Nel viaggio tra i capoluoghi di provincia che il 26 maggio sono chiamati a rinnovare la loro amministrazione comunale, è interessante fare tappa anche a Foggia. Anche in questa realtà, infatti, la presenza di liste è tutt'altro che trascurabile: sono in tutto 17, a sostegno di cinque candidati al ruolo di primo cittadino. La scheda è tuttavia meno affollata rispetto a quella di 5 anni fa, quando fu eletto (al ballottaggio) il candidato del centrodestra Franco Landella: le liste infatti erano addirittura 25, spalmate su 9 aspiranti sindaci.
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venerdì 24 maggio 2019
Bergamo, simboli e curiosità sulla scheda
Anche Bergamo torna al voto, dopo essere stata al centro dell'attenzione cinque anni fa perché, quasi in corrispondenza con il record percentuale del Partito democratico riportato alle europee del 2014 (il famoso 41% sfiorato e mai più visto), sindaco della città era diventato - dopo il ballottaggio - Giorgio Gori, una delle figure più vicine a Matteo Renzi e al nuovo corso dem. Allora si erano presentati 6 aspiranti sindaci, sostenuti da 17 liste; questa volta i candidati sono soltanto quattro (tutti uomini per giunta) e le liste si sono contratte ancora di più, riducendosi a 11.
Giacomo Stucchi
1) Lega
Il sorteggio ha collocato al primo posto sui manifesti e sulle schede il candidato del centrodestra Giacomo Stucchi. La sorte ha voluto che ad aprire la coalizione fosse proprio il partito dell'ex presidente del Copasir, dunque la Lega. Il simbolo con Alberto da Giussano, al solito, è quasi identico a quello che i bergamaschi troveranno sulla scheda delle elezioni europee; visto poi che siamo in Lombardia, torna anche la "pulce" stile 1992 della Lega Lombarda, oltre che il riferimento alla regione al posto della parola "Premier" sotto al cognome di Matteo Salvini. Cinque anni fa la Lega aveva preso il 9,46%, poco meno di cinque punti sotto Forza Italia: questa volta le posizioni potrebbero essere scambiate.
2) Forza Italia
Subito dopo il contrassegno della Lega, è stato collocato l'emblema di Forza Italia, che tenterà - non si sa ancora quanto a fatica - di difendere il suo primato di cinque anni fa. Anche in questo caso, il simbolo ha come modello il fregio adottato per le elezioni politiche del 2018, con i vertici verdi della bandierina fuori dal cerchio, il cognome di Berlusconi scritto a caratteri cubitali e al di sotto, al posto della parola "presidente", la dicitura "per Bergamo", tutta scritta in Arial Black (peraltro molto più "stirata" in orizzontale). Nessun riferimento, stavolta, al candidato sindaco, presente cinque anni fa (quello di Franco Tentorio, allora uscente): il che non stupisce, visto che Stucchi non proviene dalle file forziste.
3) Bergamo ideale - Stucchi sindaco
Al terzo posto è stato collocato l'unico contrassegno che non ha natura politica, o per lo meno non del tutto. Perché Bergamo ideale, nome chiaro di una lista dalla natura civica, è inserito in un cerchio blu che contiene il simbolo di Stucchi sindaco, con il nome in blu e, sotto, una croce di san Giorgio rossa tracciata a gesso (o a pastello a cera, chissà). Questo emblema è chiaramente parente della prima "lista del presidente" presentata nel 2013 a favore di Roberto Maroni in Lombardia, poi trasmessa anche al suo successore Fontana (e comunque la grafica è pur sempre legata alle candidature proposte in Lombardia dalla Lega e condivise dal resto del centrodestra).
4) Fratelli d'Italia
Chiude la compagine di centrodestra, come ultima sorteggiata, la lista di Fratelli d'Italia, alleata a livello locale di una forza con cui prima su scala nazionale sembrava avere piena sintonia, almeno fino all'esperienza del governo giallo-verde, che ne ha allontanato le strade. Sui territori, tuttavia, i legami non sono stati messi in discussione, quindi non stupisce la presenza di Fdi. Il contrassegno, peraltro, è esattamente identico a quello che gli elettori bergamaschi troveranno sulla scheda delle elezioni europei: ci sono i riferimenti ai sovranisti, ai conservatori e a Giorgia Meloni, senza che sia citata in alcun modo la candidatura dell'ex presidente del Copasir.
Nicholas Anesa
5) MoVimento 5 Stelle
Il secondo candidato sorteggiato in questo turno elettorale è Nicholas Anesa, aspirante sindaco proposto dal MoVimento 5 Stelle, che è dunque alla sua seconda partecipazione elettorale a Bergamo (nel 2009, infatti, non si è presentata nessuna Lista CiVica a 5 Stelle). Alle scorse comunali il M5S aveva ottenuto l'8,26%, riuscendo a eleggere due persone, compreso il candidato sindaco Marcello Zenoni; la percentuale si era raddoppiata alle elezioni politiche dello scorso anno, ma ovviamente comunali e politiche non sono assimilabili. Unica novità grafica rispetto a cinque anni fa è la sostituzione del sito internet nella parte inferiore dell'emblema, da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it.
Francesco Samuele Macario
6) Bergamo in Comune
Il centrosinistra che sostiene Gori sembra non poter dire che tutta la sinistra si è ritrovata lì: una parte non trascurabile si riconosce nella lista autonoma Bergamo in Comune, che appoggia la candidatura di Francesco Samuele Macario, già assessore all'edilizia della giunta guidata da Roberto Bruni (2004-2009) e attuale segretario locale di Rifondazione comunista. Il concetto di comune (come istituzione) si fonde con quello di comunità e di "messa in comune"; sullo sfondo spicca la sagoma dei monumenti principali di Città Alta, mentre al di sotto è particolarmente evidente il logo della Sinistra europea - la stella-freccia rossa che punta a sinistra - senza alcuna indicazione testuale.
Giorgio Gori
7) Giorgio Gori sindaco
La coalizione che appoggia il tentativo di riconferma di Giorgio Gori è la più nutrita di tutto questo turno elettorale, essendo composta da cinque liste. La prima a essere sorteggiata, Giorgio Gori sindaco, evidentemente la "civica personale" del primo cittadino uscente e riaspirante, era già presente cinque anni fa (con un ottimo risultato, pari al 13,76%) e torna ora, giusto con una minima differenza: il nome della lista - scritto su tre righe e con il cognome del candidato scritto a caratteri cubitali - viene ridotto leggermente, sul fondo blu sfumato, per lasciare il posto nella parte inferiore del cerchio alla dicitura "lista civica", forse per sottolineare il carattere non politico della formazione (ma ce n'era bisogno?) e attenuare un po' l'impatto del nome.
8) Patto per Bergamo - Italia in Comune
Altro ritorno, sia pure in una forma un po' diversa, riguarda la lista Patto per Bergamo, che aveva partecipato alle elezioni del 2014 come Patto civico: le bandierine al vento con i colori cittadini, il rosso e il giallo, sono le stesse di allora, ma il nome e i vessilli sono inseriti all'interno del simbolo di Italia in Comune: a seguito dell'alleanza tra le due forze, il logo del partito di Federico Pizzarotti si è ridotto un po' di dimensioni e ha tinto parte della circonferenza-agorà in giallo, per "bergamizzare" in pieno il contrassegno. Nel cerchio, peraltro, c'è anche una miniatura della rosa del socialismo europeo, per sottolineare la partecipazione di alcuni candidati del Psi alla lista.
9) Partito democratico
Non poteva naturalmente mancare in questa coalizione una lista del Partito democratico, ossia della formazione che cinque anni fa aveva ottenuto il risultato migliore (con il suo 23,55%; certo le condizioni sono cambiate e non sarà affatto facile confermarlo questa volta, anche se alle politiche era comunque arrivato il 28,5%). Il simbolo utilizzato in questo appuntamento elettorale somiglia a quello del 2014, anche se con qualche modifica significativa: lo spazio dedicato al logo del Pd diminuisce (solo il semicerchio superiore), mentre nella parte inferiore c'è la dicitura "Gori sindaco", con il cognome in grande evidenza, anche se cinque anni fa era più imponente. In qualche modo la grafica è parente di quella utilizzata da Gori alle regionali dello scorso anno, anche se allora il segmento verde era più piccolo e il nome era in corsivo.
10) +Europa
Tra le forze politiche che sostengono la ricandidatura di Gori c'è anche +Europa, che presenta una delle sue ultime versioni del contrassegno, con il nome proposto nella grafica già nota dalla fine del 2017 e al di sotto la bandiera europea al vento, con una delle stelle tinta del tricolore; in alto non manca il riferimento a Gori, segno che la lista più di altre sembra condividerne il progetto. Alle scorse elezioni politiche il 5,53% dei bergamaschi aveva scelto la formazione di Della Vedova, Bonino e Tabacci, ma la quota era scesa al 3,11% alle contemporanee elezioni regionali; non è escluso, comunque, che il contributo della lista possa essere positivo e trovi riconoscimento in seguito.
11) Ambiente partecipazione futuro
Chiude la coalizione di Gori e la scheda la lista Ambiente partecipazione futuro, che raccoglie parte della sinistra che sostiene il programma del sindaco uscente, pur non risparmiando critiche ad alcuni suoi punti e impegnandosi ad agire sulle carenze dell'amministrazione in scadenza. "Siamo - si legge sulla pagina Facebook della lista - per una città aperta, europeista, che metta al centro le persone. Solidale, impegnata a rendere sviluppo ed economia compatibili con l'ambiente, attenta alla tutela del suo patrimonio, che sappia investire in cultura, formazione e diritti civili". Il simbolo, molto semplice, comprende il nome della lista - piccolo ma evidente - e un triangolo rosso che funge da freccia, che punta ovviamente a sinistra.
giovedì 23 maggio 2019
Firenze, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)
Non poteva mancare, nel viaggio de I simboli della discordia, la più popolosa tra le città chiamate a rinnovare il 26 maggio la propria amministrazione comunale. Parliamo di Firenze, che - forse in virtù dei retaggi rinascimentali - ancora garantisce una discreta produzione simbolica, per la gioia di chi segue questo blog. Sul piano quantitativo, il numero delle liste è leggermente diminuito rispetto alle comunali del 2014, da 23 a 20, spalmate su un totale di 9 candidati sindaci (erano 10 nel 2014). Andiamo a conoscere meglio i loghi che in queste settimane tappezzano le strade fiorentine, procedendo sempre rigorosamente in ordine di sorteggio.
Fabrizio Valleri
1) Libera Firenze
Al primo posto la lista Libera Firenze, che candida a sindaco Fabrizio Valleri, consigliere del quartiere 1 (giova ricordare che Firenze è suddivisa in cinque quartieri – corrispondenti alle circoscrizioni o ai municipi romani – che a loro volta eleggono un consiglio e un presidente), e nasce dall'incontro di varie realtà civiche, che avevano in parte sostenuto nel 2014 la candidatura dell'indipendente Cristina Scaletti. Il simbolo vede alternarsi bande bianche e rosse (i colori ufficiali dello stemma cittadino), con in basso una silhouette che riproduce uno scorcio panoramico del centro città, in cui si distinguono chiaramente Palazzo Vecchio e il Duomo. Completa il tutto il nome della lista colorato in viola, con una legittima strizzatina d’occhio ai tifosi calcistici, sperando in prestazioni migliori di quelle che la Fiorentina ha riservato quest’anno.
Ubaldo Bocci
2) Forza Italia
Subito dopo la lista di Valleri, troviamo la coalizione di centrodestra, che - dopo lunghe trattative e più di qualche scontro interno sul nome del candidato - ha trovato la quadra intorno al nome di Ubaldo Bocci, manager e imprenditore al suo debutto in politica, sostenuto da cinque liste. La prima che compare sulla scheda è Forza Italia, che ancora una volta ripete lo schema del "Berlusconi per" seguito dal nome del candidato sindaco (stavolta scritto in Arial Black come "per"). In quel di Firenze, i forzisti hanno sempre ottenuto risultati ben al di sotto della media nazionale (e regionale): dal 9,8% delle comunali 2014 all'8% delle politiche 2018. C'è da giurare che sperino che questo appuntamento possa invertire il trend negativo, Salvini permettendo.
3) Popolari & liberali
Ed ecco il primo simbolo che cattura l’attenzione dei #drogatidipolitica. È quello della lista Popolari & Liberali, un progetto civico-politico che coinvolge tre realtà, i cui loghi sono riprodotti in versione "pulce" nel contrassegno della lista: ritroviamo il Partito liberale italiano (che di tanto in tanto rispunta in occasione di appuntamenti elettorali locali) e l'Unione di centro (nella versione nazionale Udc-Italia con lo scudo crociato, utilizzata dal 2012), ai quali si aggiunge l’associazione Attiva Firenze. Il simbolo della lista non nasconde una certa somiglianza - sia nella struttura, giusto a colori invertiti, che nelle scelte cromatiche - proprio con quello di Attiva Firenze: unire le forze servirà ad agguantare l'ambìto seggio?
4) Fratelli d'Italia - Firenze in Movimento
Anche l’emblema di Fratelli d'Italia si presenta a Firenze in una veste rinnovata. In alto campeggia sempre il nome di Giorgia Meloni, mentre in basso il logo con il nome del partito e la fiamma tricolore si spostano a sinistra (solo metaforicamente, sia chiaro) per lasciare spazio a un altro simbolo più piccolo, quello di Firenze in Movimento, in cui troneggia un leone intento a custodire il giglio, con la facciata principale del Palazzo della Signoria sulla sfondo. In realtà, l’accordo tra i due soggetti politici è frutto di un’intesa nata in consiglio comunale: Firenze in Movimento (e qualcosa di simile, anche nella struttura del simbolo, lo si è visto anche a Livorno), infatti, nasce per volontà di Arianna Xekalos, giovane consigliera eletta con il M5S e poi transitata tra i banchi del centrodestra. Una spolverata di civismo per aumentare i consensi e tentare il sorpasso su Forza Italia.
5) Lega
Potrà destare sorpresa il fatto che il simbolo presentato dalla Lega per le elezioni comunali a Firenze sia esattamente identico a quello per le europee. Eppure, c'è da giurarlo, non si tratta di una scelta casuale. Non è un mistero che Matteo Salvini consideri quella fiorentina una sfida di estrema importanza, anche e soprattutto in vista delle regionali 2020, quando tenterà l’impresa di prendersi l’intera regione (e questa volta, da quel che dicono gli esperti, il traguardo potrebbe non essere così lontano). Così, sfumata l’indicazione del candidato a sindaco (il leader leghista aveva puntato sulla costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni), è presto tracciata la nuova rotta: nessun riferimento alla città, né alla Toscana, tantomeno al candidato sindaco. E poiché all'aumentare delle dimensioni di una città aumenta la plausibilità di una lettura politica del voto amministrativo, "Salvini premier" anche alle comunali può essere un modo per dire di volerci mettere la faccia.
6) Lista civica Firenze - Bocci sindaco
Ultimo dei cinque simboli della coalizione di centrodestra è la Lista civica Firenze - Bocci sindaco. Composta da imprenditori, professionisti, rappresentanti delle associazioni, si tratta senza dubbio della lista meno "partitica" della coalizione (sebbene ospiti al proprio interno alcuni esponenti del Popolo della Famiglia): in quanto tale, punta ad allargare il bacino del centrodestra, tradizionalmente molto ridotto in città. Il simbolo si presenta secondo caratteri di sostanziale immediatezza: scritte in bianco, salvo il nome del candidato sindaco (in rosso), su uno sfondo tra l’indaco e il viola; poco efficace la presenza di un ampio giglio, che viene quasi del tutto oscurato dalle diciture sparse.
Gabriele Giacomelli
7) Partito comunista
Pur non mancando - come si vedrà - un'ampia offerta politica a sinistra, gli unici a poter vantare la falce e martello sul simbolo sono gli esponenti del Partito comunista di Marco Rizzo, che a Firenze propongono come primo cittadino uno studente universitario, classe '95: Gabriele Giacomelli. Il contrassegno presentato è il classico "quadrato" ormai attivo da anni, quindi leggermente differente da quello che gli elettori troveranno sulla scheda per le europee, in cui appaiono le affiliazioni ai gruppi europei, che sono state essenziali per poter presentare le liste senza raccogliere le firme. Si sa, da queste parti una falce e martello (chiunque ne sia l’ispiratore) conta ancora qualcosa, o comunque più che altrove: ma per poter entrare in consiglio comunale serve il 3%, e la sfida sarà molto ardua.
Roberto De Blasi
8) MoVimento 5 Stelle
C’è poi il MoVimento 5 Stelle, che anche in questo caso conferma il simbolo standard, senza modifiche di alcun genere rispetto a quello impiegato alle europee e inaugurato l'anno scorso. Candidato sindaco è l'architetto Roberto De Blasi, iscritto da anni al MoVimento ma finora privo di esperienza amministrativa; non sfugge invece il nome del capolista, Ubaldo Nannucci, già procuratore capo a Firenze ed ex presidente cittadino dell'Anpi. Nel fortino renziano per eccellenza, il M5S proverà a ritagliarsi un suo spazio, guardando - più che al 9,5% di cinque anni fa - al 19% delle politiche dello scorso anno. E ora che anche il fu non-partito è nel pieno del processo di istituzionalizzazione, sarà interessante vedere quanto avrà pesato in termini di preferenze la fuoriuscita della già citata Xekalos, che rappresentava un terzo del gruppo consiliare.
Mustafa Watte
9) Firenze punto e a capo
Corre in solitaria anche la lista Firenze punto e a capo, civica (ma di area centrosinistra) che candida a sindaco il farmacista di origini siriane Mustafa Watte. Ma il deus ex machina è Graziano Cioni, che per trent'anni ha ricoperto svariate volte l’incarico di assessore comunale, suscitando spesso polemiche per le dure misure adottate in materia di sicurezza e decoro urbano (tra i promotori c'è anche il giornalista Nicola Cariglia, già vicesindaco di Firenze). Nel simbolo della civica in questione, oltre alla sempre attraente immagine di Palazzo Vecchio, il “Punto e a capo” si regge su due linee rette, la seconda delle quali assume la forma di una freccia che va verso destra: non sarà mica un messaggio subliminale? Certo, è innegabile che Watte abbia un recente trascorso politico tra i Fratelli d’Italia. Diceva qualcuno che a pensar male si fa peccato: come continua la frase, è noto…
Dario Nardella
10) Firenze + verde
Sei sono le liste che supportano il sindaco uscente Dario Nardella, trionfalmente eletto al primo turno nel 2014 con quasi il 60% dei voti. La prima prende il nome di Firenze + verde, ed è, come facilmente immaginabile, una civica di orientamento ecologista. Si segnala in particolare la posizione favorevole (in netta minoranza dunque tra le realtà ambientaliste) rispetto a un tema che è stato oggetto di feroce contrapposizione negli ultimi anni: l'ampliamento dell'aeroporto di Peretola. Il simbolo, oltre al nome della lista (un po' nero e un po' verde, vedi il caso...), contiene una riproduzione stilizzata della cupola di Brunelleschi, percorsa da una serie di sfumature (ovviamente) verdi.
11) Sinistra Civica
Un simbolo a dir poco essenziale per Sinistra Civica, la seconda lista della coalizione pro-Nardella: semplicemente il nome della lista, in bianco, su uno sfondo rosso. Parliamo di un'aggregazione che raccoglie varie personalità slegate dai partiti (tra i capilista troviamo l’autrice Angela Staude, moglie di Tiziano Terzani, ma anche il politologo Massimo Morisi) e si pone lo scopo di spostare a sinistra l'asse della coalizione. Ma guai a parlare di lista civetta. I promotori lo precisano a chiare lettere sul sito ufficiale, ribadendo al contempo tutta la distanza da quel "moderatismo conservativo che è una delle espressioni tipiche del renzismo" su cui è stata "spesso improntata l’azione amministrativa" di Nardella.
12) Partito democratico
Proseguendo in ordine di estrazione, ecco il Partito democratico che nel 2014, contestualmente all'exploit delle europee, aveva polverizzato ogni record superando il 47%: mai, nella storia delle elezioni comunali di Firenze, un singolo partito aveva raggiunto una percentuale simile. Oggi gli obiettivi sono realisticamente ridimensionati: riconfermarsi prima forza in città (meglio ancora se con ampio margine rispetto al secondo partito, probabilmente la Lega) e trainare la riconferma di Nardella, se possibile già al primo turno. Il simbolo non subisce significative variazioni rispetto alla comune fattispecie riadattata per le comunali: è aggiunto in basso il segmento con "Nardella sindaco", in bianco su uno sfondo dal viola "incerto" (perché potrebbe essere anche simile al blu di Siamo europei).
13) Avanti Firenze
Un viola di ispirazione apertamente calcistica è invece quello che domina l'emblema di Avanti Firenze, una lista che appare civica, ma che è contraddistinta da una chiara matrice politica: tra i fautori di Avanti Firenze, troviamo Gabriele Toccafondi (ex Forza Italia, poi Civica Popolare, eletto nel collegio maggioritario lo scorso anno) e Riccardo Nencini, storico leader socialista, ex viceministro del governo Renzi, oltre ad altri esponenti di area centrista. Tutti loro hanno trovato una sintesi nella dicitura bianca "Moderati e riformisti" che appare sul simbolo, anche se con un corpo piccolo; l'emblema si tinge anche di giallo (nel bordo del cerchio, nella parola "Avanti" e nei tre triangoli ruotati a 90° verso destra, come una sorta di pulsante di "avanti velocissimo") e vede sullo sfondo la presenza del giglio, molto sfumato (forse troppo, per essere stampato bene).
14) +Europa
Sarà della partita anche +Europa, che difficilmente scende in campo con proprie liste per consultazioni elettorali amministrative. Il simbolo differisce in parte da quello che sarà sulla scheda per il Parlamento europeo: in basso ci sono le bandiere dell’Italia e dell'Ue ondulate dal vento, mentre mancano ovviamente i loghi di Italia in comune e del Partito democratico europeo. L’unico precedente sul quale +Europa può basarsi è il 6% ottenuto in città il 4 marzo 2018: un dato incoraggiante, sebbene le elezioni comunali siano tutta un'altra storia. Sicuramente, più che le preferenze, si evocherà il voto di opinione, confidando nella risposta positiva che questo storicamente riscontra nei grandi contesti urbani, ma anche in un possibile effetto-trascinamento grazie alla concomitanza con le elezioni europee.
15) Lista Nardella sindaco
L’ultima delle sei liste del centrosinistra è la Lista Nardella sindaco: la civica ufficiale, comprendente personalità del volontariato, dell’associazionismo, delle professioni; anche qui si punta sui giovani, infatti la capolista ha appena 23 anni. Nel contrassegno trovano posto soltanto due colori (il bianco e l’amaranto) e di nuovo il giglio, che stavolta però è ben visibile e domina incontrastato, pur se oscurato alla base per fare spazio al nome della lista. La sua corrispettiva del 2014 (completamente differente sul piano grafico, con un disegno del Ponte Vecchio e dell’Arno) sfiorò il 9% e portò a Palazzo Vecchio ben tre consiglieri: la formazione civica gigliata saprà fare di meglio?
Antonella Bundu
16) Sinistra italiana
Passiamo ora alla coalizione che appoggia Antonella Bundu, storica attivista, fiorentina di madre sierraleonese e unica donna tra le persone che ora aspirano alla guida del comune. La prima lista è Sinistra italiana, che torna sulle schede con il suo contrassegno ufficiale, quello delle linee atte a formare l’acronimo “SI”, che effettivamente non ha mai convinto (e che, anzi, suscitò non poca ilarità, come ricorderanno gli affezionati lettori). Non è possibile stabilire confronti diretti con il passato: di certo l'obiettivo minimo è raccogliere un seggio e non allontanarsi troppo dal 4,2% di Sel del 2014, quando la sinistra radicale, presentandosi sempre in una coalizione di tre liste, portò in Consiglio comunale tre rappresentanti.
17) Potere al popolo!
Conta di riportare una buona performance anche Potere al Popolo!, che proprio a Firenze nel marzo 2018 ha ottenuto uno dei suoi migliori risultati tra le città capoluogo (oltre il 3%), radicandosi nei mesi successivi e sposando in pieno il progetto di Bundu. D’altra parte, prendere parte alle elezioni di Firenze (lo abbiamo detto all'inizio, il comune più importante tra quelli al voto) va vista anche come un'occasione importante di visibilità, un modo per avvertire tutti che PaP ancora c’è, malgrado non sia in corsa per le europee. Anche perché spesso, a sinistra, un nuovo simbolo dura il tempo di una sola campagna elettorale: se questo fa gioire i divoratori compulsivi di simboli, di certo non rallegra gli elettori, compresi quelli più assidui.
18) Firenze città aperta
Il terzo simbolo della coalizione di sinistra radicale è il più civico. O forse, sarebbe più corretto dire il meno partitico. Perché, come avranno subito notato gli esperti, ricorda molto il logo depositato per le europee da La Sinistra: in effetti la somiglianza è evidente e certamente voluta. Tuttavia, mentre nel semicerchio superiore troviamo la dicitura Firenze città aperta, che è il nome della lista, in quello inferiore - oltre ad "Antonella Bundu sindaca" (declinata al femminile) - c’è anche la stella della Sinistra europea, stavolta non accoppiata al logo e alla sigla del Gue/Ngl, il gruppo della sinistra all'Europarlamento. Firenze città aperta (appoggiata anche da Rifondazione Comunista, Possibile, Diem25 e Mdp) punta a dare lo slancio che manca alla coalizione per arrivare alla tanto sognata doppia cifra.
Saverio Di Giulio
19) CasaPound Italia

Andrés Lasso
20) Federazione dei Verdi
Il sorteggio ha riservato l’ultima posizione ai Verdi, che tornano al vecchio sole che ride (il simbolo è identico a quello che appariva nella seconda metà degli anni ’90). Non avendo raggiunto un accordo con Nardella, i Verdi hanno deciso di correre in autonomia, candidando a sindaco Andrés Lasso, biologo di origini panamensi, che conferisce ulteriore eterogeneità a questa competizione. Da segnalare qualche stoccata nei confronti della lista Firenze + verde, accusata dai Verdi fiorentini di scorrettezza poiché finalizzata "a confondere gli elettori". I seguaci di lunga data di questo blog conoscono bene i danni che le liste verdi hanno subìto nel tempo a causa di professionisti di simboli "tarocchi". Stavolta però, a onor del vero, va detto che i due emblemi che si contendono il consenso ambientalista in quel di Firenze sono molto differenti tra di loro e di certo la qualifica di "Verde" non è esclusiva di nessuno.
Nocera Superiore, simboli e curiosità sulla scheda (di Arturo Famiglietti)
In queste settimane che precedono le elezioni amministrative, si è scelto di dare spazio ai tanti comuni capoluoghi di provincia chiamati al voto: ciò non significa che, tra gli altri comuni superiori, non ci siano casi interessanti o perfino eclatanti. Uno di questi è rappresentato da Nocera Superiore (Sa): non arriva a 30mila abitanti, ma è riuscito a schierare addirittura 26 liste. Un numero quasi da record, che meritava uno sguardo prima che si aprissero le urne. Per narrare questo "strano caso", cedo volentieri spazio ad Arturo Famiglietti, anche lui tra i follower storici del sito (lui lo ha visto nascere in università) e suggeritore di vari argomenti da me sviluppati. Stavolta Arturo, dopo la segnalazione, ha accettato di scrivere: ecco il suo debutto come autore, cosa di cui gli sono grato.
Il voto del 26 maggio vedrà protagonista anche la cittadinanza di Nocera Superiore, comune dell’agro nocerino-sarnese di poco meno di 25000 abitanti, ma dalla storia importante, già dai tempi dei sanniti e poi dei romani. Si torna regolarmente al voto dopo cinque anni: è il settimo appuntamento con l'elezione diretta del sindaco, dopo che nella Prima Repubblica i sindaci eletti in consiglio comunale sono quasi sempre stati della Democrazia cristiana (tranne all'inizio degli anni '50, quando governava una lista civica di destra; alla fine degli anni '60, con un'amministrazione a guida prima socialdemocratica, poi socialista; alla fine degli anni '80, di nuovo con un sindaco socialista durato meno di due anni). Da quando sono i cittadini a votare direttamente il primo cittadino, si sono avvicendati il centrosinistra (dal 1993 al 2001, sia pure in diversa composizione) e il centrodestra (dal 2001 al 2014, con l'apporto di varie formazioni civiche), fino alle elezioni di cinque anni fa, vinte da Giovanni Maria Cuofano - allora non ancora trentenne - sostenuto da una coalizione totalmente civica, mentre il centrodestra si era diviso tra due aspiranti sindaci.
Quest’anno a contendersi la guida del comune ci saranno cinque candidati (lo stesso numero del 2014) e ben 26 liste (8 in più rispetto alla scorsa tornata elettorale).