mercoledì 10 aprile 2024

Basilicata, simboli e curiosità sulla scheda

Il 21 e il 22 aprile - gli stessi giorni in cui la maggior parte dei #drogatidipolitica sarà impegnata a seguire il deposito dei simboli per le elezioni europee di giugno - in Basilicata si voterà per eleggere il presidente della giunta regionale e il consiglio regionale. 
Il presidente uscente, Vito Bardi, espressione del centrodestra e in particolare di Forza Italia, si ripropone con una coalizione più ampia (che include anche Azione e Italia viva); gli contendono il ruolo altro due candidati, uno per l'alleanza tra centrosinistra e MoVimento 5 Stelle (Piero Marrese) e uno proposto solo da Volt (Eustachio Follia). In tutto le candidature saranno sostenute da 13 liste: la scheda, dunque, sarà più vuota rispetto a cinque anni fa, quando gli aspiranti alla guida della regione erano 5, sostenuti in tutto da 16 liste.
I simboli sono gli stessi in entrambe le circoscrizioni: se pure in un primo tempo erano state escluse le liste di Volt a Potenza e di La vera Basilicata a Matera (in entrambi i casi, gli uffici elettorali circoscrizionali avevano ritenuto che non fosse pienamente regolare la delega alla presentazione delle liste), l'Ufficio elettorale regionale le ha riammesse entrambe, dunque non si registra alcuna differenza negli schieramenti nelle due province. Di seguito i contrassegni di lista saranno passati in rassegna secondo l'ordine sorteggiato per la provincia di Potenza.
 

Vito Bardi

1) Unione di centro - Democrazia cristiana - Popolari uniti

Il sorteggio potentino ha collocato in prima posizione il presidente uscente, Vito Bardi, che può contare sulla coalizione più numerosa: 7 liste in tutto. La prima posizione spetta, sempre in ordine di estrazione, alla lista che federa per l'occasione Unione di centro, Democrazia cristiana (da intendersi come la Dcr guidata da Gianfranco Rotondi) e i Popolari Uniti di Sergio Potenza (da non confondere con Tempi nuovi - Popolari uniti, soggetto politico fondato di recente da Giuseppe Fioroni). Il simbolo di base è quello dell'Udc, con lo scudo crociato al centro che prevale nettamente sulle vele di Ccd e De in filigrana sul fondo azzurro; gli altri partiti sono citati soltato con il loro nome nella parte inferiore del cerchio.
 

2) Azione

In seconda posizione si trova il simbolo di Azione, che - come si è detto prima - ha scelto di sostenere il tentativo di riconferma di Bardi, dopo avere partecipato al "campo largo" del centrosinistra in Abruzzo e aver sostenuto, prima ancora, la candidatura di Renato Soru in Sardegna insieme a +Europa. Per l'occasione, il partito schiera sulle schede elettorali il proprio simbolo ufficiale, che contiene il logotipo sfumato blu-verde nella parte superiore del cerchio a fondo bianco, mentre il segmento inferiore (che occupa poco meno di metà del tondo) contiene il riferimento al fondatore e leader del partito, Carlo Calenda. Si noti che il capolista. a Potenza è l'ex presidente della regione Marcello Pittella 
 

3) Lega

Dopo Azione, il sorteggio nel potentino ha collocato il simbolo della Lega, alla sua seconda apparizione alle elezioni regionali lucane: nel 2019, infatti, il partito guidato da Matteo Salvini aveva presentato le sue liste per la prima volta (se si esclude il caso della Lega Sud Lucania del 1990) e fu un esordio "col botto", considerando che Alberto da Giussano ottenne il 19,15%, risultando la lista più votata del centrodestra e la seconda più votata in assoluto (superata solo dal M5S). Il simbolo è praticamente lo stesso di allora, quasi identico a quello usato dalla Lega nelle altre competizioni, solo con il riferimento alla Basilicata sotto al cognome di Salvini, al posto della parola "premier".
 

4) Fratelli d'Italia

Non è affatto scontato che la Lega mantenga il suo primato nella coalizione di centrodestra: ci si attende un risultato molto rilevante anche da Fratelli d'Italia, che nel 2019 aveva ottenuto il 5,91% ma alle ultime politiche ha superato il 18%, doppiando la Lega e quasi doppiando Forza Italia. Se allora Fdi aveva schierato il proprio simbolo ufficiale, ora quella grafica è ridotta all'interno del contrassegno più complesso (inaugurato, come il fregio leghista, alle elezioni politiche del 2018 e ormai utilizzato quasi dappertutto) nel quale spicca il riferimento alla presidente (del partito e del Consiglio) Giorgia Meloni.
 

5) Orgoglio lucano

Nella posizione numero 5 sulle schede di Potenza si trova il primo emblema non espressione diretta di un partito politico: si tratta della lista Orgoglio lucano, il cui nome riprende lo slogan principale della campagna elettorale di Bardi. Il blu e l'azzurro che tingono la denominazione e i due segmenti che individuano al centro la fascia centrale bianca rimandano almeno in parte al colore più evidente dello stemma regionale; il contorno interno del cerchio propone un tricolore. Benché il nome e la foggia del simbolo suggeriscano la natura civica del progetto, occorre ricordare che alla lista partecipano vari candidati espressione di Italia viva.
 

6) Forza Italia

Ci si rende conto facilmente di come l'unico simbolo a contenere un riferimento alla (ri)candidatura di Vito Bardi sia quello di Forza Italia. Questo non deve stupire, visto che nel 2019 era stato Silvio Berlusconi in persona a indicare Bardi come candidato unitario per il centrodestra e questi è sempre stato considerato legato a Fi. Il simbolo del partito è stato solo leggermente modificato, con la riduzione della bandierina tricolore e del cognome di Berlusconi (non anche del riferimento al Ppe) per inserire in basso un segmento azzurro scuro con il cognome di Bardi, decisamente l'elemento che spicca di più all'interno del cerchio. La lista ospita pure Noi moderati, che però non compare nel simbolo.
 

7) La vera Basilicata

Lo stesso azzurro scuro appena citato, come pure lo stesso carattere bastoni usato da Forza Italia (in stile Impact) si ritrovano nel contrassegno dell'ultima lista della coalizione di Bardi, La vera Basilicata. Nata come associazione a dicembre per sostenere la rielezione di Bardi, unisce sensibilità diverse in un "progetto fortemente voluto dal presidente che rimane lontano dai vincoli e dalle dinamiche dei partiti politici", con l'intento di "trasferire le istanze e le esigenze della popolazione in consiglio regionale per trasformarle in azioni e atti concreti". L'azzurro scuro (o blu chiaro) tinge gran parte del cerchio, lasciando spazio solo per un piccolo segmento bianco in basso, delimitato nella parte superiore da una fascetta tricolore curvilinea e dallo spessore crescente. 
 

Piero Marrese

8) MoVimento 5 Stelle

La seconda candidatura sorteggiata a Potenza è quella di Piero Marrese, avvocato, sindaco di Montalbano Jonico e presidente della provincia di Matera, scelto - dopo un percorso piuttosto travagliato - come candidato dal centrosinistra allargato al MoVimento 5 Stelle. E proprio il M5S (che nel 2019 aveva superato il 20%, battendo tutte le altre liste ma ottenendo solo tre consiglieri, a causa del premio di maggioranza vinto dal centrodestra) apre la coalizione nel potentino, schierando il suo simbolo ormai consueto, che al di sotto del nome figurato del MoVimento riporta - in un segmento rosso - il riferimento al 2050 come anno della neutralità climatica. 

9) Basilicata casa comune

Evoca la dimensione di una formazione civica la lista Basilicata casa comune, che indica all'interno del simbolo (oltre che come capolista nel potentino) il nome di Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium che - dopo il ritiro della candidatura di Domenico Lacerenza per il centrosinistra - a metà marzo aveva annunciato l'intenzione di correre autonomamente, salvo poi convergere su Marrese. L'idea della casa è evocata dal tratto verde che richiama la forma di un tetto; al di sotto ci sono quattro fiumi stilizzati (di colori sfumati, dall'azzurro più chiaro a quello più scuro, identico al colore del segmento inferiore) che ricordano moltissimo lo stemma lucano. 
 

10) Basilicata unita

Subito dopo Basilicata casa comune, elettrici ed elettori potentini troveranno un'altra lista espressione soprattutto della società civile (così almeno è stata proposta), Basilicata unita: "la nostra idea di politica e di azione amministrativa - ha spiegato Marrese per illustrare il nome scelto - concerne tutta la regione, nessun territorio escluso". Il simbolo, molto semplice, contiene tre sagome umane a mezzo busto rosso-arancioni su fondo bianco, com'è rosso-arancione il segmento inferiore che riporta il nome della formazione; la parte superiore è completata da un sottile bordo "tricolore" (verde, bianco e rosso-arancio). In lista a Matera c'è anche il coordinatore regionale di +Europa Massimiliano Taratufolo.  
 

11) Alleanza Verdi e Sinistra - Psi - La Basilicata Possibile

Il contrassegno più complesso (e probabilmente più "ammassato") di tutti sembra essere quello di Alleanza Verdi e Sinistra, che però in questo caso si affolla perché la lista ospita anche altre forze politiche. Gli spazi a disposizione di Europa Verde e di Sinistra italiana, infatti, si riducono per lasciare il posto al logo del Partito socialista italiano (con il garofano rimpicciolito, della stessa altezza dell'enorme sigla) e alla versione mignon del marchio di La Basilicata Possibile, lista che nel 2019 aveva sostenuto la candidatura a presidente di Valerio Tramutoli.  
 

12) Partito democratico

Ultima lista della coalizione di centrosinistra che sostiene Marrese è quella del Partito democratico, che quest'anno recupera il suo simbolo ufficiale per la scheda elettorale. Nel 2019, infatti, la lista Comunità democratiche aveva ridotto il logo del Pd a un elemento molto piccolo, ben poco visibile per elettrici ed elettori: ciò probabilmente non fu estraneo a un risultato piuttosto contenuto per la lista (7,75%). Si tratterà di un esperimento importante, anche perché il Pd è stato oggetto di non poche polemiche - soprattutto da parte di Azione - per la gestione delle alleanze e per la scelta della candidatura a presidente.
 

Eustachio Follia

13) Volt Basilicata

Chiude le candidature alla presidenza della giunta regionale lucana quella di Eustachio Follia, giornalista professionista, indicato come aspirante presidente dal soggetto politico paneuropeo Volt, di cui è coordinatore regionale. E l'unica lista che sostiene Follia è proprio Volt Basilicata: per la prima candidatura regionale di propria diretta emanazione (anche se non si tratta della prima partecipazione a queste competizioni), il movimento schiera il logo ufficiale completato con il riferimento alla regione; la posizione del testo all'interno del cerchio, tra l'altro, sembra leggermente decentrata, una curiosità che non passa inosservata.   

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