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martedì 28 ottobre 2014

Lega, Salvini sul simbolo (anche al Sud)

Il deposito delle liste provincia per provincia in vista delle elezioni regionali in Emilia Romagna lo ha svelato: anche Matteo Salvini è finito nella "macchina simbolica" della politica. Nel contrassegno presentato dalla Lega Nord per le regionali che si svolgeranno in destra di Po, infatti, oltre ai riferimenti alle nazioni Emilia e Romagna, c'è anche il suo nome: caccia via la dicitura appena arrivata "Basta Euro" (che in effetti come provocazione e dichiarazione di intenti funzionava quando si votava per Strasburgo, mentre ora che si punta a viale Aldo Moro a Bologna potrebbe essere meno efficace) e si posiziona evidenziato in giallo, compresso nel segmento blu al di sotto di Alberto da Giussano.
Non c'è il nome del candidato alla presidenza della Regione, Alan Fabbri, sindaco di Bondeno (su cui converge l'appoggio di Forza Italia e Fratelli d'Italia), ma proprio quello del segretario federale. Il colore giallo è lo stesso di "Basta Euro", ma nessun leader leghista aveva mai osato tanto prima, almeno cromaticamente (tanto Bossi quanto Maroni avevano lasciato il loro nome in bianco, solo la parola "Libertà" era apparsa in quella tinta alle europee del 1999, facendo il paio con il leone di San Marco).
Lo stesso Salvini, peraltro, si appresta a fornire il proprio nome anche all'omologo partito che si sta formando da Roma in giù: ne sarebbe certo il sito Il Sud con Salvini, in vista soprattutto delle regionali in due regioni chiave come la Campania (in mano al centrodestra) e la Puglia (che vede chiudersi l'era Vendola). "L’operazione Sud - si legge nel sito - punterà molto su Salvini, il cui nome sarà anche nel logo di quella che si chiamerà 'Lega dei Popoli' (e forse 'delle identità'). Inizialmente si era ragionato su 'Identità e Popolo per Salvini', con il simbolo classico del Carroccio. Poi si è deciso di dare una connotazione grafica e simbolica diversa alla Lega 'gemella', senza Alberto da Giussano".
Una delle poche certezze, dunque, sarà l'assenza dell'emblema storico della Lega nel contrassegno del nascente partito: la figura del guerriero, lo "spadone" la cui proprietà in passato aveva fatto discutere (anche in modo piuttosto sterile, secondo chi conosce il diritto elettorale) questa volta resterà solo al Nord. 

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