venerdì 7 giugno 2024

Firenze, simboli e curiosità sulla scheda

Con tutta probabilità l'appuntamento elettorale più atteso di queste elezioni amministrative dell'8 e del 9 giugno - contemporanee alle elezioni europee - si svolgerà a Firenze. Il più settentrionale tra i capoluoghi di regione coinvolti (non ci sono capoluoghi al voto nelle regioni del nord: solo vari capoluoghi di provincia) avrà gran parte dell'attenzione dei media nelle ore successive allo scrutinio per le elezioni europee, sia per l'interesse che suscitano le competizioni elettorali in Toscana almeno dal 2014 (anno in cui Filippo Nogarin divenne sindaco per il M5S, battendo il centrosinistra), verificando ogni volta i risultati delle forze politiche di (centro)sinistra in un territorio un tempo convintamente "rosso", sia per la notorietà (inter)nazionale dello sfidante scelto dal centrodestra, cioè l'ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt.
Saranno ben 10 le persone che si sfideranno nelle urne per conquistare i voti necessari per accedere alla carica di sindaco, succedendo a Dario Nardella; le liste presentate a loro sostegno sono esattamente il doppio, dunque 20. Si tratta dello stesso numero delle formazioni finite sulla scheda cinque anni fa, quando però c'era una candidatura in meno.
 
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Francesco Zini

1) Firenze cambia - Insieme

Il sorteggio ha posto in apertura delle schede la candidatura di Francesco Zini, professore associato di filosofia del diritto all'università di Siena, già promotore di due scuole di formazione politica nel capoluogo toscano. Si presenta con l'intento di proporre una "nuova narrazione", sostenuto dall'unica sua lista Firenze cambia. La formazione si pone innanzitutto come civica, nonché molto centrata sulla figura del candidato sindaco (il cui cognome - in grande evidenza - è scritto in bordeaux, stesso colore di buona parte del cerchio), ma nel contrassegno trova posto anche il simbolo (con la catena blu e rossa) del partito di area cristiana e centrista Insieme, coordinato da Eleonora Mosti.   
 

Eike Dieter Schmidt

2) Forza Italia

Seconda candidatura estratta è quella di Eike Dieter Schmidt, per otto anni direttore delle Gallerie degli Uffizi. Lo sostengono quattro liste, tre delle quali sono espressione diretta dei partiti del centrodestra. La prima, in ordine di sorteggio, è quella di Forza Italia, anche se di fatto si configura come la lista politica più moderata della coalizione. Il segmento blu ricavato sotto al cognome di Silvio Berlusconi (ridotto al pari della bandierina, mentre il riferimento al Ppe è rimasto pressoché identico), oltre a contenere la dicitura "Schmidt sindaco", ospita anche le miniature (davvero molto piccole e di difficile lettura sulla scheda) dei simboli di Noi moderati e del Partito liberale italiano. 

3) Fratelli d'Italia

La seconda lista della coalizione che sostiene Schmidt è la sola a non contenere un riferimento al candidato sindaco: si tratta della lista di Fratelli d'Italia. Il simbolo è lo stesso già visto in gran parte delle competizioni elettorali nei capoluoghi di regione (e inaugurato in occasione delle regionali sarde): al centro e in grande evidenza ora c'è il riferimento alla leader del partito e presidente del Consiglio Giorgia Meloni (è dunque il suo l'unico nome di persona contenuto nel contrassegno); in alto si trova (un po' ridotto rispetto al passato) il nome del partito, mentre in basso c'è la fiamma tricolore (leggermente ingrandita). 
 

4) Lista civica Eike Schmidt sindaco

La terza lista della coalizione di centrodestra è l'unica dichiaratamente non politica: è la Lista civica Eike Schmidt sindaco. Il contrassegno probabilmente è il più vuoto - e non senza una certa eleganza - di tutta la scheda, senza alcuna paura dello sfondo bianco. Gli elementi principali sono due: la raffigurazione del giglio che richiama lo stemma cittadino (salvo errore è l'unica immagine del fiore più legato a Firenze a finire sulle schede quest'anno) e il nome proprio del candidato sindaco, di colore viola - anch'esso storicamente legato alla città e usato, come si vedrà, pure da altre liste - e in maggior evidenza rispetto al cognome (sia per la sua brevità, sia per la sua capacità di rimanere impresso).
 

5) Lega

Ultima lista della coalizione che ha proposto la candidatura di Schmidt è quella della Lega, che nel 2019 era risultata la formazione più votata del centrodestra (con un 14,44% che risalta ancora di più se messo a confronto con lo 0,87% ottenuto solo cinque anni prima). La struttura del contrassegno è la stessa in uso dal 2018 e votata dai fiorentini cinque anni fa; al posto della dicitura "Salvini premier", però, si legge "Schmidt sindaco": posto che il cognome dell'ex direttore degli Uffizi (e attuale direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli) spicca più che negli altri emblemi, sembra di poter trovare la conferma che in un numero crescente di casi il riferimento a Salvini non pare più vissuto come imprescindibile per convincere l'elettorato.
 

Francesca Marrazza

6) RiBella Firenze

Terza candidatura estratta è quella di Francesca Marrazza, paleoantropologa, in lista con Fratelli d'Italia nel 2019 e ora candidata autonoma, sostenuta dall'unica lista RiBella Firenze (con il nome che suggerisce sia la ribellione sia il ritorno alla bellezza e alla vivibilità). Impegnata in passato con il comitato Vitabilità e nelle battaglie per evitare un centro commerciale vicino allo stadio e la tramvia, il suo percorso è riassunto nella dicitura "Dai comitati per una città vivibile". La scritta si legge sulla grafica viola (ovviamente), che raffigura le sagome ben riconoscibili di Palazzo Vecchio, della Loggia della Signoria e di Santa Maria del Fiore; la chioma dell'albero collocato al centro ha la sagoma del territorio comunale di Firenze diviso nelle cinque circoscrizioni.
 

Stefania Saccardi

7) Al centro con Saccardi

Dopo Marrazza, il sorteggio ha collocato un'altra candidatura sostenuta da una sola lista: quella di Stefania Saccardi. Avvocata con varie esperienze di amministratrice a livello locale, è stata vicepresidente della regione Toscana per il Pd; è ancora in consiglio regionale, ma nel 2020 è stata eletta con Italia viva. Il partito dell'ex sindaco di Firenze Matteo Renzi è tra le forze politiche che concorrono alla lista Al centro con Saccardi: le altre sono Partito socialista italiano e Libdem europei (il leader, Andrea Marcucci, è comunque toscano). Si tratta di metà della squadra che ha promosso la lista Stati Uniti d'Europa per le europee; la grafica si ispira in parte a quella (il nome in due rettangoli inclinati, non a fumetto però) ma se ne distacca perché le adesioni sono diverse. Nella parte superiore del simbolo, azzurra sfumata, si riconosce la silhouette di vari monumenti fiorentini, a partire da quelli citati nel simbolo precedente.
 

Dmitrij Gabriellovic Palagi

8) Sinistra progetto Comune

Può contare sul sostegno di due liste Dmitrij Palagi, dottore di ricerca in storia medievale, docente precario, consigliere uscente eletto nel 2019 nella lista Firenze città aperta (decisamente legata alla sinistra). Ed è proprio riferita a quel mondo politico la prima delle due formazioni, denominata Sinistra progetto Comune, che unisce nello stesso progetto elettorale Possibile, Potere al popolo! e il Partito della Rifondazione comunista (in lista c'è anche la ex candidata sindaca del 2019, Antonella Bundu). Le miniature dei simboli dei tre partiti sono collocate nella parte inferiore del cerchio, mentre in quella superiore (tinta di rosso-viola a sfumatura radiale) trova posto il nome del progetto con una stella realizzata in modo decisamente caratteristico.
 

9) Firenze ambientalista e solidale

La seconda lista della mini-coalizione che appoggia la corsa di Palagi è Firenze ambientalista e solidale; il nome richiama il Piemonte ambientalista e solidale, ma qui non c'entra nulla Democrazia solidale. La lista mette insieme varie esperienze, di società civile, di sensibilità ecologiste e di attenzione alle persone. Il concetto è espresso graficamente grazie alla struttura "a puzzle", con quattro tessere di colori diversi (uno, per niente a caso, è viola), racchiusa dalla corona bianca che contiene, oltre al nome della lista, anche il titolo-progetto ambizioso "Città di pace".
 

Sara Funaro

10) Alleanza Verdi e Sinistra

La coalizione più nutrita di questo turno elettorale fiorentino è quella di un centrosinistra piuttosto ampio (ma se non è il caso di utilizzare l'etichetta di "campo largo") che ha scelto di sostenere Sara Funaro, assessora uscente con deleghe all'educazione, al welfare e all'educazione (e nipote dell'ex sindaco Piero Bargellini). La appoggiano sette liste, la prima delle quali è Alleanza Verdi e Sinistra. Il contrassegno base è quello visto alle politiche e alle europee, ma gli spazi di Europa Verde e Sinistra italiana sono in parte ridotti per fare posto nella parte inferiore del cerchio a Ecolò, associazione politica nata a Firenze nel 2020, ispirata ai valori dell’ecologia, della solidarietà e della valorizzazione delle diversità, che si distingue con un'ape su un fiore giallo su fondo verde e con il nome scritto in corsivo.
 

11) Azione - Siamo Europei

Si è parlato prima di centrosinistra ampio e l'aggettivo usato si può comprendere già guardando alla presenza della lista di Azione - Siamo Europei, la cui alleanza con il Pd è in generale tutt'altro che scontata. Il contrassegno somiglia a quello depositato al Viminale per le elezioni europee, ma nella parte inferiore sono inserite solo due miniature di simboli di partito: quelle del Partito repubblicano italiano e di Democrazia liberale (che dunque si trova a sostenere una candidata di centrosinistra, mentre tendenzialmente si colloca su posizioni centriste o di centrodestra).
 

12) Sara Funaro Sindaca

La terza lista della coalizione di centrosinistra è quella più vicina in assoluto alla candidata, Sara Funaro Sindaca. L'ingrediente principale è proprio il cognome dell'aspirante prima cittadina (e la parola "sindaca" volta correttamente al femminile è tutto meno che casuale). Il nome della lista emerge con evidenza sul cerchio rosso interno (e tangente alla circonferenza che delimita il contrassegno); completano l'area restante del cerchio grande quattro elementi curvilinei di colori diversi (arancione, verde, azzurro scuro e viola), quasi a voler indicare la convivenza di sensibilità diverse nella stessa lista e nello stesso progetto politico.
 

13) +Europa Firenze

Si diceva prima che la lista Al centro con Saccardi non può considerarsi come declinazione locale di Stati Uniti d'Europa, innanzitutto perché il partito che ha promosso quella "lista di scopo", cioè +Europa, a Firenze sostiene Funaro e non Saccardi. Il simbolo utilizzato per la lista è quello impiegato alle elezioni politiche del 2022 (struttura quasi a taijitu, il logo multicolore in alto su fondo bianco, scritta blu in basso su segmento giallo con una sorta di "unghietta" più scura in alto a sinistra); al posto della citazione di Emma Bonino, però, c'è il riferimento al comune chiamato al voto.
 

14) Centro

La quinta lista ha una grafica che non passa inosservata. Si tratta della lista presentata dal movimento Centro, "fondato - si legge sul sito - nel 2021 da Fabrizio Manfredini, direttore generale dell’emittente televisiva Italia7, insieme a un gruppo di imprenditori, professionisti, artisti, cittadini, di cui presidente è l’avvocato Francesco Samà". Se il nome della lista è scritto con un carattere bastoni sottile, a tratti morbido e a tratti spigoloso, emerge soprattutto l'immagine di un "occhio" che ricorda soprattutto l'obiettivo di una telecamera.
 

15) Anima Firenze 2030

Tra le liste a sostegno di Funaro c'è anche Anima Firenze 2030: la civica è emanazione dell'omonima associazione no-profit fiorentina "che si distingue per il suo approccio trasversale e inclusivo, mirato a superare le tradizionali divisioni politiche", il riferimento al 2030 rimanda agli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. A guidare la formazione è l'imprenditore Giovanni Fittante (patron di Villa Vittoria e già consigliere comunale), che in un primo tempo si era proposto come possibile candidato sindaco. Nel simbolo, oltre al nome scritto a caratteri grandi, al centro spicca il logo dell'associazione, che unisce due figure umane stilizzate (quasi unite in un abbraccio) e un ramo con fogliolina, come richiamo alla sostenibilità.
 

16) Partito democratico

Ultima delle sette liste presentate in appoggio alla candidatura di Funaro è quella espressione del Partito democratico, che nel 2019 aveva ottenuto il primato indiscusso tra le liste con ben il 41,23% dei consensi (ma cinque anni prima la percentuale era stata più alta di 6 punti). Se nelle prime due elezioni cui il Pd ha partecipato era stato utilizzato il simbolo ufficiale "pulito", senza altre indicazioni, già nel 2019 era stato inserito il riferimento a Dario Nardella; questa volta è stato fatto altrettanto con Funaro (e anche qui si usa il femminile espresso "sindaca"), ma il colore di fondo del segmento non è più il blu, ma il verde.
 

Alessandro De Giuli

17) Firenze rinasce

Esaurita la coalizione in appoggio a Funaro, il sorteggio ha collocato nelle ultime quattro posizioni altrettante candidature sostenute da un'unica lista. La prima è quella di Alessandro De Giuli, già noto come promotore del Comitato No Green Pass e ora proponente di un'altra idea e visione del capoluogo toscano (senza cementificazione e con riconversione economica che non punti solo sul turismo): anche per questo la sua lista si chiama Firenze rinasce. Nel simbolo il concetto è reso dando più peso alla seconda parola del nome, in viola come la silhouette dei monumenti principali del centro, e ponendo dietro a quelle sagome un sole stilizzato e raggiante che sorge (quello del partito Insieme liberi).
 

Cecilia Del Re

18) Firenze democratica 

Alla canddiatura di De Giuli segue quella di Cecilia Del Re, assessora con Nardella fino allo scorso anno (e alle polemiche legate al possibile passaggio della tramvia da piazza Duomo). Il progetto civico con cui Del Re intende presentarsi per amministrare il comune si chiama Firenze democratica (vista l'adesione al Pd fin dalla sua nascita). Su fondo giallo, il nome viola estende la sua ombra (niente ombra invece per il riferimento alla candidata, collocato in basso e sempre viola). Sopra la "i" di "Firenze", fa le veci di un teorico puntino un "fiore" a quattro petali.

Andrea Asciuti

19) Firenze vera

Gli ultimi due candidati sindaci sono entrambi consiglieri comunali uscenti. Il penultimo, Andrea Asciuti, era stato eletto nel 2019 con la Lega, per poi passare nel 2021 al gruppo misto (per un periodo ha aderito anche a Italexit). Ora si presenta come primo cittadino con la lista Firenze vera (e il corsivo che connota l'ultima parola mette una certa enfasi, come a negare che quella attuale e quella proposta dai concorrenti la sia). Se il nome è distribuito in due segmenti circolari rossi, collocati in alto e in basso, nella fascia bianca centrale del cerchio stanno le miniature dei simboli di Indipendenza! e del Popolo della famiglia: per tutte e due le forze politiche si tratta dell'unica partecipazione a queste elezioni amministrative in un capoluogo di regione.
 

Lorenzo Masi

20) MoVimento 5 Stelle

Ultimo candidato in questa tornata elettorale fiorentina è Lorenzo Masi, attuale vicecapogruppo in consiglio del MoVimento 5 Stelle. La sua candidatura, ovviamente, è con il M5S, che a Firenze - città nel cui ateneo è tuttora incardinato come professore ordinario il presidente del MoVimento, Giuseppe Conte - non ha concluso alcuna alleanza con il Pd e non ha dunque creato alcun "campo largo". Pure in questo caso il simbolo schierato è l'ultima versione del fregio ufficiale, contenuto nello statuto e recante - al di sotto della parte centrale della grafica storica - il riferimento al 2050 come anno della neutralità climatica.

giovedì 6 giugno 2024

Campobasso, simboli e curiosità sulla scheda

Il capoluogo di regione con il minor numero di liste presentate in questo turno elettorale è Campobasso: a conti fatti, sono soltanto 12 le formazioni in campo, a sostegno di tre candidature per la guida del comune. Se c'è un contendente in meno rispetto al 2019, il numero di liste è invece aumentato da 11 a 12; il candidato uscito vincitore (al ballottaggio) cinque anni fa, Roberto Gravina (M5S), lo scorso anno si era candidato alla guida della giunta regionale molisana, non aveva vinto le elezioni ma era diventato consigliere regionale. La carica è incompatibile con il mandato da sindaco, dunque gli è subentrata la vicesindaca facente funzione, Paola Felice, tuttora in carica. 
 
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Aldo De Benedittis

1) Fratelli d'Italia

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Aldo De Benedittis, già assessore al bilancio nella giunta guidata da Luigi Di Bartolomeo (2009-2014). Il suo nome ha unito tutto il centrodestra, che per l'occasione ha presentato 6 liste. La prima, in ordine di estrazione, è quella di Fratelli d'Italia, partito che nel 2019 aveva ottenuto il 5,24%, ma questa volta aspira a un risultato sicuramente superiore. Il contrassegno impiegato è lo stesso inaugurato con le elezioni regionali sarde e utilizzato nelle contemporanee elezioni europee (e in varie amministrative), con il riferimento alla leader e presidente del Consiglio Giorgia Meloni al centro, tra il nome del partito e la fiamma tricolore.
 

2) Popolari per l'Italia

Il secondo posto sulla scheda elettorale è occupato da una lista che non può non attirare l'attenzione dei #drogatidipolitica: quella presentata dai Popolari per l'Italia, che in Molise godono di una certa forza (dopo il 5,74% del 2014, nella coalizione vittoriosa di centrosinistra, cinque anni fa erano tornati nel centrodestra e avevano superato il 15%). Il contrassegno riproduce il simbolo ufficiale del partito, con le tre frecce (verde, bianca in primo piano e rossa) su fondo a toni di blu strutturato a cerchi tangenti, con il punto di tangenza individuato dalla punta della freccia bianca (la stessa freccia che contiene il nome del partito). La partecipazione del partito alla coalizione non era scontata, visto che era in pista come aspirante sindaco Salvatore Colagiovanni.
 

3) Lega

In terza posizione su manifesti e schede si trova la lista della Lega, alla sua seconda partecipazione alle elezioni comunali recenti: nel 2019, infatti, il partito si era presentato ed era risultato la seconda forza del centrodestra, superando il 10%. Il contrassegno è lo stesso di allora: si tratta, semplicemente, del simbolo normalmente in uso, che unisce il nome storico e la figura di Alberto da Giussano a spadone sguainato alla dicitura "Salvini premier" collocata nel segmento blu. In questo caso, dunque, il partito di Matteo Salvini ha preferito non inserire alcun riferimento locale, così come nessun contrassegno della coalizione contiene un riferimento al candidato sindaco (proprio la Lega, peraltro, inizialmente si era mostrata piuttosto fredda sulla scelta di De Benedittis, formalmente "senza tessera"). 
 

4) Unione di centro

Nella coalizione di centrodestra che sostiene De Benedittis c'è anche l'Unione di centro, che ricompare a Campobasso sulle schede elettorali amministrative dopo quindici anni (nel 2009 la lista aveva ottenuto il 4,79%). Il simbolo è pressoché invariato rispetto ad allora: la differenza principale riguarda la scritta contenuta nel segmento circolare rosso presente nel contrassegno: se nel 2009 era ancora presente il riferimento a Pierferdinando Casini, dall'anno successivo il suo cognome è stato sostituito dalla parola "Italia", che tuttora campeggia nella parte superiore del fregio (mentre Casini da molti anni ha fatto scelte politiche diverse).

5) Noi moderati

Quinta formazione della coalizione di centrodestra è Noi moderati, che dunque debutta sulle schede elettorali campobassane. Il simbolo schierato è quello ufficiale, indicato dallo statuto, con il nome del partito (con il "Noi" bianco in evidenza e "moderati" in giallo) su fondo azzurro-blu sfumato, mentre nella parte inferiore c'è un segmento bianco, con la base tricolore ondulata. Pure in questo caso, come si è anticipato, non c'è alcun riferimento alla competizione in corso (non c'è il nome della città, non c'è quello del candidato); si deve aggiungere che la coalizione è tra le poche a non contenere alcuna formazione civica.  
 

6) Forza Italia

Chiude la compagine che sostiene De Benedittis la lista di Forza Italia (già partito di riferimento del candidato sindaco, nonché forza politica di cui è espressione Francesco Roberti, presidente della regione che ha indicato personalmente De Benedittis). Fi cinque anni fa a sostegno di Maria Domenica D'Alessandro (Fdi) aveva ottenuto l'8,24% (più di Fdi, ma meno di Popolari per l'Italia e Lega); in questo caso il simbolo è una variante del contrassegno in uso dalle elezioni politiche del 2022, con la bandierina stretta tra il riferimento al Ppe e il cognome di Silvio Berlusconi, creando lo spazio per un segmento circolare blu che contiene il riferimento al comune.

Giuseppe (Pino) Ruta

7) Unica Terra - Molise

Può contare sull'appoggio di tre liste Giuseppe Ruta (detto Pino), avvocato da molti anni attivo a Campobasso, che già negli ultimi mesi del 2023 aveva fatto conoscere la propria disponibilità. Prima formazione del "Cantiere civico" è Unica Terra - Molise, il cui "sottotitolo" spiega molto sul progetto civico-ambientale-sociale: "Per il bene e la bellezza del mondo". Il simbolo della lista rappresenta due mani che custodiscono il globo su un fondo verde; del nome della formazione salta all'occhio la doppia "R" del nome, disposta a specchio.
 

8) Confederazione civica per Campobasso

Si propone come lista autenticamente civica, non legata a partiti, la Confederazione civica per Campobasso, seconda formazione che sostiene Ruta. Il contrassegno, dal fondo giallo, contiene una riproduzione stilizzata del castello Monforte, edificio storico che a sua volta è un vero e proprio simbolo della città (di fatto si tratta dell'unico segno territoriale a finire sulla scheda elettorale campobassana). I due elementi curvi rosso e blu, posti nella parte inferiore del contrassegno (sopra al riferimento al candidato sindaco) rimandano ai colori dello stemma e del gonfalone cittadino.
 

9) Costruire democrazia

Ultima delle tre liste presentate in appoggio a Ruta è Costruire democrazia. Si tratta, di fatto, della lista più "politica" della compagine in esame, essendo presentata dal movimento civico omonimo co-fondato da Ruta nel 2009 insieme alla sua figura di guida, Massimo Romano (attualmente consigliere regionale molisano; Ruta è stato anche il suo avvocato). Il simbolo, immutato rispetto alle regionali del 2011 e 2013 e alle politiche di quell'anno, ha in primo piano un fiore bianco (con un tocco di verde) che si staglia sullo sfondo azzurro sfumato; sotto una fascetta arancione si trova il segmento blu con il nome della lista. 
 

Marialuisa Forte

10) MoVimento 5 Stelle

Anche la terza e ultima coalizione di questo appuntamento elettorale è composta di tre liste: si tratta del "campo largo" che appoggia la candidatura di Marialuisa Forte, a capo dell'ambito territoriale di Campobasso dell'Ufficio scolastico regionale del Molise. Come prima lista il sorteggio ha collocato quella del MoVimento 5 Stelle, la più votata cinque anni fa (con il 22,39%) e quella di cui era espressione il sindaco eletto, Roberto Gravina. Questa volta il M5S si presenta insieme al centrosinistra, schierando sulla scheda - come nelle altre realtà viste sin qui - la versione più recente del suo simbolo ufficiale.
 

11) Alleanza Verdi e Sinistra - Alternativa progressista

Il record di "affollamento", "riempimento" o "complicazione" di questo turno elettorale spetta al contrassegno di Alleanza Verdi e Sinistra, che al suo interno ospita riferimenti a varie altre formazioni. Se la dicitura "Reti civiche" è proposta in maiuscolo (e con un cambio di carattere, adottando un Helvetica Inserat), a fianco appare la dicitura "Alternativa progressista", che di fatto si configura come nome della lista. I loghi di Europa Verde e Sinistra italiana si riducono di dimensioni (come si è già visto alle regionali lucane) per lasciare spazio al simbolo del Partito socialista italiano (con la sigla in evidenza, il garofano poco visibile e il nome quasi impercettibile) e a quello del Movimento per l'Equità territoriale di Pino Aprile.
 

12) Partito democratico

L'ultima lista della coalizione di centrosinistra (e dell'intera scheda elettorale) è quella del Partito democratico, che riparte a Campobasso dal 16,1% ottenuto nel 2019 (il secondo risultato migliore, dopo quello del M5S). Come nelle tre elezioni precedenti cui il Pd ha partecipato, sulle schede elettorali campobassane è finito il simbolo ufficiale del partito senza aggiunte: nessun riferimento locale e nessuna citazione della candidata (del resto del tutto assente nell'intera coalizione del "campo largo", oltre che nelle liste dei partiti di centrodestra, come si è visto prima).