venerdì 7 giugno 2024

Firenze, simboli e curiosità sulla scheda

Con tutta probabilità l'appuntamento elettorale più atteso di queste elezioni amministrative dell'8 e del 9 giugno - contemporanee alle elezioni europee - si svolgerà a Firenze. Il più settentrionale tra i capoluoghi di regione coinvolti (non ci sono capoluoghi al voto nelle regioni del nord: solo vari capoluoghi di provincia) avrà gran parte dell'attenzione dei media nelle ore successive allo scrutinio per le elezioni europee, sia per l'interesse che suscitano le competizioni elettorali in Toscana almeno dal 2014 (anno in cui Filippo Nogarin divenne sindaco per il M5S, battendo il centrosinistra), verificando ogni volta i risultati delle forze politiche di (centro)sinistra in un territorio un tempo convintamente "rosso", sia per la notorietà (inter)nazionale dello sfidante scelto dal centrodestra, cioè l'ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt.
Saranno ben 10 le persone che si sfideranno nelle urne per conquistare i voti necessari per accedere alla carica di sindaco, succedendo a Dario Nardella; le liste presentate a loro sostegno sono esattamente il doppio, dunque 20. Si tratta dello stesso numero delle formazioni finite sulla scheda cinque anni fa, quando però c'era una candidatura in meno.
 
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Francesco Zini

1) Firenze cambia - Insieme

Il sorteggio ha posto in apertura delle schede la candidatura di Francesco Zini, professore associato di filosofia del diritto all'università di Siena, già promotore di due scuole di formazione politica nel capoluogo toscano. Si presenta con l'intento di proporre una "nuova narrazione", sostenuto dall'unica sua lista Firenze cambia. La formazione si pone innanzitutto come civica, nonché molto centrata sulla figura del candidato sindaco (il cui cognome - in grande evidenza - è scritto in bordeaux, stesso colore di buona parte del cerchio), ma nel contrassegno trova posto anche il simbolo (con la catena blu e rossa) del partito di area cristiana e centrista Insieme, coordinato da Eleonora Mosti.   
 

Eike Dieter Schmidt

2) Forza Italia

Seconda candidatura estratta è quella di Eike Dieter Schmidt, per otto anni direttore delle Gallerie degli Uffizi. Lo sostengono quattro liste, tre delle quali sono espressione diretta dei partiti del centrodestra. La prima, in ordine di sorteggio, è quella di Forza Italia, anche se di fatto si configura come la lista politica più moderata della coalizione. Il segmento blu ricavato sotto al cognome di Silvio Berlusconi (ridotto al pari della bandierina, mentre il riferimento al Ppe è rimasto pressoché identico), oltre a contenere la dicitura "Schmidt sindaco", ospita anche le miniature (davvero molto piccole e di difficile lettura sulla scheda) dei simboli di Noi moderati e del Partito liberale italiano. 

3) Fratelli d'Italia

La seconda lista della coalizione che sostiene Schmidt è la sola a non contenere un riferimento al candidato sindaco: si tratta della lista di Fratelli d'Italia. Il simbolo è lo stesso già visto in gran parte delle competizioni elettorali nei capoluoghi di regione (e inaugurato in occasione delle regionali sarde): al centro e in grande evidenza ora c'è il riferimento alla leader del partito e presidente del Consiglio Giorgia Meloni (è dunque il suo l'unico nome di persona contenuto nel contrassegno); in alto si trova (un po' ridotto rispetto al passato) il nome del partito, mentre in basso c'è la fiamma tricolore (leggermente ingrandita). 
 

4) Lista civica Eike Schmidt sindaco

La terza lista della coalizione di centrodestra è l'unica dichiaratamente non politica: è la Lista civica Eike Schmidt sindaco. Il contrassegno probabilmente è il più vuoto - e non senza una certa eleganza - di tutta la scheda, senza alcuna paura dello sfondo bianco. Gli elementi principali sono due: la raffigurazione del giglio che richiama lo stemma cittadino (salvo errore è l'unica immagine del fiore più legato a Firenze a finire sulle schede quest'anno) e il nome proprio del candidato sindaco, di colore viola - anch'esso storicamente legato alla città e usato, come si vedrà, pure da altre liste - e in maggior evidenza rispetto al cognome (sia per la sua brevità, sia per la sua capacità di rimanere impresso).
 

5) Lega

Ultima lista della coalizione che ha proposto la candidatura di Schmidt è quella della Lega, che nel 2019 era risultata la formazione più votata del centrodestra (con un 14,44% che risalta ancora di più se messo a confronto con lo 0,87% ottenuto solo cinque anni prima). La struttura del contrassegno è la stessa in uso dal 2018 e votata dai fiorentini cinque anni fa; al posto della dicitura "Salvini premier", però, si legge "Schmidt sindaco": posto che il cognome dell'ex direttore degli Uffizi (e attuale direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli) spicca più che negli altri emblemi, sembra di poter trovare la conferma che in un numero crescente di casi il riferimento a Salvini non pare più vissuto come imprescindibile per convincere l'elettorato.
 

Francesca Marrazza

6) RiBella Firenze

Terza candidatura estratta è quella di Francesca Marrazza, paleoantropologa, in lista con Fratelli d'Italia nel 2019 e ora candidata autonoma, sostenuta dall'unica lista RiBella Firenze (con il nome che suggerisce sia la ribellione sia il ritorno alla bellezza e alla vivibilità). Impegnata in passato con il comitato Vitabilità e nelle battaglie per evitare un centro commerciale vicino allo stadio e la tramvia, il suo percorso è riassunto nella dicitura "Dai comitati per una città vivibile". La scritta si legge sulla grafica viola (ovviamente), che raffigura le sagome ben riconoscibili di Palazzo Vecchio, della Loggia della Signoria e di Santa Maria del Fiore; la chioma dell'albero collocato al centro ha la sagoma del territorio comunale di Firenze diviso nelle cinque circoscrizioni.
 

Stefania Saccardi

7) Al centro con Saccardi

Dopo Marrazza, il sorteggio ha collocato un'altra candidatura sostenuta da una sola lista: quella di Stefania Saccardi. Avvocata con varie esperienze di amministratrice a livello locale, è stata vicepresidente della regione Toscana per il Pd; è ancora in consiglio regionale, ma nel 2020 è stata eletta con Italia viva. Il partito dell'ex sindaco di Firenze Matteo Renzi è tra le forze politiche che concorrono alla lista Al centro con Saccardi: le altre sono Partito socialista italiano e Libdem europei (il leader, Andrea Marcucci, è comunque toscano). Si tratta di metà della squadra che ha promosso la lista Stati Uniti d'Europa per le europee; la grafica si ispira in parte a quella (il nome in due rettangoli inclinati, non a fumetto però) ma se ne distacca perché le adesioni sono diverse. Nella parte superiore del simbolo, azzurra sfumata, si riconosce la silhouette di vari monumenti fiorentini, a partire da quelli citati nel simbolo precedente.
 

Dmitrij Gabriellovic Palagi

8) Sinistra progetto Comune

Può contare sul sostegno di due liste Dmitrij Palagi, dottore di ricerca in storia medievale, docente precario, consigliere uscente eletto nel 2019 nella lista Firenze città aperta (decisamente legata alla sinistra). Ed è proprio riferita a quel mondo politico la prima delle due formazioni, denominata Sinistra progetto Comune, che unisce nello stesso progetto elettorale Possibile, Potere al popolo! e il Partito della Rifondazione comunista (in lista c'è anche la ex candidata sindaca del 2019, Antonella Bundu). Le miniature dei simboli dei tre partiti sono collocate nella parte inferiore del cerchio, mentre in quella superiore (tinta di rosso-viola a sfumatura radiale) trova posto il nome del progetto con una stella realizzata in modo decisamente caratteristico.
 

9) Firenze ambientalista e solidale

La seconda lista della mini-coalizione che appoggia la corsa di Palagi è Firenze ambientalista e solidale; il nome richiama il Piemonte ambientalista e solidale, ma qui non c'entra nulla Democrazia solidale. La lista mette insieme varie esperienze, di società civile, di sensibilità ecologiste e di attenzione alle persone. Il concetto è espresso graficamente grazie alla struttura "a puzzle", con quattro tessere di colori diversi (uno, per niente a caso, è viola), racchiusa dalla corona bianca che contiene, oltre al nome della lista, anche il titolo-progetto ambizioso "Città di pace".
 

Sara Funaro

10) Alleanza Verdi e Sinistra

La coalizione più nutrita di questo turno elettorale fiorentino è quella di un centrosinistra piuttosto ampio (ma se non è il caso di utilizzare l'etichetta di "campo largo") che ha scelto di sostenere Sara Funaro, assessora uscente con deleghe all'educazione, al welfare e all'educazione (e nipote dell'ex sindaco Piero Bargellini). La appoggiano sette liste, la prima delle quali è Alleanza Verdi e Sinistra. Il contrassegno base è quello visto alle politiche e alle europee, ma gli spazi di Europa Verde e Sinistra italiana sono in parte ridotti per fare posto nella parte inferiore del cerchio a Ecolò, associazione politica nata a Firenze nel 2020, ispirata ai valori dell’ecologia, della solidarietà e della valorizzazione delle diversità, che si distingue con un'ape su un fiore giallo su fondo verde e con il nome scritto in corsivo.
 

11) Azione - Siamo Europei

Si è parlato prima di centrosinistra ampio e l'aggettivo usato si può comprendere già guardando alla presenza della lista di Azione - Siamo Europei, la cui alleanza con il Pd è in generale tutt'altro che scontata. Il contrassegno somiglia a quello depositato al Viminale per le elezioni europee, ma nella parte inferiore sono inserite solo due miniature di simboli di partito: quelle del Partito repubblicano italiano e di Democrazia liberale (che dunque si trova a sostenere una candidata di centrosinistra, mentre tendenzialmente si colloca su posizioni centriste o di centrodestra).
 

12) Sara Funaro Sindaca

La terza lista della coalizione di centrosinistra è quella più vicina in assoluto alla candidata, Sara Funaro Sindaca. L'ingrediente principale è proprio il cognome dell'aspirante prima cittadina (e la parola "sindaca" volta correttamente al femminile è tutto meno che casuale). Il nome della lista emerge con evidenza sul cerchio rosso interno (e tangente alla circonferenza che delimita il contrassegno); completano l'area restante del cerchio grande quattro elementi curvilinei di colori diversi (arancione, verde, azzurro scuro e viola), quasi a voler indicare la convivenza di sensibilità diverse nella stessa lista e nello stesso progetto politico.
 

13) +Europa Firenze

Si diceva prima che la lista Al centro con Saccardi non può considerarsi come declinazione locale di Stati Uniti d'Europa, innanzitutto perché il partito che ha promosso quella "lista di scopo", cioè +Europa, a Firenze sostiene Funaro e non Saccardi. Il simbolo utilizzato per la lista è quello impiegato alle elezioni politiche del 2022 (struttura quasi a taijitu, il logo multicolore in alto su fondo bianco, scritta blu in basso su segmento giallo con una sorta di "unghietta" più scura in alto a sinistra); al posto della citazione di Emma Bonino, però, c'è il riferimento al comune chiamato al voto.
 

14) Centro

La quinta lista ha una grafica che non passa inosservata. Si tratta della lista presentata dal movimento Centro, "fondato - si legge sul sito - nel 2021 da Fabrizio Manfredini, direttore generale dell’emittente televisiva Italia7, insieme a un gruppo di imprenditori, professionisti, artisti, cittadini, di cui presidente è l’avvocato Francesco Samà". Se il nome della lista è scritto con un carattere bastoni sottile, a tratti morbido e a tratti spigoloso, emerge soprattutto l'immagine di un "occhio" che ricorda soprattutto l'obiettivo di una telecamera.
 

15) Anima Firenze 2030

Tra le liste a sostegno di Funaro c'è anche Anima Firenze 2030: la civica è emanazione dell'omonima associazione no-profit fiorentina "che si distingue per il suo approccio trasversale e inclusivo, mirato a superare le tradizionali divisioni politiche", il riferimento al 2030 rimanda agli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. A guidare la formazione è l'imprenditore Giovanni Fittante (patron di Villa Vittoria e già consigliere comunale), che in un primo tempo si era proposto come possibile candidato sindaco. Nel simbolo, oltre al nome scritto a caratteri grandi, al centro spicca il logo dell'associazione, che unisce due figure umane stilizzate (quasi unite in un abbraccio) e un ramo con fogliolina, come richiamo alla sostenibilità.
 

16) Partito democratico

Ultima delle sette liste presentate in appoggio alla candidatura di Funaro è quella espressione del Partito democratico, che nel 2019 aveva ottenuto il primato indiscusso tra le liste con ben il 41,23% dei consensi (ma cinque anni prima la percentuale era stata più alta di 6 punti). Se nelle prime due elezioni cui il Pd ha partecipato era stato utilizzato il simbolo ufficiale "pulito", senza altre indicazioni, già nel 2019 era stato inserito il riferimento a Dario Nardella; questa volta è stato fatto altrettanto con Funaro (e anche qui si usa il femminile espresso "sindaca"), ma il colore di fondo del segmento non è più il blu, ma il verde.
 

Alessandro De Giuli

17) Firenze rinasce

Esaurita la coalizione in appoggio a Funaro, il sorteggio ha collocato nelle ultime quattro posizioni altrettante candidature sostenute da un'unica lista. La prima è quella di Alessandro De Giuli, già noto come promotore del Comitato No Green Pass e ora proponente di un'altra idea e visione del capoluogo toscano (senza cementificazione e con riconversione economica che non punti solo sul turismo): anche per questo la sua lista si chiama Firenze rinasce. Nel simbolo il concetto è reso dando più peso alla seconda parola del nome, in viola come la silhouette dei monumenti principali del centro, e ponendo dietro a quelle sagome un sole stilizzato e raggiante che sorge (quello del partito Insieme liberi).
 

Cecilia Del Re

18) Firenze democratica 

Alla canddiatura di De Giuli segue quella di Cecilia Del Re, assessora con Nardella fino allo scorso anno (e alle polemiche legate al possibile passaggio della tramvia da piazza Duomo). Il progetto civico con cui Del Re intende presentarsi per amministrare il comune si chiama Firenze democratica (vista l'adesione al Pd fin dalla sua nascita). Su fondo giallo, il nome viola estende la sua ombra (niente ombra invece per il riferimento alla candidata, collocato in basso e sempre viola). Sopra la "i" di "Firenze", fa le veci di un teorico puntino un "fiore" a quattro petali.

Andrea Asciuti

19) Firenze vera

Gli ultimi due candidati sindaci sono entrambi consiglieri comunali uscenti. Il penultimo, Andrea Asciuti, era stato eletto nel 2019 con la Lega, per poi passare nel 2021 al gruppo misto (per un periodo ha aderito anche a Italexit). Ora si presenta come primo cittadino con la lista Firenze vera (e il corsivo che connota l'ultima parola mette una certa enfasi, come a negare che quella attuale e quella proposta dai concorrenti la sia). Se il nome è distribuito in due segmenti circolari rossi, collocati in alto e in basso, nella fascia bianca centrale del cerchio stanno le miniature dei simboli di Indipendenza! e del Popolo della famiglia: per tutte e due le forze politiche si tratta dell'unica partecipazione a queste elezioni amministrative in un capoluogo di regione.
 

Lorenzo Masi

20) MoVimento 5 Stelle

Ultimo candidato in questa tornata elettorale fiorentina è Lorenzo Masi, attuale vicecapogruppo in consiglio del MoVimento 5 Stelle. La sua candidatura, ovviamente, è con il M5S, che a Firenze - città nel cui ateneo è tuttora incardinato come professore ordinario il presidente del MoVimento, Giuseppe Conte - non ha concluso alcuna alleanza con il Pd e non ha dunque creato alcun "campo largo". Pure in questo caso il simbolo schierato è l'ultima versione del fregio ufficiale, contenuto nello statuto e recante - al di sotto della parte centrale della grafica storica - il riferimento al 2050 come anno della neutralità climatica.

giovedì 6 giugno 2024

Campobasso, simboli e curiosità sulla scheda

Il capoluogo di regione con il minor numero di liste presentate in questo turno elettorale è Campobasso: a conti fatti, sono soltanto 12 le formazioni in campo, a sostegno di tre candidature per la guida del comune. Se c'è un contendente in meno rispetto al 2019, il numero di liste è invece aumentato da 11 a 12; il candidato uscito vincitore (al ballottaggio) cinque anni fa, Roberto Gravina (M5S), lo scorso anno si era candidato alla guida della giunta regionale molisana, non aveva vinto le elezioni ma era diventato consigliere regionale. La carica è incompatibile con il mandato da sindaco, dunque gli è subentrata la vicesindaca facente funzione, Paola Felice, tuttora in carica. 
 
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Aldo De Benedittis

1) Fratelli d'Italia

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Aldo De Benedittis, già assessore al bilancio nella giunta guidata da Luigi Di Bartolomeo (2009-2014). Il suo nome ha unito tutto il centrodestra, che per l'occasione ha presentato 6 liste. La prima, in ordine di estrazione, è quella di Fratelli d'Italia, partito che nel 2019 aveva ottenuto il 5,24%, ma questa volta aspira a un risultato sicuramente superiore. Il contrassegno impiegato è lo stesso inaugurato con le elezioni regionali sarde e utilizzato nelle contemporanee elezioni europee (e in varie amministrative), con il riferimento alla leader e presidente del Consiglio Giorgia Meloni al centro, tra il nome del partito e la fiamma tricolore.
 

2) Popolari per l'Italia

Il secondo posto sulla scheda elettorale è occupato da una lista che non può non attirare l'attenzione dei #drogatidipolitica: quella presentata dai Popolari per l'Italia, che in Molise godono di una certa forza (dopo il 5,74% del 2014, nella coalizione vittoriosa di centrosinistra, cinque anni fa erano tornati nel centrodestra e avevano superato il 15%). Il contrassegno riproduce il simbolo ufficiale del partito, con le tre frecce (verde, bianca in primo piano e rossa) su fondo a toni di blu strutturato a cerchi tangenti, con il punto di tangenza individuato dalla punta della freccia bianca (la stessa freccia che contiene il nome del partito). La partecipazione del partito alla coalizione non era scontata, visto che era in pista come aspirante sindaco Salvatore Colagiovanni.
 

3) Lega

In terza posizione su manifesti e schede si trova la lista della Lega, alla sua seconda partecipazione alle elezioni comunali recenti: nel 2019, infatti, il partito si era presentato ed era risultato la seconda forza del centrodestra, superando il 10%. Il contrassegno è lo stesso di allora: si tratta, semplicemente, del simbolo normalmente in uso, che unisce il nome storico e la figura di Alberto da Giussano a spadone sguainato alla dicitura "Salvini premier" collocata nel segmento blu. In questo caso, dunque, il partito di Matteo Salvini ha preferito non inserire alcun riferimento locale, così come nessun contrassegno della coalizione contiene un riferimento al candidato sindaco (proprio la Lega, peraltro, inizialmente si era mostrata piuttosto fredda sulla scelta di De Benedittis, formalmente "senza tessera"). 
 

4) Unione di centro

Nella coalizione di centrodestra che sostiene De Benedittis c'è anche l'Unione di centro, che ricompare a Campobasso sulle schede elettorali amministrative dopo quindici anni (nel 2009 la lista aveva ottenuto il 4,79%). Il simbolo è pressoché invariato rispetto ad allora: la differenza principale riguarda la scritta contenuta nel segmento circolare rosso presente nel contrassegno: se nel 2009 era ancora presente il riferimento a Pierferdinando Casini, dall'anno successivo il suo cognome è stato sostituito dalla parola "Italia", che tuttora campeggia nella parte superiore del fregio (mentre Casini da molti anni ha fatto scelte politiche diverse).

5) Noi moderati

Quinta formazione della coalizione di centrodestra è Noi moderati, che dunque debutta sulle schede elettorali campobassane. Il simbolo schierato è quello ufficiale, indicato dallo statuto, con il nome del partito (con il "Noi" bianco in evidenza e "moderati" in giallo) su fondo azzurro-blu sfumato, mentre nella parte inferiore c'è un segmento bianco, con la base tricolore ondulata. Pure in questo caso, come si è anticipato, non c'è alcun riferimento alla competizione in corso (non c'è il nome della città, non c'è quello del candidato); si deve aggiungere che la coalizione è tra le poche a non contenere alcuna formazione civica.  
 

6) Forza Italia

Chiude la compagine che sostiene De Benedittis la lista di Forza Italia (già partito di riferimento del candidato sindaco, nonché forza politica di cui è espressione Francesco Roberti, presidente della regione che ha indicato personalmente De Benedittis). Fi cinque anni fa a sostegno di Maria Domenica D'Alessandro (Fdi) aveva ottenuto l'8,24% (più di Fdi, ma meno di Popolari per l'Italia e Lega); in questo caso il simbolo è una variante del contrassegno in uso dalle elezioni politiche del 2022, con la bandierina stretta tra il riferimento al Ppe e il cognome di Silvio Berlusconi, creando lo spazio per un segmento circolare blu che contiene il riferimento al comune.

Giuseppe (Pino) Ruta

7) Unica Terra - Molise

Può contare sull'appoggio di tre liste Giuseppe Ruta (detto Pino), avvocato da molti anni attivo a Campobasso, che già negli ultimi mesi del 2023 aveva fatto conoscere la propria disponibilità. Prima formazione del "Cantiere civico" è Unica Terra - Molise, il cui "sottotitolo" spiega molto sul progetto civico-ambientale-sociale: "Per il bene e la bellezza del mondo". Il simbolo della lista rappresenta due mani che custodiscono il globo su un fondo verde; del nome della formazione salta all'occhio la doppia "R" del nome, disposta a specchio.
 

8) Confederazione civica per Campobasso

Si propone come lista autenticamente civica, non legata a partiti, la Confederazione civica per Campobasso, seconda formazione che sostiene Ruta. Il contrassegno, dal fondo giallo, contiene una riproduzione stilizzata del castello Monforte, edificio storico che a sua volta è un vero e proprio simbolo della città (di fatto si tratta dell'unico segno territoriale a finire sulla scheda elettorale campobassana). I due elementi curvi rosso e blu, posti nella parte inferiore del contrassegno (sopra al riferimento al candidato sindaco) rimandano ai colori dello stemma e del gonfalone cittadino.
 

9) Costruire democrazia

Ultima delle tre liste presentate in appoggio a Ruta è Costruire democrazia. Si tratta, di fatto, della lista più "politica" della compagine in esame, essendo presentata dal movimento civico omonimo co-fondato da Ruta nel 2009 insieme alla sua figura di guida, Massimo Romano (attualmente consigliere regionale molisano; Ruta è stato anche il suo avvocato). Il simbolo, immutato rispetto alle regionali del 2011 e 2013 e alle politiche di quell'anno, ha in primo piano un fiore bianco (con un tocco di verde) che si staglia sullo sfondo azzurro sfumato; sotto una fascetta arancione si trova il segmento blu con il nome della lista. 
 

Marialuisa Forte

10) MoVimento 5 Stelle

Anche la terza e ultima coalizione di questo appuntamento elettorale è composta di tre liste: si tratta del "campo largo" che appoggia la candidatura di Marialuisa Forte, a capo dell'ambito territoriale di Campobasso dell'Ufficio scolastico regionale del Molise. Come prima lista il sorteggio ha collocato quella del MoVimento 5 Stelle, la più votata cinque anni fa (con il 22,39%) e quella di cui era espressione il sindaco eletto, Roberto Gravina. Questa volta il M5S si presenta insieme al centrosinistra, schierando sulla scheda - come nelle altre realtà viste sin qui - la versione più recente del suo simbolo ufficiale.
 

11) Alleanza Verdi e Sinistra - Alternativa progressista

Il record di "affollamento", "riempimento" o "complicazione" di questo turno elettorale spetta al contrassegno di Alleanza Verdi e Sinistra, che al suo interno ospita riferimenti a varie altre formazioni. Se la dicitura "Reti civiche" è proposta in maiuscolo (e con un cambio di carattere, adottando un Helvetica Inserat), a fianco appare la dicitura "Alternativa progressista", che di fatto si configura come nome della lista. I loghi di Europa Verde e Sinistra italiana si riducono di dimensioni (come si è già visto alle regionali lucane) per lasciare spazio al simbolo del Partito socialista italiano (con la sigla in evidenza, il garofano poco visibile e il nome quasi impercettibile) e a quello del Movimento per l'Equità territoriale di Pino Aprile.
 

12) Partito democratico

L'ultima lista della coalizione di centrosinistra (e dell'intera scheda elettorale) è quella del Partito democratico, che riparte a Campobasso dal 16,1% ottenuto nel 2019 (il secondo risultato migliore, dopo quello del M5S). Come nelle tre elezioni precedenti cui il Pd ha partecipato, sulle schede elettorali campobassane è finito il simbolo ufficiale del partito senza aggiunte: nessun riferimento locale e nessuna citazione della candidata (del resto del tutto assente nell'intera coalizione del "campo largo", oltre che nelle liste dei partiti di centrodestra, come si è visto prima).

venerdì 31 maggio 2024

Potenza, simboli e curiosità sulla scheda

Oltre a Bari, l'altro capoluogo di regione chiamato a rinnovare la propria amministrazione l'8 e il 9 giugno è Potenza. La guida del comune cambierà di certo (cosa che era accaduta anche nel 2019): il sindaco uscente, Mario Guarente (del centrodestra, che nel 2019 aveva vinto per un soffio al ballottaggio) non si è ricandidato. Si contenderanno il suo ruolo 5 persone, sostenute in tutto da 17 liste; se il numero di aspiranti sindaci è rimasto identico rispetto a cinque anni fa, i simboli sulla scheda sono aumentati (nel 2019 erano 14).
 
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Francesco Fanelli

1) Noi moderati

Dopo la scelta di Mario Guarente di non ripresentarsi, con l'idea di "favorire l'allargamento del centrodestra, al fine di dare al futuro governo cittadino una maggioranza quanto più ampia e stabile possibile", a rappresentare il centrodestra è Francesco Fanelli, sorteggiato per primo e sostenuto da 7 liste (il massimo di questa tornata). Il primo simbolo, secondo l'ordine stabilito dall'estrazione, è quello di Noi moderati, che si presenta all'elettorato potentino con il suo emblema ufficiale fissato al congresso fondativo (non c'è dunque alcuna indicazione nominale o territoriale all'interno del contrassegno).
 

2) Fratelli d'Italia

Seconda lista estratta della coalizione di centrodestra è quella di Fratelli d'Italia, che nel 2019 aveva ottenuto il 9,55%, collocandosi come terza lista (anche se al risultato avevano concorso pure Forza civica e il Popolo della Famiglia, presenti all'interno del contrassegno comune). Per questa tornata elettorale, il partito della Presidente del Consiglio schiera l'emblema in uso nelle contemporanee elezioni europee (diverso da quello visto dal corpo elettorale potentino alle regionali lucane di aprile), con il nome e il cognome di Giorgia Meloni giallini e in evidenza al centro (su fondo blu), tra il nome di Fdi e la fiamma tricolore.
  

3) Lega

Il sorteggio ha collocato al terzo posto la lista della Lega, vale a dire il partito di cui è espressione il candidato sindaco Fanelli. A differenza di quanto si è visto in vari altri comuni, la forza politica ha scelto di impiegare il contrassegno elettorale sfoggiato in occasione del voto politico del 2018, dunque con l'espressione "Salvini premier" nel segmento blu collocato sotto alla statua di Alberto da Giussano; nel 2019 - anno in cui la lista della Lega, con il 13,65%, era risultata la più votata della coalizione vincitrice e la seconda più votata nel complesso - la parola "premier" era stata sostituita dal riferimento alla Basilicata

4) Amiamo Potenza

Al quarto posto della coalizione in appoggio a Fanelli si trova l'emblema della prima formazione dichiaratamente civica, Amiamo Potenza. In questo caso l'unico elemento grafico riconoscibile è un cuore collocato in posizione centrale in una prospettiva curiosa, descritto da un nastro in parte ripiegato su se stesso, colorato di blu e di verde come le scritte (quei colori, in fondo, sono le tinte dominanti nello stemma, perché caratterizzano il fondo dello scudo e le fronde); il testo, collocato ad arco nella corona individuata da due circonferenze concentriche, è delimitato da due pallini (di colore opposto rispetto alla parola adiacente).
 

5) Potenza civica

Altra formazione della coalizione di centrodestra facilmente individuabile come civica, come il nome stesso suggerisce, è Potenza civica. I colori scelti per il contrassegno (azzurro di fondo, blu del segmento che ospita il riferimento al candidato, uso del tricolore) in effetti ammiccano comunque a un elettorato moderato (tipico del centrodestra) potendosi nel contempo rivolgere a tutti; l'uso di un'immagine in bianco e nero della Torre Guevara, tuttavia, sembra molto più vicino al modo di presentarsi di una formazione innanzitutto e fondamentalmente civica. Questa lista, peraltro, è la sola a contenere il cognome del candidato sindaco.
 

6) Forza Italia

In sesta posizione si colloca la lista di Forza Italia, che cinque anni fa aveva sfiorato il 7%, superata anche da Idea (ma era riuscita comunque a ottenere tre consiglieri). Se all'epoca era stato impiegato il simbolo che ora è descritto nello statuto e ad esso allegato (con la dicitura "Berlusconi presidente"), il contrassegno attuale è quello visto anche in altre competizioni contemporanee, senza la parola "presidente" e - come si è abituati a vedere a partire dalle elezioni politiche del 2022 - con il riferimento al Partito popolare europeo disposto ad arco nel semicerchio superiore.  
 

7) Orgoglio lucano - La vera Basilicata

Ultima lista della coalizione è frutto della fusione di due delle formazioni che alle ultime elezioni regionali hanno sostenuto la candidatura di Vito Bardi, cioè Orgoglio lucano e La vera Basilicata. Lo stesso simbolo, in qualche modo, risulta essere una crasi dei due contrassegni visti in aprile, peraltro composti con lo stesso carattere: il sottilissimo tricolore aderente alla circonferenza interna e i due segmenti con base "a onda" viene da Orgoglio lucano, il colore della Vera Basilicata tinge il segmento inferiore; alle tinte si aggiunge il rosso, in parte presente nello stemma comunale di Potenza. 
 

Pierluigi Smaldone

8) MoVimento 5 Stelle

La seconda candidatura, in base all'ordine di sorteggio, è quella di Pierluigi Smaldone, consigliere comunale uscente (eletto con la lista Potenza città giardino) che ha manifestato l'idea di presentarsi come sindaco già negli ultimi mesi del 2023. Potrà contare sul sostegno di tre liste. Come prima è stata sorteggiata quella del MoVimento 5 Stelle: il contrassegno impiegato riproduce il simbolo ufficiale indicato nello statuto, nella sua ultima versione (con il riferimento al 2050 come anno della neutralità climatica abbinato al logo classico in uso dal 2009). 
 

9) Potenza ritorna

La seconda lista a sostegno di Smaldone è Potenza ritorna, che è il nome dell'intera "coalizione civica" come detto dallo stesso Smaldone. Se il nome indica l'idea della necessità di un rilancio della città, non è di immediata lettura, almeno per chi scrive, il contrassegno impiegato: i due segmenti verde e rosso, con altri piccoli elementi (uno blu e uno giallo) sembrano dare l'idea di un mezzo da guidare (i primi punti del programma, del resto, riguardano la mobilità); al di sotto c'è il riferimento al candidato sindaco, con il cognome inserito in una fascetta rossa. Sicuramente il cerchio risulta piuttosto pieno.
 

10) Città nuova con Smaldone

Non appare meno pieno, ma sembra meglio proporzionato il contrassegno della lista Città nuova con Smaldone. Il nome scelto per la formazione è tipico di un gruppo civico che intende rinnovare l'amministrazione cittadina, ma il contrassegno mostra che alla lista concorrono almeno due formazioni politiche: il colore di fondo del simbolo e il monogramma collocato in basso identificano il concorso di Democrazia solidale - Demos; il sole che ride collocato al centro, d'altra parte, è chiaro indice della partecipazione al progetto elettorale di Europa Verde - Verdi. Sotto al nome della lista è ugualmente evidente il riferimento al candidato.  
 

Vincenzo Telesca

11) Insieme per Potenza - la Grande Lucania

Sono cinque le liste presentate in appoggio alla terza candidatura estratta, quella di Vincenzo Telesca, capogruppo uscente del gruppo misto in consiglio comunale. La prima a essere sorteggiata è Insieme per Potenza - la Grande Lucania, che nel simbolo ha la sagoma blu dell'intera Basilicata, con la città capoluogo indicata con un puntino; sulla regione emerge la "X" gialla che indica il "per". Non sembra felicissima la scelta dell'uso del verde per il nome della lista e ancor meno lo è l'uso del carattere Cooper (decisamente insolito su una scheda elettorale) e la deformazione della seconda parte del nome, peraltro quasi invisibile nel segmento inferiore blu.  
 

12) Potenza democratica - La Potenza dei cittadini

La seconda lista che appoggia Telesca è quella su cui più si dibatte. Potenza democratica - La Potenza dei cittadini, infatti, è vicina al Partito democratico o almeno a una sua parte, ma non ne è diretta espressione perché si sarebbe registrata una spaccatura al suo interno (e il sostegno di alcune figure rilevanti a Smaldone): per questo il simbolo dem non è sulla scheda. Certo, le iniziali di "Potenza democratica" sono proprio quelle (la P verde e la D rossa, non a caso) e sono inserite nel simbolo della lista La Potenza dei cittadini, già visto nel 2019 a sostegno di Bianca Andretta: nella doppia corona rossa emerge la figura del leone, che ricorda l'elemento principale dello stemma comunale; nella zampa, però, questa volta ci sono una spiga e una rosa, quella del socialismo europeo a lungo usata da Sdi e Psi. 
 

13) Basilicata casa comune per Potenza

Si ha inevitabilmente una sensazione di già visto guardando il contrassegno della lista Basilicata casa comune per Potenza: si tratta infatti della declinazione locale di una delle formazioni che - come suggerisce il nome stesso - avevano partecipato alle ultime elezioni regionali a sostegno del candidato presidente del centrosinistra Piero Marrese. Il simbolo è stato mantenuto pressoché identico rispetto al voto di aprile: in alto, su fondo bianco, c'è sempre la casa stilizzata in verde, con al di sotto il mare increspato altrettanto stilizzato, a toni di azzurro-blu; nel segmento in basso, al posto del nome del candidato, è indicato il comune. 


14) Uniamoci per Potenza

Nel contrassegno del 2019 della lista La Potenza dei cittadini c'era anche - là dove ora c'è un tricolore creato a frottage - un disegno schizzato di un ponte, anzi, del ponte Musmeci sul Basento. Questa volta, invece, un'immagine più realistica dello stesso ponte - in un'immagine comunque in bianco e nero - è contenuta nella fascia centrale del contrassegno di Uniamoci per Potenza, unica lista della coalizione a contenere il riferimento all'aspirante primo cittadino Vincenzo Telesca; il rosso e il blu del fondo del cerchio, anche qui, sono mutuati dallo stemma comunale. 
 

15) Potenza prima

Praticamente gli stessi colori, anche se con toni diversi, si ritrovano nell'ultima estratta tra le cinque liste presentate a sostegno di Telesca, Potenza prima. Si tratta di un gruppo civico presente in consiglio comunale grazie a Enzo Stella Brienza e Michele Beneventi. Nel contrassegno spiccano due cerchi, rispettivamente di colore blu e rosso, leggermente sovrapposti, collocati sopra alla denominazione della lista in un comunissimo carattere Arial; tutti gli elementi sono posti a sinistra di un segmento nero, come se fossero graficamente "allineati a destra".
 

Maria Grazia Marino

16) Forza del Popolo

Quarta candidatura alla guida del comune di Potenza è quella di Maria Grazia Marino, avvocata (come i suoi concorrenti citati fin qui), che si presenta sostenuta da Forza del Popolo, il partito guidato da Lillo Massimiliano Musso che aveva ottenuto una certa notorietà dopo la partecipazione alle elezioni politiche del 2022 e alle suppletive monzesi di qualche mese più tardi, ma era rimasto escluso dalle ultime regionali sarde. In questo caso il contrassegno utilizzato coincide con il cuore del simbolo impiegato finora, con l'acronimo del nome in bianco su fondo blu (con "unghietta" rossa) inserito in una circonferenza tricolore. 
 

Francesco Carmine Giuzio

17) La Basilicata possibile

L'ultima candidatura in questo turno elettorale amministrativo a Potenza, sempre in ordine di sorteggio, è quella di Francesco Carmine Giuzio, laureato in scienze politiche, esperienze rilevanti nel volontariato e nella società civile (nonché allenatore di calcio a cinque), capogruppo uscente in consiglio comunale di La Basilicata possibile: si tratta della formazione (promossa da realtà civiche, ambientaliste e di sinistra alternativa) che nel 2019 candidò alle regionali e alle comunali potentine Valerio Tramutoli, approdando nel secondo caso al ballottaggio e sfiorando la vittoria. Come allora, quattro archi "a mezzaluna" (rosso, giallo ocra, verde e blu) formano una sorta di corona per il nome della lista, senza riferimenti al candidato. 

mercoledì 29 maggio 2024

Perugia, simboli e curiosità sulla scheda

Presenta un numero significativo di simboli la competizione in cui è in palio la guida dell'amministrazione di Perugia. Dopo il doppio mandato da sindaco di Andrea Romizi, il comune doveva necessariamente cambiare la figura di vertice. Si candidano a quel ruolo 5 persone, sostenute da 19 liste; se i numeri sembrano alti, si ricordi che nel 2019 gli aspiranti sindaci erano 10, con l'appoggio di 22 simboli.
 

* * *

Leonardo Caponi

1) Partito comunista italiano - Perugia contro guerra e neoliberismo

Tra coloro che aspirano alla carica di sindaco risulta primo, in base al sorteggio, Leonardo Caponi, già senatore tra il 1994 e il 2001 prima per Rifondazione comunista (era stato il primo segretario regionale), poi per il Partito dei comunisti italiani. Ed è proprio l'evoluzione di quella forza politica, cioè il Partito comunista italiano, a sostenere Caponi; il simbolo, quasi identico a quello storico del Pci, è collocato in dimensioni ridotte all'interno del contrassegno, davanti a una rappresentazione stilizzata (e molto geometrica) di Palazzo dei Priori; nella corona rossa che la racchiude si legge il motto che si pone come seconda parte del nome della lista, Perugia contro guerra e neoliberismo.
 

Margherita Scoccia

2) Per Scoccia sindaco - Perugia civica

Per la successione a Romizi, il centrodestra ha scelto di puntare su Margherita Scoccia, assessora uscente (o forse, in questo caso, l'interessata preferirebbe "assessore") all'urbanistica e all'edilizia. È suo il record di liste in questo turno elettorale: 8 in tutto. La prima estratta è Per Scoccia sindaco - Perugia civica, probabilmente la più vicina all'aspirante prima cittadina. Il cognome della candidata, scritto in giallo, spicca sul fondo fucsia nella parte superiore del cerchio; sotto a una fascetta tricolore c'è la dicitura "Perugia civica" a fianco di un fiore bianco stilizzato a sei petali (lo stesso che figura come "puntino" sulla "i" di Scoccia).
 

3) Fratelli d'Italia

Il secondo posto all'interno della coalizione trainata dal centrodestra è toccato alla lista di Fratelli d'Italia, vale a dire il partito della stessa Scoccia. Diversamente dalle competizioni di questo turno elettorale viste sin qui, il partito della Presidente del Consiglio si presenta con una grafica diversa, che riprende la struttura "a cannocchiale" ed è simile a quella impiegata cinque anni fa; se però allora, sopra al simbolo ufficiale di Fdi, c'era solo la dicitura "per Andrea Romizi", questa volta in alto c'è - come lo si è visto in vari comuni negli scorsi anni - il nome di Giorgia Meloni "per" la nuova candidata, il cui nome si prende dunque lo spazio di maggiore visibilità
 

4) Futuro giovani

Si propone come una lista civica attenta soprattutto all'elettorato meno âgé Futuro giovani, collocata in terza posizione. In alto compare una stilizzazione fucsia della Fontana Maggiore della città di Perugia; il nome è scritto in azzurro su fondo bianco (carattere bastoni), mentre il riferimento alla candidata è riportato in bianco nella parte inferiore (con la parola "sindaco" in un rettangolo fucsia). Nel semicerchio inferiore, sulla tinta azzurra del fondo, emergono in filigrana le frecce del fast forward che hanno caratterizzato la campagna di Scoccia ("Il futuro non si ferma") e si ritrovano anche nelle "o" di "Futuro" e "Scoccia".
 

5) Unione di centro

Della coalizione in appoggio a Scoccia fa parte anche l'Unione di centro, che presenta il suo simbolo ufficiale, con lo scudo crociato in primo piano (sopra le vele del Ccd e di Democrazia europea che emergono in filigrana sullo sfondo azzurro) e il nome in basso disposto ad arco. L'unica variante riguarda il segmento rosso collocato in alto: al posto della parola "Italia", infatti, c'è una figura stilizzata che ricorda un po' la Fontana Maggiore e un po' la chiesa di San Michele arcangelo, stretta tra il bordo superiore e la dicitura, su due righe, "Scoccia sindaco" (la ripetizione del maschile non marcato della carica indica che la scelta linguistica è voluta).
 

6) Fare Perugia con Romizi - Forza Italia

Nella compagine trainata dal centrodestra non manca Forza Italia, che impiega il suo simbolo ufficiale, descritto nello statuto (dunque con la dicitura "Berlusconi presidente"); il partito, tuttavia, concorre a una lista più ampia, denominata Fare Perugia con Romizi, promossa dunque dal sindaco uscente, dirigente forzista (il suo cognome, scritto in arancione su fondo blu nel segmento superiore del cerchio, in proporzione è forse l'elemento più evidente del contrassegno). Alla lista civico-politica, come sottolineato dai media, concorrono anche i gruppi Civici X di Andrea Fora e l'associazione Fuori Tutti (legata al vicesindaco Gianluca Tuteri e all'assessore Gabriele Giottoli).
 

7) PerugiAmica

Al sesto posto della coalizione in appoggio a Scoccia si trova la lista PerugiAmica. Se il nome sembra comunicare soprattutto una vicinanza tra amministrazione e cittadinanza, il contenuto grafico del contrassegno indica inequivocabilmente una sensibilità animalista (e l'intento di promuovere iniziative politiche mirate per chi ha animali domestici) da parte dei promotori: su fondo verde chiaro sfumato, infatti, si stagliano con nettezza le sagome in verde scuro di un gatto e di un cane; lo stesso colore tinge il riferimento alla candidata. Altro elemento distintivo è la "A" corsiva (in carattere Brush Script) condivisa tra le due parole del nome.
 

8) Progetto Perugia

Si pone come formazione civica-moderata la lista Progetto Perugia, riproposta dopo le due partecipazioni alle ultime due consulazioni (passando dal 4,78% del 2014 al 14,84% del 2019). Rispetto a quei due precedenti, il nome della lista è molto più visibile, perché è stato portato in primo piano insieme all'ulteriore stilizzazione della Fontana Maggiore già vista in passato (in quella stessa posizione, prima, c'era il riferimento a Romizi); in basso invece, sono indicate - in forma di hashtag - le parole d'ordine "impegno", "fiducia" e "futuro". Rimane simile la struttura cromatica che gioca sui colori fondamentali (rosso in primo piano, giallo e azzurro); si aggiunge poi un presumibile riferimento ai colori della stampa in quadricromia (ciano, magenta, nero e giallo). 
 

9) Lega

Chiude la coalizione di centrodestra la lista della Lega, che cinque anni fa era stata la più votata tra quelle in appoggio a Romizi con il 15,05%, superata soltanto dal Pd (sarà interessante valutare i rapporti di forza nella nuova ). Anche in questa consultazione elettorale, come si è visto pure altrove, il riferimento al segretario federale Matteo Salvini è sparito, sostituito dalla dicitura "Perugia per Scoccia" collocata nel segmento blu sotto Alberto da Giussano: si tratta di scelte non indifferenti, che contemperano maggior attenzione ai territori e una rivalutazione circa il potenziale attrattivo "automatico" del nome del leader quando le competizioni sono legate al territorio.
 

Davide Baiocco

10) Alternativa riformista - Italexit

Terza candidatura, in ordine di sorteggio, è quella di Davide Baiocco, sostenuto da una coalizione di due liste. La prima, di natura politica, si presenta come una "bicicletta" che unisce Alternativa riformista (il partito legato ad Amato John de Paulis che partecipò alle elezioni regionali del 2015 e alle comunali perugine del 2019, in appoggio al candidato Marco Mandarini e sempre con la foglia di cannabis sativa stilizzata in primo piano) e Italexit: il partito si riconosce per la freccia bianca su esagono verde-rosso, ma il nome è scritto con un lettering diverso (molto più comune) e nella freccia si legge la dicitura "per Perugia con Baiocco sindaco", col riferimento al candidato ripetuto due volte in pochi centimetri.
 

11) Forza Perugia

La seconda lista, Forza Perugia, si spiega molto meglio inquadrando la biografia di Baiocco: perugino, calciatore professionista, ha militato per cinque stagioni nella squadra di calcio locale, giocando anche in Serie A e allenato pure da Serse Cosmi tra il 2000 e il 2002. Sapendo questo si comprende più facilmente il nome "calcistico" della lista, l'uso dei colori bianco e rosso (che caratterizzano sia lo stemma cittadino, sia la divisa della squadra) e l'immagine delle mani che abbracciano il cuore. Baiocco - che ha giocato in molte altre squadre, inclusa la Juventus, e ora allena la primavera del Gubbio - aveva annunciato la sua candidatura già poco meno di un anno fa, riuscendo a mantenere il suo proposito.
 

Massimo Monni

12) Monni sindaco - #Perugiamerita

Oltre a Caponi, un altro candidato si presenta sostenuto da un'unica lista: si tratta di Massimo Monni, già socialista, eletto consigliere regionale nel 2010 con il Pdl (non confermato cinque anni dopo con Per l'Umbria popolare) e ora a capo di una formazione al di fuori dai poli, denominata Monni sindaco - #Perugiamerita, pensata per il rilancio della città. Se il logo unisce il blu (del cerchio "tagliato" centrale) al fucsia carico  della corona, non passano certo inosservati i simboli di Partito socialista italiano, Italia viva e Tempi nuovi - Popolari uniti (il soggetto politico promosso da Giuseppe Fioroni) collocati nella parte inferiore del contrassegno.
 

Vittoria Ferdinandi

13) Partito democratico

Chiude la rassegna delle candidature Vittoria Ferdinandi, psicologa clinica, direttrice nel corso degli anni di vari ristoranti, incluso il "Numero Zero, progetto di inclusione socio-lavorativa di pazienti psichiatrici. Ferdinandi in questa campagna può contare sul sostegno di sette liste: in ordine di sorteggio la prima risulta essere quella del Partito democratico, che come nei tre appuntamenti elettorali precedenti ha scelto di schierare il suo simbolo ufficiale nazionale, senza aggiungere alcun riferimento al comune o alla persona candidata (nel 2019 aveva ottenuto il 17,18%, dimezzando i suoi risultati precedenti ma risultando comunque la forza più votata).
 

14) Pensa Perugia

La seconda formazione estratta è Pensa Perugia, che a giudicare dalla grafica ha come forza trainante Azione. Lo dimostrano i caratteri impiegati e l'uso del blu e del verde sfumato (identici a quelli del partito di Carlo Calenda); in più, nella parte inferiore, il simbolo di Azione è ben più grande di quelli di Socialisti per Perugia (con una raffigurazione della Marianna, ma è evidente che il Psi ufficiale ha fatto altre scelte), Perugia in Europa (e la coloritura modulare del testo è evidentemente quella di +Europa) e Laboratorio civico (che su fondo arancio-rosso contiene un altro disegno della Fontana Maggiore). Nella parte superiore il cognome di Ferdinandi ha grande rilievo, mentre la disposizione degli altri elementi testuali non sembra troppo ordinata.
 

15) Alleanza Verdi e Sinistra - Sinistra umbra - Volt

A Perugia in appoggio a Ferdinandi si presenta anche Alleanza Verdi e Sinistra, ma per l'occasione la collaborazione si allarga anche ad altri soggetti, la cui visibilità nel contrassegno costringe a restringere gli spazi per Europa Verde e Sinistra italiana (e sparisce del tutto il riferimento alle Reti civiche). Sotto al segmento curvilineo a due "basi" diviso a metà tra Ev e Si, infatti, trova spazio l'associazione Sinistra umbra (che accanto al nome mostra tre quadrati, uno rosso, uno verde e uno viola: gli stessi colori del partito greco Syriza), mentre nella parte inferiore c'è uno spazio minuscolo anche per Volt, il cui logo è collocato ovviamente su fondo viola.
 

16) Perugia per la sanità pubblica

Accanto a formazioni di chiara matrice politica ce ne sono alcune di natura civica: è il caso di Perugia per la sanità pubblica, lista civica che mira a difendere e rilanciare la tutela della salute a livello locale, contrastando i tagli alle risorse pubbliche destinate a ciò. La lista si è dotata di un contrassegno rosso con elementi bianchi (riprendendo dunque i colori cittadini), con il nome del comune scritto sopra una stilizzazione dei monumenti di piazza IV Novembre (Palazzo dei Priori, Fontana Maggiore e cattedrale di san Lorenzo); il concetto di "Sanità pubblica" risulta essere il più evidente di tutto il fregio elettorale.
 

17) MoVimento 5 Stelle

A differenza che altrove, a Perugia è stata possibile l'alleanza tra Pd e MoVimento 5 Stelle: della coalizione in appoggio a Ferdinandi, dunque, fa parte anche il M5S che propone sulla scheda elettorale l'ultima versione del suo simbolo ufficiale, da statuto. Il MoVimento riparte dal 7% sfiorato nel 2019, a sostegno solitario della propria candidata sindaca Francesca Tizi (cinque anni prima, però, la percentuale ottenuta era stata più che doppia); si vedrà se questa volta l'alleanza - finora sottoposta all'elettorato perugino solo alle regionali del 2019 - avrà effetti sul consenso per la lista.
 

18) Orchestra per la Vittoria

Si propongono come pienamente civiche le ultime due liste della coalizione di Ferdinandi, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio. In sesta posizione si trova Orchestra per la Vittoria, denominazione che gioca con il nome della candidata sindaca (nella sua speranza che questo possa essere di buon auspicio) e con l'idea di un lavoro coordinato di squadra (come, appunto, in un'orchestra) tra persone candidate ed elettrici/elettori per raggiungere il risultato sperato. Il fondo bianco e rosso rimanda, anche qui, ai colori cittadini, mentre il color sabbia di "Ferdinandi sindaca" si ritroverà anche nell'ultimo contrassegno.
 

19) Vittoria Ferdinandi sindaca - Anima Perugia

L'ultimo emblema che si incontra sulla scheda elettorale è quello della lista civica Anima Perugia, altro gioco di parole che vorrebbe riferirsi sia all'anima della città (che la lista vorrebbe incarnare e in cui chi vota dovrebbe identificarsi), sia al proposito di animare il comune perché guadagni in vitalità. Il fondo color sabbia - anche se forse si dovrebbe dire color pietra o color marmo - con i suoi disegni impercettibili sembra ricordare, in qualche modo, la vista dall'alto della solita Fontana Maggiore; il nome della candidata domina al centro del cerchio (e la scelta del femminile "sindaca" anche qui è tutt'altro che casuale).