali abruzzesi, ma non più da solo (a sostegno della propria candidata Sara Marcozzi), bensì all'interno del citato "campo largo" che appoggia D'Amico. Il simbolo schierato in quest'occasione, diverso da quello delle due elezioni precedenti, è quello indicato nello statuto, con il riferimento al 2050 posto nel segmento rosso collocato sotto agli elementi ormai tradizionali di quel fregio politico-elettorale (cioè il nome con la V di fantasia e le cinque stelle gialle).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_XgeTLjuxD6jpphXoedSyO8eW6CeadACpdLx_RswWhvNzRzBHgSfgdA9ACqicPA9YlwwIiqGdq262ZFJL2nHz1RUgBlzZLG6RHXGBYVPjyxwmIHudfI1sXhRcl_37sz-Sjx5EG9tscUo2qtZQvMT5rQZm039H9JUKzVHkDHjWaAK8-9CiQhSz3tM-94T/s898/Partito%20democratico.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="898" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_XgeTLjuxD6jpphXoedSyO8eW6CeadACpdLx_RswWhvNzRzBHgSfgdA9ACqicPA9YlwwIiqGdq262ZFJL2nHz1RUgBlzZLG6RHXGBYVPjyxwmIHudfI1sXhRcl_37sz-Sjx5EG9tscUo2qtZQvMT5rQZm039H9JUKzVHkDHjWaAK8-9CiQhSz3tM-94T/w200-h200/Partito%20democratico.jpg" width="200" /></a></div>11) Partito democratico</h3><div style="text-align: justify;">Quinta lista della coalizione larga che si oppone a Marsilio è quella del <b>Partito democratico</b>, in cerca di riscatto dopo il deludente 11,14% ottenuto nel 2019 (quando era candidato Giovanni Legnini). Il contrassegno riproduce nella parte superiore il simbolo del partito, ma lo riduce di dimensione per consentire l'inserimento del cognome del candidato alla presidenza, anche in questo caso in grande evidenza (spenta giusto un po' dal colore verdino che tinge anche il segmento inferiore in cui è inserito l'appellativo "presidente": una soluzione grafico-cromatica inaugurata già con le elezioni politiche del 2008).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgpw2cQBu9k0CG4HR6PmquYGCLeQsksogDLXFcJBLfCheZ7mafxZJGrzG9raDBkab18wXpZKYbSVAuOB8orTqv71Ou2JHBtUewHHGIDLtb5uO_dQ9V_XyYSpaiHyJJUC_AHmR1NODMrIMV5SpHyxsB6XzOzZT2suoneq0P1XyEywjx25gIV5bIWqB0Ci28/s1054/alleanza%20Verdi%20e%20Sinistra%20-%20Demos.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1054" data-original-width="1054" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgpw2cQBu9k0CG4HR6PmquYGCLeQsksogDLXFcJBLfCheZ7mafxZJGrzG9raDBkab18wXpZKYbSVAuOB8orTqv71Ou2JHBtUewHHGIDLtb5uO_dQ9V_XyYSpaiHyJJUC_AHmR1NODMrIMV5SpHyxsB6XzOzZT2suoneq0P1XyEywjx25gIV5bIWqB0Ci28/w200-h200/alleanza%20Verdi%20e%20Sinistra%20-%20Demos.jpg" width="200" /></a></div>12) Alleanza Verdi e Sinistra</h3><div style="text-align: justify;">Ultima delle liste della coalizione che sostiene D'Amico (e ultima delle liste riportate su manifesti e schede) è quella presentata da <b>Alleanza Verdi e Sinistra</b>. Il contrassegno impiegato parte ovviamente da quello usato alle elezioni politiche (del resto consente di evitare la raccolta firme), ma con due piccole modifiche: nella parte superiore, al posto del riferimento alle Reti civiche, si legge l'espressione "Abruzzo progressista e solidale", mentre nella parte inferiore è stato inserito - a costo di ridurre gli altri spazi all'interno del cerchio, dando l'impressione di un emblema un po' troppo ammassato - un segmento biconvesso con il riferimento a Democrazia solidale, che entra nella lista e giustifica il nome inserito in alto.</div><p></p>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-71739238083682556442024-02-15T20:23:00.008+01:002024-02-26T21:34:46.438+01:00Decreto elezioni 2024, norma "strozza esenzioni" in arrivo?<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzr-f3WZJnjQXN4RvG0eF29OfBMtcRhdGrCHSR0HwyPsH0SIdFb4bCmHrpA6sYJieRunmXo3f4lVND0MAEVRdIMPy0QEsD1f4Pe7omMhmGCH_i9QzUzBCXlBMBQO2bXK-1GY8Iqp6GPxvff5x0b-3Vyq1D_C57F-ilUKo5WWoJmIXoysdvOKchD2WSAMnF/s800/Strozza.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzr-f3WZJnjQXN4RvG0eF29OfBMtcRhdGrCHSR0HwyPsH0SIdFb4bCmHrpA6sYJieRunmXo3f4lVND0MAEVRdIMPy0QEsD1f4Pe7omMhmGCH_i9QzUzBCXlBMBQO2bXK-1GY8Iqp6GPxvff5x0b-3Vyq1D_C57F-ilUKo5WWoJmIXoysdvOKchD2WSAMnF/s320/Strozza.jpg" width="320" /></a></div>Dal 1° febbraio è iniziato presso la I commissione (Affari costituzionali) del Senato l'esame del disegno di legge di conversione del "decreto elezioni 2024", di cui si è parlato nei giorni scorsi. Come si è visto, il testo contiene disposizioni di varia natura, alcune effettivamente legate alle consultazioni elettorali di quest'anno, altre dalla portata decisamente più ampia, a partire dalle norme sul limite dei mandati consecutivi per i sindaci.</div><div style="text-align: justify;">Trattandosi del procedimento di conversione di un decreto-legge (che dunque deve concludersi entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto stesso, pena la sua decadenza fin dall'inizio), si è di fronte a una potenziale "corsia preferenziale" per introdurre in fretta regole di cui si vuole ottenere una pronta entrata in vigore senza attendere gli ordinari tempi parlamentari. Per questo vale la pena passare in rassegna gli emendamenti presentati dalle forze politiche in commissione, per capire su quali innovazioni si sta puntando, e quali potrebbero avere più possibilità di recepimento nei prossimi giorni: tra questi, <b>uno sembra tagliare drasticamente il numero di forze politiche esentate dalla raccolta firme, rendendo praticamente inutile il ricorso all'esonero grazie alla presenza al Parlamento europeo</b>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;">Il dibattito sin qui</h3><div style="text-align: justify;">Vale innanzitutto la pena dare conto del dibattito parlamentare che si è svolto sin qui sulla materia del decreto. Dopo la seduta del 1° febbraio - in cui si è semplicemente presentato il testo del decreto da convertire - il giorno 6 si è svolta la discussione generale: questa non è stata troppo estesa, a giudicare dalla lunghezza del resoconto, ma soprattutto ha riguardato essenzialmente - come era prevedibile - la questione dei limiti ai mandati consecutivi dei sindaci. </div><div style="text-align: justify;">Decise contrarietà sono arrivate da Alleanza Verdi e Sinistra (per cui si è espresso Tino Magni) e dal MoVimento 5 Stelle (è intervenuto il senatore Roberto Cataldi): il giudizio è negativo soprattutto sull'abolizione del limite ai mandati nei comuni fino a 5mila abitanti, sottolineando che - usando le parole di Cataldi - "nei piccoli centri il sindaco gode sicuramente di una posizione di
privilegio nei confronti di un futuro concorrente, in quanto può
utilizzare i beni pubblici e avere a disposizione disponibilità
economiche per realizzare iniziative ed eventi spesso strumentalmente
collegati alle attività amministrative, e quindi ne riceve un indubbio
vantaggio competitivo". Per Magni si dovrebbe puntare piuttosto sul rafforzamento delle assemblee elettive, il che dovrebbe far rifiutare anche l'aumento da due a tre dei mandati consecutivi possibili nei comuni di fascia "media" (tra 5mila e 15mila abitanti"), anche perché - ha continuato Magni - "vi è il rischio di una ulteriore estensione": con riguardo ai comuni superiori, è <a href="https://www.anci.it/wp-content/uploads/lettera-Decaro-ai-parlamentari-su-limite-mandati_genn-24.jpeg" target="_blank">intervenuto nei giorni scorsi il presidente di Anci Antonio Decaro</a>, mentre è noto che più di un presidente di giunta regionale ha espresso desideri analoghi. Desideri che però - sempre secondo Magni - potrebbero indurre a commettere "un tragico errore, in quanto già si verifica una concentrazione del potere nelle mani di una sola persona a causa dell'elezione diretta" (per cui potrebbe essere una migliore soluzione "disgiungere l'elezione del vertice da quella delle assemblee", che ovviamente sarebbe cosa diversa dal semplice "voto disgiunto" oggi previsto, perché contemplerebbe ancora la possibilità di stringere coalizioni, ma elimerebbe ogni collegamento tra liste e candidato sindaco e ogni automatica attribuzione di voti in caso di esclusivo voto di lista).<br />Più possibilista si è dimostrata Mariastella Gelmini, senatrice di Azione, che ha riconosciuto che "nei piccoli centri o nelle aree montane [...] si fatica a creare anche una sola lista per la scarsità di candidati", esprimendosi "a favore dell'eliminazione del limite di mandati per i Comuni sotto i 15.000 abitanti" (espressione che va dunque oltre la previsione del testo del decreto, che innalza ma mantiene il limite per i comuni medi) e valutando anche l'abolizione per i comuni superiori.<br /><b>Per la maggioranza sono intervenuti </b>- a vario titolo - <b>solo esponenti di Fratelli d'Italia: il loro parere peraltro è assai rilevante</b>, quali rappresentanti del partito con più seggi e che esprime la Presidente del Consiglio e che, dunque, ha più possibilità di ottenere l'approvazione di determinate norme. Si è espresso per primo Costanzo Della Porta, sindaco di San Giacomo degli Schiavoni (comune di poco sopra i mille abitanti della provincia di Campobasso), confermando le difficoltà di trovare potenziali candidati, negando che la fidelizzazione tra votanti e sindaco sia un aspetto patologico (dimostrerebbe invece "che la gestione amministrativa è stata efficiente, altrimenti il primo cittadino non sarebbe rieletto") e dimostrando apertura all'abolizione del limite ai mandati consecutivi per tutti i comuni "inferiori"; ha però confermato che il problema della resistenza alla candidatura non esiste "per i centri più grandi".<br />Ha accolto queste riflessioni anche il presidente della I commissione, Alberto Balboni, pur con qualche riserva in più sull'ampliamento del "mandato libero": il senatore di Fdi ha fatto intendere che avrebbe preferito che il limite ai mandati consecutivi fosse limitato ai comuni fino a 3mila abitanti, ma ha ritenuto che la soluzione individuata dal decreto sia "equilibrata", mentre "l'ampliamento del numero dei mandati per i Comuni di medie dimensioni potrebbe dare adito a qualche dubbio" e sarebbe inopportuno allentare il limite per i comuni superiori.<br />Da ultimo si è registrato l'intervento della sottosegretaria Wanda Ferro, che ha confermato - dati del Viminale alla mano - la difficoltà di trovare potenziali sindaci nei comuni più piccoli, facendo cenno anche ad alcune malepratiche non così rare (come il tentativo "di aggirare la norma facendo candidare una persona di fiducia del sindaco uscente, per consentirgli di continuare a governare indirettamente", ma si potrebbe anche citare il ricorso consapevole al commissariamento per mancanza di candidati, cosa che consente l'anno dopo all'ultimo sindaco di ripresentarsi); la stessa sottosegretaria di Fdi, peraltro, ha segnalato come la possibilità del terzo mandato nei comuni medi sia stata "concordata con l'ANCI, che aveva più volte sollecitato un intervento per risolvere le difficoltà che si presentano soprattutto nei casi in cui c'è una sola lista" (sollecitazioni che, com'è noto, si sono tradotte nelle misure una tantum di abbassamento del <i>quorum </i>dei votanti) e ha sottolineato che eventuali "logiche di fidelizzazione basate sul mero principio del <i>do ut des</i>" non metterebbero in ombra il concetto di democrazia da tradurre come "possibilità per l'elettore di compiere una scelta libera e consapevole, premiando il bravo amministratore".<br />L'unico intervento del Pd è stato del senatore Dario Parrini, a proposito dell'applicazione del limite dei mandati alle città capoluogo di provincia che siano però comuni inferiori (come Urbino): secondo Balboni dovrebbe prevalere "lo <i>status </i>dell'ente", prevedendo dunque la permanenza del limite dei due mandati.</div><div style="text-align: justify;">Il dibattito è stato riaggiornato a martedì 13 febbraio, ma in quella sede il presidente Balboni si è limitato a dare conto della presentazione di 41 emendamenti, rinviando l'esame dei testi (si parla ormai della prossima settimana): al momento, dunque, tutto è fermo. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;">Gli emendamenti presentati</h3><div style="text-align: justify;">Esaurito il resoconto del dibattito, occorre parlare ora degli emendamenti presentati (il limite è scaduto a mezzogiorno di lunedì 12 febbraio), che riguardano vari aspetti del decreto, anche (solo) apparentemente marginali. Il M5S, per esempio, chiede che sia <b>aumentato il compenso ai componenti degli uffici elettorali di sezione </b>(presidente, scrutatori e segretario) in misura maggiore di quanto già fatto dal decreto-legge; i tre partiti maggiori del centrodestra, invece, hanno chiesto di <b>spostare al 29 settembre 2024 il termine per svolgere le elezioni provinciali </b>(prorogando il mandato degli organi in carica).</div><div style="text-align: justify;">C'è poi una serie di emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle (attraverso Alessandra Maiorino e Roberto Cataldi), volti ad <b>agire in vario modo sulla "macchina elettorale"</b>. Una delle proposte, per esempio, prevede il <b>ritorno stabile a due "finestre" elettorali l'anno</b>, con il voto tra il 15 aprile e il 15 giugno (o fino alla data delle elezioni europee, se in futuro fosse fissata più avanti) se il mandato degli organi scade nel primo semestre (o se la causa di scioglimento del consiglio diversa dalla fine mandato si sia verificata tra il 20 agosto dell'anno precedente e prima del 24 febbraio), oppure tra il 15 ottobre e il 15 dicembre ove gli organi scadano nel secondo semestre (o qualora la causa estintiva si sia verificata tra il 24 febbraio e il 19 agosto); lo stesso emendamento disciplina meglio e in modo stabile l'accorpamento di consultazioni elettorali (<i>election day</i>), abbinando automaticamente la data del voto amministrativo a quella delle elezioni europee, politiche o dei <i>referendum </i>che debbano eventualmente tenersi (la regola dell'accorpamento vale anche, in subordine, in caso di elezioni regionali, prendendo come riferimento - qualora le Regioni votino in giorni diversi - la "data in cui è convocato il maggior numero di elettori per le elezioni regionali"; altre parti dell'emendamento agiscono sulla "legge cornice" in materia di elezioni regionali - la legge n. 165/2004 - per agevolare l'accorpamento delle consultazioni ampliando la "forchetta" temporale per lo svolgimento delle elezioni regionali e chiedendo al Viminale di verificare "tempestivamente con le regioni interessate [...] la possibilità di coordinare la data per lo svolgimento delle elezioni regionali con la data delle altre consultazioni elettorali nel medesimo semestre al fine di permetterne lo svolgimento contestuale"); la possibilità di <i>election day </i>sarebbe facilitata anche norme <i>ad hoc </i>per i <i>referendum </i>(inclusa l'inedita previsione di due turni anche per quelle consultazioni, a seconda della data di ammissione dei quesiti da parte della Corte costituzionale).</div><div style="text-align: justify;">Altri emendamenti a 5 Stelle toccano un tema delicato e annoso: lo <b>svolgimento del voto in luoghi diversi dalle scuole</b>. Da una parte ci si propone di creare il "Fondo per il voto anticipato e presidiato", volto a "introdurre in via sperimentale [...] modalità di espressione del voto che ne consentano l'anticipo e il presidio presso sedi, diverse dagli istituti scolastici, appositamente abilitate o autorizzate per il tramite di un certificato elettorale digitale [...] di una apposita applicazione informatica" realizzata dalla Presidenza del Consiglio in collaborazione con il Viminale; dall'altro lato, si suggerisce una nuova erogazione di contributi a favore dei comuni che individuino entro il 15 aprile 2024 sedi di seggio diverse dalle scuole (purché, anche stavolta, abbiano gli stessi requisiti individuati dalla legge). Il M5S propone anche di <b>vietare le assunzioni di dipendenti </b>"da parte
delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società a
partecipazione pubblica locale o regionale, totale o di controllo"
<b>nei 60 giorni che precedono o seguono le elezioni
comunali o regionali</b>, "limitatamente ai comuni o alle regioni
interessati", di consentire il voto alle persone impegnate "in
operazioni di soccorso e di sostegno alle vittime di terremoti o di
altre calamità naturali" nel comune in cui operano (al pari delle forze dell'ordine) e di <b>ridurre gli spazi per le affissioni elettorali </b>(le plance/tabelloni da installare appositamente, con una spesa tutt'altro che trascurabile) nei comuni superiori a 10mila abitanti, probabilmente prendendo atto di una tendenza sempre più diffusa a usare meno i manifesti tradizionali. <br /></div><div style="text-align: justify;">Altre proposte riguardano il <b>voto dei "fuori sede"</b>, tema su cui peraltro si sta discutendo sempre in I commissione (ci sono sei disegni di legge abbinati). <b>Fratelli d'Italia propone una sperimentazione, relativa alle sole elezioni europee del 2024</b>, del voto per coloro che siano "<b>per motivi di studio</b> [...]
temporaneamente domiciliati, <b>per un periodo di almeno tre mesi nel quale
ricade la data di svolgimento della predetta consultazione elettorale,
in un comune italiano situato in una regione diversa da quella in cui si
trova il comune nelle cui liste elettorali sono iscritti</b>": si prevede la possibilità di votare in quello stesso comune di domicilio temporaneo se fa parte della stessa circoscrizione elettorale per le europee, oppure nel capoluogo della regione di temporaneo domicilio, in sezioni elettorali speciali in cui le persone possono votare - negli stessi giorni previsti per il voto "normale" - con le schede delle loro circoscrizioni (stampate <i>in loco</i>, ognuna con un'urna dedicata). Per accedere a questa possibilità occorre presentare apposita domanda al proprio comune di iscrizione nelle liste elettorali almeno
trentacinque giorni prima della data del voto. <b>Il MoVimento 5 Stelle, invece, prevede in modo più ampio che per i referendum (abrogativi e costituzionali) e per le elezioni europee tutti coloro che "per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trov[i]no in
un comune di una regione diversa </b>da quella del comune nelle cui liste
elettorali risultano iscritti" possano dichiarare al loro comune di
residenza - fino a 30 giorni prima del voto - di voler votare nel comune di lavoro/studio/cura; a differenza della proposta di Fdi, tuttavia, non è regolato in dettaglio il meccanismo del voto (dunque, con riguardo alle europee, non si dice cosa accada se la regione diversa da quella di residenza appartenga anche a una circoscrizione diversa).</div><div style="text-align: justify;">Con riferimento alle province (e non solo per il momento elettorale, a quanto pare), Forza Italia chiede che a queste si applichi - oltre che la c.d. "legge Delrio" - anche il testo unico degli enti locali (Tuel), per quanto compatibile. Un diverso emendamento (della Lega, presentato da Daisy Pirovano e Paolo Tosato) <b>farebbe venire meno l'incompatibilità tra le cariche di consigliere provinciale e assessore</b> della rispettiva giunta, incompatibilità che rimarrebbe per i comuni superiori; i forzisti Claudio Lotito e Dario Damiani, invece, chiedono che si precisi la previsione delle ineleggibilità specificando che quella relativa a dipendenti di comune, provincia e regione per i rispettivi consigli valga solo per coloro "che svolgano, al momento della candidatura al rispettivo consiglio, funzioni e attività amministrative". </div><div style="text-align: justify;">Un emendamento presentato dal senatore Ernesto Rapani (Fdi) punta invece a rivoluzionare profondamente il sistema elettorale dei comuni superiori, <b>eliminando la possibilità del "voto disgiunto"</b> o del voto al solo candidato sindaco. Ulteriori proposte di modifica presentate da Azione (con Gelmini) e Fratelli d'Italia (con Marco Silvestroni) si occupano della rendicontazione delle spese di propaganda elettorale alle elezioni amministrative. Fdi chiede inoltre che i soggetti autenticatori individuati dall'art. 14 della legge n. 53/1990 possano autenticare anche le sottoscrizioni per i <i>referendum</i> previsti dal Tuel (quindi i <i>referendum</i> in ambito locale).</div><div style="text-align: justify;">Meno chiaro, almeno a prima vista, è il significato dell'emendamento forzista (che porta le firme di Occhiuto, Maurizio Gasparri e Daniela Ternullo), in base al quale, con riguardo alle consultazioni elettorali e referendarie previste per il 2024 e non ancora indette, "non si applicano le disposizioni in materia di tessera elettorale" dettate dal d.P.R. n. 299/2000: si vuole forse tornare ai certificati elettorali, sostituiti con la tessera elettorale da bollare proprio dal decreto presidenziale appena citato?</div><div style="text-align: justify;">Lega e Forza Italia (con due emendamenti quasi identici) hanno poi chiesto che le risorse stanziate a favore dei comuni per l'incremento delle indennità di sindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali saranno assegnate a favore di quegli stessi comuni (anche qualora in passato gli amministratori abbiano rinunciato in tutto o in parte alle indennità) fino alla fine del 2025 (e non più del 2023). <b>La Lega ha dedicato attenzione anche alle circoscrizioni di decentramento comunale</b>, da una parte proponendo di renderne più facile la costituzione (rendendole già possibili in comuni con almeno 80mila abitanti, non più 100mila e abrogando i limiti introdotti nel 2009), dall'altra consentendo di applicare alle circoscrizioni dei comuni con oltre 300mila abitanti "le vigenti disposizioni in materia di aspettative, permessi ed indennità, applicabili ai comuni aventi uguale popolazione".</div><div style="text-align: justify;"><div>Sempre Lega e Forza Italia, in più, hanno presentato due emendamenti volti - a quanto pare - a <b>limitare il più possibile le responsabilità dei sindaci e presidenti provinciali, quali organi politici</b>,<b> </b>"nel rispetto del principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico - amministrativo e gestione amministrativa": si preciserebbe che quelle figure sono "gli organi responsabili <i>politicamente</i> dell'amministrazione del comune e della provincia" (il corsivo indica la parola aggiunta) e si aggiungerebbe che "esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo loro attribuite, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti", mentre sindaci e presidenti provinciali non sovrintederebbero più "al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti", così come non si sarebbe più responsabilità dell'esercizio o del mancato esercizio di poteri di ordinanza contingibile e urgente in caso di emergenza sanitaria, igiene pubblica, incuria del territorio o minacce all'incolumità pubblica e sicurezza urbana (mentre la responsabilità "dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati" sarebbe solo dei dirigenti, che avrebbero "autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo").</div><div style="text-align: justify;"><br /><h3>In particolare, sul limite ai mandati</h3>Come era prevedibile, non pochi emendamenti si concentrano sul tema del limite ai mandati consecutivi. Dei sindaci, come ha già fatto il decreto, ma anche ai presidenti delle giunte regionali: <b>la Lega, infatti, ha presentato una proposta volta a intervenire sulla "legge cornice" che fissa i principi in materia di elezioni regionali per le regioni a statuto ordinario il limite di tre mandati consecutivi per i presidenti</b>. L'emendamento, di Tosato, Mara Bizzotto ed Erika Stefani, precisa che l'innalzamento del limite opererà per le prime elezioni successive alle leggi regionali di attuazione del nuovo principio: insomma, per Liguria, Veneto, Campania, Puglia e - in teoria - Emilia-Romagna (regioni in cui si pone a breve la questione del terzo mandato) ci sarebbe tempo qualche mese per approvare la legge regionale. </div><div style="text-align: justify;">Tornando ai mandati dei sindaci, ci sono varie proposte in campo. Se <b>il M5S propone semplicemente, come anticipato, di riportare il limite alla situazione pre-decreto</b> (tre mandati per i comuni fino a 5mila abitanti, due mandati per tutti gli altri), <b>il senatore Meinhard Durnwalder (Svp) presenta parecchie alternative</b>: eliminare ogni limite ai mandati; estendere il limite del terzo mandato a tutti i comuni superiori a 5mila abitanti e alle province, con possibilità di un quarto mandato se una consiliatura è durata meno della metà e non è finita per dimissioni, conservando l'assenza di limite per i comuni più piccoli (la Lega, con Bizzotto e Tosato, ha proposto un'idea simile, priva della possibilità del quarto mandato in caso di consiliatura piucchedimezzata); estensione della possibilità del terzo mandato consecutivo ai comuni fino a 30mila abitanti; riserva di competenza in materia di enti locali per le regioni a statuto speciale (che evidentemente potrebbero regolare a loro modo anche la questione dei mandati).</div><div style="text-align: justify;">Forza Italia, per parte sua, ha presentato due emendamenti: uno, a firma di Mario Occhiuto, estende l'innalzamento del limite al terzo mandato anche ai comuni "sorti a seguito di fusione anche per incorporazione nell'ultimo mandato amministrativo" (evidentemente potendo risultare un comune superiore a 15mila abitanti); l'altro, presentato da Francesco Silvestro, modifica il Tuel consentendo il terzo mandato consecutivo anche se si dimette volontariamente entro un anno dall'elezione un sindaco che debba convivere con una situazione in cui le liste collegate a uno dei suoi sfidanti "abbiano superato il 50 per cento dei voti validi" (il che porta, verosimilmente, a una situazione di "anatra zoppa", che nega la maggioranza al sindaco). Entrambi gli emendamenti, in ogni caso, si occupano di ipotesi marginali e non sono favorevoli - così come dichiarato da Forza Italia, anche attraverso il suo segretario Antonio Tajani - a un'estensione della possibilità del "terzo mandato" ai sindaci dei comuni superiori o ai presidenti delle Regioni ordinarie.</div><div style="text-align: justify;"><br /><h3>In particolare, l'emendamento "strozza esenzioni" alle europee</h3>L'emendamento più interessante, per chi frequenta questo sito, riguarda certamente le <b>esenzioni dalla raccolta firme per chi aspiri a presentare una lista alle elezioni europee</b>: su questo sito <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/01/decreto-elezioni-2024-cosa-ce-cosa.html" target="_blank">si era ipotizzato fin dall'inizio</a> che in Parlamento si potesse trattare questo tema. Una proposta di modifica presentata da Fratelli d'Italia (sottoscritta da Marco Lisei, Costanzo Della Porta, Andrea De Priamo e Domenica Spinelli), lasciando intatto il numero di sottoscrizioni da raccogliere, sembra ridurre drasticamente i soggetti esonerati dalla raccolta firme. Il testo dell'emendamento - mostrato per primo questa mattina da <i><a href="https://www.publicpolicy.it/europee-fdi-vuole-ridurre-i-casi-di-esenzione-per-la-raccolta-firme-100680.html" target="_blank">PublicPolicy</a></i> - infatti recita così: </div><div style="text-align: justify;"><i><blockquote>Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale in una delle due Camere. Nessuna sottoscrizione è richiesta altresì per i partiti o gruppi politici che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento Europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali. L'affiliazione è certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal Presidente del gruppo Parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un'autorità diplomatica o consolare italiana. Nessuna sottoscrizione è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere.</blockquote></i></div><div style="text-align: justify;">Salvo errore, ciò significa che <b>non è più sufficiente l'aver eletto almeno un parlamentare alle ultime elezioni politiche o almeno un eurodeputato, ma soprattutto viene completamente disinnescato il meccanismo dell'esenzione attraverso i partiti politici europei per chi non ha avuto eletti</b>. Infatti, sul versante interno, per non dover raccogliere le firme bisogna avere almeno un gruppo parlamentare (è la condizione di Fdi, Lega, Fi, Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia viva, Azione, Noi Moderati, che però inizialmente era una lista comprendente più forze politiche e non il partito evoluzione di Noi con l'Italia; non è chiaro se possano fregiarsi di questa strada i partiti presenti nella denominazione di un gruppo parlamentare, quando questo sia composto, con riferimento a Coraggio Italia, Udc, Italia al centro, Svp) oppure avere ottenuto un seggio "in ragione proporzionale": questo dà spazio al Maie, ma non alle forze politiche che hanno eletto parlamentari nei collegi uninominali restando sotto la soglia di sbarramento (+Europa, Centro democratico, Sud chi<span style="white-space-collapse: preserve;">am</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a Nord</span>). </div><div style="text-align: justify;">Se si passa invece al versante europeo, è esentato solo chi ha partecipato alle ultime elezioni europee in Italia "con proprio contrassegno" (questo avrebbe di nuovo messo in dubbio un autonomo titolo esonerante per Azione - Siamo Europei, come alle politiche del 2022, ma si è visto che il partito di Calenda ha mantenuto il gruppo alla Camera anche dopo l'uscita di Iv che ha formato un gruppo, in deroga rispetto al requisito numerico minimo al pari di quello di Azione) e ha eletto un europarlamentare in Italia, dovendo per di più sussistere un'affiliazione a un partito politico europeo dotato di gruppo parlamentare (certificata dal presidente del gruppo parlamentare). Il che significa, in soldoni, che <b>in questa legislatura le forze politiche esenti "per via europea" sono solo alcune di quelle che sono già esenti grazie alla rappresentanza parlamentare italiana</b> (Fdi, Lega, Pd, Fi e, volendo, Azione - ex Siamo europei: il M5S non aderisce a partiti o gruppi): <b>la semplice affiliazione a un partito politico europeo o equivalente</b>, secondo la <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/in-europa-senza-firme-quali-partiti-e.html" target="_blank">strada aperta dall'Ufficio elettorale nazionale per il Parlamento europeo nel 2014</a>, <b>non permetterebbe più di correre senza firme se non si sono eletti europarlamentari in Italia </b>(la congiunzione "e", anche se preceduta dalla virgola, non sembra lasciare dubbi). </div><div style="text-align: justify;">E se Europa Verde non ha bisogno di quell'esenzione grazie ai parlamentari eletti da Avs, <b>rischia seriamente di chiudersi ogni spazio di esonero dalla raccolta firme per partiti affiliati a partiti europei che potrebbero essere interessati a liste autonome - magari per esentare (anche) altre forze - ma non hanno eletto eurodeputati in Italia </b>(e non hanno nemmeno gruppi parlamentari): è il caso di <b>Alternativa popolare</b> e <b>Popolari per l'Italia</b> (Ppe), <b>Psi</b> (Pse - S&D), <b>+Europa</b>, <b>Radicali italiani</b>, <b>Team K</b> e <b>LibDem</b> (Alde - Renew Europe), <b>L'Italia c'è</b> e <b>Tempi nuovi - Popolari Uniti</b> (Pde - Renew Europe), <b>Rifondazione comunista </b>(Partito della sinistra europea), <b>Alliance Valdôtaine, Comitato Libertà Toscana, Patto per l’Autonomia, Siciliani Liberi, Süd-Tiroler Freiheit </b>e <b>Union Valdôtaine</b> (Efa), ma vale anche per <b>Destre unite / Nuova Italia unita</b> (Aemn - senza proprio gruppo) e per <b>Forza Nuova</b> (AFP - senza proprio gruppo). E nella stessa situazione sarebbero i partiti affiliati a soggetti politici transeuropei non presenti nel registro europeo dei partiti, come il <b>Partito pirata</b> (che non ha un proprio gruppo e comunque non ha eletti in Italia) o <b>Volt </b>o ancora l'Iniziativa dei partiti comunisti e operai d'Europa, cui si appoggiò il <b>Partito comunista</b> di Marco Rizzo nel 2019 anche grazie al collegamento con la Kke; ancor meno possibilità avrebbero coloro che nel 2019 hanno contato sul collegamento esplicito con un partito politico di un paese europeo che aveva eletto all'estero europarlamentari (come riuscì a fare nel 2019 il <b>Partito animalista</b>).</div><div style="text-align: justify;">Certamente per qualcuno si può essere di fronte a un riordino di una disciplina che nelle ultime due elezioni europee aveva conosciuto prima una falla e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/alle-europee-senza-firme-se-la-breccia.html" target="_blank">poi uno squarcio</a>, rendendo meno aleatorio l'accesso all'esenzione. In questo modo, però, <b>l'istituto dell'esenzione verrebbe di fatto strozzato</b>, nel senso di molto ridotto in modo repentino, a fronte - come si diceva - del mantenimento del requisito delle 30mila firme per ogni circoscrizione (di cui almeno 3mila in ogni regione), un traguardo davvero difficile da raggiungere. Ridurre così tanto le ipotesi di esenzione - è bene precisarlo - non è di per sé illegittimo: le esenzioni rimaste dovrebbero essere sufficiente segno di "serietà" delle candidature e la lettura "estensiva" data dall'Ufficio elettorale nazionale per il Parlamento europeo nel 2014 era basata sulle disposizioni in vigore, ma il legislatore resta libero di introdurne di nuove, più restrittive; certo è che un numero così alto di firme e non semplici da raccogliere nel modo richiesto può facilmente tradursi in uno sbarramento all'ingresso difficilmente superabile (è vero che nel corso del tempo i requisiti non sono cambiati mentre sono aumentati gli elettori - potenziali sottoscrittori - così come i soggetti autenticatori, ma il traguardo resta davvero molto dispendioso). <b>Aggravare così tanto le eccezioni allo sbarramento, per giunta a tre mesi dal deposito delle candidature</b> (per cui qualche lista che oggi sarebbe certamente esonerata dalla raccolta firme tra pochi giorni potrebbe dover raccogliere almeno 150mila sottoscrizioni: dei 180 giorni prima della fine del periodo per il deposito delle candidature concessi dalla legge per autenticare le firme, tra l'altro, ne restano solo 76), <b>significa di fatto aggravare di molto lo sbarramento all'ingresso, ponendo anche qualche problema di legittimità costituzionale delle norme</b>.</div><div style="text-align: justify;">Le schede delle elezioni europee, insomma, si preparano a essere molto più vuote, a meno che in aula qualcosa cambi o spunti un'interpretazione molto diversa del testo, che però sul piano letterale sembra difficile da configurare. Il tutto mentre Michaela Biancofiore (Coraggio Italia) ha presentato un emendamento per introdurre, come principio in materia elettorale regionale, l'esonero dalla raccolta firme per le liste "che, al momento della indizione delle elezioni regionali, sono espressione di forze politiche o movimenti corrispondenti a gruppi parlamentari presenti in almeno uno dei due rami del Parlamento nazionale, sulla base di attestazione resa dal segretario o Presidente del partito rappresentato nel Parlamento": quasi tutte le Regioni, peraltro, prevedono già questa norma e, anzi, contemplano ipotesi molto più ampie di esenzione (basate sulla presenza qualificata in consiglio regionale o sulla semplice presenza in Parlamento).</div><div style="text-align: justify;">E visto che si p<span style="white-space-collapse: preserve;">arl</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a di firme, <b>ci si s</b></span><b><span style="white-space-collapse: preserve;">arebbe sincer</span><span style="white-space-collapse: preserve;">amente </span><span style="white-space-collapse: preserve;">attesi molto più f</span><span style="white-space-collapse: preserve;">acilmente un emend</span><span style="white-space-collapse: preserve;">amento che recepisse<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank"> </a></span><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank"><span style="white-space-collapse: preserve;">il testo del "ddl Pirov</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ano - ex Augussori</span></a></b><span style="white-space-collapse: preserve;"><b><a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank">"</a></b>, che oltre </span><span style="white-space-collapse: preserve;">a st</span><span style="white-space-collapse: preserve;">abilizz</span><span style="white-space-collapse: preserve;">are il quorum di v</span><span style="white-space-collapse: preserve;">alidità del 40% del corpo elettor</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ale (</span><span style="white-space-collapse: preserve;">scomput</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ati g</span><span style="white-space-collapse: preserve;">li iscritti </span><span style="white-space-collapse: preserve;">ad</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a </span><span style="white-space-collapse: preserve;">ire non vot</span><span style="white-space-collapse: preserve;">anti) reintrodurrebbe </span><span style="white-space-collapse: preserve;">un minimo di firme d</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> r</span><span style="white-space-collapse: preserve;">accogliere nei comuni #sottoimille. Il testo è </span><span style="white-space-collapse: preserve;">già st</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="white-space-collapse: preserve;">approv</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ato d</span><span style="white-space-collapse: preserve;">al Sen</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ato e in</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> più D</span><span style="white-space-collapse: preserve;">aisy Pirov</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ano, </span><span style="white-space-collapse: preserve;">su</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a proponente (e sostenitrice nell</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a scors</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a legisl</span><span style="white-space-collapse: preserve;">atur</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a) è in I commissione e h</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a present</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="white-space-collapse: preserve;">altre proposte di modific</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a. G</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="white-space-collapse: preserve;">antire m</span><span style="white-space-collapse: preserve;">aggiore genuinità </span><span style="white-space-collapse: preserve;">alle liste nei piccoli comuni (evit</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ando inizi</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ative </span><span style="white-space-collapse: preserve;"><i>extr</i></span><span style="white-space-collapse: preserve;"><i>a muros</i> di serietà non sempre prov</span><span style="white-space-collapse: preserve;">at</span><span style="white-space-collapse: preserve;">a), prob</span><span style="white-space-collapse: preserve;">abilmente, s</span><span style="white-space-collapse: preserve;">arebbe più urgente rispetto </span><span style="white-space-collapse: preserve;">a prep</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ar</span><span style="white-space-collapse: preserve;">are il terreno per il terzo m</span><span style="white-space-collapse: preserve;">and</span><span style="white-space-collapse: preserve;">ato </span><span style="white-space-collapse: preserve;">ai</span><span style="white-space-collapse: preserve;"> </span><span style="white-space-collapse: preserve;">presidenti di Regione.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /><h3>Marchi e contrassegni elettorali: due mondi distinti</h3>Da ultimo, vale la pena dedicare un po' di attenzione a un emendamento presentato da Fratelli d'Italia (firmatari ancora Lisei, Della Porta, De Priamo e Spinelli), in materia di <b>marchi d'impresa relativi a simboli usati in campo politico</b>: la proposta di modifica si propone di ritoccare il codice della proprietà industriale in due punti rilevanti. </div><div style="text-align: justify;">Da un lato, l'emendamento interviene sull'art. 8 (relativo alla registrazione come marchi di ritratti, nomi e segni notori), precisando che "La registrazione come marchio di impresa di simboli o emblemi usati in campo politico o di marchi comunque contenenti parole, figure o segni con significazione politica non rileva ai fine della disciplina elettorale e, in particolare, delle norme in materia di deposito di contrassegni, liste dei candidati e propaganda elettorale": con questo sembra che si vogliano evitare tanto il sorgere di diritti o prelazioni legati al deposito e alla registrazione come marchio di emblemi politici, quanto la confusione di discipline (per cui chi avesse depositato un simbolo come marchio potrebbe pretendere di impiegarlo come tale e secondo le norme dei segni distintivi, anche quando determinati usi fossero vietati e sanzionati dalle regole sulla propaganda elettorale).<br />Dall'altro lato, si eliminerebbe dall'art. 10 (rubricato "Stemmi") l'obbligo per l'Ufficio italiano brevetti e marchi di chiedere un parere alle amministrazioni interessate circa la registrazione come marchio di segni distintivi contenenti parole, figure o segni "con significazione politica": in passato, infatti, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2018/10/simbolo-del-m5s-il-problema-e-il.html" target="_blank">la formulazione della norma comportava che l'Uibm si rivolgesse al Ministero dell'interno che di norma dava parere negativo sulla registrazione (arrivando, come si è ricordato più volte, a opporsi alla registrazione come marchio di segni politici di forma rotonda, tipica delle schede elettorali)</a>. In questo modo, contrassegni elettorali e marchi dovrebbero definitivamente diventare due mondi separati: si facilita la registrazione (magari a fini di sfruttamento commerciale per la produzione di gadget), ma si precisa che nulla ha a che vedere con gli impieghi a fini elettorali.<br /></div></div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-50719980821688332462024-02-13T11:26:00.001+01:002024-02-15T12:35:05.378+01:00Ugo Intini, una storia di garofani (e non solo)<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg86eZXPz3tsG-cwLx2v_8ZvDZ6mVVRgDhHQypM6xSalZ_uJ_dJY_zGwTa57tF7D-f2XMxU2XYjdjggn1JCCq5qbDdq7RH1yORddwZ2sls-7MSGL6ZfCsxharAmkEJjwO2CFQN1h8l78rFYuTT1BLrQ5eRZw0eqvzO2CyQV7vIKD87QwThIbsaejq8CZ_Gb/s586/Intini.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="586" data-original-width="586" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg86eZXPz3tsG-cwLx2v_8ZvDZ6mVVRgDhHQypM6xSalZ_uJ_dJY_zGwTa57tF7D-f2XMxU2XYjdjggn1JCCq5qbDdq7RH1yORddwZ2sls-7MSGL6ZfCsxharAmkEJjwO2CFQN1h8l78rFYuTT1BLrQ5eRZw0eqvzO2CyQV7vIKD87QwThIbsaejq8CZ_Gb/s320/Intini.jpg" width="320" /></a></div>Sembra facile, a prima vista, ricostruire il percorso politico di <b>Ugo Intini</b>, scomparso ieri a 82 anni: è sufficiente, infatti, <b>accostare al suo nome l'aggettivo "socialista"</b>, con la certezza di non commettere alcun errore, vista la militanza pluridecennale e le tante parole scritte - in forma di libro, di prefazione, di articoli - nel corso degli anni. Chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica, tuttavia, non può accontentarsi di una semplice etichetta, per quanto nobile: la storia politico-partitica di Intini, infatti, risulta caratterizzata da vari simboli, alcuni dei quali promossi proprio dallo storico esponente socialista. Già solo per questa ragione, dunque, il percorso di Intini merita di essere ospitato su queste pagine; per chi scrive ce n'è almeno un'altra, ma la si farà emergere più avanti, a tempo debito, dopo aver fatto partire il racconto politico-simbolico dal suo vero inizio.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDlQwhevl5pGDvIbVVEG_bItM9nvAfikCEzhOXlMpV8TsNbSHfrxPRny3INAHts3HslUTG2JfYadgcm8EdzEMhOc2GvO_R6OmpKuLGBbxbJQdjywk5XIbKmUV8xztsCcgR4nBxng5VS1isgVhw1vqrLbSsKLaEYo6elfhVc6iLAPZK3SaLSJFM3TJkfJLA/s812/Partito%20socialista%20italiano%20(2).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="812" data-original-width="812" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDlQwhevl5pGDvIbVVEG_bItM9nvAfikCEzhOXlMpV8TsNbSHfrxPRny3INAHts3HslUTG2JfYadgcm8EdzEMhOc2GvO_R6OmpKuLGBbxbJQdjywk5XIbKmUV8xztsCcgR4nBxng5VS1isgVhw1vqrLbSsKLaEYo6elfhVc6iLAPZK3SaLSJFM3TJkfJLA/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(2).jpg" width="200" /></a></div>Quanto la firma di Ugo Intini fece le sue prime comparse sull'<i>Avanti!</i> (quotidiano che avrebbe diretto dal 1981 al 1987 - essendone direttore responsabile già dal 1978, sotto la direzione politica del segretario Bettino Craxi - e alla cui storia avrebbe dedicato un libro consistente nel 2012), il <b>Partito socialista italiano</b> si distingueva ancora - senza che questo fosse vissuto come problematico da gran parte degli iscritti e militanti - con la falce e il martello, abbinati al sole nascente e al libro: quegli elementi erano presenti e ben visibili sia nella versione degli anni '50 e '60 - adottata fino all'inizio del breve percorso comune con il Psdi, che portò prima ad accostare e poi, per qualche manciata di mesi, a fondere i due simboli - sia in quella in uso tra il 1970 e il 1979, frutto dell'elaborazione grafico-concettuale di Sergio Ruffolo. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdcaUjnpLS1bedn3mdMs4eGPR4sUeMGo8HnGWZFa7pi-W-SvRtWpxRLVA4YuBLA6OI0UK8eGMAw6i7fHgTzVtCmdmOOWa1Y2ToiInLUTgEDnN_eQHMLka8GwsGftx26Ak3OiEjist98tGDUKnnY5hZ0EWz-J0XvqAcha5NcP2aeQ1Wx7NdmYRbV3WPwyra/s800/Partito%20socialista%20italiano%20(1971).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdcaUjnpLS1bedn3mdMs4eGPR4sUeMGo8HnGWZFa7pi-W-SvRtWpxRLVA4YuBLA6OI0UK8eGMAw6i7fHgTzVtCmdmOOWa1Y2ToiInLUTgEDnN_eQHMLka8GwsGftx26Ak3OiEjist98tGDUKnnY5hZ0EWz-J0XvqAcha5NcP2aeQ1Wx7NdmYRbV3WPwyra/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(1971).jpg" width="200" /></a></div>Certamente quell'emblema in due sembianze, con gli "arnesi" in primo piano, può essere ricondotto alla storia di Intini (è stato, come si poteva intuire, il simbolo anche del suo primo periodo da direttore responsabile dell'<i>Avanti!</i>), ma senza alcun dubbio non è quello che viene più facile ricollegare a lui, tra quelli che hanno caratterizzato il socialismo nella storia della Repubblica italiana. Le prime tre legislature da deputato di Ugo Intini (1983-1994), infatti, sono state tutte distinte dal <b>simbolo voluto per il Psi dal segretario Bettino Craxi, cioè il</b> <b>garofano. </b></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU2YeO-tNl3AfuiQIzGdKCru-yJU_fi9bUZ4vgbuuKzW5tpDJ1IIhGg-X2binfzdOsbYAPDSzrVFeN7wg6MGYT2j_goAJWkAfLvcKBcm3T5BCjuKe2aY80vgFQ887gDs6GttosrAdqLKZrZKHM6-ihl6wfiUPKhelBo19l_ckUaLhEcNVZ7rVzf7hr4p7v/s800/Psi%201978.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU2YeO-tNl3AfuiQIzGdKCru-yJU_fi9bUZ4vgbuuKzW5tpDJ1IIhGg-X2binfzdOsbYAPDSzrVFeN7wg6MGYT2j_goAJWkAfLvcKBcm3T5BCjuKe2aY80vgFQ887gDs6GttosrAdqLKZrZKHM6-ihl6wfiUPKhelBo19l_ckUaLhEcNVZ7rVzf7hr4p7v/w200-h200/Psi%201978.jpg" width="200" /></a></div><b>Anzi, i garofani</b>: nel 1983, infatti, la candidatura da capolista nella circoscrizione Genova-Imperia-La Spezia-Savona (rappresentativa, dunque, dell'intera Liguria, che elesse Ugo Intini con 28808 preferenze, quasi il doppio del secondo candidato più votato, Mauro Sanguineti) avvenne con il contrassegno presentato nel 1979, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/02/ettore-vitale-e-il-psi-il-garofano-un.html" target="_blank">concepito ed elaborato da <b>Ettore Vitale</b>, con il fiore al centro e le miniature di falce, martello, libro e sole nella parte inferiore</a>. Quelle immagini, tuttavia, erano comunque più visibili rispetto alla versione che aveva caratterizzato il 41° congresso dell'anno precedente: un tentativo di mitigare una trasformazione dell'immagine del partito che era stata innestata dal segretario, ma non aveva incontrato il pieno favore della base del partito. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyllKw_TSg5lEaxdga5dzyUm1JCH25C8356zPYxPBbWbOXb8POWDA4wAuUtM_RzeUJg-bdXvzQm_I3ysmTk92WBTkkoL2wYBW_R9bqTaDwp36IHbkJNg7HRxmwRv1Q67c7FI2eOWPmS-cR7sm7kMyqt0uJZLghI85u7B5RG1ofC_1cnE4_gTLzJX1D4Eq0/s801/Psi%201985.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="801" data-original-width="801" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyllKw_TSg5lEaxdga5dzyUm1JCH25C8356zPYxPBbWbOXb8POWDA4wAuUtM_RzeUJg-bdXvzQm_I3ysmTk92WBTkkoL2wYBW_R9bqTaDwp36IHbkJNg7HRxmwRv1Q67c7FI2eOWPmS-cR7sm7kMyqt0uJZLghI85u7B5RG1ofC_1cnE4_gTLzJX1D4Eq0/w200-h200/Psi%201985.jpg" width="200" /></a></div>Alla candidatura successiva, nella stessa circoscrizione, il garofano era cambiato: nel frattempo, infatti, Craxi aveva scelto di adottare la nuova versione del garofano, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/03/filippo-panseca-il-garofano-del-psi.html" target="_blank">realizzata (già tra la fine del 1983 e l'inizio del 1984) da <b>Filippo Panseca</b></a>, senza più alcuna traccia di falce e martello nel simbolo. Probabilmente è questo l'emblema che più si ricorda nella carriera politica di Intini (nel frattempo passato dalla direzione dell'Avanti! al ruolo di portavoce e responsabile propaganta del Psi), proprio come in quella di Craxi: in fondo il <i>leader </i>socialista, dopo che Vitale aveva dato per primo corpo alla sua idea del garofano, aveva sentito il bisogno di ripensarlo graficamente - grazie a Panseca - rendendolo protagonista assoluto della propaganda e della comunicazione del partito. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0hczzv-KfKrEtcFsCmwTIzSHMT6buiNs8dMA_SUM0ysoLjQEO7W4uHn17q3vqMmQKGO1EqICa-WO7HHKCchdMaUTG1Bv_fp0fr0BRgCozE85QZMcYY-6fqEDZsHEhSpibVBncg7DdBK2QAOII3auxyjijhAfUKRGYvCZk5JzOmA0JLFC8LXf98F18RSSF/s808/Partito%20socialista%20italiano%20(1992).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="808" data-original-width="808" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0hczzv-KfKrEtcFsCmwTIzSHMT6buiNs8dMA_SUM0ysoLjQEO7W4uHn17q3vqMmQKGO1EqICa-WO7HHKCchdMaUTG1Bv_fp0fr0BRgCozE85QZMcYY-6fqEDZsHEhSpibVBncg7DdBK2QAOII3auxyjijhAfUKRGYvCZk5JzOmA0JLFC8LXf98F18RSSF/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(1992).jpg" width="200" /></a></div>Lo stesso fiore tornò sulla scheda elettorale del 1992, quando Intini fu confermato sempre in Liguria con 30758 preferenze; era in compenso cambiata la scritta, visto che <b>Craxi già nel 1990 aveva scelto di sostituire la dicitura "Partito socialista" con "Unità socialista"</b>, come a dire che - dopo la caduta del muro di Berlino - la casa naturale degli ex comunisti doveva essere il Psi. <b>Quella scelta, però, secondo Intini fu "una forzatura poco realistica"</b>: "sapevo bene anche sulla base del caso Togliatti, come i comunisti fossero distantissimi da una revisione vera", disse, intervistato nel 2011 da Livio Karrer, Alessandro Marucci e Luigi Scoppola Iacopini (l'intervista è confluita nel <a href="https://www.fondazionesocialismo.it/wp-content/uploads/2015/10/Craxi.Crollo.parte1_.stampa.pdf" target="_blank">volume <i>Il crollo</i></a>).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwvpzR46q9gaAY3JCJGu8XPCqnm9DfrHw_P1gb3lIToxMywOSZPg9lwdyyrLQyBE711_oCy2ropCSEbBx9eaQe-2jDFzJr58hhK6gpUTjiDuO7WPtGXjuwVl7TsaHge5iIve11Nz4qALKMVqdlfL_EFgpOwkrv5jZ-CWcjhuvSLNbf5cz1HFJVvuR0S9-d/s823/Federazione%20dei%20Socialisti%20-%20Partito%20socialista%20democratico%20italiano.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="823" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwvpzR46q9gaAY3JCJGu8XPCqnm9DfrHw_P1gb3lIToxMywOSZPg9lwdyyrLQyBE711_oCy2ropCSEbBx9eaQe-2jDFzJr58hhK6gpUTjiDuO7WPtGXjuwVl7TsaHge5iIve11Nz4qALKMVqdlfL_EFgpOwkrv5jZ-CWcjhuvSLNbf5cz1HFJVvuR0S9-d/w200-h200/Federazione%20dei%20Socialisti%20-%20Partito%20socialista%20democratico%20italiano.jpg" width="200" /></a></div>Nel 1994 il Psi, finito nel ciclone di "Mani pulite" e non più guidato da Craxi, crollò poco sopra il 2% (con una rosa al posto del garofano), ma Intini aveva già preso un'altra strada: con Franco Piro, Margherita Boniver, il socialdemocratico Enrico Ferri e varie altre figure il 28 gennaio aveva promosso la <b>Federazione dei socialisti</b>, contestando le scelte che il giorno dopo si sarebbero prese all'Eur agli Stati Generali per la Costituente Socialista. "Noi abbiamo un'enorme responsabilità sulle nostre spalle - disse in quell'occasione - siamo un grande partito che ha un secolo di storia, non ci scioglieremo in modo ignominioso e non consentiremo che una minoranza del partito cacci la maggioranza del partito", ciò anche a contestazione della legittimità dei deliberati dell'assemblea del 16 dicembre 1993 all'hotel Ergife, con i quali si scelse tra l'altro di abbandonare il garofano (Craxi sostenne la mozione Piro invece di quella di Del Turco).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfHgjX7z6Z_Hlf96tdYBjM2rbogza_WjKsy38iCpNmzpmHvIBYFuMXf1F4KpW81umTyte3o4mapihPjGehL7Y8F1gn1b5ruh-40Db3_nqXh44fsLjEeKsRsrB6YIJKabTwZErLwzHeCMIdKQn596jpx1uaD2O9UgzjOw5FMqG00C96zlxsmci9TIERdKES/s595/Movimento%20liberalsocialista%20(blu).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="594" data-original-width="595" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfHgjX7z6Z_Hlf96tdYBjM2rbogza_WjKsy38iCpNmzpmHvIBYFuMXf1F4KpW81umTyte3o4mapihPjGehL7Y8F1gn1b5ruh-40Db3_nqXh44fsLjEeKsRsrB6YIJKabTwZErLwzHeCMIdKQn596jpx1uaD2O9UgzjOw5FMqG00C96zlxsmci9TIERdKES/w200-h199/Movimento%20liberalsocialista%20(blu).jpg" width="200" /></a></div>Il 13 novembre 1994, il Psi tenne il suo ultimo congresso e decise il suo scioglimento, a causa della sua pesantissima situazione debitoria (scegliendo la strada che di fatto aveva già percorso, all'inizio di quell'anno, il Partito liberale italiano). Ma se la maggior parte di quel che restava del Psi volle ripartire daccapo fondando i Socialisti italiani (senza garofano e senza rosa, con la guida di Enrico Boselli) e i contrari allo scioglimento seguirono Fabrizio Cicchitto ed Enrico Manca nella costituzione del Partito socialista riformista (che recuperò il sole nascente, mentre Valdo Spini se n'era già andato qualche mese prima con la sua Federazione laburista), Intini, Boniver e Piro un mese più tardi - il 18 dicembre 1994, all'Augustus di Roma - lanciarono il <b>Movimento Liberal Socialista</b>, che si ricollegava anche idealmente alla tradizione socialista e liberale di Carlo Rosselli (non a caso il quindicinale del gruppo, fondato pochi mesi prima diretto da Antonio Ghirelli, riprendeva la testata <i>Non mollare!</i>). "Una parte dei nostri amici e compagni di questa tragica diaspora - disse Intini in quell'occasione, come si può ancora ascoltare grazie all'immenso archivio di Radio Radicale - è finita con il PDS e questi amici e compagni hanno sbagliato, perché senza dignità e senza orgoglio hanno abbassato le loro bandiere di fronte a un partito comunista che stava umiliandoci, criminalizzandoci e cancellandoci, senza avere il coraggio di sollevare una questione morale di un Pds che si è finanziato in Italia esattamente come tutti gli altri, sì è finanziato a Mosca e ha usato l'argomento del finanziamento illecito per cancellare gli avversari politici. Un'altra parte di amici e compagni è finita in Forza Italia, ha seguito l'elettorato che però ha votato in stato di necessità per evitare il peggio; eppure l'elettorato sa riconoscere una destra economica che vuole cancellare lo stato sociale e che confonde il liberismo con il liberalismo, sa riconoscere una destra politica che sino a ieri faceva il saluto romano, sa porre dei limiti al trasformismo". "Hanno sbagliato questi nostri amici e compagni - concluse - ma la diaspora va in qualche modo ricomposta". In quella fase ancora un vero simbolo dei liberalsocialisti non c'era, in seguito sarebbe stata elaborata una grafica piuttosto precaria, con le lettere L e S affiancate e quasi fuse tra loro, ma sarebbe durata poco.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyCJ1RNs14K9S3uRYYxPwwSC8GWQDryIQ2DPu7pEL0elUtVq_K7knkgTv-3mhmlFQhyOKAa9sBI7dQacBmscZXwL7n6xKS3ds1eqYXUxI70p9a3xT3nZGk_fY2hgyFngqS1hziwzn2A5LjKhpOaRwZH8IRRIEgT9Kvclf-2U-mq3AEV_unLmxlk4flDO9Q/s250/Socialisti%20e%20laici%20(1995).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="250" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyCJ1RNs14K9S3uRYYxPwwSC8GWQDryIQ2DPu7pEL0elUtVq_K7knkgTv-3mhmlFQhyOKAa9sBI7dQacBmscZXwL7n6xKS3ds1eqYXUxI70p9a3xT3nZGk_fY2hgyFngqS1hziwzn2A5LjKhpOaRwZH8IRRIEgT9Kvclf-2U-mq3AEV_unLmxlk4flDO9Q/w200-h200/Socialisti%20e%20laici%20(1995).jpg" width="200" /></a></div>Alle elezioni regionali del 1995, infatti, sulle schede sarebbe finito essenzialmente il contrassegno - piuttosto anonimo, in effetti - della lista <b>Socialisti e laici - La sinistra delle libertà</b> (spesso abbinato a quello della lista Pannella): lì trovarono temporaneamente casa i liberalsocialisti di Boniver e Intini, i socialisti riformisti di Manca e Cicchitto, la Sinistra liberale di Maurizio Sacconi e Donato Robilotta e alcuni socialdemocratici. Quel fregio essenzialmente testuale - l - non sarebbe più apparso sulle schede, anche perché a fine anno era già pronto un altro progetto: la rifondazione del Partito socialista.<br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO5J6QqykByP4ChRuytEV8_bqSMRYssL4gub5dEf4qxFaio47xjAgH-38EaqhSlQBtJ1F18v_JWNhzm15tGRKA6t5aUYFITDAH6iyas4hgXFWi18AoIxYg5TAa20skZkMEeUwN2JoQu41AAlUInlaQ053wXTBjxtFhS6BTBRZ-1xKqLtBBiThcRt56FB6q/s500/Partito%20socialista%20(1996%20ricusato).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO5J6QqykByP4ChRuytEV8_bqSMRYssL4gub5dEf4qxFaio47xjAgH-38EaqhSlQBtJ1F18v_JWNhzm15tGRKA6t5aUYFITDAH6iyas4hgXFWi18AoIxYg5TAa20skZkMEeUwN2JoQu41AAlUInlaQ053wXTBjxtFhS6BTBRZ-1xKqLtBBiThcRt56FB6q/w200-h200/Partito%20socialista%20(1996%20ricusato).jpg" width="200" /></a></div>Sì, perché il 1° dicembre del 1995 - di nuovo all'Ergife a Roma - si riunì per la prima volta in regione (ma il cammino era iniziato in Liguria) il <b>Partito socialista</b>, che univa le esperienze del Movimento liberal socialista - con Intini e Boniver tra i principali promotori - e del Partito socialista riformista: c'era infatti anche il logo del Psr (in versione schiacciata) all'interno del simbolo che ricordava molto quello del Psi originario ed era stato depositato come marchio a metà ottobre di quell'anno da Luca Josi, ultimo segretario del Movimento giovanile socialista. Doppia corona rossa con dicitura bianca "Partito socialista" e, al centro, un mazzo di garofani (con corolla pansechiana) tenuto stretto da un nastrino rosso: voleva ripartire da lì un "Partito socialista" fuori dai poli - da quello berlusconiano che aveva deluso vari socialisti e da quello di centrosinistra con il Pds, additato come assassino del Psi.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxPrISjb8DrqHqoa51fk80p4TpLaa2_vAls6D-4yd6Xioguj6tOPFqnN6IXt67HsyXB-KupsslxO5coBkfvIJF0ncdVxdLhC4xrLnt-NkWDLr0AS8FI2WW15cRAESsNl6QSo6mLouYHYAQMEMvzPpbLpHPxpRX-HE93l8PmK6n9GcEum77SjQdisczNj1i/s801/Partito%20socialista%20(1996).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="801" data-original-width="801" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxPrISjb8DrqHqoa51fk80p4TpLaa2_vAls6D-4yd6Xioguj6tOPFqnN6IXt67HsyXB-KupsslxO5coBkfvIJF0ncdVxdLhC4xrLnt-NkWDLr0AS8FI2WW15cRAESsNl6QSo6mLouYHYAQMEMvzPpbLpHPxpRX-HE93l8PmK6n9GcEum77SjQdisczNj1i/w200-h200/Partito%20socialista%20(1996).jpg" width="200" /></a></div>Il gruppo non aveva però fatto i conti con il giudizio del Viminale prima delle elezioni politiche del 1996: per il ministero dell'interno, infatti, il simbolo si poteva confondere con quello del Psi "storico". Intini parlò di rifiuto "ingiusto sul piano politico e morale", si disse convinto che il partito di Boselli (Si) avesse caldeggiato quella ricusazione senza aver "voluto alzare la bandiera della continuità e della dignità socialista", ma dovette ritoccare il contrassegno: aprì il mazzo dei garofani per non farlo sembrare un unico fiore, rinunciò alla doppia corona rossa e anche a parte del nome, cancellando la parola "Partito", "come ai tempi della censura; al suo posto, a prova della violenza subita, sono stati inseriti tanti asterischi quante sono le lettere cancellate''. Il partito raccolse con fatica le firme a livello nazionale, ma riuscì a essere presente con più profitto in alcune elezioni regionali (Sicilia) e locali.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvp4YS1C_rIdV1jxQ7bjul-O4IxSIlLGLq1rDMl6n5X-aDdumfBO7TZmBVIHfeaB1FpujwFKT6mlcGFo-JU3sgOpb7gyDNKaE1uCCWkTKSMW2tLQVDKHARnwAB0d6Ppb51Xr7CBwV7O3oHYZxAZ4QwTGFHyWQ7eJ0AoGCqzRmvSBC2ovorfEhv_su1T_n0/s797/Socialisti%20italiani%20uniti.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="796" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvp4YS1C_rIdV1jxQ7bjul-O4IxSIlLGLq1rDMl6n5X-aDdumfBO7TZmBVIHfeaB1FpujwFKT6mlcGFo-JU3sgOpb7gyDNKaE1uCCWkTKSMW2tLQVDKHARnwAB0d6Ppb51Xr7CBwV7O3oHYZxAZ4QwTGFHyWQ7eJ0AoGCqzRmvSBC2ovorfEhv_su1T_n0/w200-h200/Socialisti%20italiani%20uniti.jpg" width="200" /></a></div>Il partito fu ufficialmente fondato in quel 1996, ma mostrò presto due anime, tra chi era più legato alla memoria di Craxi e chi puntava a cercare nuove convergenze con altre formazioni socialiste. Intini perseguì questa seconda via, promuovendo nel 1997 liste comune con il Si di Boselli, creando le liste Socialisti uniti e <b>Socialisti italiani uniti</b>, unendo una rosa a stencil (a volte usata come unico fregio elettorale) al ripescato garofano di Vitale realizzato nel 1978 e stavolta dotato di gambo più lungo; il segmento verde di base era quello dei socialisti boselliani. Il risultato non fu esaltante, ma per qualcuno fu pur sempre un primo tentativo di rimettere insieme pezzi di un mondo che, tra il 1993 e il 1994, era letteralmente esploso, anticipando quello che poco più avanti sarebbe accaduto soprattutto tra coloro che avevano militato nella Democrazia cristiana.</div><div style="text-align: justify;">Difficile, però, tenere insieme anime che hanno idee diverse su come procedere e sui compagni di viaggio e che, per giunta, traducono queste divergenze in diverse posizioni in tema di diritto dei partiti. Nella seconda metà del 1997, infatti, quel Ps passò nelle mani di Gianni De Michelis, contrario a uno sguardo a sinistra che prevedesse qualche forma di dialogo con il Si alleato del Pds; Intini contestò questa posizione politicamente ("una piccola scissione") e giuridicamente (contestando la riunione della direzione che lo aveva sostituito, ritenendo di averla sconvocata, e diffidando De Michelis dall'uso del simbolo con il mazzo di garofani), ma decise di continuare diversamente il suo percorso politico a fianco di Boselli. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0qWcbCRzHNSY56PlIfjn8CjDZJK3-_t99iKw3FKfk0Ci3Fs1IfLj8tjGom5ep8qyEVgUC6Sw8dEV4-TTYNhHn7nhZddw42eFFPycSp3bbGcg7-wAldOEr_bUEOiOtSpymJFJsvl5rGgHCy3VZQj0l-i_4QlE2i9hx3KE03UfqYge-5xZmyxx9ugrDDYN6/s804/Socialisti%20democratici%20italiani.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="804" data-original-width="804" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0qWcbCRzHNSY56PlIfjn8CjDZJK3-_t99iKw3FKfk0Ci3Fs1IfLj8tjGom5ep8qyEVgUC6Sw8dEV4-TTYNhHn7nhZddw42eFFPycSp3bbGcg7-wAldOEr_bUEOiOtSpymJFJsvl5rGgHCy3VZQj0l-i_4QlE2i9hx3KE03UfqYge-5xZmyxx9ugrDDYN6/w200-h200/Socialisti%20democratici%20italiani.jpg" width="200" /></a></div>Nel 1998, così, mentre De Michelis continuò a ritenersi segretario del Ps (cambiando leggermente simbolo), Intini concorse alla formazione dei <b>Socialisti democratici italiani</b> - con evento fondativo a Fiuggi il 10 maggio - con il Si di Boselli e il Psdi di Gianfranco Schietroma. Sotto alla rosa del socialismo europeo (inserita tra una corona rossa simile a quella del vecchio Psi e il segmento verde del Si), nei primi mesi di vita del partito si poteva vedere un cerchio in cui trovavano spazio in miniatura il sole nascente dal mare dei socialdemocratici e un garofano pansechiano - ma tutto rosso - apportato da Intini. Da quel momento in avanti, il percorso dell'ex portavoce del Psi craxiano sarebbe stato sostanzialmente lineare, seguendo per intero il percorso compiuto da quella parte di socialisti che aveva scelto di stare nel centrosinistra e venendo eletto alla Camera nel 2001 proprio con lo Sdi.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjJNPXvd5ypwblqYUQnMzhap71McRu0Ty4uESXI7zL0VhJwI-1vOs3_lCFJROwKXYBVwIoN8v62OA-g8yUoqNCUIwAVLeH5QD6Mt8OVWagS_j89wD2etNJVRBW8kH9AKAKc_6N0wxBHhWylO-tMD_XNZZb_GKgM04sSAaNW4a8FYA3IqQorxBShcsjSuuN/s796/La%20Rosa%20nel%20pugno%20-%20Laici%20socialisti%20liberali%20e%20radicali.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="796" data-original-width="796" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjJNPXvd5ypwblqYUQnMzhap71McRu0Ty4uESXI7zL0VhJwI-1vOs3_lCFJROwKXYBVwIoN8v62OA-g8yUoqNCUIwAVLeH5QD6Mt8OVWagS_j89wD2etNJVRBW8kH9AKAKc_6N0wxBHhWylO-tMD_XNZZb_GKgM04sSAaNW4a8FYA3IqQorxBShcsjSuuN/w200-h200/La%20Rosa%20nel%20pugno%20-%20Laici%20socialisti%20liberali%20e%20radicali.jpg" width="200" /></a></div>Verso la fine del 2005, il partito di Boselli e Intini scelse di dare vita, insieme alla Lista Pannella, a un soggetto politico-elettorale comune in vista del voto politico del 2006: la lista Laici socialisti liberali radicali decise di distinguersi con il simbolo della <b>Rosa nel pugno</b>, concesso dal Partito radicale ma all'estero tradizionalmente legato a partiti socialisti. Con quell'emblema Ugo Intini fu candidato al Senato ("la Rosa nel pugno rappresenta un positiva novità, servirà a riequilibrare il centrosinistra, troppo arrendevole nei confronti delle posizioni estreme"), ma superò lo sbarramento del 3% solo in regioni (Calabria e Umbria) in cui la percentuale non era sufficiente a eleggere un senatore. La Rnp provò a sostenere che alcuni seggi le sarebbero spettati comunque, ma non riuscì a ottenere ragione dagli organi del Senato. Intini, probabile destinatario di uno dei seggi contesi, ottenne comunque la nomina a viceministro degli esteri.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUiJ86KrPMKhoKXlxlQ2JfBsioQcVblYQpg_ygILxXdxKWp4aza_0EsdLHBwdiMItG_A3JzFSgJOkfP4miaEdqyetHQaYE-P9btztZTwBGkIc9oU3Kh22xxLglCPUiT66tBnsgaOwJDFzNA5u55JPcKjJhxvAkfiZ1T7VH48gj7x8h1FpI3NV47D-8TakM/s789/Partito%20socialista.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="789" data-original-width="789" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUiJ86KrPMKhoKXlxlQ2JfBsioQcVblYQpg_ygILxXdxKWp4aza_0EsdLHBwdiMItG_A3JzFSgJOkfP4miaEdqyetHQaYE-P9btztZTwBGkIc9oU3Kh22xxLglCPUiT66tBnsgaOwJDFzNA5u55JPcKjJhxvAkfiZ1T7VH48gj7x8h1FpI3NV47D-8TakM/w200-h200/Partito%20socialista.jpg" width="200" /></a></div>Nel frattempo, sbriciolatosi nel giro di pochi mesi il progetto della Rosa nel pugno (anche a causa del "simbolo in affitto", oltre che di alcune divergenze tra socialisti e radicali), lo Sdi celebrò il suo V congresso straordinario nell'aprile del 2007, scegliendo di percorrere la strada della costituente socialista. Negli ultimi mesi dell'anno prese avvio il cammino del <b>Partito socialista</b>: riprese quasi per intero il nome del vecchio Psi (grazie a un atto del liquidatore Michele Zoppo), ma mantenne la rosa del Pse. Sotto quelle insegne Intini ritrovo Gianni De Michelis (e Mauro Del Bue), dopo la scissione che si era consumata nel Nuovo Psi nato tra il 2000 e il 2001. Le elezioni del 2008 inchiodarono il partito di Boselli intorno all'1%, ma il percorso continuò.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRnKADUqtCaykRrtspD8B8eJbI9_EMsur9f_H8o0hmmj2_zNhgvgPz-SzbsMPaiRYwCXMnNCI4NjAKemK0FopUXY5V1CFjg8Z8fO89a78qxadUbkzAjT-D9H-qgE9hqr-zWeHx3JiQenKwoV-TUT0Y4a0Nlsma50JAzoCcGfIDK5pVkSTMe5yh8OaG01DT/s796/Partito%20socialista%20italiano%20(44).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="796" data-original-width="796" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRnKADUqtCaykRrtspD8B8eJbI9_EMsur9f_H8o0hmmj2_zNhgvgPz-SzbsMPaiRYwCXMnNCI4NjAKemK0FopUXY5V1CFjg8Z8fO89a78qxadUbkzAjT-D9H-qgE9hqr-zWeHx3JiQenKwoV-TUT0Y4a0Nlsma50JAzoCcGfIDK5pVkSTMe5yh8OaG01DT/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(44).jpg" width="200" /></a></div>Il simbolo fu variato leggermente qualche anno dopo, con l'inserimento di un tricolore nella parte inferiore, ma soprattutto con il recupero integrale del nome antico, per cercare di marcare una maggiore continuità con la storia interrotta dalla liquidazione decisa alla fine del 1994; nello stesso segno è andata la rinascita - dopo vicende di alterno segno e tentativi di appropriazione decettiva - dell'<i>Avanti!</i>, resa possibile grazie a un atto del 2011. Pur non venendo più candidato, Ugo Intini è rimasto in quel partito (di cui era diventato segretario Riccardo Nencini), partecipando a vari eventi organizzati da questo e sostenendo chi cercava di conoscerne meglio storia e vicende: anche chi scrive è profondamente grato a Intini, che sempre nel 2011 diede il suo contributo per ricostruire i fatti occorsi tra il 1994 e il 1998 per una ricerca "simbolica" allora agli inizi, consentendo anche di recuperare - grazie al contatto con un compagno di allora, Raffaele Romano, che a quella grafica aveva lavorato - il simbolo originario (e bocciato dal Viminale) del Partito socialista col mazzo di garofani.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrgb4qxVgqvLVw1BdFCNUfqc5z6sbc4kjrkZC-zoniH8v2AsX7Km8hqs8ARsiQ7YCgOKIhxFrvfwAI7XeOySjrKdtbTLIqbXvIgyNIVaNV-i6yvzOTf_luWu7kjEGlhstjkjfaDsUsVqny46GZPLEqPB5EoNCKIcdrN8ZSI5kS7a30UCfViJZiHnQpK1Ol/s925/Partito%20socialista%20italiano%20(2019).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="924" data-original-width="925" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrgb4qxVgqvLVw1BdFCNUfqc5z6sbc4kjrkZC-zoniH8v2AsX7Km8hqs8ARsiQ7YCgOKIhxFrvfwAI7XeOySjrKdtbTLIqbXvIgyNIVaNV-i6yvzOTf_luWu7kjEGlhstjkjfaDsUsVqny46GZPLEqPB5EoNCKIcdrN8ZSI5kS7a30UCfViJZiHnQpK1Ol/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(2019).jpg" width="200" /></a></div>E a proposito di garofani, verso la fine del 2019 lo stesso Intini recuperò un garofano, visto che il Psi - nel frattempo passato sotto la guida di Enzo Maraio - aveva scelto di adottare un'immagine stilizzata del fiore, diversa da quelle in uso tra gli anni '70 e '90, ma comunque riconoscibile. Negli ultimi anni, dunque, si è rinsaldato il legame tra Intini e i garofani: non stupisce, così, che una delle tante foto circolate in queste ore, dopo la diffusione della notizia della morte di Ugo Intini, sia quella scattata al congresso di fondazione del Ps nel 1996, in cui lui stringe nel pugno un mazzo di garofani davanti a una composizione fatta con gli stessi fiori. Un segno, il garofano, che connota un'intera esperienza, anche quando è stato temporaneamente messo da parte per altri emblemi. Sia lieve la terra a chi li ha incarnati con dignità.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-90021507596662627612024-02-09T21:11:00.001+01:002024-02-09T21:11:05.144+01:00Dimensione cristiana, un simbolo per ricordare Maria Fida Moro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt3j0plmcBWJtDlbE-28edXJDNBe41zfESa1tKIQoyZQTTPnsqzoefcGyZjZH2oFe21iXCjpWA5q2UJFv-DzAIRrFQ3TEXoWLBcXvz1OYm8DtUdHfsV-fFMUOOzGA2MBAxG9pxZ2sNPtYIWw9d7l1R7VGzueXGQ_G6v2btK9aGjt9BFBpu5ZbW2bNbE2qo/s228/Dimensione%20cristiana%20con%20Moro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="228" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt3j0plmcBWJtDlbE-28edXJDNBe41zfESa1tKIQoyZQTTPnsqzoefcGyZjZH2oFe21iXCjpWA5q2UJFv-DzAIRrFQ3TEXoWLBcXvz1OYm8DtUdHfsV-fFMUOOzGA2MBAxG9pxZ2sNPtYIWw9d7l1R7VGzueXGQ_G6v2btK9aGjt9BFBpu5ZbW2bNbE2qo/w200-h200/Dimensione%20cristiana%20con%20Moro.jpg" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">L'autore di queste righe non ha mai conosciuto <b>Maria Fida Moro</b>, scomparsa due giorni fa a 77 anni, eppure ha incontrato le sue parole molto tempo fa, alla scuola elementare, quando un "libro di lettura" - così veniva chiamato spesso il volume adottato per la materia genericamente chiamata "Italiano" - riportò tra vari brani di prosa anche uno stralcio del suo primo libro, decisamente autobiografico: <i>La casa dei cento Natali</i>. Di quelle righe è rimasto il ricordo di un'atmosfera semplice e genuina, senza che quel bambino sapesse nulla dell'autrice, del ruolo politico avuto dal padre e dei 55 giorni più cupi del 1978 iniziati il 16 marzo con il rapimento di Aldo Moro in via Fani e conclusi il 9 maggio con il ritrovamento del cadavere del presidente della Democrazia cristiana in una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani. </div><div style="text-align: justify;">Qualche manciata di anni dopo, in un cestone di libri della biblioteca cittadina offerti agli utenti a una cifra simbolica quel non più bambino - divenuto nel frattempo un losco figuro, per giunta #drogatodipolitica - scorse proprio un'edizione economica di quel libro, ormai piuttosto difficile da trovare, e se ne appropriò immediatamente. Ritrovò nelle prime pagine quegli episodi di vita familiare (così insolitamente normali, per avere come protagonista un ministro e presidente del Consiglio) e si lasciò colpire dall'immagine offerta da un breve passaggio, ponte tra innocenza e apocalisse, di cui sarebbe stato sempre grato all'autrice: "Ho sempre pensato alla mia casa come ad un rifugio sicuro e lieto, tanto lieto che sembrava che lì fosse molto spesso Natale. La mia casa e la mia famiglia sono abbinate, nel mio cuore, all'idea del Natale. E nella casa dei cento Natali io ho vissuto serena, nonostante le difficoltà, fino al giorno dell'apocalisse, quando la cattiveria umana è venuta a frantumare tutte le certezze, in una volta sola, un qualsiasi giovedì di marzo".</div><div style="text-align: justify;">Quel giovedì di marzo e il suo seguito di violenza, sangue e verità mai del tutto emerse ha di certo segnato il resto della vita di Maria Fida Moro: in uno degli ultimi eventi pubblici cui partecipò - e di cui questo sito si è occupato, trattandosi di una nuova pagina nel racconto delle vicende post-Dc, vale a dire <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/01/partito-del-popolo-italiano-casa-dei.html" target="_blank">l'assemblea "Popolari 101" del 18 gennaio 2020</a>, una manciata di giorni prima dell'inizio dell'epoca Covid-19 per l'Italia - ribadì la sua convinzione che il padre fosse stato ucciso "<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">non a caso, ma per il suo progetto politico dell'Europa, un </span><span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">progetto mazziniano, antico, fatto di contenuti e non solo di tappeti rossi e di fiori" e lamentò tra lo stupore generale che </span><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif">la legge n. 206/2004 prevedesse </span><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif">benefici per le vittime del terrorismo ma fosse "inapplicabile ad Aldo Moro" (e solo lo scorso anno la Camera ha di fatto esteso - secondo le dichiarazioni della stessa Maria Fida Moro, su impulso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni - quei benefici anche ai discendenti dell'esponente democristiano ucciso dalle Brigate Rosse). </span></div><div style="text-align: justify;"><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFxXJBuNt-ldIoWA88WXrQPRAqpA0_V14yCRNzJlrqFoembNTWHWmAJnzTip1dXYJigH4qOyrJAmv1MvoXOiZnb8kPuDmkRx0GQ0Y7FKuqfdZhT7rGgTi5qyQVjc2-Em4Edd0CXBsiRiekBDI6KLE9Jq7t83zU90t6H0rLp4I0MJcFMllBLXhukGnaFSeP/s800/Democrazia%20cristiana%20(1).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFxXJBuNt-ldIoWA88WXrQPRAqpA0_V14yCRNzJlrqFoembNTWHWmAJnzTip1dXYJigH4qOyrJAmv1MvoXOiZnb8kPuDmkRx0GQ0Y7FKuqfdZhT7rGgTi5qyQVjc2-Em4Edd0CXBsiRiekBDI6KLE9Jq7t83zU90t6H0rLp4I0MJcFMllBLXhukGnaFSeP/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20(1).jpg" width="200" /></a></div>Oltre all'impegno per difendere la memoria del padre (pure attraverso un'incessante ricerca della verità, al di là di ogni "versione ufficiale"), questo sito vuole ricordare l'impegno politico di Maria Fida Moro, segnato da varie candidature, ma non solo. Per quanto se ne sa, la prima candidatura di rilievo - la sola sfociata in un'elezione - risale al 1987 (undici anni dopo l'ultima candidatura nazionale di Aldo Moro, avvenuta però alla Camera, nel collegio di Bari-Foggia), quando la <b>Democrazia cristiana</b> scelse di candidarla al Senato, in Puglia, nel collegio di Bitonto: staccò gli altri candidati con oltre 49mila voti (il 35,41%, ben più alto del 21,11% del Pci, del 18,31% del Psi - che candidò Gennaro Acquaviva - e del 10,32% del Msi, per fermarsi ai partiti con un risultato a due cifre; Moro riuscì così a ottenere uno degli otto seggi spettanti alla Dc in quella regione, entrando nel gruppo di Palazzo Madama contrassegnato dallo scudo crociato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj708bRzcf5TV2ekfIuLQOU8t6WfvpZXeTihKQGXTewN9Fbdnpr87IfQhn8Rui2eH7yxfEi_nL0hf8nQArAO5SZ-3r6a70AMyX1MwYQgpaR0vTCP954Ee9x5z35TkdIUUYG0CawhsSkWaLyy_dXuwII3f081tgOvq4XGci5MILlwsYp4VKobrNw1QAGETZ2/s478/Rifondazione%20comunista%20(1991).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="478" data-original-width="478" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj708bRzcf5TV2ekfIuLQOU8t6WfvpZXeTihKQGXTewN9Fbdnpr87IfQhn8Rui2eH7yxfEi_nL0hf8nQArAO5SZ-3r6a70AMyX1MwYQgpaR0vTCP954Ee9x5z35TkdIUUYG0CawhsSkWaLyy_dXuwII3f081tgOvq4XGci5MILlwsYp4VKobrNw1QAGETZ2/w200-h200/Rifondazione%20comunista%20(1991).jpg" width="200" /></a></div>Nel mese di ottobre del 1990, tuttavia, durante il restauro dell'appartamento milanese di via Monte Nevoso che le Br avevano usato come covo, emersero varie lettere inedite (e non spedite) di Aldo Moro, contenenti giudizi molto duri su vari esponenti della Dc. Pochi giorni dopo Maria Fida Moro annunciò l'intenzione di abbandonare il partito: lasciò il gruppo il 7 marzo del 1991, approdando da indipendente a quello della <b>Rifondazione comunista </b>(presieduto da Lucio Libertini). Lei stessa, oggetto di feroci critiche dal mondo cattolico per quella decisione, in una nota parlò di una scelta "maturata liberamente e spontaneamente. Fermo restando che io rimango quella che sono e che sono sempre stata, e le cose in cui credo son quelle, spero di aver finalmente l'opportunità di sentirmi membro di un gruppo, cioè accettata a pieno titolo nonostante il mio cognome. Ribadisco la mia amicizia nei confronti di tutti i parlamentari di qualsiasi partito ed in particolare di coloro che mi hanno accolto in senato riconoscendomi in buona fede e trattandomi con lo stesso rispetto che io dedico a tutti. </span>ho scelto, sull'esempio di mio padre, di vivere la politica come servizio e di stare sempre dalla parte degli ultimi. non sono comunista più di quanto non sia stata democristiana, perché non credo nelle etichette, ma nelle persone. Considero di essere approdata in uno spazio libero dove dalle differenze nasca la possibilità di un mondo migliore". In quel momento - poco più di un mese dopo la fine del XX (e ultimo) congresso del Pci e la trasformazione di quel partito in Pds con la scissione a sinistra - Rifondazione comunista non aveva ancora un simbolo definito, anche perché il partito di Sergio Garavini, Libertini e Armando Cossutta rivendicava per sé il nome e l'emblema del Pci (e il nome indicato nell'atto costitutivo era proprio "Partito comunista italiano", mentre l'etichetta del gruppo parlamentare era dichiaratamente provvisoria): solo il 26 aprile sarebbe arrivata l'ordinanza con cui il Tribunale di Roma inibiva al "sedicente" Pci l'uso delle vecchie insegne, ma nel frattempo si erano dovute depositare le liste per varie elezioni comunali del 12 maggio e i rifondatori comunisti, nei non pochi casi in cui il simbolo originale del Pci non era stato ammesso, avevano dovuto escogitare soluzioni grafiche alternative. </div><div style="text-align: justify;"><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimK5WesdUlnV8tm6ISOZzjW-mLwgsou3asCQzzMcWmMxzVF2kLInUzvcxn2ywRmDOtrzmRYWS0Y6ccasp1_EVS_3BrMy1qJFhRUmQXIsLIdzHSVVcgwPPv1rswarghyphenhyphenrFl6YhcK-J_PHuU37GzF_BzMdMJQiYlg3V_Qj6sIKgNLD9xThIG2Rj6yZobxsDY/s808/Partito%20socialista%20italiano%20(1992).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="808" data-original-width="808" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimK5WesdUlnV8tm6ISOZzjW-mLwgsou3asCQzzMcWmMxzVF2kLInUzvcxn2ywRmDOtrzmRYWS0Y6ccasp1_EVS_3BrMy1qJFhRUmQXIsLIdzHSVVcgwPPv1rswarghyphenhyphenrFl6YhcK-J_PHuU37GzF_BzMdMJQiYlg3V_Qj6sIKgNLD9xThIG2Rj6yZobxsDY/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20(1992).jpg" width="200" /></a></div>Già prima che Rifondazione comunista tenesse il suo primo congresso (a dicembre del 1991), però, Maria Fida Moro lasciò il gruppo, probabilmente non condividendo il ricorso "guerresco" all'ostruzionismo parlamentare (e altri atteggiamenti del nascente partito): alla fine di novembre passò al gruppo misto e lì terminò la X legislatura. Alle elezioni politiche del 1992 fu il <b>Partito socialista italiano</b> (quello in versione "allargata", con "Unità socialista" nel simbolo) a candidarla, sempre al Senato e sempre in Puglia, ma in quel caso direttamente nel collegio di Bari; gli oltre 24mila voti ottenuti (pari al 15,36%) furono battuti solo dai 39mila del democristiano Luigi Ferrara Mirenzi, ma superiori ai consensi raccolti dalle persone candidate dal Msi (terzo partito in quel collegio), dal Pds, dal Psdi (che proponeva Mimmo Magistro, futuro segretario), dal Pri e da altre formazioni, incluso il partito che l'aveva accolta nel suo gruppo nei mesi precedenti, Rifondazione comunista (che aveva schierato Luciano Canfora), ma la percentuale del Psi in Puglia era stata più alta (17,22%), così quello di Maria Fida Moro non poté risultare uno dei quattro risultati relativi migliori in regione, in grado di aggiudicarsi un seggio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgZW7aZqsMmqUvdn94DH8cwaeAXHN6s-RaxBLl8StsbMDGlji7CeZstciIHiT4j0KeEipo0xRuUmno0jhTB3J-MAImDUeLhNpIfSzvaG1QlVjnxtl7ff0IepNIj_Vtn9veqRIZ7_U3ub6I20uQiSdZ0FYE_9uonSLwZvDFnodrl_oj9jZVF0Oduf_ESUNy/s808/Movimento%20sociale%20italiano%20-%20Destra%20nazionale.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="808" data-original-width="808" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgZW7aZqsMmqUvdn94DH8cwaeAXHN6s-RaxBLl8StsbMDGlji7CeZstciIHiT4j0KeEipo0xRuUmno0jhTB3J-MAImDUeLhNpIfSzvaG1QlVjnxtl7ff0IepNIj_Vtn9veqRIZ7_U3ub6I20uQiSdZ0FYE_9uonSLwZvDFnodrl_oj9jZVF0Oduf_ESUNy/w200-h200/Movimento%20sociale%20italiano%20-%20Destra%20nazionale.jpg" width="200" /></a></div>Se molto scalpore aveva destato l'adesione al gruppo rifondatore comunista, </span>a novembre del 1993 <span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif">non fece meno discutere la candidatura come sindaca del comune di Fermo per il <b>Movimento sociale italiano - Destra nazionale </b>(ottenne il 5,44% e divenne consigliera): "Voglio verificare - dichiarò - se nel nostro paese esistono ancora degli spazi democratici". Già in primavera M</span>aria Fida Moro<span face=""helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif"> aveva iniziato a scrivere sul settimanale <i>L'Italia</i>, diretto da Marcello Veneziani e legato alla "nuova destra". </span>''Mi ferisce ancora nel ricordo - scrisse - l'episodio che mi ha convinta ad uscire da Rifondazione a causa di una mia doverosa difesa dell'onorevole Fini (che in quel momento neppure conoscevo di persona e del quale non condivido le idee, per esempio sulla pena di morte) gratuitamente emarginato da un incontro pubblico in nome dell'antifascismo. Antifascismo che però non ha impedito neanche un anno e mezzo più tardi a Rifondazione comunista di far parte del fronte del No insieme al Msi".</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirquh3kHGM-tJ24gjBGaogDSELFxo83koCSt_4Yqzk4U9W1JhK94RgbfjbJOf9B0V0po-jpUDM4nf82j1V8KVieJkP6k-XJMALV6HgHFnvdCApKwjdnUV2-URY9TQsK8RoPxexCCZD176fhGBkzsGSu7jrebjE4loEIo7TJgzBDNoiPCDgToKxRnd2dipj/s800/Rinnovamento%20italiano.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirquh3kHGM-tJ24gjBGaogDSELFxo83koCSt_4Yqzk4U9W1JhK94RgbfjbJOf9B0V0po-jpUDM4nf82j1V8KVieJkP6k-XJMALV6HgHFnvdCApKwjdnUV2-URY9TQsK8RoPxexCCZD176fhGBkzsGSu7jrebjE4loEIo7TJgzBDNoiPCDgToKxRnd2dipj/w200-h200/Rinnovamento%20italiano.jpg" width="200" /></a></div>Già alla fine di febbraio del 1994, dopo aver concorso ai primi passi della futura Alleanza nazionale, Maria Fida Moro scrisse una lettera aperta a Gianfranco Fini per manifestare la sua delusione sul nascente progetto politico: "Per un anno io ho parlato in pubblico di Alleanza nazionale e mi era stata descritta come cosa altra e diversa da quella che vedo prefigurarsi ora. E questo non è giusto, perché io ho fatto da amplificatore ad un messaggio che ritenevo valido e credibile, ma che purtroppo non corrispondeva ad alcuna realtà". Non fu più candidata alle elezioni politiche, mentre partecipò alle elezioni europee del 1999: fu una sorta di ritorno a casa, visto che si presentò sotto le insegne di <b>Rinnovamento italiano - Lista Dini</b>, che aderiva al Partito popolare europeo; le 858 preferenze ricevute nella circoscrizione centrale e le 987 raccolte in quella meridionale, però, la tennero lontana dall'unico seggio conquistato dalla lista (andato a Pino Pisicchio).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKpk8aEihNcwS39Ic0uXBWsea63mFqHGf7g4_ON1Jcs178b79el4KgZiFSA7mmUNqCPreaDB25hVh7y80NAhAwGUrWJX20t9e3UhoXbVh2jkzZPcn24Mt0kqQq7Ss3pJlLUmwxCND5SWP6nS-vn_JELINkok49UmzMp19s42yOocjlH0aISzh0pEpAoQtR/s804/Radicali%20italiani.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="804" data-original-width="804" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKpk8aEihNcwS39Ic0uXBWsea63mFqHGf7g4_ON1Jcs178b79el4KgZiFSA7mmUNqCPreaDB25hVh7y80NAhAwGUrWJX20t9e3UhoXbVh2jkzZPcn24Mt0kqQq7Ss3pJlLUmwxCND5SWP6nS-vn_JELINkok49UmzMp19s42yOocjlH0aISzh0pEpAoQtR/w200-h200/Radicali%20italiani.jpg" width="200" /></a></div>Maria Fida Moro si avvicinò poi all'area radicale, aderendo al <b>Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito </b>e a <b>Radicali italiani</b> (entrò anche nella giunta di segreteria di quest'ultimo soggetto a febbraio del 2007, su richiesta della segretaria Rita Bernardini e della tesoriera Elisabetta Zamparutti): "Non perfetti, ma buffi, persone che tra valanghe di parole sono capaci di compassione", disse nel sintetizzare l'identità delle persone che davano corpo a quell'area. Nel 2021 aderì anche a Nessuno Tocchi Caino, nell'anno in cui proprio il volto e le parole di Aldo Moro furono impiegate nella nuova campagna di iscrizioni: "Lo faccio per papà, mi iscrivo a Nessuno Tocchi Caino. Mi iscrivo, tra parentesi, ad Aldo Moro" disse la figlia, secondo il ricordo che ne ha dato ieri Sergio D'Elia sull'<i>Unità</i>, aggiungendo anche qualche riflessione sul rapporto tra la figlia di Moro e Marco Pannella: "per Maria Fida era un 'mito', il fratello maggiore che aveva provato contro tutto e contro tutti a salvare il suo amato padre da chi era convinto che un nobile fine potesse essere perseguito con qualsiasi mezzo".</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPIdMOC-81N-ffM5y5sJnReGDupCItz-8Dy6F2P3eXFEt3y4bfmRJtq9Y9kFiKdV9yWwd-hRbptNl9z9zjUEOPmftbPyavTngsmtv0BjJn40L2-Km23vrx-hO5NlEdSdWnUVOL4ky_-oVMSfWtUkzyuyMFV3pUS4LqRHh_2CJzWvyTr5kbXG0arE1Wqj5M/s715/Pi%C3%B9%20Roma%20-%20Democratici%20e%20popolari.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="715" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPIdMOC-81N-ffM5y5sJnReGDupCItz-8Dy6F2P3eXFEt3y4bfmRJtq9Y9kFiKdV9yWwd-hRbptNl9z9zjUEOPmftbPyavTngsmtv0BjJn40L2-Km23vrx-hO5NlEdSdWnUVOL4ky_-oVMSfWtUkzyuyMFV3pUS4LqRHh_2CJzWvyTr5kbXG0arE1Wqj5M/w200-h199/Pi%C3%B9%20Roma%20-%20Democratici%20e%20popolari.jpg" width="200" /></a></div>Proprio a sostegno di una figura nata in area radicale arrivò l'ultima candidatura di Maria Fida Moro, quando nel 2016 concorse alla lista <b>Più Roma - Democratici e popolari</b> per appoggiare la corsa di Roberto Giachetti a sindaco della capitale: lei ottenne 428 preferenze e Giachetti perse il ballottaggio contro Virginia Raggi. Volendo però cercare di raccontare un'esperienza politica decisamente personale e caratterizzante per la figlia primogenita di Aldo Moro, non si può prescindere dal partito politico che fu fondato a Bari alla fine di maggio del 2013 da lei (come vicepresidente) e dal figlio Luca Moro (presidente): <b>Dimensione cristiana con Moro</b>. Nelle iniziali delle prime due parole evocava la Dc, il simbolo conteneva uno stendardo bianco crociato su fondo azzurro, inserito in una corona blu, con il cognome "Moro" evidenziato in un cartiglio: "Abbiamo preso questa decisione - spiegò Maria Fida Moro all'agenzia Adnkronos commentando la scelta di fondare il movimento politico centrista - per due ragioni etiche: fare uscire Aldo Moro dal portabagagli e rimetterlo al centro della vita politica italiana e per ridare peso e valenza alle parole perdute della politica". Il simbolo descritto non finì mai al Viminale e non è dato sapere se abbia partecipato a qualche consultazione elettorale; di certo, però, rappresenta una pagina grafica e "simbolica" che non si può ignorare, specie nel momento in cui si augura a Maria Fida Moro che la terra le sia lieve.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-50667690487305463022024-02-02T08:25:00.008+01:002024-02-05T22:55:26.244+01:00Sardegna, simboli e curiosità sulla scheda<div style="text-align: justify;">Con il sorteggio avvenuto lunedì presso la Corte d'appello di Cagliari, si è <b>stabilito l'ordine di presentazione delle candidature e delle liste sulle schede delle elezioni regionali della Sardegna</b>, previste per il 25 febbraio. Elettrici ed elettori potranno scegliere tra quattro aspiranti presidenti (Alessandra Todde, Paolo Truzzu, Renato Soru e Lucia Chessa, in ordine di estrazione, uguale per tutta l'isola), che potranno a loro volta contare sull'appoggio di 25 liste (il cui ordine, invece, è diverso per ognuna delle otto circoscrizioni), <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/01/sardegna-la-carica-dei-24-simboli-dei.html" target="_blank">mentre nel 2019 si erano affrontate 24 liste a sostegno di ben 7 candidati</a>.</div><div style="text-align: justify;">Di seguito si mostrano e commentano i simboli, seguendo la successione sorteggiata per la circoscrizione di Cagliari; subito dopo, però, si cercherà di fare luce - in mancanza di notizie ufficiali - sui simboli depositati e non impiegati, visto che secondo le agenzie erano stati presentati 35 contrassegni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h2 style="text-align: justify;">Alessandra Todde</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe_aun5H3IFdT-pFV-RtVPBy_Psnhq3UQy2dQdlF8d9wcINvOADrD5QR2hN7gFli6mfENgzSXjaXdIAMgHKk-_aKGUbNpFBS6ubye4kO1F83BPaqjZd9tRH7c-_KD4XldP5lm1PQhcNx_3EdZ3zfUvHji9byRgvsLP5M4CnlrWg7l9bu8171Irzgx-beZC/s844/MoVimento%205%20Stelle%20-%20a%20innantis.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="844" data-original-width="844" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe_aun5H3IFdT-pFV-RtVPBy_Psnhq3UQy2dQdlF8d9wcINvOADrD5QR2hN7gFli6mfENgzSXjaXdIAMgHKk-_aKGUbNpFBS6ubye4kO1F83BPaqjZd9tRH7c-_KD4XldP5lm1PQhcNx_3EdZ3zfUvHji9byRgvsLP5M4CnlrWg7l9bu8171Irzgx-beZC/w200-h200/MoVimento%205%20Stelle%20-%20a%20innantis.jpg" width="200" /></a></div>1) MoVimento 5 Stelle - A innantis!</h3><div style="text-align: justify;">La prima candidatura sorteggiata è quella di <b>Alessandra Todde</b>, già sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico (nel governo Conte II, poi viceministra per lo stesso dicastero nel governo Draghi) in quota <b>MoVimento 5 Stelle</b>, partito di cui è vicepresidente. Il caso ha voluto porre in prima posizione a Cagliari (e anche a Carbonia-Iglesias) il contrassegno depositato dal M5S, con il simbolo del partito inserito in un cerchio color verde acqua, che nella parte superiore contiene l'espressione "Alessandra Todde presidente" (il cognome è riportato in evidenza in giallo), mentre in basso, disposto ad arco - e completando una sottile circonferenza bianca - compare il riferimento ad <b>A innantis!</b>, il progetto politico di Franciscu Sedda che ha deciso di concorrere alle liste del MoVimento, senza utilizzare nessuna forma dell'albero deradicato (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/01/lalbero-della-discordia-in-sardegna.html" target="_blank">che aveva fatto sorgere polemiche con Irs</a>).<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVsS54cyLeHoMcp_F5M2yGnRhD1bBgFM5JV0SSWXHhQQTOlKtM3qvruEFgDIR999SUrZnCMmhyphenhyphen1ugPzUPq9YNVUvgZfQqH_kDVKLErczH3hW-ChH_RMcpv7zFZJmYp75OrrbeI9DdvzVK2R9DwucecPVSXx1hRKGKrP_lzkufKqg7JoFPMgyk31HU19gyN/s2048/Democrazia%20solidale%20-%20Demos.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVsS54cyLeHoMcp_F5M2yGnRhD1bBgFM5JV0SSWXHhQQTOlKtM3qvruEFgDIR999SUrZnCMmhyphenhyphen1ugPzUPq9YNVUvgZfQqH_kDVKLErczH3hW-ChH_RMcpv7zFZJmYp75OrrbeI9DdvzVK2R9DwucecPVSXx1hRKGKrP_lzkufKqg7JoFPMgyk31HU19gyN/w200-h200/Democrazia%20solidale%20-%20Demos.jpg" width="200" /></a></div>2) Democrazia solidale</h3><div style="text-align: justify;">Seconda formazione indicata dal sorteggio (ma assente nella circoscrizione di Olbia-Tempio) è <b>Democrazia solidale</b>: per la prima volta il partito di Paolo Ciani e Mario Giro, vicino all'esperienza della Comunità di Sant'Egidio, partecipa alle elezioni regionali sarde. Nel contrassegno il logo di DemoS viene ridotto di dimensioni e il nome del partito (intero e in forma abbreviata) sono spostati in alto - sempre sul fondo color verde pino - per lasciare spazio nella parte inferiore del cerchio al riferimento alla candidatura di Todde (con nome e cognome evidenziato in rosso e l'appellativo "presidente" proposto nello stesso colore del segmento superiore del simbolo). <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijQjHMJe92L6tX90jn-g8VYovDd_c9a9J3_Gb9MnZyCC2opVfgNt6tbNrODDaWL1cTz1mPkO4BdX7ZzCJMCBwvNrzzj3ZoOjs7r-DEDuG75vjqG-Lcoj084lnPc_-jhaY8X08_mlRI7nhLq7KD9kOXAlSagjvr_8cAUmd7ZWPQIDLN2dijsQtbGqhJ19io/s457/Progressisti%20-%20La%20Base%20Sardegna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="457" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijQjHMJe92L6tX90jn-g8VYovDd_c9a9J3_Gb9MnZyCC2opVfgNt6tbNrODDaWL1cTz1mPkO4BdX7ZzCJMCBwvNrzzj3ZoOjs7r-DEDuG75vjqG-Lcoj084lnPc_-jhaY8X08_mlRI7nhLq7KD9kOXAlSagjvr_8cAUmd7ZWPQIDLN2dijsQtbGqhJ19io/w200-h200/Progressisti%20-%20La%20Base%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>3) Progressisti - La Base</h3><div style="text-align: justify;">Il terzo posto sulla scheda è occupato dalla lista dei <b>Progressisti</b>: nessun riferimento alla coalizione di sinistra del 1994, ma al gruppo politico e consiliare guidato dall'ex sindaco di Cagliari (e aspirante alla presidenza della regione nel 2019, battuto da Solinas) Massimo Zedda, sostenuto allora anche dal suo Campo progressista. Elemento caratterizzante del contrassegno è la P che trasforma parte della "pancia" in una freccia che punta in alto; il segmento inferiore rosso, che contiene il riferimento a Zedda, ricorda in parte il vecchio simbolo di Sel (in cui l'ex sindaco di Cagliari ha militato); la parte superiore del cerchio contiene un piccolo segmento riservato a <b>La Base</b>, il progetto politico di Efisio Arbau. <br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUnIySHny4HflODwfJxvrk647rGWMbBVn2JXYKPyxdA8Fm_MYjjYLaqKdWOH1w6L-p5MLMTmm2MoB9Eoz5IAC6H9q7bk5Uu7Xi40NSimJ36twJyxSYXqZaBGZy2_NMfym377Mmm60jb75pxKoZHjzsJKv5ucEDeiJLzSsk9JYN5kb-ybK_MJMcfj-31cPZ/s423/Partito%20socialista%20italiano%20-%20Sardi%20in%20Europa.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="423" data-original-width="423" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUnIySHny4HflODwfJxvrk647rGWMbBVn2JXYKPyxdA8Fm_MYjjYLaqKdWOH1w6L-p5MLMTmm2MoB9Eoz5IAC6H9q7bk5Uu7Xi40NSimJ36twJyxSYXqZaBGZy2_NMfym377Mmm60jb75pxKoZHjzsJKv5ucEDeiJLzSsk9JYN5kb-ybK_MJMcfj-31cPZ/w200-h200/Partito%20socialista%20italiano%20-%20Sardi%20in%20Europa.jpg" width="200" /></a></div>4) Partito socialista italiano - Sardi in Europa</h3><div style="text-align: justify;">In quarta posizione su manifesti e schede si trova la lista del <b>Partito socialista italiano</b>, che schiera il suo simbolo ufficiale con una piccola, ma significativa modifica. Se al centro è ben riconoscibile la grafica adottata dal Psi nel 2019 (con la sigla e il garofano stilizzato in evidenza), al posto della circonferenza rossa di contorno si trova una vera corona verde sfumata, che contiene la dicitura <b>Sardi in Europa</b>: il riferimento è all'associazione omonima fondata ad agosto dello scorso anno da Emanuele Armeni e Enzo Cugusi, con l'idea di lavorare per costruire "una macro regione del Mediterraneo, con la Sardegna al centro". <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><h3><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWxAk5z6_pa4dPpj-SvgqzTe_mJc9c36g8dydbLmGAEoNSyTSyiptB_YoWXiJDA28q7JB2z1d0Ya503kNlZwzn9ryinKyoCwtwszjWlbvfa9C_k_jnhwMTZ9iq2OerXWVn0p3NnXRSTNFslMgKxtT2ui52-53drMDGNGGaXuesHNF0jaXTEufIWyPuL6Vt/s1304/Sinistra%20Futura.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1304" data-original-width="1304" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWxAk5z6_pa4dPpj-SvgqzTe_mJc9c36g8dydbLmGAEoNSyTSyiptB_YoWXiJDA28q7JB2z1d0Ya503kNlZwzn9ryinKyoCwtwszjWlbvfa9C_k_jnhwMTZ9iq2OerXWVn0p3NnXRSTNFslMgKxtT2ui52-53drMDGNGGaXuesHNF0jaXTEufIWyPuL6Vt/w200-h200/Sinistra%20Futura.jpg" width="200" /></a></div>5) Sinistra futura</h3>Il simbolo più colorato della coalizione di Todde (e forse dell'intera scheda elettorale) è il quinto: quello schierato dalla lista <b>Sinistra futura</b>, sorta poco meno di un anno fa come associazione di cultura politica per opera di vari esponenti di Articolo Uno e Sinistra italiana nel tentativo di proporre un percorso unitario per la sinistra sarda. Nel simbolo emerge l'immagine di un albero, che non è solo la rilettura dell'arbero arborense: il tronco è in realtà un avambraccio con una mano aperta (per simboleggiare i lavori, l'accoglienza, l'armonia tra uomo e natura, nonché tra lavoro e ambiente); non manca una stella rossa, per richiamare i valori della Costituzione repubblicana e antifascista. Accanto all'albero, sulla terra stilizzata che contiene il riferimento alla candidatura di Todde, c'è anche la miniatura arcobaleno dell'associazione <b>Orizzonte Sinistra</b>.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAu6gpLbnfpMFgIpWUv_u-XxCjD2ax17zyZudNwdb3lT6V7QNv3waPiV2VaUNPZF0RqgdXrG8muR7Pz1DnkYkXit2pxG1b-CO9sxP9M4BKLHUS5_eJ_YIGt5bSqhPXVxTV0TS-Sc9g-69YizGrX95QcwgNZA8QujtlIUwulMEqcHoqm3zJLZEuYT07Z6dR/s900/Forza%20Paris.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="900" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAu6gpLbnfpMFgIpWUv_u-XxCjD2ax17zyZudNwdb3lT6V7QNv3waPiV2VaUNPZF0RqgdXrG8muR7Pz1DnkYkXit2pxG1b-CO9sxP9M4BKLHUS5_eJ_YIGt5bSqhPXVxTV0TS-Sc9g-69YizGrX95QcwgNZA8QujtlIUwulMEqcHoqm3zJLZEuYT07Z6dR/w200-h200/Forza%20Paris.jpg" width="200" /></a></div>6) Fortza Paris</h3><div style="text-align: justify;">Il sesto emblema presente sulle schede è ben noto alle elettrici e agli elettori di Sardegna: il partito <b>Fortza Paris </b>è nato infatti nel 2004 e ha partecipato a molti appuntamenti elettorali in questi vent'anni. Il simbolo, molto semplice è quasi sempre rimasto uguale, con il nome del partito - che in sardo significa "Avanti insieme" - diviso nei due semicerchi, quello rosso in alto e quello bianco in basso. Fortza Paris ha concorso anche alle ultime regionali, ottenendo l'1,62%; nel 2019 però ha sostenuto la candidatura di Christian Solinas (dunque si collocava sul fronte avverso rispetto a quello attuale ed ebbe un eletto) e il contrassegno era stato modificato (con l'inserimento della parola "Federalisti"). <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq5uQl5ydl_RX4-ZA1w2CKQzWRSdrZ2UxkY52xauhaunj_06NaqzhIsDFnjeaalpd4yo6YlRkcdQzHSpjRGNxUXurdKb0XNn5p-rc51-EqDsdn_3bywH4mVV0iXMZ5a8VGQ9EpIpUfSTXGkIXJ4nvlE8o6grJszKbNp65vd2waOXixwHrK36_QnRGNtdwV/s1024/Partito%20democratico%20Sardegna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq5uQl5ydl_RX4-ZA1w2CKQzWRSdrZ2UxkY52xauhaunj_06NaqzhIsDFnjeaalpd4yo6YlRkcdQzHSpjRGNxUXurdKb0XNn5p-rc51-EqDsdn_3bywH4mVV0iXMZ5a8VGQ9EpIpUfSTXGkIXJ4nvlE8o6grJszKbNp65vd2waOXixwHrK36_QnRGNtdwV/w200-h200/Partito%20democratico%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>7) Partito democratico</h3><div style="text-align: justify;">Se il MoVimento 5 Stelle è la forza politica cui Alessandra Todde è legata, si contenderà la prima posizione all'interno della coalizione con il <b>Partito democratico</b>, che ha accettato di sostenere la candidatura dell'ex viceministra. Il simbolo del Pd è stato sostanzialmente conservato in quest'occasione: la grafica elaborata da Nicola Storto è stata solo leggermente ridotta per far posto, nella parte inferiore del cerchio, a una fascetta rossa con il riferimento alla Sardegna (con un carattere molto più evidente rispetto a cinque anni fa e senza l'inserimento del nome della candidatura per la presidenza).<br /></div><div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2yCwtsFfe7HvYAKCrluR7P022UinsTkOaDGGNdU9UtmF3KfrQSn3YjhS6VIaaaM2fo87yfLwa351cZ9GuTjy_lwWpqoMsNElkTmm2NAgNceK44ta1_0N_EN9QiXXLUQF9SwQPlRwiTZcppAqrF81RuYKxGi0gU-mazYqNueiK1RCrHppdJpbZCtK0cJCu/s837/Progetto%20civico%20Orizzonte%20comune.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="837" data-original-width="835" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2yCwtsFfe7HvYAKCrluR7P022UinsTkOaDGGNdU9UtmF3KfrQSn3YjhS6VIaaaM2fo87yfLwa351cZ9GuTjy_lwWpqoMsNElkTmm2NAgNceK44ta1_0N_EN9QiXXLUQF9SwQPlRwiTZcppAqrF81RuYKxGi0gU-mazYqNueiK1RCrHppdJpbZCtK0cJCu/w199-h200/Progetto%20civico%20Orizzonte%20comune.jpg" width="199" /></a></div>8) Orizzonte Comune</h3><div style="text-align: justify;">All'ottavo posto sulla scheda (e all'interno della coalizione di Todde) si colloca la lista di <b>Orizzonte Comune</b>, movimento nato a luglio dello scorso anno e promosso dall'ex consigliere regionale (e già sindaco di Castelsardo) Franco Cuccureddu, nel 2019 demiurgo della lista Sardegna civica, schierata con Solinas. Nata per offrire le istanze delle amministrazioni locali (e delle rispettive comunità cittadine) e le esperienze degli amministratori alla politica regionale, Orizzonte Comune si distingue con un simbolo in cui spicca una fascia tricolore (decorata con il segno dei Quattro Mori) che occhieggia su uno sfondo giallo-arancione, che sembra portare le tracce del disegno di un progetto; nella parte inferiore non manca il riferimento alla candidatura di Todde.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRnTIzLW8PUqI4wvdhlmVGt-gMrGFWds_WVw5AYIbV_DhCG0hzgDfo09on17KRDjic8l1wP95VKWvwB8O6frUAE4hVLeOJWt8Rd7EpWQKT9BAzWizYQPNPD4Ms6MURyg3Qy5acA-Dv49zqJvwe9yckqeMTU9FUU2x90kZbslMgUMkA2l7jXEJ8vO404WHN/s791/Uniti%20per%20alessandra%20todde%20presidente.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="791" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRnTIzLW8PUqI4wvdhlmVGt-gMrGFWds_WVw5AYIbV_DhCG0hzgDfo09on17KRDjic8l1wP95VKWvwB8O6frUAE4hVLeOJWt8Rd7EpWQKT9BAzWizYQPNPD4Ms6MURyg3Qy5acA-Dv49zqJvwe9yckqeMTU9FUU2x90kZbslMgUMkA2l7jXEJ8vO404WHN/w200-h200/Uniti%20per%20alessandra%20todde%20presidente.jpg" width="200" /></a></div>9) Uniti per Alessandra Todde</h3><div style="text-align: justify;">Si configura come una vera e propria "lista della candidata presidente" <b>Uniti per Alessandra Todde</b>: lungi dal voler mostrare vicinanze politiche, il contrassegno qualifica l'esperienza come "lista civica". La grafica si basa sul rosso e sul blu, che si dividono equalmente l'interno del simbolo e (un po' meno equamente e quasi a specchio rispetto all'interno) la circonferenza di contorno (che ricorda un po', per i tagli diagonali, quella di Italia in Comune). All'interno del contrassegno spiccano la parola "Uniti" e il cognome della candidata, per il rilievo dato alle parole grazie alla loro brevità e al marcato carattere "bastoni" utilizzato <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_o-wa9v4jMVmw3YBt7LyWy11el4mGtZ3pqcE7mKCTDoNMAG9e8_Ws_J9BvsW4IdOwoJr1tqVO8sR51Hr6Es8oWSCNhVoBBsN8u-WA8HyESo9wVenDV6fAhdfEnyx50OIJ_UElbuiqmjWt1N1wW2Z3nyt6NtLA__sKGqY8kjwHo1uPEPfO8HopRCfmd3L-/s529/alleanza%20Verdi%20e%20Sinistra%20-%20Possibile%20-%20Sinistra%20sarda.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="529" data-original-width="529" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_o-wa9v4jMVmw3YBt7LyWy11el4mGtZ3pqcE7mKCTDoNMAG9e8_Ws_J9BvsW4IdOwoJr1tqVO8sR51Hr6Es8oWSCNhVoBBsN8u-WA8HyESo9wVenDV6fAhdfEnyx50OIJ_UElbuiqmjWt1N1wW2Z3nyt6NtLA__sKGqY8kjwHo1uPEPfO8HopRCfmd3L-/w200-h200/alleanza%20Verdi%20e%20Sinistra%20-%20Possibile%20-%20Sinistra%20sarda.jpg" width="200" /></a></div>10) Alleanza Verdi e Sinistra</h3><div style="text-align: justify;">Ultima delle dieci liste in appoggio a Todde (si tratta della coalizione più numerosa di questo appuntamento elettorale) è quella presentata da <b>Alleanza Verdi e Sinistra</b>, che ospita al suo interno anche <b>Possibile</b>: il contrassegno di base è quello elaborato per le elezioni politiche del 2022, ma qui gli elementi fondativi dell'emblema sono ridotti e concentrati nella parte superiore per fare spazio al segmento riservato a Possibile e, subito sopra, a una fascetta ricurva con la dicitura "Sinistra sarda". Non manca, nella parte superiore, un riferimento alla candidatura di Todde: il contrassegno, insomma, è decisamente pieno e carico. <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Paolo Truzzu</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMVCoAMDjyofDszEzNtAWKNc6f_3LlEu4UGKUstf64bzivohNfh6H1I4o6V7PShx_bE0no7K7dycGANtVsbmRFY7m0R9wkwOXogyx_2E1Lwwk1roEYXS2rLx0PHrqIkj29XLXyP6M9J5XUw4VaGLnhbVOMd6fpUuvtHmPnvMfLFJS7H_wKAMt_ql5QpAxr/s800/Riformatori%20sardi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMVCoAMDjyofDszEzNtAWKNc6f_3LlEu4UGKUstf64bzivohNfh6H1I4o6V7PShx_bE0no7K7dycGANtVsbmRFY7m0R9wkwOXogyx_2E1Lwwk1roEYXS2rLx0PHrqIkj29XLXyP6M9J5XUw4VaGLnhbVOMd6fpUuvtHmPnvMfLFJS7H_wKAMt_ql5QpAxr/w200-h200/Riformatori%20sardi.jpg" width="200" /></a></div>11) Riformatori sardi</h3><div style="text-align: justify;">Al secondo posto è stata sorteggiata la candidatura dell'attuale sindaco di Cagliari, <b>Paolo Truzzu</b>, che può contare sull'appoggio di nove liste. La prima, secondo l'ordine di estrazione, è una "specialità sarda" anche se con un identificabile respiro nazionale un po' <i>vintage</i>: i <b>Riformatori sardi</b>, infatti, sono una forza politica nata nel 1998, declinazione sarda dei <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/08/dal-patto-al-gonfalone-giuliano.html" target="_blank">Patti legati a Mariotto Segni</a>. Dopo Massimo Fantola e Roberto Frongia, la guida è passata a Mara Lai, ma il simbolo depositato è sempre lo stesso, con l'arco-emiciclo tricolore (con i "conci" uguali) su fondo blu, con sei stelle disposte sempre ad arco nella parte inferiore sopra le parole "Liberal democratici".<br /></div></div><div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0W3WQD4cD9nf11PwPMOxU-QF5Q_bMouOiLv0IhR4eikwwMh2fNAkw2dw3tNgv4jYevXnCmVTUiKSxdZZB-avUlEfRjBtRmyo_Me6c_j3f8OU0qnuW_GM8By9WhH1aCxS9VzCH7ipYIbvTnsWfiUJMGGTbQccflPHv-CVzOmh9r4Oh_JYqc4WY1XlQWO2J/s1023/Unione%20di%20centro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1021" data-original-width="1023" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0W3WQD4cD9nf11PwPMOxU-QF5Q_bMouOiLv0IhR4eikwwMh2fNAkw2dw3tNgv4jYevXnCmVTUiKSxdZZB-avUlEfRjBtRmyo_Me6c_j3f8OU0qnuW_GM8By9WhH1aCxS9VzCH7ipYIbvTnsWfiUJMGGTbQccflPHv-CVzOmh9r4Oh_JYqc4WY1XlQWO2J/w200-h199/Unione%20di%20centro.jpg" width="200" /></a></div>12) Unione di centro</h3><div style="text-align: justify;">In seconda posizione all'interno del centrodestra si trova il contrassegno dell'<b>Unione di centro</b>, che di fatto è solo leggermente variato rispetto a quello ufficiale del partito. Se le vele di Ccd e De restano in filigrana sullo sfondo azzurro scuro, lo scudo crociato in prio piano è stato ingrandito grazie anche alla riduzione del segmento rosso superiore: lì non c'è più scritto "Italia" (o "Sardegna" come cinque anni fa), ma si trova la sigla Udc, che - insieme allo scudo e al fondo simile al blu - potrebbe aver giocato un ruolo non irrilevante nella prima bocciatura del simbolo della Democrazia cristiana di Cuffaro e Donato.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjseYN_AfDsOwcpM5GQcWZplZfDq9aHmc9D597cqJVwcrXCTO2vkbVZW7UzJVYgGHd33s_3BQBHGZs_ktuyIyjhjAXleJc9yS7l7Mvp7uf8uyRPJBAmRsWqHy2zspzY_yzKfcMYsgQsIPGGXWsQG-5kSyajKSYoVM9ZddcSj5Mm84YRsoQVUbvtJVmPnKGm/s926/Lega%20-%20Sardegna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="926" data-original-width="926" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjseYN_AfDsOwcpM5GQcWZplZfDq9aHmc9D597cqJVwcrXCTO2vkbVZW7UzJVYgGHd33s_3BQBHGZs_ktuyIyjhjAXleJc9yS7l7Mvp7uf8uyRPJBAmRsWqHy2zspzY_yzKfcMYsgQsIPGGXWsQG-5kSyajKSYoVM9ZddcSj5Mm84YRsoQVUbvtJVmPnKGm/w200-h200/Lega%20-%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>13) Lega</h3><div style="text-align: justify;">Al terzo posto nel centrodestra si trova la lista della <b>Lega</b>, che inizialmente avrebbe preferito proporre la conferma del presidente uscente Solinas, ma ha poi accettato di sostenere la proposta unitaria del centrodestra. Si tratta della seconda partecipazione del simbolo con Alberto da Giussano alle elezioni regionali sarde: nel 2019, con l'11,4%, fu il primo partito della coalizione e il secondo di tutta la competizione elettorale, dopo il Pd. Il contrassegno schierato è esattamente lo stesso di allora, con il riferimento alla Sardegna conservato al di sotto del cognome di Matteo Salvini, all'interno del segmento inferiore blu.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOrjQNQ-daXPLYwCDVYQuHfShxSoR5Ts2fD0rbX8Fbn4oLJMnNyfRGzyNXVsh9uU8Lp2yHhwQP-zsuVDQrmNclkH7poSqR99QMPD5k38rkv3d_6DYxGe9WyD49iRs-twgcIN6egF58WcfRAE2UVixZ-QGhyphenhyphenVIYBSZ2D2rnlrLYtEBLxdBEj2hoC4pc3sg/s1200/Partito%20sardo%20d'azione.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnOrjQNQ-daXPLYwCDVYQuHfShxSoR5Ts2fD0rbX8Fbn4oLJMnNyfRGzyNXVsh9uU8Lp2yHhwQP-zsuVDQrmNclkH7poSqR99QMPD5k38rkv3d_6DYxGe9WyD49iRs-twgcIN6egF58WcfRAE2UVixZ-QGhyphenhyphenVIYBSZ2D2rnlrLYtEBLxdBEj2hoC4pc3sg/w200-h200/Partito%20sardo%20d'azione.jpg" width="200" /></a></div>14) Partito sardo d'azione</h3><div style="text-align: justify;">Alla fine la candidatura di Truzzu ha ricevuto il sostegno anche del <b>Partito sardo d'azione</b>, che ha tenuto il punto sulla ricandidatura del proprio presidente uscente, Christian Solinas, fino al suo ritiro dalla competizione dopo la notizia del sequestro cautelativo di alcuni suoi beni scaturito da un'indagine a suo carico. Il simbolo del partito è quello classico, con il fregio dei Quattro Mori racchiuso in un quadrato; questa volta il contrassegno depositato e impiegato non contiene scritte (nel 2019 c'era invece il riferimento a "Solinas presidente").</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNGKX1CDbzp_-JhsI3uqtdu8-HOyudyyPqCCHQkbKqi3a6gKXjodLTR_6HTtxNrbQxGntF_nK4DYEay8SxM8W__1LQdZTR9mMIM5cFYCGI82dPBMsAazS6cuJfzgUJyT45riViFOad5jZzb-VZ2WPPSDlMfPYJnpDQdrP81R90_0wDihlaI3jPe66FVCyU/s964/Forza%20Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="964" data-original-width="964" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNGKX1CDbzp_-JhsI3uqtdu8-HOyudyyPqCCHQkbKqi3a6gKXjodLTR_6HTtxNrbQxGntF_nK4DYEay8SxM8W__1LQdZTR9mMIM5cFYCGI82dPBMsAazS6cuJfzgUJyT45riViFOad5jZzb-VZ2WPPSDlMfPYJnpDQdrP81R90_0wDihlaI3jPe66FVCyU/w200-h200/Forza%20Italia.jpg" width="200" /></a></div>15) Forza Italia</h3><div style="text-align: justify;">Si conferma l'apporto di <b>Forza Italia</b> alla coalizione di centrodestra: il sostegno alla soluzione Truzzu era stato assicurato fin dall'inizio. Il contrassegno schierato (e depositato in Corte d'appello dall'ex presidente della regione Ugo Cappellacci) è molto simile a quello elaborato in occasione delle elezioni politiche del 2022: la bandierina tricolore di Cesare Priori è sempre al centro, in alto ad arco c'è il riferimento al Ppe (ma non è l'unico partito europeo presente sulla scheda), mentre sotto c'è solo il cognome di Silvio Berlusconi, senza più la parola "presidente".</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdpUl-296xQz0dOfIuvn3R-BZ2crG5al2mFItKl6pIKTKSAhI_RWznPcjP8FAqq_r8hPSh3C-GfF2yf6ycFjbKoAgoEx3FoDelnlwpTxKHgjkAODEwP35-Q7O22J3xJMdaMbZdLp8o_h3vlAIbk5_YvDRoDqzLKRmBkWYuRW6vLhBGCiysc6CYv5_Fu_tU/s853/Sardegna%20al%20centro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="853" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdpUl-296xQz0dOfIuvn3R-BZ2crG5al2mFItKl6pIKTKSAhI_RWznPcjP8FAqq_r8hPSh3C-GfF2yf6ycFjbKoAgoEx3FoDelnlwpTxKHgjkAODEwP35-Q7O22J3xJMdaMbZdLp8o_h3vlAIbk5_YvDRoDqzLKRmBkWYuRW6vLhBGCiysc6CYv5_Fu_tU/w200-h200/Sardegna%20al%20centro.jpg" width="200" /></a></div>16) Sardegna al centro - 20Venti</h3><div style="text-align: justify;">Sesta lista della coalizione che appoggia Truzzu è <b>Sardegna al centro - 20Venti</b>, che sembra unire due progetti. Il secondo, in particolare, è in diretta continuità con Sardegna 20Venti, lista promossa nel 2019 da Stefano Tunis (allora consigliere regionale uscente di Forza Italia) e premiata con 3 consiglieri grazie al suo 4,13%: il fregio dei Quattro Mori reinterpretato con le cifre dell'anno 2020 viene da lì. Sardegna al centro, invece, rimanda al progetto nazionale di Italia al centro di Giovanni Toti: non a caso, tra i promotori della lista c'è anche Antonello Peru, coordinatore sardo di Italia al centro e i colori usati (arancione e azzurro) ricordano quelli della formazione di Toti.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyJ_ofiuMlbpB-Uu5mbFD3vacTpb86LqQ2tz02MOoVWXv0x582auQoPOUgoWAZXDK1p5Xwbg9dlOfKkeidEJvUZst9k6_lKpa3YN04ozdP_QJyiF7kmrMPTWv2gIGhdwUJ8x68KDFgCHuciq5RghPy6YzU9TE-pd7ezYuNn1-xoXwXYUECwq5kLg42YEzO/s1145/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1145" data-original-width="1145" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyJ_ofiuMlbpB-Uu5mbFD3vacTpb86LqQ2tz02MOoVWXv0x582auQoPOUgoWAZXDK1p5Xwbg9dlOfKkeidEJvUZst9k6_lKpa3YN04ozdP_QJyiF7kmrMPTWv2gIGhdwUJ8x68KDFgCHuciq5RghPy6YzU9TE-pd7ezYuNn1-xoXwXYUECwq5kLg42YEzO/w200-h200/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano.jpg" width="200" /></a></div>17) Alleanza Sardegna - Partito liberale italiano</h3><div style="text-align: justify;">L'unica vera "bicicletta" di queste elezioni regionali sarde è rappresentata dalla lista <b>Alleanza Sardegna - Partito liberale italiano</b>. Alleanza Sardegna è una forza locale - come dimostra il tema dei Quattro Mori riletto coi pallini al posto delle teste, sovrapposto alla sagoma dell'isola e collocato su un fondo color sabbia - guidata da Gerolamo "Mimmo" Solina. Il Pli, che da un anno e mezzo ha come segretario il cagliaritano Roberto Sorcinelli, ha accostato il suo simbolo a quello di Alleanza Sardegna, con il diametro che è esattamente metà rispetto a quello del logo più grande (ma il fregio tricolore è comunque più visibile rispetto al 2019, quando il Pli aveva concorso alla lista Energie per l'Italia). </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbIU2yIdBeu2jNT52Gb9Uc-6FRNd2m-308H7M9sXlQUy2EK0GtCZ7Pa70YY9UYXKsY10wVzKQCeV4CAdbh1v7853-WJWwK3Fxp2YB-BpvpLMAm54_Gga6yafSmZk7SaQrkXoBfqBAeNKLu7h2hBFfj26ZBtBVwp469HscG30TcdjqkmESQlYR69zn8gYt/s2048/Fratelli%20d'Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2046" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbIU2yIdBeu2jNT52Gb9Uc-6FRNd2m-308H7M9sXlQUy2EK0GtCZ7Pa70YY9UYXKsY10wVzKQCeV4CAdbh1v7853-WJWwK3Fxp2YB-BpvpLMAm54_Gga6yafSmZk7SaQrkXoBfqBAeNKLu7h2hBFfj26ZBtBVwp469HscG30TcdjqkmESQlYR69zn8gYt/w200-h200/Fratelli%20d'Italia.jpg" width="200" /></a></div>18) Fratelli d'Italia</h3><div style="text-align: justify;">Ottava lista della coalizione di centrodestra è quella politicamente più vicina all'aspirante presidente Truzzu: <b>Fratelli d'Italia</b>. Com'è noto Fdi ha premuto a lungo perché fosse il proprio candidato a rappresentare il centrodestra in questa competizione elettorale (resistendo a chi avrebbe preferito riproporre il presidente uscente). Pure per questo può stupire che nemmeno questo contrassegno contenga un riferimento al candidato (ma sul punto si tornerà più avanti); in compenso, per l'occasione, Fdi rinuncia alla struttura "a cannocchiale", spostando la propria dicitura in alto e collocando il nome della presidente Giorgia Meloni al centro (subito sopra la fiamma tricolore), dandogli ancora più evidenza. Se nel 2019 il partito aveva ottenuto il 4,72%, questa volta è lecito aspettarsi un risultato ben diverso. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCXC0LxMiVN5Dfso6Ef2j7-E0-kpYN_AFri4wWUnbuKNlQQJnVxFWgSWNSuBagHvZAxnEYC5FAkqhwWDWEM7lpXK_ggqeWYU3_HDjRm_8ZAid3QaGzCcvHTL6nHUGRiMRvwh-1Gs4V8vicfNdHZhhV8GzuQfkFLlkQEC1MryqLLlVficeqh-WEWZu87l5v/s619/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="619" data-original-width="619" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCXC0LxMiVN5Dfso6Ef2j7-E0-kpYN_AFri4wWUnbuKNlQQJnVxFWgSWNSuBagHvZAxnEYC5FAkqhwWDWEM7lpXK_ggqeWYU3_HDjRm_8ZAid3QaGzCcvHTL6nHUGRiMRvwh-1Gs4V8vicfNdHZhhV8GzuQfkFLlkQEC1MryqLLlVficeqh-WEWZu87l5v/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" width="200" /></a></div>19) Democrazia cristiana con Rotondi</h3><div style="text-align: justify;">Chiude lo schieramento di centrodestra la lista <b>Democrazia cristiana con Rotondi</b>, della quale in realtà si è abbondantemente parlato nei giorni scorsi: il primo simbolo con lo scudo crociato su fondo blu, infatti, era stato ricusato per confondibilità con l'Udc e, nel giro di qualche ora, lo staff del partito ha sostituito il contrassegno, proponendo il nome del partito solo in sigla e collocando al centro - sullo sfondo diventato bianco - il disegno di una balena bianca. Si tratta quasi certamente di un emblema di transizione (sono probabili alcuni aggiustamenti), ma intanto il problema è stato risolto e le liste sono state regolarmente presentate.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Renato Soru <br /></h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj25qMybkYIB83a_f9RXquccEtfN0uLEo5uaezgDnpL6dmwtQoP-yitGroKaONGxWNBF_7J9QuxXmzeRbZ0lfxWddSMSZ_e47Fstb6Y3nYBiuaUt8iD4WuJB_tvAmnFLgRIKuxo1f7TICUGBr-P11dC9EwpKNQdu0suhgTmdZV-lbBTm_4yoOSYtWwlRXMh/s894/Liberu.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="894" data-original-width="894" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj25qMybkYIB83a_f9RXquccEtfN0uLEo5uaezgDnpL6dmwtQoP-yitGroKaONGxWNBF_7J9QuxXmzeRbZ0lfxWddSMSZ_e47Fstb6Y3nYBiuaUt8iD4WuJB_tvAmnFLgRIKuxo1f7TICUGBr-P11dC9EwpKNQdu0suhgTmdZV-lbBTm_4yoOSYtWwlRXMh/w200-h200/Liberu.jpg" width="200" /></a></div>20) Liberu</h3><div style="text-align: justify;">Può contare sul sostegno di una coalizione, sia pure più ridotta (le liste sono cinque) e decisamente variegata, anche <b>Renato Soru</b>, fondatore di Tiscali e già presidente della Regione Sardegna (2004-2009). La prima lista sorteggiata è quella di <b>Liberu</b>, partito della sinistra indipendentista che punta a difendere gli interessi e rappresentare le istanze del popolo sardo (il nome è la forma ridotta del motto "Lìberos Rispetados Uguales") e, dopo un primo tempo di vicinanza al "campo largo" del centrosinistra, ha deciso di sostenere Soru. L'elemento più visibile del simbolo è il quadrato rosso che comprende un ideogramma che accosta e unisce le lettere L, R e U, con tratti che ricordano i graffiti rupestri presenti in Sardegna o, più facilmente, gli arcieri ritratti nei bronzetti nuragici.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaUrqML66R_Xzw-Lvbz89LbZCBr2O4QwaR-9tIp1mXeg63FqNEBMh5CG-YeoI1SuaecDMoqkyU_lesIQa_9DZZSXMASojl2AR-NYRCAawoSVmIzyVAQqmv_p0IONcipwecNHfdoEzcsJlj9u-HSwWFyG9d6vT_qnupd1C12DDB1hqtqIAeu_8fS104ISv_/s700/Progetto%20Sardegna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="700" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaUrqML66R_Xzw-Lvbz89LbZCBr2O4QwaR-9tIp1mXeg63FqNEBMh5CG-YeoI1SuaecDMoqkyU_lesIQa_9DZZSXMASojl2AR-NYRCAawoSVmIzyVAQqmv_p0IONcipwecNHfdoEzcsJlj9u-HSwWFyG9d6vT_qnupd1C12DDB1hqtqIAeu_8fS104ISv_/w200-h200/Progetto%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>21) Movimento Progetto Sardegna</h3><div style="text-align: justify;">La seconda lista estratta è quella più legata al ri-aspirante presidente: <b>Progetto Sardegna </b>era il nome della formazione che aveva accompagnato la vittoria di Soru nel 2004 (la più votata dopo Ds e Margherita) e Progetto Sardegna è la lista che guida la cosiddetta "Coalizione sarda" vent'anni dopo (e cui guarda anche Italia viva). Il contrassegno di quest'anno riprende il disegno di un nuraghe polilobato (anche se dall'alto può ricordare anche una costellazione) già usato nel 2004, così come l'arancione; il nome e il segmento in cui è inserito il riferimento a Soru sono invece tinti di viola (ricordando in questo la struttura del simbolo di Movimento X - Progetto Per).<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiQxolUm7GxowOXXnAvcfvLKilBurCFl9B9svmAAbdumGbDSSpXL07PWB_6khjb6kbTDQtoILPpeWZYL_Quu2ETedhvVvA8NjF9MMsDelGkrU5wzV8QZkQa7VOicr5iObwAzEFWzx5kA-jIHbQIdt31Kq5ZLVe-hRcXkXjgbKuanrzMoBqE7mwjFOCuVaf/s948/Pi%C3%B9%20Europa%20-%20azione%20-%20Unione%20popolare%20cristiana.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="948" data-original-width="948" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiQxolUm7GxowOXXnAvcfvLKilBurCFl9B9svmAAbdumGbDSSpXL07PWB_6khjb6kbTDQtoILPpeWZYL_Quu2ETedhvVvA8NjF9MMsDelGkrU5wzV8QZkQa7VOicr5iObwAzEFWzx5kA-jIHbQIdt31Kq5ZLVe-hRcXkXjgbKuanrzMoBqE7mwjFOCuVaf/w200-h200/Pi%C3%B9%20Europa%20-%20azione%20-%20Unione%20popolare%20cristiana.jpg" width="200" /></a></div>22) +Europa - Azione - Upc</h3><div style="text-align: justify;">Avevano annuncato a dicembre il loro sostegno a Renato Soru, abbandonando anch'esse la coalizione guidata da Pd e M5S, <b>+Europa</b> (anche se non tutto il partito locale sembra aver apprezzato) e <b>Azione</b>: i partiti guidati da Riccardo Magi e Carlo Calenda si uniscono nel contrassegno, dividendosi lo spazio del cerchio che al centro porta una banda blu con il riferimento a Soru: in alto c'è +Europa (con qualche elemento giallo, lo stesso del "+"), in basso c'è Azione (con qualche elemento verde). Se la parte superiore contiene la dicitura "Liberali democratici europei" (riferimento all'Alde Party cui le due forze appartengono), in basso c'è la sigla multicolore Upc, che sta per Unione popolare cristiana, presente da tempo in Sardegna.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVkrOXEM8qtwPDPFfYLlN6bS9tPkOo7m85H4McGfz76gcusLegeNe8AYPbaRl2acn-3Sd0vJpNWjhiUeMT3k5nMoHbZwyHCii6UR_XT2UDmoV0djGTmxbIbSFwxpo_7vPq1Eo-ew2gUnd7oYPfzXUPufUheyEgq1SGjNr2UR7IebPmFG1GzKohUjs7xdLl/s1875/Vota%20Sardigna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1875" data-original-width="1875" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVkrOXEM8qtwPDPFfYLlN6bS9tPkOo7m85H4McGfz76gcusLegeNe8AYPbaRl2acn-3Sd0vJpNWjhiUeMT3k5nMoHbZwyHCii6UR_XT2UDmoV0djGTmxbIbSFwxpo_7vPq1Eo-ew2gUnd7oYPfzXUPufUheyEgq1SGjNr2UR7IebPmFG1GzKohUjs7xdLl/w200-h200/Vota%20Sardigna.jpg" width="200" /></a></div>23) Vota Sardigna</h3><div style="text-align: justify;">Quarta lista della coalizione in appoggio a Soru è <b>Vota Sardigna</b>, formazione elettorale che unisce le forze del movimento Sardegna Chiama Sardegna, Irs e ProgReS sotto un'unica insegna. Nessuno dei tre emblemi però è entrato nel contrassegno di lista, nel quale spicca su fondo bianco la sagoma della Sardegna ricostruita con tante tessere, come un mosaico. Il colore principale (dell'isola e del segmento inferiore del cerchio su cui insiste parte del nome) è il verde acqua, ma non mancano tesserine tinte di giallo ocra o di porpora. <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeHn0Iix_zqFwQpON72Tbnv_-0kVYHjDsJQZWdUStPAAMs5JYzjIk2QuWf3l1HS2dBxw-pgIppWIaZfzMbsl0KUgayHa2T7bhjNvrH6G4-XrVBgMVB5vRRZjE34oroZyxXcFjcIYzGiCS1EmNTvOcfjFp19wA9YsAlWhezE2JtEuOAP9CcrnPVLzaq4hyt/s786/Rifondazione%20comunista%20-%20Sinistra%20europea.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="786" data-original-width="786" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeHn0Iix_zqFwQpON72Tbnv_-0kVYHjDsJQZWdUStPAAMs5JYzjIk2QuWf3l1HS2dBxw-pgIppWIaZfzMbsl0KUgayHa2T7bhjNvrH6G4-XrVBgMVB5vRRZjE34oroZyxXcFjcIYzGiCS1EmNTvOcfjFp19wA9YsAlWhezE2JtEuOAP9CcrnPVLzaq4hyt/w200-h200/Rifondazione%20comunista%20-%20Sinistra%20europea.jpg" width="200" /></a></div>24) Partito della Rifondazione comunista</h3><div style="text-align: justify;">A dimostrazione della natura piuttosto eterogenea della Coalizione sarda, si può considerare la quinta e ultima lista, presentata dal <b>Partito della Rifondazione comunista</b>. Il Prc ha scelto di appoggiare Soru dopo aver tentato inutilmente di costruire - con altre forze di sinistra e sardiste - una coalizione alternativa ai due principali raggruppamenti elettorali; Rifondazione comunista partecipa a questo voto con il suo simbolo ufficiale, ormai consolidato da oltre vent'anni (anche con riguardo al riferimento al Partito della Sinistra europea, leggibile nella "lunetta" rossa del cerchio grande).<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Lucia Chessa</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Lp2zO6Xvk8wNeMx-Tn0QCA9GVoCAaQJ9t33HMYDHXcH_1L02U0mVAGCr9AhhEqz82BPmglazBOOO_9dbehEmbwDXOz20cqzUP_ciUr1VLW-agcnfcX-vk9owNLs8iEBjwEW3W_izchyphenhyphenz2XYfzd5LjOGH0BYC_b_t75sKwi4N9zg_210y5dhtLTqHatXJ/s1208/Sardigna%20R-esiste.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="1208" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Lp2zO6Xvk8wNeMx-Tn0QCA9GVoCAaQJ9t33HMYDHXcH_1L02U0mVAGCr9AhhEqz82BPmglazBOOO_9dbehEmbwDXOz20cqzUP_ciUr1VLW-agcnfcX-vk9owNLs8iEBjwEW3W_izchyphenhyphenz2XYfzd5LjOGH0BYC_b_t75sKwi4N9zg_210y5dhtLTqHatXJ/w200-h200/Sardigna%20R-esiste.jpg" width="200" /></a></div>25) Sardigna R-esiste</h3><div style="text-align: justify;">L'ultima posizione sulla scheda elettorale sarda è occupata dall'aspirante presidente <b>Lucia Chessa</b>, segretaria del partito dei RossoMori, che persegue gli ideali del sardismo, del socialismo e dell’azionismo. Non è però il simbolo del suo partito a sostenere Chessa: la lista - presente in sei delle otto circoscrizioni, vista la mancata presentazione della lista in Ogliastra e a Sassari - si chiama <b>Sardigna R-esiste</b>. Il suo simbolo è costituito da un cerchio azzurro che, oltre al nome della lista e al riferimento alla candidata presidente (la parte graficamente meno riuscita del contrassegno, a dire il vero), contiene un cerchio bianco con il profilo multicolore dell'isola, costruito a trattini, mentre altri tratti impilati richiamano la forma di un nuraghe. <br /></div><h2 style="text-align: justify;">I simboli non arrivati sulla scheda</h2><div style="text-align: justify;">Fin qui le 25 liste che sono state effettivamente presentate sull'isola. La sera del 15 gennaio, tuttavia, si era parlato di ben 35 contrassegni depositati negli uffici della Corte d'appello di Cagliari: evidentemente mancano dieci simboli all'appello. Alcuni sono facili da individuare, altri si possono supporre, di altri ancora nulla si sa.<br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilFnG2aN4IUF1eaDUhgryUsGhkBqBONNCucKC_EE06cIjQQrsRc3XdVphnZFPvp-teTGr9FhvdjHbDICENkjZdaHUxgwNEScvyk1IP7-sOgFUXkvhT2r_LZMOz8SvJDi7_uBio1UNDbTTGbNrXJQdBszBxJfgWRsgJLj6Z3k8w6IyKmRqrE-KCwT6I9vxA/s640/Forza%20del%20Popolo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilFnG2aN4IUF1eaDUhgryUsGhkBqBONNCucKC_EE06cIjQQrsRc3XdVphnZFPvp-teTGr9FhvdjHbDICENkjZdaHUxgwNEScvyk1IP7-sOgFUXkvhT2r_LZMOz8SvJDi7_uBio1UNDbTTGbNrXJQdBszBxJfgWRsgJLj6Z3k8w6IyKmRqrE-KCwT6I9vxA/w200-h200/Forza%20del%20Popolo.jpg" width="200" /></a></div>Si è parlato per esempio dell'esclusione dalle elezioni regionali della candidatura di <b>Maria Rosaria Randaccio</b>, che - dopo avere sostenuto Ugo Cappellacci nel 2014 con la sua lista Sardegna Zona Franca - si presentava con l'appoggio dell'unica lista <b>Forza del Popolo</b>, soggetto politico guidato da Lillo Massimiliano Musso (ed emerso con una certa notorietà a partire dalle elezioni politiche del 2022). Il contrassegno era quello si questa forza politica, integrato con il riferimento alla candidatura di Randaccio, la grafica dei Quattro Mori in filigrana e la dicitura "Sardegna zona franca extradoganale". </div><div style="text-align: justify;">A determinare l'esclusione sarebbero state, in varie circoscrizioni (non a Sassari, però, dove la lista è stata ammessa), le contestazioni alla validità delle autenticazioni delle firme dei sottoscrittori: in particolare, i magistrati avrebbero rilevato che molte autenticazioni ad opera di Musso (come avvocato del foro di Agrigento che ha dichiarato la disponibilità ad autenticare le firme) portavano la stessa data, il che avrebbe significato una improbabile raccolta e autenticazione massiva di firme (1441) in un solo giorno. In una lunga diretta <i>online</i>, Musso ha contestato quest'accusa, sostenendo la tesi della c.d. "autenticazione differita": le firme, tutte autentiche, sarebbero state raccolte effettivamente davanti a lui, in presenza fisica o attraverso un supporto elettronico (ritenendo che si dovesse accettare anche quella forma come "presenza"), mentre la data indicata sarebbe stata quella della formazione del plico degli "atti separati" con le firme, con tanto di pinzatura dei fogli e di timbri di congiunzione tra le pagine (operazioni che richiederebbero assai meno tempo e sarebbero del tutto compatibili con l'apposizione della medesima data). </div><div style="text-align: justify;">Ora, è pur vero che il tenore del testo della formula di autenticazione - "A norma dell’art. 21, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, certifico vere ed autentiche le firme, apposte in mia presenza, degli elettori sopra indicati [numero delle firme], da me identificati con il documento segnato a margine di ciascuno" - seguita da luogo e data non chiarisce senza ombra di dubbio che luogo e data devono essere relativi <i>anche </i>alle operazioni di raccolta delle sottoscrizioni e verifica di coincidenza con il documento, oltre che alla mera "certificazione di autenticità"; tuttavia è noto che, in base alla prassi, la firma dell'autenticatore alla fine dei fogli del singolo atto separato viene (o è opportuno che sia) apposta alla fine della singola giornata di raccolta, con l'indicazione del numero esatto di sottoscrizioni che il soggetto autenticatore ha verificato (dichiarando peraltro, in sostanza, di essere stato presente durante <i>tutte </i>le operazioni di raccolta), dunque anche quando il foglio non è completamente riempito. Lo si intuisce da alcuni elementi: 1) non di rado gli uffici elettorali, soprattutto quelli dei comuni, suggeriscono di autenticare le firme giorno per giorno anche per assicurarsi che - scongiuri accettati... - l'eventuale decesso di uno dei sottoscrittori della lista non faccia sorgere dubbi sull'autenticità delle altre firme (dubbi che non sorgerebbero in caso di morte in data successiva a quella dell'autentica, mentre sarebbero più fondati nell'ipotesi inversa); 2) qualora si faccia ricorso ad autenticatori "professionali" (notai, cancellieri...) o "istituzionali" (segretari comunali e funzionari delegati), è difficile immaginare che la persona possa completare la dichiarazione di autenticazione in un momento diverso da quello della raccolta (mentre un simile scenario potrebbe sembrare più plausibile per gli autenticatori "politici", quindi gli eletti indicati dalla legge n. 53/1990 e, volendo, gli avvocati legati alla singola forza politica). In ogni caso, Forza del Popolo non risulta avere fatto ricorso.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj81ubG1IczCCtMAciB_qLXhQHIciIIIeHhA0_YbgoGi2c7m-6_IWbJ48W5ZoYsxUFqu2S2ogKhXOLFcPpjhUQIfIe8Rhja0Q6moUWkb8RClQvAkVwhxO-FoPzJb_Z7rDqIEPsL4tPLg29FurxGit0fpAV9o7o3G3E2gnkbIWRYip8hUo5oUusSat2EpUYI/s504/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano%20-%20Democrazia%20cristiana.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="504" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj81ubG1IczCCtMAciB_qLXhQHIciIIIeHhA0_YbgoGi2c7m-6_IWbJ48W5ZoYsxUFqu2S2ogKhXOLFcPpjhUQIfIe8Rhja0Q6moUWkb8RClQvAkVwhxO-FoPzJb_Z7rDqIEPsL4tPLg29FurxGit0fpAV9o7o3G3E2gnkbIWRYip8hUo5oUusSat2EpUYI/w200-h200/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano%20-%20Democrazia%20cristiana.jpg" width="200" /></a></div>Altro simbolo escluso di cui si è parlato nei giorni scorsi è quello presentato sempre da <b>Alleanza Sardegna</b>, il cui emblema questa volta occupava l'intero cerchio, con all'interno le miniature dei simboli del <b>Partito liberale italiano</b> - di nuovo - e (ancora più piccolo) della <b>Democrazia cristiana</b> che si riconosce nella segreteria di <b>Antonio Cirillo</b>. Si è però già raccontato che il ricorso al Tar di Cagliari presentato da Mimmo Solina è finito con un rigetto, essenzialmente per la confondibilità data dallo scudo crociato, sia pure in forma diversa rispetto a quello dell'Udc; questo ha messo in secondo piano l'inevitabile somiglianza con l'altro emblema presentato da Alleanza Sardegna (quello condiviso con il Pli, di cui si è parlato nella prima parte dell'articolo). </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqot1u6e-sVyE1tHg_dsS58Yhbuc6WHy2LNNFvq5ZRdJWnWN2Kg3Z5cu3ao4Bd_ZagNBvkYKrXXcvKJakZE05_8uNmZ2nGdo4KKoCxhvuT3WTPt0X3JQ32x0kfUux_R5znaRokGzx_3uzlhhF7NTdCY8zWy6rFUXfZ4VPWmzujkYb0pnw0r6tAG6XavX1w/s1182/Dc%20Cuffaro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1182" data-original-width="1182" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqot1u6e-sVyE1tHg_dsS58Yhbuc6WHy2LNNFvq5ZRdJWnWN2Kg3Z5cu3ao4Bd_ZagNBvkYKrXXcvKJakZE05_8uNmZ2nGdo4KKoCxhvuT3WTPt0X3JQ32x0kfUux_R5znaRokGzx_3uzlhhF7NTdCY8zWy6rFUXfZ4VPWmzujkYb0pnw0r6tAG6XavX1w/w200-h200/Dc%20Cuffaro.jpg" width="200" /></a></div>Lo stesso Tar sardo, invece, aveva riammesso il contrassegno ufficiale della <b>Democrazia cristiana</b> guidata da <b>Totò Cuffaro</b> (mentre è rimasto ignoto il simbolo sostitutivo comunque presentato dal partito). Eppure, a dispetto della riammissione, non è stata presentata nessuna lista della Dc-Cuffaro, nonostante il partito potesse contare - com'è già stato scritto e come vale per tutte le forze finite sulla scheda e anche per alcune che hanno scelto di non presentarsi, tranne la citata Forza del Popolo - sulla dichiarazione di un consigliere regionale uscente che esentava dalla raccolta delle firme. Il motivo della mancata presenza della Dc lo ha spiegato bene l'europarlamentare Francesca Donato con un suo post del 30 gennaio: "A seguito della ricusazione del nostro contrassegno, scaturita proprio dalle contestazioni mosse dall'Udc, abbiamo depositato in via cautelativa un contrassegno alternativo per poter comunque presentare le nostre liste di candidati in caso di rigetto del ricorso. Ciò ha fornito il perfetto alibi a chi voleva inizialmente candidarsi con noi ma cercava dei paracadute politici in caso di insuccesso, per i propri interessi personali. Approfittando delle incertezze sorte fra alcuni candidati in ordine al probabile accoglimento del ricorso (su cui noi dirigenti non abbiamo mai nutrito dubbi), ha convinto gli stessi dell’impossibilità di raccogliere voti con l’eventuale nuovo contrassegno e li ha convinti a candidarsi con l’Udc, svuotando in tal modo le nostre liste nelle circoscrizioni del Nord, buttando alle ortiche i valori di lealtà, verità e correttezza su cui la Dc si impegna. A ridosso dello scadere del termine per la presentazione delle liste è stato impossibile per noi trovare dei candidati alternativi e pertanto, con grande rammarico, abbiamo dovuto rinunciare".</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtAgAg2YLvDkmDMtbb_daL9HStNV3z-D_R_rciQw5RqnfMEjWefKFGVLfRgkcOdt14OxRabBL_IDSSduILBz576ViUXpRI6holIKGkZMG0e6swARmfBWNWn-4xH7KdKlnlrEyg6s8krvCh6LRQezHr8o_neZf_0wsiYApiytyT1h9NWRg9hFYmNbyE9nmI/s1097/anima%20di%20Sardegna.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1097" data-original-width="1097" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtAgAg2YLvDkmDMtbb_daL9HStNV3z-D_R_rciQw5RqnfMEjWefKFGVLfRgkcOdt14OxRabBL_IDSSduILBz576ViUXpRI6holIKGkZMG0e6swARmfBWNWn-4xH7KdKlnlrEyg6s8krvCh6LRQezHr8o_neZf_0wsiYApiytyT1h9NWRg9hFYmNbyE9nmI/w200-h200/anima%20di%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>Ha invece scelto deliberatamente di non presentare la propria candidatura <b>Alessandra Zedda</b>, consigliera uscente di Forza Italia, che in un primo tempo aveva scelto di "offrire al centrodestra, in un momento di stallo e di confusione, una proposta di guida per la regione Sardegna proveniente dalla società civile e in particolare dall'Associazione Anima di Sardegna. Alla luce degli appelli di Paolo Truzzu e della ritrovata unità della coalizione - ha dichiarato - ritengo importante offrire al centrodestra un gesto di generosità e ritirare la mia candidatura a presidente". Per questo non è arrivato sulle schede il simbolo della lista <b>Anima di Sardegna</b>, peraltro molto ben realizzato: su fondo color carta da zucchero (o, se si preferisce, blu-mare), spicca la sagoma della Sardegna realizzata con cinque "pezzi" (quasi in stile Tangram) tinti di altri colori che vogliono raccontare il territorio, cioè l'azzurro-cielo, il verde-natura, il giallo-sole e l'arancione-terracotta, insieme al bianco centrale. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQEkEV-umsymAgirIjA-Q8tRvOSy-L59hTCKw4wCAFG69iu-dplwZV10MyoY-C-HBbAhuLujHgTmNF7C3vyvjS-tvgrgY9CBsdGW5hDUusI0M4aXJOgeY5cagTH20u7l47CzjZR2yVbudSCVksnncZoU-LdrhQpGRgiVUB-dsdb-SS9twscpXSwTkWUjqz/s401/Solinas%20presidente.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="401" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQEkEV-umsymAgirIjA-Q8tRvOSy-L59hTCKw4wCAFG69iu-dplwZV10MyoY-C-HBbAhuLujHgTmNF7C3vyvjS-tvgrgY9CBsdGW5hDUusI0M4aXJOgeY5cagTH20u7l47CzjZR2yVbudSCVksnncZoU-LdrhQpGRgiVUB-dsdb-SS9twscpXSwTkWUjqz/w200-h200/Solinas%20presidente.jpg" width="200" /></a></div>Si è già detto della candidatura ritirata (meglio: ufficialmente mai presentata) di <b>Christian Solinas </b>dopo la notizia del sequestro di beni a suo carico disposto dal gip di Cagliari. Sul piano dei contrassegni depositati, occorre dare conto del fatto che Pietro Salvatori, <a href="https://www.huffingtonpost.it/politica/2024/01/15/news/simboli-14818604/" target="_blank">in un suo articolo per l'Huffington Post</a> pubblicato il 15 gennaio, aveva mostrato il simbolo Solinas presidente, a fondo bianco, con il cognome del presidente al centro sottolineato di rosso e di blu, un nuraghe polilobato in alto e la testa di uno dei Mori bendati in basso. La lista avrebbe goduto dell'esenzione dalla raccolta firme, ma è abbastanza chiaro il motivo per cui non è stata presentata. Va peraltro detto che un articolo apparso sulla Nuova Sardegna il 16 gennaio parlava anche di un contrassegno uguale a quello depositato nel 2019, vale a dire quello del Psd'az con al di sotto un segmento circolare nero con la dicitura "Solinas presidente": non è dato sapere se effettivamente sia stato così (e se quel simbolo sia stato poi ammesso).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgro2DlxukSnT_NKF51BzafReRTztyJzPnn5egLCmVhEZYH9sCBygENQkqEhyvJcUR6m45sxDNU6OzdcfPOp-xkdSZwZIVV1GZ2Rds2bQsBWkaAoFVsMvwJMXErj2FtIFmxNQoeY9phrFD1vMIxvUOyIZ-rbYK2wsmd7iOuHGzyoO28sE3NKkZxQ74EtV2N/s542/Nuovo%20Psi%20-%20Liberali%20e%20riformisti.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="542" data-original-width="542" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgro2DlxukSnT_NKF51BzafReRTztyJzPnn5egLCmVhEZYH9sCBygENQkqEhyvJcUR6m45sxDNU6OzdcfPOp-xkdSZwZIVV1GZ2Rds2bQsBWkaAoFVsMvwJMXErj2FtIFmxNQoeY9phrFD1vMIxvUOyIZ-rbYK2wsmd7iOuHGzyoO28sE3NKkZxQ74EtV2N/w200-h200/Nuovo%20Psi%20-%20Liberali%20e%20riformisti.jpg" width="200" /></a></div>Lo stesso articolo accennava alla possibilità che potessero sorgere contenziosi tra il Partito socialista italiano e il <b>Nuovo Psi</b>, visto che quest'ultimo - guidato da Stefano Caldoro e Lucio Barani - ha depositato l'ultima versione del suo contrassegno elettorale, con il garofano accanto alla sigla nPSI (stesso carattere di quella del Psi) e, nella parte superiore su fondo blu, la dicitura "Liberali e riformisti". Vale la pena notare che anche il Nuovo Psi, alla pari di varie altre liste, aveva la possibilità di presentare candidature senza firme grazie al sostegno tecnico di un consigliere uscente (in questo caso Michele Cossa dei Riformatori Sardi); molte più polemiche, in compenso, aveva destato la notizia in base alla quale le liste di Soru hanno beneficiato di esenzioni concesse da esponenti della maggioranza uscente (Piero Maieli - Psd'az per Liberu, Annalisa Manca - Riformatori sardi per Vota Sardigna, Pietro Moro - Grande centro per il Prc, Annalisa Mele - Riformatori sardi per +Europa e Francesco Stara - Grande centro per Azione, anche se queste ultime due forze hanno scelto di correre insieme). </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyz8jCU6ODc9z5ofEWW8f7ZsjUvwMtNu8zHmBSyRkx7iUK3lNfMVfn0o_PLvp7eH3LmVe1oHN5rS18dThxBCUjpYihP6Zh2nKMfq1fsCw7h_X48brL5LtQMXMr_JoFgvM2um3tCATdrPiS4fOlwqiefOPO6VHgzLYJ-VS5omxvsE3ftfh-4i1LYXWVPHFa/s953/Idea%20Sardegna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="953" data-original-width="953" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyz8jCU6ODc9z5ofEWW8f7ZsjUvwMtNu8zHmBSyRkx7iUK3lNfMVfn0o_PLvp7eH3LmVe1oHN5rS18dThxBCUjpYihP6Zh2nKMfq1fsCw7h_X48brL5LtQMXMr_JoFgvM2um3tCATdrPiS4fOlwqiefOPO6VHgzLYJ-VS5omxvsE3ftfh-4i1LYXWVPHFa/w200-h200/Idea%20Sardegna.jpg" width="200" /></a></div>Risultavano esonerate dalla ricerca di sottoscrittori altre tre potenziali liste, <b>Truzzu presidente</b>, <b>Orgoglio Sardegna</b> e <b>Autonomia</b>, tutte esentate da consiglieri di Fratelli d'Italia. E sempre secondo il citato articolo della Nuova Sardegna proprio Fdi avrebbe fatto presentare altrettanti simboli riconducibili a quelle denominazioni; tuttavia, salvo errore, nessuna di queste grafiche è trapelata in questi giorni. Se, infine, si scorre l'elenco delle forze politiche esentate grazie all'adesione tecnica di un consigliere, si ritrova anche <b>Idea Sardegna - alleanza civica identitaria</b>, gruppo costituito a marzo del 2022 dai tre consiglieri che attualmente sono parte del gruppo misto, Carla Cuccu, Roberto Caredda e Giovanni Antonio Satta (gli esoneranti erano gli ultimi due). La lista, com'è noto, non è finita sulla scheda, ma è probabile che il 35° contrassegno depositato sia stato proprio questo: ove emergesse che così non è stato, ovviamente, si farebbe pronta rettifica.</div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-338182240054635052024-01-30T23:01:00.003+01:002024-03-06T09:48:46.060+01:00Decreto elezioni 2024: cosa c'è, cosa manca (per ora), effetti sui simboli<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFfDOGSbTLKnGQlfpmy1VDDo60UFjaPKb_pTZKYwom9bYiPyvAhGrVn9vJxLl7MNGLCl_bvGaHC1czdmqB96CdYxtC1n1JcExByG9Y78al_i1F0SUHQLpkf9Ozq2KmDddohyphenhyphenLCqzAy1-HnRakwDWb3B4nLkMOPBNM4e5xoVHlRMq7CgA3JXMSrX_8YI0hl/s512/Elezioni%202024.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="512" data-original-width="512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFfDOGSbTLKnGQlfpmy1VDDo60UFjaPKb_pTZKYwom9bYiPyvAhGrVn9vJxLl7MNGLCl_bvGaHC1czdmqB96CdYxtC1n1JcExByG9Y78al_i1F0SUHQLpkf9Ozq2KmDddohyphenhyphenLCqzAy1-HnRakwDWb3B4nLkMOPBNM4e5xoVHlRMq7CgA3JXMSrX_8YI0hl/s320/Elezioni%202024.jpg" width="320" /></a></div>Risulta in vigore da oggi ed è già stato presentato al Senato per la sua conversione il decreto legge 29 gennaio 2024, n. 7, rubricato "Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell'anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale". I <i>media</i> hanno messo in luce soprattutto alcuni aspetti di queste norme, a partire dalla possibilità di accorpare le elezioni europee alle altre scadenze elettorali previste in primavera (il turno più nutrito di elezioni amministrative e, probabilmente, almeno le regionali del Piemonte: si vedrà meglio più avanti) nei cosiddetti <i><b>election days</b></i> e dall'intervento sui <b>limiti al numero di mandati consecutivi per i sindaci nei comuni fino a 15mila abitanti</b>. Il contenuto del decreto-legge merita comunque di essere approfondito di seguito.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;">Votare per due giorni: istruzioni per l'uso (ed eccezioni)</h3><div style="text-align: justify;">Per prima cosa, l'articolo 1 prevede che <b>tutte le consultazioni del 2024</b> (si parla ritualmente anche di <i>referendum</i>, benché non ne siano previsti) <b>si svolgano in un giorno e mezzo</b>, di norma per l'intera domenica (dalle ore 7 alle ore 23) e per metà del lunedì (dalle ore 7 alle ore 15). Il decreto-legge precisa però che la prescrizione non vale per le elezioni già indette, dunque certamente <b>non vale per le regionali della Sardegna</b>, già previste per il 25 febbraio, <b>né per quelle in Abruzzo</b>, convocate per il 10 marzo già lo scorso 19 ottobre (le liste si presenteranno tra il 9 e il 10 febbraio); avranno invece a disposizione 24 ore (16 + 8) le persone chiamate al voto per le elezioni regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria, non ancora indette.</div><div style="text-align: justify;"><b>Si prevede il voto in un giorno e mezzo anche per le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia</b>, ma con le operazioni articolate diversamente. Poiché infatti lo scorso anno il Consiglio dell'Unione Europea ha previsto che il voto per il rinnovo del Parlamento europeo si sarebbe tenuto in tutti i Paesi dell'Unione tra giovedì 6 giugno e domenica 9 giugno 2024, è impossibile votare di lunedì: per conservare il principio stabilito con il decreto, <b>in Italia si è scelto di votare per le elezioni europee per metà della giornata di sabato 8 giugno (dalle ore 14 alle ore 22) e per tutta la giornata di domenica 9 giugno (dalle ore 7 alle ore 23)</b>. Le elezioni (amministrative ed eventualmente regionali) che saranno accorpate alle elezioni europee, ovviamente, seguiranno gli stessi orari di apertura dei seggi.</div><div style="text-align: justify;"><b>Non è la prima volta in cui in Italia si vota anche di sabato</b>: è accaduto sempre in occasione delle elezioni europee - e amministrative accorpate - nel 2004 (12 e 13 giugno) e nel 2009 (6 e 7 giugno), cioè nel periodo in cui si era ripreso a votare in un giorno e mezzo (mentre alla fine del 2013 si è tornati a un giorno solo, per risparmiare). Si tratta, com'è noto, di una misura volta a rendere più accessibile l'esercizio del diritto di voto, anche se in questo caso non manca <b>qualche - inevitabile - controindicazione pratica</b>. Lo stesso decreto, infatti, precisa che i seggi (gli "uffici elettorali di sezione") dovranno tassativamente essere insediati entro le 9 del sabato (e i presidenti, insieme ai rispettivi segretari, dovranno ricevere il materiale elettorale entro le 7 e 30); le operazioni preliminari, inclusa l'autenticazione delle schede, dovrà concludersi in mattinata, in modo da poter aprire regolarmente i seggi alle 14, tenendoli aperti fino alle 22; la domenica saranno tutti i componenti dell'ufficio elettorale di sezione (e non solo, come il giorno prima, il presidente, il segretario e il personale del comune interessato, oltre che le forze dell'ordine di vigilanza ovviamente) a dover subire una levataccia per poter aprire regolarmente il seggio alle 7, sapendo che dovranno tenerlo aperto fino alle 23. A dispetto della maratona, converrà che presidente, scrutatori e segretario siano ben svegli e lucidi, visto che - subito dopo la chiusura della sezione, il riscontro dei votanti e il sigillo alle eventuali urne "da rinviare" - dovranno iniziare lo scrutinio delle schede delle elezioni europee, prestando particolare attenzione alle preferenze espresse e verificando che, qualora siano indicati due o tre nomi, siano presenti entrambi i generi (storicamente le persone che si candidano alle elezioni europee sono meno note rispetto a quelle che si presentano alle comunali o alle regionali, quindi occorre che qualcuno nel seggio controlli sempre sui manifesti delle candidature). Finite le operazioni e sigillata la sezione, si potrà andare a dormire un po' di più, in attesa di ritrovarsi al seggio alle 14 del lunedì per scrutinare le altre schede eventualmente rimaste (quelle delle elezioni regionali e comunali, nei territori interessati da quei voti).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;">Le norme sulle elezioni amministrative</h3><div style="text-align: justify;">Un gruppo di disposizioni del decreto-legge n. 7/2024 è dedicato essenzialmente alle elezioni amministrative. Oltre ad alcune norme in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale (quella, in particolare, che determina se un comune ha più di 15mila abitanti, ne ha tra 5mila e 15mila, meno di 5mila o è "sotto i mille", con l'applicazione delle rispettive regole elettorali), si precisa che in tutti i comuni capoluoghi di provincia - e, nelle province con nome composto, la regola vale per tutti i comuni ricompresi nella denominazione - si applica il sistema elettorale previsto per i comuni "superiori" (con le candidature a sindaco sostenute da una o più liste e la previsione di un eventuale ballottaggio se nessuna persona ha superato il 50% dei voti al primo turno), anche se la popolazione fosse inferiore a 15mila abitanti (la norma non vale per i comuni compresi nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano).</div><div style="text-align: justify;">Si è molto parlato poi delle <b>modifiche ai limiti ai mandati consecutivi dei sindaci</b>: in particolare, se per i comuni superiori nulla cambia (si possono svolgere al massimo due mandati consecutivi, essendone possibile un terzo solo se uno dei due precedenti è durato meno di due anni e mezzo e non per dimissioni volontarie), <b>per i comuni con popolazione tra 5mila e 15mila abitanti è possibile svolgere tre mandati consecutivi, mentre non è più previsto alcun limite per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti</b>. La norma, che modifica stabilmente le regole prima in vigore (ovviamente fino a eventuali altre modifiche), muove dalla consapevolezza che "nei comuni di minore dimensione demografica risulta di fatto spesso problematico individuare candidature per la carica di primo cittadino, per cui il divieto di rielezione per un terzo mandato comporta rilevanti criticità", a partire dal rischio che non si presenti nessuno (con conseguente commissariamento) o che ci sia solo un candidato (eventualità di cui si dirà tra poco): permettere un terzo mandato consecutivi (o, nei comuni fino a 5mila abitanti) consentirebbe dunque di ridurre i problemi appena citati e di immaginare una programmazione politica potenzialmente a lungo termine; non sono però mancate voci critiche, secondo le quali, in questo modo, si consente di fatto a una persona di guidare un comune per quindici anni di fila - e anche di più, in ipotesi "fino alla consunzione", nei comuni più piccoli - non favorendo la formazione di nuove classi dirigenti locali e, nelle ipotesi peggiori, non scoraggiando il costituirsi di relazioni di potere durature. </div><div style="text-align: justify;">L'inserimento di queste disposizioni sul numero dei mandati, per qualcuno, potrebbe essere il presupposto per elevare a tre mandati consecutivi il limite anche per i presidenti delle giunte regionali; si tratta però di una partita molto delicata (si dovrebbe intervenire sulla "legge cornice" statale che detta i principi in materia di elezioni regionali, la n. 165/2004) e dall'esito per niente scontato (anche perché il presidente della giunta regionale è molto più simile al sindaco di un comune "superiore", per il quale il limite è ancora di due mandati consecutivi, rispetto alla figura che guida un comune "inferiore")</div><div style="text-align: justify;"><b>Il decreto-legge contiene poi una norma valida solo per le elezioni ammnistrative del 2024</b>, anche se di fatto ripropone norme previste in passato, sempre <i>una tantum</i> (in decreti-legge o in sede di conversione), dal 2021: <b>nei comuni fino a 15mila abitanti, se è stata ammessa una sola lista, le elezioni sono valide (e tutti i candidati sono eletti) purché vada a votare almeno il 40% delle persone aventi diritto </b>- non computando nel corpo elettorale gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) che non si siano recati alle urne - e purché la lista abbia ottenuto almeno il 50% dei voti espressi (percentuale calcolata quindi su tutte le schede votate, incluse quelle bianche e quelle nulle). Si tratta, com'è noto a chi frequenta questo sito, di una delle previsioni contenute nel <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2021/05/sotto-i-mille-verso-la-rivoluzione-di.html" target="_blank">d.d.l. a prima firma di Luigi Augussori presentato nella scorsa legislatura</a> (e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2021/11/le-norme-su-simboli-liste-firme-e.html" target="_blank">approvato in Senato nel 2021</a>, senza finire il suo percorso alla Camera) e ribattute nell'identico disegno di legge presentato nel 2022 da Daisy Pirovano (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank">approvato meno di un anno fa a Palazzo Madama</a> e tuttora all'esame della commissione competente di Montecitorio). Mentre però dal 2021 si applicano (pur se ogni volta <i>una tantum</i>) le norme anti-commissariamento, <b>non si è ancora arrivati a reintrodurre un numero esiguo di firme da raccogliere a sostegno delle liste nei comuni sino a mille abitanti</b>: si era arrivati a invocare questa norma dopo i noti casi di "liste di <i>extra muros</i>" in tanti piccolissimi centri e che in vari casi sembravano essere state presentate per ragioni extra-elettorali (non di rado provocando <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/11/dopo-carbone-e-posina-ce-futuro-per-le.html" target="_blank">disagi al funzionamento delle istituzioni locali</a>). </div><div style="text-align: justify;">Considerando che qualche norma - incluse quelle sul limite ai mandati consecutivi - non riguarda solo il 2024 ma modificano stabilmente le regole, qualcuno potrebbe anche presentare un emendamento che renda stabile l'intervento sulla validità delle elezioni nei comuni inferiori ed estenda la raccolta delle sottoscrizioni ai comuni "sotto i mille", di fatto sfruttando la corsia preferenziale della conversione del decreto-legge per introdurre una volta per tutte una norma già approvata a larga maggioranza in quella stessa aula di Palazzo Madama ed evitare che si incagli di nuovo alla Camera.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h3 style="text-align: justify;">I simboli per le europee, tra date e incognite</h3><div style="text-align: justify;">Il decreto-legge pubblicato ieri non parla mai dei contrassegni elettorali, ma alcune sue previsioni hanno effetti anche su quella materia. Il testo, infatti, precisa opportunamente che, anche se per rinnovare il Parlamento europeo si comincerà a votare già di sabato, "ai fini del computo dei termini dei procedimenti elettorali, si considera giorno della votazione quello della domenica": questo significa, per quanto soprattutto interessa qui, che <b>il deposito dei simboli che distingueranno le liste per le elezioni europee dovrà essere effettuato presso il Ministero dell'interno dalle ore 8 alle ore 20 di domenica 21 aprile e dalle ore 8 alle ore 16 di lunedì 22 aprile </b>(con la presentazione delle liste tra il 30 aprile e il 1° maggio); <b>per le elezioni amministrative, invece,</b> le liste e tutti gli altri documenti relativi alle candidature (inclusi i contrassegni) si presenteranno nei rispettivi comuni <b>tra venerdì 10 e sabato 11 maggio</b>.</div><div style="text-align: justify;">Se queste considerazioni possono già preparare un orizzonte di media primavera per la prossima #MaratonaViminale (pur se più breve di un giorno, come da previsione di legge, rispetto ai tempi dettati per le elezioni politiche), restano alcune incognite, che potrebbero avere effetti anche sulla presentazione dei simboli alle elezioni europee. Occorrerà, in particolare, <b>prestare la massima attenzione agli emendamenti che saranno presentati in commissione e in aula: qualcuno, infatti, potrebbe riguardare sia la soglia di sbarramento, sia l'esenzione dalla raccolta delle firme</b>.</div><div style="text-align: justify;">Sul primo punto, non è un mistero che varie forze politiche vedano di buon occhio un abbassamento della soglia del 4% attualmente prevista (e introdotta nel 2009). La clausola di sbarramento non sarebbe obbligatoria, se si riporta alle circoscrizioni infranazionali l'obbligo di prevedere una soglia tra il 2% e il 5% per le circoscrizioni in cui si assegnano più di 35 seggi (così prevede <a href="https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ALL/?uri=CELEX:41976X1008(01)" target="_blank">la decisione 2018/994 del Consiglio</a>), mentre l'obbligo ci sarebbe se si considerasse come circoscrizione l'intero territorio nazionale (in cui si assegnano 76 seggii); diverso sarebbe il discorso se si abbassasse l'asticella al 3%, in armonia con la legge elettorale politica. <b>Dalla sua introduzione in avanti, la soglia di sbarramento ha favorito l'aggregazione di forze politiche diverse in liste unitarie: se l'esito elettorale spesso è stato insoddisfacente, quasi sempre la grafica dei rispettivi contrassegni ne ha risentito molto</b> (con soluzioni e accostamenti che hanno prodotto accozzaglie visive o fregi difficili da leggere o da riconoscere). <b>L'abbassamento della soglia potrebbe ridurre questa tendenza, ma non è detto</b>: con il risultato utile maggiormente alla portata, partiti diversi potrebbero comunque cedere alla tentazione di unirsi in federazioni <i>ad hoc</i>, cercando di trovare soluzioni "simboliche" più o meno soddisfacenti.</div><div style="text-align: justify;">A monte, però, <b>un altro fattore di complicazione della grafica è costituito dalla ricerca spasmodica di scorciatoie per evitare la raccolta delle sottoscrizioni</b>: alle elezioni europee, per essere presenti in tutta l'Italia, ne occorrono almeno 150mila, perché ne servono almeno 30mila per ognuna delle 5 circoscrizioni; come se non bastasse, la legge chiede che in ognuna delle regioni comprese nella circoscrizione sia raccolto almeno un decimo delle firme, altrimenti la lista è nulla, il che richiede l'impresa quasi impossibile di trovare almeno 3mila sottoscrittori in Valle d'Aosta, Molise e Basilicata. Com'è noto, però, varie forze politiche sono esenti per legge quest'onere: vale, in particolare, per i partiti costituiti in gruppo parlamentare anche in una sola delle Camere (cioè Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati, Pd, Alleanza Verdi e Sinistra, M5S, Italia viva e Azione, nonché gli autonomisti) o che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature "con proprio contrassegno" e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere (cioè certamente +Europa, Maie, Svp-Patt, Union Valdôtaine e Centro democratico, ma probabilmente anche Campobase). In teoria l'elenco fatto sin qui dovrebbe coprire tutto l'elenco delle forze esenti, considerando che vi risultano incluse tutte le forze che hanno eletto europarlamentari nel 2019 e tutte le quattro liste della coalizione di centrodestra del 2022 (ci si sente di escludere che contino come singoli "partiti esentanti" Udc, Italia al centro e Coraggio Italia, visto che non hanno presentato una propria lista, ma la candidatura era di Noi moderati); resterebbe il caso di Impegno civico, quarta lista del centrosinistra, effettivamente collegata ai candidati di coalizione eletti, ma si dubita che si voglia consentire lo sdoppiamento di quel contrassegno elettorale (e non si è certi che qualcuno voglia riproporre Impegno civico, anche solo come "pulce").</div><div style="text-align: justify;">Com'è noto, però, nel 2014 <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/in-europa-senza-firme-quali-partiti-e.html" target="_blank">l'Ufficio elettorale per il Parlamento europeo, riammettendo i Verdi Europei</a>, ha <b>aperto la via della candidatura senza firme alle liste espressione di forze politiche che aderiscano a un partito politico europeo che alle ultime elezioni europee abbia ottenuto eletti</b>. In origine si era in concreto ammessa l'esenzione a una lista legata a un partito italiano che fosse membro regolare di un partito europeo rappresentato a Strasburgo (con tanto di quote pagate e di dichiarazione del legale rappresentante del partito europeo) e con un contrassegno di lista contenente tanto le insegne del partito europeo quanto quelle del partito italiano membro: <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/03/verso-le-europee-ecco-cosa-dicono-sui.html" target="_blank">il Viminale aveva tradotto queste circostanze in condizioni per l'ammissione di questo "esonero mediato"</a>, ma di fatto <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/04/alle-europee-senza-firme-se-la-breccia.html" target="_blank">nel 2019 gli uffici elettorali circoscrizionali hanno praticato un'interpretazione molto generosa di quei criteri</a>, accettando le liste senza firme anche quando sono state presentate da soggetti politici transnazionali che non erano partiti politici europei iscritti al rispettivo registro o da partiti di altri Paesi europei che hanno eletto un eurodeputato (e confermando che un partito politico europeo può esentare più liste, se presentate da diverse forze politiche a questo affiliate). Quei tentativi - quasi tutti riusciti - di evitare la "caccia alle firme" hanno certamente complicato i rispettivi contrassegni elettorali a causa dell'inserimento delle miniature (le "pulci") dei partiti esoneranti, visto che dell'esenzione riconosciuta a questi ultimi beneficiano anche le liste con "contrassegno composito" in cui si riconosca appunto il partito esonerato. <b>Non è però escluso che qualcuno in Parlamento voglia porre un po' di ordine al fenomeno delle esenzioni, regolando in modo più puntuale l'esonero legato ai partiti europei e magari riducendone l'applicazione</b> (per evitare la frammentazione dell'offerta elettorale e, magari, la possibile presenza di "liste di disturbo"): anche in questo caso, si potrebbe sfruttare la conversione del decreto presentando un emendamento.</div><div style="text-align: justify;">Le prossime settimane, dunque, saranno decisive per avere un quadro normativo più netto, in preparazione alla scorpacciata elettorale di primavera.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-6267137242166132472024-01-21T19:53:00.007+01:002024-01-22T15:59:43.926+01:00Le Democrazie cristiane, tra ricorsi in Sardegna e citazioni in Campania<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><b>AGGIORNAMENTO del 22 gennaio, ore 14:45:</b> Il Tar di Cagliari ha <b>accolto il ricorso della Democrazia cristiana che ha come segretario Totò Cuffaro, che dunque potrà presentare regolarmente le proprie liste con il suo simbolo origin</b><b>ario</b>. </div><div style="text-align: justify;">Dalla sentenza si apprende innanzitutto che la Dc-Cuffaro, di fronte alla ricusazione del contrassegno da parte dell'Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Cagliari, il 19 gennaio aveva comunque depositato un contrassegno alternativo (per ora non noto), ma non voleva comunque "effettuare [...] alcuna acquiescenza al provvedimento impugnato" dell'Ucr, chiedendo appunto la riammissione del primo contrassegno (quello ufficiale del partito, con il drappo crociato su fondo blu) e, in caso di necessità, la concessione di misure cautelari urgenti (incluso il rinvio delle elezioni), anche se a quest'ultimo punto ha rinunciato. Questa mattina la difesa della Dc-Cuffaro ha precisato che il secondo simbolo è stato presentato "a titolo puramente cautelativo [...] con l’intento, dunque, di rinunciare al secondo simbolo in caso di riammissione del simbolo originario"; l'avvocatura dello Stato contestava che in quel modo la Dc avrebbe avuto due simboli a disposizione e questo non sarebbe stato accettabile (non essendo prevista la rinuncia del simbolo sostitutivo), ma per i giudici ha valore la precisazione, nel deposito del simbolo sostitutivo, che si trattava di presentazione solo cautelativa (senza accettare l'esclusione del primo emblema) e il fatto che l'ordinamento non preveda espressamente l'impossibilità di rinunciare al secondo simbolo in caso di riammissione del primo (e, in ogni caso, l'Ufficio centrale regionale non avrebbe dovuto ammettere il simbolo sostitutivo a quelle condizioni, cioè con la prospettazione del ricorso).</div><div><div>Nel merito, il collegio ha richiamato il criterio della diligenza/preparazione "dell'elettore medio", dunque che si debba presupporre che chi vota eserciti "un'attenzione e una capacità non inferiori alla norma di confronto tra i diversi simboli, tali da consentire all'elettore di coglierne le differenze a meno di similitudini vertenti su elementi plurimi e davvero significativi" (a tale proposito si è richiamata la <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2015/05/toscana-leghe-che-saltano-e-tornano.html" target="_blank">sentenza n. 2487/2015 del Consiglio di Stato, sez. V, che aveva confermato l'ammissibilità della lista Lega Toscana - Più Toscana</a> alle regionali del 2015), escludendo rischi di confondibilità in caso di "elementi di differenziazione [...] prevalenti sugli elementi che accomunavano i due contrassegni" e considerando anche che la diligenza dell'elettore medio contemporaneo è (o dovrebbe considerarsi...) assai maggiore rispetto al passato, visto il "più elevato livello di maturità e di conoscenze acquisite dall'elettorato" (così, per esempio, Tar Venezia, sez. I, sent. n. 6464/2002, che aveva confermato l'ammissibilità della Liga Veneta Repubblica alle comunali di Cittadella).</div><div>Così tratteggiato l'elettore "mediamente diligente", per <b>i giudici questi non può confondere il simbolo della Dc-Cuffaro con quello dell'Udc</b>: "i due simboli - si legge - hanno in comune il solo elemento cromatico centrale bianco e rosso, ma si differenziano su tutti i restanti elementi", con lo scudo crociato con scritta "Libertas" per l'Udc e la bandiera/drappo senza scritta (e con sviluppo orizzontale, non verticale) per la Dc-Cuffaro; anche i colori dello sfondo (blu scuro per la Dc, azzurro per l'Udc) e le scritte sono diversi, quindi "escludere il simbolo della ricorrente per la comunanza cromatica di un solo elemento non è conforme al sopra descritto criterio interpretativo, costantemente adottato nella prassi giurisprudenziale". Non si considera dunque prevalente la "forte valenza simbolica" o - parametro usato in passato - la "rilevante valenza identificativa" della croce rossa in campo bianco: le differenze contano di più (cosa che non si sarebbe potuta dire in presenza di due scudi).</div><div><div><div>Per i magistrati, poi, ha molto peso in questo senso - come si è segnalato ieri - che il contrassegno prima bocciato in Sardegna sia stato già ammesso in varie altre competizioni (elezioni politiche 2022, regionali siciliane 2022, elezioni amministrative 2022 e 2023): questo basta per dire che si discute "non già di un simbolo completamente nuovo, per il quale il rischio di confusione è potenzialmente maggiore, bensì di un simbolo già ammesso a precedenti competizioni elettorali, nonché già rappresentato in seno ai relativi organi politici" (non si fa nessun riferimento alla posizione della presentatrice del simbolo, Francesca Donato, che non risulta essere stata eletta con la Dc-Cuffaro, dunque l'argomento - poco probante di per sé - non è stato sottoposto a verifica). Nulla conta, da ultimo, che il simbolo della Dc-Cuffaro somigli a "simboli di altri partiti, diversi dall’Udc (alcuni dei quali avevano anche diffidato l’odierna ricorrente dall’utilizzo del simbolo in discussione)" (il riferimento è probabilmente alla Dc-Rotondi e alla Dc-Cirillo). lo stesso Ufficio centrale regionale non si è minimamente basato su questo argomento nell'escludere il simbolo.</div><div>Effetto immediato di questa sentenza (che peraltro ha compensato le spese processuali) <b>è l'ammissibilità delle liste della Dc-Cuffaro</b>, considerando che la decisione è arrivata con anticipo sufficiente sul termine delle ore 20 per il deposito delle liste presso gli uffici circoscrizionali: si ricorda che la Dc non deve raccogliere le firme grazie all'adesione tecnica di Domenico Gallus, quindi le liste volendo si potranno presentare senza problemi (senza bisogno di misure di rinvio).</div><div>Lo stesso collegio giudicante ha invece respinto il ricorso della Democrazia cristiana che si riconosce nella segreteria di <b>Antonio Cirillo</b>. Senza valutare ragioni di rito, i giudici hanno ritenuto molto somiglianti i simboli della Dc-Cirillo (la versione inserita nel contrassegno composito con Alleanza Sardegna e Pli) e dell'Udc: in entrambi c'è lo scudo crociato con la scritta "Libertas", elemento dominante rispetto alla scritta "Democrazia cristiana" o ad altri particolari, quindi c'è "una chiara predominanza, qualitativa e quantitativa, degli elementi di somiglianza tra i due simboli rispetto agli elementi che li differenziano, con evidente rischio di confusione per l'elettore medio". Il fatto che il simbolo della Dc-Cirillo sia stato inserito "in miniatura" nel contrassegno composito per i giudici ha peggiorato la situazione, perché ha reso il nome "Democrazia cristiana" ancor meno leggibile, rispetto allo scudo. Se questo è vero, è inutile chiedersi se è stato rispettato il contraddittorio con il depositante dei due contrassegni quasi uguali nel procedimento elettorale preparatorio. </div><div><br /></div><div style="text-align: center;">* * * </div></div></div></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVLqeuyTouHJi7yGqoLXRqWhQKgPt1KaRFa8b-2w95oP4iKXc0rhIU04LbRjzlL2msk8F9Rt05xpgIh7QqZnLe-N_UbfFZlUOqHvlKJIevPcCjJuXSzdoLt-S17KEVXUwu-OddNJ58P5nXIKh7Z5hzvqt0OX2KomWY0SLAFGajOLc61AIR2WAoHp_H-wne/s500/Sardegna%20-%20scudi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVLqeuyTouHJi7yGqoLXRqWhQKgPt1KaRFa8b-2w95oP4iKXc0rhIU04LbRjzlL2msk8F9Rt05xpgIh7QqZnLe-N_UbfFZlUOqHvlKJIevPcCjJuXSzdoLt-S17KEVXUwu-OddNJ58P5nXIKh7Z5hzvqt0OX2KomWY0SLAFGajOLc61AIR2WAoHp_H-wne/s320/Sardegna%20-%20scudi.jpg" width="320" /></a></div>Domani sera scadranno i termini per la <b>presentazione delle liste per le elezioni regionali in Sardegna</b>, previste per il 25 febbraio (le candidature alla presidenza della giunta, invece, dovranno essere presentate entro il 25 gennaio). Sempre domani, peraltro, è previsto che il Tar di Cagliari si riunisca per pronunciarsi sui ricorsi presentati contro l'esclusione dei contrassegni dalla competizione elettorale. Nel momento in cui si scrive <b>i ricorsi risultano essere due, entrambi presentati da formazioni politiche denominate "Democrazia cristiana"</b>: occorre quindi attenzione per ricostruire correttamente il quadro e capire esattamente quali simboli sono stati esclusi dall'Ufficio centrale regionale e chi sta tentando di farsi riammettere alla competizione (anche prospettando un rinvio della data del voto per poter compiere tutti gli adempimenti legati alla presentazione delle candidature).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg68mDvAs3F_KFzWNnbh1JCkDdezshw1USF84UXm_ezPRjTy9kj5kUmbGbg9CDCRj2Hy0iNs24cyB43jmam1ETwMKFn3rskAro_P75-KH7G655UQaclY5Y2sphEIroefqjiMtkOQtituW9-VYsAgafYd98HEbGMrWQdzQoCRn7vJqp7xSgCvE1yDvmXOpsQ/s1182/Dc%20Cuffaro.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1182" data-original-width="1182" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg68mDvAs3F_KFzWNnbh1JCkDdezshw1USF84UXm_ezPRjTy9kj5kUmbGbg9CDCRj2Hy0iNs24cyB43jmam1ETwMKFn3rskAro_P75-KH7G655UQaclY5Y2sphEIroefqjiMtkOQtituW9-VYsAgafYd98HEbGMrWQdzQoCRn7vJqp7xSgCvE1yDvmXOpsQ/w200-h200/Dc%20Cuffaro.jpg" width="200" /></a></div>Il primo ricorso è quello presentato dalla <b>Democrazia cristiana</b> che si riconosce nella segreteria di <b>Salvatore "Totò" Cuffaro</b> e che il 14 gennaio aveva depositato il proprio contrassegno al posto n. 6 in Corte d'appello a Cagliari. L'Ufficio centrale regionale, però, il 17 gennaio ha escluso quel simbolo e quello della Democrazia cristiana con Rotondi (n. d'ordine 28), ritenendo che questi contengano innanzitutto "elementi letterali, grafici e cromatici palesemente idonei a generare confusione nell'elettore medio", per la presenza in entrambi della dicitura "Democrazia cristiana" su sfondo blu e di una croce rossa in campo bianco: in questo senso, per i membri del collegio non ha importanza che una croce "sia inserita in uno scudo e l'altra in un drappo, attesa la forte valenza simbolica della croce in sé". </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwhyphenhyphenkHryGwtIp27Zy_EN0FIcW0rskwFAQciPhi87WQ31emM73vYnoANB01_-NgNs5mw3TfZiqymkQ0Y2rbLRD9TuejEPwCYyoZat1ga_ZSSC_GZZXse74z_MtnP7WOOJNVvtth7Ohqk73Skl9ozfVp3vhXrXmzvo2xHqt1ML-Or1dJk6H_Fnm-JCo_wmq5/s1023/Unione%20di%20centro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1021" data-original-width="1023" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwhyphenhyphenkHryGwtIp27Zy_EN0FIcW0rskwFAQciPhi87WQ31emM73vYnoANB01_-NgNs5mw3TfZiqymkQ0Y2rbLRD9TuejEPwCYyoZat1ga_ZSSC_GZZXse74z_MtnP7WOOJNVvtth7Ohqk73Skl9ozfVp3vhXrXmzvo2xHqt1ML-Or1dJk6H_Fnm-JCo_wmq5/w200-h199/Unione%20di%20centro.jpg" width="200" /></a></div>Sempre l'Ufficio centrale regionale ha rilevato la confondibilità di entrambi gli emblemi "per simboli, dati cromatici e diciture con elementi caratteristici del simbolo usato tradizionalmente" dall'<b>Unione democratici cristiani e democratici di centro - Udc</b>, presente tanto in Parlamento quanto in Consiglio regionale e tra i depositanti dei contrassegni anche per le nuove elezioni regionali. In quest'occasione, tra l'altro, l'Udc ha scelto di depositare un simbolo in cui lo scudo crociato è più grande rispetto a quello degli anni precedenti (un po' come avvenuto lo scorso anno) e, soprattutto, nel segmento superiore rosso ha scelto di inserire la propria sigla, creando di fatto un ulteriore punto di somiglianza nel contrassegno della Dc-Cuffaro (che nella parte superiore ha dal 2021-22 l'acronimo Dc). </div><div style="text-align: justify;">L'esclusione dei simboli della Dc-Cuffaro e della Dc-Rotondi, dunque, è avvenuta sulla base dell'art. 8, comma 7 della legge regionale n. 7/1979, in base al quale "Non è ammessa [...] la presentazione da parte di altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento e nel Consiglio regionale possono trarre in errore l'elettore": si tratta, com'è facile verificare, di una disposizione quasi identica all'art. 14, comma 6 del d.P.R. n. 361/1957 (testo unico per l'elezione della Camera dei deputati), cui si aggiunge solo la presenza in Consiglio regionale - oltre che nelle assemblee parlamentari - come fonte di protezione più intensa per un contrassegno, anche ove questo non fosse depositato nella singola competizione elettorale. Mentre tuttavia <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/01/dc-rotondi-balena-bianca-al-posto-dello.html" target="_blank">la Democrazia cristiana con Rotondi ha scelto di depositare un emblema sostitutivo (con la sigla al posto del nome intero e con il disegno della balena bianca su fondo non più blu, ma bianco)</a>, la Dc guidata da Cuffaro ha scelto di opporsi alla decisione dell'Ufficio centrale elettorale. </div><div style="text-align: justify;">Gli avvocati della Dc-Cuffaro, in particolare, nel ricorso contestano radicalmente che il simbolo del partito sia confondibile con quello dell'Udc, sostenendo che per rendersene conto basterebbe "analizzarli sinotticamente con serenità". La sigla "Dc" sarebbe diversa da "Udc"; il drappo rettangolare (crociato) senza scritte sarebbe diverso dallo scudo crociato con l'iscrizione "Libertas"; il "blu oltremare" della Dc sarebbe diverso dal fondo azzurro dell'Udc (peraltro sormontato dalla "mezzaluna rossa in testa". L'atto che ha escluso il contrassegno della Dc-Cuffaro, per la difesa del partito, sarebbe "manifestamente ozioso, puntiglioso quanto inutilmente cavilloso, soffermandosi e magnificando elementi di confondibilità che in un quadro di insieme non sussistono, non si reggono e si sfaldano nella loro inconsistenza": si sarebbe invece dovuto seguire quanto stabilito nel 2020 dal Consiglio di Stato, che aveva ribadito la necessità di un giudizio "non incentrato esclusivamente sulla 'quantità' dei segni grafici somiglianti, ma anche e soprattutto sulla 'confondibilità' e sulla capacità di trarre in errore l’elettore medio alla luce di un giudizio qualitativo e contestualizzato", dovendosi sanzionare con l'esclusione l'esistenza di "una oggettiva e non minimale capacità decettiva" (così la sentenza della sez. III, n. 5404/2020, che peraltro <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/09/toscana-il-no-del-consiglio-di-stato.html" target="_blank">aveva escluso la lista Patto per la Toscana - Roberto Salvini presidente dalle regionali di quell'anno</a>).</div><div style="text-align: justify;">Per la difesa della Dc-Cuffaro sarebbero prova dell'errore di valutazione compiuto dall'Ufficio centrale regionale l'ammissione del contrassegno "senza contestazione alcuna" alle elezioni politiche del 2022 e, nello stesso anno, alle ultime elezioni amministrative a Palermo (tra l'altro nella stessa coalizione dell'Udc) e alle regionali siciliane (con l'ammissione di Dc-Cuffaro e Udc senza contestazioni). Gli avvocati ribadiscono anche le osservazioni proposte all'Ucr dalla depositante del contrassegno della Dc, l'europarlamentare <b>Francesca Donato</b>: questa, eletta nelle liste della Lega nel 2019 e uscita dal gruppo Identità e democrazia nel 2021, a gennaio del 2023 ha scelto di rappresentare la Dc (allora guidata da Renato Grassi, poi da Cuffaro). Per i magistrati dell'Ufficio centrale regionale, però, l'elezione di Donato con un diverso partito non consentirebbe di sostenere che la Dc ha eletto un proprio rappresentante al Parlamento europeo, dunque non attribuirebbe un titolo di protezione del simbolo; per la difesa della Dc-Cuffaro, invece, è "totalmente irrilevante il fatto che il Partito ricorrente abbia o meno partecipato alle consultazioni elettorali europee" (elezioni cui non ha partecipato essendo stato bocciato il contrassegno nel 2019) e nessun organo potrebbe "alterare i connotati intrinseci e la ragione sociale" della Dc. In più, per gli avvocati il divieto per "altri partiti o gruppi politici" di usare simboli impiegati da "partiti presenti in Parlamento e nel Consiglio regionale" non varrebbe per "i partiti già nati e strutturati" ma solo per quelli "che si presentano <i>ex novo</i> in una competizione elettorale", dunque non per la Dc. </div><div style="text-align: justify;">Nell'ultima parte del ricorso la difesa della Dc-Cuffaro insiste nell'affermare che quella formazione sarebbe stata "pacificamente riconosciuta quale continuatrice ed erede" della Dc storica, invocando a proprio sostegno la sentenza delle sezioni unite civili della Corte di cassazione del 2010. Sul punto, peraltro, occorre ricordare che a quella sentenza la Dc guidata da Fontana, Grassi e Cuffaro non ha partecipato: di quella decisione si dice che avrebbe "riconosciuto la permanenza in vita giuridica del Partito fondato da De Gasperi, mai sciolo o liquidato, ma solo con organi decaduti" (come avrebbe potuto farlo la sentenza di Cassazione, che si limita a dichiarare inammissibili sul piano formale quasi tutti i ricorsi, è davvero difficile da capire; anche la sentenza della Corte d'appello del 2009, peraltro, riconosce solo l'irregolarità del passaggio da Dc a Ppi, ma non lo dichiara nullo, anche perché il Ppi non era parte necessaria del giudizio). Il ricorso cita pure la "sentenza Scerrato" del Tribunale di Roma (n. 17831/2015), che invitava al rispetto dello statuto della Dc: proprio su quella base il giudice aveva demolito gli atti del XIX congresso del 2012, in preparazione al quale era stato compilato l'elenco degli iscritti (rinnovati) alla Dc che è stato usato nel 2016 per il processo di riattivazione che ha portato alla segreteria Cuffaro...</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;">* * *</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjupH8UyMOXJ1LBTVp-xdZsVCg-bos9-H3scPCscpnN0ZaRdV15QrfaUMrgMWKhUnFmRXBPwtPMebS_Jt4ZD8dLxx5oJ1qX-G-l5H34uXczwizPFmeAs8YRYhUDGCDzXesSXAQmqlzMHHY4ozhELjQEvf8mlKaGcVTbOPLNY2YCIwswd9T320EopSAYCFON/s800/Democrazia%20cristiana%20(Cirillo).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjupH8UyMOXJ1LBTVp-xdZsVCg-bos9-H3scPCscpnN0ZaRdV15QrfaUMrgMWKhUnFmRXBPwtPMebS_Jt4ZD8dLxx5oJ1qX-G-l5H34uXczwizPFmeAs8YRYhUDGCDzXesSXAQmqlzMHHY4ozhELjQEvf8mlKaGcVTbOPLNY2YCIwswd9T320EopSAYCFON/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20(Cirillo).jpg" width="200" /></a></div>Il secondo ricorso al Tar di Cagliari è stato invece presentato sabato 20 gennaio dalla Democrazia cristiana che ha sede non in piazza del Gesù (senza numero civico) come la Dc-Cuffaro, ma in via delle Giunchiglie 8: si tratta della Dc che dopo il XIX congresso del 18 febbraio 2023 ha come segretario amministrativo (e legale rappresentante, nonché già depositante del contrassegno al Viminale prima delle elezioni politiche del 2022) <b>Sabatino Esposito</b> e come segretario politico <b>Antonio Cirillo</b> (SPSSTN54B24H834U), sulla base di un diverso percorso giuridico che parte sempre dalla sentenza della cassazione a sezioni unite del 2010 ma si è articolato in modo diverso e con passaggi differenti, pur nel dichiarato rispetto dello statuto del partito. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTCDKguEBqNLbfH3lBui_U-hvF_Z39Sy_xtelUUtfaDp4YnJb7Qgx54KFTmttlsLLL3mGhYTRxsnqpCBDL6nhGqNFev3i42x7Plg9NlcCPsd-3qkcNvhyphenhypheno2h4OHSExSz589Bz7kB6Inu7vnftQ8bkpYCah9IBXt8ctbWwlW2IsqlG9pbRkoSe6oAyrpOVp/s504/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano%20-%20Democrazia%20cristiana.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="504" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTCDKguEBqNLbfH3lBui_U-hvF_Z39Sy_xtelUUtfaDp4YnJb7Qgx54KFTmttlsLLL3mGhYTRxsnqpCBDL6nhGqNFev3i42x7Plg9NlcCPsd-3qkcNvhyphenhypheno2h4OHSExSz589Bz7kB6Inu7vnftQ8bkpYCah9IBXt8ctbWwlW2IsqlG9pbRkoSe6oAyrpOVp/w200-h200/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano%20-%20Democrazia%20cristiana.jpg" width="200" /></a></div>In particolare, oggetto di ricusazione non sarebbe stato un contrassegno riproducente solo il simbolo di questa Dc, ma un emblema composito, depositato il 15 gennaio con il n. 34, che all'interno del simbolo di <b>Alleanza Sardegna</b> (formazione guidata da Gerolamo Solina) ospita le miniature dei simboli del Partito liberale italiano (guidato a livello nazionale da Roberto Sorcinelli) e della Dc-Cirillo. Curiosamente, peraltro, in questo caso lo scudo crociato è sempre proposto nella versione "arcuata", ma la grafica in questo caso è leggermente diversa, essendo stato scelto lo scudo normalmente impiegato dalla Democrazia cristiana guidata da Angelo Sandri (il quale, salvo errori, non dovrebbe essere parte di questo tentativo: è probabile che la scelta grafica si spieghi solo con l'idea di rendere più leggibile lo scudo e la scritta "Libertas").</div></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGxsulbhDEqITnZI8kmIrBLXR6SF0PFLiCPRLz5x17RvxzvHf7yzAKQ5_NZJRPffgZhRLp5lhFJNB14g_n0aH7rcvJhhji-tEzEh0QAy_w3pX_5ls9XaaXhHHJzSc87NH6H2xE02DNXVpJ4a9JVuiQGAEO6fLuYQSPLqQQlXFI1E7I9eY0odWMWR-6a4bf/s1145/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1145" data-original-width="1145" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGxsulbhDEqITnZI8kmIrBLXR6SF0PFLiCPRLz5x17RvxzvHf7yzAKQ5_NZJRPffgZhRLp5lhFJNB14g_n0aH7rcvJhhji-tEzEh0QAy_w3pX_5ls9XaaXhHHJzSc87NH6H2xE02DNXVpJ4a9JVuiQGAEO6fLuYQSPLqQQlXFI1E7I9eY0odWMWR-6a4bf/w200-h200/alleanza%20sardegna%20-%20Partito%20liberale%20italiano.jpg" width="200" /></a></div>Le ragioni alla base della ricusazione sarebbero due. La seconda è, anche qui, la presenza dello scudo crociato confondibile con il simbolo dell'Udc, ma in prima battuta l'Ufficio centrale regionale ha rilevato che il contrassegno in questione era "pressoché identico al contrassegno n. 21, fatta salva una variazione grafico-cromatica marginalmente differente e, in quanto tale, idonea a generare confusione nell'elettore medio". Il simbolo elettorale depositato con il n. 21, in effetti, è una "bicicletta" che comprende i simboli di Alleanza Sardegna e del Pli, la cui alleanza - a sostegno della candidatura di Paolo Truzzu nel centrodestra - era stata annunciata pochi giorni prima. </div><div style="text-align: justify;">L'avvocato della Dc-Cirillo ha innanzitutto provveduto a ribattere a questa contestazione: ha sostenuto in particolare che il contrassegno n. 21 (As-Pli) sarebbe stato "presentato a titolo puramente cautelativo" da Gerolamo Solina "in vista della definizione degli accordi elettorali con la Democrazia Cristiana, che hanno poi portato alla successiva presentazione del contrassegno [...] raffigurante al suo interno anche il simbolo su fondo bianco dello scudo crociato", da parte dello stesso Solina (delegato all'uso dei simboli di Pli e Dc-Cirillo): per la difesa democristiana, insomma, l'Ufficio centrale regionale avrebbe dovuto interloquire con Solina che avrebbe negato ogni rischio di confusione tra i due contrassegni (tanto più che - anche ove fossero stati ammessi entrambi - in sede di presentazione delle liste ne sarebbe stato scelto solo uno dei due, in particolare quello con tre simboli, in base all'ultimo accordo raggiunto), mentre questo contraddittorio sarebbe mancato (e, sempre stando al ricorso, non sarebbe stata nemmeno indicata espressamente la possibilità di sostituire il contrassegno: Solina avrebbe tentato di chiederlo, ma il "ricorso" sarebbe stato dichiarato irricevibile).</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ5ipWZPP3r2Pe8GhRhANKvj5GTG7bl_LQRBWj8IPFg0BKlcW5EVO73u_YwRn7yDlGyowngU9fHnyRj7n1iOORJqC1czHCCf7renbM1Cy99Gw8rhrEsXdObY019DibTbO-oUcsbAkVVFs28BX6PG1-1RoXAXwi0pp3QV_NV1rtKeUdcvR5sc-dPXAJOfgu/s1024/Milanofacsimileprovinciali2009.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="553" data-original-width="1024" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ5ipWZPP3r2Pe8GhRhANKvj5GTG7bl_LQRBWj8IPFg0BKlcW5EVO73u_YwRn7yDlGyowngU9fHnyRj7n1iOORJqC1czHCCf7renbM1Cy99Gw8rhrEsXdObY019DibTbO-oUcsbAkVVFs28BX6PG1-1RoXAXwi0pp3QV_NV1rtKeUdcvR5sc-dPXAJOfgu/s320/Milanofacsimileprovinciali2009.jpg" width="320" /></a></div>Quanto alla contestata confondibilità con il simbolo dell'Udc, la difesa della Dc-Cirillo richiama la sentenza n. 6391/2010 della V sezione del Consiglio di Stato, con cui era stato respinto il ricorso dell'Udc contro la riammissione del simbolo della Dc-Pizza alle elezioni provinciali di Milano nel 2009 (tra l'altro con il sorteggio che si era divertito a collocare il simbolo dell'Udc, con proprio candidato presidente, subito sotto a quello della Dc-Pizza, che sosteneva nel centrodestra Guido Podestà). In quell'occasione i giudici di Palazzo Spada avevano rilevato "svariati elementi di difformità" tra i simboli delle due formazioni (la divisione del contrassegno dell'Udc in due parti ben distinte, con la scritta "Casini" ben marcata in alto e al di sotto uno scudo crociato più piccolo rispetto a quello della Dc-Pizza e sovrapposto alle vele di De e Ccd, oltre che abbinato al nome "Unione di centro", mentre la Dc-Pizza aveva solo lo scudo crociato grande su fondo blu e il nome): senza entrare nel merito dell'uso legittimo dello scudo crociato e dell'eventuale continuità tra Dc storica e Dc-Pizza, per il Consiglio di Stato non c'era facile confondibilità vista la presenza di "elementi comportanti diverso impatto visivo, come la diversità dei colori prevalenti, e sostanziale diversità data" dalla presenza del riferimento evidente a Casini. </div><div style="text-align: justify;">Per la difesa della Dc-Cirillo, se si applica il parametro usato nel 2010 al caso in esame, si ritrova di nuovo la presenza di "elementi comportanti diverso impatto visivo", cioè i colori (azzurro con mezzaluna rossa per l'Udc, bianco per la Dc) e le scritte del tutto diverse. In particolare, il simbolo della Dc sarebbe "individuabile in modo immediato per l'indicazione della scritta 'Democrazia cristiana' nello scudo crociato", mentre l'Udc userebbe una sigla e un nome differente, in più sono "diverse e distinguibili le dimensioni grafiche dello scudo crociato" (così come le forme: unico punto di identità sarebbe la presenza della scritta "Libertas"). Basterebbe tutto questo a dire che "i tratti differenziali dei due simboli sono ragionevolmente maggiori di quelli che li accomunano", mentre "la visione complessiva esclude il paventato rischio di confusione". Nessun riferimento qui alla pretesa legittimità del percorso di riattivazione della Dc e alla titolarità del suo simbolo storico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;">* * *</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con riguardo all'impugnazione decisa dalla Dc-Cirillo, va detto che il ricorso presentato il 20 gennaio sembra essere tardivo rispetto alla ricusazione comunicata il 17 gennaio (il termine è di 48 ore); probabilmente il ricorrente spera di essere comunque in tempo visto che il ricorso con cui Solina - quale delegato all'uso del simbolo della Dc nel contrassegno composito depositato per secondo - aveva reagito in prima battuta all'esclusione del fregio è stato dichiarato irricevibile il 19 gennaio, ma non è detto che questo basti. Naturalmente non è affatto in discussione la partecipazione alle elezioni della lista Alleanza Sardegna - Pli, il cui contrassegno è stato regolarmente ammesso e la cui presentazione senza firme è garantita dal sostegno tecnico dei consiglieri Francesco Paolo Mula (AS) e Giovanni Satta (Pli).</div><div style="text-align: justify;">Quanto al ricorso della Dc-Cuffaro, questo merita più attenzione, se non altro perché oggettivamente c'è un precedente di peso, ossia l'ammissione incontestata del contrassegno alle elezioni politiche del 2022 (anche se, va detto, in quell'occasione l'Udc era stata inserita nel cartello Noi moderati e lo scudo crociato era quasi invisibile, ma era pur sempre presente in Parlamento con alcuni eletti nei collegi uninominali per il centrodestra); ciò potrebbe però non essere sufficiente al Tar per ribaltare la decisione dell'Ufficio centrale regionale.</div><div style="text-align: justify;">Vale la pena precisare che <b>alla fine del 2023 la Dc guidata da Totò Cuffaro ha fatto causa alla Democrazia cristiana con Rotondi</b> (e allo stesso Rotondi)<b>, a Nino Luciani, ad Antonio Cirillo, ad Angelo Sandri, a Emilio Cugliari e a Raffaele Cerenza e Franco De Simoni</b>, chiedendo che siano convocati davanti al tribunale di Avellino (città in cui la Dc-Rotondi ha sede e in cui Rotondi risiede) per sentir accertare dal giudice che la Democrazia cristiana guidata da Cuffaro è "in continuità giuridica soggettiva con il Partito della Democrazia cristiana fondato nell'anno 1943", dunque ha diritto all'uso esclusivo del nome del partito e che tutti gli altri soggetti devono smettere di impiegarlo (dovendo anche pagare i danni legati a usi illegittimi). </div><div style="text-align: justify;">Nell'atto di citazione si legge che Luciani, Cirillo, Sandri, Cugliari, De Simoni e Cerenza si proclamano "tutti segretari della Democrazia cristiana, in forza di dichiarazioni unilaterali di investitura o invocando l'esito di votazioni di fantomatici congressi della Dc, neppure astrattamente riferibili alla vita associativa della Democrazia cristiana", usurpando il nome, il simbolo e l'identità del partito; quanto a Rotondi, si dice che si afferma titolare del diritto a usare il nome "Democrazia cristiana" sulla base di un atto compiuto dai "pretesi legali rappresentanti di un partito (neppure è chiaro con esattezza quale), in tesi titolare del nome" (si dice che il Ppi ne sarebbe titolare sulla scorta degli accordi di Cannes giudicati nulli dalle sezioni unite civili della Corte di cassazione, eppure non c'è nessuna dichiarazione di invalidità esplicita di quegli atti, ma solo un'osservazione <i>obiter dictum</i> in altro processo) e si nota che grazie alla visibilità dovuta all'appartenenza al gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia - indicato come "reale soggetto [...] che si cela dietro il tentativo di impedire che la Democrazia cristiana ritorni centrale nel dibattito politico" - Rotondi sarebbe responsabile dei maggiori danni patiti dalla Dc.</div><div style="text-align: justify;">L'atto introduttivo del giudizio fonda la tesi della continuità tra Dc storica e Dc-Cuffaro su vari elementi: a) sul mancato passaggio congressuale nel cambio di nome da Dc a Ppi (il che "corrispondeva, nella sostanza, alla nascita di un nuovo soggetto politico in discontinuità" con la Dc, rimasta invece "sostanzialmente inattiva negli anni successivi al 1994 per effetto del mancato rinnovo alla scadenza e, quindi, della intervenuta decadenza di tutti gli organi statutari"); b) sulle ben note sentenze del 2009 (Corte d'appello di Roma) e del 2010 (Corte di cassazione a sezioni unite civili), anche se pare che si faccia dire loro ciò che in effetti non dicono (nessuna parte di quelle sentenze ha invalidato il cambio di nome o gli accordi di Cannes, pur essendone stati segnalati i "difetti"); c) sul percorso iniziato nel 2016 a norma dell'art. 20, comma 2 del codice civile (percorso, a detta della citazione, suggerito dalla Cassazione e dal Tribunale di Roma nella citata "sentenza Scerrato", ma ci si permette sommessamente di non condividere queste affermazioni) e sugli atti che ne sono seguiti - ovviamente non considerando valide le contestazioni al XIX congresso del 2018 mosse da Luciani e altri - ma anche sui risultati elettorali ottenuti soprattutto in Sicilia nel 2022 e in vari luoghi nel 2023 (come prova della "rilevanza dell'attività associativa e politica" della Dc, dunque della sua esistenza concreta).</div><div style="text-align: justify;">Ci sarà tempo per conoscere gli esiti di quest'azione legale (che segue <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/08/cuffaro-cesa-rotondi-e-altri-ancora-sul.html" target="_blank">all'esito non positivo del ricorso contro l'Udc </a>con cui l'anno scorso Cuffaro aveva chiesto al Tribunale di Roma di inibire al partito di Lorenzo Cesa l'uso dello scudo crociato); nel frattempo sarà interessante vedere l'esito del ricorso sardo, anche per le sue ricadute sulla procedura elettorale.</div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-81865209288347167202024-01-21T13:59:00.004+01:002024-01-21T13:59:25.953+01:00Intorno al simbolo di Forza Italia, trent'anni dopo<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHw0VJsQaVbAAapxbok_4xf0Z7b-AuuI9hBUgido35sJkJXuYwjuL79a-wa8gmUMp4_maKpe0hlhggX57ZoHCMnKcXZqVhtXNGQs0RTX-NEokbeHk34HL4Wj7mQUirP426PvsZefRCffEzJT3K5pLK9Y3sYkeMwQqFhWNuz2MB39ND1H5pGrTCjJdwk3HS/s830/Forza%20Italia%20(1994).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="830" data-original-width="830" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHw0VJsQaVbAAapxbok_4xf0Z7b-AuuI9hBUgido35sJkJXuYwjuL79a-wa8gmUMp4_maKpe0hlhggX57ZoHCMnKcXZqVhtXNGQs0RTX-NEokbeHk34HL4Wj7mQUirP426PvsZefRCffEzJT3K5pLK9Y3sYkeMwQqFhWNuz2MB39ND1H5pGrTCjJdwk3HS/w200-h200/Forza%20Italia%20(1994).jpg" width="200" /></a></div>Le date contano, anche quando sembrano di minore importanza (schiacciate da altre più divulgate) o quando sono note a poche persone. <b>Il 21 gennaio 1994</b>, esattamente trent'anni fa, <b>il Ministero dell'interno apprese ufficialmente della nascita del movimento politico denominato </b>"<b>Forza Italia</b>!" (con tanto di punto esclamativo) e costituito con atto notarile tre giorni prima a Roma. Proprio l'atto costitutivo e lo statuto erano stati depositati presso il Viminale, con raccomandata a mano (la lettera accompagnatoria risulta datata 19 gennaio), dal legale rappresentante ancora fresco di nomina, <b>Mario Valducci</b>. Risultava anche lui tra i fondatori che si erano ritrovati davanti al notaio Francesco Colistra, in via di Santa Maria dell'anima: gli altri erano Antonio Martino, Luigi Caligaris, Antonio Tajani e ovviamente colui che fu designato fin dall'inizio come presidente, <b>Silvio Berlusconi</b>.<br />Il plico fu ricevuto dal direttore centrale dei servizi elettorali allora in carica, il prefetto Rocco Statera, anche se lui stesso si premurò di avvertire l'interessato che "il presente deposito non ha valore alcuno". Questo appunto sembrava riferito soprattutto al primo dei documenti depositati (insieme all'atto costitutivo e allo statuto), vale a dire la descrizione del contrassegno del movimento politico, insomma del suo simbolo, anche se la rappresentazione grafica non era stata allegata. Quel deposito, infatti, non avrebbe potuto sostituire la presentazione ufficiale del contrassegno in vista delle elezioni politiche, che si sarebbero tenute - anche grazie a un decreto-legge, emanato proprio il 19 gennaio per consentire agli ebrei osservanti di votare il lunedì appena terminata la Pasqua ebraica - il 27 e il 28 marzo: sulla base di quelle date e delle previsioni di legge, il deposito dei contrassegni presso il ministero era stato fissato per venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 febbraio, quindi solo la presentazione del simbolo in quei giorni avrebbe avuto valore ai fini del rito elettorale (e, probabilmente, il deposito anticipato non avrebbe nemmeno costituito un valido titolo di priorità, se qualcun altro avesse presentato un emblema simile per primo nei giorni stabiliti).</div><div style="text-align: justify;">La descrizione merita comunque l'interesse di chi vi si imbatte. Si tratta ovviamente di un simbolo che - comunque la si pensi - ha profondamente modificato la vita politica italiana e ne è stato a lungo protagonista o tra i protagonisti fino a oggi (fatta eccezione per il quinquennio 2008-2013) e anche oltre la morte dello stesso fondatore: il 1° ottobre 2023 il consiglio nazionale del partito ha deliberato la modifica dello statuto inserendo il cognome di Berlusconi nella descrizione ufficiale del simbolo (e la nuova versione dello statuto è stata da poco pubblicata sulla <i>Gazzetta Ufficiale</i>). La descrizione allegata nel 1994, però, è importante anche perché di fatto completava i documenti ufficiali: <b>né l'atto costitutivo né lo statuto di Forza Italia (d</b><span style="text-align: left;"><b>at</b></span><span style="text-align: left;"><b>ati 18 genn</b></span><b>aio 1994), infatti, contenevano alcun accenno al simbolo o al contrassegno elettorale</b> (una prassi diffusa all'epoca, vista anche l'assenza di regole volte a fissare il contenuto minimo degli statuti). Vale dunque la pena conoscere il contenuto di quel documento, riportato di seguito:</div><div style="text-align: justify;"><i><blockquote>Il marchio rappresenta la stilizzazione di una bandiera sventolante divisa diagonalmente in due campi (simili, equivalenti) ribaltati, di colore diverso. Al centro della bandiera, disposto diagonalmente campeggia il logotipo FORZA ITALIA nella versione negativa appunto il loro tipo Forza Italia è retinato con un'ombra nera scatolata a 45° sulla destra di spessore 1/3 dell'asta del logotipo stesso. I due campi non sono contigui, ma separati da due bande bianche di altezze 1/12 del lato minore della bandiera. sul campo superiore del colore Verde (Pantone 355) compare la scritta FORZA. Sul campo inferiore colore Rosso (Pantone 485) compare la scritta ITALIA. il campo inferiore compreso fra la lettera I e la lettera A è contiguo a quello Verde. Il logotipo "FORZA ITALIA" è composto in Helvetica Compressed Extra maiuscolo opportunamente modificato nella inclinazione e nella compressione con i seguenti parametri: inclinazione di 7° a destra (senso orario); condensazione al 96% (scala orizzontale).</blockquote></i></div><div style="text-align: justify;">Questo sito si è già occupato nel 2013 della genesi grafica del marchio (perché come tale è stato pensato, più che come simbolo partitico) di Forza Italia <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2013/11/il-padre-grafico-di-forza-italia.html" target="_blank">intervistando il suo creatore, <b>Cesare Priori</b></a>: si rimanda dunque a quell'articolo ogni considerazione sulla realizzazione del fregio. Si preferisce dare spazio ora a un altro punto di vista, non esattamente interno, ma di una persona che a suo tempo fu consulente del progetto originario di Forza Italia (o almeno di uno di questi), anche se con il tempo il ruolo di "consulente-osservatore non partecipante" si è trasformato - al di là delle intenzioni della persona stessa - n quello di "clandestino a bordo". E proprio <i>Un clandestino a bordo</i> era il titolo (o almeno uno dei titoli) che avrebbe voluto dare al proprio libro sulla gestazione, la nascita e i primi passi di Forza Italia <b>Ezio Cartotto</b>, giornalista, militante nella sinistra di Base della Dc (vicino soprattutto a Giovanni Marcora), dall'inizio degli anni '80 impegnato in varie attività formative con Publitalia su richiesta di Marcello Dell'Utri: Cartotto dal 1992 ha collaborato alla concezione del progetto politico che avrebbe poi preso il nome di Forza Italia. "Dovendo scegliere tra Berlusconi e Occhetto ho scelto Berlusconi" ha sintetizzato nel 2012 Cartotto (intervenendo al "Consiglio nazionale" della Dc - inserito <a href="https://www.spreaker.com/episode/ep-11-le-strade-dopo-la-cassazione--57949474" target="_blank">nell'11° episodio del podcast <i>Scudo (in)crociato</i></a> - convocato il 30 marzo per ricostituire i vertici e che elesse come segretario Gianni Fontana, salvo essere poi dichiarato nullo), per spiegare la decisione di concorrere allo studio e alla nascita di un soggetto politico moderato, aperto a tutte le forze di centro e anche a una parte del Psi, in grado di prevalere - anche grazie al sostegno multiforme di Fininvest, che naturalmente auspicava quello scenario- rispetto alla sinistra in via di progressivo rafforzamento.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXOnaXYulM-uCDwCb8zYAMKIisPSSFUafKP4UE4dvxAV1OoH8HjpE4IdiCykWOVfyPQ_4ZS8Zy5PIOeK-n7D2Ei2pxYD91bXo_8wO6rTplZuvJGMM4mK6xpEGLv_5y5udfj2Xqp76eC5RAb8wjyiqpZGV1MvfXAz0eONbILYKdgrqTEv2_wXC1L8tzvUHA/s472/Cartotto.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="472" data-original-width="322" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXOnaXYulM-uCDwCb8zYAMKIisPSSFUafKP4UE4dvxAV1OoH8HjpE4IdiCykWOVfyPQ_4ZS8Zy5PIOeK-n7D2Ei2pxYD91bXo_8wO6rTplZuvJGMM4mK6xpEGLv_5y5udfj2Xqp76eC5RAb8wjyiqpZGV1MvfXAz0eONbILYKdgrqTEv2_wXC1L8tzvUHA/s320/Cartotto.jpg" width="218" /></a></div>Cartotto - scomparso nel 2021 - pubblicò sì il suo libro, ma solo nel 2008 (benché se ne parlasse dal 1996, quando era in programma l'uscita per i tipi di Tullio Pironti), dall'editore Sapere 2000. Pure il titolo era nel frattempo cambiato, mettendo in evidenza il nome che era stato dato informalmente al piano per far nascere Forza Italia, <i><b>"Oper</b></i><span style="text-align: left;"><i><b>azione Botticelli"</b>. </i>Per l'esattezza, quel nome in codice distingueva il progetto e l'idea di Dell'Utri, con al centro l'impegno politico diretto di varie figure di Publitalia e aperto - secondo il racconto di Cartotto - ad alleanze fin dall'inizio con Lega Nord e Alleanza nazionale, sempre per opporsi alla sinistra post-comunista. Si trattava dunque di un sentiero diverso rispetto a quello perseguito da Cartotto, che </span>già prima delle elezioni del 1994 si trovò estromesso dal progetto forzista. </div><div style="text-align: justify;">Il percorso successivo di Cartotto è stato certamente segnato dal biennio 1992-1994, senza trarre da esso qualche giovamento: non solo nel 1996 - e anche in seguito - non arrivò la candidatura promessa (come più volte Cartotto ha raccontato), ma l'opera prestata in quegli anni ha comportato vari passaggi in tribunale e una notorietà decisamente indesiderata (anche per gli effetti sulla salute) quando - a partire dal 2001, con la pubblicazione del libro di Elio Veltri e Marco Travaglio <i>L'odore dei soldi</i> - i verbali di quelle deposizioni hanno avuto ampia diffusione. </div><div style="text-align: justify;">In questa sede si cita il libro di Cartotto - da tempo esaurito (al di là di alcune copie tuttora nella disponibilità della famiglia, che su richiesta le spedisce), ma quasi di certo ben presente a chi ha concepito e sceneggiato la serie 1992 - perché nelle prime pagine contiene anche qualche riferimento alla genesi del simbolo di Forza Italia: altri aspetti di quelle vicende, considerati anche con grande spazio altrove, qui non rilevano. </div><div style="text-align: justify;">Il primo punto interessante è una sorta di prologo e corrisponde al primo capitolo, intitolato <i>4 aprile 1993: il concepimento</i>:</div><div style="text-align: justify;"></div><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>È una domenica piena di pioggia. La sera, alle diciotto, è buio come se fosse notte. Sembra d’essere ritornati al periodo invernale. Io sono tutto fasciato perché il giorno prima sono riuscito, cadendo dopo aver inciampato sul marciapiede, a farmi male al gomito, al ginocchio e alle mani. Sono in auto e mio figlio sta guidando, mi sta portando alla villa San Martino di Arcore dove devo incontrare Silvio Berlusconi per un colloquio. L'appuntamento fa parte di una serie, iniziato ormai da alcuni mesi, dal settembre precedente, quando alla convention di Publitalia a Montecarlo avevo avuto un incontro a cena con Dell'Utri e Berlusconi, preoccupati della situazione politica in atto. [...] Questi incontri hanno l'obiettivo di verificare l'opportunità e la misura di un intervento da parte di Berlusconi stesso nell'attività sociale e politica italiana. Sembra che questo incontro debba essere particolarmente importante.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Arrivo ad Arcore e, con l'aiuto di mio figlio, riesco a scendere dall'auto. Il maggiordomo m’attende e, a differenza delle volte precedenti, m’accompagna non nel solito salotto, ma nello studio piccolo. Nella stanza c'è una scrivania con una sedia dietro la quale è collocato un mega televisore; dall'altra parte, verso la vetrata che separa lo studio dal giardino, ci sono altri due sedie. Alla parete sono appese alcune fotografie che conosco bene: rappresentano personaggi illustri che hanno abitato la villa in passato, quando erano ancora vivi i marchesi Casati, per esempio c'è Benedetto Croce. Mentre attendo l'arrivo di Berlusconi, ripasso a memoria i passi salienti che, lo so, dovrò sottolineargli per l'ennesima volta.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>S’apre la porta, non quella che proviene dalla sala della musica ma l’altra, quella del corridoio. Silvio Berlusconi entra e, salutandomi, mi dice che era rimasto incerto fino all'ultimo sull'opportunità di farmi venire o meno. Poi però lui aggiunge subito: "Sai - dice - c'è qui una persona. È questo il motivo per cui non sapevo se farti venire o meno, ero indeciso sul fartela incontrare. Alla fine ho deciso che fosse meglio tu venissi, perché io sono esausto. M’avete fatto venire l’esaurimento nervoso. Fedele Confalonieri e Gianni Letta mi dicono che è una pazzia entrare in politica e che mi distruggeranno. Che mi faranno di tutto, andranno a frugare tutte le carte per vedere se trovano qualcosa fuori posto. Loro sono convinti che magistratura, sindacati, partiti di sinistra, tutti mi si metteranno contro e di traverso. Tu, invece, e Marcello (Dell'Utri) mi dite che io sono il bottino di un’eventuale vittoria della sinistra e che, se le cose dovessero andare male… dovessero vincere loro... mi ritirerebbero le concessioni, mi impedirebbero di fare il mio lavoro... e le banche mi toglierebbero i fidi. Credo che da un certo punto di vista Letta e Fedele abbiano ragione, perché so che quelli della sinistra controllano buona parte della magistratura. Voi, invece, avete ragione da un altro punto di vista, perché mi rendo perfettamente conto che le banche, per non parlare delle concessioni televisive, dipendono dalla volontà dei Ministeri, del Parlamento, del Tesoro, di Bankitalia e subiscono l'influenza di chi governa il paese. E allora cosa devo fare? A volte mi capita persino di mettermi a piangere, quando sono sotto la doccia e sono solo con me stesso. Non so veramente come venirne fuori. A questo punto voglio mettere a confronto te, che hai una grossa esperienza, con la persona che io stimo di più nel mondo politico e che si trova in questo momento qui. Voglio proprio vedere se, da un confronto tra di voi, scaturisce qualcosa che mi dia un'indicazione definitiva, giusta di quel che devo fare. Vado a prenderlo e te lo porto qui. Ti presenterò Bettino Craxi. È venuto da me ed è qui da un po' di tempo. Meno male che tu sei stato puntuale perché lui deve andare via presto. L'hai mai conosciuto prima?”.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>“No - dico io - non ho avuto occasione.”</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><i style="text-align: justify;">“</i><i style="text-align: justify;">Comunque tu - precisa lui - digli le stesse cose che da tempo continui a dire a me. Io gliele ho un po' riferite ma... aspetta...</i><span><i style="text-align: justify;">”</i> </span></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Ho un attimo per pensare. Mi vedo davanti ai vertici della Fininvest Confalonieri e Letta, entrambi con solida cultura e da anni responsabili dei rapporti politici e sociali del gruppo. Gelosi custodi del loro ruolo. Gli altri vertici non hanno gran peso sulle scelte politiche. Se penso, poi, agli opinionisti mi rendo conto che sono divisi. Si sa che Costanzo e Mentana hanno qualche simpatia a sinistra, mentre Fede è, come sempre, con Berlusconi. Montanelli e Orlando sono con Segni, Monti di </i>Panorama<i> è per un centrosinistra, mentre Briglia di </i>Epoca<i> è sulle posizioni di Costanzo e Mentana. Funari e Liguori andrebbero a rafforzare l'orientamento di Berlusconi.</i><span style="text-align: left;"> [...]</span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>L'unico che è a capo di un'azienda forte, anzi cassaforte del gruppo, che ha una forte autonomia culturale e una vera sensibilità politica che, pure nel completo rapporto di fiducia con Silvio, sostiene iniziative in proprio è Marcello Dell'Utri. Senza lui non sarei qui.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>I miei pensieri e le valutazioni sugli uomini di Berlusconi sono interrotti dal suo rientro nella stanza. Con lui c’è Bettino Craxi. Questa volta Silvio passa dalla parte della sala della musica. È la seconda volta che incontro da vicino Craxi, la prima volta s’era verificata occasionalmente in aeroporto mentre aspettavamo entrambi i bagagli, quando lui non era ancora diventato Presidente del Consiglio. È effettivamente molto alto: di fronte a lui io stesso, che sono alto, mi sento piccolo. Mi muovo con fatica dalla sedia. Ci salutiamo mentre Berlusconi spiega che vorrebbe gli riferissi quel che penso della situazione. Io attacco immediatamente, senza pensarci su due volte.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>"Le inchieste giudiziarie [...] e il referendum, che si terrà tra qualche settimana per modificare il sistema elettorale del Senato e che sarà sicuramente vinto dai proponenti, hanno creato una situazione del tutto nuova, una miscela esplosiva. Assistiamo l'effetto combinato di diversi fattori: il disgusto verso i partiti celato dietro ai referendum, Tangentopoli, che sta su scuotendo in tutta Italia le forze politiche del pentapartito e che però risparmia ancora il Pci-Pds, il Msi e la Lega, il debito pubblico, la svalutazione della lira, la crisi economica e fiscale, la malavita organizzata che colpisce sempre più duramente, i risultati elettorali parziali sempre più favorevoli alla Rete in Sicilia e alla Lega al Nord. Tutto questo sta creando una situazione grave e seria, capace di sconvolgere profondamente e per lungo tempo la vita del paese. Se l'azienda Italia affonda come potrà sopravvivere l'azienda Fininvest? Inoltre, poi, si può escludere che nell'attuale contesto mondiale, l'Italia abbia per le grandi potenze lo stesso interesse che rivestiva ai tempi più duri, della guerra fredda. Quindi dobbiamo contare solo su noi stessi. Ci attende una riforma del sistema elettorale rivoluzionaria. Si è appena deciso che i sindaci dei comuni, nel caso al primo turno nessuno ottenga la maggioranza assoluta, siano eletti direttamente dai cittadini attraverso un ballottaggio. Chi vince avrà in consiglio comunale un premio di maggioranza pari al 60% degli eletti. De Gasperi per molto meno, a suo tempo, si sentì definire dalle sinistre "truffatore". Poi, dopo il referendum, ci attenderà una legge elettorale che renda analoghi in modo direzione della Camera e del Senato e prevedibilmente le C</i><i>amere saranno elette con il sistema cosiddetto maggioritario uninominale. [...] Chi avrà più voti, anche se meno della maggioranza assoluta dei votanti, sarà il deputato o il senatore che rappresenterà il collegio. Se sarà scelto il doppio turno come per i sindaci, ci sarà il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno, come in Francia. Non si può ancora sapere se questo sistema, fortemente voluto dalle sinistre e dalla Dc, potrà essere temperato da una quota proporzionale che potrebbe essere mantenuta alla Camera e al Senato per accontentare chi protesta (Msi, Lega e Rifondazione). Ecco - concludo - la sinistra, utilizzando il suo radicamento sul territorio e lo sconcerto degli elettori del pentapartito, sconvolti dalle richieste in corso, potrà vincere in moltissimi collegiali uninominali e, conseguentemente, potrebbe avere un'ampia maggioranza alla Camera e al Senato, con la quale potrebbe persino cambiare la Costituzione senza il consenso dell'opposizione. Inoltre anche la Lega, le cui scelte politiche sono imprevedibili, potrà essere ampiamente presente e, con Roma in mano ad Occhetto, Bossi potrebbe avere l'alibi per spingere verso la Secessione. Si creerebbe un caos indescrivibile. La Jugoslavia non è lontana.”</i></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Craxi cammina nervosamente avanti e indietro, non si siederà quasi mai durante i tre quarti d'ora nei quali rimarremo assieme. E Berlusconi, che ha addosso la solita tuta da ginnastica che usa quando è a casa sua, lo guarda. Guarda me, guarda Bettino e non fiata. Ad un certo momento Bettino comincia a farmi delle domande. Mi chiede come secondo me sarà la legge elettorale. Io gli dico che ci sarà una quota riservata alla proporzionale di regole di cui non so la misura e l'entità perché non è stata ancora decisa, ma che si parla di una quota del 20 o 30%. Mi chiede se secondo la mia opinione potranno i partiti tradizionali non comunisti, se trovano un'etichetta, una sigla, mantenere un certo consenso. Io gli dico che sarà possibile. Mi chiede ancora se questa sigla potrebbe essere la somma delle sigle delle varie forze politiche presenti. Gli dico che questo sarà molto più difficile perché quasi tutti i partiti sono a pezzi e la disciplina è allentata. In particolare per lui e per il Psi sarà difficile che altri partiti decidano di avvicinarsi sotto una sigla comune. Si parla per un attimo di Mario Segni verso il quale Craxi manifesta un disinteresse politico molto forte, una non considerazione come futuro possibile leader. Si parla poi di Martinazzoli per il quale Craxi esprime maggiore rispetto per le qualità politiche, ma non per l'ideologia che professa. </i><i>“</i><i>È della sinistra democristiana - dice Craxi rivolto a Berlusconi - e per te è peggio di Occhetto. Quelli della sinistra democristiana sono i tuoi nemici. Ricordatelo sempre, più di quelli del Pci-Pds. Non farti illusioni. Se bisogna fare una coalizione di centro non comunista con asse portante Martinazzoli pe te sarebbe una soluzione più pericolosa del danno che vogliamo evitare. <b>A questo punto bisogna trovare un'etichetta, un nome nuovo, un simbolo, un qualcosa che possa unire agli elettori che un tempo votavano per il pentapartito</b>. Sarebbe importante distinguere tra Nord e Centro-Sud. Al Nord c'è la Lega e bisognerebbe trovare un punto d'accordo con loro, perché altrimenti la Lega potrebbe dividere l'elettorato non comunista facendo vincere gli ex comunisti salvo qualche collegio dove vincerà la Lega stessa. La linea della Lega è ambigua, al suo interno ci sono estremisti e moderati, cattolici e no. L'abilità di Bossi sta nel tenerle insieme".</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>“Sarebbe importante - Bettino afferma - fare esplodere le contraddizioni della Lega, cercare divisioni tra loro. [...] Tu li conosci?”</i> <i>“Li conosco poco - risponde Silvio - ho visto qualcuno di loro, anche Bossi. Quello che mi preoccupa è quel che dicono, manifestano una sorta di moralismo puritano e aggressivo. Non mi piace trattare con loro, preferirei che si dividessero e che i loro moderati si mettessero con gli altri moderati”.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>A questo punto Bettino riprende il tema generale. È convinto che si possano vincere i collegi uninominali al Nord alleandosi con la Lega e che al Centro-Sud, invece, i notabili del Psi, della Dc e degli altri partiti di centro possano prevalere sia contro gli ex comunisti sia contro Fini. Pensa di tenere il Sud e parte del Centro. Silvio accenna timidamente ad aprire a Fini in funzione anticomunista. Bettino non concorda. Per lui Fini non è determinante, può fare più male che bene. Berlusconi nota che tutto è più difficile se si rinuncia in partenza a voti che potrebbero essere determinanti. Sottolinea poi che la sinistra ha dalla sua la maggior parte dei giornali, degli opinionisti e la Rai. La battaglia gli sembra disperata, poi mostra d’avere difficoltà a capire come funziona il sistema elettorale. Allora Craxi prende un foglio di carta, ed è uno dei pochi momenti nei quali si siede. Comincia a fare dei cerchietti.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>“Questo - dice - è un collegio elettorale. Gli elettori di un collegio saranno presumibilmente 110.000 persone e 80-85.000 quelli che avranno diritto al voto. Quelli che andranno a votare saranno 60-65.000. Prendendo in considerazione queste 60-65.000 persone e con l’arma che tu hai in mano delle televisioni attraverso le quali puoi fare una propaganda martellante a favore di questo o quel candidato che sarà presentato, ti basterà organizzare un’etichetta che riesca a raggrupparne 25-30.000 per avere forti probabilità di riuscire a rovesciare il pronostico. Accadrà per l’effetto sorpresa, per l’effetto televisione o per l’effetto del desiderio che gli elettori non comunisti hanno di non essere governati dai comunisti”.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>“E cosa succede - chiede Berlusconi - se invece questa cosa non si può fare, se non si riesce a mettere in piedi questo partito, se non si riesce a trasformare quest’idea in una realtà? Io guardo le cose da imprenditore, perché le idee sono una cosa e la realtà è un’altra e il cammino dalle idee alla realtà è molto lungo”.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>A quel punto intervengo io dicendo che quello che sta succedendo è sotto i nostri occhi, ed è quello che sta succedendo al presidente Craxi. “Io non credo che tu possa pensare di cavartela perché da certi giornali, che sono in un certo senso i portavoce di questa forza di sinistra che si va costituendo, sei considerato la base culturale ed economica del craxismo, sei considerato come il peggio che si possa immaginare nella storia della politica italiana. Di conseguenza oggi è Craxi e domani è Berlusconi. Questo significa che domani potresti vederti mettere in discussione le concessioni, o in modo diretto attraverso l’azione di un governo che vuole rinegoziare o attraverso il Parlamento che vuole cambiare le leggi”.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>“Sì, ma Fedele e Gianni Letta - obietta Berlusconi - mi dicono che noi siamo in uno Stato di diritto e che io potrei rivolgermi alla Corte internazionale di giustizia, potrei far rispettare queste leggi”. </i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Craxi si fa una bella risata e dice: “Ma quando mai questi organi internazionali hanno avuto potere sulla legislazione interna di uno Stato? Casomai potrai cercare di farti pagare i danni dopo che t’avranno rovinato”. Se</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Forte di quest’interruzione di Craxi proseguo, dicendo che io credo che il presidente Craxi abbia perfettamente ragione e che, una volta in moto il meccanismo di revisione delle concessioni, eventualità che potrebbe innescarsi in maniera anche indiretta attraverso un processo di referendum, e con le banche allertate da un Ministro del Tesoro di quella coalizione, si dirà che lui è troppo esposto finanziariamente [...]. “Quindi - dico - sosterranno che tu sei troppo esposto rispetto alle banche e ti chiederanno di rientrare. Tu non riuscirai a rientrare e a quel punto inizieranno dei procedimenti fallimentari nei tuoi confronti. Del fallimento alla bancarotta fraudolenta il passo è molto breve e a quel punto tramite la bancarotta fraudolenta ti inseguiranno coi carabinieri anche alle Bermuda. per cui vi troverete tutti e due in fuga, il presidente Craxi da una parte e tu dall'altra. Questo è un processo giacobino in cui si sta involvendo il sistema politico giudiziario italiano che deve avere le sue vittime e, come dopo Luigi XVI la vittima da sacrificare fu Maria Antonietta, così, in un certo senso, dopo Bettino Craxi la vittima predestinata sei tu".</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>C'è un attimo di silenzio, Craxi si è rialzato, ha ricominciato a camminare avanti e indietro.</i> <i>"Vedi - dice Craxi rivolgendosi a Berlusconi - c'è gente vicino a te che ha le idee chiare. Cerca di seguire quello che ti dicono. Io sono ancora convinto che, se tu trovi una sigla giusta, con le televisioni e con le strutture aziendali di cui disponi e attraverso le quali hai uomini sul territorio in tutta Italia, puoi riuscire a recuperare quella parte di elettorato che è sconvolto, confuso ma anche deciso non farsi governare dei comunisti e dagli ex comunisti e a salvare il salvabile."</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Berlusconi s’alza e, senza quasi rendersi conto che fuori piove che Dio la manda, dice: "Non potremmo camminare un attimo?". Io, terrorizzato perché sono tutto fasciato e bendato, sto per fare presente che non posso accompagnarli, ma è Bettino che risolve la situazione dicendo che lui deve andare. A questo punto mi alzo e lo saluto.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Bettino esce, s'allontana e dopo pochi minuti Silvio rientra con un'aria più distesa, molto meno nervosa di quella che aveva all'inizio. "Bene - dice - adesso so quello che devo fare". Poi aggiunge: "Hai visto che uomo uomo però? Che impressione. Si sente anche così... fisicamente. È un cervello. Lo si vede. È un grande uomo, sotto tutti i punti di vista".</i><span style="text-align: left;"> </span><i>Capisco in questo momento che lui verso Craxi ha veramente un’ammirazione straordinaria. </i></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>"Deciso - dice - adesso bisogna agire da imprenditori. Chiamare gli uomini, comunicare la decisione. Adesso bisogna dirlo a Marcello, perché mi metta attorno persone che mi possono accompagnare. Bisogna fare questa operazione di marketing sociale e politico. Prendere contatto con tutti gli uomini del centro, con tutte le forze del centro. Mettere giù un programma di lavoro".</i> <i>E lì si vede l'imprenditore che parte immediatamente in quarta. Apre la porta e chiama il suo segretario […]. Poi fa entrare suo fratello, che era lì in villa anche lui con tutta la famiglia. Dice a suo fratello che aveva avuto un incontro approfondito. Non parla della presenza di Bettino, ma ovviamente quei signori l'avevano visto e probabilmente l'avevano anche salutato pochi istanti prima. E dice di aver preso la decisione, che adesso si parte in quarta, che tutti devono rimboccarsi le maniche perché non c'è tempo da perdere.</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>"Bisogna vedere se è possibile influire su questa legge elettorale - dice - perché a noi farebbe comodo avere il proporzionale, non il maggioritario". "No - gli spiego - guarda che il proporzionale non si può avere perché ormai, dopo il referendum, indietro non si potrà tornare. Si andrà avanti, Bisogna solo stare a vedere la quota di proporzionale che sarà lasciata. Ma, da come vanno le cose, speranze ce ne sono poche".</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>"Ah, speranze poche?" dice Berlusconi. E lì capisco che, pur essendo un imprenditore che vuole realizzare l'idea che ormai ha accettato di mettere in piedi, continua ad avere dei pensieri, delle riserve mentali che poi ricorreranno nel seguito del progetto, ritorneranno ogni tanto. Ogni tanto sarà preso da scoraggiamento, ogni tanto da paura, ogni tanto da perplessità e cercherà di trovare degli alibi per non andare avanti nell'iniziativa. Anche lì, subito, solo cinque minuti dopo già gli veniva in mente che si poteva modificare la legge elettorale per un sistema proporzionale che gli desse maggiori garanzie. Ma, a quel punto, non mi ci vollero molte parole.</i><span style="text-align: left;"> </span><i>Capì subito e si rimise sullo scranno dell'imprenditore:</i> <i>"Va bene - disse - d'accordo, allora andiamo avanti, procediamo su questa strada, ormai la decisione è presa”.</i></div></blockquote><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Mi augura di rimettermi al più presto in salute e mi fa accompagnare fuori dove mio figlio m'attende. Il maggiordomo di Berlusconi, che è un uomo molto spiritoso, dotato di notevole senso dell'umorismo e dalla battuta sagace, accompagnandomi al vestibolo non perde l'occasione: "Ma senta un po', lei che se ne intende: quel signore che se n'è andato via poco fa devo continuare a chiamarlo presidente oppure d'ora in avanti posso farne a meno?"</i><span style="text-align: left;"> </span></div></blockquote><div style="text-align: justify;">In quell'incontro raccontato da Cartotto già si trova l'idea di unire varie sensibilità sotto lo stesso simbolo (non a caso in Forza Italia si sono ritrovati cattolici moderati, liberali, socialisti, liberalsocialisti, socialdemocratici non interessati al campo avverso) e sorge l'idea di un'alleanza a geometrie variabili tra Nord e Centro-Sud nei collegi uninominali, come in effetti ci sarebbe stata (proprio con la Lega Nord nei collegi settentrionali, formando il Polo delle libertà, mentre al Centro-Sud l'alleanza del Polo del buongoverno fu soprattutto con Alleanza nazionale, diversamente da quanto suggerito da Craxi e Cartotto).</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE5bf4HXdKwuaBcqOQZtThaK3b7WrdJBEMjAyG5SOdSB380ZzN3B3KUQeQ4IxrIPq7XPpQbgn3YACmAGTeb4EG2VwwBPbTFOToWAC6-JviBzqFn2z0ywfqGkW-ShHYiATqM72N3OE0tdaFBY4QzA7voC09lyYdItVKKqaNlKvLkN9PnAgwUn1FYgyXhY1U/s800/Forza%20Italia%20-%20Alleanza%20per%20il%20buongoverno.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE5bf4HXdKwuaBcqOQZtThaK3b7WrdJBEMjAyG5SOdSB380ZzN3B3KUQeQ4IxrIPq7XPpQbgn3YACmAGTeb4EG2VwwBPbTFOToWAC6-JviBzqFn2z0ywfqGkW-ShHYiATqM72N3OE0tdaFBY4QzA7voC09lyYdItVKKqaNlKvLkN9PnAgwUn1FYgyXhY1U/w200-h200/Forza%20Italia%20-%20Alleanza%20per%20il%20buongoverno.jpg" width="200" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Il secondo capitolo contiene un altro accenno "simbolico" rilevante, che parla della scelta del nome e di un "incidente di percorso" occorso nell'estate del 1993 al primo simbolo di Forza Italia, non ancora il partito politico ma l'omonima associazione costituita con atto notarile a Milano il 29 giugno 1993 (i fondatori, per quanto se ne sa e racconta lo stesso Cartotto, furono Gianni Pilo, Dario Rivolta, Luigi Scotti, Alberto Spinelli, Sergio Travaglia e Giuliano Urbani). Quel simbolo era nato come marchio - quadrato, non ancora tondo e senza bandierina, ma con il sottotitolo "Alleanza per il buongoverno", un termine che sarebbe tornato in seguito - e, a quanto pare, era stato trattato come marchio fin dall'inizio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><blockquote>Fin da metà aprile, Berlusconi mi aveva incaricato di verificare se poteva essere utilizzata la parola "Italia" all'interno del nome di una forza politica che volesse presentarsi in Parlamento. Berlusconi non era certo che nessuno potesse dire "no, un partito non può appropriarsi del nome Italia". Io condividevo questa incertezza e non avevo la risposta pronta perché si trattava anche per me di una cosa veramente nuova. </blockquote><blockquote>Questo accertamento fu fatto nella seconda metà di aprile, quando anche si stabilì che, per il momento, il deposito del simbolo e del nome poteva essere fatto presso un notaio da due o più persone che si fossero date uno statuto, quindi persone godenti dei diritti civili. Non c'era altro da fare in quanto il deposito definitivo poteva avvenire solo al Ministero degli Interni e in epoca pre-elettorale. Farlo prima non avrebbe dato nessun particolare vantaggio se non quello di stabilire una priorità cronologica. Riguardo al simbolo, poi, Berlusconi era molto preoccupato che qualcuno glielo potesse "soffiare". Io avevo contribuito ad accrescere questa sua preoccupazione facendogli presente che, come stava regolarmente ormai accadendo per la Lega da diverso tempo, eran apparsi diversi "furbacchioni" capaci, presentando simboli il più possibile simili a quelli dei partiti maggiori, di far perdere loro dei voti. basti pensare alla Lega Alpina Lumbarda alle iniziative della sorella e del cognato di Bossi e a quelle di Roberto Bernardelli con la sua Lega Casalinghe-pensionati. Per evitare questa deprecabile evenienza Berlusconi diede disposizioni ai suoi grafici di preparare molti simboli simili con tutte le possibili varianti da depositare in modo che nessuno potesse utilizzare il nome e il simbolo da lui scelti. </blockquote><blockquote>Mentre il simbolo fu deciso tra vari possibili nel mese di agosto, già ai primi di giugno Berlusconi comunicò la scelta del nome Forza Italia a un livello molto riservato di persone a conoscenza del progetto, ricevendo una poco entusiastica adesione. Ci furono anzi diverse critiche e osservazioni. Berlusconi mi disse, per esempio, che Giuliano Ferrara aveva giudicato il nome Forza Italia troppo calcistico. Da parte mia preferii non fare commenti perché, avendo una grande stima di Berlusconi come comunicatore, ero assolutamente convinto che, se lui riteneva attraverso quel nome di comunicare con la gente in modo più efficace che con altri nomi;, probabilmente aveva ragione lui. </blockquote><blockquote>Nel mese di luglio accadde un fatto increscioso, il logo e il simbolo di Forza Italia furono presentati al Ministero dell'Industria come fossero il marchio e il nome di una birra. Fu uno stretto collaboratore ad avere questa pessima idea, un errore clamoroso di cui, per fortuna, la sinistra non venne a conoscenza. </blockquote></i></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Per l'esattezza, le classi di prodotti e servizi per cui fu registrato il marchio furono 6 (articoli in metallo, in particolare portachiavi, fermasoldi e fermacravatte), 14 (metalli e pietre preziose, gioielli - in particolare medaglie, monete, spille, ciondoli - e orologi), 16 (materiali cartacei, in particolare riviste, opuscoli, bandiere di carta, fermacarte e francobolli), 18 (oggetti in pelle, come portadocumenti; borse, sacche, ombrelli, cartelle e zaini), 20 (oggetti di arredamento in vario materiale, in particolare aste per bandiere), 24 (beni di natura tessile, in particolare bandiere, foulard e fazzoletti in tela, gagliardetti in stoffa), 25 (generi di abbigliamento, in particolare foulard e fazzoletti in seta, cravatte, cappelli e magliette), 26 (accessori, in particolare fasce per capelli e spille), 28 (giocattoli e articoli sportivi, in particolare pupazzi, bamboline, borse e sacche sportive, palloncini), 35 (pubblicità, consulenza aziendale, distribuzione di materiale pubblicitario), 36 (prodotti assicurativi e finanziari), 38 (telecomunicazioni), 42 (servizi di varia natura, alimentari inclusi... ma la birra non c'entra, visto che sarebbe stata nella classe 32). A settembre sarebbero state depositate anche altre versioni del marchio, inclusa - alla fine del mese - quella con la bandierina che sarebbe stata protagonista dal 1994 in avanti. Chissà se lo avrebbero immaginato Cartotto e coloro che nel 1993 lavoravano a quel progetto nuovo alternativo alle sinistre...</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-7985170866133111952024-01-18T20:49:00.003+01:002024-01-18T20:58:23.009+01:00Dc-Rotondi, balena bianca al posto dello scudo (bocciato in Sardegna)<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZmY394cQmRupuc-_wCcesWxzSxLkcUc5UOcZSAac4ulp95nA8mn_x3v070fsWd7e_JIqAb3AMr_AuHhhLnJiS3dZYJZLEWXeQ1EUAqZqjCmFtD5D4xafZ6qqgLcsFzTMun5E88cgTbxGyD1yix-k2AkVWhpMqbfLu3c9sRuUNknzAvvbR2PRYfuQtuAxf/s619/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="619" data-original-width="619" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZmY394cQmRupuc-_wCcesWxzSxLkcUc5UOcZSAac4ulp95nA8mn_x3v070fsWd7e_JIqAb3AMr_AuHhhLnJiS3dZYJZLEWXeQ1EUAqZqjCmFtD5D4xafZ6qqgLcsFzTMun5E88cgTbxGyD1yix-k2AkVWhpMqbfLu3c9sRuUNknzAvvbR2PRYfuQtuAxf/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" width="200" /></a></div>Nelle scorse ore l'Ufficio centrale regionale costituito presso la Corte d'appello di Cagliari ha completato l'esame dei contrassegni presentati per le <b>elezioni regionali in Sardegna</b> (si è parlato di un totale di 35 simboli depositati) e molti sono stati ammessi, com'era prevedibile. Nei giorni precedenti, peraltro, sui <i>media</i> era circolata la voce che sarebbe stato altrettanto prevedibile <b>uno scontro tra Democrazie cristiane</b>, avendo annunciato l'idea di partecipare tanto quella che ha come segretario Totò Cuffaro e rivendica continuità con la Dc operante fino alla fine del 1993, quanto quella - riattivata da pochi mesi, in continuità con l'esperienza iniziata nel 2004 - guidata da Gianfranco Rotondi.</div><div style="text-align: justify;">Lo scontro si è puntualmente verificato, innanzitutto nella forma della non ammissione degli emblemi di entrambe le formazioni sopra citate. Questo, almeno, si apprenderebbe da Gianfranco Rotondi, che questa mattina presso la sala stampa della Camera ha presentato un nuovo simbolo per il suo partito, proprio in coincidenza con la data in cui nel 1919 mosse i primi passi il Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo e nel 1994 Mino Martinazzoli decise di far partire il nuovo corso della Democrazia cristiana, rinominandola Ppi, anche se lo stesso giorno (poche ore prima) la parte più moderata e desiderosa di essere davvero alternativa alla sinistra aveva presentato il Centro cristiano democratico e la sua vela.</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1S8pEs7mcPcZKYBfr0VhJDYDIJtUXGsTgCfgCmf_6xYn_uvMoP9l9tW4ydspoYTZgKLbY6eYN64mglvtEKwhXllB8ehFh8YrMOFvGu-aSDlCET2qJ5fPwmwUWTn4S5b_Cs3O27Lwk-G6W5-iX2SUV9wUPhxrSaqbnpYvVRuJiWaDfB3_terFGurVx7210/s1000/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1S8pEs7mcPcZKYBfr0VhJDYDIJtUXGsTgCfgCmf_6xYn_uvMoP9l9tW4ydspoYTZgKLbY6eYN64mglvtEKwhXllB8ehFh8YrMOFvGu-aSDlCET2qJ5fPwmwUWTn4S5b_Cs3O27Lwk-G6W5-iX2SUV9wUPhxrSaqbnpYvVRuJiWaDfB3_terFGurVx7210/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Il simbolo ricusato</span></td></tr></tbody></table>Ufficialmente la conferenza stampa era stata preparata giorni fa per la "presentazione della nuova tessera" della Dc con Rotondi; l'Ufficio centrale regionale, tuttavia, deve avere comunque ritenuto confondibile il simbolo con quello dell'Udc benché lo scudo crociato sia stato ribaltato nei colori. Dai magistrati componenti il collegio sarebbero arrivate "annotazioni utili a diversificare i simboli che saranno presenti" e lo staff di Rotondi - a partire da Giampiero Catone - ha dovuto agire in fretta per porre rimedio al problema: la soluzione, probabilmente, è stata individuata nella <b>sostituzione dello scudo con una raffigurazione simpatica di una balena bianca</b>. L'animale che campeggia all'interno del cerchio, simile a quella già adottata da Rotondi per la sua vecchia testata <i>Democr</i><span style="text-align: left;"><i>azi</i></span><span style="text-align: left;"><i>a cristi</i></span><i>ana </i>(ma probabilmente ritrovata in Rete), rimanda allo stile degli illustratori per bambini o volendo a quello dei vignettisti, ma soprattutto all'intuizione di Giampaolo Pansa che aveva battezzato la Dc proprio "Balena Bianca", con tanto di maiuscole. Lo sfondo passato da blu a bianco suggerisce che anche questa modifica sia stata apportata per distanziarsi dall'azzurro dell'Udc (lasciando un blu simile alla Dc-Cuffaro). La <b>riduzione del nome visibile</b> da "Democrazia cristiana con Rotondi" a Dcr farebbe venire la tentazione di pensare che anche sulla denominazione sia stato eccepito qualcosa, ma l'atto con cui i legali rappresentanti del Ppi - ex Dc avevano concesso a Rotondi l'uso del vecchio nome fa escludere quest'ipotesi: viene piuttosto da pensare che si sia voluto togliere di mezzo un altro motivo di scontro con Cuffaro, che nei giorni precedenti ha intrapreso un nuovo giudizio contro varie altre Dc; l'ingrandimento del nome di Rotondi, più leggibile grazie al cambio di carattere (anche se quello usato sembra fin troppo lezioso per un contrassegno elettorale), caratterizza certamente il fregio del partito.</div><div style="text-align: justify;">"Il simbolo - ha spiegato Rotondi in conferenza stampa - è fatto per segnare un nuovo inizio: la vicenda della Dc storica si è chiusa il 18 gennaio 1994; noi, la Democrazia cristiana della Seconda Repubblica, uno di quei cespugli per cui Francesco Storace invocava il diserbante, in effetti siamo rimasti cespugli. La Terza Repubblica riserva ancora un posto alla Democrazia cristiana, senza lo scudo crociato, che da tempo è simbolo dell'Udc, nostro partito fratello con cui abbiamo ottimi rapporti; abbiamo voluto evitare di usare un segno che poteva creare confusione con un partito presente in Parlamento, sostituendolo con la Balena Bianca coniata da Pansa, che piaceva però ad Arnaldo Forlani, cui dedichiamo il simbolo. L'inserimento del mio nome nel simbolo non è un atto di vanagloria, ma è una risposta alla tendenza a inflazionare la Dc creandone tante in modo da non farle contare: scrivere 'con Rotondi' serve a creare una distinzione grafica, politica, giuridica e pubblicitaria. Saremo un balenottero piuttosto piccolino, che però parte dal mare della Sardegna con decisione e rivendica la storia della vecchia Dc e la nostra degli ultimi vent'anni".</div><div style="text-align: justify;">Non è da escludere che, con un po' più di tempo a disposizione, il simbolo venga ancora ritoccato (soprattutto nell'immagine della balena), ma intanto <b>il simbolo sostitutivo della Dc con Rotondi è stato ammesso e parteciperà alle regionali sarde</b>, anche grazie al sostegno solo tecnico del consigliere regionale del Grande Centro Valerio De Giorgi che <b>consentirà alla lista di correre senza dover raccogliere almeno 500 firme per ogni circoscrizione</b>. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmo6zgxGNx2fhsHELwciHakqOtu8r_8tAjQgTZQQbVEvUde-5Kqxs6RyTbgPmB4v-wM7RiM67UsG3R-ywCSXpcU1ly6h6iu70Q4av8rq1Lbn1nC4NYNv93-iFxcXFfEz5M55wNe0CCGLVLehglI3gAEsd8kh_RkwHh6wRaM3oFOeLqaanCrmsrcE-Uw4aW/s1182/Dc%20Cuffaro.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1182" data-original-width="1182" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmo6zgxGNx2fhsHELwciHakqOtu8r_8tAjQgTZQQbVEvUde-5Kqxs6RyTbgPmB4v-wM7RiM67UsG3R-ywCSXpcU1ly6h6iu70Q4av8rq1Lbn1nC4NYNv93-iFxcXFfEz5M55wNe0CCGLVLehglI3gAEsd8kh_RkwHh6wRaM3oFOeLqaanCrmsrcE-Uw4aW/w200-h200/Dc%20Cuffaro.jpg" width="200" /></a></div>In effetti <b>anche la Democrazia cristiana guidata da Totò Cuffaro ha ottenuto l'esenzione dalla raccolta delle sottoscrizioni</b> grazie alla dichiarazione del consigliere regionale del Psd'az Domenico Gallus; lo stesso Rotondi, tuttavia, ha fatto sapere che il simbolo della Dc-Cuffaro sarebbe stato ricusato e che sarebbe intenzione del partito ricorrere al Tar. Non c'è modo al momento di verificare questa notizia (in particolare, se l'eventuale esclusione dipenda dall'uso di una croce su fondo bianco collocata in un cerchio simile al colore azzurro - benché il simbolo sia stato ammesso dal Viminale nel 2022 - o se le ragioni siano altre), ma si preciserà meglio nelle prossime ore in presenza di nuovi elementi che consentano di capire cosa sia davvero accaduto e cosa ci si deve attendere in seguito. </div><div style="text-align: justify;">Ci sarebbe anche un altro punto da chiarire: <b>su profilo di un'altra Dc, quella guidata da antonio Cirillo, è stato annunciato il deposito del simbolo</b>, ma non se ne ha notizia da nessun'altra parte. Erano dunque tre le Dc ai nastri di partenza, invece che due? Con un po' di pazienza - si spera - lo sapremo. </div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-20738065461367080182024-01-15T15:32:00.004+01:002024-01-15T22:03:43.514+01:00L'albero della discordia in Sardegna: scontro evitato tra Irs e A Innantis?<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7w1BYxm4B1gO-yFyfJzXaABtGcWzbdZtG4G2aUPpxKpv8Xz4EktF-wHBz1KO6ZgHi223M22qTqJBIJ9Ej9OM5kIqjPGdUqrYQ1N_ts1mKWoyvk9xheIxzqwmBUr9ECNTmdHmPs7d2AyIfiVT2_Lq3N4xsFOT6Yqiog3gj17-f643nk-PsqDFe1TUFxLS-/s600/Sardegna%20albero%20conteso.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7w1BYxm4B1gO-yFyfJzXaABtGcWzbdZtG4G2aUPpxKpv8Xz4EktF-wHBz1KO6ZgHi223M22qTqJBIJ9Ej9OM5kIqjPGdUqrYQ1N_ts1mKWoyvk9xheIxzqwmBUr9ECNTmdHmPs7d2AyIfiVT2_Lq3N4xsFOT6Yqiog3gj17-f643nk-PsqDFe1TUFxLS-/w400-h240/Sardegna%20albero%20conteso.jpg" width="400" /></a></div>Entro le ore 20 di questa sera presso la cancelleria della Corte d'appello di Cagliari dovranno essere depositati - insieme ai nomi delle persone delegate al deposito delle liste - i contrassegni pensati per distinguere le liste circoscrizionali alle prossime <b>elezioni regionali in Sardegna</b>, previste per il 25 febbraio. A livello nazionale si parla di questa competizione soprattutto per il nodo - mentre si scrive non ancora risolto - della candidatura del centrodestra, con Fratelli d'Italia che (insieme a Forza Italia) propone come aspirante presidente il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, mentre l'uscente Christian Solinas, appoggiato dal Partito sardo d'azione e dalla Lega, continua a dirsi in campo; anche altri aspetti meritano però attenzione. Nei prossimi giorni si cercherà di dare conto del "panorama simbolico" (sicuramente quello definitivo, ma si spera di riuscire a raccontare anche gli eventuali contenziosi successivi al deposito); già ora, però, vale la pena dedicare spazio a una vicenda litigiosa di cui i <i>media</i> si sono occupati nei giorni scorsi, anche se probabilmente non sorgerà un vero e proprio scontro in sede giudiziaria. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAk0wApA_Le1QoRB9PFr1jKBx3gROU5QLXD8kMKW5MfGwKm4OyEj85RtozI9IR0CoGhZfUFPOaLD5I7wbyJ6ZpJ6sYEG3f24i4KVFWXnzDNnGqIEGRDuDdEObvWChE-5qaU8fy-KGT-tGkD0invIJNcwdSuuWqfwfUNqD1GNcJNG5ggHC6gfzJuq1ypyMD/s800/IRS%20-%20Indipendentzia%20Repubrica%20de%20Sardigna.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAk0wApA_Le1QoRB9PFr1jKBx3gROU5QLXD8kMKW5MfGwKm4OyEj85RtozI9IR0CoGhZfUFPOaLD5I7wbyJ6ZpJ6sYEG3f24i4KVFWXnzDNnGqIEGRDuDdEObvWChE-5qaU8fy-KGT-tGkD0invIJNcwdSuuWqfwfUNqD1GNcJNG5ggHC6gfzJuq1ypyMD/w200-h200/IRS%20-%20Indipendentzia%20Repubrica%20de%20Sardigna.jpg" width="200" /></a></div>Il 5 gennaio, in ogni caso, i <i>media</i> locali e anche l'agenzia Ansa hanno dato notizia di una conferenza stampa convocata dal partito <b>Irs - Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna</b>, nel corso della quale si è lamentato l'uso fatto dalla coalizione della candidata alla presidenza <b>Alessandra Todde</b> (espressione del MoVimento 5 Stelle, per cui è deputata, e sostenuta da varie altre forze politiche, incluso il Pd) dell'albero deradicato, soggetto grafico che fin dalla nascita - nel 2002 - è ben evidente all'interno del simbolo nero e rosso di Irs e, come tale, è stato presentato in varie elezioni locali, regionali (2004 e 2009, sempre a sostegno della candidatura di Gavino Sale, e 2014, in appoggio a Francesco Pigliaru) e nazionali (alle politiche del 2006, per esempio, il contrassegno è stato regolarmente depositato al Ministero dell'interno e ammesso). </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEnY0D9_2Hi7c1EU-9_tblSieDs852nA-Q_rN4u8MFh9VbeAQF9D9YlTSVSzgI9YWSt7ARRTZWefsH1o_QfyCZITyaCUYkrPXE5MSVcQ2ayWQsjLFBN3bFZY3zpADGi_n_-GCWx5ZvByHHaZx2itCCV1fvl6dXhavW6FkoolBfsX9vfAYsojBGwn5-pFwu/s800/A%20Innantis.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEnY0D9_2Hi7c1EU-9_tblSieDs852nA-Q_rN4u8MFh9VbeAQF9D9YlTSVSzgI9YWSt7ARRTZWefsH1o_QfyCZITyaCUYkrPXE5MSVcQ2ayWQsjLFBN3bFZY3zpADGi_n_-GCWx5ZvByHHaZx2itCCV1fvl6dXhavW6FkoolBfsX9vfAYsojBGwn5-pFwu/w200-h200/A%20Innantis.jpg" width="200" /></a></div>Obiettivo principale delle lamentele è il progetto <b>A Innantis!</b>, indicato sul suo sito come "un'associazione politico-culturale che vuole essere il luogo di incontro, di conoscenza, di scambio e di elaborazione culturale fra donne e uomini che credono nell’esigenza di costruire una Repubblica di Sardegna politicamente libera, economicamente prospera, socialmente giusta, moralmente degna". Il progetto è guidato da <b>Francesco (Franciscu) Sedda</b>,<b> </b>tr<span style="text-align: left;">a i fond</span>atori di Irs nel 2002, passato per altre esperienze - soprattutto ProgReS e il Partito dei Sardi - e da molti mesi impegnato in questa nuova iniziativa. Il logo che la caratterizza, tutto bianco e verde, porta al centro proprio lo stesso albero sradicato, soltanto volto al verde e più spesso nei contorni. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVaTqT2x6-xCpdqohmIqQhxW6pmsQd7yW_Rma6NefaHtXnJdKE5KjjrkZwNOKwBVPlnb-UftMv1ZZeBVT_Ymx1DIAa2ZnKAFWOmgaNKscJ6JQNyDxOchglKaSXhNX_d0H7L4MeraXYuz1SLQxk5CR-L8ru1Sys9yMYZ8ky21a9Zz2wkawx7OzIA8CVj5QW/s1461/A%20Innantis%20-%20M5s.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1461" data-original-width="1461" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVaTqT2x6-xCpdqohmIqQhxW6pmsQd7yW_Rma6NefaHtXnJdKE5KjjrkZwNOKwBVPlnb-UftMv1ZZeBVT_Ymx1DIAa2ZnKAFWOmgaNKscJ6JQNyDxOchglKaSXhNX_d0H7L4MeraXYuz1SLQxk5CR-L8ru1Sys9yMYZ8ky21a9Zz2wkawx7OzIA8CVj5QW/w200-h200/A%20Innantis%20-%20M5s.jpg" width="200" /></a></div>Da tempo era noto il sostegno di A Innantis! alla candidatura di Todde (il simbolo figurava già da dicembre tra le tante miniature di emblemi nelle grafiche elettorali), ma la polemica è sorta soprattutto dopo la conferenza stampa che il 2 gennaio ha visto allo stesso tavolo Todde, Sedda e il senatore M5S Ettore Licheri. In quella sede, infatti, era stato mostrato il potenziale contrassegno della lista comune MoVimento 5 Stelle - A Innantis!, occupato in gran parte dal fregio politico del M5S, ma con il riferimento all'associazione sarda nella parte inferiore del cerchio, comprendente anche una piccola miniatura dell'albero: quel piccolo elemento sulla scheda sarebbe arrivato a misurare un paio di millimetri in altezza, con una resa al limite dell'illeggibilità. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUcBR2OYJgmYifniYqNnr0Zu4fVmM1icNSRM8TALprQgBBtCi-dQljnaQ02JVNAaVHgAuPEiw4DxCbgLfDyeXda7vsoRG-MFoIXJI-vEAsGq5mpiMdAo2UfXaZxGqnnU07UvNcIM5LqveGbYYEDRjPis-CakDf38ze92V9wn_64jOVQla0ufck0Q-f-HnV/s1875/Vota%20Sardigna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1875" data-original-width="1875" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUcBR2OYJgmYifniYqNnr0Zu4fVmM1icNSRM8TALprQgBBtCi-dQljnaQ02JVNAaVHgAuPEiw4DxCbgLfDyeXda7vsoRG-MFoIXJI-vEAsGq5mpiMdAo2UfXaZxGqnnU07UvNcIM5LqveGbYYEDRjPis-CakDf38ze92V9wn_64jOVQla0ufck0Q-f-HnV/w200-h200/Vota%20Sardigna.jpg" width="200" /></a></div>Contro quel piccolo inserto, tuttavia, si è scagliato il vertice del partito Irs, che alle elezioni regionali del 25 febbraio si presenterà all'interno della lista <b>Vota Sardigna</b>, costruita con ProgReS e il progetto politico Sardegna chiama Sardegna, volta a sostenere la nuova candidatura alla guida della regione di Renato Soru (presidente dal 2004 al 2009 e ora sostenuto anche da +Europa e Azione). In questo turno elettorale, dunque, non è prevista una lista di Irs (così come non è arrivata sulle schede cinque anni fa), ma il partito evidentemente voleva evitare che il suo emblema fosse associato a una forza politico-elettorale di cui non era parte. Di seguito si riporta parte dell'intervento del portavoce di Irs Simone Maulu nella conferenza stampa citata all'inizio, in base al resoconto fornito da Ansa:</div><div style="text-align: justify;"><i><blockquote>Quell'albero deradicato è il nostro simbolo da vent'anni: diffidiamo Alessandra Todde e il M5S dall'utilizzarlo nelle loro liste elettorali ed esigiamo l'immediata rimozione da tutti i materiali, elettorali e non, e da tutti i canali di comunicazione online e offline, diversamente iRS sarà costretto a procedere per vie legali per tutelare la propria immagine e i propri elettori. A portare in dote a Todde quel simbolo è stato Francesco Sedda in rappresentanza dell'associazione A Innantis che ne fa un uso improprio, ben sapendo che appartiene a iRS. Al contrario è evidente che la candidata del Pd e M5s, Alessandra Todde, non conosce la realtà politica della nostra terra. Ha iniziato la propria campagna in luglio lanciando lo slogan Est Ora, in uso da anni da parte di iRS, ProgReS e Torra per definire il processo di dialogo tra le tre realtà indipendentiste. Ora pensa di poter utilizzare l'identità visiva e il patrimonio simbolico di iRS inserendo l'albero deradicato arborense nel contrassegno elettorale del Movimento 5 Stelle: un'operazione illegittima che si contesta sul piano politico, in quanto l'albero deradicato è il segno distintivo del simbolo politico ed elettorale di iRS, crea confusione nell'elettorato e reca danno al nostro soggetto politico che su quel simbolo investe da vent'anni in risorse e visibilità.</blockquote></i></div><div style="text-align: justify;">Non si è fatta attendere la risposta di A Innantis!, con un post pubblicato sui suoi canali <i>social</i> sempre il 5 gennaio:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><div><i></i></div><blockquote><div><i>A innantis! ringrazia iRS per il suo comunicato e il suo maldestro tentativo di disboscamento. </i></div><div><i>In primo luogo, grazie per la pubblicità che state facendo al progetto che stiamo costruendo, che ha l’obiettivo di portare una fetta maggioritaria dell’elettorato sardo verso una politica di autodeterminazione e far entrare nel parlamento sardo un indipendentismo consapevole, onesto, concreto. </i></div><div><i>In secondo luogo, grazie perché con questa vostra uscita state dimostrando, ancora una volta, di non saper distinguere fra un simbolo di partito, come un albero nero, e la bandiera nazionale dei sardi, l’Albero verde in campo bianco. Così facendo iRS attacca l’Albero verde con una veemenza che ricorda quella del vecchio invasore catalano-aragonese. </i></div><div><i>Grazie ancora perché questa azione ci permette di ricordare che il simbolo di iRS è farina del sacco del presidente di A innantis!, Franciscu Sedda, che di iRS è stato ideatore, fondatore e guida: nessuno di coloro che oggi parlano a nome di quella sigla aveva idea, agli inizi del 2000, di cosa fosse il Medioevo della Sardegna e quale fosse il suo valore simbolico, politico, popolare. </i></div><div><i>Ma soprattutto complimenti, perché tutto ciò dimostra che iRS - ormai da anni in una crisi di idee e progettualità - dopo aver campato a lungo dell’elaborazione di Franciscu Sedda e di tanti altri che da quel movimento furono costretti ad allontanarsi per salvare il proprio onore e la propria fedeltà ai principi di non violenza e democrazia, oggi può al massimo ambire a provare, senza successo, a far danno a chi come noi e Alessandra Todde può battere le destre e concretizzare l’aspirazione di tanti sardi di vedere un maturo indipendentismo progressista avanzare e incidere sul governo della Sardegna. </i></div><div><i>Ciò detto, si avrebbe gioco facile a ricordare agli attuali dirigenti di iRS o di qualunque altro partito, che l’Albero verde è dei sardi ed è a disposizione di chiunque, come lo sono tutti i simboli storici, politici e nazionali. </i></div><div><i>Non solo, la storia medievale sarda conserva tante bellissime fogge del nostro Albero natzionale, tutte capaci di trasmettere il senso dell’immortale desiderio di libertà dei sardi se ad utilizzarle sono persone che ne conoscono la storia e la sanno tradurre nel presente.</i></div><div><i>Infine, ricordatevi che dopo 25 anni di lavoro politico e culturale il nome di Franciscu Sedda e quello di A innantis! sono talmente associati all’Albero verde che la maggior parte dell’elettorato lo vedrebbero anche se non ci fosse!</i></div><div><i>Dunque, iRS si metta l’anima in pace: l’Albero verde in campo bianco, con una foggia o con l’altra, direttamente o indirettamente visibile, continuerà ad essere al cuore dell’azione e della comunicazione di A innantis! per dare ai sardi la possibilità di indicare chiaramente la volontà di ritornare al futuro, ad un futuro diverso e pieno della nostra storia migliore, un futuro fatto di emancipazione, autodeterminazione e indipendenza.</i></div><div><i>A innantis!</i></div></blockquote><div><i></i></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPxyBo1rmtfZMfgMOdOX2GrNCM_lQD4guLNoZo5iuC2iLZLSTHw0AvNf1hII_A6jt3ATbclzbd6XmInK44U2tsNM7abxNkeVTI65U0TzfROv4-pfio5EhBh64zoMWFiTPERTcgb09OgIzQU6PyaghYb2AlRQ55uFrEzAnaEp7eNqRTFVgFVawUL7BB40IU/s613/MoVimento%205%20Stelle%20-%20a%20innantis.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="613" data-original-width="613" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPxyBo1rmtfZMfgMOdOX2GrNCM_lQD4guLNoZo5iuC2iLZLSTHw0AvNf1hII_A6jt3ATbclzbd6XmInK44U2tsNM7abxNkeVTI65U0TzfROv4-pfio5EhBh64zoMWFiTPERTcgb09OgIzQU6PyaghYb2AlRQ55uFrEzAnaEp7eNqRTFVgFVawUL7BB40IU/w200-h200/MoVimento%205%20Stelle%20-%20a%20innantis.jpg" width="200" /></a></div>Non si entra ovviamente in questioni di natura soltanto politica. Si deve innanzitutto dare conto del fatto che ieri, in Corte d'appello a Cagliari, <b>il contrassegno depositato da Licheri e dagli altri rappresentanti della lista era nel frattempo cambiato</b>, con l'inserimento del fondo color verde acqua, il riferimento alla candidatura di Todde in bianco e giallo (con il cognome in evidenza) e <b>il rinvio solo verbale all'associazione A Innantis!</b>: a meno di carenze o difetti documentali per nulla prevedibili da chi scrive, il contrassegno sarà ammesso senza sorprese (del resto c'è chi ricorda ancora il caso del 2014, quando non fu presentata alcuna lista ufficiale del M5S ma alcuni militanti si mossero spontaneamente, prima vedendosi <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2014/01/spegnete-quelle-stelle.html" target="_blank">bocciare un emblema con cinque rose dei venti</a>, poi ripiegando sul <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2014/01/i-cinquestelle-sardi-alle-elezioni.html" target="_blank">primo simbolo con QR code ammesso</a> nella storia delle elezioni, anche se poi la lista Nuovo Movimento Sardegna non si presentò).</div><div>Quasi sicuramente la scelta di non schierare l'albero arborense, storicamente legato al territorio di Oristano (e tuttora presente nello stemma provinciale), dovrebbe evitare contestazioni formali da parte di Irs. <b>Se però si fosse mantenuto il contrassegno presentato il 2 gennaio, questo sarebbe stato ammesso? Irs avrebbe potuto opporsi in qualche modo e avrebbe potuto sperare di trovare tutela in un giudice? </b>Certezze ovviamente non se ne possono avere, così come vale la massima in base alla quale non si fa la storia con i "se" o con i "ma"; interrogarsi su questo, però, è tutt'altro che inutile. </div><div>Si potrebbe concordare, almeno in linea di principio, con la frase di A Innantis! "l’Albero verde è dei sardi ed è a disposizione di chiunque, come lo sono tutti i simboli storici, politici e nazionali"; la realtà concreta, però, deve fare i conti anche con altri profili. Di certo è patrimonio comune che siano esistiti ed esistano tuttora moltissimi partiti che nel loro simbolo hanno la falce e il martello e questo è sempre stato concesso: verrebbe quindi la tentazione di pensare che chiunque possa utilizzare il simbolo storico di quell'albero, così come in passato hanno convissuto in vari simboli tracce dei Quattro Mori. Questo è vero, ma è altrettanto vero che quei fregi non sono stati impiegati in modo pressoché identico: si sono quasi sempre praticate differenze rilevante sul piano grafico e cromatico (e in qualche caso le autorità sono intervenute per segnalare che quelle differenze erano troppo scarse). </div><div>Un parere del Consiglio di Stato reso nel 1992 dopo la nascita di Rifondazione comunista per scissione dal Partito democratico della sinistra precisò che "se un determinato simbolo o elemento caratterizzante di questo, pur essendo in sé di uso generalizzato, per il modo in cui è rappresentato, o per il contesto in cui è inserito, realizza i caratteri di identificare in modo univoco una certa formazione politica, e da questa è stato in tale composizione o rappresentazione grafica utilizzato tradizionalmente in modo esclusivo, in questo caso si realizza quella potenzialità a trarre in inganno l'elettore, che ne rende vietata la riproduzione". Tradotto in concreto: <b>ammesso che un determinato simbolo possa considerarsi comune a più formazioni politiche </b>(nel corso del tempo vari partiti hanno cercato di sostenere che la fiamma era un soggetto comune a vari partiti di destra o che lo scudo crociato era patrimonio comune delle formazioni cattoliche, ma spesso hanno rimediato bocciature)<b>, occorre che la composizione e rappresentazione grafica sia sufficientemente diversa da evitare il rischio di confondibilità</b>. Basta guardare il simbolo di Irs e di A Innantis! per capire che l'albero deradicato è esattamente lo stesso: quello di A Innantis!, come si diceva, sembra avere solo un contorno più spesso, oltre a essere stato tutto colorato di verde. La diversa soluzione cromatica è sufficiente per evitare la confondibilità? In sé e per sé probabilmente non basterebbe, soprattutto se si considera che, se la storia di A Innantis! è relativamente breve (e si tratta, salvo errore, della prima partecipazione alle elezioni), Irs esiste da oltre vent'anni e ha partecipato a tre elezioni regionali eleggendo anche un consigliere nel 2014 (Gavino Sale), pur non avendo corso direttamente alle ultime consultazioni (dunque non beneficiando della tutela legata alla presenza in consiglio regionale).</div><div>Si potrebbe replicare con altre parole del comunicato di A Innantis!, in base alle quali "il simbolo di iRS è farina del sacco del presidente di A Innantis!, Franciscu Sedda, che di iRS è stato ideatore, fondatore e guida: nessuno di coloro che oggi parlano a nome di quella sigla aveva idea, agli inizi del 2000, di cosa fosse il Medioevo della Sardegna e quale fosse il suo valore simbolico, politico, popolare". <b>Nessuno ovviamente contesta o può contestare l'elaborazione iniziale del simbolo da parte di Sedda</b> e nemmeno l'uso da parte sua di quella stessa immagine nelle sue attività di studioso (specie di semiotica delle culture); chi ha un minimo di conoscenza dei conteziosi partitico-elettorali, però, sa che <b>chi abbandona un soggetto collettivo non può accampare alcun diritto sul patrimonio materiale o immateriale dell'associazione, nome e simbolo inclusi</b>. E questo vale anche nel caso limite in cui la persona che recede dal gruppo è colei che ha creato o ispirato la scelta dell'emblema.</div><div>Per tirare le somme, sarebbe stato meno problematico (ma non del tutto sicuro) scegliere di usare l'albero arborense deradicato in una diversa interpretazione grafica rispetto a quella tuttora adottata da Irs, magari proprio attingendo alla storia medievale sarda di cui si parla nella nota. Ora si sa che "l'albero della discordia" non finirà sulle schede sarde (a meno di sorprese), nella speranza che in campagna elettorale non sorgano altre ragioni di discordia.</div><div><br /></div><div><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoC00DWXjPswbhl_tV_prlvsYLb1cp28fYXeIITUiw-4GWGb9z2gAQpwCK6D4ey7aGMDL7zbK62IBtRA1I-RdT_DH3ILLQUg3vnCI8Qfe-066fLpKq6r8hn-uNM_XUndCHRCqP5Q70jRXARQyBU1I5TcbgN3nd3CMm-0SWVE718lt8Wae_68VwGDeUQYvL/s1080/A%20Innantis%20(nuovo).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoC00DWXjPswbhl_tV_prlvsYLb1cp28fYXeIITUiw-4GWGb9z2gAQpwCK6D4ey7aGMDL7zbK62IBtRA1I-RdT_DH3ILLQUg3vnCI8Qfe-066fLpKq6r8hn-uNM_XUndCHRCqP5Q70jRXARQyBU1I5TcbgN3nd3CMm-0SWVE718lt8Wae_68VwGDeUQYvL/w200-h200/A%20Innantis%20(nuovo).jpg" width="200" /></a></div>Aggiornamento:</b> alle ore 12 e 38 sulla pagina Facebook di A Innantis! è apparsa una nuova versione del simbolo dell'associazione, dunque distinto da quelli depositati per le elezioni. Oltre alla cura decisamente maggiore nella sua realizzazione, spicca l'albero arborense reinterpretato in un modo diverso. Ci si sente di dire che in questa evoluzione grafica il contrassegno non avrebbe incontrato seri problemi sul piano giuridico: magari qualche lamentela sarebbe arrivata ugualmente da Irs, ma relativa al solo tema grafico impiegato, non certo alla resa visiva del tema. Benché l'emblema non sia destinato a finire sulle schede, era necessario dare conto di questa innovazione per completare il discorso iniziato con l'articolo.</div></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-34437557614737911492024-01-07T23:41:00.018+01:002024-01-08T09:38:53.803+01:00Salutando Santagata, Besostri e i loro simboli<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpew88J_YdBxxzPFNJ5Q9gQ02FtJJ1xQ6kD4bktbxfq9RTctNMWN2wcEmah09NW5kToIBVnpwyyWx63R7fdeagTpsl8yhCOa1rO99HuQFETVxoeOIBhqJ80IIWJ632O886rgespAvmjj7iQ4q0YPC8szDmo4UydBblkFTbijY0EXcxiuCqcJgJAb_PX4Ya/s639/Santagata%20Besostri.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="425" data-original-width="639" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpew88J_YdBxxzPFNJ5Q9gQ02FtJJ1xQ6kD4bktbxfq9RTctNMWN2wcEmah09NW5kToIBVnpwyyWx63R7fdeagTpsl8yhCOa1rO99HuQFETVxoeOIBhqJ80IIWJ632O886rgespAvmjj7iQ4q0YPC8szDmo4UydBblkFTbijY0EXcxiuCqcJgJAb_PX4Ya/w320-h213/Santagata%20Besostri.jpg" width="320" /></a></div>L'anno è iniziato da pochi giorni e la politica italiana annovera già due lutti rilevanti, giunti a distanza di poche ore, che riguardano soprattutto la cosiddetta "Seconda Repubblica", con rilevanti sconfinamenti nella "Prima" (ammesso che questa periodizzazione abbia un senso) e nell'attualità: può suonare triste e dolente iniziare l'anno del sito in questo modo, ma un ricordo sembra d'obbligo, anche per la particolarità di entrambe le figure. Tanto <b>Giulio Santagata</b> quanto <b>Felice Carlo Besostri</b>, infatti, sono stati personaggi non di primissima fila (non hanno mai guidato formalmente un partito; Santagata è stato deputato per tre legislature e ministro senza portafoglio per due anni, Besostri è stato senatore per una sola legislatura e, anni prima, sindaco di un piccolo comune), ma assolutamente imprescindibili per chi, tra i #drogatidipolitica e non solo, voglia inquadrare correttamente più di una fase della politica e delle istituzioni italiane, soprattutto dalla metà degli anni '90 in avanti.</div><div style="text-align: justify;">Non è dato sapere se Giulio Santagata fosse tra i "congiurati pre-ulivisti" il 21 dicembre 1994 in quell'incontro nella sede bolognese di Nomisma, in Strada Maggiore, più volte raccontato in vari articoli da Edmondo Berselli (evidentemente tra i presenti, come conferma lo stesso Prodi nel suo libro <i>Strana vita la mia</i>). C'erano sicuramente - oltre a Romano Prodi e a Berselli - Dario Franceschini, Gianclaudio Bressa, Arturo Parisi, Vannino Chiti (allora presidente Pds della Toscana, presente col suo vice Fabrizio Geloni, del Ppi) e Antonio La Forgia (segretario Pds dell'Emilia-Romagna, accompagnato dall'ex sindaco di Bologna Guido Fanti). Eppure Santagata, economista nato e cresciuto in una famiglia democristiana di Zocca, con padre sindacalista (già, <i>Papà non era comunista</i>, come il titolo di un romanzo del fratello Marco, tra i più apprezzati studiosi di letteratura italiana) ma con una storia anche da militante del <b>Pci</b>, certamente stato vicino a Prodi fin dal primo giorno del suo impegno politico: è lo stesso fondatore di Nomisma e futuro Presidente del Consiglio a ricordare che fu proprio Santagata a trovare - insieme a Gianni Pecci - il famoso pullman ("Lo trovarono in una carrozzeria di Modena; un vecchio Iveco che era appartenuto a una ditta di Assisi specializzata in pellegrinaggi. Lo pagammo 20 milioni") con cui si girò tutto il Paese facendo nascere via via i "Comitati per l'Italia che vogliamo", antecedenti dell'<b>Ulivo</b>. Nel racconto di Prodi, poi, è ancora Santagata a essere stato individuato da Parisi come referente del disegno di un Ulivo quale espressione dell'intera coalizione (e non come alleanza di comitati e liste non pidiessine o come semplice lista).</div><div style="text-align: justify;">Nessuno può stupirsi, a questo punto, nel ritrovare Santagata nel ruolo di "uomo ovunque" dello staff prodiano, per usare di nuovo un'espressione di Edmondo Berselli (che tra l'altro - guai a scordarlo - nel suo capolavoro <i>Quel gran pezzo dell'Emilia</i> e più avanti in <i>Venerati maestri</i> cita lo stesso Santagata tra coloro che, al pari dell'Equipe 84, di Guccini e dei Nomadi, "si davano al beat per evitare la politica", visto che c'erano già i comunisti a farla). Consigliere economico all'epoca del primo governo Prodi, è ancora al suo fianco nell'esperienza di presidente della Commissione europea (per questo accreditato come in quota <b>Democratici</b>, pur non essendo stato candidato). Eletto per la prima volta alla Camera nel 2001 nel collegio uninominale di Modena centro per l'Ulivo in quota <b>Margherita</b> (federazione cui i Democratici avevano concorso e in cui confluirono quando si decise di trasformarla in partito), riuscì a farsi confermare nel 2006 (in Lazio) sempre nella lista dell'Ulivo: fu senza dubbio tra gli autori della risicatissima vittoria dell'Unione, quale fondatore della Fabbrica del programma e responsabile delle campagne prodiane per le primarie e per le elezioni politiche; anche per questo divenne ministro per l'attuazione del programma nel secondo governo Prodi. </div><div style="text-align: justify;">Santagata mantenne il seggio anche nel 2008 (in Campania) sotto le insegne del Partito democratico, mentre non fu ricandidato nel 2013 (visti anche i tre mandati consecutivi appena compiuti) e dovette certamente soffrire molto nel vedere impallinata la candidatura al Quirinale dell'amico Romano Prodi. Per ritrovare il suo nome legato a un simbolo si deve passare alla fine del 2017, quando Giulio Santagata risulta essere tra i promotori - insieme ai rappresentanti dei Verdi, del Psi e di Area progressista - della lista <b>Italia Europa Insieme</b>, indicato addirittura quale capo della forza politica: non a caso, nel contrassegno <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/12/psi-verdi-e-civici-insieme-e-rispunta.html" target="_blank">spuntava proprio il ramo d'Ulivo</a> (poi <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2017/12/insieme-dellulivo-restano-solo-le.html" target="_blank">ridimensionato per evitare contestazioni</a>). La lista ha avuto poca fortuna e in quell'occasione Santagata non è stato eletto, ma non aveva smesso di coltivare "l'ira del riformista", per riprendere il titolo del suo ultimo libro.</div><div style="text-align: justify;">Se Giulio Santagata uscì dal Parlamento nel 2013, Felice Besostri l'aveva abbandonato addirittura nel 2001, al termine della sua unica legislatura, quella iniziata nel 1996 con l'elezione al Senato, anche per lui sotto le insegne dell'<b>Ulivo</b>: candidato nel collegio di Milano 3, fu battuto da Riccardo De Corato, ma ottenne comunque il seggio grazie al recupero proporzionale. La sua era stata una delle candidature vincenti su cui aveva potuto contare la Federazione dei Laburisti di Valdo Spini, quasi due anni dopo la sua nascita, in uscita da un <b>Partito socialista italiano</b> prossimo alla messa in liquidazione; proprio come esponente del Psi, peraltro, dal 1983 al 1988 Besostri era stato sindaco del comune di Borgo San Giovanni (allora in provincia di Milano, dal 1992 in quella di Lodi). Besostri aderì al gruppo del Pds, anticipo della scelta dei Laburisti di concorrere alla formazione - nel 1999 - dei <b>Democratici di sinistra</b>. Nel 2001 fu candidato di nuovo sotto le insegne uliviste; perse sempre contro De Corato ancora nello stesso collegio, ma il risultato del centrosinistra non gli consentì di ottenere il seggio nella quota proporzionale. Mancò l'elezione anche nel 2006, candidato in Lombardia dai Ds in sedicesima posizione (non proprio favorevole: il seggio non scattò nemmeno per Franco Bassanini, collocato all'undicesimo posto della lista bloccata).</div><div style="text-align: justify;">Non risultano candidature nel 2008 e nel 2013, ma appena prima del 2008 era iniziata la battaglia per cui Besostri è in assoluto più noto tra i #drogatidipolitica e non solo. Già ricercatore di diritto pubblico comparato, Besostri intervenne infatti - quale cittadino elettore e avvocato di Udeur, Uniti a sinistra, Rinnovamento della sinistra, Associazione Rosso Verde e Gruppo del Cantiere - nel giudizio di ammissibilità sui referendum "Guzzetta-Segni" volti a far assegnare il premio di maggioranza della "legge Calderoli" alla lista più votata (e non a una coalizione): si voleva contestare l'ammissibilità dei quesiti anche perché l'assenza di una soglia minima per attribuire il premio avrebbe potuto alterare troppo il risultato delle elezioni. In quell'anno, Besostri intervenne in un giudizio amministrativo con cui si era chiesto di annullare gli atti di convocazione delle elezioni politiche per incostituzionalità di varie norme della legge elettorale, da sottoporre alla Corte costituzionale: Si trattò del primo tentativo concreto di far arrivare al giudice delle leggi una questione di costituzionalità relativa alla legge elettorale politica. Il cammino, impervio e costellato di insuccessi, nel 2013 centrò l'obiettivo: in primavera la Corte di Cassazione - di fronte al ricorso di Aldo Bozzi, che nel 2009 aveva agito per far accertare la lesione dei loro diritti elettorali, con l'intervento di Tani, Besostri e altri cittadini - volle interpellare la Corte costituzionale, che a dicembre colpì il premio di maggioranza e le liste bloccate della "legge Calderoli" (emettendo poi la sentenza n. 1/2014). Besostri avrebbe ingaggiato e coordinato - con vari avvocati che avevano accettato di operare <i>pro bono</i> - altre battaglie per depurare dalle incostituzionalità altre leggi elettorali (per il voto politico, europeo e regionale), ma ha seguito anche contenziosi in materia di autodichia parlamentare e vitalizi: se certe iniziative non hanno avuto fortuna, l'azione contro la legge elettorale <i>Italicum</i> è finita con la bocciatura del ballottaggio e il meccanismo dell'opzione per i candidati multieletti (sentenza n. 35/2017 della Corte costituzionale) e prima ancora l'impegno del Coordinamento per la democrazia costituzionale (cui ha partecipato lo stesso Besostri) ha concorso nel 2016 al voto negativo sulla riforma costituzionale.</div><div style="text-align: justify;">In occasione delle elezioni del 2018 (con un'altra legge che secondo lui presentava gravi vizi), Felice Besostri è stato candidato in varie circoscrizioni per Liberi e Uguali, senza risultare eletto: è stato candidato come socialista, benché il Partito socialista italiano - come si è visto prima - abbia concorso a un'altra lista. Senza mettere in dubbio la sua vicinanza al Psi, Besostri ha concorso all'attività - oltre che dell'Istituto di studi politici Giorgio Galli, animato da Daniele Comero - di vari soggetti collettivi di quella stessa area, quali il Gruppo di Volpedo, la <b>Rete socialista </b>e l'associazione <b>Socialismo XXI</b>. Sembra dunque giusto ricordare, accanto alla battaglia appassionata per elezioni autentiche (come dimostrano i suoi recentissimi intervento nel <i>format</i> concepito per lui e con lui da Vladimiro Poggi, <i>Besostri c'è</i>), anche un impegno militante portato avanti fino all'ultimo giorno.</div><div style="text-align: justify;">Per tutte le ragioni indicate sin qui, non considerare il ruolo di Giulio Santagata e Felice Besostri negli ultimi trent'anni di vita politica e istituzionale italiana sarebbe davvero inopportuno, per chi volesse avere una visione più completa, non trascurando i vari passaggi, anche da un simbolo all'altro.</div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-59693239746708794982023-12-31T22:39:00.200+01:002024-01-14T10:13:03.803+01:00Il 2023 finisce, la gratitudine no!<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNJxhEx5u3srMvG3wp7HFTBElrTNWFdeXhUHqmUM7hL-TNej4uyK5WEV2th8dSmk0wmM2GwqY5HA322uCwkREr3VPax4dMoYkdoA0mcfF_g7oME5a3zhoQGeYkl9T57zXtsc7IGP_JVfomZSOCC8nNr9_efAtTvwL6mHwlPw_Z7l2j1xkA81809ygDOkuX/s1187/Sito%20fine%202023.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1187" data-original-width="1187" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNJxhEx5u3srMvG3wp7HFTBElrTNWFdeXhUHqmUM7hL-TNej4uyK5WEV2th8dSmk0wmM2GwqY5HA322uCwkREr3VPax4dMoYkdoA0mcfF_g7oME5a3zhoQGeYkl9T57zXtsc7IGP_JVfomZSOCC8nNr9_efAtTvwL6mHwlPw_Z7l2j1xkA81809ygDOkuX/w200-h200/Sito%20fine%202023.jpg" width="200" /></a></div>Destinato in origine a ospitare le elezioni politiche, dopo il voto anticipato del 25 ottobre 2022 (con la "legge Rosato" applicata a un Parlamento ridotto nella consistenza) <b>il 2023 ha visto diminuire decisamente il suo peso in ambito elettorale</b>. Nonostante ciò, questo spazio purtroppo ha faticato non poco a svolgere il suo consueto ruolo di informatore-approfonditore sulle novità partitico-simboliche (elettorali e non) della politica italiana: questo essenzialmente per colpa di chi scrive, del suo carico di impegni e della difficoltà di conciliare con questi l'aggiornamento del sito, che - chi segue da tempo lo sa - richiede tempo ed energie quanto un lavoro "vero", se non di più. </div><div style="text-align: justify;">Diventa così necessario innanzitutto scusarsi con chi ha fatto una o più capatine da queste parti per cercare notizie, verifiche o approfondimenti che in tempi "normali" sarebbe stato quasi ovvio trovarvi, restando invece a mami vuote. Le scuse maggiori, però, sono dovute alle non poche persone che in privato o con un semplice <i>tag</i> hanno suggerito spunti per articoli senz'altro interessanti, ma che sono capitati in un tempo di troppo impegno o di scarsa disponibilità di energie: se il sito non si è dimostrato abbastanza attento all'attualità, non è certo loro responsabilità.</div><div style="text-align: justify;">Si è comunque cercato di dare attenzione agli appuntamenti elettorali principali, a partire dalle elezioni regionali in <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/02/lazio-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html" target="_blank">Lazio</a>, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/02/lombardia-simboli-e-curiosita-sulla.html" target="_blank">Lombardia</a>, <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/friuli-venezia-giulia-simboli-e.html" target="_blank">Friuli - Venezia Giulia</a> (con la sacrosanta divagazione satirica della banda di <i>Mataran</i>) e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/06/molise-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html" target="_blank">Molise</a> e dal voto nelle province autonome di <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/10/provinciali-di-trento-simboli-e.html" target="_blank">Trento</a> e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/10/provinciali-di-bolzano-simboli-e.html" target="_blank">Bolzano</a>. Si è data attenzione anche alle prime elezioni suppletive di questa legislatura (<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/09/suppletive-monza-simboli-e-candidature.html" target="_blank">quelle nel collegio senatoriale di Monza-Brianza</a>, rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi), con il loro rito singolare di deposito di candidature e simboli. Si sono poi passati in rassegna vari capoluoghi di provincia o comuni superiori interessati dalle <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/search/label/amministrative%202023" target="_blank">elezioni amministrative di primavera</a>, analizzando i contrassegni presentati e le loro particolarità (potendo contare sull'aiuto consueto, mai banale e sempre prezioso di <b>Antonio Folchetti</b> e anche su quello di <b>Raffaele Dobellini</b>). Passando dal "grande" al (molto) "piccolo", non poteva mancare il viaggio nei comuni "sotto i mille" interessati dal voto, proposto come sempre da <b>Massimo Bosso</b> (in due puntate: <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/05/simboli-sotto-i-mille-2023-dallinizio.html" target="_blank">la prima</a> e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/05/simboli-sotto-i-mille-2023-alla-fine-di.html" target="_blank">la seconda</a>): dopo<a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/voto-nei-comuni-piccoli-le-camere-ci.html" target="_blank"> l'approvazione da parte del Senato del "ddl Pirovano - ex Augussori"</a> sulle elezioni nei microcomuni, contenente - tra l'altro - le disposizioni volte a evitare liste esterne reintroducendo la raccolta firme non definitivamente approvate nella scorsa legislatura, la Camera non ha ancora provveduto a completare l'<i>iter</i>, così è stato possibile compiere il racconto anche quest'anno, con vari casi interessanti da analizzare.</div><div style="text-align: justify;">C'è stato spazio per alcuni approfondimenti, sul <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/02/3-congresso-di-europa-appuntamento-con.html" target="_blank">terzo congresso di +Europa</a> (non disgiunto dalla questione della - non avvenuta - <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/02/ancora-sul-rapporto-tra-simboli-e.html">registrazione come marchio del simbolo</a>), sulla <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/la-legge-elettorale-in-piemonte-le-idee.html" target="_blank">legge elettorale piemontese</a> (con il contributo fondamentale di Bruno Goi) e sull'esperienza della <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/03/spartito-rock-una-rievocazione-musical.html" target="_blank">lista SPartito Rock a Como nel 1980</a> (grazie soprattutto a una pubblicazione discografico-editoriale di pregio, curata da Sandro Sench Bianchi), senza dimenticare il tentativo - suggerito soprattutto da Raffaele Dobellini - di proporre <a href="https://www.isimbolidelladiscohttps://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/04/un-simbolo-per-i-riformisti-nonostante.htmlrdia.it/2023/04/un-simbolo-per-i-riformisti-nonostante.html" target="_blank">un simbolo per l'area riformista</a>. Quanto ai lutti del 2023, certamente la morte di Silvio Berlusconi ha ottenuto l'attenzione maggiore sui <i>media</i>, anche se su queste pagine si è preferito - oltre che <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2013/11/il-padre-grafico-di-forza-italia.html" target="_blank">ricordare la genesi del marchio-simbolo</a> - analizzare <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/04/berlusconi-il-destino-di-forza-italia-e.html" target="_blank">gli aspetti di "diritto dei partiti" e "democrazia interna" relativi a Forza Italia</a>; si è comunque ritenuto opportuno dedicare spazio <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/05/ricordare-andrea-augello-con-i-suoi.html" target="_blank">alla coerenza politico-ideologica e allo stile di Andrea Augello</a>, da apprezzare in tempi bui per gran parte della scena politica. Sul piano editoriale, quest'anno è stato possibile organizzare una sola presentazione di libri (<i>Il paese che siamo</i>, di Lorenzo Pregliasco, cui chi scrive è grato per la disponibilità); in compenso, l'anno si è aperto con <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/01/lelezione-del-parlamento-della-padania.html" target="_blank">l'uscita del libro <i>Padani alle urne</i></a>, sull'elezione del Parlamento della Padania del 1997, frutto di anni di ricerca - pur legata a un partito lontano dalle posizioni politiche del sottoscritto - che hanno finalmente trovato una veste da sfogliare, impreziosite dalla prefazione di Luciano Ghelfi.</div><div style="text-align: justify;">Da ultimo, le vicende dello scudo crociato e della diaspora-frammentazione della Democrazia cristiana hanno richiesto vari articoli (meno di quanti ne sarebbero serviti), ma soprattutto si è cercato di affrontarle e comunicarle anche con un linguaggio e uno strumento diverso: è nato così il <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/07/scudo-incrociato-la-fine-e-i-tanti.html" target="_blank">podcast <i>Scudo (in)crociato</i>, una storia in dodici puntate</a> che si è avvalsa - per un racconto più ricco - dell'archivio prezioso e sterminato di Radio Radicale. Certamente anche questo ha contribuito ad assorbire molto tempo e a non far aggiornare il sito nel modo dovuto, ma l'avventura meritava di essere intrapresa e portata a termine. Ora che è conclusa, chi scrive è contento di condividere questo traguardo con chi ha continuato a seguire questo spazio, un po' meno ricco del solito, ma spero accogliente, anche grazie alla lista di persone che segue e - come di consueto - si allunga ancora. Buon 2024 e - speriamo - tanta politica da raccontare (e non solo alle elezioni europee e amministrative, già in programma per il mese di giugno, e quelle regionali previste in varie date, a partire da quelle sarde del 25 febbraio).</div><div style="text-align: justify;"> <br /><div style="text-align: center;">* * *</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><i>Grazie a Martino Abbracciavento, Paolo Abete, Ignazio Abrignani, Leonardo Accardi, Giovanni Acquarulo, Mario Adinolfi, Guglielmo Agolino, Tiziana Aicardi, Luca Al Sabbagh, Tiziana Albasi, Mauro Alboresi, Alberto Alessi, Francesca Alibrandi, Alfonso Alfano, David Allegranti, Angela Allegria, Antonio Amico, Antonio Angeli, Daniele Arghittu, Leoluca Armigero, Nicola Aronne, Antonio Atte, Luigi Augussori, Mauro Aurigi, Luca Bagatin, Cristina Baldassini, Laura Banti, Marcello Baraghini, Daniele Barale, Lucio Barani, Amedeo Barbagallo, Paolo Barbi, Mario Bargi, Enzo Barnabà, Giovanni Barranco, Alessandro M. Baroni, Chiara Maria Bascapè, Maruzza Battaglia, Americo Bazzoffia, Giovanni Bellanti, Fabio Belli, Pierpaolo Bellucci, Marco Beltrandi, Francesco Benaglia, Giulia Benaglia, Valentina Bendicenti, Matteo Benetton, Pierangelo Berlinguer, Roberto Bernardelli, Rita Bernardini, Enrico Bertelli, Giuseppe Berto, Niccolò Bertorelle, Alberto Bevilacqua, Diego "Zoro" Bianchi, Leonardo Bianchi, Giuliano Bianucci, Laura Bignami, Raffaella Bisceglia, Mauro Biuzzi, Fabio Blasigh, Paolo Bonacchi, Enzo Bonaiuto, Ettore Bonalberti, Paola Bonesu, Andrea Boni, Mauro Bondì, Fabio Bordignon, Salvatore Borghese, Michele Borghi, Lorenzo Borré, Renzo Bortolot, Massimo Bosso, Francesco Bragagni, Carlo Branzaglia, Antonio Bravetti, Giancarlo Brioschi, Franco Bruno, Andrea Bucci, Giampiero Buonomo, Antonio Burton Cerrato, Mario Cabeddu, Massimiliano Cacciotti, Giovanni Cadioli, Luca Calcagno, Giuseppe Calderisi, Mauro Caldini, Stefano Caldoro, Stefano Camatarri, Antonio Campaniello, Francesco Campopiano, Elisabetta Campus, Aurelio Candido, Maria Antonietta Cannizzaro, Matteo Cantamessa, Roberto Capizzi, Monica Cappelletti, Luca Capriello, Giovanni Capuano, Jacopo Capurri, Giuseppe Carboni, Vito Cardaci, Francesco Cardinali, Mauro Carmagnola, Nicola Carnovale, Damiano Cosimo Cartellino, Francesco Casciano, Elena Caroselli, Robert Carrara, Cosimo Damiano Cartelli, Roberto Casciotta, Michele Casolaro, Pierluigi Castagnetti, Marco Castaldo, Vincenzo Castellano, Luciano Castro, Stefano Ceccanti, Filippo Ceccarelli, Luigi Ceccarini, Mirella Cece, Anna Celeste, Luciano Chiappa, Vincenzo Chiusolo, Angelo Ciardullo, Valentina Cinelli, Mauro Cinquetti, Giuseppe Cirillo, Massimo Cirri, Giulia Civiletti, Roman Henry Clarke, Daniele Coduti, Paolo Colantoni, Luigi Colapietro, Antonia Colasante, Emanuele Colazzo, Manlio Collino, Emiliano Colomasi, Ettore Maria Colombo, Fabrizio Comencini, Daniele Vittorio Comero, Francesco Condorelli Caff, Nicola Consiglio, Andrea Consonni, Carmelo Conte, Antonio Conti, Pietro Conti, Francesco Corradini, Carlo Correr, Antonio Corvasce, Silvia Costa, Cristina Costantini, Andrea Covotta, Graziano Crepaldi, Vito Crimi, Luca Cristini, Francesco Crocensi, Stefano Croletto, Mattia Crucioli, Natale Cuccurese, Emilio Cugliari, Francesco Cundari, Johnathan Curci, Salvatore Curreri, Francesco Curridori, Domenico Cutrona, Francesco D'Agostino, Nicola D'Amelio, Gabriele D'Amico, Michele D'Andrea, Roberto D'Angeli, D</i><i>ario </i><i>D'Angelo, </i><i>Renato D'Emmanuele, Serafino D'Onofrio, Ferdinando D'Uva Cifelli, Alessandro Da Rold, Pierluca Dal Canto, Roberto Dal Pan, Paolo Dallasta, Marco "Makkox" Dambrosio, Lorenzo De Cinque, Fabrizio De Feo, Gianluca De Filio, Filippo De Jorio, Francesco De Leo, Pietro De Leo, Davide Maria De Luca, Stefano De Luca, Pino De Michele, Carlo De Micheli, Antonio De Petro, Mario De Pizzo, Giancarlo De Salvo, Roberto De Santis, Donato De Sena, Franco De Simoni, Mauro Del Bue, David Del Bufalo, Alessandro Del Monaco, Paola Dell'Aira, Maurizio Dell'Unto, Benedetto Della Vedova, Riccardo DeLussu, Alfio Di Costa, Dario Di Francesco, Roberto Di Giovan Paolo, M</i><span style="text-align: left;"><i>atteo Di Gr</i></span><i>ande, </i><i>Alberto Di Majo, Luca Di Majo, Alfio Di Marco, Marco Di Nunzio, Simone Di Stefano, Alessandro Di Tizio, Antonino Di Trapani, Giovanni Diamanti, Ilvo Diamanti, Antonino Distefano, Raffaele Dobellini, Federico Dolce, Alessandro Duce, Filippo Duretto, Daniele Errera, Sabatino Esposito, Tullia Fabiani, Andrea Fabozzi, Filippo Facci, Leonardo Facco, Piercamillo Falasca, Giuseppe Alberto Falci, </i><i>Alessio F</i><i>alconio, </i><i>Arturo Famiglietti, Annalisa Fantilli, Marco Fars, Luigi Fasce, Gianni Fava, Giovanni Favia, Francesca Federici, Stefano Feltri, Paolo Ferrara, Michele Ferr</i><i>ari, </i><i>Jacopo Maria Ferri, Emilia Ferrò, Antonio Fierro, Giulia Fioravanti, Roberto Fiore, Daniele FIori, Francesca Fiorletta, Luciano Fissore, Antonio Floridia, Antonio Folchetti, Gianni Fontana, Cinzia Forgione, Gianluca Forieri, Ciro Formicola, Riccardo Forni, Sara Franchino, Gabriella Frezet, Iztok Furlanič, Massimo Galdi, Vincenzo Galizia, Vincino Gallo, Elisa Gambardella, Alessandro Gamberi, Riccardo Gandini, Federico Gandolfi, Uberto Gandolfi, Luciano Garatti, Carlo Gariglio, Paolo Garofalo, Francesco Gasbarro, Marcello Gelardini, Chiara Geloni, Alessandro Genovesi, Tommaso Gentili, Luciano Ghelfi, Mattia Giacometti, Alessio "Pinuccio" Giannone, Alessandro Gigliotti, Marco Giordani, Michele Giovine, Andrea Gisoldi, Carlo Gustavo Giuliana, Adriano Gizzi, Bruno Goi, Renato Grassi, Roberto Gremmo, Antonio Guidetti, Massimo Gusso, Giovanni Guzzetta, Vincenzo Iacovino, Vincenzo Iacovissi, Emanuele Iacusso, Orlando Iannotti, Antonino Ingrosso, Mauro Incerti, Paolo Inno, Matteo Iotti, Tobias Jones, Roberto Jonghi Lavarini, Luca Josi, Tommaso Labate, Piero Lamberti, Orione Lambri, Giacomo Landolfi, Piero Lanera, Calogero Laneri, Alessandro Lanni, Lisa Lanzone, Angelo Larussa, Michele Lembo, Marco Lensi, Davide Leo, Pellegrino Leo, Raffaella Leonardi, Luca Leone, Ferdinando Leonzio, Raffaele Lisi, Giovanni Litt, Antonio Marzio Liuzzi, Valentina Lo Valvo, Max Loda, Dario Lucano, Nino Luciani, Maurizio Lupi (il Verde-Verde), Bruno Luverà, Chiara Macina, Angela Maenza, Cesare Maffi (chiunque sia), Paolo Maggioni, Mimmo Magistro, Paolo Oronzo Magli, Francesco Magnani, Alex Magni, Francesco Magni, Bruno Magno, Marco E. Malaguti, Lucio Malan, Francesco Maltoni, Marcello Mamini, Enzo Mancini, Pietro Manduca, Renato Mannheimer, Silvja Manzi, Andrea Maori, Gian Paolo Mara, Enzo Maraio, Roberto Marchi, Federico Marenco, Gherardo Marenghi, Marco Margrita, Luca Mariani, Giulia Marrazzo, Marco Marsili, Carlo Marsilli, Leonardo Martinelli, Dario Martini, Antonio Massoni, Riccardo Mastrolillo, Mataran (tutta la banda), Angela Mauro, Angelo Mauro, Federico Mauro, Andrea Mazziotti Di Celso, Paola Meinardi, Angelo Orlando Meloni, Elisa Meloni, Marcello Menni, Stefano Mentana, Giovanni Merante, Filippo Merli, Giorgio Merlo, Amalia Micali, Vincenzo Miggiano, Luca Misculin, Antonio Modaffari, Marco Monni, Marco Montecchi, Rosanna Montecchi, Nicolò Monti, Roberto Morandi, Raffaello Morelli, Matteo Moretto, Fabio Morgano, Francesco Morganti, Mara Morini, Francesco Mortellaro, Claretta Muci, Martina Mugnaini, Pietro Murgia, Paola Murru, Alessandro Murtas, Tomaso Murzi, Antonio Murzio, Cristiana Muscardini, Alessandro Mustillo, Paolo Naccarato, Giorgio Nadalini, Francesco Napoli, Donato Natuzzi, Ippolito Negri, Claudio Negrini, Fabio Massimo Nicosia, Davide Nitrosi, Gianluca Noccetti, Edoardo Novelli, Marzia Novellini, Vincenzo Carmine Noviello, </i><span style="text-align: left;"><i>Riccardo Olago, </i></span><i>Enrico Olivieri, Matteo Olivieri, Federica Olivo, Oradistelle, Fabrizio Orano, Claudio Ossani, Laura Pacelli, Mario Pacelli, Gabriele Paci, Alessandro Pacifico, Libera Ester Padova, Andrea Paganella, Roberto Pagano, Gi</i><i>anc</i><i>arlo P</i><i>agli</i><i>arini, </i><i>Pierluigi Pagliughi, Enea Paladino, Lanfranco Palazzolo, Paolo Palleschi, Carmelo Palma, Giovanni Ciro Palmieri, Enzo Palumbo, Massimiliano Panarari, Max Panero, Filippo Panseca, Giulia Pantaleo, Margherita Paoletti, Federico Paolone, Giovanni Pappalardo, Fabio Pariani, Massimo Parecchini, Dario Parrini, Gustavo Pasquali, Ottavio Pasqualucci, Gianluca Passarelli, Oreste Pastorelli, Alan Patarga, Ivan Pavesi, Lorenzo Pavoncello, Angela Pederiva, Elen</i><i>a Pepponi, </i><i>Marco Peretti, Stefano Perini, Massimo Percossi, Giacomo Peterlana, Rinaldo Pezzoli, Antonio Piarulli, Elisa Piazza, Tomaso Picchioni, Marco Piccinelli, Daniele Piccinin, Flavia Piccoli Nardelli, Fabrizio Pignalberi, Francesco Pilieci, Gianluca Pini, Marco Pini, Marco Piraino, Stefania Piras, Enrico Pirondini, Piero Pirovano, Andrea Maria Pirro, Irma Liliana Pittau, Candida Pittoritto, Elisa Pizzi, Matteo Pizzonia, Marina Placidi, Vladimiro Poggi, Paolo Poggio, Carlandrea Poli, Elena G. Polidori, Vittorio Polieri, Alfredo Politano, </i><span style="text-align: left;"><i>Francesco Polizzotti, </i></span><i>Mauro Polli, Nicola Porfido, Giacomo Portas, Aldo Potenza, Giuseppe Potenza, Lorenzo Pregliasco, Cesare Priori, Giulio Prosperetti, Carlo Prosperi, Matteo Pucciarelli, Franco Puglia, Simona Pulvirenti, Riccardo Quadrano, Renzo Rabellino, Andrea Rauch, </i><span style="text-align: left;"><i>Rocco Gerardo Rauseo, </i></span><i>Michele Redigonda, Pierluigi Regoli, Andrea Renzi, Maurizio Ribechini, Angelo Riccardi, Livio Ricciardelli, Brando Ricci, Egle Riganti, Pietro Paolo Rimonti, Matteo Riva, Francesco Rizzati, Giuseppe Rizzi, Marco Rizzo, Lamberto Roberti, Donato Robilotta, Luca Romagnoli, Giorgia Rombolà, Giuliano Giuseppe Romani, Federico Rossi, Giovanni Rossi, Giuseppe Rossodivita, Gianfranco Rotondi, Daniele Rotondo, Sergio Rovasio, Salvatore Rubbino, Massimo Rubechi, Simonetta Rubinato, Roberto Ruocco, Mariagrazia Russo, Antonio Sabella, Pierantonio Sabini, Giampaolo Sablich, Luca Sablone, Francesco Saita, F</i><i>abio S</i><i>al</i><i>amid</i><i>a, </i><i>Stefano Salmè, Elio Salvai, Gennaro Salzano, Angelo Sandri, Maurizio Sansone, Giovanni Santaniello, Aldo Santilli, Egidio Santin, Giuliano Santoro, Ugo Sarao, Anna Sartoris, Alessandro Savorelli, Jan Sawicki, Tonino Scala, Gian Franco Schietroma, Alexander Schuster, Francesco Sciotto, Giacomo Scotton, Renato Segatori, Alessandra Senatore, Elisa Serafini, Roberto Serio, Oscar Serra, Diana Severati, J</i><i>acopo Simonetti, </i><i>Gianni Sinni, Claudia Soffritti, Carlo Antonio Solimene, Catia Sonetti, Roberto Sorcinelli, Gigi Sordi, Simone Sormani, Samuele Sottoriva, Stefano Spina, Valdo Spini, Alice Sponton, Ugo Sposetti, Mario Staderini, Gregorio Staglianò, Anna Starita, Luigina Staunovo Polacco, Roberto Stefanazzi, Lorenzo Stella, Leo Stilo, Francesco Storace, Nicola Storto, Ivan Tagliaferri, Tiziano Tanari, Mario Tassone, Barbara Tedaldi, Roland Tedesco, Edoardo Telatin, Luca Tentoni, Adriano Teso, Antonio Tolone, Marco Tonus, Mauro Torresi, Luigi Torriani, Alvaro Tortoioli, Giuseppe Toscano, Massimiliano Toti, David Tozzo, Roberto Traversa, Marco Trevisan, Ciro Trotta, Lara Trucco, Fabio Tucci, Andrea Turco, Maria Turco, Maurizio Turco, Massimo Turella, Sauro Turroni, Davide Uccella, Mauro Vaiani, Manfredi Valeriani, Silvia Vallisneri, Marco Valtriani, Lorenzo Vanni, Milhouse Van Houten, Max Vassura, Margherita Vattaneo, Gianluca Giuseppe Veneziano, Alessio Vernetti, Enrico Veronese, Sergio Veronese, Fiodor Verzola, Angelo Vezzosi, Michele Viganò, Lucia Visca, Canzio Visentin, Ettore Vitale, Sara Zambotti, Pierantonio Zanettin, Camllla Zanola, Maria Carmen Zito, Mirella Zoppi, Roberto Zuffellato, Federico Zuliani, Piotr Zygulski. </i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>In chiusura, un ringraziamento v</i><span style="text-align: left;"><i>a </i></span><span style="text-align: left;"><i>anche </i></span><i>a chi ha creato il simbolo della lista Insieme a Siracusa, base per il simbolo-logo di quest'anno.</i></div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-55508808203631068662023-11-02T23:53:00.005+01:002023-11-03T00:08:49.354+01:00Torna la Democrazia cristiana, con Rotondi e lo scudo crociato ribaltato<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGRPOfWKP34f55dzJ1hMNdK7fd670Q4DRF37UrDKLP3q9qLcHdh2WA3JDCaA4sjIFEbIQTNiGY2vltIy-woBphjYX-OnN-MfU-526scHalCoUHyIyFEX_TtobjXe_rpkwQV7C-FVMjKdqmacwDVZjSBeSzjFE5rI24L2Jpt7wKnThNAj9BPZQ389FGJd0a/s1000/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGRPOfWKP34f55dzJ1hMNdK7fd670Q4DRF37UrDKLP3q9qLcHdh2WA3JDCaA4sjIFEbIQTNiGY2vltIy-woBphjYX-OnN-MfU-526scHalCoUHyIyFEX_TtobjXe_rpkwQV7C-FVMjKdqmacwDVZjSBeSzjFE5rI24L2Jpt7wKnThNAj9BPZQ389FGJd0a/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi.jpg" width="200" /></a></div>Missione compiuta, anche questa volta. Con il suo consueto fine settimana lungo a Saint-Vincent - organizzato da anni nella stessa città che nella Prima Repubblica aveva ospitato i convegni della sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin - <b>Gianfranco Rotondi</b> ha attirato l'attenzione dei <i>media</i> e ha colto l'occasione per pre-annunciare (prima) e annunciare (poi) il ritorno del passato remoto e quasi-prossimo, leggermente rivisto. Torna la "sua" <b>Democrazia cristiana</b>, con <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/09/dc-e-scudo-crociato-riassunto-e-la-mia.html" target="_blank">il nome che lui stesso era stato autorizzato a usare alla fine del 2004</a> per il partito da lui appena fondato. Ed è proprio quel partito, come soggetto giuridico, a essere stato riattivato di nuovo, dopo che era stato "congelato" una prima volta alla nascita del Pdl (2008), <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2018/08/rotondi-per-tornare-alla-dc-vi-metto.html" target="_blank">"scongelato" nel 2018 quando lo stesso Rotondi aveva provato a guidare un tentativo di federazione</a> di varie forze di area e ispirazione democristiana e <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/06/dc-rotondi-ri-congelata-presto-una.html" target="_blank">"rimessa in sonno" un anno più tardi</a>, dopo che alle elezioni del 2019 il progetto aveva mostrato i suoi limiti. Il progetto del 2004, insomma, viene rianimato, tra segni di continuità e altri di cambiamento (stavolta, per esempio, c'è uno scudo crociato - quasi jacovittesco - mentre Rotondi in passato non l'aveva voluto). Come in passato, vale la pena approfondire quei passaggi con il protagonista di questa storia - nonché di quella dei democristiani dopo la Dc storica, come prova la sua presenza frequente <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/07/scudo-incrociato-la-fine-e-i-tanti.html" target="_blank">nel podcast <i>Scudo (in)crociato</i></a> - approfittando della sua disponibilità a farsi intervistare a ogni novità emersa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Onorevole Rotondi, possiamo dire che è iniziata la "terza vita" della "sua" Democrazia cristiana?</b></div><div style="text-align: justify;">Mah, io faccio fatica a sezionare questa piccola storia: in realtà, dal punto di vista giuridico, la Democrazia cristiana è rimasta sempre quella da me fondata nel 2004. Ricordiamo le puntate precedenti per chi dovesse agganciarsi ora...</div><div style="text-align: justify;"><b>Ricordiamole.</b></div><div style="text-align: justify;">La Democrazia cristiana conclude la sua unità nel 1994, con l'ultima battaglia unitaria del Partito popolare italiano, anche sotto le insegne del Patto per l'Italia guidato da Mariotto Segni; nel 1995 Buttiglione "spacca" il partito e, in seguito, sulla scena agiscono il Cdu e il Ppi. Successivamente il Cdu porta lo scudo crociato nell'Udc; contestualmente si rendono necessari nuovi negoziati tra gli "eredi" politici della Dc. In quell'occasione, si stabilisce che il patrimonio sia lasciato completamente nella titolarità e nella gestione del Ppi e l'uso dello scudo crociato viene confermato al Cdu; in seguito, su mia richiesta, i legali rappresentanti del Ppi firmano un atto con cui mi autorizzano a usare il nome "Democrazia cristiana" per identificare una nuova associazione costituita da me. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9x2axNpPYKMBkoao-eGpynRk0jmMMhEEwtel2GQS7iVKPERVD9UXlduVAJ7hUO5cUxO97DYBs48zg_68IaMBsHySFfFfksHRTuZ5zn0dsX94YmV9tMwvg93d-vsQLCeUdfMSZl8BWiWklCiX8lqY8S4g0ce9-ibv9UYLeTjxAV65knAHETZw_z6eLOwC4/s1181/Democrazia%20cristiana%20(grande).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1181" data-original-width="1181" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9x2axNpPYKMBkoao-eGpynRk0jmMMhEEwtel2GQS7iVKPERVD9UXlduVAJ7hUO5cUxO97DYBs48zg_68IaMBsHySFfFfksHRTuZ5zn0dsX94YmV9tMwvg93d-vsQLCeUdfMSZl8BWiWklCiX8lqY8S4g0ce9-ibv9UYLeTjxAV65knAHETZw_z6eLOwC4/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20(grande).jpg" width="200" /></a></div>Io, dunque, non rappresento nessuna continuità della Dc storica, ma sono autorizzato da quest'ultima [cioè dal Ppi - ex Dc, <i>ndb</i>] a usare quel nome. Fondato il partito nel 2004, ne abbiamo presentato le liste alle elezioni regionali del 2005 in Piemonte, Campania e Puglia: abbiamo subito i ricorsi dell'Udc che contestavano la confondibilità del contrassegno con il loro, ma abbiamo vinto, ora al Tar [per il Piemonte, <i>ndb</i>], ora al Consiglio di Stato [per le elezioni pugliesi, <i>ndb</i>], vedendoci riconosciuta la legittimità dell'uso di quel nome, diritto che io ho ricevuto in esclusiva come presidente di quell'associazione-partito. Noi abbiamo poi resistito, vincendo, anche in tutti i giudizi civili e amministrativi avviati nei nostri confronti da sedicenti Democrazie cristiane, ottenendo persino un decreto penale che condannava i rappresentanti di una di queste Dc "fasulle" a non molestare più gli esponenti della Democrazia cristiana. </div><div style="text-align: justify;"><b>Questo per quanto riguarda gli inizi, poi?</b></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5u4MX21xAAoxklebW9AjQpJyjptIiM_hzRc6FsKIPRjprfqaPHLeh-f24noKhMkgdJauCruk8Q7QjLbkUrmwg7GLxXg1rMnkN10_OU-4uGv8csXZuLxtWKd5ZKnk6GcBe35XK0QqJ5OFQ6V7ue7xSo080l6kfRo_uJLtUjSbC12YXOEllgio8DOf3D0fb/s800/Democrazia%20cristiana%20per%20le%20autonomie%20(ritoccato).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5u4MX21xAAoxklebW9AjQpJyjptIiM_hzRc6FsKIPRjprfqaPHLeh-f24noKhMkgdJauCruk8Q7QjLbkUrmwg7GLxXg1rMnkN10_OU-4uGv8csXZuLxtWKd5ZKnk6GcBe35XK0QqJ5OFQ6V7ue7xSo080l6kfRo_uJLtUjSbC12YXOEllgio8DOf3D0fb/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20per%20le%20autonomie%20(ritoccato).jpg" width="200" /></a></div>Abbiamo partecipato - come Dc per le autonomie - alle elezioni politiche del 2006 [in una lista comune con il Nuovo Psi, <i>ndb</i>], ottenendo la possibilità di formare gruppi parlamentari alla Camera e al Senato; abbiamo poi concorso con Silvio Berlusconi a fondare il Popolo della libertà e, alla pari di Forza Italia e Alleanza nazionale, abbiamo deliberato di sospendere la nostra attività politica senza scioglierci. Spaccato e "finito" il Pdl, una parte consistente di An ha dato luogo a Fratelli d'Italia, Forza Italia ha ripreso il suo cammino e anche la Democrazia cristiana ha ripreso un'attività autonoma. In seguito, anche se il partito è rimasto sempre lo stesso, abbiamo ritenuto di presentarci con motti diversi dal nostro nome ufficiale: io do, come tutti i parlamentari, un contributo mensile al mio partito e i miei soldi li ho sempre dati alla Democrazia cristiana, solo che in vista del 2018 ci siamo presentati con il motto "Rivoluzione cristiana", mentre in vista di quelle del 2022 il motto è diventato "Verde è Popolare". Non si è trattato di partiti nuovi rispetto alla Dc: erano sempre espressione dell'esperienza di questa Democrazia cristiana comunemente nota come "la Dc di Rotondi". Ora che abbiamo ripreso questa denominazione abbiamo, in un certo senso, consacrato una cosa che nel linguaggio comune già c'era, chiamandola "Democrazia cristiana <i>con</i> Rotondi". Questo è anche, se vogliamo, un gesto distensivo verso le Dc che noi chiamiamo "apocrife": nel giorno in cui queste rinsavissero, capendo che una Democrazia cristiana deve partire da chi ha il diritto di usare questa denominazione, noi la metteremmo a disposizione di un progetto politico comune, togliendo evidentemente la dicitura "con Rotondi" che ora serve solo a evitare confusioni in questo gran pasticcio di soggetti che aspirano a essere la Dc.</div><div style="text-align: justify;"><b>Questa proposta, se ben ricordo, l'aveva già formulata in agosto, quando <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/08/cuffaro-cesa-rotondi-e-altri-ancora-sul.html" target="_blank">il giudice Goggi del Tribunale di Roma aveva respinto il ricorso di Cuffaro contro l'Udc</a> sull'uso dello scudo crociato.</b></div><div style="text-align: justify;">Vede, in effetti Cuffaro presenta un simbolo diverso da quello dell'Udc, ma anche da quello della Dc storica e dal nostro, quindi per certi aspetti è un dispendio di energie: in queste condizioni tutte queste Dc non raccolgono grandi consensi.</div><div style="text-align: justify;"><b>Sembrano condizioni più favorevoli ad alcuni sport preferiti dai democristiani, di cui ha parlato nel suo ultimo <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2021/11/i-democristiani-dopo-la-dc-con-o-senza.html" target="_blank">libro <i>La variante Dc</i></a>...</b> </div><div style="text-align: justify;">Già, cacciata del segretario e scissione: questi sono diventati gli esercizi della Dc nel tempo del declino. Ma insomma, ha presente la famosa frase per cui la storia si presenta una prima volta come tragedia e una seconda come farsa? Qui siamo oltre: siamo ormai al cabaret...</div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8HCMNtJLVUJV-cMtS8x5TlPmd4-RlPvP5-1aUaU12DTE4Bx2hzD61MumfQN68cgxzmL-ie37D9xauc9-ir7k3uvIi-sqxdtAo5KnwkzidIJZTkcLNgIjl4ew6ttt7v0Fk0OVtgKUDxR7mJT0LyUiPCW41LLzy28hpILgqNrvMbu1bxUwRH5NScwQrP7nP/s2500/Rotondi%20rivoluzione%20verde.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1179" data-original-width="2500" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8HCMNtJLVUJV-cMtS8x5TlPmd4-RlPvP5-1aUaU12DTE4Bx2hzD61MumfQN68cgxzmL-ie37D9xauc9-ir7k3uvIi-sqxdtAo5KnwkzidIJZTkcLNgIjl4ew6ttt7v0Fk0OVtgKUDxR7mJT0LyUiPCW41LLzy28hpILgqNrvMbu1bxUwRH5NScwQrP7nP/s320/Rotondi%20rivoluzione%20verde.jpg" width="320" /></a></div>Faccio un passo indietro: diceva che non ha costruito partiti nuovi rispetto alla Dc(a), ma aveva un proprio statuto <a href="https://web.archive.org/web/20160509014437/http://www.rivoluzionecristiana.it/wp-content/uploads/2015/12/statuto-definitivo-rivoluzione-cristiana_statuto-rivoluzione-cristiana.pdf" target="_blank">Rivoluzione cristiana</a> e ce l'ha anche <a href="https://web.archive.org/web/20220520164521/https://www.verdeepopolare.it/statuto/" target="_blank">Verde è Popolare</a>.</b> </div><div style="text-align: justify;">In effetti si è provveduto a dare uno statuto autonomo a entrambe queste fasi, come se si trattasse di correnti di pensiero che operavano dentro la Dc. Il fatto è che io pensavo che occorresse rinnovare il modo di presentarsi, invece abbiamo scoperto in questi anni che l'elettorato di riferimento si fabbricava da solo - come se usasse uno di quei kit di autostampa che si trovano in Rete - la sua Democrazia cristiana. A questo punto, diamo alla gente quello che la gente chiede: sarà una porzione limitata, non più un popolo democristiano ma un popolino, ma se vogliono la Dc perché non dovremmo dargliela?</div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioVXjso_-6-GxvSPz7pa2MP3RTQff6O8gj8fOHyZApriJN32QUBlQukte-kSi1cmnCHKYBeeKlCVbn_U1M28gqbJbhMd4XRuTkPuGP854X3Hz_qKD9A12zJJCfBLste4P4bdZAoGyGWfOtI6eaAk-Mp72VGePws56VYCpO1muw-4cIlXaUdmN_6vynsVg/s796/Democrazia%20cristiana%20e%20Partito%20socialista%20Nuovo%20Psi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="796" data-original-width="796" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioVXjso_-6-GxvSPz7pa2MP3RTQff6O8gj8fOHyZApriJN32QUBlQukte-kSi1cmnCHKYBeeKlCVbn_U1M28gqbJbhMd4XRuTkPuGP854X3Hz_qKD9A12zJJCfBLste4P4bdZAoGyGWfOtI6eaAk-Mp72VGePws56VYCpO1muw-4cIlXaUdmN_6vynsVg/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20e%20Partito%20socialista%20Nuovo%20Psi.jpg" width="200" /></a></div>Non è l'unico ritorno al passato: già alla vigilia dell'ultima giornata di Saint-Vincent aveva pubblicato una foto "anticipatrice" con Lucio Barani - con garofano d'ordinanza nel taschino - e Stefano Caldoro. Domenica 29 ottobre è stato reso noto un accordo tra i vertici della "sua" Dc e del Nuovo Psi. E la mente corre subito al 2006 e alla lista comune, ripescata come "migliore sotto il 2%" alla Camera...</b></div><div style="text-align: justify;">Ma infatti io fatico a definire nuova l'iniziativa di Saint-Vincent: più che un rinnovamento, è una restaurazione di una linea politica che forse abbiamo un po' perso di vista in questi anni. Noi abbiamo riproposto i partiti del Novecento, visto che l'operazione è leggermente più vasta della riproposizione della Democrazia cristiana: noi pensiamo a un'area che riproponga le culture che hanno fatto grande il Paese, quindi il cattolicesimo politico, il socialismo democratico e riformista, il liberalismo, la tradizione repubblicana. Il pentapartito, insomma. </div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC_V7xx6RGoQJSYM4y825xpGSjkjgJmEs0MmSojHVX2BGawfH1-SypreCul4t7h_5enSGtzzeu-Nf5OdyaBGZXbLhz9T-z_ovMM6U8M80XMEUCF4soA0DxM6Qm2KGiDHSe63ulT6SoYtHa3eR_vbUHqu-t37VnfsFgKgbh7dfNLymmXIE0V_EmV2Yun6UM/s897/Patto%20Dc-Npsi.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="897" data-original-width="647" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC_V7xx6RGoQJSYM4y825xpGSjkjgJmEs0MmSojHVX2BGawfH1-SypreCul4t7h_5enSGtzzeu-Nf5OdyaBGZXbLhz9T-z_ovMM6U8M80XMEUCF4soA0DxM6Qm2KGiDHSe63ulT6SoYtHa3eR_vbUHqu-t37VnfsFgKgbh7dfNLymmXIE0V_EmV2Yun6UM/s320/Patto%20Dc-Npsi.jpg" width="231" /></a></div>Da queste culture politiche vogliamo far nascere classi dirigenti nuove, attrezzate e dare a Giorgia Meloni una seconda gamba, non forte come Fratelli d'Italia, ma sicuramente affidabile, desiderabile ed unita. Vogliamo creare una forza politica che, sì, si richiami alla Dc, ai socialisti... ma che sia attuale, viva nel tempo di oggi e proponga una classe dirigente lontanissima dalle patologie che hanno portato la Dc e anche il Psi alla distruzione. Per fare un esempio, noi non abbiamo mai abrogato o messo da parte il "codice deontologico" che volle Martinazzoli: in base a questo, nella Democrazia cristiana con Rotondi se si è indagati già non si può essere candidati. Il nostro è il solo partito a essersi dato questa regola, per cui abbiamo chiesto alle persone che candidavamo di autocertificare lo status di "non indagato"; certo, con l'andazzo che hanno preso le inchieste mirate di questi anni forse è il caso che anche noi riflettiamo sul punto, a livello locale e nazionale, e valutiamo l'opportunità di mantenere la regola di Martinazzoli...</div><div style="text-align: justify;"><b>Prima che valutiate, occupiamoci dei dettagli, che come è noto sono irresistibili per i #drogatidipolitica. Del nome si è già detto (ora e in passato); il colore di fondo del simbolo è lo stesso blu dell'ultimo periodo della Democrazia cristiana per le autonomie, il carattere del nome (Impact) anche. Non può sfuggire, però, che questa volta al di sotto del nome c'è lo scudo crociato, previsto anche nell'atto costitutivo del 2004, ma messo scientemente da parte fin dall'inizio in favore delle bandiere...</b></div><div style="text-align: justify;">Vero, ma questo è uno scudo rispettoso delle norme: si differenzia infatti da quello che usa l'Udc in almeno sette punti, dunque non dovrebbe essere considerato confondibile. Aggiungo poi che, quando presenteremo le liste alle elezioni, probabilmente il più delle volte ci sarà lo scudo crociato originale della Dc: negli ultimi anni, infatti, in Lazio, Abruzzo e Molise ci siamo sempre presentati insieme all'Udc, quindi questo nostro simbolo è di fatto una mezza mela, perché contiamo di continuare a presentare liste col partito guidato da Cesa. In quei casi potremo quindi schierare lo scudo crociato originario, più attraente, sul quale il mio partito non ha alcun diritto: le leggi vigenti, infatti, tutelano l'Udc in questo senso.</div><div style="text-align: justify;"><b>Per questo nuovo simbolo, quindi, si è scelto uno scudo diverso: se non sbaglio si tratta di quello di Verde è Popolare, bianco bordato di rosso, invertendo dunque i colori tradizionali.</b></div><div style="text-align: justify;">Sì, viene da quel logo. Di fatto il nuovo simbolo è quello di Verde è Popolare, con il nome e i colori cambiati: il partito, sostanzialmente, attua delle strategie un po' furbe di <i>marketing</i> di elezione in elezione, ma è sempre lo stesso...</div><div style="text-align: justify;"><b>Quindi, dicevamo, c'è lo scudo a colori ribaltati, mentre non ci sono più le foglie di Verde è Popolare...</b></div><div style="text-align: justify;">... ma la missione ambientalista rimane: "Verde è Popolare", infatti, rimane il motto programmatico della Democrazia cristiana.</div><div style="text-align: justify;"><b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu5jEQWFsBoj2TIk1Lu630OPOFrB9BefdR9iP8IelxXUYYt8ZvSoAF1I3rDEysgod7LfNcv5vMqTIht8tt6Lp08qJAMeCk8fHS299pH5nlkqU6P-KmY7Y4yWw_8957dDTgyLi70TQijnQ_RiAXRvPPSHt4ZiHU-4QW-WSC1RoKdgTK2hd9wPWY-SPT7JLl/s1000/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi%20(prova).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu5jEQWFsBoj2TIk1Lu630OPOFrB9BefdR9iP8IelxXUYYt8ZvSoAF1I3rDEysgod7LfNcv5vMqTIht8tt6Lp08qJAMeCk8fHS299pH5nlkqU6P-KmY7Y4yWw_8957dDTgyLi70TQijnQ_RiAXRvPPSHt4ZiHU-4QW-WSC1RoKdgTK2hd9wPWY-SPT7JLl/w200-h200/Democrazia%20cristiana%20con%20Rotondi%20(prova).jpg" width="200" /></a></div>Curiosamente, però, nel comunicato firmato con il Nuovo Psi si intravede un simbolo diverso, con uno scudo realizzato quasi "a spray": sbaglio o è quello dei manifesti prodotti dalla Spes nel 1975, con lo <i>slogan</i> "30 anni di libertà, alcuni buoni, altri meno buoni, ma tutti nella libertà"?</b></div><div style="text-align: justify;">Esatto, veniva proprio da là. Si trattava comunque di una bozza: il simbolo, in effetti, è ancora suscettibile di miglioramenti. Per esempio, a molti iscritti non piace che la scritta "con Rotondi" sia proposta in rosso, per cui la si potrebbe riportare in bianco su fondo blu come il nome del partito. </div><div style="text-align: justify;"><b>Stava appunto parlando dell'espressione "con Rotondi": che differenza c'è con "la Dc di Rotondi" che si era appunto codificata sui media e negli ambienti della politica?</b></div><div style="text-align: justify;">"Di Rotondi" darebbe l'idea di proprietà, un concetto brutto, no? Il riferimento al mio nome in effetti non è piaciuto a vari iscritti, in fondo non piace neanche a me, ma almeno evita ogni rischio di confusione con chi si ostina a usare il nome e il simbolo della Dc.</div><div style="text-align: justify;"><b>Tra i dettagli da considerare c'è anche il tempo scelto per il (ri)lancio del partito. Faccio io questa volta un riassunto delle puntate precedenti: la "sua" Dc nasce nel 2004 per rispondere a una situazione di disagio vissuta nell'Udc di allora, nel 2005 corre fuori dai poli e dimostra di essere un partito (a costo di far male al centrodestra), nel 2006 presenta la lista con il Nuovo Psi dentro il centrodestra, per poi confluire nel Pdl. Rivoluzione cristiana nasce nel 2015, praticamente a metà della XVII legislatura, per poi federarsi con Forza Italia; Verde è Popolare appare nel 2021, teoricamente due anni prima della fine della XVIII legislatura (poi ridotti a uno solo). Ora la Dc rispunta quando dalle elezioni è passato poco più di un anno: non è un po' presto?</b></div><div style="text-align: justify;">Mah, la politica oggi corre molto più veloce, diciamolo francamente: tutto sommato siamo riusciti a dare una risposta tempestiva, ma ora il lavoro è tutto davanti a noi, perché ci sono tantissime cose da pensare. Per esempio, non butto via nemmeno l'esperienza dei 5 Stelle, che viene attentamente monitorata dai pochi che siamo in quest'avventura: se pensa alla famosa piattaforma di Casaleggio, noi vorremmo fare qualcosa di simile e di più. In particolare, stiamo pensando di affidare il tesseramento a una piattaforma, con la possibilità di svolgerlo interamente <i>online</i>, prevedendo strumenti stabili di interazione, discussione e anche votazione: è bella la fisicità dei congressi, ci piace, si può mantenere, ma i voti li pensiamo <i>online</i>, dando degli orari per votare, al termine dei quali il segretario regionale - per esempio - saprà di essere eletto in tempo reale. Questa Democrazia cristiana, insomma, inizia a operare in un tempo diverso rispetto a quella storica, ma anche al 2004 in cui l'associazione era stata costituita. </div><div style="text-align: justify;"><b>Certo è che in passato lei è stato accusato di muoversi puntualmente un paio di anni prima per dimostrare una certa consistenza, in modo da poter ottenere ospitalità in altre liste al momento delle elezioni. Ora sembra davvero presto per un disegno simile...</b></div><div style="text-align: justify;">Beh, qui intanto non c'è da parlare di ospitalità: con Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia abbiamo un rapporto che si sta strutturando, che non ha bisogno di attestati e benemerenze. Ci prepariamo come fanno i democristiani, cioè con occhio lungo e marcia lenta e sicura alla Terza Repubblica, al premierato, a un'altra stagione: prepariamo una Democrazia cristiana che sia dentro a quella battaglia al fianco di Meloni, questo mi pare sia chiaro a tutti.</div><div style="text-align: justify;"><b>Già, la Presidente del Consiglio che non ha partecipato personalmente a Saint-Vincent, ma ha inviato un messaggio in cui ha annunciato l'idea di portare l'Italia nella Terza Repubblica proprio con la riforma costituzionale...</b></div><div style="text-align: justify;">Possiamo dire che la Democrazia cristiana è il primo partito che prenota la Terza Repubblica...</div><div style="text-align: justify;"><b>... cosa che forse non è troppo in linea con la marcia lenta democristiana di cui parlava prima... </b></div><div style="text-align: justify;">Eh, ma qui siamo in un tempo diverso. Dobbiamo pensare a un partito movimentista, vivace, presente sulla Rete, capace di gestire il fenomeno dell'autodeterminazione: pensi ai 5 Stelle che sono passati per le loro primarie, a Elly Schlein che ha "rubato" il Pd a Bonaccini... Il nostro tempo è questo e noi con queste regole giochiamo: siamo pronti a creare un partito contendibile, che possa portare anche al paradosso di vederlo guidato da una linea diversa da quella di Rotondi che pure è citato nel nome e sul simbolo.</div><div style="text-align: justify;"><b>Ma quest'idea del premierato, per come sembra delinearsi, la convince? Forse non è l'idea che ci si potrebbe attendere da un democristiano...</b></div><div style="text-align: justify;">In verità io ho partecipato nella mia prima legislatura alla commissione Affari costituzionali: bene, ricordo che nel 1994 la proposta del Ppi, che era in pratica una Dc di sinistra, era quella elaborata dal grandissimo Leopoldo Elia, denominata "premierato forte" o "cancellierato". A chi ha poca memoria e si chiede come faccia un democristiano ad accettare il premierato, direi che possono esserci cento dubbi sul punto, ma un democristiano ne deve avere qualcuno di meno, visto che era la proposta dell'ultima Dc.</div><div style="text-align: justify;"><b>Tornando al rapporto con l'Udc, non può non colpire come, rispetto alla sua storia passata, il partito sia uscito piuttosto male dalle ultime elezioni politiche: la lista di cui faceva parte è rimasta al di sotto dell'1%...</b></div><div style="text-align: justify;">Quella però è stata una scelta sbagliata: bisognava rendere ben visibile lo scudo crociato per chiarire l'identità. Perché, parliamoci chiaro, non c'era un'identità politica in quella lista: che significa "Noi moderati"? Chi sono? Quelli che sanno stare a tavola? Quelli che parlano a bassa voce? Non è chiaro.</div><div style="text-align: justify;"><b>Dopo la sua uscita nel 2004 e l'ostilità subita nei primi anni dall'Udc, ora potrebbe essere l'Udc ad avere bisogno della Dc di Rotondi, anzi, con Rotondi?</b></div><div style="text-align: justify;">Ma noi in realtà abbiamo sempre marciato insieme e continueremo a farlo, tranne dove a livello locale non ci saranno le condizioni. Noi tendiamo sempre a formare liste di concentrazione democristiana, con l'Udc e le altre forze di quell'area: non diciamo "dopo di noi il diluvio", ci siamo dati una visibile identificazione sul mercato e vogliamo rimettere insieme la nostra comunità, ma non a dispetto di coloro cui ci sentiamo vicini sul piano delle idee e con cui vogliamo realizzare i migliori accordi.</div><div style="text-align: justify;"><b>Si riferisce solo a chi sta già nel centrodestra o anche a chi sta al di fuori?</b></div><div style="text-align: justify;">Io penso che siamo in una fase in cui può accadere di tutto: bisogna esserci, esprimere le proprie idee e giocare la partita. Dove si arriverà non lo sappiamo nemmeno noi, sinceramente... Potrà essere un successone o un grande flop, lo si vedrà lungo il cammino. Diciamo che più che essere la quarta gamba del centrodestra, a noi interessa essere la seconda gamba di Giorgia Meloni: diciamolo con franchezza, la nostra è una coalizione, ma siamo meloniani, cioè siamo convinti che sia lei la persona da portare avanti e riproporre come Presidente del Consiglio. Prima delle elezioni nel 2022, oltre a Fratelli d'Italia, solo noi l'abbiamo indicata come <i>leader</i>: abbiamo fatto questa scelta allora e adesso facciamo un allestimento per la classe dirigente che ci ha seguito.</div><div style="text-align: justify;"><b>Per chiudere: pensando al suo sostegno a Giorgia Meloni, non posso non pensare alle sue parole al consiglio nazionale del Ppi dell'11 marzo 1995 - quello della sfiducia a Rocco Buttiglione - che ho inserito nella <a href="https://www.spreaker.com/episode/56551085" target="_blank">quarta puntata del podcast </a></b><i style="font-weight: bold;"><a href="https://www.spreaker.com/episode/56551085" target="_blank">Scudo (in)croci<span style="text-align: left;">ato</span></a></i><b>. Lei allora disse: "Se noi vogliamo resistere a Fini mettendoci con D'Alema gli lasceremo tutto il nostro spazio". Oltre un quarto di secolo dopo, il 26% di Fratelli d'Italia, partito certo non lontano dal percorso di An, mostra che molti cattolici hanno votato lì (e non il Pd), mentre Forza Italia e Lega hanno raccolto poco più dell'8% ciascuna, Renzi e Calenda sono stati poco al di sotto, la lista con l'Udc è andata malissimo. Si ricordava di averle dette, quelle parole?</b></div><div style="text-align: justify;">No, non le ricordavo <i>(ride)</i>, ma è andata proprio come avevo pensato: vuol dire che allora ero più lucido! </div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5324599158306737239.post-28292510226392325762023-10-15T19:12:00.000+02:002023-10-15T19:12:02.096+02:00Foggia, simboli e curiosità sulla scheda<div style="text-align: justify;">Si è parlato delle elezioni suppletive che si terranno il 22 e il 23 ottobre, poi delle elezioni provinciali previste per il solo giorno 22 a Trento e Bolzano; occorre però non dimenticare che domenica e lunedì si terranno anche le elezioni nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose in Sicilia, ma pure a <b>Foggia</b>. Lì, infatti, dopo <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2019/05/foggia-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html" target="_blank">le elezioni del 2019</a>, si sarebbe dovuti tornare alle urne il prossimo anno; in realtà, però, il 4 maggio 2021 si era dimesso il sindaco Franco Landella (espressione della Lega e sostenuto dal centrodestra); due settimane più tardi Landella e alcuni consiglieri venivano arrestati (è in corso il processo per corruzione e tentata concussione) e l'amministrazione comunale veniva sciolta.</div><div style="text-align: justify;">Dopo oltre due anni di affidamento ai commissari straordinari, ora Foggia torna al voto, con 5 aspiranti alla carica di sindaco e 23 liste a sostegno (nessuna persona candidata corre con l'appoggio di una sola lista).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><h2 style="text-align: justify;">Giuseppe Mainiero</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpAxwuE-jzzpkJCzTTHaw1rXV3ScMOMx2SuEEi9piUbBRexeZaCwO_vJITgk03kHs4lU-_PI6twzl_nqU-sgylJwLkA5ZJZ4SATXGGdwQ10IBNkLw7qelsAanItbYu1AAwro_X8SGYoGe_3BtufmV9E3iF2r6qP-Lbs7i7CwO04gjnEniOSKhHb2PBcABi/s322/Giuseppe%20Mainiero%20sindaco.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpAxwuE-jzzpkJCzTTHaw1rXV3ScMOMx2SuEEi9piUbBRexeZaCwO_vJITgk03kHs4lU-_PI6twzl_nqU-sgylJwLkA5ZJZ4SATXGGdwQ10IBNkLw7qelsAanItbYu1AAwro_X8SGYoGe_3BtufmV9E3iF2r6qP-Lbs7i7CwO04gjnEniOSKhHb2PBcABi/w200-h200/Giuseppe%20Mainiero%20sindaco.jpg" width="200" /></a></div>1) Giuseppe Mainiero sindaco</h3><div style="text-align: justify;">Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di <b>Giuseppe Mainiero</b>, ma sarebbe bene dire "ricollocato": anche nel 2019, infatti, i manifesti e le schede erano stati aperti da Mainiero (in passato capogruppo di Fdi), allora con il suo movimento civico Foggia in testa (simbolo: un berretto). Questa volta le liste sono due: la prima, <b>Giuseppe Mainiero sindaco</b>, è quella più legata all'aspirante primo cittadino e il contrassegno si presenta molto semplice sul piano grafico, contenendo solo il nome della lista (bianco e azzurro, con il cognome del candidato in evidenza) su fondo blu scuro. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNDYFPUDhuK0Y2PYA8Absm75eFmRJw-dAeIK8UXuKyXSo6EKRXx7endmj4cHrk7oG6urqWk2mVQfrvWjzVrmBWraqIs76sMp9OwAsXAuVYTFvXp7JIQSdYVbA68dhX1lyT1ByyEne2UtlomjQfSvzP1e1yHCqKR3eeGMBBACwZ9Kvn5n7ixiRMkyIM4_CQ/s322/Resto%20a%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNDYFPUDhuK0Y2PYA8Absm75eFmRJw-dAeIK8UXuKyXSo6EKRXx7endmj4cHrk7oG6urqWk2mVQfrvWjzVrmBWraqIs76sMp9OwAsXAuVYTFvXp7JIQSdYVbA68dhX1lyT1ByyEne2UtlomjQfSvzP1e1yHCqKR3eeGMBBACwZ9Kvn5n7ixiRMkyIM4_CQ/w200-h200/Resto%20a%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>2) Resto a Foggia</h3><div style="text-align: justify;">La seconda lista è quella di <b>Resto a Foggia</b>, il comitato legato a Mainiero e nato nel 2022 (assai critico con le ultime amministrazioni): nel simbolo si riconosce la Fontana del Sele, il cui basamento diventa la "i" di "Foggia"; in filigrana, sullo sfondo color verde acqua, si intravede una stilizzazione di alcune chiese e case della città. Della coalizione non fa invece parte il MoVimento 5 Stelle, con cui erano state condivise attività e iniziative in passato: Mainiero aveva auspicato la convergenza del M5S sulla sua candidatura, ma il partito guidato da Giuseppe Conte ha fatto scelte diverse, come si vedrà. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Antonio De Sabato</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNsWK0e3yULHisvAtwXFV-_u1e35R8W2sqLQrNMsk5X3XCigPQDKkosMy-fPhlnhyphenhyphena4f9du0A2xU_eQbccN_eAK_AiVGjt_FP-24ymdbO-LxPyxu2MutUozSySYDf9t_SOPHWpelGiq1YiLVelvdufz3cfRQA-PqVtzSw-A7YjjUA_qY-Roa_ohOWKgXJI/s322/De%20Sabato%20Sindaco%20x%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNsWK0e3yULHisvAtwXFV-_u1e35R8W2sqLQrNMsk5X3XCigPQDKkosMy-fPhlnhyphenhyphena4f9du0A2xU_eQbccN_eAK_AiVGjt_FP-24ymdbO-LxPyxu2MutUozSySYDf9t_SOPHWpelGiq1YiLVelvdufz3cfRQA-PqVtzSw-A7YjjUA_qY-Roa_ohOWKgXJI/w200-h200/De%20Sabato%20Sindaco%20x%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>3) De Sabato sindaco x Foggia</h3><div style="text-align: justify;">Conosce già il consiglio comunale di Foggia per esservi entrato nel 2021 (per la lista Senso civico, dopo le dimissioni di Leo Di Gioia) <b>Antonio De Sabato</b>, che si presenta sostenuto da due liste. La prima, secondo lo stesso schema appena visto per Mainiero, è quella che è maggiormente espressione dell'aspirante guida del comune: il simbolo di <b>De Sabato sindaco x Foggia</b> è piuttosto semplice, con il nome del candidato azzurro in buon rilievo nel semicerchio superiore bianco e l'espressione "sindaco x Foggia" (con il "per" simile a una croce tracciata a mano, ma senza rischio di confusione essendo gialla: si noti anche il "per" volto a sottolineare il servizio nei confronti della città) nella parte inferiore su fondo fucsia. In parte, paradossalmente, i colori possono ricordare quelli usati da Italia viva (cui De Sabato aveva inizialmente aderito, sia pure per pochissimo tempo).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJNL6VOqZ-NMsqGaoJm-4iLSN1dvsHdHbNXsqJUDRi1IolmZeVf68BlsnUidHy29tN_MMLaNOK2r9c4jx4rwXl1l3MOrqn-LfnveDWd8JhsT-dl5J4IldMBf8hIZ6KhQTLwJOrtkDRZRSc00O4mCKNCN9WjIv_Aoaep8n8YIJwCJX2RV4s2tW6JWykM5rm/s322/Progetto%20Concittadino.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJNL6VOqZ-NMsqGaoJm-4iLSN1dvsHdHbNXsqJUDRi1IolmZeVf68BlsnUidHy29tN_MMLaNOK2r9c4jx4rwXl1l3MOrqn-LfnveDWd8JhsT-dl5J4IldMBf8hIZ6KhQTLwJOrtkDRZRSc00O4mCKNCN9WjIv_Aoaep8n8YIJwCJX2RV4s2tW6JWykM5rm/w200-h200/Progetto%20Concittadino.jpg" width="200" /></a></div>4) Progetto Concittadino</h3><div style="text-align: justify;">La seconda lista a sostegno di De Sabato (anche se non porta il suo nome nel contrassegno) è <b>Progetto Concittadino</b>, "mobilitazione dal basso che nasce dal desiderio di rinnovamento e riscatto di tanti foggiani". Il progetto è nato parecchi mesi fa, con il lancio dei PolisLab, tavoli tematici che hanno visto anche la partecipazione di Luigi De Magistris (che sostiene De Sabato). Il simbolo, oltre al nome, contiene le sagome di quattro persone stilizzate che si prendono per mano e scalano cromaticamente dall'azzurro all'arancione al verde al fucsia (di nuovo), poggiando su un segmento azzurro sfumato in cui è riportato il nome del comune. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Nunzio Angiola</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiE0ZL5dwPCLhl5m6eSN242KqhgEoc-GBQ_mkn7I1GQLBr-sjXW0znNMGOS9cF17c5VNlrUc-DyLmqmdwhTxd9gjQ8WdK7arrLpFRpHLJQ_r1DxOn_EBpWtbIDwcBSq9WNYsc7GSDEuEke89WtLs0ZHe3d62vj-NQZQ6i88g7XkR0Yz_FNbvFtpD8pGofE/s322/Or%C3%A0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiE0ZL5dwPCLhl5m6eSN242KqhgEoc-GBQ_mkn7I1GQLBr-sjXW0znNMGOS9cF17c5VNlrUc-DyLmqmdwhTxd9gjQ8WdK7arrLpFRpHLJQ_r1DxOn_EBpWtbIDwcBSq9WNYsc7GSDEuEke89WtLs0ZHe3d62vj-NQZQ6i88g7XkR0Yz_FNbvFtpD8pGofE/w200-h200/Or%C3%A0.jpg" width="200" /></a></div>5) Orà!</h3><div style="text-align: justify;">Conta sull'appoggio di quattro liste <b>Nunzio Angiola</b>, professore di Economia aziendale all'università di Foggia, ex deputato (eletto nel 2018 con il M5S, poi passato ad Azione, senza esserne espressione ora) e primo a proporsi come candidato per la guida del comune di Foggia. La prima lista a essere sorteggiata è l'ultima nata, <b>Orà!</b>, nome che - oltre a ricordare "ora" per invitare al cambiamento immediato - è la parola "sì" in lingua arbëreshë. Il nome e il riferimento al sindaco sono sovrapposti a una foto in bianco e nero del Pronao della Villa comunale, che tra l'altro si trova a pochissima distanza dalla già vista Fontana del Sele.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7iRsZTGW_CLdgDoexzkHDGQCJlDDIgpkiy6frmydVT62nwZpLclC0fSyXHZ9FtxPY5hRFNxjVQfn3dDolJfOmY-5q3MrOlhPv_urgdCy8Yz_ZFJmx4LAng1QKynDqNI3lVBP3B4jq2GC7k_02PSPnFo3c066CVaP-JqMFyAkrpXbg52KXUYavz2iN8o5W/s322/Foggia%205-0.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7iRsZTGW_CLdgDoexzkHDGQCJlDDIgpkiy6frmydVT62nwZpLclC0fSyXHZ9FtxPY5hRFNxjVQfn3dDolJfOmY-5q3MrOlhPv_urgdCy8Yz_ZFJmx4LAng1QKynDqNI3lVBP3B4jq2GC7k_02PSPnFo3c066CVaP-JqMFyAkrpXbg52KXUYavz2iN8o5W/w200-h200/Foggia%205-0.jpg" width="200" /></a></div>6) Foggia 5.0</h3><div style="text-align: justify;">Seconda lista sorteggiata della coalizione di Angiola è <b>Foggia 5.0</b>, associazione guidata da Carlo Russo che fin dall'inizio ha sostenuto la candidatura dell'ex parlamentare. Il nome scelto suggerisce l'idea di un cambiamento notevole della città e di una sua modernizzazione da apportare con il cambio di amministrazione. Come immagine è stata scelta - probabilmente cercandola in Rete - una mano reale che tocca l'indice di una mano robotizzata e fa scattare una scintilla di luce, il tutto avendo sullo sfondo blu scuro circuiti, <i>cloud</i>, codici e altri elementi chiaramente riferiti alla tecnologia. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQDbTg74y21E6iZrhk7onNE3PtGnahhTsw8Fx4UxaLIxBFNV_1z3r7zHtpXVgVUuxf9zRj21cQ_TNFh-gBZZ7iZTqjFZCGhTq3vVg_M8tkvALGwldd11ivRIoHGKMyamHrXYNDF7V1j42W5UnguenI5SQiBlTTS1t1JaV5Y3f7DH0F0xq2XnVI_SWlqt-K/s322/Effetto%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQDbTg74y21E6iZrhk7onNE3PtGnahhTsw8Fx4UxaLIxBFNV_1z3r7zHtpXVgVUuxf9zRj21cQ_TNFh-gBZZ7iZTqjFZCGhTq3vVg_M8tkvALGwldd11ivRIoHGKMyamHrXYNDF7V1j42W5UnguenI5SQiBlTTS1t1JaV5Y3f7DH0F0xq2XnVI_SWlqt-K/w200-h200/Effetto%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>7) Effetto Foggia</h3><div style="text-align: justify;">Pure la terza lista sorteggiata, <b>Effetto Foggia</b>, è stata al fianco di Angiola fin dall'inizio (essendo guidata da lui, mentre il vicepresidente, il medico Francesco Sollitto, è ora capolista). Il nome ricorda Effetto Parma, lista con cui Federico Pizzarotti fu rieletto sindaco della città ducale nel 2017 dopo aver lasciato il MoVimento 5 Stelle: proprio Angiola, nella sua presentazione della candidatura, aveva citato l'esempio di Pizzarotti. Niente nodo giallo-blu nel simbolo, però, ma l'immagine in filigrana di Federico II con il suo falcone, proveniente dal suo trattato <i>De arte venandi cum avibus</i>; sul fondo rosso emerge anche un tracciato che ricorda quello dei sismografi, di un elettrocardio/encefalogramma o di un semplice rilevatore di suoni, per dire che c'è movimento, c'è attività.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtL2UhtAzFt0vjvZsuHIieaFS4a9cI9a5d3cSEKBsoH0mBgRxGd5O9-R72W3d3GQ2ZtJd2wHQkVFemwUlM0D-0wEAE1lT5L6w4ol9BnqR9Q7GU7qabBSdumb98nF1VOKV-mtv7DvorX7gMqh2mKS2fBOa1KkR1CzfXLUIgPE1t24Y_a0pE26aydHeNX6s/s322/angiola%20sindaco.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtL2UhtAzFt0vjvZsuHIieaFS4a9cI9a5d3cSEKBsoH0mBgRxGd5O9-R72W3d3GQ2ZtJd2wHQkVFemwUlM0D-0wEAE1lT5L6w4ol9BnqR9Q7GU7qabBSdumb98nF1VOKV-mtv7DvorX7gMqh2mKS2fBOa1KkR1CzfXLUIgPE1t24Y_a0pE26aydHeNX6s/w200-h200/angiola%20sindaco.jpg" width="200" /></a></div>8) Angiola sindaco</h3><div style="text-align: justify;">La stessa immagine di Federico II si ritrova anche sul fondo del contrassegno dell'ultima lista, <b>Angiola sindaco</b>, di diretta espressione del candidato. Qui, però, invece del rosso domina il blu (con l'immagine federiciana riportata in azzurro) e il cerchio è bordato di giallo. I primi tre candidati, dunque, hanno una caratteristica in comune: a dispetto del loro passato politico (più o meno recente), si propongono tutti con una caratura essenzialmente civica, in ogni caso proponendo discontinuità rispetto all'ultima amministrazione insediata in seguito a elezioni (nel 2019).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Raffaele Di Mauro</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhTrxYNsI27lc2WepDmRwVPqyTIfGvrFH_Hc6P6kV5Z7F096S8joscDdgjDIuw7HVNMEotZKafOvMwtE27EHk2aaiZ1Q0A6qLLFg0Rm7M4BzfKmigsapljRxt1iquFhKl5YhDsOXYjp8tx9cctlVFuT2mbPtZPi4BPkX6u266U2AIINYZH9anuaujL1fEM/s322/Liberali%20e%20riformisti.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhTrxYNsI27lc2WepDmRwVPqyTIfGvrFH_Hc6P6kV5Z7F096S8joscDdgjDIuw7HVNMEotZKafOvMwtE27EHk2aaiZ1Q0A6qLLFg0Rm7M4BzfKmigsapljRxt1iquFhKl5YhDsOXYjp8tx9cctlVFuT2mbPtZPi4BPkX6u266U2AIINYZH9anuaujL1fEM/w200-h200/Liberali%20e%20riformisti.jpg" width="200" /></a></div>9) Liberali e riformisti - NPsi</h3><div style="text-align: justify;">Dispone di cinque liste il candidato del centrodestra, <b>Raffaele Di Mauro</b>, avvocato e consigliere comunale nella consiliatura terminata in anticipo nel 2021. Prima formazione, già vista altrove in precedenza, è quella dei <b>Liberali e riformisti</b>, che di fatto è una delle vesti con cui si presenta alle elezioni locali il <b>Nuovo Psi</b>: sotto il segmento curvilineo blu, infatti, c'è il garofano simile a quello usato dal partito di Lucio Barani e Stefano Caldoro dal 2006 e la sigla a fianco non lascia dubbi sul soggetto presentatore della lista (anche se il carattere usato ricorda molto l'ultimo impiegato dal Psi di Enzo Maraio).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI8JKfGP6s_PMnabtQaFzqIyg231UZzoNfoD6CYQpyGhAznQPLg6YGTJNaHQKAOE6UBhlixwV6ium_XisIBdLrs7MTVo9AmHOzsYOmayLoOKJ58Gi4mNc9O_UWi6jvGWw-gvITc7o9u5q3UEhAuP5zGggSudHE659L2ZrYmSCHO5KhkSWgc38zEvML6ydc/s322/Prima%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI8JKfGP6s_PMnabtQaFzqIyg231UZzoNfoD6CYQpyGhAznQPLg6YGTJNaHQKAOE6UBhlixwV6ium_XisIBdLrs7MTVo9AmHOzsYOmayLoOKJ58Gi4mNc9O_UWi6jvGWw-gvITc7o9u5q3UEhAuP5zGggSudHE659L2ZrYmSCHO5KhkSWgc38zEvML6ydc/w200-h200/Prima%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>10) Prima Foggia</h3><div style="text-align: justify;">La seconda lista sorteggiata è <b>Prima Foggia</b>. Nel 2019 alle comunali aveva corso direttamente la Lega (con il riferimento alla Puglia nel simbolo, sotto al cognome di Matteo Salvini); questa volta il partito ha scelto - com'è avvenuto dal 2021 in avanti in varie competizioni elettorali al centrosud - di utilizzare la formula delle liste "Prima + comune". Ecco dunque che anche a Foggia compare il contrassegno dal fondo blu sfumato, con la denominazione scelta e, accanto, l'elemento tricolore ricurvo per cercare di andare oltre Alberto da Giussano senza cambiare i valori e gli obiettivi di riferimento. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC3H1r_I83eoXNwZUlbW-jsXMC27CCbz8sElfYLxBgDPjT684GCx5DtkDPlBiW7183yGR2Zp9tUbuA09V1Z4sJ-wOheQv_W6LBhUYevDHPiiQnrqelSjbRjSaOrItHM_4OnKOV0PWX-uIkwJEmlxlrkzWEfswbeenXxr95sfumK55WbKgAMGxUiR4_Fm3U/s322/Forza%20Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC3H1r_I83eoXNwZUlbW-jsXMC27CCbz8sElfYLxBgDPjT684GCx5DtkDPlBiW7183yGR2Zp9tUbuA09V1Z4sJ-wOheQv_W6LBhUYevDHPiiQnrqelSjbRjSaOrItHM_4OnKOV0PWX-uIkwJEmlxlrkzWEfswbeenXxr95sfumK55WbKgAMGxUiR4_Fm3U/w200-h200/Forza%20Italia.jpg" width="200" /></a></div>11) Forza Italia</h3><div style="text-align: justify;">In terza posizione all'interno della compagine di centrodestra si trova il partito cui appartiene Di Mauro e con cui era stato eletto nel 2019, cioè <b>Forza Italia</b>. In quell'occasione Fi aveva inserito nel proprio contrassegno anche il cognome del candidato Landella (che pure, come si è visto, faceva riferimento a un'altra forza politica); questa volta, invece, benché l'aspirante sindaco sostenuto sia proprio forzista, si è preferito usare l'emblema elettorale con la bandierina debordante e, al di sotto, solo il cognome di Silvio Berlusconi, senza altri riferimenti. Basterà per essere, come nel 2019, la lista più votata di tutte (13,59%)?</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHm8K7J-PNQ_PPvBRTxNcGGqxk-zRJN0TUayIYt5AWORlIS9UEFNxOGUbb1cLrmE8jg8qfofcqRTHrwBdESrjbfRJBYg3pvPjwAEm1OxgJ1QbMHms5Qhe6ycxIFsVjpHn8O8jBlic3TAkpz7KmlqczxW9094shive6JvLEMYKcqBSckjybC-q_h2PRkTLU/s945/Fratelli%20d'Italia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="945" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHm8K7J-PNQ_PPvBRTxNcGGqxk-zRJN0TUayIYt5AWORlIS9UEFNxOGUbb1cLrmE8jg8qfofcqRTHrwBdESrjbfRJBYg3pvPjwAEm1OxgJ1QbMHms5Qhe6ycxIFsVjpHn8O8jBlic3TAkpz7KmlqczxW9094shive6JvLEMYKcqBSckjybC-q_h2PRkTLU/w200-h200/Fratelli%20d'Italia.jpg" width="200" /></a></div>12) Fratelli d'Italia</h3><div style="text-align: justify;">Subito dopo Forza Italia, il sorteggio ha collocato la lista di <b>Fratelli d'Italia</b>, che completa dunque lo schieramento dei partiti maggiori del centrodestra. Il contrassegno impiegato questa volta è quello che ormai siamo abituati a trovare su quasi tutte le schede elettorali a partire dal 2018, con il simbolo ufficiale del partito inserito in un cerchio blu e bianco dalla struttura simile, con il nome di Giorgia Meloni in evidenza nella parte superiore; leggermente diverso era stato l'emblema del 2019, visto che era identico a quello schierato per le europee (con i riferimenti ai sovranisti e ai conservatori nella parte inferiore del cerchio grande). </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDZEpfuv0orGllTj_LQegriq9V4blfAAI54UNrzO_WMabFypNC1FxZWq7UMfasK06_1uK0cGmQrqifwZjP_qHKNrdiQ4JrRjrkUJOsS37Zp3f4zZcKq5YYByN8nIUyKxlAqkeSpm0IeWgER4A8iBKNymzj6l4N1sqUVhlDzrGA_KNjsF2pZTDAKr4Ak2ez/s322/Lista%20Di%20Mauro%20sindaco%20-%20Noi%20moderati%20per%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDZEpfuv0orGllTj_LQegriq9V4blfAAI54UNrzO_WMabFypNC1FxZWq7UMfasK06_1uK0cGmQrqifwZjP_qHKNrdiQ4JrRjrkUJOsS37Zp3f4zZcKq5YYByN8nIUyKxlAqkeSpm0IeWgER4A8iBKNymzj6l4N1sqUVhlDzrGA_KNjsF2pZTDAKr4Ak2ez/w200-h200/Lista%20Di%20Mauro%20sindaco%20-%20Noi%20moderati%20per%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>13) Lista Di Mauro Sindaco - Noi moderati per Foggia</h3><div style="text-align: justify;">L'ultima formazione del centrodestra ha natura mista, civico-politica. La <b>Lista Di Mauro sindaco</b>, infatti, si presenta come quella più vicina all'aspirante primo cittadino (anche perché è l'unica a contenere nel contrassegno il nome del candidato, azzurro su fondo blu, colori comunque cari a quell'area politica). Se la maggior parte del cerchio è dedicata a Di Mauro, la parte inferiore (sotto a un elemento tricolore) ospita la dicitura <b>Noi moderati per Foggia</b>: non si tratta dell'indicazione di una generica area politica, ma proprio del partito guidato a livello nazionale da Maurizio Lupi (come evoluzione di Noi con l'Italia), anche se non c'è alcun richiamo al simbolo ufficiale del partito.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h2 style="text-align: justify;">Maria Aida - Tatiana Episcopo</h2><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWYTv9wYkn8hAR34O4UOBZ0tWDPo2_e-rqs-DZ3q_a-hIlyWdQvTO6xgUMFx4QNI3G7MHd10VXHNkhtRp5r61P4NvDxyBPujeZ3QZKC82yiiL-0H521vaImbWEEszsUc5wqnSI5eAYTlOc5qG6uIit12wXfNWLVBr2Sag6k5cg0dkb4-z1LJYEz-FZ-M1S/s322/Nessuno%20escluso.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWYTv9wYkn8hAR34O4UOBZ0tWDPo2_e-rqs-DZ3q_a-hIlyWdQvTO6xgUMFx4QNI3G7MHd10VXHNkhtRp5r61P4NvDxyBPujeZ3QZKC82yiiL-0H521vaImbWEEszsUc5wqnSI5eAYTlOc5qG6uIit12wXfNWLVBr2Sag6k5cg0dkb4-z1LJYEz-FZ-M1S/w200-h200/Nessuno%20escluso.jpg" width="200" /></a></div>14) Nessuno escluso</h3><div style="text-align: justify;">L'ultima candidatura indicata su manifesti e schede è anche quella sostenuta dalla coalizione più ampia: <b>Maria Aida Episcopo</b>, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, avrà con sé ben dieci liste. Il sorteggio ha collocato per prima l'unica formazione che mostra nel simbolo il nome della candidata ("sindaca", come si legge correttamente nella scritta interna): si tratta di <b>Nessuno escluso</b>, lista civica che punta sul valore dell'inclusione come fattore positivo; non a caso il simbolo scelto richiama un tradizionale <i>emoji</i> giallo sorridente, con l'ultima "o" del nome trasformata in un occhio della "faccina". </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaBJ91AuoUKNQuPzaICZ6iL9z7SYYxGd2oh7Mb_o_X8_QGPe5WEFsZ6wjRg3RDFokvR6KmKzywFm1nrE51f-hCTTkCIRzdg_DlmrP-zyZzMgn2a2asIMRa3oZlwsso2yokj-Wu8bkhdiWbtBe6Bx4tEaQr-6ku85gSFqoN_rstBHWu1VpspGeqX2sdB4BD/s322/Partito%20democratico.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaBJ91AuoUKNQuPzaICZ6iL9z7SYYxGd2oh7Mb_o_X8_QGPe5WEFsZ6wjRg3RDFokvR6KmKzywFm1nrE51f-hCTTkCIRzdg_DlmrP-zyZzMgn2a2asIMRa3oZlwsso2yokj-Wu8bkhdiWbtBe6Bx4tEaQr-6ku85gSFqoN_rstBHWu1VpspGeqX2sdB4BD/w200-h200/Partito%20democratico.jpg" width="200" /></a></div>15) Partito democratico</h3><div style="text-align: justify;">Come seconda lista della coalizione a sostegno di Episcopo è stata estratta quella del <b>Partito democratico</b>, che conferma la scelta grafica di tutte le scorse elezioni, per cui è sempre stato schierato il simbolo ufficiale nazionale del partito, senza specificazioni territoriali e senza aggiunte di nomi. Da quando ha concorso alle amministrative foggiane, il Pd è sempre stato il partito più forte della coalizione di centrosinistra; ora dovrà vedersela con il MoVimento 5 Stelle, visto che a sostenere Episcopo è un campo largo, anzi, larghissimo (e nel 2019 il M5S aveva ottenuto più dei <i>dem</i>).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyKLuAOk-OVZEG58mfYTfoHKCKA9jahM-SWQz1z2m0Wbg2lfspKdOCHd6BXjsihVUAAt4r5rPXvRIpePIV6T2yqvrFtjzepvDF75QhArJRNN2ok3vQJ_aiX5Y6xarSN0M-PgOADyDzfoL-CGTs6yUOPMP68fIOt5Xgx9sg2taxTP_chxZ4De-TXtxIk6F/s322/Italia%20del%20Meridione.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyKLuAOk-OVZEG58mfYTfoHKCKA9jahM-SWQz1z2m0Wbg2lfspKdOCHd6BXjsihVUAAt4r5rPXvRIpePIV6T2yqvrFtjzepvDF75QhArJRNN2ok3vQJ_aiX5Y6xarSN0M-PgOADyDzfoL-CGTs6yUOPMP68fIOt5Xgx9sg2taxTP_chxZ4De-TXtxIk6F/w200-h200/Italia%20del%20Meridione.jpg" width="200" /></a></div>16) Italia del Meridione</h3><div style="text-align: justify;">Del campo largo, larghissimo appena menzionato fa parte anche il partito territoriale <b>Italia del Meridione </b>(fondato da Giuseppe Ferraro e Orlandino Greco già nel 2013), che in questo sito è apparso alle <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2020/09/crotone-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html" target="_blank">elezioni del 2020 di Crotone</a> (nella coalizione a trazione centrodestra) e, soprattutto, al <a href="https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/08/elezioni-politiche-2022-i-simboli-uno.html" target="_blank">deposito dei contrassegni in vista delle ultime elezioni politiche</a> (presentato dal nuovo segretario Vincenzo Castellano), anche se prima si chiamava L'Italia del Meridione, con l'articolo davanti. Il simbolo è rimasto uguale, con la sigla tricolore su fondo azzurro (e la "d" trasformata in asta per una bandierina tricolore ondeggiante), in più è stato inserito il riferimento a Foggia.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEEfUPmujAxXRdgr7CYwjmUBn-OGgYZVIzYe9vz5Cc0gx2SdKyi7Sz0L1WwQWsaub8fehk_6Cu1DQTVWxSGtSkG77SZRVVPcA3GFH8ORBM4me8xzBiuMhD4rIvak_roviIbtTzoj1pmvRQM8An_4OgcT2ypK55EjI7Ncj-MK-xz9mlIIHkpFfvIjnTWh0N/s322/Riscossa%20civile.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEEfUPmujAxXRdgr7CYwjmUBn-OGgYZVIzYe9vz5Cc0gx2SdKyi7Sz0L1WwQWsaub8fehk_6Cu1DQTVWxSGtSkG77SZRVVPcA3GFH8ORBM4me8xzBiuMhD4rIvak_roviIbtTzoj1pmvRQM8An_4OgcT2ypK55EjI7Ncj-MK-xz9mlIIHkpFfvIjnTWh0N/w200-h200/Riscossa%20civile.jpg" width="200" /></a></div>17) Riscossa civile</h3><div style="text-align: justify;">Come quarta lista si trova <b>Riscossa civile</b>, cartello elettorale che unisce varie forze all'insegna del lavoro, dell'ambiente e della legalità (come si legge all'interno del contrassegno). Inizialmente era previsto che componessero la lista il <b>Partito socialista italiano</b> (in lista c'è anche Luigi Iorio, ex candidato alla segreteria nazionale del Psi e ora coordinatore della segreteria) e <b>Senso civico</b>, formazione legata ad Alfonso Pisicchio (il verde che racchiude la parte superiore del simbolo è quello di Sc); in un secondo momento, alle "pulci" delle due formazioni si è aggiunta quella di <b>Europa Verde</b>, che dunque ha rafforzato la proposta ambientale di questa lista.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYJ2kCqAaAZGKfZ84LOjo83UYPRtIdb7aZvk1lyjdfcCBDbm39YELAujjKGp6Fhx6F7gOUfgopINeNOmaVLZVyqVvLEuSudcnAeYb0TuMVNam0tr8q0DH902yJY9YAHCob1rtllL-oU5b19ks-_6FXm4XfrmTJjRnqnRW3EGFdA81TqPGeb3jY1t7XyAdS/s322/Popolari%20per%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYJ2kCqAaAZGKfZ84LOjo83UYPRtIdb7aZvk1lyjdfcCBDbm39YELAujjKGp6Fhx6F7gOUfgopINeNOmaVLZVyqVvLEuSudcnAeYb0TuMVNam0tr8q0DH902yJY9YAHCob1rtllL-oU5b19ks-_6FXm4XfrmTJjRnqnRW3EGFdA81TqPGeb3jY1t7XyAdS/w200-h200/Popolari%20per%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>18) Popolari per Foggia</h3><div style="text-align: justify;">Dopo Riscossa civile, sulla scheda elettorale trovano spazio i <b>Popolari per Foggia</b>, declinazione locale di una formazione che è ben nota in Puglia, quella dei Popolari [al centro] legati a Gianni Stea e Salvatore Ruggeri (da non confondere con Puglia Popolare, legata a Massimo Cassano, che pure aveva condiviso una prima parte del percorso anni fa). Il simbolo somiglia molto a quello visto alle regionali pugliesi nel 2020 (Popolari con Emiliano), con il fondo blu con cuore stilizzato azzurro e la scritta bianca e gialla in primo piano. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9pasiyv31Z3fo76vcLggko3G2JqH6tPaZ2eiJwjaJx_-_FEtvH9CAArPkjqG5f0tVYTxXE-FzZgkrPFrjQP3W4e1LmFIzsvqUmMySwj0nvnqqWW4kPrMK8ACk3TPiak89o0xxnqGMdHZ8AK8b25gij-qvXdf6jnskSN6VEfulaI9uEbzTOLZxSzZ4Ovmd/s322/Comunit%C3%A0%20politica%20per%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9pasiyv31Z3fo76vcLggko3G2JqH6tPaZ2eiJwjaJx_-_FEtvH9CAArPkjqG5f0tVYTxXE-FzZgkrPFrjQP3W4e1LmFIzsvqUmMySwj0nvnqqWW4kPrMK8ACk3TPiak89o0xxnqGMdHZ8AK8b25gij-qvXdf6jnskSN6VEfulaI9uEbzTOLZxSzZ4Ovmd/w200-h200/Comunit%C3%A0%20politica%20per%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>19) Comunità politica PER Foggia</h3><div style="text-align: justify;">Si è tramutata in lista anche l'esperienza della <b>Comunità politica PER Foggia</b>, nata dopo lo scioglimento dell'amministrazione comunale foggiana nel 2021, promossa tra gli altri dal docente di microbiologia agraria Luciano Beneduce (che ora è capolista) e considerata una formazione nata dalla "sinistra diffusa". Il simbolo scelto vede come elemento grafico principale un cavallino che staziona, ritto pur essendo in verticale, sull'arcobaleno che occupa la parte sinistra del simbolo; il cavallo e la parte inferiore del cerchio sono tinti dello stesso colore marrone-bordeaux, su cui spicca il nome della lista scritto in bianco e in giallo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCxJ6w4c5oBdl21JMr_ujE7N4sWUncHxIl2pI2FmyJiWgnjbCsLOJtS_traDB6Ld3FkFAHcYm_O5nFwj0Lkbbenvq2GsYtAc5mS0ltG_nyPgi4D23S-O0_P1FNR8lFir24sgN45k2YlfG4QCeKv7cthLOo3jC-qGZrpBulZu8Ay6qIsj9mZf7s_CrmzQK/s322/Tempi%20nuovi%20per%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCxJ6w4c5oBdl21JMr_ujE7N4sWUncHxIl2pI2FmyJiWgnjbCsLOJtS_traDB6Ld3FkFAHcYm_O5nFwj0Lkbbenvq2GsYtAc5mS0ltG_nyPgi4D23S-O0_P1FNR8lFir24sgN45k2YlfG4QCeKv7cthLOo3jC-qGZrpBulZu8Ay6qIsj9mZf7s_CrmzQK/w200-h200/Tempi%20nuovi%20per%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>20) Tempi nuovi per Foggia</h3><div style="text-align: justify;">La settima lista a favore di Episcopo conferma che si è di fronte davvero a un campo largo, larghissimo e, per di più, desta qualche interesse per le forze che tiene insieme. <b>Tempi nuovi per Foggia</b>, infatti, unisce nello stesso contrassegno <b>Tempi nuovi - Popolari uniti</b>, cioè la nuova rete cattolico-moderata promossa da Giuseppe Fioroni, <b>Azione</b> e <b>Italia viva</b> (niente spunta volante, ma il nome scritto in blu rispetta comunque la successione di maiuscole e minuscole del simbolo originale). Graficamente il risultato forse non è il massimo, ma è interessante vedere quest'unione, anche alla luce dell'adesione di Tempi nuovi al Partito democratico europeo (cofondato nel 2004 da Francesco Rutelli e al momento già "casa" di Italia viva e L'Italia c'è).</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-QXcYmJfkA2dVuti4J0kwBBuqy9yWA9PNsf5OvC8NMqBFhZVVYLet86reJdzZK7ViouXk-Ek_yQvp3sPE5ldp4y1H2qw27Ai9lzqGpM9-TVNBAJb0WjNP7scXPU79yIcH_q7faqsQJrvvTiiQKfc1XOYzmjhJPfpaAYpYXs3HomszFRcIwQj2n4ZZ_-1a/s322/Con%20Foggia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-QXcYmJfkA2dVuti4J0kwBBuqy9yWA9PNsf5OvC8NMqBFhZVVYLet86reJdzZK7ViouXk-Ek_yQvp3sPE5ldp4y1H2qw27Ai9lzqGpM9-TVNBAJb0WjNP7scXPU79yIcH_q7faqsQJrvvTiiQKfc1XOYzmjhJPfpaAYpYXs3HomszFRcIwQj2n4ZZ_-1a/w200-h200/Con%20Foggia.jpg" width="200" /></a></div>21) Con Foggia</h3><div style="text-align: justify;">Nella coalizione che appoggia Episcopo si ritrova anche <b>Con Foggia</b>, declinazione locale di Con, la formazione più vicina al presidente della giunta regionale Michele Emiliano: il simbolo, infatti, è lo stesso già visto in precedenza (fondo giallo, tranne che per lo spazio interno della "o"), con l'aggiunta del nome del comune subito sotto. In un primo tempo la presenza in coalizione di Con non sembrava del tutto scontata (essenzialmente per dubbi legati alla candidatura alla guida del comune), ma a sbloccarla è stato un accordo diretto tra lo stesso Emiliano e Giuseppe Conte stretto e reso noto alla fine di agosto.</div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGwBvq-YbU_porquyG-ZuRhhRHEw0_FhYJ2ExWUCE_HfLlWYJ1Okj997o7RG7SR_wX89Z39gzq_JVnrBoUhvqj_8B1AefJwC0kj2F2jRiZnqhEyedDzy30Rbxfyjpz-co5x46kP4RedTKZOxeeEHa3zqxIPtAq_kADqJRxo5rbK-9QW-t4CzhitrInMbPT/s322/Noi%20Popolari.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGwBvq-YbU_porquyG-ZuRhhRHEw0_FhYJ2ExWUCE_HfLlWYJ1Okj997o7RG7SR_wX89Z39gzq_JVnrBoUhvqj_8B1AefJwC0kj2F2jRiZnqhEyedDzy30Rbxfyjpz-co5x46kP4RedTKZOxeeEHa3zqxIPtAq_kADqJRxo5rbK-9QW-t4CzhitrInMbPT/w200-h200/Noi%20Popolari.jpg" width="200" /></a></div>22) Noi popolari</h3><div style="text-align: justify;">Penultima lista della coalizione in appoggio a Episcopo risulta essere <b>Noi popolari</b>, progetto politico partito dall'esperienza dei Popolari per Bari nel 2019 (e consigliere barese è il segretario regionale, Pasquale Magrone; a livello provinciale il coordinatore è Giuseppe Marasco); proprio da quella lista viene il cuore rosso pennellato che si vede sullo sfondo; al centro, invece, c'è un cuore molto simile su fondo blu sfumato accompagnato al nome della lista; non manca nella parte inferiore un piccolo tricolore sempre pennellato, magari per segnalare l'aspirazione a costruire qualcosa di più esteso sul piano territoriale. </div><div style="text-align: justify;"> </div><h3 style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3uSqXqipQ_XCJZA27J90JHzOe164EYM6EYqFG5np-7d99kT0QyBSW3fFH5WqOJ_UP0lDi5vssW0WEotMvQzoFbI_RLhGFoNDHqsBrOAd1BqdDF0tMac6u6KLzZ3OdhA7dZerQLAJYxX2xVwlT-RzYkA_mSX17v8ogudEeqJk9_TR4U6nuKH91a2jBNZ-9/s322/Movimento%205%20Stelle.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="322" data-original-width="322" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3uSqXqipQ_XCJZA27J90JHzOe164EYM6EYqFG5np-7d99kT0QyBSW3fFH5WqOJ_UP0lDi5vssW0WEotMvQzoFbI_RLhGFoNDHqsBrOAd1BqdDF0tMac6u6KLzZ3OdhA7dZerQLAJYxX2xVwlT-RzYkA_mSX17v8ogudEeqJk9_TR4U6nuKH91a2jBNZ-9/w200-h200/Movimento%205%20Stelle.jpg" width="200" /></a></div>23) MoVimento 5 Stelle</h3><div style="text-align: justify;">Chiude la coalizione del campo largo, larghissimo (e anche la stessa scheda elettorale) la lista del <b>MoVimento 5 Stelle</b>, vale a dire proprio la forza politica che, dopo avere battuto il Pd in termini di voti nel 2019 (venendo superato solo da Forza Italia), ha proposto il nome di Maria Aida Episcopo, chiedendo alle altre forze politiche di convergere sulla sua candidatura. Pur essendo stato il proponente, nemmeno il M5S schiera il nome della candidata nel proprio simbolo: a finire sulle schede è l'emblema ufficiale nella sua ultima versione, quella un po' più rossa rispetto al passato, con il riferimento al 2050 come anno della "neutralità climatica". </div>Gabriele Maestrihttp://www.blogger.com/profile/05805695487492460259noreply@blogger.com0