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mercoledì 8 settembre 2021

Calabria, simboli e curiosità sulla scheda

Il 3 e il 4 ottobre non si voterà solo per le elezioni amministrative in 1157 comuni nelle regioni a statuto ordinario (115 comuni sopra i 15mila abitanti, di cui 17 comuni capoluogo) e per due elezioni suppletive relative a collegi uninominali della Camera: è previsto, infatti, il voto anche per le regionali in Calabria, dopo la morte della presidente Jole Santelli il 15 ottobre scorso (meno di nove mesi dopo la consultazione che l'aveva posta alla guida della giunta calabrese).
Le candidature alla guida della regione sono quattro (quante erano nel 2020), ma le liste che i calabresi troveranno sulla scheda elettorale saranno ben 21 (l'ultima volta erano state 14). Di seguito si indicano i simboli nell'ordine sorteggiato presso l'Ufficio elettorale di Catanzaro: vale la pena precisare, per correttezza, che gli emblemi mostrati sono quasi tutti tratti da grafiche elettorali diffuse in Rete e non dal manifesto ufficiale non ancora disponibile, dunque alcuni potrebbero non essere corretti (qualora in seguito i simboli pubblicati dovessero rivelarsi sbagliati, si provvederà a sostituirli con quelli giusti). 
 

Mario Oliverio 

1) Oliverio presidente - Identità calabrese

Ad aprire la rassegna delle liste su schede e manifesti è l'unica formazione a sostegno della candidatura di Gerardo Mario Oliverio, già presidente della regione tra il 2014 e il 2019 per il centrosinistra, allora non ricandidatosi su richiesta di Nicola Zingaretti (anche per un processo allora pendente e chiuso per Oliverio con l'assoluzione, mentre altri continuano). Alla fine Oliverio aveva messo da parte il proposito di ripresentarsi, magari sostenuto da forze civiche; l'idea, in compenso, è stata ripresa quest'anno, al punto che Oliverio è stato il primo a presentare la propria candidatura in Corte d'appello. A sostegno dell'ex presidente c'è una sola lista, Oliviero presidente per la Calabria, dal simbolo molto semplice (quasi identico a quello visto nel 2014), con il testo quasi tutto in bianco (tranne il "per" scritto in rosso) su fondo verde. Non sfugge peraltro l'inserimento della "pulce" di Identità calabrese, movimento autonomista e meridionalista guidato da 
Mario Laurenzano (con tanto di elmo su fondo arancione) che fino a pochi giorni prima della consegna delle liste era ritenuto legato alla coalizione di De Magistris.

Roberto Occhiuto 

2) Coraggio Italia 

La seconda candidatura alla presidenza a essere sorteggiata è quella di Roberto Occhiuto, che riunisce l'intero centrodestra con ben sette liste. L'estrazione a Catanzaro ha collocato per prima quella di Coraggio Italia: si tratta della prima apparizione di rilievo, su una scala sovralocale, per il partito fondato da Luigi Brugnaro e Giovanni Toti (che dunque non schiera il suo Cambiamo!, visibile invece altrove, soprattutto alle elezioni amministrative). Quella calabrese, dunque, è la prima competizione in cui appare il simbolo di questa forza politica, dominato dal cerchio centrale color fucsia (in tipo "stile Brugnaro")  con il nome del partito, stretto tra un arco tricolore e un arco blu.

3) Noi con l'Italia

In occasione di queste elezioni regionali ricompare anche il simbolo di Noi con l'Italia, la formazione guidata a livello nazionale da Maurizio Lupi e che esprime il sottosegretario Andrea Costa. Se alle suppletive previste negli stessi giorni il simbolo appare molto piccolo nel contrassegno unitario del centrodestra (peraltro dopo un periodo di scarsa visibilità dopo le elezioni del 2018), qui l'emblema - il secondo della coalizione, il terzo nel complesso - recupera l'intera area del cerchio, con il nome in grande evidenza e l'arcobaleno tricolore pennellato, il tutto su fondo blu. Peraltro, a quanto mostrano alcune pubblicità elettorali, all'interno del simbolo ci sarebbe spazio anche per la "pulce" del Popolo della famiglia, piazzata sotto al nome, giusto sopra al tricolore.  

4) Lega

Lo scorso anno la Lega aveva "rischiato" di essere la forza politica più votata del centrodestra in Calabria (12,25%, secondo solo al 12,34 di Forza Italia, di cui Jole Santelli era un'esponente storica). Così era impossibile che, dopo il "battesimo" alle regionali del 2020, il partito guidato da Matteo Salvini non tornasse sulle schede calabresi. Ci ritorna esattamente con lo stesso simbolo impiegato alla fine di gennaio del 2020, cioè con l'emblema nazionale (con la parola "Lega", Alberto da Giussano e il cognome di Salvini in evidenza), con una sola variazione: al posto della parola "premier", l'anno scorso e quest'anno si è inserito quello alla Calabria stessa.

5) Forza Azzurri

La quarta lista della coalizione che sostiene Occhiuto è una delle due formazioni a contenere il nome del candidato presidente all'interno del contrassegno: essendo l'unica che ufficialmente non schiera simboli di partito, può anche essere identificata con la lista personale dell'aspirante presidente. Non c'è dubbio, però, che Forza Azzurri abbia una collocazione ben precisa: la lunga militanza forzista di Occhiuto (insieme a quella del fratello Mario), il nome stesso della lista e il carattere usato per comporlo (tra Helvetica Inserat e Impact) indicano chiaramente l'ispirazione vicina a Forza Italia. Il tricolore, non potendosi riprodurre la bandierina, è ridotto a una striscia sottilissima tra il nome della lista e il riferimento al candidato presidente.

6) Fratelli d'Italia

Nel 2020 aveva figurato decisamente bene anche la lista di Fratelli d'Italia, collocatasi subito dietro a quella della Lega (10,85%, risultato quadruplicato rispetto alle consultazioni del 2014). Inevitabile dunque un ritorno anche questa volta del partito guidato da Giorgia Meloni (che questa volta appare anche nel contrassegno elettorale, essendo stato usato quello "a cannocchiale" varato alle elezioni politiche del 2018): se a livello nazionale Fdi è accreditato come il partito più forte dai vari sondaggi, è probabile che a queste elezioni calabresi il risultato per la forza politica possa essere comunque migliore rispetto a quello - già soddisfacente - di oltre un anno e mezzo fa.

7) Forza Italia

Ancor più di quella di Lega e Fratelli d'Italia, a queste elezioni era inevitabile la presenza della lista di Forza Italia, come si diceva il partito cui Roberto Occhiuto appartiene (e per cui è stato giovanissimo consigliere regionale ed è attualmente deputato). Il simbolo schierato dal partito in quest'occasione ha la stessa struttura di quello che nel 2020 aveva trainato la coalizione di Jole Santelli: bandierina forzista ridotta, riferimento a Silvio Berlusconi al centro del cerchio e, sotto, quello a Occhiuto, collocato ad arco nella parte inferiore della circonferenza. Qui il nome del candidato è ancora più visibile rispetto al rilievo che ha nel contrassegno della lista personale: il partito certamente intende combattere per continuare a essere, almeno in Calabria, la prima forza del centrodestra. 

8) Unione di centro

Chiude lo spazio della scheda riservato al candidato presidente Occhiuto la lista dell'Unione di centro, che in Calabria mantiene comunque un suo elettorato rilevante (6,84% nel 2020). Quanto al simbolo dell'Udc, in effetti sulle varie pubblicità elettorali se ne vedono alcune varianti, almeno per quanto riguarda i caratteri utilizzati; in ogni caso il nucleo è intatto, con lo scudo crociato che domina nella parte inferiore azzurra del cerchio (sopra a quel che resta dei simboli di Ccd e De, visibili in filigrana), in cui sta anche il nome, scritto ad arco con il carattere Arial (diverso da quello consueto). Il segmento rosso superiore contiene il riferimento alla regione Calabria, come l'anno scorso, anche se probabilmente con una font diversa.  

Luigi de Magistris 

9) Per la Calabria

Il terzo candidato, in base all'ordine determinato dal sorteggio, è anche l'unico dichiaratamente non calabrese, ma che fin da gennaio di quest'anno (prima che le elezioni, previste in origine in aprile, fossero rinviate a causa della pandemia) aveva annunciato la propria candidatura. Luigi de Magistris, ex magistrato, già europarlamentare e sindaco uscente di Napoli (al suo secondo mandato), è sostenuto da sei liste, in gran parte di impronta civica: è il caso di Per la Calabria, che per l'occasione sfoggia colori da lista catch all, con il nome scritto su fondo azzurro scuro sfumato (c'è anche il segno dell'avanti veloce, stilizzato) e due elementi curvilinei che rimandano al tricolore (ma al posto del rosso c'è l'arancione, già caro a De Magistris (e più vicino all'oro dello stemma calabrese). 

10) Un'altra Calabria è possibile

La seconda lista sorteggiata della coalizione che appoggia la candidatura di De Magistris, pur non esibendo simboli di partito, sembra essere una delle più "politiche" e, in ogni caso, un simbolo lo contiene. Un'altra Calabria è possibile (nome scritto con una font forse fin troppo leggera per finire sulle schede elettorali) colloca la sagoma della regione su un arcobaleno pennellato nella parte destra del simbolo, ma lo spazio maggiore è occupato dall'immagine in bianco e nero, a pugno chiuso alzato, dell'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano, capolista in tutte le circoscrizioni di questa formazione, alla quale ha deciso di dare il proprio sostegno anche Sinistra italiana, impegnata con Lucano e De Magistris per cambiare il destino della Calabria.

11) de Magistris presidente

Terza lista su cui De Magistris può contare è quella più legata alla sua persona, appunto de Magistris presidente. La Calabria è collocata sullo sfondo del simbolo, ma è comunque protagonista occupandone la maggior parte; nella parte inferiore, in un segmento curvilineo, ci sono i colori del mare, della vegetazione e della terra. Il fondo sfumato, arancione tendente al terra di Siena, può ricordare un po' il fondo rosso del simbolo Uniti con de Magistris depositato come marchio a febbraio del 2019; capolista in due circoscrizioni su tre sarà l'avvocata costituzionalista Anna Falcone, portavoce del laboratorio Primavera della Calabria (e già impegnata in altre battaglie civili e politiche nell'area della sinistra).

12) demA

A sostegno di Luigi de Magistris non poteva mancare il soggetto politico che lui stesso ha fondato e ispirato (dopo l'esordio come lista alle elezioni napoletane del 2016): si tratta di demA, forma contratta di Democrazia autonomia, che dopo i primi passi mossi soprattutto in Campania si propone anche in questa nuova candidatura dell'attuale sindaco di Napoli. Il simbolo così si ripropone senza alcuna variazione rispetto ai suoi primi usi, con il nome in caratteri neri e rossi su fondo grigio sfumato e, nella parte superiore, la stilizzazione dell'agorà come luogo d'incontro e origine ideale della politica (un'immagine adottata da de Magistris nel 2016 anche per un'altra sua lista)

13) Uniti con de Magistris

Il nome della quinta lista della compagine che appoggia la candidatura di de Magistris non dovrebbe suonare del tutto nuovo per i #drogatidipolitica: Uniti con de Magistris, infatti, era proprio il nome che figurava sul simbolo - già ricordato prima - che Luigi de Magistris aveva fatto depositare come marchio a febbraio del 2019. Parte della struttura è stata conservata anche qui, con i colori già visti con la lista de Magistris presidente disposti in altro modo. Qui domina il verde, che tinge lo sfondo sfumato (su cui è presente la stessa sagoma della Calabria impiegata prima). Da notare, come curiosità, la scelta di un carattere che non comprende i puntini sulle "i".

14) Calabria resistente e solidale

La sesta e ultima (seguendo l'ordine del sorteggio) tra le liste a sostegno di de Magistris è anche quella visibilmente più politica: Calabria resistente e solidale unisce 
varie anime della sinistra radicale, con l'intento preciso - e dichiarato fin dall'inizio, con la scelta di appoggiare il sindaco uscente di Napoli nella sua candidatura - di proporre uno schieramento alternativo a quello del centrosinistra. Qui il riferimento al candidato presidente è molto ridotto, limitato a una leggera scritta ad arco nella parte inferiore, tinta di rosso: può dirsi che questo è il colore che emerge di più, in quel segmento, in parte del testo e soprattutto nella stella su cui si legge bene l'unica falce e martello di questa competizione elettorale.

Amalia Bruni 

15) Partito animalista

Quarta e ultima - in ordine di estrazione - candidatura alla presidenza della giunta calabrese è quella di Amalia Bruni, sostenuta dal centrosinistra allargato al M5S. Come Occhiuto, anche Bruni può contare sull'appoggio di sette liste. La prima estratta, in base al sorteggio catanzarese, è quella del Partito animalista, che dopo essersi fatto conoscere in tutta Italia alle europee del 2019 non ha smesso di cercare di essere presente in varie competizioni (lo scorso anno, tra l'altro, alle regionali in Valle d'Aosta, Puglia e Calabria). Nel simbolo - caratterizzato dalle due impronte - figura anche la "pulce" dei Democratici Progressisti, lista che dal 2014 è legata al Pd e al centrosinistra calabrese: visti i due consiglieri ottenuti nel 2020, è probabile che la sua presenza abbia consentito al Partito animalista di correre senza raccogliere le firme.

16) Tesoro Calabria

La candidata del centrosinistra può contare questa volta anche sull'appoggio della lista Tesoro Calabria, che nel 2020 era stata la forza con maggiore consistenza a sostegno del candidato presidente Carlo Tansi (pur non avendo eletto consiglieri, aveva ottenuto comunque più del 5%). Questa volta Tansi ha deciso di convergere su Bruni e tra i simboli della coalizione compare dunque lo scrigno dal quale emerge la sagoma della Calabria davanti a un sole che sorge e splende. Rispetto al 2020, il simbolo - nella speranza che sia quello corretto - dà maggior evidenza al cognome di Tansi, ex capo regionale della protezione civile e capolista nelle varie circoscrizioni, per poter convogliare sulla lista tutto il consenso raccolto un anno e mezzo fa. Si era parlato anche di un ritorno della lista Calabria libera, già con Tansi nel 2020, ma alla fine non è stata presentata.

17) Europa Verde Calabria

Dopo gli animalisti, gli ambientalisti. Il sorteggio di Catanzaro ha infatti indicato come seconda lista della coalizione di centrosinistra Europa Verde - Verdi - Calabria. Il simbolo è quello adottato alle europee del 2019 e confermato dall'evento fondativo della nuova forza politica tenutosi a luglio, con il girasole dell'European Green Party unito al nome (in cui figura comunque il sole che ride che in Italia è legato alle Liste Verdi e poi alla Federazione dei Verdi fin dalla metà degli anni '80); unica aggiunta è il riferimento alla Calabria, in giallo, sotto al nome (con una scelta simile a quella fatta alle regionali umbre del 2019). Per l'ultima partecipazione dei Verdi alle regionali calabresi (peraltro nella lista Uniti per la Calabria, con Psdi e il Patto) si deve tornare al 2005.

18) Movimento 5 Stelle

Nel 2020 il MoVimento 5 Stelle aveva scelto di correre in autonomia, sostenendo la candidatura di Francesco Aiello (insieme a una civica dell'aspirante presidente). Questa volta, anche in ossequio ai rapporti creatisi a livello nazionale, il M5S guidato da Giuseppe Conte si è alleato con il Pd e altre forze tradizionalmente riconosciute come parte del centrosinistra. Quelle calabresi sono le prime elezioni regionali (anzi, le prime di rilievo sovralocale, vista l'assenza dei 5 Stelle alle suppletive) in cui compare il simbolo del M5S nell'ultima versione, con il riferimento al 2050 nella parte inferiore del cerchio, tinta di rosso. Il MoVimento parte dal 6,27% ottenuto lo scorso anno, anche se andare da soli o in coalizione con altre forze non è mai la stessa cosa.
 

19) Partito democratico 

Anche se a vincere le elezioni del 2020 era stato il centrodestra di Jole Santelli, la lista più votata in quell'occasione - con il 15,19% - era stata quella del Partito democratico. Il Pd si ripresenta dunque a questo nuovo appuntamento elettorale in Calabria, sempre con l'ambizione di essere - almeno - la formazione col maggior numero di voti della coalizione, sperando comunque di mantenere il primato a livello regionale. Il simbolo - salvo errore - è praticamente identico a quello nazionale usato nel 2020 alle regionali, con la sola aggiunta, questa volta, del riferimento alla Calabria, in verde, poco sotto il nome del partito: si tratta del terzultimo emblema che figurerà sulle schede.
  

20) Partito socialista italiano 

Penultimo simbolo della coalizione è quello del Partito socialista italiano, che continua a cercare di diffondere sempre di più la sua presenza nelle competizioni elettorali, schierando ogni volta che è possibile il proprio simbolo ufficiale (quello adottato nel 2019, con la sigla in bella vista e il garofano nella parte sinistra). L'ultima  partecipazione del Psi alle regionali calabresi risaliva al 2010, in una lista presentata con Sel. 
Curiosità: come non era presente nel 2020, nemmeno questa volta c'è una lista di Italia viva, i cui dirigenti sembrano divisi tra una collocazione nel centrosinistra (ribadita dalla senatrice Silvia Vono in un incontro proprio nella sede di Catanzaro del Psi) e lo schieramento di alcune figure locali in liste legate al centrodestra.
 

21) Amalia Bruni presidente - La Calabria SiCura

Chiude le liste della coalizione di centrosinistra e anche la sfilata dei simboli su manifesti e schede la formazione Amalia Bruni presidente - La Calabria SiCura, quella più legata alla candidata alla guida della giunta calabrese per la sua compagine. Neurologa di fama internazionale, Bruni è stata scelta tra la società civile (com'era avvenuto per Pippo Callipo, candidato nel 2020 dal centrosinistra e nel 2010 dall'Idv-Lista Pannella). Nel simbolo domina il colore rosa scuro, sia sulla parte superiore che ospita il riferimento alla candidata, sia in quella inferiore in cui il nome della lista (scritto per la maggior parte in turchese) evoca sia la sicurezza, sia l'idea della cura, legata tanto alla professione della candidata quanto al "prendersi cura".

mercoledì 8 gennaio 2020

Calabria, simboli e curiosità sulla scheda

Si è già accennato nei giorni scorsi alle elezioni regionali che il 26 gennaio si svolgeranno in Calabria, contemporaneamente al voto in Emilia-Romagna. La scheda elettorale calabrese sarà leggermente meno affollata rispetto a quella emiliano-romagnola: le persone che si contendono la carica di presidente sono quattro, sostenute in tutto da 14 liste (quasi sempre presenti sull'intero territorio regionale). Avrebbero potuto essere una di più, in effetti, se non fosse stata esclusa per difetti nella documentazione la lista 10 idee per la Calabria, pensata per appoggiare la corsa di Pippo Callipo: unica altra certezza è che la regione cambierà comunque guida, non essendo stato ricandidato il presidente uscente, Mario Oliverio (in generale, nel 2014 i candidati alla presidenza erano cinque, le liste 15). Ecco di seguito le candidature e le liste a loro sostegno, secondo l'ordine sulla scheda della circoscrizione Nord (Cosenza), l'unica ad avere lo schieramento completo delle liste in campo. 


Carlo Tansi

1) Tesoro Calabria

Il sorteggio ha indicato come primo aspirante alla presidenza della regione Carlo Tansi (spesso pronunciato come Tanzi), geologo, dal 2015 al 2018 a capo della Protezione civile della Calabria. Si tratta dell'unico candidato slegato da qualunque forza politica e si presenta sostenuto da tre liste di natura civica. L'unica a essere presente in tutte e tre le circoscrizioni è Tesoro Calabria, che da tempo è il progetto legato al suo progetto di candidatura: oltre al colore arancione, presente in tutte le liste che appoggiano Tansi, spicca lo scrigno aperto dal quale emerge la Calabria brillante in mezzo ad altri tesori (così almeno si possono interpretare i raggi di luce che vengono dalla luce gialla che si sprigiona dallo scrigno, anche se l'immagine può rimandare anche alla luce del sole che caratterizza il Sud).

2) Calabria pulita

Se, come si diceva, Tesoro Calabria è presente in tutto il territorio regionale, non può dirsi lo stesso per Calabria pulita, altra formazione civica a sostegno di Tansi: essa infatti è presente soltanto nella circoscrizione Nord, quella di Cosenza. La legge elettorale calabrese, infatti, non prevede che un gruppo di liste, per essere ammesso, debba risultare presente almeno in metà o nella maggioranza delle circoscrizioni individuate nella regione. Qui il concetto di pulizia, legato ovviamente alla trasparenza e all'assenza di macchie, è reso con un fondo bianco brillante e accentuato dalle losanghe che riempiono lo stesso cerchio che ospita anche la sagoma della Calabria, il nome della lista (in arancione, come la circonferenza interna) e il riferimento al candidato presidente.

 

3) Calabria libera

Anche la terza lista che sostiene la candidatura di Tansi è presente nella sola circoscrizione cosentina: si tratta di Calabria libera, con il riferimento evidente alla volontà di spezzare i legami e le catene relative alla criminalità organizzata e ad altri interessi. Proprio una catena blocca la regione nel simbolo, anche se i segni intorno alle maglie danno l'idea dello sganciamento; l'arancione qui tinge la Calabria e la circonferenza esterna, mentre gli altri elementi (a parte il fondo bianco) sono blu. Quella di Tansi è l'unica coalizione in cui il nome del candidato alla presidenza è riportato su tutti i simboli della compagine (anche se, come detto, in due circoscrizioni su tre gli elettori ne vedranno uno solo).


Filippo (Pippo) Callipo

4) Democratici progressisti

Sono diventate tre (dopo la bocciatura di 10 idee per la Calabria) anche le liste della coalizione di Pippo Callipo, che dopo la candidatura alle regionali nel 2010 (con Italia dei valori, lista Bonino-Pannella e la sua lista personale) è tornato in pista per il centrosinistra. Il sorteggio ha indicato come sua prima lista quella dei Democratici progressisti, già vista alle regionali del 2014 nella compagine di Mario Oliverio: stesso nome, stesse pennellate astratte di colore verde e rosso per creare il tricolore. Ed è proprio la stessa lista - emanazione del Pd - che, nel 2017, fu ricordata per far presente a Bersani e Speranza che il loro nascente partito non si sarebbe potuto chiamare "Movimento democratico e progressista" (ma la scelta iniziale era già Articolo Uno). 

 

5) Io resto in Calabria

Il secondo simbolo estratto è quello più legato al candidato presidente, anche in chiave "storica": Io resto in Calabria, infatti, era la "lista del presidente" già nella coalizione che aveva sostenuto Callipo dieci anni fa. L'idea grafica è rimasta in buona parte simile, con la sagoma verde e bordata di bianco della regione su fondo blu sfumato radialmente; è sparito l'indice che indicava il nome del candidato (allora scritto con un carattere handwriting), mentre proprio il riferimento a Callipo è stato posto su una fascia bianca, sempre al centro dell'emblema. Pur nella continuità grafica, il simbolo mostra di essere stato meglio congegnato in questo caso.

6) Partito democratico

Ultima delle tre liste in appoggio a Callipo è quella ufficiale del Partito democratico, che graficamente adotta una soluzione incontrata tante volte nel corso degli anni. Il logo elaborato nel 2007 da Nicola Storto, infatti, è stato semplicemente ridotto di dimensioni e spostato leggermente verso l'alto, per lasciare spazio nella parte inferiore a un segmento rosso (lo stesso rosso che permette di individuare la D della sigla) che contiene la dicitura "Callipo presidente" (un po' più stretta rispetto a quello che lo spazio consentirebbe). Si tratta dell'unica lista di partito della coalizione, mentre nel 2014 c'erano anche Centro democratico, Nuovo Cdu e il simbolo di Calabria in rete che comprendeva anche le miniature di Api, Autonomia Sud, Pri e Moderati (e DemoKratici).

Jole Santelli

7) Unione di centro

Il record assoluto di liste presentate spetta alla coalizione che sostiene la corsa di Jole Santelli, avvocata, storica esponente di Forza Italia e Pdl: le formazioni su cui può contare sono infatti sei. Il sorteggio ha posto in prima posizione la lista dell'Unione di centro, che conferma la sua collocazione nel centrodestra sul territorio regionale (anche se nel 2014 aveva appoggiato Nico D'Ascola con il solo Nuovo centrodestra). Il contrassegno è quello consueto (con le vele giusto un po' ridotte di dimensioni al di sotto dello scudo crociato), con l'indicazione della Calabria al posto di "Italia" nel segmento rosso (ma rispetto al 2014 il ritocco grafico sembra essere stato fatto in fretta e con poca cura: il carattere è diverso dagli altri due impiegati nel simbolo).

8) Casa delle libertà

Un altro ritorno che sa davvero di antico, all'interno della coalizione di centrodestra, è rappresentato dalla lista Casa delle libertà. E non solo perché il nome riporta subito allo schieramento a sostegno di Berlusconi alle elezioni politiche del 2001, ma perché la stessa lista era presente alle scorse regionali, in appoggio alla candidatura di Wanda Ferro. Nel 2014 la lista ottenne l'8,59%, un risultato decisamente buono se si considera che il simbolo era ed è piuttosto anonimo, con il nome della lista individuato solo dal contorno delle lettere sul fondo blu (spezzato solo dal segmento tricolore in basso). E questa volta non è nemmeno indicato il nome della candidata alla presidenza.

9) Fratelli d'Italia

Si ripresenta anche questa volta alleato con Forza Italia e Casa delle libertà il gruppo regionale di Fratelli d'Italia, che in questo caso utilizza per sé il simbolo nazionale ufficiale, senza alcuna variazione e anche senza inserire il nome di Giorgia Meloni al suo interno, com'è avvenuto altrove (ad esempio nelle contemporanee elezioni in Emilia-Romagna). Rispetto al risultato del 2014 - la lista sfiorò il 2,5% - questa consultazione elettorale promette comunque un esito migliore per il partito di Meloni, se il voto regionale confermerà il trend nazionale; in ogni caso, si tratterà di una prova importante per gli equilibri nella coalizione (nel 2014 Fdi restò fuori dal consiglio), anche considerando la prima presenza della Lega in Calabria. 
 

10) Forza Italia

Nel 2014 era riuscita a ottenere quasi il 12,3%, risultato nemmeno malvagio se si consideravano le difficoltà che il partito incontrava nel resto d'Italia e a livello nazionale. Questa volta Forza Italia torna in campo con una propria candidata (Wanda Ferro proveniva invece da Alleanza nazionale) e non a caso il simbolo si è trasformato leggermente: la bandierina è stata ridotta, lasciando un certo spazio tanto al nome di Berlusconi - ora nuovamente in pista, senza più il fardello dell'incandidabilità e dell'avvenuta decadenza - quanto al nome dell'aspirante presidente, disposto ad arco nella parte inferiore. Il risultato della lista sarà di sicuro interesse. 
 

11) Lega

Lo si diceva prima: queste elezioni sono in assoluto le prime regionali calabresi in cui partecipa anche una lista della Lega, già votata dal 5,61% degli elettori della regione alle politiche del 2018 e addirittura dal 22,61% alle europee dello scorso anno. Per questo "sbarco", il partito di Matteo Salvini utilizza l'emblema che ormai siamo abituati a vedere da due anni: la base è il contrassegno usato alle politiche, con la parola "Lega", Alberto da Giussano e il riferimento enorme giallo al leader leghista; unica variazione è la sostituzione della parola "premier" con il riferimento alla regione. Gli analisti aspettano soprattutto il risultato di questa lista, rilevante ovviamente non solo in chiave regionale.


12) Jole Santelli presidente

Il sorteggio ha lasciato per ultima, tra le sei liste della coalizione di centrodestra, quella maggiormente legata alla candidata alla guida della regione. Jole Santelli presidente è la sola lista a riportare il nome intero dell'esponente politica (Forza Italia, come si è visto, riprende solo il cognome); quanto alla grafica, pur mostrando una certa cura non permette in alcun modo di capire che il simbolo è stato progettato per le elezioni regionali. Il riferimento al tricolore e il blu del testo e di vari elementi, infatti, rimandano piuttosto alla tavolozza del partito catch all, con aspirazioni nazionali (la bandiera) e collocato naturalmente nel centrodestra. Chissà che questa grafica non torni buona più in là...


Francesco Aiello

13) MoVimento 5 Stelle

Ultimo candidato sorteggiato, tra i quattro che concorrono alla presidenza della Calabria, è Francesco Aiello, ordinario di Politica Economica presso l'Università della Calabria. Aiello è stato indicato come aspirante presidente dal MoVimento 5 Stelle, che così concorre per la seconda volta alle regionali calabresi (cinque anni fa Cono Cantelmi aveva sfiorato il 5%). Rispetto alle elezioni precedenti, il simbolo è quasi uguale, avendo visto modificare solo l'elemento testuale disposto "a sorriso" nella parte inferiore (allora era ancora Beppegrillo.it, ora è Ilblogdellestelle.it, saltando a piè pari il sito precedente del M5S). In questo caso, tuttavia, il MoVimento non è la sola forza che appoggia il suo candidato.

 

14) Calabria civica

L'ultima posizione sui manifesti e sulle schede, infatti, è stata attribuita alla lista Calabria civica - Liberi di cambiare, l'unica in cui figuri - peraltro con una certa evidenza - il nome di Aiello come aspirante presidente. Dopo che il voto su Rousseau aveva scelto di presentare candidature alle regionali, il M5S aveva ribadito che ci sarebbero state alleanze solo con forze civiche: il nome di questa lista è pienamente in linea con questa posizione. "Liberi di cambiare" è il motto di chi si ritiene slegato da interessi di partito (anche se lo stesso nome è stato ampiamente visto nelle elezioni amministrative). Nel suo essere semplice, l'emblema appare comunque ben costruito.

lunedì 30 dicembre 2019

10 idee per la Calabria, salta la lista in appoggio a Callipo

Concluse le operazioni di deposito della documentazione per le liste intenzionate a partecipare alle elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria che si svolgeranno il 26 gennaio, risulta - salvo errore - una sola esclusione. Attraverso la Rete si apprende che non sarebbero state ammesse le liste presentate dal movimento 10 idee per la Calabria, forza civica e della società civile che si era schierata a sostegno della candidatura di Filippo Callipo e ha come riferimento Domenico Gattuso, ordinario di Ingegneria dei Trasporti presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e già candidato alla presidenza della regione nel 2014 per la lista L'Altra Calabria.
Va precisato subito che all'origine dell'esclusione delle liste in tutta la regione non c'è alcun vizio legato al simbolo, in cui su fondo rosso - oltre al nome scritto in bianco, unico elemento di continuità rispetto a L'Altra Calabria - spiccava una lampadina accesa, quasi trasformata in sole, con al centro la sagoma della regione (con tanto di filamento da lampadina) e intorno dieci raggi, come le idee. Si tratta, come spiegato da Gattuso in un'intervista rilasciata ad Alganews, di "un logo realizzato da un ragazzo costretto per affermare se stesso nel mondo del lavoro ad andare via subito dopo la laurea. Una lampadina con 10 raggi con un obiettivo di fondo: dare un messaggio. Dieci idee sono più che sufficienti ma devono essere dieci idee di alto valore, di qualità, idee che la gente riesca a percepire come fattibili e concrete. È vero che le idee possono essere molte di più ma abbiamo lanciato la sfida: andare oltre i programmi e presentare, invece realistici e realizzabili progetti".
Le liste di 10 idee per la Calabria (cui vari articoli online riconducono anche la partecipazione di esponenti verdi) sarebbero invece state escluse dalla competizione per una lacuna non rimediabile nella documentazione: a quanto si apprende, per le singole liste provinciali mancherebbe il collegamento con la candidatura alla presidenza di Callipo. La mancanza - anche se non è dato sapere esattamente cosa mancava: se - era stata rilevata già in sede di deposito delle liste, ma Gattuso sperava che il vizio di natura formale fosse in qualche modo sanabile. Evidentemente i giudici dell'Ufficio elettorale sono stati di diverso avviso, quindi il simbolo con la lampadina su fondo rosso non finirà sulle schede.
Il gruppo di 10 idee continuerà a sostenere Callipo nelle urne, cercando di reagire a suo modo alla mancanza di classe dirigente regionale lamentata nei mesi scorsi e di rafforzare lo "schieramento civico progressista" ricercato in queste settimane, antirazzista, contrario alla violenza e alla criminalità, nonché attento ai beni comuni e alla dignità delle persone. Dopo l'esclusione di questa lista, in ogni caso, sulla scheda calabrese finiranno 14 simboli, collegati a quattro candidature alla presidenza della regione. Nei prossimi giorni saranno analizzati uno per uno: il quadro, in ogni caso, ora è completo.