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mercoledì 10 settembre 2025

Casa riformista, il progetto elettorale di Italia viva

Nei prossimi giorni, con l'avvicinarsi delle elezioni regionali previste in autunno, si passeranno in rassegna i vari simboli destinati alle schede elettorali. Vale la pena, tuttavia, dedicare già ora un po' di attenzione alla scelta di Italia viva di presentare un'iniziativa elettorale con un'immagine coordinata, per la quale è stato scelto il nome di Casa riformista.
A presentare il progetto è stato lo stesso Matteo Renzi, attraverso la sua newsletter Enews. Nell'uscita del 5 settembre (la n. 1054), Renzi aveva parlato del tentativo di costruire "nonostante tutto e nonostante tutti" una coalizione di centrosinistra "capace di giocarsela alle regionali e di offrire poi un’alternativa alle Politiche. Mica facile, lo sappiamo. Ed è ovvio che allearsi con la sinistra più lontana da noi significa stare in coalizione con persone che su molte cose la pensano diversamente da noi [...]: sono le regole del bipolarismo purtroppo". A chi metteva in guardia dai rischi di "contaminazione" da parte di Alleanza Verdi e Sinistra o del Movimento 5 Stelle, Renzi rispondeva così: "O c'è una tenda riformista, meglio: una casa riformista, capace di portare anche le nostre idee o la sinistra non vincerà mai. Ecco perché il nostro contributo non è marginale ma decisivo. Ecco perché – lo dimostrano Genova e la Liguria – quando ci siamo, si vince. Quando non ci siamo, si perde. È matematica, certo, ma è soprattutto politica". Una politica da fare con le idee, ma anche - a proposito di matematica - con i voti: "Sono stato nelle Marche con Matteo Ricci. Sono stato in Calabria con Filomena Greco, stiamo per ufficializzare la nostra lista con Eugenio Giani in Toscana. Ci sono tanti nostri candidati. La differenza la faremo portando i voti decisivi come abbiamo fatto con Silvia Salis. La politica non si fa con le interviste, si fa con i voti. E dunque in democrazia contano i risultati elettorali non i sondaggi". 
E se quella newsletter era intitolata "Casa riformista" (come evoluzione dell'immagine della "tenda riformista" lanciata dallo stesso Renzi a luglio), in quella successiva - del 9 settembre - si è scoperto che proprio quel nome sarebbe stato adottato dalle liste presentate da Italia viva alle prossime elezioni regionali: "è finalmente uscito - si legge alla fine di quel testo - il logo sotto cui correremo alle prossime regionali. Eccolo: si chiama Casa riformista e coinvolgerà Italia viva ma anche tutti quelli che vogliono creare uno spazio che bilanci AVS, Cinque Stelle e il nuovo Pd. Lo troverete nelle regionali in Calabria, in Toscana e anche - più in là - nelle prossime sfide a cominciare dalla Campania".
L'elemento dominante della grafica è una piccola casa stilizzata con tetto e porta blu e finestra blu e fucsia, vale a dire i colori di Italia viva; le stesse tinte, sfumate, tingono un segmento curvilineo in basso (che ricorda quello fucsia-arancio del simbolo di Iv) e il nome stesso della lista, proposto in un carattere bastoni (probabilmente Futura). Successivamente sono stati resi noti anche gli emblemi destinati alle altre regioni: quello della Campania è quasi identico a quello calabrese (manca solo l'indicazione di Iv), mentre quello pensato per la Toscana colloca il nome della lista sul segmento inferiore, collocando in alto e in maggior rilievo il riferimento al candidato presidente sostenuto, Eugenio Giani (il che fa pensare che l'appoggio al presidente uscente sia più convinto rispetto ad altre situazioni). 
Certamente il concetto di casa appare più solido e meno precario rispetto a quello della tenda (immagine che peraltro, come ha segnalato sull'Espresso Massimiliano Panarari a fine luglio, deve molto al "lessico politico americano, molto aduso alla concezione della tenda che ospita molteplici sensibilità, specialmente nella versione del partito pigliatutto"). Non è però mancato chi ha pensato a un altro tetto che in passato ha caratterizzato la politica italiana: non quello di una Casa (quella delle Libertà non ce l'aveva, e non era quella cantata da Chico Buarque e Sergio Endrigo), ma di un Campanile, quello dell'Udeur di Mastella. Probabilmente il paragone non farebbe molto piacere a Matteo Renzi, anche perché la casa - piccola o grande che sia - nasce per essere abitata, il campanile molto meno. 
Quanto ai colori, il blu e il fucsia sono praticamente gli stessi - oltre che di Iv - delle liste "Lavoriamo per..." dei "riformisti", messe in campo a partire dal 2021 (e da Milano) soprattutto da Italia viva a partire dal logo depositato come marchio in quello stesso anno da Gianfranco Librandi: si sono viste spesso nel centrosinistra, ma non sempre (a Palermo nel 2022, per esempio). L'abbinamento tra colori e il concetto di "riformisti", insomma, porta a tracce ben identificabili e probabilmente Renzi spera proprio in questo, anche in prospettiva futura. Quale che sia il risultato finale, l'operazione di costruire un'immagine coordinata da affiancare a quella del partito (per creare un contenitore più ampio in grado di bilanciare il centrosinistra) ha il suo senso. Toccherà al corpo elettorale esprimersi attraverso il voto per dire se quel senso sarà stato individuato e condiviso. 

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