Per il post di oggi lascio volentieri spazio all'amico Calogero Laneri, che racconta di un progetto simbolico subito abortito, assieme all'idea di un progetto a sinistra finalmente unitario. L'idea di parlarne è venuta da lui, per cui il racconto non può che essere il suo.
Leggenda vuole che, quando due persone di sinistra si incontrano, finiscano per fondare tre partiti. Eppure, con la nascita della “Lista Tsipras”, i promotori del progetto legato alla figura del leader greco, avevano tentato di smontare quel vecchio adagio, anteponendo l'unità della lista alle piccole beghe della sinistra radicale.
Nonostante le mille difficoltà, il superamento della fatale soglia di sbarramento sembrava avere posto le basi per la costruzione di una casa comune di chi, a sinistra, non si ritrova nel Partito Democratico di Matteo Renzi. L'entusiasmo di un popolo che dopo anni appare unito nel condividere un progetto comune e una piccola grande vittoria, si è spinto oltre, sino a proporre addirittura un logo per il tanto atteso soggetto unitario della sinistra. Ad ingegnarsi nell'arduo compito, decine di militanti che hanno inviato le bozze di un ipotetico simbolo alla redazione di Esseblog.it, comunità politica da cui nasce la rivista La Costituente.
Archiviato in fretta l'asettico simbolo della lista (che pure era figlio di un improbabile referendum online), con questa iniziativa gli autori hanno tentato di riappropriarsi di quei colori e quei simboli, rimpiazzati negli anni in nome della poliedricità degli esperimenti elettorali accomunati dai risultati tragici.
Dai più allegri colori della pace, alla più tradizionale stella gialla su sfondo rosso, fino al riferimento esplicito alla dimensione europea (con l'uso del simbolo della Sinistra europea o della dicitura "Sinistra unita" che richiama gli spagnoli di Izquierda Unida), il popolo della sinistra radicale si dimostra pronto a rinunciare ai propri recinti - si noti la totale assenza della coppia classica di falce e martello - in nome della nascita di uno progetto più ampio.
Che siano accompagnate da una stella, da un tricolore o dai colori dell'arcobaleno, le diciture "Sinistra italiana" e "Sinistra unita", non lasciano spazio a dubbi e, dall'alto della loro sinteticità, sfidano la storia degli ultimi anni e l'atavica inconciliabilità tra le parole "sinistra" e "unità", ampiamente sperimentata in terra italica. Infine, in controtendenza rispetto a chi aveva deciso di omettere la parola “sinistra” dal logo della Lista Tsipras, l'essenzialità delle singole proposte sembra voler combattere l'esaltazione acritica del nuovo, male assoluto della politica; al di là di scelte grafiche più o meno discutibili, lo scopo appare quello di riprendere in mano la propria storia, tentando di rilanciarla.
"Il processo non si arresta, avanti tutti insieme!", commenta la redazione di EsseBlog pubblicando i simboli, ma probabilmente il cambio di rotta di Barbara Spinelli – che, accettando il seggio da eurodeputato, ha contraddetto la promessa fatta in campagna elettorale – pone un nuovo freno a un processo che ora deve fare i conti con mille difficoltà. La decisione della Spinelli (che, impedendo l'ingresso a Strasburgo del candidato di Sel Marco Furfaro, rompe di fatto l'equilibrio tra le anime della lista), il feroce dibattito interno a Sinistra ecologia libertà, il ruolo di Rifondazione Comunista (indebolita da un congresso logorante) e del Pdci (prima escluso dalla lista e proprio in queste ore interessato da una nuova microscissione) attenuano l'entusiasmo di chi, all'indomani del sudato 4,03%, non solo immaginava di dar già vita ad un processo costituente, ma ne vedeva pure una rappresentazione iconografica.
Che le proposte grafiche per un nuovo simbolo siano arrivate con un po' di genuina ed euforica avventatezza? Probabilmente sì, ma per comprendere meglio questa nuova convulsa scommessa della sinistra, soccorrono bene le parole di un caro amico: "Per fare anche da noi Syriza si comincia con la più greca delle cose: la tragedia".
Calogero Laneri