Da ieri anche coloro che non rappresentano le forze politiche che parteciperanno alle elezioni amministrative di Milano possono facilmente sapere quale posizione avranno sulle schede elettorali le liste in corsa: il 6 settembre era stato sorteggiato l'ordine delle candidature, ma soltanto ieri appunto il comune di Milano ha emesso il proprio provvedimento con cui indica la posizione che potranno avere i manifesti delle varie candidature sui tabelloni elettorali, seguendo appunto l'ordine del sorteggio.
La questione è stata pure oggetto di polemiche (soprattutto da parte dei candidati Bernardo e Goggi), per il ritardo con cui si è arrivati alla decisione, dovuto - lo si vede anche sulla stessa determinazione dirigenziale - al fatto che in un primo tempo si erano individuati 24 spazi per ogni blocco di plance, ma le liste si sono poi rivelate 28, a sostegno di 13 candidature alla carica di sindaco. Questo ha reso necessario l'aumento dei tabelloni e ha ritardato il tempo per l'affissione dei manifesti (si è atteso che tutte le plance fossero sistemate, per non creare disparità).
L'atto parla di uno "storico delle liste partecipanti che si assesta su 14". Va detto che nel 2016 le liste erano 17, ma erano 29 nel 2011, 34 nel 2006, 19 nel 2001, 29 nel 1997, 20 nel 1993. In quest'occasione, poi, si doveva tenere conto di una possibile esplosione delle liste legata alla riduzione a un terzo delle firme richieste dalla legge: a conti fatti, dunque, il numero poteva essere anche più alto (soprattutto se si considera che in queste elezioni non compare alcuna lista di Pensionati, né si sono viste altre liste storicamente presenti o formazioni legate a certi ambienti della destra).
Giorgio Goggi
1) Socialisti di Milano
Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Giorgio Goggi, architetto, già assessore ai trasporti quando era sindaco Gabriele Albertini. Il candidato sarà sostenuto da due formazioni: la prima estratta, Socialisti di Milano, è anche quella che ha promosso la corsa elettorale di Goggi - egli stesso socialista - come autonoma dai poli, soprattutto da quello di centrosinistra, che avrebbe fallito nel governare Milano (città ancora legata alla sua passata storia Psi) . La lista unisce Partito socialista italiano, Socialisti in Movimento, Socialdemocrazia, nonché vari circoli e associazioni. Quelle forze stanno sotto lo stesso simbolo - ovviamente la corolla di un garofano realistico, non quello del Psi per cercare di tenere insieme tutti - che, rispetto all'immagine diffusa alcuni mesi fa, è circondata da una circonferenza rossa spessa.2) Milano Liberale
L'altra lista che alle amministrative sosterrà Goggi è legata a un altro partito che si richiama a una formazione storica, pur usando altre insegne. Milano liberale, infatti, è una lista promossa dal Partito liberale italiano, continuatore del Pl fondato nel 1997 e "ricostituito" nel 2004 con il nome del vecchio Pli (pur costituendo un soggetto politico diverso). L'idea era di sostenere una candidatura fuori dagli schieramenti di centrodestra e centrosinistra per difendere meglio la democrazia liberale e tornare sulle schede nella seconda città d'Italia per una proposta che partisse dalle due delle maggiori tradizioni politiche. Anche in questo caso non si è utilizzato un simbolo ufficiale, ma una stilizzazione tricolore "a pennellate" del Duomo di Milano su fondo giallo (che, insieme al blu del testo, riprende i tradizionali colori liberali, oltre al tricolore usato in Italia).
Natale Azzaretto
3) Partito comunista dei lavoratori
Il secondo aspirante sindaco di Milano indicato dal sorteggio non è alla sua prima candidatura: nel 2016, infatti, Natale Azzaretto si era già presentato al corpo elettorale e lo aveva fatto anche allora sotto le insegne del Partito comunista dei lavoratori. La formazione guidata a livello nazionale da Marco Ferrando è presente alle amministrative milanesi dal 2011: rispetto a quella prima partecipazione è cambiato ben poco all'interno del simbolo (giusto la font con cui il nome è scritto), mentre falce e martello di colore rosso sul globo terrestre stilizzato azzurro sono rimasti perfettamente identici. Si tratta, come si vedrà, della prima formazione di estrema sinistra presente sulle schede in questa consultazione elettorale.
Gabriele Mariani
4) Civica AmbientaLista
A dimostrare ciò che si è appena detto, arriva in terza posizione la candidatura di Gabriele Mariani, ingegnere e architetto, ex aderente al Pd (lasciato nel 2016 dopo un'esperienza da consigliere municipale) e progressivamente spostatosi a sinistra (era stato eletto sempre nel municipio 3 anche nel 2016 nella lista Sinistra x Milano). Anche Mariani avrà con sé due liste. La prima, in cui il suo nome è più evidente, è la Civica AmbientaLista, in cui il colore più evidente è il verde tenue (pur in diversi toni) delle foglie, inserite per segnalare la sensibilità ambientalista di questa formazione, promossa soprattutto dai comitati di quartiere milanesi (inclusi quelli che cercano di salvare lo stadio Meazza di San Siro per evitare che ne sia costruito un altro).
5) Milano in Comune - Sinistra Costituzione
Più familiare per i milanesi è la seconda lista indicata dal sorteggio, vale a dire Milano in Comune - Sinistra Costituzione: si tratta infatti della stessa formazione con cui nel 2016 si era candidato come sindaco Basilio Rizzo, riuscendo a essere confermato come consigliere (sedeva in consiglio comunale dal 1983). Alla lista concorrono, per quanto se ne sa, oltre all'associazione omonima, Ledd2, il Partito della Rifondazione comunista, nonché le articolazioni milanesi di Possibile e Risorgimento socialista. Il simbolo mantiene la struttura di cinque anni fa, con il cerchio principale - che contiene tra l'altro tre archi colorati che richiamano le onde di propagazione di un suono - inserito in un altro cerchio rosso (l'effetto "lunetta" è ripreso dal Prc), con all'esterno le parole "Sinistra Costituzione" (rispetto a cinque anni fa si è persa la "e" nel mezzo).
Layla Pavone
6) MoVimento 5 Stelle
La quarta candidatura alla guida del comune di Milano, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, è quella di Layla Pavone, manager e "pioniera di internet" (come lei stessa si è definita), attenta a vari settori dell'innovazione tecnologica. Lei è stata scelta da Giuseppe Conte come candidata per la partecipazione del MoVimento 5 Stelle autonoma rispetto ai poli (e in particolare rispetto al centrosinistra, con cui in altri comuni si è stabilita un'alleanza). Il simbolo utilizzato in questa tornata elettorale è lo stesso adottato con il nuovo statuto proposto da Conte, dunque con il cuore dell'emblema pressoché immutato (al di là di una piccola riduzione) e con l'anno 2050 inserita nel segmento rosso nella parte inferiore del cerchio.
Alessandro Pascale
7) Partito comunista
Distinta da quelle di Pcl e Milano in Comune è la corsa elettorale del Partito comunista, alla sua prima partecipazione al voto amministrativo milanese. Per l'occasione il partito guidato a livello nazionale da Marco Rizzo presenta come candidato Alessandro Pascale, 35enne docente liceale di storia e filosofia, valdostano d'origine: lui ha dichiarato di volere
"una Milano verde, tecnologica, comunitaria, nonché giusta e solidale". Il simbolo impiegato in questa occasione è lo stesso già visto in sede di deposito per le suppletive: l'emblema ufficiale del partito (falce e martello di colore bianco su quadrato rosso, inscritto in un cerchio grigio) è inserito in un cerchio bicolore più grande, nel quale spicca il riferimento al leader nazionale Rizzo.
Mauro Festa
8) Partito Gay
Il sesto candidato alla guida del comune di Milano, stando al sorteggio effettuato, è Mauro Festa, indicato in quel ruolo dal Partito Gay. La formazione politica è dunque riuscita a partecipare con una propria lista alle principali elezioni amministrative di questo turno (oltre a Milano, Torino, Roma, Napoli, senza contare altri centri) e lo fa con il simbolo presentato alcuni mesi fa, quando è stato esposto il progetto politico: all'interno spiccano la mezza corolla arcobaleno, la parola "Gay" in grande rilievo sopra all'indicazione "Lgbt+" e, nel segmento curvilineo inferiore, i riferimenti al progetto "solidale", "ambientalista" e "liberale", così come i promotori lo hanno concepito.
Gianluigi Paragone
9) Milano Paragone sindaco
La settima candidatura alla carica di sindaco è quella di Gianluigi Paragone, senatore eletto con il MoVimento 5 Stelle ma da tempo uscitone per continuare il suo impegno politico con il proprio progetto ItalExit. Chi cercasse quel simbolo sulla scheda, tuttavia, resterebbe deluso: la prima delle due liste che sostengono la candidatura del giornalista e senatore è infatti Milano Paragone sindaco, una formazione centrata su di lui (come "lista personale", senza esagoni e frecce, ma con i colori tipici del partito "pigliatutto", nazionale e non proprio a sinistra (tricolore limitato a un archetto in basso e fondo blu). Il simbolo, in ogni caso, è costruito in modo equilibrato e il cognome di Paragone emerge senza essere troppo sfacciato.
10) Grande Nord
La seconda lista a sostengo di Gianluigi Paragone, invece, è sì quella di un partito, ma non si tratta appunto di ItalExit: il simbolo è piuttosto quello di Grande Nord, vale a dire il partito fondato alla fine del 2017 da Roberto Bernardelli insieme ad altre figure che in passato avevano ricoperto ruolo di rilievo nella Lega Nord o legate ad altri movimenti autonomisti locali (per questo nella parte superiore del contrassegno - che riprende in tutto e per tutto il simbolo ufficiale del partito - si è precisato che Grande Nord è una "confederazione", dunque i vari soggetti politici mantengono la loro autonomia). Di certo, in tutta la scheda, quello della formazione di Bernardelli sarà l'unico emblema con la parola "Nord" all'interno, per giunta ben visibile.
Giuseppe (detto Beppe) Sala
11) Milano in salute
La prima candidatura sostenuta da più di due liste è quella del sindaco uscente, Beppe Sala: lui, anzi, si presenta con l'appoggio di ben otto simboli, segnando il record di questa competizione elettorale. La prima formazione indicata dal sorteggio è Milano in salute, lista civica e tematica, essendo costituita - come il nome suggerisce - essenzialmente da medici, infermieri e altri operatori sanitari, tutte persone interessate a porre la salute al centro delle politiche amministrative. Nel simbolo, basato soprattutto sui colori rosso e blu spesso usati per gli ospedali, spicca un elemento curvilineo, di non immediata lettura: chi scrive pensava a una fontana, ma l'interpretazione autentica fornita dalla lista è quella di un cuore a metà (come segno della salute, che va curata e monitorata nella sua evoluzione, come suggerisce anche la sfumatura), che peraltro ricorda anche la "M" di Milano.
12) Partito democratico
Seconda lista estratta all'interno della coalizione di Sala risulta essere quella del Partito democratico, che nelle ultime due tornate elettorali amministrative milanesi, superando il 28% ha avuto il netto primato dei voti nella coalizione di centrosinistra (nel 2016 anche il primato assoluto tra le liste in corsa). Il contrassegno, come cinque anni fa, costituisce una variante del simbolo ufficiale del partito, con il logo di Nicola Storto leggermente ridotto per consentire l'inserimento del nome del candidato (rispetto al 2016, tuttavia, si è scelto di collocarlo in un segmento verde e non solo in una fascetta, ingrandendo decisamente le dimensioni del cognome per dargli più rilievo sulla scheda).
13) Beppe Sala sindaco
Al terzo posto, nella compagine a sostegno di Sala, c'è la "lista personale" del sindaco uscente, parente stretta di Noi, Milano vista nel 2016. Al centro del contrassegno c'è sempre - in grande evidenza - il nome della lista ("Beppe Sala sindaco" era stato inserito anche cinque anni fa, benché fosse, come si è appena detto, solo parte del nome), sia pure interpretato con un carattere diverso. Intorno, come nel 2016, si gioca con i colori, ma stavolta non c'è più il "fumetto" usato alle primarie del 2016, né il riferimento cromatico al marchio dell'Expo 2015: ci sono invece cinque cerchi parzialmente sovrapposti e intersecati, i cui colori - certo non a caso, ma con perizia grafica per il loro accostamento - richiamano quelli del logo delle Olimpiadi (rimandando ai giochi invernali che saranno ospitati da Milano tra cinque anni).
14) I Riformisti - Lavoriamo per Milano con Sala
Quarta formazione in campo per appoggiare la corsa elettorale di Sala è I Riformisti - Lavoriamo per Milano, lista promossa soprattutto da Gianfranco Librandi (Italia viva), cui concorrono varie forze politiche (il partito guidato da Renzi, appunto, ma anche in parte +Europa, Base Italia, Azione, Centro democratico e altri soggetti, tra cui Alleanza civica legata a Franco D'Alfonso). Il fumetto, sia pure in un'altra foggia, torna qui, insieme ai colori sfumati che rimandano in modo discreto a Italia viva. Tra le candidature, oltre al ciclista Gianni Bugno, a chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica non può sfuggire la presenza di Carmine Abagnale, già esponente del centrodestra ma soprattutto guida del movimento Non remare contro (di cui varrà la pena occuparsi in futuro).
15) Milano unita - La Sinistra per Sala
Anche quest'anno Beppe Sala si presenta sostenuto pure - tra le altre - da una lista dichiaratamente di sinistra. Se cinque anni fa si era presentata la Sinistra x Milano (con il colore arancione che aveva caratterizzato Giuliano Pisapia), questa volta c'è Milano unita - La Sinistra per Sala, cui partecipano - oltre al nucleo dell'esperienza del 2016 - anche Articolo Uno, Sinistra italiana ed èViva e vari comitati e associazioni. Ispirata dall'assessore uscente Paolo Limonta (ricandidatosi come capolista), la lista nel simbolo mette in evidenza la prima parte del nome, anche grazie a un nastro che, ripiegato, traccia le iniziali "M" e "U", virando dal rosso all'arancione al verde. La prevalenza del rosso nel simbolo è l'unico segno politico, senza alcun emblema di partito richiamato nel contrassegno.
16) La Milano radicale con Sala
Se nel 2016 Radicali italiani aveva partecipato alle elezioni con la lista Radicali, candidando a sindaco Marco Cappato (salvo poi sostenere al ballottaggio proprio Sala), questa volta il partito si schiera fin dall'inizio con il sindaco uscente presentando la lista La Milano radicale con Sala, di cui è capolista l'assessore uscente (e membro della direzione di Radicali italiani) Lorenzo Lipparini. Il simbolo riprende in qualche modo alcuni passati emblemi elettorali dell'area radicale: il colore giallo (oltre che tipico dell'area libdem e libertaria) è in uso fin dalla Lista Pannella, passato poi alla Lista Bonino che si era cinta con le stelle d'Europa; il profilo curvilineo della bandiera europea, poi, ricorda in parte la divisione del simbolo in stile Taijitu della Lista Pannella, elaborata nel 1992 per "scherzo" da Aurelio Candido e poi continuata a lungo.
17) Europa Verde - Verdi
La settima (e penultima) lista a sostegno di Sala è anche una di quelle che meritano una non scontata attenzione. In quella posizione, infatti, è stato collocato il contrassegno di Europa Verde - Verdi: quando a marzo Beppe Sala ha dichiarato di aderire ai Verdi europei (mentre il percorso che avrebbe portato al varo di Europa Verde - Verdi non si era ancora compiuto), la sua scelta aveva fatto scalpore e sarà interessante vedere quanto peserà nelle urne quell'adesione. Dimostra che Sala dia sostegno anche a questa lista - che ai primi posti indica i nomi di Elena Grandi e Carlo Monguzzi - il fatto che il simbolo di Europa Verde - Verdi si stringa per consentire la presenza di un segmento curvilineo bianco nella parte inferiore, in cui trova posto il riferimento "Sala sindaco" e un richiamo al contrassegno della sua "lista personale".
18) Volt
Chiude la coalizione a otto che sostiene Sala nella ricerca della riconferma la lista di Volt: il progetto paneuropeo ha scelto di partecipare alla competizione elettorale milanese per portare a livello locale la propria attenzione innanzitutto per l'Europa, i giovani, l'ambiente e la mobilità sostenibile. Nel contrassegno, in cui domina come sempre il colore viola, spicca il nome della forza politica (scritto con lo stesso carattere usato fin dall'inizio) collocato nella parte superiore; il segmento inferiore è stato destinato anche qui al riferimento al candidato sindaco (a ben guardare, infatti, nessuno degli otto emblemi di lista è privo del cognome di Sala, che cambia dimensione, carattere e rilievo ma non sparisce mai).
Teodosio De Bonis
19) Movimento 3V
Nono candidato alla guida del comune milanese, riprendendo l'ordine indicato dal sorteggio, è Teodosio De Bonis, medico specializzato in anestesiologia e rianimazione, nonché - tra i vari suoi titoli - con un master in ossigeno-ozonoterapia. De Bonis è sostenuto nella sua corsa elettorale dal Movimento 3V, che dunque continua nel suo disegno di partecipazione al maggior numero possibile di competizioni rilevanti per poter far conoscere anche a livello locale l'attività e le tesi del movimento (il cui nome in origine era "Vaccini vogliamo verità") in tema di libertà della cura - non solo con riguardo all'obbligo vaccinale e alle misure frattanto decise in Italia - e le altre proposte per i territori.
Luca Bernardo
20) Partito liberale europeo
La decima candidatura alla guida del comune milanese è quella di Luca Bernardo, proposto dal centrodestra. Potrà contare sul sostegno di sei liste: quella estratta per prima è stata presentata dal Partito liberale europeo, che dunque con Roma e Napoli completa la presenza nelle competizioni dei tre comuni principali d'Italia (il che peraltro porta a Milano la presenza di due formazioni dichiaratamente liberali, anche se la prima - Milano liberale - ha impiegato un emblema da lista civica). Anche a Milano il Ple ha utilizzato il proprio simbolo ufficiale, limitandosi a inserire nella parte inferiore (sotto al tricolore) il riferimento alla citta, senza indicare questa volta il candidato sindaco.
21) Fratelli d'Italia
La seconda lista della coalizione di Bernardo, secondo l'ordine indicato dal sorteggio, è quella di Fratelli d'Italia, che alle elezioni di ottobre quasi certamente otterrà un risultato ben più soddisfacente rispetto al 2,42% riportato al voto del 2016. Pesa certamente il nome scelto come capolista (quello di Vittorio Feltri), come pure l'assenza del consigliere di lungo corso (nonché già assessore) Riccardo De Corato. In questa occasione, come si è già visto in altri comuni, Fdi ha scelto di schierare il proprio contrassegno elettorale coniato per le elezioni del 2018, con il simbolo ufficiale inserito nel cerchio tinto degli stessi colori e con il nome di Giorgia Meloni in grande evidenza in alto.
22) Lega
Terza lista a sostegno della candidatura di Bernardo risulta essere quella della Lega, guidata da Annarosa Racca, presidente regionale di Federfarma: in lista ci sono poi i quattro consiglieri uscenti, entrati nel 2016 grazie all'11,77% ottenuto dal simbolo del Carroccio. E a proposito di simbolo, si deve notare che anche a Milano la Lega - da identificare con la Lega per Salvini premier - ha scelto di impiegare esattamente lo stesso contrassegno varato per le politiche del 2018, con Alberto da Giussano sotto al nome "Lega" e sopra al segmento che riporta la dicitura "Salvini premier". Nulla di strano, ovviamente, ma è la prima volta che alle elezioni comunali di Milano la Lega (non più Nord) rinuncia alla "pulce" della Lega lombarda o anche solo a un riferimento territoriale. Un'assenza comprensibile, ma che si nota.
23) Luca Bernardo sindaco
Quarta lista della coalizione è quella che risulta essere più vicina al candidato sindaco del centrodestra: Luca Bernardo sindaco (una delle due formazioni della compagine che contiene il nome dell'aspirante primo cittadino) è infatti la "lista personale" di Bernardo, medico, direttore del dipartimento materno-infantile del Fatebenefratelli. Se i primi due nomi in lista sono quelli di Antonio Genovese (allenatore di calcio disabile) e di Maria Sole Brivio Sforza (avvocata e filantropa), non mancano esponenti politici quali Franco De Angelis (repubblicano) e Manfredi Palmeri (già candidato sindaco del Terzo polo nel 2011). Il simbolo, oltre al riferimento al candidato, su fondo bianco colloca un'altra stilizzazione pennellata del Duomo milanese, ma stavolta con vari colori (arancio, rosso, azzurro, blu, verde e nero).
24) Maurizio Lupi - Milano popolare
Quinta formazione per Bernardo è Milano popolare, un nome che a ragion veduta ricorda qualcosa: una lista chiamata così aveva concorso nel 2016, avendo come capolista Maurizio Lupi ed essendo espressione soprattutto del Nuovo centrodestra, di cui Lupi era un esponente (ma anche dell'Udc, partito all'epoca alleato). Ora Lupi, il cui nome era stato fatto da Forza Italia come possibile candidato sindaco, non è stato inserito nella lista (i primi due nomi sono quelli di Matteo Forte e Andrea Del Corno), ma il suo nome è scritto a caratteri cubitali nella parte superiore del simbolo: "è una sfida importante nel centrodestra, di chi - ha detto Lupi - non delega il cambiamento ai grandi partiti: metto a disposizione la mia storia, i miei successi e gli insuccessi". Accanto al nome della lista (cui concorrono anche Rinascimento e Noi con l'Italia) è rimasto un accenno di cuore, per rimarcare la collocazione "popolare".
25) Forza Italia
L'ultima lista della coalizione a sostegno di Bernardo è quella di Forza Italia, l'unica - oltre a quella, già vista, "personale" - a riportare all'interno del simbolo il riferimento al candidato sindaco, sotto alla bandierina e al cognome di Silvio Berlusconi (piuttosto compresso, come lo si è già visto in altri comuni di questa tornata, insieme agli altri elementi dell'emblema). La lista, aperta da due consiglieri uscenti (Fabrizio De Pasquale e Gianluca Comazzi), lotterà anche per verificare il proprio peso a Milano: se nel 2016 superando il 20% si era confermata nettamente come primo partito del centrodestra (anche se non era più il partito più votato in città), nelle ultime competizioni elettorale è stata superata altrettanto nettamente dalla Lega.
Bryant Biavaschi
26) Milano inizia qui
Undicesima candidatura, secondo il sorteggio, risulta essere quella di Bryant Biavaschi, giovane titolare di una start-up di eventi e catering, "fino a che la crisi e le quarantene si sono portate via tanto di quello che avevo costruito in anni". Per lui Milano deve riaprire grazie "a chi ha voglia di lavorare in sicurezza, di vivere e lavorare", alla "Milano libera e tenace" cui si rivolge con la lista Milano inizia qui. Il simbolo è illustrato sul sito: "Il Rosso proviene dal colore della croce presente sullo stemma di Milano; la Freccia è il Rilancio che segue ad una caduta; il Grafico proviene da un rosso scuro del vicino passato e diventa chiaro come il Futuro che ci attende; le linee replicano, in maniera stilizzata, il percorso della sagoma del Duomo di Milano, da sempre simbolo della Città del Miracolo Economico; 2021 è l'anno in cui puntare su Milano, perché il rimbalzo sta per cominciare e solo credendoci tutti insieme, unitamente, faremo si che non sarà solo una ripartenza ma un vero e proprio Rilancio".
Marco Muggiani
27) Partito comunista italiano
La penultima candidatura alla guida del comune di Milano, seguendo l'ordine del sorteggio, è quella di Marco Muggiani, medico operante a Milano, iscritto fin da giovane al Pci. E con il Partito comunista italiano - quello ricostituito nel 2016 e guidato da Mauro Alboresi, come prosecuzione del Pdci - Muggiani ha scelto di candidarsi come sindaco. Il simbolo sfoggiato in quest'occasione - e visto in altre competizioni elettorali - è quello del Pci ricostituito, con la bandiera rossa con falce, martello e stella sopra alla bandiera italiana: unici elementi di differenza rispetto al Pci storico sono le aste delle bandiere (scure e non bianche) e la sigla del partito, senza punti e scritta con un carattere più moderno.
Bianca Miriam Tedone
28) Potere al popolo!
Chiude l'elenco delle candidature su manifesti e schede Bianca Miriam Tedone, impiegata 28enne dell'università Statale di Milano. Lei si presenta sostenuta dalla lista di Potere al popolo!, che ha scelto di partecipare alle elezioni per proporre l'urgenza di una Milano più inclusiva e più equa. Il simbolo è esattamente lo stesso visto alle elezioni del 2018, dunque con il nome del soggetto politico circondato da due archi color marrone-bordeaux, stessa tinta della stella collocata all'interno. Rispetto ad allora, tuttavia, non si è più di fronte a un cartello elettorale, ma a una forza politica autonoma: come primi due nomi della lista sono stati indicati Nicola Vox e Chiara Arioli.
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