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sabato 13 giugno 2015

Democrazia cristiana storica? No, Movimento cittadini

Il simbolo del Movimento Cittadini
Poi arriva il momento di confluire. Che, a pensarci bene, come operazione ha sempre qualcosa di misterioso, di sfuggente: di solito è qualcosa di solido e liquido allo stesso tempo, con elementi che spariscono e altri che cambiano volto e forma, in modo a volte prevedibile, a volte meno. In politica, però, la confluenza non sarebbe mai una scelta leggera, visto che si tratta di rinunciare a un pezzo della propria identità per prenderne altri: oggi, nell'epoca in cui i partiti dormono ma non si sciolgono, la faccenda si è fatta meno drammatica, ma resterebbe pur sempre seria, se non altro con la consistenza della pagina che si volta. Eppure...
... eppure i malati di politica non possono non restare colpiti quando una notifica di Facebook li invita a mettere il loro "mi piace" alla pagina di MovCittadini - realtà che non conoscono affatto - e, cliccandovi sopra, scoprono che al neonato movimento politico ha aderito la Democrazia cristiana storica. Ma come? Il partito non era nato a marzo o giù di lì, con l'idea di rimettere in campo dal basso i valori della Dc, senza ripercorrerne le vicende e senza rivendicarne il simbolo? Che ne è del lavoro che si immagina fatto finora?
A guardare nella pagina Facebook - ancora attiva - della Dcs, si leggono status evocativi: "Finalmente ci siamo - c'è scritto l'11 giugno - sta per Nascere un Contenitore che non rappresenterà un voto di Protesta,ma un Voto di Proposta..!!" E giusto ieri l'annuncio che non ti aspetti: "Da Oggi la Dcs aderisce ufficialmente al Movimento Cittadini". E viene facile pensare - se le parole in italiano hanno ancora un significato - che il partito lanciato da soli pochi mesi sia entrato in una realtà più grande, composita, cui entità diverse hanno contribuito a loro modo, anche se resta in qualche modo la sensazione strana che un'esperienza politica - per parlare di adesione e confluenza - un po' più di tempo alle sue spalle debba averlo.
A guardare bene sul nuovo (e ancora incompleto) sito del Movimento Cittadini, però, dopo avere notato che il simbolo è un fumetto arancione con la lettera C in evidenza (e, per chi ci vede bene, c'è anche la miniatura della sigla Dcs in basso a sinistra), si scopre che i nomi dei promotori del progetto sono sostanzialmente rimasti gli stessi, a partire da quello di Francesco Crocensi, indicato come "analista politico". 
E allora, nel rispetto di tutte le migliori intenzioni, viene da chiedersi se davvero questa sia stata un'adesione/confluenza, o se non somigli piuttosto a un repackaging, che ha messo un abito nuovo e diverso a una realtà esistente. Come un antico diccì era solito dire, a pensar male si fa peccato, ma si potrebbe anche credere che il tentativo di un ex collaboratore di depositare come marchio la Democrazia cristiana popolare abbia fatto sorgere qualche problema, così come poteva non essere pacifico nemmeno l'uso del nome della Dc, pur se abbinato all'aggettivo "storica", per cui era meglio cambiare del tutto direzione.
In ogni caso, qualcosa di nuovo o di diverso, almeno in grafica, ora c'è. Si vedrà poi se le novità continueranno, magari attraverso un'altra notifica su Facebook.

lunedì 25 maggio 2015

Democrazia cristiana storica o popolare?

Poi capita che una semplice visitina, fatta per cercare notizie sui contrassegni legati alla Dc - per scrivere il pezzo di ieri - porti a scoprire qualcosa di strano, che non si conosceva o, per lo meno, non si immaginava. 
A interrogare la solita banca dati dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, chiedendo di individuare i marchi depositati la cui descrizione contiene l'espressione "Democrazia cristiana", si viene a sapere che l'ultimo segno è stato presentato il 15 maggio 2015 ed è così descritto: "una circonferenza chiusa color giallo chiaro. All'interno, da sopra semicerchio con base piana sotto, colore celeste, con interno scritta 'democrazia cristiana' di colore giallo chiaro, il tutto centrato con accapo. Al centro vi e' uno sfondo bianco con un cerchio giallo chiaro, con al di sotto una 'v' allargata rotondeggiante ai lati di color celeste. La 'v' si unisce nella base con un semicerchio il tutto di colore celeste, con una scritta 'popolare' di colore giallo chiaro al centro di essa"
Si tratta, all'evidenza, di una variazione del contrassegno presentato le scorse settimane dalla Democrazia cristiana storica, la formazione che si propone di recuperare il bagaglio di valori della Dc (anche alla luce del magistero di papa Francesco), senza peraltro rivendicare alcuna continuità giuridica con quel partito. Mettendo a confronto i due emblemi, sono chiaramente più le somiglianze delle differenze (alcune delle quali - specie quelle cromatiche - sono di scarsissimo peso). Un cambiamento, però, non era secondario: quello che sostituiva "storica" con "popolare". L'aggettivo si inseriva bene nel contesto democristiano - anche se, in fondo, proprio il ritorno al Partito popolare italiano aveva fatto archiviare la denominazione cui molti italiani erano politicamente affezionati - per cui poteva sorgere il sospetto che si preparasse un aggiustamento del nome della nuova formazione politica (anche perché "Democrazia cristiana storica", per chi ha letto le sentenze che hanno deciso finora la vicenda giuridica dello scudo crociato, era la denominazione coniata da alcune parti e usata dai giudici per definire la Dc fino all'inizio del 1994, dunque qualche confusione - sia pure sul piano teorico - poteva anche nascere).
E' tuttavia lo stesso Francesco Crocensi - delegato nazionale della Dc storica, già intervistato all'epoca della presentazione del partito - a precisare che non ci sarà alcun cambiamento del simbolo: a depositare il segno per chiederne la registrazione come marchio, in particolare, sarebbe stato "un ex collaboratore" e "un socio sospeso", ma l'associazione stessa si sarebbe opposta alla registrazione del marchio (la procedura, in ogni caso, non è ancora iniziata). Le attività del partito, dunque, continueranno a livello soprattutto locale con lo stesso nome con cui sono iniziate: una Democrazia cristiana per il popolo, sì, ma non popolare.

lunedì 20 aprile 2015

La Democrazia cristiana storica: i valori senza scudo

L'evento aveva attirato una certa attenzione, anche perché la sede di presentazione - il Campidoglio - era di prestigio: il 16 aprile in tanti si sono accorti dell'esistenza della Democrazia cristiana storica, un progetto politico nuovo che mette in chiaro fin dal nome quali siano i valori cui tende e che desidera portare avanti. Non era chiaramente sfuggito a questo sito un passaggio così interessante sul piano simbolico, ma era opportuno attendere di approfondire meglio la cosa con notizie di prima mano. Ora è Francesco Crocensi, uno dei delegati nazionali (Lazio) del nuovo partito, a guidare all'interpretazione del percorso fatto fin qui.
"La nascita della Dcs è frutto di un cammino partito un anno fa - spiega - e che ha riunito diversi amministratori, attivisti di partiti già esistenti e imprenditori, tutti di estrazione cattolico-popolare. Da parte loro c'era la consapevolezza di un grande vuoto all'interno dei contenitori politici attuali, che sono in realtà soprattutto contenitori personali. Quel vuoto si notava soprattutto a livello locale, con un marcato distacco tra la gente, la base e la politica e con una pesante 'mancanza di risposte' ai problemi, risposte che non arrivavano certo dai partiti personali. Così ci siamo messi a tavolino e abbiamo riflettuto, in un momento in cui i cattolici sono praticamente messi all'angolo, quasi dimenticati, tra derive lepeniste e post-comuniste". 
Sono stati in tanti a scrivere che l'avvento di papa Francesco è stato la vera molla che ha fatto scattare l'idea del partito: "Per noi la sua figura rappresenta una grande novità e ci ha fatto capire che innanzitutto c'era bisogno di collegarci tra noi, per poter portare avanti le sue battaglie e il suo messaggio a livello sociale: è nato così il comitato 'Con Francesco. Per l'Italia e l'Europa', che ci ha permesso tra l'altro di aggregare molte realtà piccole ma importanti, come vari gruppi di Azione cattolica e le Acli. Il vuoto politico però rimaneva e occorreva inserirsi proprio nel campo della politica per rilanciare un'idea forte come quella che volevamo portare avanti".
Da lì alla Dc storica il passo è stato breve: "Tra noi c'è chi viene dal centrodestra, come me [Crocensi ha militato nel Pdl, in Forza Italia e nel Nuovo centrodestra, ndr] e chi dal centrosinistra o da altre forze politiche, compreso il M5S - spiega sempre Crocensi - ma abbiamo scelto quel nome perché sono storici i valori e soprattutto è storico il contenitore". In che senso? "L'idea è arrivare a una sintesi delle linee e dei progetti dopo una discussione, partendo sempre dall'idea sturziana in base alla quale le idee e un partito si costruiscono dal basso". Alla base di questo disegno c'è la forte convinzione che la classe politica degli ultimi vent'anni abbia fallito: "Dal 1994 ci hanno fatto credere che la rivoluzione liberale ci avrebbe arricchiti tutti, ma i casi sono due, o la rivoluzione non c'è mai stata o quella che c'è stata ha fallito". 
Crocensi, assieme al resto dei membri del comitato promotore - lui stesso parla di 27mila persone - ritiene che ci sia molto da cambiare a livello nazionale ed europeo ("Questa non è l'Europa dei fondatori e dei padri costituenti, va superato il fiscal compact e vanno ridiscussi i trattati: se non si fa questo e non si diventa Stati uniti d'Europa, non si risolve niente"). L'unico modo per riuscirci davvero sembra richiedere un percorso lungo e attento: "La nostra è una discesa in campo con molta umiltà e dignità, con azioni a livello politico, sociale e sussidiario soprattutto sui territori: l'idea è che si cresca da lì, per poi allargarsi il più possibile". La partecipazione al turno elettorale ormai vicino non è tra le priorità della Dcs: "Intanto pensiamo a radicarci sul territorio, a lavorare lì, poi le candidature dovranno venire naturali, in base ai frutti del nostro operato".
I valori, si diceva, sono gli stessi della Dc che ha operato fino al 1994, sia pure calati nel contesto odierno ("Ci hanno definiti estremisti moderati - precisa Crocensi - e in effetti è vero: com'è possibile che i moderati, la parte più consistente del popolo italiano, non sia davvero rappresentato? Prenda il Papa, per esempio: lui certamente è di tutti, non solo nostro, ma nessuno rilancia davvero quello che lui dice e meno che mai lo trasforma in offerta politica, al di là di ogni strumentalizzazione".
Se i valori sono gli stessi di un tempo, è inutile cercare il vecchio simbolo: non c'è ora e non ci sarà mai. I colori del contrassegno sono il giallo oro e l'azzurro ("quelli papalini") e il segno grafico scelto - lo stesso del comitato Con Francesco - è la stilizzazione di un uomo a braccia aperte: "Lo abbiamo scelto - chiarisce il delegato laziale - perché noi al nostro interno accogliamo tutti, di qualunque estrazione, per arrivare poi a una sintesi delle idee. Questo non accade più in altri soggetti politici, ma la Dc era così, anche se i suoi ultimi anni sono stati sporcati da persone che siedono ancora in parlamento o stavano lì fino a ieri". 
Niente scudo crociato dunque? "Assolutamente no, il nostro non è un amarcord di quel passato". Trattandosi di un partito nuovo, non c'è nemmeno il tentativo di rivendicare la continuità storica con la "vecchia" Dc: "Non siamo affatto interessati nemmeno a rivendicare il patrimonio che fu del partito, anche se a livello di cultura personale sarebbe interessante capire che fine ha fatto. - puntualizza con convinzione Crocensi - Altri hanno da tempo intrapreso azioni legali in questo senso e se la vedranno loro: a noi interessa l'aspetto dei valori, nessuno può impedire a milioni di persone di abbracciare e propugnare quelle idee".
D'accordo, il simbolo è diverso, ma il nome indubbiamente è debitore dell'esperienza nata negli anni '40: eventuali dubbi sull'uso di quella denominazione, in ogni caso, sono già stati ampiamente considerati. "Mi creda, ci abbiamo ampiamente ragionato sopra prima di partire e una ventina di legali ha approfondito a suo tempo la questione. Innanzitutto il nome complessivo è diverso: Democrazia cristiana è una cosa, Democrazia cristiana storica è un'altra. Anche se fosse stato uguale, però, ci risulta che nessuna norma impedisca di utilizzare quell'etichetta. Nel percorso verso la costituzione del partito qualcuno aveva anche proposto di chiamarci Nuova democrazia cristiana, ma abbiamo scartato l'ipotesi perché si perdeva il senso dei valori di un tempo da rimettere in campo".
Di certo, di diverso rispetto al passato c'è la struttura del partito: "Noi non abbiamo un presidente o un segretario. - precisa Crocensi - c'è un segretario amministrativo perché lo richiede la legge, un collegio nazionale di sei persone, due del nord, due del centro e due del sud; da ultimo, abbiamo un'assemblea nazionale, composta di 120 membri da tutta l'Italia, che decide in modo collegiale". Ce la farà la Dcs a prendere piede sulla scena politica Italiana? "Guardi, la gente oggi è stanca di certa politica vista negli ultimi vent'anni - conclude il delegato - ma non punta più sul voto di protesta, vuole piuttosto stabilità. Anche noi non condividiamo l'azione di molte forze politiche, ma non possiamo dire solo 'Tutti a casa', che succede se non si propone qualcosa di concreto e realizzabile? Anche per questo vogliamo partire realmente dal basso e dai territori".