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venerdì 13 ottobre 2023

Provinciali di Trento, simboli e curiosità sulla scheda

Il panorama elettorale che si comporrà domenica 22 ottobre si completa, come anticipato con l'articolo precedente, con le elezioni provinciali che riguarderanno il territorio della provincia autonoma di Trento. Rispetto al contemporaneo voto che riguarderà il rinnovo del consiglio provinciale di Bolzano, l'elezione trentina sarà sicuramente più affollata: elettrici ed elettori troveranno infatti ben 24 simboli sulla scheda, a sostegno di 7 aspiranti alla presidenza della giunta provinciale. incluso il presidente uscente, Maurizio Fugatti, confermato dal centrodestra come candidato.
Se le norme elettorali trentine sono più simili a quelle vigenti in molte regioni (per cui si vota contestualmente per il presidente e per il consiglio, con la possibilità di formare coalizioni e la previsione di un premio di maggioranza per la coalizione o lista più votata (con l'assegnazione degli altri seggi in ragione proporzionale), anche in Trentino è previsto il deposito dei contrassegni prima della presentazione delle liste, tra il 44° e il 43° giorno precedenti il voto (quindi tra l'8 e il 9 settembre scorsi). In quel periodo sono stati depositati addirittura 50 emblemi, più del doppio di quelli che finiranno sulle schede (ma pur sempre uno in meno rispetto a quelli presentati nel 2018): tra quelli non utilizzati ci sono sia le versioni alternative di contrassegni effettivamente concorrenti, sia simboli di partiti che non hanno presentato liste. Di seguito si indicheranno i simboli sulla scheda, dando conto delle eventuali varianti; alla fine si citeranno gli emblemi cui non è seguita la presentazione di liste.

Maurizio Fugatti

1) Fugatti presidente

La sorte ha collocato al primo posto la candidatura del presidente uscente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: la sua coalizione, con otto liste sarà la più numerosa di questo turno elettorale. Prima formazione estratta è la lista personale legata al candidato, che non a caso porta il nome di Fugatti presidente. Fondo blu scuro, cognome del presidente uscente e ricandidato in evidenza, sottolineato anche da una pennellata rosso porpora: sono solo questi gli elementi grafici contenuti nel contrassegno, per una formazione decisamente personalizzata in questa competizione che prevede l'elezione diretta.
 

2) Lega

Senza che ciò fosse prevedibile in qualche modo, il sorteggio ha collocato subito dopo il contrassegno della formazione più legata al presidente uscente quello del suo partito di appartenenza, la Lega. Rispetto a cinque anni fa, quando la lista prese il 27,09% (risultando nettamente la più votata di tutte), il simbolo presenta una variante significativa: via la bandiera trentina, via il riferimento all'autonomia, ma via anche il cognome di Matteo Salvini, sostituito da quello dello stesso Fugatti (stesso giallo, rilievo appena minore a causa della lunghezza maggiore), con la parola "presidente" al di sotto (curiosamente la versione diffusa online è leggermente diversa, quanto a proporzioni delle scritte, rispetto a quella che si vede su manifesti e schede).  
 

3) Fratelli d'Italia

Il nome di Fugatti è invece sparito - rispetto a cinque anni fa - dal simbolo di Fratelli d'Italia, ovviamente elemento fondamentale della coalizione di centrodestra. Nel 2018 la sortita elettorale non era stata troppo fortunata (1,45% e nessun seggio ottenuto), mentre questa volta è possibile che il risultato sia diverso e benefici della presenza a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni. Non sembra un caso che il contrassegno utilizzato sia proprio quello che colloca in grande evidenza il nome della leader e attuale Presidente del Consiglio, giusto sopra al simbolo ufficiale; come capolista, tra l'altro, è stato indicato Claudio Cia, che nel 2018 aveva guidato la lista Agire per il Trentino (sempre a favore di Fugatti e in grado di ottenere un eletto, cioè lo stesso Cia).  
 

4) Unione di centro

Il nome del candidato alla presidenza è sparito anche dal contrassegno dell'Unione di centro, che torna dunque al sul simbolo ufficiale, con lo scudo crociato sopra la filigrana dei vecchi simboli di Ccd e De su fondo azzurro (insieme al nome del partito), mentre nel segmento rosso superiore c'è il riferimento all'Italia (mentre nell'emblema alternativo depositato cinque anni fa si leggeva la parola "Trentino"). Nel 2018 l'Udc aveva raccolto il 2,08%, più di Fdi, ma questo non era bastato a conquistare un eletto: il partito di Lorenzo Cesa ci riprova, sperando di avere più fortuna in questa nuova consultazione. 
 

5) Forza Italia

I quattro partiti principali della coalizione di centrodestra sono stati collocati tutti vicini dal sorteggio: in quinta posizione sulla scheda, infatti, si ritrova Forza Italia, che riparte dal 2,82% di cinque anni fa, sufficiente a mandare un rappresentante in consiglio provinciale (Giorgio Leonardi, attuale capolista). Il contrassegno schierato in quest'occasione sembra una crasi tra quello delle precedenti elezioni provinciali e dell'ultimo voto politico: l'elemento principale è sempre la bandierina tricolore, con sotto il riferimento a Berlusconi e sopra quello a Fugatti (come il fregio del 2018), ma in alto ad arco è stata inserita la dicitura "Partito popolare europeo" (come nelle elezioni generali del 2022).
 

6) La Civica

La coalizione a sostegno di Fugatti, oltre alla "lista del presidente", comprende anche una formazione di natura civica, denominata proprio La Civica. Il capogruppo è Mattia Gottardi, assessore provinciale uscente (ex ex sindaco di Tione) che nel 2018 era stato uno dei due eletti della formazione Civica Trentina. Oltre che parte del nome, la lista riprende anche l'idea del profilo della montagna sullo sfondo, anche se qui il cielo è bordeaux sfumato (il nome invece è scritto in un azzurro scuro più simile a quello di cinque anni fa); su un versante bianco della montagna si staglia - parzialmente nascosta dalla "C" di "Civica" - una stilizzazione dell'aquila trentina di San Venceslao. 
 

7) Partito autonomista trentino tirolese

Questa volta tra le formazioni che sostengono la candidatura di Maurizio Fugatti c'è anche il Partito autonomista trentino tirolese, che invece nel 2018 aveva corso in autonomia, in appoggio a Ugo Rossi (ottenendo il 12,58% e risultando la terza formazione per numero di voti, pur se trasformatisi in soli tre seggi, oltre a quello per il candidato presidente). Il simbolo è l'ultima versione di quello già noto (con la doppia stella alpina su fondo nero e la sigla del Patt con la "a" rossa su una fascetta bianca); questa volta, però, il fregio è inserito in una circonferenza rossa completata dalla dicitura "+ autonomisti + popolari" disposta ad arco.
Il Patt, peraltro, è una delle formazioni cui non corrisponde un solo contrassegno depositato, ma più d'uno, in questo caso addirittura cinque. Oltre a quella effettivamente scelta per le schede elettorali, infatti, il Partito autonomista trentino tirolese ha scelto di depositare la versione ufficiale del suo simbolo (quella contenuta nella circonferenza rossa), quella precedente (senza la sigla sotto i fiori) e anche i due soggetti politici e culturali che hanno operato in precedenza in Trentino e di cui il Patt si considera il continuatore: l'Associazione studi autonomistici regionali (che nel suo emblema alla fiaccola accesa univa già due stelle alpine) e il Partito popolare trentino tirolese (nato nel 1948 come evoluzione dell'Asar). Nessuna intenzione di usare i simboli storici: solo - com'era avvenuto nel 2018 - la volontà di proteggerli da usi di altri soggetti politici (cinque anni fa peraltro erano state depositate altre due grafiche storiche, stavolta omesse).    

8) Fassa

Chiude la coalizione a sostegno di Fugatti una lista che era già presente nel 2018 nella stessa compagine: una formazione denominata semplicemente Associazione Fassa, che candida come capolista il segretario politico Luca Guglielmi (Elena Testor, già presidente, è senatrice, eletta con la Lega dal 2018). Si tratta di un movimento politico - così è stato scritto nel sito - nato "in (e per) la Valle di Fassa, all'insegna di una nuova Politica, fatta di concretezze e di proposte volte a migliorare la nostra Comunità". Nel simbolo - schierato anche nel 2013, oltre che cinque anni fa - domina la parola "Fassa", che in bianco si staglia sul cielo sopra il profilo delle torri del Vajolet e un arcobaleno (anche se con colori diversi da quelli usuali). 
L'Associazione Fassa è il soggetto politico che ha presentato il maggior numero di contrassegni, in tutto otto. Si tratta di microvarianti di quello utilizzato sulle schede, con l'inserimento di parole diverse, in particolare in ladino (lingua diffusa in Val di Fassa): "Moviment", "Dolomites", "Inant" (avanti); ci sono anche "Heimat" (termine tedesco per riferirsi alla "casa" o alla "piccola patria", "autonomia" e i cognomi di Fugatti e del capolista Guglielmi. Pure in questo caso l'idea è di coprire tante alternative diverse, per consentire varie scelte e marcare l'uso di determinate parole e concetti. 
 

Alex Marini

9) MoVimento 5 Stelle

Seconda candidatura estratta è quella di Alex Marini, eletto nel 2018 come consigliere del MoVimento 5 Stelle (che allora aveva ottenuto il 7,23% ed era riuscito a portare in consiglio anche il proprio candidato presidente Filippo Degasperi). Il nono posto sulla scheda è occupato proprio dal M5S, che rispetto alle precedenti elezioni ha scelto di schierare la versione più recente del suo simbolo - lo stesso visto alle elezioni politiche del 2022 e fissato nello statuto - che dà maggior spazio al rosso sotto le cinque stelle "classiche", ospitando anche il riferimento al 2050 come anno dell'auspicata neutralità climatica.  
 

Francesco Valduga

10) Italia viva

La terza candidatura indicata dal sorteggio è quella di Francesco Valduga, fino a poco tempo fa sindaco di Rovereto e indicato come candidato dal centrosinistra ampio. Pure in questo caso si è di fronte a  una coalizione piuttosto nutrita, solo un po' meno ricca di quella di Fugatti, con sette liste in tutto. La prima formazione estratta della compagine di Valduga è Italia viva, che debutta alle provinciali trentine (come capolista è stata individuata l'ex senatrice di Iv Donatella Conzatti) e corre - in modo non scontato, viste le posizioni a livello nazionale - nel centrosinistra; il simbolo utilizzato per la lista è quello ufficiale del partito, senza altre indicazioni inserite all'interno del contrassegno elettorale.    
Pure Iv ha scelto di presentare alcune varianti del simbolo, due che aggiungevano il riferimento al Trentino (in due diversi colori), con o senza l'indicazione del candidato presidente, e una in cui il nome diventava "Autonomia viva", riducendo le dimensioni della "spunta volante" (e con il riferimento all'aspirante presidente).
 

11) Campobase

Seconda lista della coalizione a sostegno di Valduga è Campobase, una formazione locale, anch'essa al debutto alle elezioni provinciali (è stata costituita nel 2022) e che annovera tra i fondatori lo stesso Valduga. Ricco di amministratori locali (attuali e passati), il partito di caratura civica si presenta con un contrassegno a fondo verde sfumato, con al centro una grande "T" bianca tagliata in basso; nel segmento orizzontale è riportato il nome della forza politica (composto con lettere maiuscole e miniscole), mentre nella parte superiore è stato aggiunto il riferimento al candidato alla presidenza della provincia.
Pure Campobase, in effetti, ha scelto di depositare più di un contrassegno: si è però limitata a offrire in deposito una sola grafica in più, vale a dire la versione ufficiale del proprio simbolo (descritta all'interno dello statuto). Si tratta in particolare dell'emblema dominato solo dalla "T" bianca e provvista di nome su fondo verde, senza l'indicazione del candidato. Sembra probabile che il partito abbia scelto di presentare entrambi gli emblemi essenzialmente per valutare nei giorni successivi se utilizzare il contrassegno con o senza riferimento all'aspirante presidente, senza che l'alternativa tra le due grafiche possa far pensare al tentativo di ampliare la tutela del simbolo (la differenza è minima e non tale da consentire una protezione oggettivamente maggiore).

12) Alleanza Verdi e Sinistra

Terzo soggetto elettorale della coalizione a sostegno della candidatura di Valduga è Alleanza Verdi e Sinistra, vale a dire il soggetto che unisce soprattutto Europa Verde (che peraltro aveva detto di "non opporsi" alla proposta di Valduga, avendo avanzato una proposta diversa, in particolare il giornalista Alberto Faustini, che aveva raccolto anche l'interesse del "terzo polo") e Sinistra italiana. Il contrassegno è lo stesso inaugurato in occasione delle elezioni politiche dello scorso anno, senza alcuna modifica o aggiunta di natura territoriale; la presenza di due formazioni di sinistra nel 2018 non aveva permesso ai due gruppi di raccogliere voti sufficienti per ottenere un eletto.
 

13) Fascegn

Della coalizione di centrosinistra largo fa parte anche la lista Fascegn, parola ladina che indica gli abitanti della Val di Fassa. L'associazione-lista - contraltare di Fassa, schierata nel centrodestra - intende "andare oltre la Neva Ual", ossia la Nuova Unione autonomista ladina che nel 2019 ha raccolto l'eredità della Ual (che nel 2018 aveva presentato il simbolo senza poi presentare liste). In qualche modo i colori pervinca e verde oliva che coprono due aree del cerchio (quasi a ricordare il cielo e la valle, con la montagna bianca in mezzo) sono parenti dell'azzurro e del verde della Ladinia; nel simbolo trova spazio il motto "vicini ai cittadini", riportato in italiano e in ladino.
Si segnala che l'associazione Fascegn ha voluto presentare altre due versioni del contrassegno (con la stessa struttura grafica e cromatica), che peraltro non contenevano il nome del soggetto politico, pur senza rinunciare in ciascuno a un tocco di ladino: il primo simbolo riportava nella parte centale bianca la dicitura "Ladins per l'autonomia", mentre il secondo conteneva la dicitura "Zivica per Fascia" (un po' compressa in orizzontale per farla stare su una sola riga). 
 

14) Casa autonomia.eu

Quinta lista nella coalizione presentata in appoggio a Valduga è quella espressione del Movimento Casa autonomia.eu, che sul suo sito web si qualifica come "movimento autonomista, popolare e democratico", nato a novembre dello scorso anno per opera di Paola Demagri e Michele Dallapiccola, eletti nel 2018 con il Patt. "Segui il giallo!" recita lo slogan della lista e in effetti il simbolo è costituito da tre dischi gialli di tonalità diverse, concentrici e sovrapposti (con tanto di uso delle ombre); il nome corrisponde al sito del movimento e la "M" è conformata come la stilizzazione di una piccola catena montuosa.
 

15) Azione

Si è dichiarata fin dall'inizio parte della coalizione di centrosinistra ampio (denominata "Alleanza democratica  autonomista") anche Azione, che dunque concorre nella stessa compagine di Italia viva, ma ciascuna delle due formazioni politiche presenta una propria lista. Il simbolo utilizzato dal partito di Carlo Calenda è quello ufficiale indicato e descritto dallo statuto, con il logo blu-verde (con la "A frecciata" all'inizio) nella parte superiore su fondo bianco, mentre nel semicerchio inferiore blu si trova l'espressione "Con Calenda" scritta in bianco, con il cognome del leader del partito in grande evidenza.
 

16) Partito democratico

Chiude la coalizione presentata in appoggio a Valduga la lista del Partito democratico, che nel 2018 era stato il secondo soggetto più votato (ma il suo 13,92% equivaleva a poco più della metà dei voti leghisti) e aveva ottenuto quattro consiglieri. Il contrassegno schierato in quest'occasione è lo stesso impiegato cinque anni fa: si tratta del simbolo ufficiale nazionale, al quale è stata semplicemente aggiunta la dicitura "del Trentino" al di sotto, senza alcun riferimento al nome della persona candidata (presente, come si è visto, soltanto nell'emblema della lista Campobase, la più vicina a Valduga).
 

Filippo Degasperi

17) La me val - Primiero - Vanoi - Mis

Non sono soltanto due le coalizioni in questa consultazione elettorale trentina. La terza, in rigoroso ordine di estrazione, è quella presentata in appoggio a Filippo Degasperi, che - come si è ricordato - si era candidato come presidente della provincia nel 2018 per il M5S, poi nel 2020 si era proposto come aspirante sindaco di Trento con una propria lista civica. La prima delle tre formazioni che appoggiano Degasperi è La me val ("La mia valle"), lista molto legata al territorio della valle di Primiero, Vanoi e Mis, località citate anche nel contrassegno: questo, in particolare, rappresenta una lontra che emerge dalle acque di una verde valle (all'animale è legata una leggenda sull'origine del luogo) e scruta le Dolomiti "arrossate" per il fenomeno dell'enrosadira.
 

18) Onda

Il colore rossastro sfumato delle montagne si ritrova anche nei rilievi sullo sfondo del simbolo della lista Onda, che appunto in primo piano mostra un'onda (che quasi costruisce una mezzaluna, tra un flutto e l'altro) davanti a una valle e alle montagne. Del resto, si chiamava Onda civica Trentino la lista con cui Degasperi si era candidato nel 2020 a sindaco di Trento e la formazione attuale si pone in qualche misura in continuità con quella (ma dell'esperienza non fa parte il consigliere comunale trentino Andrea Maschio, eletto appunto nel 2020 e concretamente non coinvolto in questa nuova esperienza elettorale: lo si ritroverà in un'altra lista).
La grafica sopra descritta (unita alla parola "Onda" nera con la "O" tinta di rosso) è racchiusa in una circonferenza nera, che nella sua parte inferiore lascia spazio alle parole "lavoro", "ambiente" e "società" scritte in maiuscolo e disposte ad arco. Nella grafica destinata alle schede gli elementi appena ricordati sono a loro volta racchiusi in un'altra circonferenza, stavolta grigia e decisamente più sottile; in sede di deposito preventivo dei contrassegni, tuttavia, i promotori di Onda hanno scelto di presentare anche una variante priva della citata circonferenza grigia, a costo di rendere il simbolo di forma non perfettamente circolare (non è dato quindi sapere il motivo di questa scelta, che ovviamente nulla cambia sul piano della tutela del fregio elettorale).
 

19) Unione popolare

Il terzo e ultimo contrassegno della coalizione che sostiene Filippo Degasperi è quello di Unione popolare (senza il riferimento a Luigi De Magistris presente alle elezioni politiche dello scorso anno), che dunque domenica 22 ottobre sarà presente contemporaneamente sulle schede trentine e su quelle di Monza-Brianza per le suppletive (che continueranno anche il giorno dopo). Vale la pena sottolineare che il simbolo di Up non figura tra quelli depositati presso la presidenza della provincia: la legge provinciale n. 2/2003, infatti, prevede che i partiti possano presentare in prima battuta il loro contrassegno, ma non impedisce che altre formazioni usino emblemi non depositati, purché questi ultimi non siano confondibili con quelli presentati in precedenza (in più pare che Up avesse presentato il simbolo già all'inizio, ma un vizio nella documentazione avrebbe suggerito il ritiro, ripiegando sulla semplice presentazione delle liste). 
 

Sergio Divina

20) Giovani per Divina presidente

Quella su cui può contare Degasperi non è la sola coalizione a tre: ce n'è anche un'altra (pensata in realtà a quattro punte), che appoggia invece la candidatura di Sergio Divina, già consigliere provinciale, regionale e parlamentare della Lega Nord e questa volta in corsa in via autonoma e non a sostegno di Fugatti. La prima lista è Giovani per Divina presidente, formazione in cui il candidato meno giovane - il capolista Luca Valentini - è del 1973. Il simbolo - semplice e diretto, a dispetto della limitata cura grafica - è azzurro e bianco, con la parola "Giovani" in un certo rilievo (anche grazie alla forma "inclinata") e sormontata da una catena montuosa stilizzata; nella parte inferiore, invece, spicca il cognome del candidato presidente.
 

21) Noi con Divina presidente

Più generalista si presenta la seconda formazione elettorale a sostegno dell'ex senatore, denominata Noi con Divina presidente. Il colore del fondo è un po' diverso (leggermente più chiaro rispetto al simbolo precedente), ma qui l'ingrediente principale è senza dubbio il riferimento a Divina (qui proposto con un altro carattere, sempre bastoni), ancora più dell'elemento identitario collettivo ("Noi") e del tricolore ricostruito con tre tracce di gesso nel semicerchio superiore azzurro. Si tratta evidentemente della formazione elettorale più vicina all'aspirante presidente, dalla quale è lecito aspettarsi il risultato migliore della coalizione.
 

22) Alternativa popolare per il Trentino

Della compagine a sostegno di Divina fa parte anche una lista dichiaratamente partitica, che non passa certo inosservata per chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica: si tratta di Alternativa popolare per il Trentino, declinazione locale del partito che fu fondato - con il nome di Nuovo centrodestra - da Angelino Alfano e che ora è guidato da Paolo Alli e coordinato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Raramente il simbolo - con il cuore simil-Ppe su fondo blu - finisce sulle schede, quindi questa sortita elettorale, guidata dal capolista e consigliere uscente (già leghista) Ivano Job - in lista c'è pure il citato Maschio - merita di essere segnalata.  
 

Elena Dardo

23) Alternativa

Il sorteggio si è divertito - come con l'accostamento iniziale tra Fugatti presidente e Lega - a collocare al penultimo posto, subito dopo la lista di Alternativa popolare, la candidatura a presidente di Elena Dardo (unica donna a presentarsi), coordinatrice regionale di Alternativa, altro partito che si è visto e si vede piuttosto poco sulle schede elettorali. Forza politica nata nel 2021 per scissione dal M5S in opposizione al suo appoggio al governo Draghi (e ora guidata da Emanuela Corda, dopo l'addio di Mattia Crucioli), Alternativa in questa competizione elettorale schiera il suo emblema ufficiale, con la "A" bianca strappata collocata su fondo arancione, insieme al nome stesso del partito.
 

Marco Rizzo

24) Democrazia sovrana popolare

Ultimo aspirante presidente della provincia autonoma di Trento è Marco Rizzo, leader del Partito comunista e qui candidato per Democrazia sovrana popolare, coalizione di forze "di resistenza al modello tecnocratico e globalista", costituita in continuità politica - almeno nelle intenzioni dei fondatori - con il progetto elettorale Italia sovrana e popolare del 2022. Il simbolo contiene il tricolore creato dalle due tracce verde e rossa di pastello (decisamente mutuate dal simbolo dei Progressisti del 1994) su fondo bianco e il nome della forza politica, con la stellina rossa sopra la "I" e la parola "sovrana" in stile manoscritto.  

* * *

Simboli di liste non presentate


Democrazia cristiana

Tra le forze politiche che hanno depositato il contrassegno senza che a ciò sia seguita la valida presentazione di liste, si ritrova innanzitutto (in ordine alfabetico) la Democrazia cristiana: si tratta del partito guidato da Totò Cuffaro - colui che ha commissionato il simbolo attuale, con la bandiera bianca crociata di rosso su fondo blu - e che in Trentino ha come esponente più autorevole l'ex parlamentare Renzo Gubert; pur in mancanza della lista (non si sa se ci sia stata o meno l'intenzione di presentarla), non è trascurabile che l'attuale Dc sia almeno presente tra i simboli depositati nel territorio che fu patria di Alcide De Gasperi.  

Futuri Comuni

Ha presentato il simbolo, pur senza usarlo per distinguere una propria lista, anche l'associazione culturale e politica Futuri Comuni, nata formalmente nel 2021 - come si legge nel sito - da un gruppo di giovani attivisti e amministratori locali (per cui "Comuni" ha la maiuscola) per promuovere e facilitare il dialogo su temi di attualità a carattere nazionale e locale. Il soggetto aderisce all'Alleanza democratica autonomista di centrosinistra, sostenendo candidature di quelle liste (in particolare quella di Mariachiara Franzoia, nella lista del Pd). Il simbolo è costituito dal nome dell'associazione su due righe, con le due parole collegate da tre archi sfumati blu-viola-rosa, come a ricordare un emiciclo di un'assemblea elettiva; gli stessi colori tingono la circonferenza esterna.
Vale la pena sottolineare che la stessa associazione aveva presentato pure un altro contrassegno, che non conteneva il logo ufficiale dell'associazione, ma piuttosto la denominazione +Futuri Comuni, con il "più" giallo, il fondo blu con le stelle d'Europa e un garofano che spuntano da dietro il nome, mentre il contorno del cerchio ha cinque colori. Gli elementi grafici e cromatici suggeriscono che questo dovesse essere il contrassegno pensato per la lista comune di +Europa, Futuri Comuni e Partito socialista italiano, volta a rafforzare l'area riformista e liberaldemocratica all'interno della stessa coalizione e annunciata alla fine di agosto (anche se poi non la si trova sulla scheda elettorale).   
 

Identità autonomista tirolese

Si è detto prima che la coalizione a sostegno di Sergio Divina avrebbe dovuto essere composta in origine da quattro liste: tra i contrassegni depositati, infatti, c'è anche quello della lista Identità autonomista tirolese, che al centro propone una stella alpina a colori, pur se su fondo nero, davanti a una catena montuosa stilizzata, sopra al nome della lista in cui la parola "autonomista" è messa in evidenza in rosso. Si apprende tuttavia che la lista non sarebbe stata ammissibile per la mancanza di parte dei documenti richiesti (il quotidiano online ilT parla della carenza di "alcuni certificati" che non avrebbe consentito il deposito fruttuoso della lista).
 

La Catena

Ebbene sì, tra i simboli depositati c'era anche quello legato a Bruno Franco, noto alla schiera di #drogatidipolitica per aver depositato a partire dal 2013 (e poi l'anno dopo con maggiore fama alle europee) proprio il simbolo da lui concepito, La Catena. Emblema di sicuro impatto e probabilmente anche un po' divisivo, con la sua scure a doppia lama e la catena che da lì nasce e circonda tutto il simbolo, anche questa volta è rimasto solo sui manifesti di deposito dei contrassegni, probabilmente per la difficoltà di raccogliere le firme senza alcuna agevolazione (com'era accaduto alle comunali di Trento nel 2020). 
 

Partito socialista italiano

Si è già detto della lista +Futuri Comuni che era stata immaginata e poi non si è concretizzata; si diceva pure che parte di quella formazione doveva essere anche il Partito socialista italiano, con il suo (recuperato) garofano all'interno del contrassegno. Proprio il Psi, peraltro, aveva scelto di depositare cautelativamente il proprio emblema, anche per marcare la propria presenza in una competizione elettorale non certo irrilevante come questa; il partito è comunque parte dell'Alleanza democratica autonomista, a sostegno della candidatura di Valduga insieme alle altre forze del centrosinistra allargato.
 

Trentino autonomista libero

Chiude la rassegna dei contrassegni presentati ma non utilizzati sulla scheda delle elezioni provinciali di Trento il trio di emblemi depositati per conto della lista Trentino autonomista libero, formazione sorta nel 2022, legata all'imprenditore Albino Wegher, molto interessata alla difesa dell'autonomia trentina (senza "influenze romane" o partitocratiche limitanti) e critica nei confronti della giunta Fugatti. Proprio per questo sembrava che la forza politica fosse seriamente intenzionata a presentare una propria lista da contrapporre alla coalizione di centrodestra (anche se molti dei promotori vengono da quell'area o dal Patt); alla fine, però, la lista non è nata, né nella coalizione di Divina (dove sembrava che potesse schierarsi), né altrove.
Resta però il simbolo che, oltre alle parole del nome (scritto in carattere Calibri, con "Trentino" in evidenza), contiene uno scorcio delle Alpi, un'aquila in volo, varie genziane e tre stelle alpine; curiosamente, la formazione ha depositato anche due varianti, una senza le stelle alpine e l'altra senza le genziane (in entrambi i casi i fiori mancanti sono stati letteralmente "ritagliati", lasciando il bianco al loro posto, anche quando si sarebbe potuta vedere di nuovo la montagna).

martedì 2 ottobre 2018

Trento, 22 simboli sulla scheda (con una sorpresa)

Gli schieramenti che si presenteranno agli elettori della provincia di Trento il 21 ottobre prossimo sono ormai definiti e accertati: nei giorni scorsi, infatti, si è provveduto al sorteggio dell'ordine sulla scheda delle candidature alla presidenza e delle liste a loro sostegno. Chi si recherà ai seggi troverà 11 candidati alla presidenza, supportati da ben 22 liste: si sarebbe tentati di dire un paio per ogni aspirante presidente, ma si sbaglierebbe, visto che a sballare i conti provvede soprattutto lo schieramento a favore di Maurizio Fugatti, sostenuto da ben nove liste, quasi la metà di tutte le formazioni in campo. Le uniche altre coalizioni in corsa sono quella a sostegno di Giorgio Tonini (appoggiato da Pd, Unione per il Trentino e Futura 2018) e il tandem di sinistra che cerca di portare alla guida della provincia Antonella Valer.
Proprio qui, tra l'altro, si deve registrare l'unica presenza ulteriore rispetto ai simboli "tradizionali" depositati nei giorni scorsi: accanto alla lista L'Altro Trentino a sinistra, infatti, è comparso quello di Liberi e Uguali, gruppo che aveva comunque appoggiato la candidatura di Valer fin da quando era emersa, ma aveva scelto - non è dato sapere perché - di non presentare il proprio contrassegno in anticipo, non accedendo dunque alla tutela degli emblemi tradizionali offerta dalla legge elettorale trentina. 
Al di là di questa new entry, non risultano altre novità nello schieramento finale delle forze politiche, se non la scelta dei simboli per quelle formazioni che ne avevano depositato più di uno. In particolare, l'Associazione Fassa - che aveva voluto tutelare il maggior numero in assoluto di varianti - ha impiegato il segno più semplice, con il solo nome "Fassa"; Forza Italia, Udc e Fratelli d'Italia hanno scelto la versione del loro contrassegno con l'indicazione del candidato presidente Fugatti; anche Tre - Territorialità responsabilità economia ha preferito indicare sul proprio emblema il nome dell'aspirante presidente Roberto De Laurentis. Il Patt ha scelto l'ultima versione del suo emblema (lasciando da parte i suoi precedenti storici), mentre Futura 2018 ha inserito il nome del capolista Paolo Ghezzi, senza la specificazione "presidente", visto che la candidatura non è più autonoma ma all'interno della coalizione che propone Tonini. Non pervenute, invece, le liste di Etica, Noi per il Trentino (e del "triciclo" di queste due formazioni con Il popolo della famiglia), Verdi, La Catena, Psi (né col simbolo ufficiale, né con quello usato nel 2013 dei Riformisti per l'autonomia), Primavera trentina, Trentino Pop, Union autonomista ladina; sulla scheda poi non è finito nemmeno uno dei simboli legati a Geremia Gios (La Civica per Gios, La Bussola del Trentino, Rivoluzione felice) e nessuno saprà mai a chi faceva riferimento il contrassegno di XII stelle. 
Di seguito, si indicano le candidature alla presidenza e le relative liste, secondo l'ordine del sorteggio:
A) Paolo Primon: 1) Popoli Liberi. 
B) Filippo Castaldini: 2) CasaPound Italia. 
C) Maurizio Fugatti: 3) Lega, 4) Progetto Trentino, 5) Agire per il Trentino, 6) Civica Trentina, 7) Associazione Fassa, 8) Autonomisti Popolari, 9) Forza Italia, 10) Unione di centro, 11) Fratelli d'Italia. 
D) Federico Monegaglia: 12) Riconquistare l'Italia. 
E) Roberto De Laurentis: 13) Tre - Territorialità responsabilità economia.
F) Ugo Rossi: 14) Patt.
G) Giorgio Tonini: 15) Unione per il Trentino, 16) Futura 2018, 17) Partito democratico.
H) Ferruccio Chenetti: 18) Moviment Ladin de Fascia. 
I) Antonella Valer: 19) L'Altro Trentino a sinistra, 20) Liberi e Uguali.
L) Mauro Ottobre: 21) Autonomia Dinamica.
M) Filippo Degasperi: 22) Movimento 5 Stelle.

lunedì 17 settembre 2018

Trento, simboli e curiosità sulla scheda

Dopo la provincia autonoma di Bolzano, è il turno di occuparsi dei simboli depositati in vista del rinnovo del consiglio della provincia autonoma di Trento. Come quella bolzanina, anche la legge elettorale trentina prevede che la presentazione dei contrassegni preceda quella delle liste; per l’esattezza, contempla un primo deposito tra il 44° e il 43° giorno che precede il voto per i contrassegni tradizionali (o comunque già certi) che si vogliono tutelare; tra il 34° e il 31° giorno prima delle elezioni si potranno ancora presentare simboli nuovi assieme alle liste e a tutti i documenti prescritti, ma gli emblemi non potranno essere confondibili con quelli depositati nei giorni precedenti.
Proprio per la funzione di tutela dei contrassegni, non c’è da stupirsi che più di una forza politica abbia scelto di depositare più di un emblema, così da tutelare il più possibile tanto emblemi del passato, quanto grafiche o denominazioni simili. In effetti c’è chi si è particolarmente espresso in questo caso: il Partito autonomista trentino tirolese e l’Associazione Fassa hanno depositato ben 6 contrassegni alternativi, anche se uno soltanto sarà utilizzato; altri gruppi sono stati più moderati, ma il deposito multiplo è stato praticato da molti perché i ben 51 contrassegni depositati riguardano soltanto 32 gruppi. In questo caso non vale invece la norma prevista per la provincia di Bolzano, per cui l’esenzione dalla raccolta firme scatta solo con l’uso dello stesso contrassegno con cui si sono riportati eletti alle Camere o in consiglio provinciale (per cui si deposita quell'emblema da utilizzare in emergenza, ma si cerca comunque di raccogliere le firme con il simbolo nuovo).
Gli emblemi saranno presentati seguendo l’ordine del sorteggio; in caso di deposito multiplo, si indicheranno subito i numeri degli altri simboli depositati a nome dello stesso gruppo politico.

1 e 32) Partito socialista italiano


Il sorteggio ha collocato al primo posto un contrassegno depositato dal Partito socialista italiano, che dunque ha intenzione di partecipare al prossimo voto provinciale. 
Il contrassegno ufficiale del partito, tuttavia, ha solo il numero 32: il numero 1, invece, è stato assegnato dalla sorte a un diverso emblema, che ricorda la versione precedente del simbolo del Psi (quella senza il tricolore nella parte inferiore) ed era già stato visto sulla scheda nel 2013. Il nome è rimasto Riformisti per l’autonomia, lo slogan è “diritti, opportunità, equità”, ma la rosa dal gambo molto esile (rispetto all’enorme corolla del fiore) che domina sul profilo della provincia di Trento è proprio quella del socialismo europeo, che si è tramandata dallo Sdi al Ps al Psi. Anche se nel frattempo il socialismo europeo ha cambiato immagine. 
E' probabile che la doppia presentazione dei contrassegni sia stata fatta a solo scopo cautelativo: nessuno dei due emblemi, infatti, godrebbe del beneficio dall'esenzione dalla raccolta firme. Ogni presentazione di liste (autonome) legate espressamente al Psi, in ogni caso, è sempre un evento: capita di frequente, infatti, che esponenti socialisti siano eletti sotto contrassegni diversi, mentre le corse con il proprio simbolo spesso non sono state fortunate. Andrà meglio stavolta? 

Simbolo n. 44
2, 8, 19, 23, 31 e 44) Associazione Fassa

Il secondo simbolo presentato è stato depositato a nome dell'Associazione Fassa, un soggetto nato "in (e per) la Valle di Fassa, all'insegna di una nuova Politica, fatta di concretezze e di proposte volte a migliorare la nostra Comunità" (così si legge sul sito), guidato dalla presidente Elena Testor e dal segretario Luca Guglielmi. La lista dell'associazione sosterrà la candidatura del leghista Maurizio Fugatti, anche se il nome dell'aspirante presidente della provincia non figura su nessuno dei sei contrassegni presentati dal gruppo. Quello originale (adottato nel 2012), che riporta solo il nome "Fassa" sopra al profilo delle torri del Vajolet e una sorta di arcobaleno (anche se con colori diversi da quelli consueti) è quello con il numero 44 ed è apparso sulle schede anche nel 2013; gli altri cinque sono varianti del primo, esclusivamente sul piano nominale, con il nome integrato in italiano o in ladino, con il preciso scopo di evitare che altre associazioni con nomi simili si presentino.
In alto da sinistra, i simboli nn. 31, 8 e 19; in basso, i nn. 2 e 23

3) CasaPound Italia

Anche alle provinciali di Trento, come a quelle di Bolzano, tra gli emblemi depositati c’è pure quello di CasaPound Italia, che cinque anni fa non era invece stato depositato. Per il simbolo tricolore con la tartaruga-casa ottagonale, dunque, si tratta della prima presenza simbolica alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione della provincia. Un simbolo sempre uguale a se stesso, che non ha bisogno di alcuna caratterizzazione territoriale per essere riconosciuto, per lo meno da chi intende votarlo (pochi o tanti che siano).

4) La Bussola del Trentino

Il simbolo estratto con il numero 4 è stato per molti una totale incognita, almeno in una prima fase: cercando online, infatti, si trovava essenzialmente il riferimento a un convegno del Corriere organizzato nel 2009 appunto a Trento. Poi però Geremia Gios, ex direttore del dipartimento di economia e management all'università che qualcuno nelle settimane scorse aveva immaginato come candidato civico per il centrodestra (scelta che non ha poi avuto spazio), ha fatto sapere che quel contrassegno è legato a lui: non sarà lui il candidato presidente, ma sta lavorando alle liste. Intanto qui, su fondo arancione, appare un'elegante bussola tradizionale, con tanto di ago magnetizzato.

5) MoVimento 5 Stelle

Al numero 5 è stato sorteggiato il MoVimento 5 Stelle, alla seconda partecipazione elettorale alle provinciali di Trento (nel 2013 aveva raccolto il 5,72%). L'emblema rispetto a cinque anni fa è cambiato ben poco, soltanto con riguardo al sito riportato nella parte inferiore del contrassegno (da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it, saltando a piè pari Movimento5stelle.it che è stato in uso nel periodo intermedio): tutto il resto è perfettamente riconoscibile e non è improbabile che questa volta arrivi un risultato migliore per il M5S.

6) La civica per Gios

Come il nome testimonia molto bene, il simbolo La civica per Gios è stato depositato in previsione di una lista che, se non sostiene direttamente la candidatura del professor Geremia Gios (il cui cognome è l'elemento più evidente all'interno del contrassegno), è pronta a farne proprie le idee e a concretizzarne i progetti. I concetti di sobrietà, coerenza, trasparenza e condivisione sembrano raffigurati con le tre sagome umane stilizzate (peraltro già viste in altri emblemi e loghi altrove) gialle in campo azzurro scuro. 

7) Autonomisti popolari

Il caso ha voluto che il sorteggio abbia collocato, subito dopo una delle potenziali liste legate al progetto di Gios, il contrassegno degli Autonomisti popolari, la formazione guidata da Walter Kaswalder (che sarà anche capolista) che all'inizio si era detta interessata alla proposta di Gios, anche se ora sostiene Fugatti. Lo scopo del gruppo è, da statuto, "la promozione e la realizzazione di una integrale e dinamica autonomia e della sua amministrazione secondo i fondamentali principi della giustizia distributiva" tendendo a "un autogoverno" che tenga conto delle "caratteristiche storiche e tradizionali" delle persone del luogo, "oltre che delle loro necessità di progresso politico, sociale ed economico, per un valido ed indispensabile inserimento nell'ambito dell’Europa delle Regioni e dei Popoli, con l’obiettivo di costituire l’Euroregione Tirolo". E proprio "per l'Europa dei popoli e delle regioni" si può leggere sul simbolo, il cui elemento più visibile è un cristallo di ghiaccio su fondo rosso.

9) Etica

Ha scelto di depositare il proprio simbolo anche il Movimento Etica, di cui è coordinatore nazionale Massimo Taddei che alle ultime elezioni politiche era stato candidato sotto le insegne del Partito valore umano. Il movimento (in continuità ideale con il Pvu), "tenendo in considerazione il principio fondamentale della “Dignità dell’Uomo", intende arrivare "alla pacificazione nazionale" (senza più destra, sinistra o centro), "chiedendo conto della gestione dei beni del popolo [...] e rivalutandone la sovranità nei settori: politici, sanitari, finanziari, economici, scientifici, culturali, agrari, energetici". Il contrassegno non fa altro che inserire l'emblema - quadrato, come le sfumature di sfondo al variopinto "girotondo intorno al mondo" mostrano - all'interno di un cerchio bianco.

10 e 14) Unione di centro

Dopo il Movimento Etica il sorteggio ha collocato il primo dei due contrassegni presentati dall'Unione di centro, la cui collocazione all'interno del centrodestra non è mai stata messa seriamente in discussione. I due emblemi presentati sono pressoché identici tra loro e discendono evidentemente dall'emblema nazionale, ben riconoscibile con lo scudo crociato in primo piano (sopra le vecchie vele di Ccd e Democrazia europea) su fondo azzurro.
L'unica modifica percettibile riguarda la parte testuale ospitata all'interno del segmento circolare rosso posto nella parte superiore del contrassegno. Nell'emblema estratto nella posizione n. 10 è stato inserito il riferimento al Trentino, mentre in quello collocato al n. 14 si è preferito scrivere "con Fugatti", con il cognome del candidato presidente posto in maggiore evidenza (anche rispetto a "Trentino", visto che il nome è più breve). Abbastanza incomprensibile, su piano grafico, la scelta della font Futura Standard Book, certamente elegante e leggibile ma decisamente esile, forse troppo per una scritta bianca su fondo rosso di un contrassegno elettorale ("Casini", "Italia" e altre parole collocate in quella posizione hanno sempre usato almeno un grassetto, se non un Black).

11) Lega

Tra i due contrassegni appena visti si è collocato, all'11° posto, quello della Lega: se nel 2013 il Carroccio era stato praticamente la sola forza politica - assieme ai Cattolici europei uniti - a sostenere la candidatura del "suo" Maurizio Fugatti, questa volta il sostegno è ben più ampio. Il nucleo del simbolo è rimasto lo stesso, con Alberto da Giussano e la bandiera trentina, ma se è stato aggiunto il riferimento all'autonomia, non c'è più quello al Nord e, nella parte inferiore, è evidente il cognome di Salvini (sul modello del simbolo delle politiche), con al di sotto la scritta "Trentino" al posto di "premier". E la Lega è il solo partito di rilievo del centrodestra a non aver presentato varianti e a non aver inserito il nome di Fugatti nel simbolo.

Simbolo n. 42

12, 15, 21, 36, 42, 50) Partito autonomista trentino tirolese

Ha scelto di depositare ben sei contrassegni anche il Partito autonomista trentino tirolese, che anche in questo caso sosterrà Ugo Rossi nella sua candidatura (di riconferma) alla guida della provincia autonoma di Trento. L'emblema utilizzato sarà verosimilmente lo stesso di cinque anni fa, cioè l'ultima sua versione, con le due stelle alpine su fondo nero e la sigla Patt, con la "A" rossa per sottolineare il concetto di autonomia. Il partito del segretario Franco Panizza, tuttavia, ha deciso di depositare - per tutelare - tutta la sua storia: tra i contrassegni depositati, infatti, si trovano quello dell'Associazione studi autonomistici regionali, da cui ha avuto origine il Patt, nonché tutti quelli che il partito ha adottato nel corso degli anni (quando ancora si chiamava Pptt e adottava al proprio interno tre stelle alpine, e quelli più recenti in cui le edelweiss erano solo due, ma si inseriva la sigla Pptt-Ue o si lasciavano i fiori da soli).

In alto da sinistra, i simboli nn. 36, 12, 15; in basso, i nn. 21 e 50

13) XII stelle

Qui, in tutta sincerità, tocca veramente alzare le mani. Perché non si sa davvero nulla di questo gruppo politico che ha depositato, sotto il nome XII stelle, un emblema con la mappa muta dell'Europa, le dodici stelle della bandiera disposte "a uovo" e viste schiacciate dall'alto e, nel mezzo, il disegno fatto a computer di un fiore. Unica cosa che si apprende attraverso un articolo del Corriere del Trentino è che proprio questo contrassegno sarebbe stato il frutto di una ricusazione: in un primo tempo, infatti, all'interno sarebbe stata contenuta una croce, cassata perché anche a Trento sono vietati immagini e soggetti religiosi. Per il resto, però, buio totale.


Simbolo n. 46

16, 46 e 51) Futura 2018

Al numero 16 è stato sorteggiato un altro simbolo nuovo, ma di cui si sa decisamente di più. Futura 2018, infatti, è il nome di una lista, di un progetto politico e di un'associazione presieduta da Paolo Ghezzi, noto soprattutto come giornalista (ha diretto L'Adige), editore e scrittore (tra i suoi libri, Il Vangelo secondo De André). Tra la fine della primavera e l'intera estate si erano fatte ricorrenti e sempre più robuste le voci di chi - tra le componenti ufficiali di Verdi, Articolo 1, Primavera trentina ma anche in gruppi di "autoconvocati" -  avrebbe voluto Ghezzi come candidato alla presidenza della provincia per il centrosinistra, in alternativa all'uscente Ugo Rossi.
Alla fine il Pd ha scelto di candidare Giorgio Tonini, per cui - come scritto dallo stesso Ghezzi, che non aveva certo lanciato personalmente la propria candidatura - "non ha osato scommettere sul rinnovamento". Ciò nonostante, dopo tanti mesi di discussione affrontati "con audacia e generosità, con cuore e pazienza", la lista ha scelto di continuare il proprio sostegno al centrosinistra (ponendo Ghezzi in posizione di capolista), con la convinzione che l'unico avversario da battere sia "la destra leghista nazionalista", per evitare che anche Trento sia attratta in una tendenza che riguarda ormai gran parte dell'Italia. 
Alla fine la lista ha mantenuto il nome dell'associazione, inserendo nel contrassegno anche lo slogan "Partecipazione e solidarietà". Elemento grafico caratterizzante è "una virgola, molto semplice e pulita" (come si legge nella descrizione del contrassegno) di colore verde acqua, contornata di bianco, rosso e arancione; la stessa figura, pure se "a specchio", viene richiamata anche nel riferimento al 2018 (sostituendo lo 0), per cui "si sono formate due monovirgolette". Ghezzi ha depositato peraltro tre versioni del contrassegno: quella sorteggiata con il numero 16 ha lo slogan sotto al nome della lista, mentre le altre due lo hanno spostato sullo spazio bianco, facendo posto al nome del capolista. Sarà utilizzata la versione - sorteggiata con il numero 46 - che presenta la dicitura "con Paolo Ghezzi", ma il diretto interessato aveva presentato pure l'emblema che accanto al suo nome conteneva la parola "presidente": come a dire che non ci sarebbe stato bisogno di un suo impegno così forte, ma nel caso ci si era già preparati al salto più impegnativo.


17) Civica Trentina

Di seguito il sorteggio ha collocato un simbolo già noto e rappresentato in consiglio: si tratta del profilo montano stilizzato che si staglia sul fondo azzurro sfumato dell'emblema di Civica Trentina (che, a dispetto dell'assonanza, non ha alcun legame con la Civica "margherita" che fu di Dellai). La formazione nel 2013 aveva sostenuto la candidatura a presidente di Diego Mosna assieme a Progetto Trentino, Fare Trentino e altre tre liste; questa volta si presenta all'interno dell'ampia coalizione che appoggia la corsa presidenziale del leghista Maurizio Fugatti, che dunque potrà beneficiare dei valori di "autonomia e libertà" riportati nel simbolo.  


18 e 24) Forza Italia

Nel 2013 sulle schede non era finito esattamente il simbolo di Forza Italia, ma quello molto simile di Forza Trentino. Questa volta gli elettori della provincia di Trento troveranno invece l'emblema originale del partito guidato da Silvio Berlusconi, anche se non nella stessa versione vista alle ultime elezioni politiche: l'emblema sorteggiato con il numero 18, infatti, è quello adottato dai candidati forzisti alle elezioni europee del 2014, con la bandiera interamente contenuta in una circonferenza blu e con il semplice nome di Berlusconi al di sotto.
In occasione del deposito dei contrassegni tradizionali, tuttavia, il partito di Berlusconi ha presentato anche una seconda versione dello stesso contrassegno (sorteggiata al numero 24), che ha leggermente ridotto le dimensioni della bandierina per fare spazio all'indicazione della candidatura di Maurizio Fugatti, che via via ha visto convergere i partiti maggiori di centrodestra. E' probabile che alla fine sarà proprio questa la versione del contrassegno che finirà sulle schede; intanto però il partito ha scelto di tutelare anche la versione senza nome.


20 e 27) Territorialità responsabilità economia

Un'altra coppia di simboli è stata depositata da Tre, acronimo di Territorialità responsabilità economia, la lista legata a Roberto De Laurentis che in un primo tempo avrebbe dovuto far parte della coalizione di centrodestra (e continua ad attestarsi su quelle posizioni), mentre ora è impegnata in una corsa solitaria. Il nome scelto per la formazione è, volendo, esso stesso un simbolo: "TRE di TREntino - si legge sulla pagina Facebook - di 'T' territorialità, di 'R' responsabilità, di 'E' economia. TRE valori che verranno declinati in tutti gli ambiti politici". La sigla è la vera protagonista - soprattutto per dimensioni - del contrassegno color verde acqua, con la sagoma a profilo spezzato del Trentino leggermente più chiara; completa l'emblema quella che - viste le righe orizzontali sul corpo, potrebbe sembrare un'ape (mentre nelle prime versioni dell'emblema è certamente una farfalla). Unica differenza tra i due contrassegni è la presenza, in quello sorteggiato con il numero 27, di un piccolo "cartello" (ombreggiato) con la dicitura "De Laurentis presidente": dovrebbe essere proprio questo l'emblema con cui la formazione si presenterà agli elettori trentini, anzi, TREntini.


22) Primavera trentina

Il simbolo sorteggiato nella posizione numero 22 è quello della Primavera trentina, gruppo di sinistra nato "dal basso" a partire da un appello firmato da vari esponenti della società civile, tra cui lo psichiatra Renzo De Stefani. E' rimasto nel simbolo il cerchio "pennellato" degli inizi (che era anche la posizione di tutti i partecipanti alle riunioni di quel nuovo soggetto), unito a fiori su esili rami; è ben probabile però che il simbolo non arrivi sulle schede, visto che chi aveva dato vita alla Primavera ha poi contribuito a dar vita a Futura 2018, di cui è capolista Paolo Ghezzi.


25) Noi per il Trentino

Al posto numero 25 il sorteggio ha collocato il raggruppamento Noi per il Trentino, grafica che ricorda decisamente quella vista poche settimane fa per Noi per Alto Adige, movimento gemello: cambiano solo il colore di fondo (blu invece che arancione) e il profilo delle montagne collocato nella parte bassa del contrassegno. Il gruppo è guidato da Ivo Tarolli, già senatore dell'Udc, ed è schierato a sostegno di Ugo Rossi con l'idea dichiarata di costituire "una Svp bianca per interloquire con tutto il territorio alpino e con l'Europa", oltre che con Noi per Alto Adige, per ricostruire una comunità regionale.


26) Rivoluzione felice

Il simbolo collocato subito dopo è quello di Rivoluzione felice, il progetto più legato a Geremia Gios, sulla base del quale mesi fa aveva chiamato a raccolta i trentini anche se poi la sua candidatura alla presidenza della provincia autonoma non sembra essersi concretizzata. L'elemento preponderante del contrassegno è un arco a tutto sesto, con il concio che fa da chiave di volta messo in evidenza in colore arancione su sfondo verdino, quasi a sottolineare il ruolo che la rivoluzione immaginata da Gios aveva.


28) Il popolo della famiglia - Noi per il Trentino - Etica

Il simbolo estratto successivamente rappresenta l'unica vera "bicicletta" di queste elezioni, anche se da un certo punto di vista rappresenta un triciclo. Lo stesso contrassegno, infatti, contiene le "pulci" del Popolo della famiglia di Mario Adinolfi e di Noi per il Trentino, ma c'è anche nella parte inferiore il nome abbreviato del Movimento Etica. Inizialmente doveva essere questa la lista pensata da Ivo Tarolli a sostegno di Ugo Rossi, con l'idea che corresse a fianco del Patt: partito che, tuttavia, non avrebbe preso benissimo la presenza degli adinolfiani nella compagine, per cui l'accordo sarebbe saltato in itinere.


29) Agire per il Trentino

Nella posizione numero 29 c'è un altro simbolo a sostegno di Maurizio Fugatti, prettamente locale, ma che risulta addirittura registrato come marchio: quello di Agire per il Trentino, movimento nato nel 2016 con una forte vocazione autonomista. Il sito stesso descrive l'emblema nei dettagli: "Il simbolo presenta la parola Agire in maiuscolo solido in carattere a bastone con il punto sulla i maiuscola per rinforzare l’accento sul significato della parola che sta per capacità di azione, di mettersi i gioco e di prendere iniziative. Il sottotitolo 'per il Trentino' accomuna l’appartenenza del movimento al territorio e alla comunità che in esso vive. I colori azzurro/blu del cielo terso e verde scuro/chiaro del paesaggio accentuano il valore di amore e della volontà di agire e fare per 'prendersi cura', fare bene. Il fondo del testo è grigio chiaro per esprimere serietà e autorevolezza". A ciò a questo giro si aggiunge una sorta di post-it giallo ombreggiato con il nome del leader e capolista, Claudio Cia. 


30) La catena

Non poteva davvero mancare una presenza simbolica ben nota ai #drogatidipolitica da quelle parti: La catena. Anche questa volta Bruno Franco, artigiano nato a Bolzano, ha presentato il simbolo del suo movimento, che aveva avuto una certa notorietà a livello nazionale per essere stato depositato al Viminale prima delle elezioni europee del 2014 e anche prima delle politiche di quest'anno. La doppia scure è sempre lì, la catena a maglie ben unite per esprimere tutta la rabbia e l'esigenza di cambiamento: "tutto il potere ai commercianti, agli artigiani e agli imprenditori", si potrebbe dire. E Franco lo dice: presenterà anche la lista?


33) Federazione dei Verdi

Tra gli emblemi depositati si rivede anche un grande classico, il sole che ride della Federazione dei Verdi. Non si tratta certo di una novità, ma ormai è sempre più raro vederlo in uso o anche solo depositato da solo, non unito ad altri emblemi. Qui invece c'è la grafica storica, in uso da quasi trent'anni: non significa per forza che la lista sarà presentata, ma in qualche modo il partito - che nelle settimane precedenti si era espresso chiaramente in sostegno a Paolo Ghezzi - ha scelto di marcare la propria presenza.


34) Autonomia dinamica

Il nome della forza politica il cui simbolo è stato estratto alla posizione numero 34 è interessante: Autonomia dinamica, infatti, è una formazione nata nel 2016 per "diffondere l’Autonomismo Popolare, al fine di costituire - si legge nello statuto - un percorso di crescita per il territorio e i suoi cittadini, basandosi sugli elementi fondamentali di Democrazia, Giustizia, Solidarietà sociale, Tradizioni e Merito, tutelando e valorizzando l’Autonomia trentina con particolare attenzione alle diversità culturali e territoriali che la caratterizzano". Sul piano grafico Ad si caratterizza per un emblema "composto dalla testa di un aquila vista di profilo che si fonde con le montagne": uno dei suoi fondatori, Mauro Ottobre, è candidato alla presidenza della provincia autonoma.


35) Popoli Liberi - Freie Völker

E' stato sorteggiato con il numero 35, ma i media locali hanno debitamente messo in luce che il primo a depositare il simbolo è stato il vulcanico Paolo Primon, leader del partito Popoli Liberi - Freie Völker. Ciò peraltro è stato possibile grazie all'impegno delle truppe della Schützenkompanie Trient, intitolata al Major Giuseppe De Betta, di cui Primon è comandante: loro si sono infatti organizzate per trascorrere la notte davanti all'ingresso del palazzo della provincia, così che il simbolo potesse essere depositato per primo perché, come ha dichiarato lo stesso Primon, "poi dobbiamo andare a lavorare". Il movimento intende trasformare in modo pacifico il Trentino - Alto Adige "in una moderna regione Indipendente attraverso modi democratici, elettorali, e referendari, nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione della Repubblica Italiana e delle Comunità internazionali con la legge dell’autodeterminazione", tutto questo per "realizzare le aspirazioni dei popoli indipendenti, aspirazioni ad un autogoverno che tenga conto della necessità di uno sviluppo sociale legato alle caratteristiche etniche, culturali e storiche dei singoli popoli, tendenti ad una effettiva reciproca parità ed a una pacifica collaborazione paritaria tra tutti i popoli europei e del mondo". Nel simbolo - perfezionato dal grafico direttamente da Berlino, come ha scritto Primon sul suo account Facebook - spicca, oltre al nome del candidato alla presidenza, l'aquila del Tirolo.


37) L'altro Trentino a sinistra

Nella posizione numero 37 si colloca L'altro Trentino a sinistra, formazione che nel nome chiarisce subito il proprio posizionamento, certamente in autonomia rispetto alla coalizione che sostiene Giorgio Tonini. La formazione, che sostiene la candidatura a presidente di Antonella Valer (assieme a Liberi e Uguali, di cui è possibile che nasca una lista anche se non si è provveduto al deposito del simbolo in prima battuta), riunisce soprattutto persone legate a Rifondazione comunista e a Potere al popolo: il fondo è tutto rosso e spicca la silhouette bianca della provincia di Trento.


38) Unione per il Trentino

Non stupisce affatto trovare, tra i simboli depositati presso la sede della provincia, anche quello dell'Unione per il Trentino, movimento nato nel 2008 - soprattutto per volontà di Lorenzo Dellai - come evoluzione della vecchia Civica Margherita, che di quell'esperienza ha di fatto mantenuto la corolla del fiore. Nel 2013 l'Unione per il Trentino - registrata l'anno dopo anche come partito politico nazionale - ha contribuito in modo significativo alla vittoria di Ugo Rossi; questa volta ha seguito di nuovo il Pd nel sostegno a Giorgio Tonini.

39) Partito democratico

Si parlava appunto del Partito democratico, che ha scelto di non puntare alla conferma di Rossi ma di schierare un proprio candidato, il parlamentare dem - già cristiano sociale, poi Ds - Giorgio Tonini. Per questa campagna elettorale, proprio come cinque anni fa, il Pd ha deciso di utilizzare il simbolo tradizionale, con la minima caratterizzazione possibile: scrivere "del Trentino" sotto al logo elaborato da Nicola Storto, senza spostare il resto di una virgola. E alla pari della Lega e del M5S, non è stato presentato alcun emblema alternativo. 


40) Union autonomista ladina

Nel 2013 era alleata con il Pd e il Patt e altre forze anche l'Union autonomista ladina. Questa volta non si hanno notizie in rete delle scelte del movimento relative alle imminenti elezioni provinciali, ma non stupisce affatto che il simbolo sia stato tra quelli depositati. Si tratta dello stesso emblema impiegato cinque anni fa, con la figura che suona il corno e sotto i colori della Ladinia: tempo qualche giorno e si vedrà se saranno state raccolte le firme per una lista in cui la minoranza ladina possa sentirsi rappresentata.


41) Trentino Pop

Non passa certo inosservato il simbolo della lista Trentino Pop, sia per il nome, sia per il colore di fondo utilizzato e per la parola "Pop" enorme in primo piano. La "O", tra l'altro, è sostituita dal segno di accensione degli apparecchi, lo stesso utilizzato dal think tank Restart, legato alla senatrice Donatella Conzatti. Non è dato sapere se il simbolo resterà tale o se si trasformerà in lista, ma intanto la sola presenza induce interessati e osservatori a riflessioni e alla costruzione di possibili scenari. Tempo qualche giorno e saranno sottoposti a verifica.


43) Moviment Ladin de Fascia

Non c'è solo l'Associazione Fassa a rappresentare gli interessi della Val di Fassa: tra i simboli depositati, infatti, si trova anche quello del Moviment Ladin de Fascia, con nome rigorosamente in ladino. Sembrerebbe trattarsi in realtà di una new entry, perché il movimento non figurava tra le liste che hanno corso nel 2013. La grafica, peraltro, sembra piuttosto semplice e quasi 0.0, soprattutto per come appaiono le montagne. I colori del cielo e del prato sono gli stessi della Ladinia; da segnalare le sei stelle alpine disposte a sorriso.


45) Progetto Trentino

Anche Progetto Trentino, che qui è stato sorteggiato con il numero 45, è stato registrato a Roma come partito a livello nazionale, ma era comunque ovvio che il suo emblema fosse tra quelli presentati per questo turno elettorale. Nel 2013 il fumetto con le iniziali arancione e rossa di Progetto Trentino aveva sostenuto la candidatura di Diego Mosna ed era riuscita a ottenere quattro seggi; questa volta, anche questo emblema farà parte della coalizione di centrodestra, popolare e autonomista, dunque a sostegno di Maurizio Fugatti. 


47 e 49) Fratelli d'Italia

Nel 2013 alle elezioni provinciali partecipò anche una lista di Fratelli d'Italia, per sostenere da sola il proprio candidato Cristiano De Eccher: allora non andò benissimo (arrivò l'1,56%). Questa volta il partito di Giorgia Meloni torna dopo essersi ripreso la fiamma tricolore del Movimento sociale italiano (ma senza base e soprattutto rinunciando al nome scomodo di Alleanza nazionale che alla fine del 2013 aveva ottenuto dalla Fondazione An) e partecipa inevitabilmente alla coalizione - popolare, ma pur sempre connotata come di centrodestra - che sostiene la candidatura a presidente di Maurizio Fugatti. 
Per l'occasione, il partito ha depositato il proprio simbolo nazionale, ma non ha rinunciato a presentare anche un secondo contrassegno solo leggermente variato: nello spazio tra il bordo del cerchio e il nome, infatti, è stato inserito in giallo il riferimento "per Fugatti". Graficamente l'emblema risulta piuttosto pieno e "respira" poco in alto (si tratta pur sempre di un inserimento un po' forzato), ma se non altro le proporzioni sono state fatte in modo relativamente corretto; al di là della grafica, Fdi spera in questo caso di ottenere di più, anche per la collocazione in coalizione.


48) Fronte sovranista italiano 

Giusto tra i due simboli di Fratelli d'Italia, è stato sorteggiato il simbolo del Fronte sovranista italiano, che in questo caso ha preso il nome di Riconquistare l'Italia. Non esistono emblemi che portino la parola "sovranità" o "sovranista" all'interno, ma di certo questo si pone come facile da leggere e da riconoscere, oltre che decisamente caratteristico per la presenza della stella troncata da una parentesi: per scoprirne il significato, si può leggere la spiegazione data dal partito stesso. Presto si vedrà se al simbolo seguirà anche la lista.