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martedì 29 giugno 2021

L'Alternativa c'è, il simbolo pure, la componente (grazie a Ingroia) anche

Giusto una settimana è trascorsa da quando L'Alternativa c'è, progetto-contenitore politico fondato da parlamentari elette ed eletti del M5S che non avevano dato il loro appoggio al governo Draghi, ha ottenuto la possibilità di costituire una componente politica all'interno del gruppo misto anche al Senato. Si tratta dell'epilogo di un percorso lungo varie settimane e ricco di momenti di tensione, decisioni discusse e anche qualche colpo di scena: l'esito della vicenda, peraltro, è stato permesso grazie all'intervento di Antonio Ingroia, che ha messo a disposizione le facoltà spettanti alla Lista del Popolo per la Costituzione, almeno secondo l'ultima posizione della Giunta per il Regolamento (formalizzata lo scorso 11 maggio).
La nascita della nuova componente parlamentare consente ai suoi aderenti, pur, nei limiti delle norme vigenti a Palazzo Madama, di emergere con il proprio nome all'interno delle aule, ponendosi come compagine di opposizione (insieme a Fratelli d'Italia e a +Europa - Azione). Il percorso verso una più facile identificazione, in realtà, era iniziato già alla fine di aprile, con l'adozione di un simbolo per il progetto politico. Il 26 aprile sulla pagina ufficiale Facebook de L'Alternativa c'è è stato pubblicato un post che spiega nel dettaglio l'emblema scelto. Vale la pena riportare il testo per intero, non essendo frequente che un soggetto politico spieghi direttamente il significato di una scelta che non è mai solo grafica (o, per lo meno, non dovrebbe esserlo). 
- L’Alpha
"Alpha" è la prima lettera dell’alfabeto greco, corrisponde alla "a" italiana di "alternativa".
Il rimando alla Grecia è un tempo il richiamo alla culla della democrazia (peraltro diretta) e al fallimento di certe politiche europee contemporanee.
L'"alpha" greco all'inizio delle parole è un prefisso con significazione "privativa", ossia si pone di contro e in opposizione a ciò che segue. Una parola con davanti l'alpha è l'alternativa opposta alla parola stessa.
L'"alpha" greco è la prima lettera della parola greca ἀλήθεια (aletheia), che vuol dire "verità". L’etimologia di questa parola si muove su due fronti, derivando a un tempo dalla somma di alpha privativo e la parola λήθη (lethe) e il verbo λανθάνω (lanthano). La parola "aletheia", "verità", viene così a significare tanto "non-dimenticare" quanto "non-nascondere", "disvelare". Ed è il compito di buona politica che L’alternativa c'è si propone.
- Il giallo-arancione
Siamo in un momento storico in cui la green economy è spesso già considerata superata dalla blue economy: la green era basata sul concetto di spendere di più per inquinare di meno, rendendo l’ecologia un lusso per i ricchi. Superandola, la blue sottolinea la necessità di rendere sostenibili tanto l'impatto ambientale che lo sforzo economico che vi si affianca, puntando più sui sistemi circolari, sul recupero e sul riuso che sull’implementazione di costosi sistemi sostenibili, e sottolinea l'importanza dell’economia legata al mare.
Il colore giallo-arancione è un passo ulteriore: ci ricorda che tutto sul nostro pianeta fa parte di un sistema chiuso, incluso il mare, ed il ciclo dell'acqua, che non possiamo accelerare per inseguire il suo crescente uso industriale: già enormi masse di denaro vengono investite scommettendo sul crescere del costo dell'acqua a livello globale nei prossimi anni. Progettare la crescita significa ricordarci che tutto nel nostro sistema è circolare, e ci ritorna, come il problema di un rifiuto o la risorsa di un materiale riutilizzabile, e non possiamo sprecare nulla: unica eccezione è il sole, che ogni giorno fornisce energia ulteriore al nostro ciclo, per il resto completamente chiuso. Quel colore giallo-arancione, solare, rappresenta quanto è preziosa quella consapevolezza
Il testo ha spiegato gli elementi più "anomali" (rispetto ai simboli già in circolazione) dell'emblema; non ha ritenuto necessario spiegare, ovviamente, la scelta di inserire un segmento tricolore nella parte inferiore del fregio. Forse la font adottata non è la migliore possibile (non sembra perfettamente intonata con il resto dell'immagine, anche se oggettivamente si legge bene: un corsivo o un carattere con le grazie sarebbe stato meno opportuno) ma nel complesso non è certo un simbolo inespressivo, anche se la comprensione non è immediata. Va detto, per la cronaca, che esiste un'altra pagina Fb (con il nome Alternativa c'è) con pochi post pubblicati ma attiva anche negli ultimi giorni, che mostra una ruota dentata con una stella all'interno: non si tratta certo di una pagina ufficiale, ma è utile ricordare che il 23 febbraio scorso l'Adnkronos aveva pubblicato un lancio di Antonio Atte in cui si parlava di "una ruota dentata con all'interno una stella tricolore". Può essere che qualcuno abbia cercato di "visualizzare" quell'immagine; in ogni caso, le scelte grafiche in seguito sono state diverse.
Dunque da tempo coloro che, eletti nel MoVimento, non hanno condiviso gli ultimi passaggi politici con il sostegno a Draghi, si sono dati un simbolo e ora dispongono di una componente del gruppo misto in entrambe le Camere. Quest'operazione, non andata in porto a marzo per il venir meno delle condizioni per un progetto comune con l'Italia dei valori guidata da Ignazio Messina, è stata possibile questa volta - come si diceva - grazie all'intervento di Antonio Ingroia. Se alla Camera i deputati che si riconoscono in L'Alternativa c'è (15 per ora) hanno potuto costituire la componente senza grossi problemi, visto che non esistono requisiti particolari per le compagni di almeno dieci persone, al Senato com'è noto la situazione è diversa: pur in mancanza di norme scritte (per cui le componenti sono citate una sola volta dal regolamento, ma non normate), in passato si erano sempre permesse le componenti-etichetta (senza altro valore o prerogativa), anche di una sola persona, ma le ultime modifiche al regolamento del Senato in materia di gruppi - che vincolano il sorgere di un gruppo, anche in corso di legislatura, alla rappresentanza di un gruppo partecipante alle ultime elezioni e con almeno un eletto - avevano portato la Giunta per il regolamento e la stessa Presidenza del Senato a un atteggiamento meno permissivo. 
Nella citata seduta della Giunta dell'11 maggio si era approvato un parere, in base al quale - mediando tra varie posizioni emerse nell'organo - si sarebbero potute costituire componenti nel gruppo misto purché rappresentassero "partiti o movimenti politici che abbiano presentato con il proprio contrassegno, da soli o collegati, candidati alle ultime elezioni nazionali" e purché i senatori richiedenti fossero autorizzati "a rappresentare il partito o movimento politico detentore del contrassegno presentato alle elezioni, mediante dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante di tale formazione politica".
Ora, la Lista del Popolo per la Costituzione ha effettivamente partecipato alle elezioni politiche del 2018 (pur se in un numero assai limitato di circoscrizioni, visto l'obbligo di raccogliere le firme) e coloro che intendevano costituire la componente sono espressamente stati autorizzati a rappresentare quel partito da Antonio Ingroia, che della Lista del Popolo per la Costituzione è il rappresentante legale e il titolare del contrassegno elettorale, in base a quanto risulta dalla dichiarazione di trasparenza depositata appunto al Viminale prima delle ultime elezioni politiche. Così, in ossequio al citato parere della Giunta per il regolamento, è nata la componente del gruppo misto del Senato "L'Alternativa c’è - Popolo per la Costituzione", ad ora costituita da Bianca Laura Granato, Luisa Angrisani, Margherita Corrado e Mattia Crucioli. Nel post ufficiale sulla pagina, il 22 giugno, si legge che la nascita della componente dovrebbe essere il primo passo di "un percorso già in atto per costruire un’alleanza costituzionale molto più ampia e larga che rappresenti una terza via, un'aggregazione che si candida a governare il Paese e di cui si sente sempre più forte e vitale la necessità e l'urgenza". Un'alternativa al governo Draghi, ma soprattutto "ai due poli oggi imperanti, la destra nazionalista e il polo moderato, che insieme oggi sgovernano il Paese. Una sponda popolare e costituzionale che dia voce ai cittadini onesti, ai discriminati e delusi dell’attuale classe politica governativa", come pure alternativa "ai governi delle banche della finanza e dei potentati, alle politiche sempre più subalterne ai grandi interessi multinazionali, di lobby nazionali e transnazionali, che ostacolano una vera sovranità democratica e costituzionale".  
Il 24 giugno, nella conferenza stampa in Senato, i membri della componente hanno confermato "un'affinità politica progettuale" con Ingroia, che a sua volta ha detto di avere "messo a disposizione convintamente il simbolo" (ricordando anche Giulietto Chiesa, con cui aveva condiviso quel progetto elettorale e scomparso il 26 aprile dello scorso anno) avendo riscontrato "davvero tantissime affinità, anzi, anche identità" tra i propri programmi e obiettivi con quelli de L'Alternativa c'è. A partire dal fatto che "c'è una voglia di opposizione nel Paese, che chiede un'alternativa e che in questo momento di fatto non è adeguatamente rappresentata dentro i Palazzi della politica": mettere a disposizione il simbolo - o meglio, le prerogative consentite dall'aver partecipato alle ultime elezioni con quel simbolo - per Ingroia significa lavorare ancora per "costruire un Polo che sia alternativo a quelli che hanno governato, anzi, sgovernato il Paese fino ad oggi", facendosi strada tra i delusi e puntando a "una vera, reale, effettiva e non finta applicazione della Costituzione, mentre è in corso una eversione di fatto dei principi costituzionali".
Ingroia auspica la nascita di veri gruppi parlamentari, anche se ciò sarebbe possibile solo alla Camera (ove almeno altre cinque persone elette si unissero), non anche al Senato perché occorrerebbe un eletto con il simbolo della Lista del Popolo per la Costituzione, che invece non c'è stato. Nel frattempo, in dottrina non mancano le perplessità di chi - come Salvatore Curreri, non senza ragioni - ritiene che, con il parere della Giunta per il regolamento che ha consentito la nascita della componente "L'Alternativa c'è - Popolo per la Costituzione", di fatto si sia innovato il regolamento del Senato senza rispettare la Costituzione, vale a dire l'art. 64 che prevede (al comma 1) che il regolamento di ciascuna Camera sia adottato "a maggioranza assoluta dei suoi componenti", il che vale anche per le sue modifiche. Senza contare che quella modifica di fatto consente qualcosa di analogo a ciò che avviene alla Camera, cioè la nascita di una componente del gruppo misto "eterocostituita", i cui membri non siano parte della forza politica che ne consente il sorgere. Sul piano politico evidentemente si è dato il benestare a questa operazione; sul piano giuridico-scientifico, con altrettanta evidenza, i dubbi continueranno. Intanto, però, almeno alla nuova componente corrisponde il suo simbolo. Anzi, due.

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