giovedì 9 settembre 2021

Torino, simboli e curiosità sulla scheda

Tra i capoluoghi di regione che rinnoveranno la loro amministrazione alle elezioni comunali previste per il 3 e il 4 ottobre, il primo a essere considerato su queste pagine è Torino: da un paio di giorni, infatti, sono state sorteggiate le posizioni delle candidature a sindaco e delle liste sulla scheda, quindi il quadro è ormai completo (anche grazie al fatto che nessuna formazione è stata esclusa dalla sottocommissione elettorale circondariale).
Di certo ci sarà un cambio della guardia al vertice del comune: la sindaca uscente, Chiara Appendino, ha scelto di non ricandidarsi. Altrettanto certamente la scheda sarà meno affollata rispetto a cinque anni fa: se nel 2016 le persone che aspiravano alla poltrona di sindaco erano 17, quest'anno sono solo 13; anche il numero delle liste è calato di quattro unità, dalle 34 di cinque anni fa alle 30 di oggi. Nello scorrere le liste secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, occorre anche dire che c'è una terza certezza: dopo quattro apparizioni consecutive (2001, 2006, 2011 e 2016), per la prima volta elettrici ed elettori torinesi non troveranno sulla scheda nemmeno un simbolo legato a Renzo Rabellino o a qualcuno del suo gruppo. E per chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica si tratta di una notizia triste.

Massimo Chiesi

1) Partito comunista dei lavoratori

Il sorteggio ha collocato in apertura dei manifesti delle candidature e delle schede Massimo Chiesi, aspirante sindaco per il Partito comunista dei lavoratori. Come si vedrà, il Pcl guidato a livello nazionale da Marco Ferrando sta cercando di presidiare il maggior numero possibile di comuni rilevanti, presentando proprie candidature autonome, per offrire al corpo elettorale la propria visione politica; in ogni caso è stato presente alle ultime due comunali di Torino e conferma ora la sua partecipazione. Lo fa con il suo simbolo ormai consolidato, che sfoggia la falce e il martello - il primo esemplare di una serie, come si noterà - di colore rosso, sopra alla stilizzazione del globo terrestre al centro del contrassegno. 

Greta Giusi Di Cristina

2) Torino città futura

La seconda candidatura sorteggiata è quella di Greta Giusi Di Cristina. La prima delle sue due liste, Torino città futura, è nata pensando alle conseguenze della pandemia, in cui a Torino "molte categorie si sono sentite scoperte, senza rappresentanza, senza ascolto" (si legge sulla pagina Fb): si è voluto così creare "un contenitore in grado di dare rappresentanza a quegli strati della società senza voce" e di "dare un futuro, una prospettiva nuova a Torino", una città che "negli ultimi 28 anni ha subìto grandi cambiamenti, ma ha perso la propria anima, il proprio orizzonte", mentre serve "una città nuova, una Città Futura". L'idea è rappresentata da un simbolo in cui la sommità della Mole Antonelliana sta davanti a un sole nascente in una circonferenza rossa, ricordando molto la grafica del vecchio Psdi.
 

3) Partito comunista

La seconda lista su cui Di Cristina - 40 anni, docente di inglese e project designer per programmi europei, siciliana da anni a Torino - può contare è il Partito comunista, vale a dire la forza politica di cui fa parte. Come si è visto in occasione delle suppletive, a partire da quest'anno il Pc ha cercato di rendersi più visibile proponendo come contrassegno una diversa versione del proprio simbolo (che ufficialmente non cambia, con falce, martello e stella bianchi su quadrato rosso, inscritto in un cerchio grigio), inserendolo a sua volta in un cerchio bianco e rosso che contiene il riferimento alla figura più visibile del partito a livello nazionale, cioè il segretario Marco Rizzo. Il che vale tanto più a Torino, essendo egli stesso torinese. 

Paolo Alonge

4) Movimento 3 V

La terza candidatura alla guida del comune di Torino, in base al sorteggio, è quella di Paolo Alonge, indicato come aspirante sindaco dal Movimento 3V, che in questo turno di amministrative si è impegnato per essere presente - raccogliendo le firme necessarie - almeno in tutti i capoluoghi di regione chiamati al voto. Il simbolo che finirà sulle schede torinesi è lo stesso già visto parlando delle suppletive a Siena: l'indicazione 3V al centro (ricordo dell'originario nome Vaccini vogliamo verità, senza che ai vaccini ci sia più alcun riferimento testuale esplicito), con le altre due parole chiave "Verità" e "Libertà" disposte ad arco e racchiuse nella stessa circonferenza rossa spessa.  
 

Roberto Salerno

5) Mat - Movimento ambientalista Torino

A volte ritornano, sotto altre vesti. Nel 2016 Roberto Salerno si era candidato come sindaco per il Movimento sociale italiano (quello guidato a livello nazionale da Gaetano Saya e Maria Antonietta Cannizzaro), ma era stato escluso per l'uso della fiamma tricolore. Stavolta Salerno è di nuovo in corsa e finirà sulla scheda elettorale (il quarto candidato, la quinta lista), ma con il simbolo del Mat - Movimento ambientalista Torino, nata mesi fa per arrestare il degrado cittadino, risanare le "aree verdi" di Torino per una loro fruizione completa e sicura, impiantare servizi igienici e presidi sanitari per i parchi, rendere di nuovo vitali e attrattive quelle aree con manifestazioni e percorsi. Il simbolo consiste nella sigla in grande evidenza sopra al nome intero, scritti in bianco su fondo verde; sopra la T si nota uno scoiattolo che legge.

Valentina Sganga

6) MoVimento 5 Stelle

A Torino, com'è noto, il MoVimento 5 Stelle, dopo avere guidato per cinque anni la città con Chiara Appendino, ha deciso di presentare di nuovo - come fa a Milano e a Roma - una propria candidatura autonoma rispetto al centrosinistra (con cui è invece alleato a Bologna e Napoli). La scelta è caduta su Valentina Sganga, capogruppo uscente del M5S in consiglio comunale. La sosterranno due liste in quest'occasione: il sorteggio ha indicato per prima proprio quella del M5S, che impiega la nuova versione del simbolo, con il segmento inferiore rosso che contiene il riferimento all'anno 2050, al posto dei siti che nel corso del tempo si sono avvicendati. Nel 2016 era stata la forza più votata (30,01%): questa volta si vedrà.
 

7) Europa Verde Torino

La seconda formazione che appoggia la corsa elettorale di Sganga, in realtà, può ricondursi all'area del centrosinistra: la candidata del MoVimento 5 Stelle, infatti, può contare anche sull'appoggio di Europa Verde Torino. Si tratta di uno dei pochi casi in cui il soggetto evoluzione della Federazione dei Verdi ha scelto di non appoggiare la persona candidata dalla coalizione di centrosinistra, quindi merita di essere evidenziato. Quanto al simbolo, la base è l'ultima versione dell'emblema di Europa Verde, con qualche ritocco: manca il riferimento testuale ai Verdi (ma c'è ovviamente il sole che ride) ed è stato inserito quello a Torino, in giallo (ma, a ben guardare, la font impiegata è diversa da quella usata giusto sopra).
 

Lorenzo Varaldo

8) Divieto di licenziare

Sesta candidatura sorteggiata è quella di Lorenzo Varaldo, insegnante e dirigente scolastico, ormai alla sua quarta candidatura consecutiva come sindaco di Torino. Dal 2006 i avanti i suoi simboli sono tutti da leggere: la struttura è sempre la stessa, con un cerchio rosso e una banda centrale (prima gialla, poi bianca) e i punti principali del programma scritti all'interno. "Abbiamo scelto il rosso - ci spiega Varaldo - perché ci collochiamo all'interno del movimento dei lavoratori e della sua storia. La fascia bianca in mezzo combina il mettere in risalto il messaggio principale e le lotte del momento con una certa allusione al cartello stradale del senso vietato". Oggi al centro c'è, appunto, il Divieto di licenziare, ma per Varaldo e chi si candida con lui non sono meno importanti "Stop austerità per sempre", l'esigenza di avere "un vero lavoro, un vero salario" e la nuova proposta di "abrogazione trattati Ue".
 

Ivano Verra

9) Noi cittadini

Dopo la candidatura di Varaldo, il sorteggio ha collocato quella di Ivano Verra, sostenuto da due liste. La prima, Noi cittadini, è legata al movimento guidato dal commerciante Pierino Magro, propostosi nel 2016 come presidente della sesta circoscrizione torinese (lo si trova anche stavolta, oltre che come capolista alle comunali). Il movimento vuole opporsi "all'avanzare del degrado, alla presenza di scippatori e spacciatori, alla chiusura di sempre più negozi, all'abbandono in cui versano intere zone" (della circoscrizione e del comune), dando voce ai cittadini senza passare attraverso i partiti. Il simbolo, decisamente artigianale anche se creato al computer, contiene il nome scritto in Arial Black (con "Noi" tricolore e il resto in verde) e una stretta di mano "tricolore" (peraltro nemmeno ripulita dal fondo bianco che ha intorno). 
 

10) Italexit Paragone

La seconda lista a sostegno di Ivano Verra - architetto, già docente a Politecnico di Torino, già assessore e consigliere comunale a Gremagnano - è quella del progetto politico cui si è avvicinato, ItalExit. La scelta simbolica fatta a Torino merita di essere evidenziata: rispetto ad altri luoghi, infatti, qui ItalExit ha scelto di indicare il candidato (in un segmento su fondo arancione, un colore che non fa parte della tavolozza di quella forza politica) e non la città, ma soprattutto ha allargato al massimo il nome del soggetto politico (a tinta unita, senza sfumature) e ha aggiunto - quasi con altrettanta evidenza - il cognome del leader, Gianluigi Paragone (come lo si è visto alle suppletive di Roma e Siena).
 

Emilio Mazza

11) Torino capitale d'Europa - Basta Isee

L'ottava candidatura a sindaco, in base all'ordine indicato dal sorteggio, è quella di Emilio Mazza, pensionato con una lunga passione per la politica a livello territoriale, presidente delle Comunità territoriali d'Europa: si tratta di un'associazione politico-culturale impegnata a perseguire nuove idee sull'organizzazione dello stato e sulla partecipazione dei cittadini, guardando alle idee di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Nel simbolo - anch'esso piuttosto artigianale - c'è appunto il riferimento a quell'associazione, inserito in un ellisse tagliato che alla base contiene il nome della lista, Torino capitale d'Europa; il messaggio più evidente, però, è Basta Isee, identificato evidentemente dai promotori della lista come elemento negativo per molte famiglie.
 

Davide Betti Balducci

12) Partito Gay LGBT+

Può contare sul sostegno di due liste anche Davide Betti Balducci, già candidato sindaco lo scorso anno a Parella con la lista Progetto paese (eletto consigliere, poi dimessosi) e ora sorteggiato come nono aspirante primo cittadino. La prima lista che lo sostiene è quella del Partito Gay LGBT+, formazione che è alla prima uscita elettorale rilevante (sarà presente anche alle elezioni di Milano, Roma e Napoli, non invece a Bologna). Il simbolo è quello presentato meno di un anno fa, con una mezza corolla floreale arcobaleno in evidenza e l'indicazione degli altri valori fondanti (solidale, ambientalista, liberale) nel segmento curvilineo viola sfumato presente nella parte inferiore, quasi a voler richiamare un'onda in movimento.
 

13) Partito animalista

La seconda lista che ha scelto di dare forza alla candidatura di Betti è stata presentata dal Partito animalista: la formazione guidata a livello nazionale da Cristiano Ceriello è ben decisa, come si è visto, a essere presente nel maggior numero possibile di sfide elettorali rilevanti a livello locale. Il simbolo è quello già noto (con le due impronte sopra la banda rossa che contiene parte del nome); in questo caso, peraltro, nella parte inferiore sono stati aggiunti gli aggettivi "ambientalista" (in piena consonanza con quanto è scritto nell'altro simbolo della coalizione) e "antispecista" (termine meno noto, per indicare l'opposizione a teorie che ritengono la specie umana superiore ad altre e, come tale, in grado di disporre della vita di altri esseri viventi).
 

Ugo Mattei

14) Futura per i Beni Comuni - Ugo Mattei sindaco

La decima candidatura porta il nome di Ugo Mattei, professore ordinario di diritto privato all'università di Torino e da anni studioso dei beni comuni (ultimamente piuttosto noto anche per le sue posizioni contrarie alla certificazione verde e all'obbligo vaccinale contro il Covid-19). Mattei si presenta sostenuto da un'unica lista, Futura per i Beni Comuni - Ugo Mattei sindaco: decisamente lontana dai partiti e con l'idea di "invertire la rotta neoliberale, valorizzare il patrimonio pubblico materiale e immateriale facendogli generare solidarietà al posto del profitto", presenta un simbolo riconoscibile per la presenza della Mole innestata sulla "T" di "Futura" e di una farfalla multicolore (come a dire che Torino deve rinascere e liberarsi). All'inizio questi elementi avevano molto più spazio sul contrassegno (a fondo verde), ma la versione finale dell'emblema ha dato molto più peso al nome del candidato.
 

Angelo D'Orsi

15) Partito comunista italiano

Undicesimo aspirante al ruolo di sindaco, in base al sorteggio, è Angelo D'Orsi, storico delle dottrine politiche (dopo la laurea in filosofia del diritto) che vuole proporre "un'altra Storia per Torino, da scrivere insieme". La candidatura di D'Orsi è rilevante anche perché è una delle poche in cui varie forze della sinistra che non si riconoscono nel centrosinistra tradizionale (non tutte però, come si è visto) presentano un candidato unitario, pur se sostenuto da più liste, tre in questo caso. La prima sorteggiata è quella del Partito comunista italiano, guidato a livello nazionale da Mauro Alboresi: sfoggia ovviamente il suo simbolo adottato nel 2016, molto somigliante a quello che il Pci storico ha usato per anni, con pochi cambiamenti.
 

16) Sinistra in comune

La seconda formazione a sostegno di D'Orsi è Sinistra in comune, che ricorda nella struttura (con la parola "Sinistra" su una sorta di etichetta bianca su fondo rosso) simboli già visti in passato, come quello di #reteaSinistra presentato alle regionali del 2015 in Liguria (a sostegno di Luca Pastorino). All'interno del contrassegno, in cui non mancano elementi curvilinei viola e verdi (e che contiene - unico della coalizione - il nome del candidato sindaco), appaiono anche le miniature dei simboli dei partiti che hanno costituito questa lista: ecco dunque le "pulci" di Sinistra anticapitalista (uno dei rarissimi casi in cui compare alle elezioni), Rifondazione comunista e demA, che dunque marca la sua presenza anche in territori non direttamente interessati dall'attività politica di Luigi de Magistris.
 

17) Potere al popolo!

Il terzo simbolo su cui D'Orsi può contare in questa sua corsa elettorale è quello di Potere al popolo!, che presenta dunque di nuovo il suo contrassegno pensato per le elezioni politiche del 2018. Il tentativo di mettere insieme le forze pur su tre liste diverse mostra il tentativo della "sinistra estrema" di cercare di ottenere almeno un posto in consiglio comunale: tante corse solitarie non potrebbero mai ottenerlo, una corsa unitaria con un simbolo nuovo, non riconoscibile, sarebbe poco produttiva, quindi si è cercato di correre insieme -tranne Pcl e Pc, come si è detto - senza rinunciare alle proprie insegne (anche se difficilmente le singole liste potrebbero sperare in un eletto, oltre al candidato sindaco la cui elezione non è comunque scontata).
 

Stefano Lo Russo

18) Moderati

Il sorteggio ha collocato in fondo ai manifesti e alle schede i due candidati con le coalizioni più vaste, sui quali i media hanno concentrato la loro attenzione. Il primo a essere sorteggiato è Stefano Lo Russo, candidato del centrosinistra che conta sull'appoggio di sei liste. L'estrazione ha collocato per primo il simbolo dei Moderati, la formazione guidata da Giacomo Portas ben radicata a Torino e in Piemonte, collocata nel centrosinistra (spesso accogliendo persone che avevano militato nell'altro schieramento). Il contrassegno è quello consueto, con il nome al centro, il tricolore in alto e il fondo blu con le stelle d'Europa nella parte inferiore del cerchio; nel 2016 era stata la seconda formazione più votata della coalizione che aveva proposto la ricandidatura di Piero Fassino.
 

19) Sinistra ecologista

Seconda formazione su cui Stefano Lo Russo può contare è Sinistra ecologista, lista elettorale costruita innanzitutto per iniziativa di Sinistra italiana e Possibile, nonché di vari gruppi associativi locali che vogliono "una città felice, vivace, inclusiva, ecologica, prospera e attraente", nonché giusta. Il simbolo scelto, piuttosto essenziale, contiene il nome scritto in rosso e verde (rispettivamente per le parole "sinistra" ed "ecologista"), un segmento circolare verde sfumato nella parte inferiore (crescente come il nome) e una stella anch'essa rossa e verde, con quest'ultimo colore che di fatto nel disegno individua una freccia, come a voler segnare la direzione da prendere, con la lista e per il comune di Torino. Nel 2016 quell'area non era riuscita a ottenere consiglieri; stavolta i promotori cercano di migliorare il risultato.
 

20) Partito democratico

Non poteva ovviamente mancare all'interno del centrosinistra la lista del Partito democratico, seconda forza più votata alle elezioni del 2016 (29,77%, dietro solo al M5S). Lo Russo, docente di geologia al Politecnico e capogruppo uscente del Pd in consiglio comunale (dopo essere stato assessore nella giunta Fassino), è dunque sostenuto dalla lista che presenta il simbolo nazionale del partito, personalizzato con il proprio nome: il logo elaborato nel 2007 da Nicola Storto si riduce così di dimensioni per poter lasciare spazio, nella parte inferiore, a un grosso segmento verde, nel quale è contenuta (per intero, non com'era avvenuto alle precedenti elezioni) l'espressione "Lo Russo sindaco". 
 

21) Lista civica Lo Russo

Come da tradizione, a Torino il centrosinistra presenta una formazione civica a sostegno del proprio candidato sindaco. La Lista civica Lo Russo sindaco, organizzata come in passato - tra gli altri - da Pino De Michele (Alleanza dei democratici), ma ci sono anche la lista Monviso di Mario Giaccone, Demos e Centro democratico. Queste forze civiche e politiche, tuttavia, non si vedono all'interno del contrassegno elettorale. La grafica del simbolo, infatti, è sostanzialmente la stessa impiegata per la lista Fassino del 2016: fondo bianco e rosso e scritte a colori invertiti. Nel 2016, collocandosi dopo i Moderati per voti ricevuti, la lista era comunque riuscita a ottenere un rappresentante in consiglio comunale.
 

22) Articolo Uno - Partito socialista italiano

Tra le forze ricordate prima a proposito della lista Sinistra ecologista non si è citata Articolo Uno: il partito, infatti, ha scelto di presentare una propria lista autonoma (rispetto alle forze che un tempo avevano costituito Liberi e Uguali), ma sempre nell'ambito della coalizione che sostiene Lo Russo. Il simbolo della lista, oltre al nome del partito (che occupa oltre metà dello spazio), contiene un elemento rosso curvilineo: "si tratta - spiega Matteo Cantamessa, segretario locale di Articolo Uno - di una bandiera rossa sventolante stilizzata". All'interno del simbolo figura anche la miniatura dell'emblema del Partito socialista italiano, che partecipa alle liste con proprie candidature.
 

23) Torino Domani

Ultima lista (almeno secondo l'ordine di estrazione) tra quelle presentate a sostegno di Lo Russo è Torino Domani, progetto di cittadinanza attiva guidato dall'ingegnere ambientale e consigliere comunale uscente Francesco Tresso. Priorità della lista è rendere Torino "una città aperta e accogliente, capace di attrarre nuove opportunità, investimenti e attività". Per questo l'agenda è ricca, le "cose da fare" (agenda in latino) sono tante. E non a caso il simbolo non evidenzia - come il nome - solo l'idea di futuro (anche grazie ai segni dell'avanti veloce), ma anche le prime lettere delle due parole del nome, grazie a un riquadro nero che spicca sul fondo giallo: to do, in inglese e nel gergo tecnico, indica appunto le cose da fare.
 

Paolo Damilano

24) Fratelli d'Italia

Tredicesimo e ultimo candidato sindaco presente sulla scheda è Paolo Damilano, civico ma sostenuto dall'intero centrodestra. L'imprenditore del settore alimentare e della ristorazione (nonché presidente della Film Commission Torino Piemonte) conterà su ben sette liste. La prima a essere indicata dal sorteggio è quella di Fratelli d'Italia: il contrassegno impiegato, aanche in questa occasione, sarà quello inaugurato in occasione delle elezioni politiche del 2018, con il simbolo ufficiale contenuto nel cerchio  al di sotto del nome della leader, Giorgia Meloni. Se nel 2016 Fdi, che aveva sostenuto il candidato della Lega Alberto Morano, era rimasto fuori dal consiglio (1,47%), ben difficilmente sarà così questa volta.
 

25) Torino bellissima

La seconda formazione sorteggiata è quella più legata in assoluto al candidato sindaco corteggiato dal centrodestra (già nel 2019, in occasione delle regionali, prima che la scelta cadesse su Alberto Cirio). Torino bellissima è il nome della lista, ma è soprattutto l'idea che il candidato ha: la città ha molte potenzialità e molti punti a suo favore, ma occorre molto lavoro per recuperare in qualità della vita. "C'è da fare" è lo slogan di Damilano (che nel programma prosegue con "e ce la faremo"): qui si limita a utilizzare i colori classici della città (giallo e blu), un accenno di tricolore e, ovviamente, una riproduzione della Mole nella parte alta del simbolo (inizialmente era parte del logo "Torino bellissima", ma ora è meglio collocata). 

26) Forza Italia - Pli - Unione pensionati - Udc - Federazione democristiana

Nel 2016 il centrodestra non si era presentato unito alle elezioni comunali: se Lega Nord e Fdi avevano sostenuto Alberto Morano, Forza Italia aveva preferito appoggiare il proprio ex parlamentare (ora tornato alla Camera) Osvaldo Napoli. Questa volta invece i forzisti convergono su Damilano, portando con sé anche il sostegno di altre forze: il simbolo di Fi, infatti è particolarmente affollato. Bandierina e cognome di Silvio Berlusconi sono compressi nel semicerchio inferiore, per far stare in quello inferiore (tinto di blu) il riferimento al candidato sindaco e le miniature dei simboli del Partito liberale italiano, dell'Unione pensionati e dell'Unione di centro (che nel 2016 aveva sostenuto l'ex forzista Roberto Rosso). A guardare (molto) bene, peraltro, il simbolo dell'Udc nella parte superiore porta la dicitura "Federazione democristiana": è il segno che alla lista partecipa anche la Dc-Grassi, rappresentata in Piemonte soprattutto da Mauro Carmagnola. C'è poi anche il sostegno (non visibile) di Basta! e di Azzurri italiani, già viste in passato a Torino e dintorni.
 

27) Progresso Torino

Un'altra formazione civica a sostegno della candidatura di Damilano è Progresso Torino, che qualcuno ha definito "l'anima di centrosinistra a sostegno del centrodestra": a promuoverla infatti sono soprattutto Davide Ricca (esponente di Italia viva, dimessosi da coordinatore locale proprio dopo la formazione della lista) e Alberto Nigra (già dirigente di Azione), insieme a Giovanna Giordano, già considerata madamìn "sì Tav" (e nel 2019 inserita nel "listino" di Sergio Chiamparino). La lista si definisce "nata dall’unione di persone che hanno a cuore Torino" (e proprio il cuore, su fondo arancione, rappresenta sia l'amore per la città sia la volontà "di lanciare il cuore oltre l'ostacolo per la ripartenza della città più bella del mondo) e che si dicono "di area riformista".
 

28) Lega

Non poteva chiaramente mancare la lista della Lega: nel 2015 (come Lega Nord) era stata l'unica formazione politica del centrodestra - nella corsa sparsa di cui si è detto - a ottenere un proprio seggio diretto (con il 5,79%), mentre è quasi certo che questa volta la percentuale sarà ben più alta. Sul piano simbolico è interessante notare che, a differenza che altrove, non solo il simbolo della Lega in uso dalla fine del 2017 è stato variato sostituendo alla parola "premier" il riferimento alla regione, ma è stato ripescato anche il drapeau piemontese, collocato al fianco di Alberto da Giussano. Nel 2016 c'erano anche il Sole delle Alpi e l'indicazione geografica in piemontese, ma - si sa - il tempo è passato.
 

29) Sì Tav sì lavoro - Rinascimento

La penultima lista su schede e manifesti (e la penultima della coalizione di Damilano) è una lista in parte civica e in parte politica. Oltre metà del simbolo è occupato dall'espressione Sì Tav sì lavoro (anche se, vista la disposizione del testo, verrebbe da leggerlo al contrario): si tratta chiaramente della declinazione torinese della lista - sempre basata su giallo e blu, ma a tinte invertite stavolta - presentata alle regionali del 2019 a sostegno di Cirio. Oggi come allora la guida Mino Giachino, in un primo momento tra i possibili candidati a sindaco della città. Fin da allora a fianco di Giachino si era schierato Vittorio Sgarbi: non a caso, la parte inferiore del contrassegno è dedicata a Rinascimento (anche se il nome del leader è molto più visibile rispetto a quello del partito).   
 

30) Il Popolo della famiglia

La parata dei simboli di lista alle comunali di Torino si chiude con quello del Popolo della famiglia: il partito fondato e guidato da Mario Adinolfi è presente in gran parte dei capoluoghi chiamati al voto in ottobre, anche se a volte ha trovato ospitalità in altre liste. Non è però il caso di Torino: il simbolo a fondo blu con la famigliola disegnata a pastello e l'espressione "No gender nelle scuole" occupa tutto lo spazio del contrassegno e si presenta a sostegno di Damilano, confermando la scelta di collocarsi in appoggio al centrodestra in alternativa alla presentazione di proprie candidature autonome (come avverrà a Roma).

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