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domenica 3 maggio 2015

La "fabbrichètta" simbolica di Varese - 2

Continuando l'analisi dei contrassegni relativi alla provincia di Varese censiti da VareseNews, non sembrano esserci curiosità particolari legate alle tre liste che correranno a Origgio: al più si può dire che centrodestra e centrosinistra si affidano entrambe al filone "W la gente", con una discreta moltitudine il primo (sotto ai simboli del cartello, che inizialmente aveva scelto di mettere al loro posto i fumetti multicolori di chi si voleva potesse prendere la parola, che però sembravano palloncini) e con una cattolicissima famiglia nucleare tradizionale, tratteggiata con pochi tocchi blu, il secondo.
Sono invece 10 le liste presentate a Samarate. Ci sono i simboli di Pd, Fi, M5S e Lega Nord. La Lega sosterrà il suo sindaco uscente, Leonardo Tarantino, con FI, una lista civica "personale" (Progetto comune, con una grafica insolitamente colorata per il centrodestra) e una curiosa Alleanza per Samarate: all'occhio attento non sfugge che l'impianto del simbolo è ispirato al vecchio simbolo di Futuro e libertà per l'Italia, anche se è ribaltato di 180 gradi e le tinte del tricolore sono invertite (per rispettare l'ordine della bandiera). 
Interessanti dal punto di vista grafico sono anche le altre tre liste in corsa. Grafica assolutamente minimalista e bicolor per la Sinistra unita, che si affida al rosso su bianco e a uno stellone; altrettanto semplice, ma con un tocco tra il naif e il delicato, è il contrassegno di SamaLab, la "squadra di giovani" che sosterrà Davide Sironi, candidato sindaco appoggiato dal Pd. Interessante la scelta del gruppo di MiglioriAmo Samarate, che usa il fondo arancione per mettere insieme riformisti e cattolici popolari (che però marcano il territorio con una margheritina bianca su "pulce" nera).
Un esercito di 15 liste si prepara a scendere in campo a Somma Lombardo e, anche qui, l'interesse maggiore lo destano le liste civiche. A fianco di Stefano Bellaria, oltre al Pd e alla Sinistra per Somma (che può ricordare il simbolo di Sel, ma solo nei colori), c'è una Somma al centro, forse una delle più curate nella parte grafica (con i monumenti principali del centro "protetti" da due mani avvicinate "a conca" e sormontati da un arcobalenino tricolore ad arco) e c'è pure una Somma civica, che a una merlatura affianca sagome di varie persone, compresa quella di un diversamente abile in carrozzina (il risultato finale non è male, ma altri simboli sembrano riusciti meglio).
Punta sulla doppia lettura della parola "Somma" (intesa come paese e come unione di persone) il contrassegno di Siamo Somma, a sostegno del candidato sindaco Corrado Martinelli. Sullo sfondo c'è la stessa torre che figura in "Somma al centro", ma essa è in gran parte coperta da otto figure umane stilizzate che tendono tutte un braccio e si prendono per mano, quasi a voler rappresentare plasticamente che la "somma" fa la forza. L'idea non è male, ma l'accostamento di otto tinte diverse (oltre a quelle dell'edificio e del fondo) non aiuta a rendere l'emblema troppo appetibile; la stessa cosa può dirsi per la font con cui è stato scritto il nome, piuttosto ingombrante nell'economia del fregio.
Ancora meno riuscito sembra l'emblema di Insieme per difendere Somma (a sostegno di Luigi Bollazzi), che unisce colori in contrasto tra loro -rosso e blu - e utilizza una foto reale, che poi è la stessa veduta utilizzata da Somma al Centro. Si ispira senza dubbio alla grafica dell'Altra Europa con Tsipras la lista L'Altra Sinistra per Somma, ponendo l'accento forse per la prima volta non sulla realtà territoriale da rappresentare, ma sull'idea stessa di sinistra (come a dire che ce n'è una, di sinistra, che ai promotori della lista non piace per niente). Somma poi è uno dei pochi comuni in cui presenta una propria lista il Movimento politico Libertas, che chiaramente è legato all'esperienza della Democrazia cristiana, ma se ne dovrà riparlare.
La scheda più affollata, però, sarà sicuramente quella di Saronno, alla cui partita si era già fatto cenno tempo fa, intervistando Luciano Silighini, esponente forzista che però si candida a sindaco con il suo raggruppamento, L'Italia che verrà (non ci sarà invece Forza Saronno, formazione ipotizzata in un primo tempo a sostegno dello stesso candidato). In tutto sono previste - salvo bocciature che arriveranno nelle prossime ore - addirittura 17 liste, che meritano di essere viste almeno in parte. 
A sostegno del candidato Pd Francesco Licata ci saranno anche Saronno bene comune, la cui struttura grafica sembra indicare chiaramente il riferimento della lista al Partito socialista italiano (l'area, se non altro, è quella) e una più anonima Coscienza democratica per Saronno, che con i quattro colori nazionali così disposti sembra piuttosto di centrodestra e non di centro come dichiara (non fa, tra l'altro, un'ottima impressione il carattere con cui il nome della lista è scritto).
Non ci sono grosse sorprese per il candidato Pierluigi Gilli, appoggiato da Fi, dai Pensionati, dall'Unione italiana (che pure a livello nazionale sta con Scelta civica) e dal cartello Popolari insieme per Saronno, che riunisce per l'occasione Udc, Nuovo centrodestra (stavolta senza l'indicazione di Alfano) e i Popolari per l'Italia legati a Mario Mauro, anche se qualche dettaglio del contrassegno non sembra proprio finissimo.
Il resto del centrodestra sostiene invece Alessandro Fagioli, che può contare sull'appoggio della Lega, di Fdi, nonché di Saronno protagonista (uno degli emblemi più curati e dichiaratamente moderni, con un palcoscenico contornato da sipario e fondale blu, gran spolvero di pieghe e caratteri da sigla televisiva o da manifesto teatrale: non a caso, il "sottotitolo" è Cambiamo scena) e di Domà Nunch, "moviment econazional per l'Insubria" (così è scritto nel loro sito), con il biscione a sormontare il nome ("solo noi", per chi non conosce il dialetto), ma dell'esperienza converrà riparlare.
Altre liste lavorano meno di fantasia: è il caso di Saronno al Centro, gruppo a sostegno di Dario Lonardoni, che adotta una grafica decisamente statica, con il profilo scarnissimo dell'edificio principale su fondo bianco, attorniata dai colori nazionali. Scelta cromatica diversa per Tu@ Saronno, che supporta Franco Casali: i colori sono arancione e viola e non c'è alcun riferimento locale, una soluzione che renderebbe l'emblema replicabile in ogni dove.
Resta da vedere l'ultimo emblema rilevante per la corsa a sindaco di Saronno. Si sarebbe tentati di dire dulcis in fundo, ma graficamente è meglio non dirlo, anche perché non è nemmeno certo che questo contrassegno corra (lo si saprà tra poche ore). Di certo per ora c'è che Claudio Chiappucci, già ciclista di fama internazionale - noto come el Diablo - ha presentato la sua candidatura a sindaco, collegata al movimento Rinnovamento per l'Italia: il problema è che forse le firme raccolte nei giorni scorsi non sono sufficienti (anche per questo è stato lanciato un appello per firmare almeno in "zona Cesarini"). 
Ci si augura chiaramente che Chiappucci sia riuscito a portare a casa il risultato, per poter affrontare questa nuova scalata: l'insegna con cui si prepara a correre però - absit iniuria verbis - è davvero la più brutta tra quelle presentate nei giorni scorsi. Troppi elementi all'interno del tondo, troppo ammassati in alcuni punti e con spazi vuoti poco gradevoli altrove. Massimo rispetto per la storia del Diablo, ma la sua nuova sfida avrebbe meritato un simbolo migliore.

mercoledì 11 marzo 2015

L'Italia che verrà? Passa per Saronno..

A maggio si vota, e si sa. L’obiettivo dei più sarà puntato sulle regionali, ma trascurare le elezioni comunali potrebbe essere un peccato, anche solo per gli emblemi che potrebbero finire sulla scheda. Si prenda per esempio Saronno, comune tutt’altro che trascurabile in provincia di Varese. Si lascino da parte i partiti maggiori (o, per lo meno, le loro componenti ufficiali) e ci si guardi intorno, per cercare di raccogliere dettagli interessanti.
Allo scopo, è utile guardare a chi si è candidato prima di ogni altro per la poltrona di sindaco: si tratta di Luciano Silighini Garagnani Lambertini (un nome che, c’è da immaginarlo, metterà al lavoro i tipografi per la stampa delle schede). Lui, che è originario di Genova ma da alcuni anni vive a Saronno, quasi certamente avrà almeno due liste a sostegno (forse addirittura tre), ma alle spalle ha unnumero ben più nutrito di formazioni.
«In effetti – spiega a I simboli della discordia – all’inizio io ho sottoposto i 15 punti del mio programma a vari movimenti e comitati locali, perché potessero condividerli. Si parla spesso di crisi della politica e dell’impegno, ma secondo me la vera crisi è quella dei partiti: la voglia di politica in giro è aumentata, non il contrario…». La proposta di Silighini è stata accolta da vari partiti e gruppi: l’idea iniziale era quella di riunirli tutti sotto un unico simbolo, quello del progetto politico L’Italia che verrà. «Come emblema ho scelto la statua della Ciocchina, un elemento caratterizzante di Saronno, un po’ come l’Alberto da Giussano per Legnano: la figura riporta al periodo della peste seicentesca, ricordando la donna che aveva raggruppato intorno a sé lo spirito di rivolta sociale contro il ducato di Milano. Ho preso quel simbolo e l’ho unito alla bandiera italiana, che si allontana un po’ dallo spirito più “lombardo” che talvolta si respira qui».
Anche il nome del progetto non è casuale. Da una parte vorrebbe segnare un cambio di passo («Sono stato iscritto dall’inizio a Forza Italia, l’idea era di rafforzare l’Italia che c’era, ma ora bisogna pensare proprio al futuro, all’Italia di domani); dall’altra, «L’Italia che verrà» era una sorta di leitmotiv di Gente della libertà, l’inno del Pdl: «Il testo era una poesia di mia madre, Alda Garagnani», tiene a precisare Silighini, anche se quell’inno lo ricordano in pochi (tutt’altra fortuna rispetto al tormentone di Forza Italia). Del Pdl, in ogni caso, è rimasta la font del nome, che si è conservata nel nuovo simbolo che punta a conquistare Saronno.
Nella sua lista alcuni candidati saranno tra l’altro espressi dal Pli, il Partito liberale italiano di Morandi e De Luca, che non presenterà liste. Accanto al simbolo principale di Silinghini è poi quasi certa la presenza di Forza Saronno: i colori e il nome non lasciano dubbi sull’origine, ma qualcosa in più va detto, visto che di fatto si configura una platea forzista “a due piazze” «Le anime di Forza Italia sono due – ammette il candidato sindaco –.Io sono iscritto al partito, presiedo il club Forza Silvio di Saronno, ma non ho incarichi nel partito locale. Tutto viene da un rapporto non proprio idilliaco con la figura locale di riferimento di Fi, Lara Comi. Nel partito ufficiale, di stampo verticistico, gli iscritti sono pochi e c’è l’intenzione di allearsi con “l’area Monti”; Forza Saronno nasce come contenitore del vero spirito di Fi a livello locale, che ai montiani non pensa proprio».
Da ultimo, farà di tutto per raccogliere le firme necessarie alla propria lista la Democrazia cristiana di Angelo Sandri: il partito ha tutta l’intenzione di presentarsi con il proprio scudo crociato arcuato accanto ai simboli di L’Italia che verrà e Forza Saronno. Nel caso, pare che l’Udc locale sia pronta a dare battaglia sul simbolo; di tempo per firmare e litigare, in ogni caso, ce n’è ancora tanto.