Visualizzazione post con etichetta giuseppe civati. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta giuseppe civati. Mostra tutti i post

giovedì 28 maggio 2015

Federico Dolce: "Ecco come è nato Possibile"

Mai accontentarsi di quello che si pensa, o di quello che pensano gli altri: tutte le volte in cui è possibile, è giusto dare la parola a chi ha plasmato fatti, idee, immagini. Vale anche e a maggior ragione per il simbolo di Possibile, il progetto politico di Giuseppe Civati: a raccontare il logo, come punto di arrivo di un percorso di riflessione e traduzione grafica, è proprio Federico Dolce, autore del logo con Marianna Zanetta (insieme hanno fondato il Vixen Studio a Torino) e da tempo impegnato nel progetto legato a Civati. Dolce ha accettato di dare la sua "interpretazione autentica", che volentieri è ospitata qui.
Dolce, qual è il senso della grafica che avete adottato? Che obiettivo vi siete dati?
L'obiettivo è ovviamente quello di voltare pagina rispetto ai vecchi simboli della prima repubblica (che sono sopravvissuti fino a noi in terribili mutazioni e richiami a matrioska) e quelli impersonali e “normalizzanti” della seconda repubblica (PD, FI). Volevamo osare e l'abbiamo fatto ricorrendo a due fondamenti sui cui poggia il simbolo: la semplicità e la freschezza della novità.
Partiamo dalla semplicità.
La semplicità in tutta la sua forza e iconicità è rappresentata dal carattere “=”. Il perchè della scelta è presto detto: non sono molti i simboli in grado di fondere immediatezza e semplicità di un logo design moderno e buona parte dei nostri valori: uguali diritti, uguali possibilità. Per quanto controverso l'universalità del suo messaggio è tale e di tale potenza da non avere pari.
E la novità invece?
Quella sta nel colore, che incarna la freschezza del moderno, di un'epoca nuova in cui il rosa non è più schiavo della retorica sessista che lo vuole colore “femminile”: un colore lampone pastello che è al contempo moderno e agée, che non dimentica l'origine ma vuole al contempo incarnare la nuova esperienza che va a nascere.
La forma in cui il colore e l'uguale sono inseriti invece è meno nuova, anche se obbligata...
Diciamo che la forma circolare ha carattere principalmente pragmatico. Sia in termini di scheda elettorale che di declinazione nelle varie forme che la comunicazione politica va a richiedere. 
Cosa vi era stato chiesto quando vi è stato commissionato il lavoro?
Beh, collaboriamo come parte integrante del progetto da ormai due anni, quindi "commissionare il lavoro" è forse un termine improprio.
D'accordo; allora, che idea c'era alla base di questo emblema, di queste grafiche?
Ci siamo riuniti un paio di mesi fa e ci siamo detti che era il momento di immaginare lo step successivo, dal punto di vista comunicativo intendo, in coerenza con la nostra mission che conosciamo da sempre. Questo perchè fino ad oggi le nostre grafiche si sono rinnovate ogni anno perchè erano strettamente legate agli happening estivi, i politicamp. era arrivato il momento di darsi un'identità forte e propria.
Quindi non c'è stato un elemento nuovo, un'idea di svolta...
I caratteri di semplicità e novità volevano essere nella nostra mission da parecchio tempo, era arrivata solo l'ora di esplicitarli in maniera forte.
Parlava prima di una collaborazione di lunga data al progetto di Civati: come ne siete diventati parte?
Io ho conosciuto Pippo nel 2012: ricordo che lo criticai su Twitter per una campagna che aveva in atto. Lui, a differenza di molti, mi rispose: io, a differenza di molti, lo ascoltai.
Un inizio non proprio ordinario insomma...

Da lì è nata una collaborazione sempre più forte, dapprima su temi economici – sono laureato in scienze politiche, passione per la comunicazione informatica da più di 15 anni – quindi un supporto sempre più importante, mentre il gruppo cresceva sempre di più, sul lato IT e comunicazione su web.
Tornando al simbolo: è nato con l'uguale o c'è stata un'evoluzione?
E' stato un processo quasi tutto mentale e su carta, non su computer. Naturalmente ci sono state le due classiche fasi. La prima ha portato fino alla scelta del "=" come punto fermo: ciò ha comportato la prova e lo scartare di diversi altri simboli (rielaborazione della rosa, simboli ambientalisti, combinazioni...) Il tutto, poi, è stato affinato, nella forma, nel colore e negli spazi.
Qual è stata la reazione di Civati a simbolo finito?
Pippo in realtà ha partecipato in maniera molto attiva a tutte le fasi della creatività, era sicuramente molto soddisfatto del risultato.

martedì 26 maggio 2015

Civati, un nuovo simbolo è Possibile

Il simbolo per www.epossibile.org
In fondo, a ben guardare, non è la prima volta. Perché di un nuovo simbolo legato a Giuseppe Civati e alle sue attività si era già parlato in passato almeno una volta. Oggi però si è iniziato a vedere qualcosa di più serio, visto che qualche indiscrezione strutturata - con tanto di grafica - stavolta è uscita davvero: ad essere imminente, dunque, sarebbe l'ufficializzazione della rete Possibile, con cui l'ex candidato alla segreteria del Pd, dopo aver abbandonato il partito, sarebbe pronto a operare sulla scena politica. 
Ad aprire le danze, un articolo sul Corriere della Sera di oggi, a firma di Monica Guerzoni, con cui si annuncia la nascita del soggetto e si dà una prima lettura dell'immagine coordinata che uno studio grafico ha appositamente realizzato per il deputato.
Di ufficiale non c’è ancora nulla. Ma il simbolo, realizzato da Federico Dolce e Marianna Zanetta del Vixen Studio di Torino, militanti convinti, sarà depositato in queste ore e qualche provino è sfuggito al controllo dei creatori. Tessere di iscrizione, t-shirt con il simbolo, gadget... Tutto è pronto per il lancio.Il cerchio rosso ciliegia in cui si inscrive il segno tipografico dell’uguale ricorda da vicino le insegne del movimento che ha sedotto i giovani spagnoli. Il viola di Podemos è uno dei colori che, miscelati con il rosa e l’arancio di tante battaglie della sinistra del terzo millennio in Italia, hanno dato vita al rossastro di Civati. 
Il ritaglio web del Correre della Sera

Il deputato risponde al telefono che è sera e si dice «molto sorpreso» di sapere che il suo simbolo non sia più segreto: «Lo presenteremo a giugno, dopo le Regionali». Si è ispirato a Podemos? «No... Possibile non è la trasposizione di alcun modello straniero». Cosa c’è in cantiere? «Questa cosa, che spiegheremo con calma, la mettiamo a disposizione di tutti coloro che possono essere interessati a condividere con noi un modello di lavoro completamente nuovo, che supera i partiti tradizionali». 
Ricostruzione in base al Corriere
Sempre il Corriere, in grafica, ha mostrato uno dei "provini fuori controllo", relativo allo studio delle magliette con il nuovo nome e il nuovo logo, puntualmente descritto dalla Guerzoni. In quell'immagine, in effetti, appare protagonista soprattutto il cerchio con il segno "=" senza indicazioni testuali. Certo, è poco prevedibile che sulle schede possa finire un emblema così, che rinunci del tutto a nomi o altre scritte - sebbene ciò fosse frequente nelle prime elezioni repubblicane - così si doveva immaginare che fosse allo studio almeno un'altra versione, che comprendesse anche il nome della rete-partito che verrà. 
Detto, fatto: poco dopo il Fatto Quotidiano ha rilanciato la notizia del giornale milanese, aggiungendo però un'immagine (ritagliata) del simbolo con due cambiamenti importanti: il colore, più rosa antico che "rossastro", e l'inserimento della scritta "Possibile", in font Avenir (potenzialmente coraggioso, essendo regolare ed essenziale, sì, ma molto sottile). 
Che dire delle immagini divulgate? Certamente si è di fronte a un emblema puramente geometrico, senza alcuna pretesa simbolica o iconica: il disegno non narra, né rimanda a immagini concrete, ma diventa solo un segno di riconoscimento e distinzione astratto. Né più, né meno che la funzione di un marchio (e non di una "marca", di un brand). La stessa idea del segno di "uguale" è percepibile solo perché di fatto quello è l'unico segno che si avvale di due elementi orizzontali sovrapposti (fosse stato uno, avrebbe rimandato al senso vietato; fossero stati tre, ai banchi di nebbia o alla congruenza); con l'inserimento del nome, tuttavia, bisogna riconoscere che quel messaggio può rafforzarsi.
Da La Stampa - 27 febbraio 2014
Chi ha buona memoria, peraltro, potrebbe rinvenire in questo simbolo (provvisorio?) le tracce della precedente boutade emblematica dello stesso Civati: quella del Nuovo Centrosinistra. Era stato lui stesso, il 26 febbraio dell'anno scorso, a far capire che - provocazione per provocazione - un simbolo era già pronto e lo aveva descritto così: "Ncd ha un simbolo che è un quadrato azzurro, e noi facciamo un simbolo che è un bollino rosso". Il bollino rosso c'era e in effetti c'è anche nelle immagini divulgate oggi dalla stampa: certamente stavolta non c'è la sigla NCS (che, peraltro, anche a febbraio sembrava già occupata da Stefano Pedica), ma l'idea grafica non è stata abbandonata del tutto. 
E se il nome della nuova creatura civatiana, a dispetto delle dichiarazioni del suo demiurgo, "non può non far pensare a Podemos", come notato da tanti commentatori, bisogna ricordare che la parola è ormai da tempo in uso nell'ambiente legato al parlamentare ex-Pd. Già a luglio dell'anno scorso, infatti, al Politicamp di Livorno era stata presentata l'associazione "Possibile", il cui nome voleva significare che un'alternativa (a Renzi come a determinate battaglie politiche) esisteva e poteva esistere: con lui c'erano anche Gianni Cuperlo e Nichi Vendola, per dare corpo a "uno spazio aperto, che ospita il dialogo interno alla sinistra italiana, ai partiti, ai movimenti e tra i singoli cittadini che desiderano un luogo in cui discutere e impegnarsi". 
Ed è proprio dal sito www.epossibile.org che - nel pomeriggio - viene l'immagine mostrata dal Fatto e sempre lì si legge l'interpretazione autentica del segno: "L’uguale come simbolo, intanto della relazione alla pari, aperta e dialogante non solo tra noi ma anche con tutti quelli, da soli o in gruppo, che vorranno connettersi a questa rete. E poi, l’uguaglianza come motore, come condizione di partenza tra le persone, nei diritti e nei doveri e, appunto, nelle possibilità. L’innovazione a partire dall’immagine e dallo stile (e dal nuovo sito, a breve), perché siamo tutti uguali ma anche tutti diversi, e noi ci sentiamo appunto diversi, e vogliamo distinguerci sin dal primo colpo d’occhio da chi predica l’indistinto, il pensiero unico, il partito unico". Toccherà aspettare il dopo regionali (e il nuovo Politicamp) per capire che strada prenderà quell'uguale.