sabato 31 dicembre 2022

Il 2022 finisce, la gratitudine no!

Il 2022 non doveva essere l'anno delle elezioni politiche: in teoria poteva essere relativamente tranquillo, nella speranza che il Covid-19 smettesse di funestare e rendere complessa la vita degli italiani anche sul piano elettorale. Com'è noto, invece, il 2022 finisce con un Parlamento eletto lo scorso 25 settembre, con l
a secondapplicazione della "legge Rosato", ma per la prima volta legatalle Camere "a ranghi ridotti", dopo l'entrata in vigore della riforma del taglio dei parlamentari.
Al di là dell'esito elettorale, che in seguito ha portato a Palazzo Chigi Giorgia Meloni (prima donna, prima personappartenente Fratelli d'Italia e, più in generale, a un partito dichiaratamente di destra), queste sono state innanzitutto le prime elezioni politiche svoltesi all'inizio dell'autunno, che dunque hanno richiesto di svolgere in estate quasi tutta la campagna elettorale e, soprattutto, tutte le operazioni preparatorie, inclusa la presentazione di contrassegni e candidature. Pur essendo inatteso questo voto anticipato, questo sito ha cercato di seguire le elezioni politiche nel modo più approfondito possibile, fin da quando si è arrivati allo scioglimento delle Camere e si sono fatte ipotesi sulle date del voto e sui conseguenti calendari delle operazioni pre-elettorali, rendendo concreto lo scenario da "Viminale beach", poi confermato quando l'apertura delle urne è stata fissata per il 25 settembre.
Mai come in passato, poi, le settimane precedenti il voto sono state caratterizzate dal dibattito sull'interpretazione da dare alle disposizioni in materia di raccolta firme ed esenzione da quell'onere: il primo problema è stato sollevato dall'iniziativa di Eumans (con Marco Cappato in prima fila) che si era tradotta nella presentazione della lista Referendum e Democrazia, sostenuta solo da firme digitali ma non ammessa (lasciando addosso un chiaro senso di "ingiusto"); il secondo era legato alla possibilità che Azione godesse dell'esonero dalla raccolta delle sottoscrizioni in virtù della sua co-partecipazione alle ultime europee e alla sua presenza Strasburgo, a causa di una disposizione eccezionale (l'ennesima) che da più parti - pure su questo sito - si è cercato di interpretare a favore della partecipazione, persino esgerando o rischiando di rispondere con irragionevolezze aaltre irragionevolezze. Un caso tutto particolare ha poi riguardato la nascita del soggetto elettorale guidato da Luigi Di Maio, provvisoriamente chiamato (a livello parlamentare) Insieme per il futuro, poi ufficialmente diventato Impegno civico, ma con entrambi i nomi ampiamente sfruttati alle elezioni amministrative (con l'esito elettorale della lista che, fatta eccezione per l'elezione in un collegio uninominale di Bruno Tabacci, nato nocchiero elettorale ma unico a salvarsi, probabilmente ne favorirà la damnatio memoriae o, più semplicemente, l'oblio).
Naturalmente il centro dell'attività del sito è stato costituito dal deposito dei contrassegni, che anche questa volta - benché nella situazione di quest'anno non fosse scontato per il titolare di questo sito si è riusciti a coprire in tempo quasi reale e direttamente dal Viminale (pure con riguardo al suo prologo). Ciò è stato possibile per la cortesia del Viminale che ha concesso l'accredito e grazie anche alla collaborazione impagabile (oltre che dei depositanti che hanno gentilmente dato le informazioni necessariedelle colleghe e dei colleghi giornalisti che per due giorni e mezzo hanno vissuto quel rito da osservatori quasi-partecipanti, narratori e anche un po' da fiancheggiatori (con una punta - ce lo si permetta, perbacco! - di cazzeggio). Meritano dunque un anticipo dei ringraziamenti le persone con cui chi scrive ha condiviso i giorni dal 12 al 14 agosto (nonché le fasi delle bocciature e riammissioni dei simboli) e che lo hanno benevolmente sopportato e supportato: Luca Mariani (Agi), Giulia Marrazzo (Ansa), Marcello Mamini ed Emanuele Iacusso (Adnkronos) e Stefano Mentana (TPI), oltre che Alice Sponton (La7 - L'aria che tira estate). Con molte e molti di loro si è condivisanche l'esperienza - per me nuova - della presentazione delle liste in Corte d'appello a Roma, che si è coperta essenzialmente con la pagina Facebook del sito, prestandosi più alla comunicazione con brevi testi e foto che alla scrittura di articoli.
Lo svolgimento inatteso delle elezioni politiche ha messo inevitabilmente in ombra il turno di elezioni amministrative svoltosi il 12 giugno (di nuovo regolarmente in primavera, senza lo spostamento all'autunno causa Covid-19 come eravvenuto negli ultimi anni) e anche, in parte, le elezioni regionali che si sono tenute solo in Sicilia (contemporaneamente al voto politico), per non parlare delle suppletive che hanno interessato di nuovo il collegio Roma-Trionfale della Cameril 16 gennio scorso. Con riferimento alle amministrative si è cercato di coprire il maggior numero di capoluoghi possibile (soprattutto Genova e Palermo), sapendo che il tempo a disposizione questa volta era davvero poco, ma potendo contare sempre sull'aiuto prezioso di Antonio Folchetti; non è mancato poi, grazie ovviamente a Massimo Bosso, il consueto viaggio nei comuni "sotto i mille", in tre tappe (preparazione, Nord allargato e Centro-Sud), reso possibile perché la disposizione che avrebbe dovuto rendere più difficili le liste extra muros non è statapprovata (e la legislatura poi è finita in anticipo).
Tra gli eventi che hanno caratterizzato quest'anno, accanto alle presentazioni di libri (La variante Dc con Gianfranco Rotondi, I manifesti politici con Edoardo Novelli, Votantonia - The Book con Antonia Colasante e Valentina Cinelli) e alla conversazione pre-elettorale con l'ottimo Alessandro Gigliotti, occorre ricordare il festeggiamento del decennale di questo sito, culminato con la conversazione tra #drogatidipolitica dell'8 luglio. Si sono fatte anche altre iniziative e l'ultimarriverà tra pochi giorni: il traguardo è importante e merita un po' di attesa.  
Proprio quell'ultimo appuntamento, in realtà, insieme ad altre questioni personali, hanno di molto ridotto la mia presenza su questo sito e sulla pagina stessa, tralasciando vari aggiornamenti anche importanti e non riuscendo a cogliere i molti suggerimenti che pure tante persone hanno continuato a dare in questi mesi. Mi scuso di quest'assenza (che incredibilmente ha fatto anche preoccupare qualcuno) e spero di poter rimediare presto. Nel frattempo, non mi sottraggo di certo al rito consueto della lista di nomi di persone cui va lamia gratitudine, listche si allunga sempre di più: spero possallungarsi ancora, grazie a chi c'è e a chi vi entrerà. Buon 2023 e - speriamo - tanta politica da raccontare.
 
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Grazie a Martino Abbracciavento, Paolo Abete, Ignazio Abrignani, Leonardo Accardi, Giovanni Acquarulo, Mario Adinolfi, Guglielmo Agolino, Tiziana Aicardi, LucAl Sabbagh, Tiziana Albasi, Mauro Alboresi, Alberto Alessi, Francesca Alibrandi, Alfonso Alfano, David Allegranti, Angela Allegria, Antonio Amico, Antonio Angeli, Daniele Arghittu, Leoluca Armigero, Nicola Aronne, Antonio Atte, Luigi Augussori, Mauro Aurigi, Luca Bagatin, Cristina Baldassini, Laura Banti, Marcello Baraghini, Daniele Barale, Lucio Barani, Amedeo Barbagallo, Paolo Barbi, Mario Bargi, Enzo Barnabà, Giovanni Barranco, Alessandro M. Baroni, Chiara Maria Bascapè, Maruzza Battaglia, Americo Bazzoffia, Giovanni Bellanti, Fabio Belli, Pierpaolo Bellucci, Marco Beltrandi, Francesco Benaglia, Giulia Benaglia, Valentina Bendicenti, Matteo Benetton, Pierangelo Berlinguer, Roberto Bernardelli, Rita Bernardini, Enrico Bertelli, Giuseppe Berto, Niccolò Bertorelle, Alberto Bevilacqua, Diego "Zoro" Bianchi, Leonardo Bianchi, Giuliano Bianucci, Laura Bignami, Raffaella Bisceglia, Mauro Biuzzi, Fabio Blasigh, Paolo Bonacchi, Enzo Bonaiuto, Ettore Bonalberti, Paola Bonesu, Andrea Boni, Mauro Bondì, Fabio Bordignon, Salvatore BorgheseMichele Borghi, Lorenzo Borré, Renzo Bortolot, Massimo Bosso, Francesco Bragagni, Carlo Branzaglia, Antonio Bravetti, Giancarlo Brioschi, Franco Bruno, Andrea Bucci, Giampiero Buonomo, Antonio Burton Cerrato, Mario Cabeddu, Massimiliano Cacciotti, Giovanni Cadioli, Luca Calcagno, Giuseppe Calderisi, Mauro Caldini, Stefano Caldoro, Stefano Camatarri, Antonio Campaniello, Francesco Campopiano, Elisabetta Campus, Aurelio Candido, Maria Antonietta Cannizzaro, Matteo Cantamessa, Roberto Capizzi, Monica Cappelletti, Luca Capriello, Giovanni Capuano, Jacopo Capurri, Giuseppe Carboni, Vito Cardaci, Francesco Cardinali, Mauro Carmagnola, Nicola Carnovale, Damiano Cosimo Cartellino, Francesco Casciano, Elena Caroselli, Robert Carrara, Cosimo Damiano Cartelli, Roberto Casciotta, Michele Casolaro, Pierluigi Castagnetti, Marco Castaldo, Vincenzo Castellano, Luciano Castro, Stefano Ceccanti, Filippo Ceccarelli, Luigi Ceccarini, Mirella Cece, Anna Celeste, Luciano Chiappa, Vincenzo Chiusolo, Angelo Ciardullo, Valentina Cinelli, Mauro Cinquetti, Giuseppe Cirillo, Massimo Cirri, Giulia Civiletti, Roman Henry Clarke, Daniele Coduti, Paolo Colantoni, Luigi Colapietro, Antonia Colasante, Emanuele Colazzo, Manlio Collino, Emiliano Colomasi, Ettore Maria Colombo, Fabrizio Comencini, Daniele Vittorio Comero, Francesco Condorelli Caff, Nicola Consiglio, AndreConsonni, Carmelo Conte, Antonio Conti, Pietro Conti, Francesco Corradini, Carlo Correr, Antonio Corvasce, Silvia Costa, Cristina Costantini, Andrea Covotta, Graziano Crepaldi, Vito Crimi, Luca Cristini, Francesco Crocensi, Stefano Croletto, Mattia Crucioli, Natale Cuccurese, Emilio Cugliari, Francesco Cundari, Johnathan Curci, Salvatore Curreri, Francesco Curridori, Domenico Cutrona, Francesco D'Agostino, Nicola D'Amelio, Gabriele D'Amico, Michele D'Andrea, Roberto D'Angeli, Renato D'Emmanuele, Serafino D'Onofrio, Ferdinando D'Uva Cifelli, Alessandro Da Rold, Pierluca Dal Canto, Roberto Dal Pan, Paolo Dallasta, Marco "Makkox" Dambrosio, Lorenzo De Cinque, Fabrizio De Feo, Gianluca De Filio, Filippo De Jorio, Francesco De Leo, Pietro De Leo, Davide Maria De Luca, Stefano De Luca, Pino De Michele, Carlo De Micheli, Antonio De Petro, Mario De Pizzo, Giancarlo De Salvo, Roberto De Santis, Donato De Sena, Franco De Simoni, Mauro Del Bue, David Del Bufalo, Alessandro Del Monaco, Paola Dell'Aira, Maurizio Dell'Unto, Benedetto Della Vedova, Riccardo DeLussu, Alfio Di Costa, Dario Di Francesco, Roberto Di Giovan Paolo, Alberto Di Majo, Luca Di Majo, Alfio Di Marco, Marco Di Nunzio, Simone Di Stefano, Alessandro Di Tizio, Antonino Di Trapani, Giovanni Diamanti, Ilvo Diamanti,  Antonino Distefano, Raffaele Dobellini, Federico Dolce, Alessandro Duce, Filippo Duretto, Daniele Errera, Sabatino Esposito, Tullia Fabiani, Andrea Fabozzi, Filippo Facci, Leonardo Facco, Piercamillo Falasca, Giuseppe Alberto Falci, Arturo Famiglietti, Annalisa Fantilli, Marco Fars, Luigi Fasce, Gianni Fava, Giovanni Favia, Francesca Federici, Stefano Feltri, Paolo Ferrara, Jacopo Maria Ferri, Emilia Ferrò, Antonio Fierro, Giulia Fioravanti, Roberto Fiore, Daniele FIori, Francesca Fiorletta, Luciano Fissore, Antonio Floridia, Antonio Folchetti, Gianni Fontana, Cinzia Forgione, Gianluca Forieri, Ciro Formicola, Riccardo Forni, Sara Franchino, Gabriella Frezet, Iztok Furlanič, Massimo Galdi, Vincenzo Galizia, Vincino Gallo, Elisa Gambardella, Alessandro Gamberi, Riccardo Gandini, Federico Gandolfi, Uberto Gandolfi, Luciano Garatti, Carlo Gariglio, Paolo Garofalo, Francesco Gasbarro, Marcello Gelardini, Chiara Geloni, Alessandro Genovesi, Tommaso Gentili, Luciano Ghelfi, Mattia Giacometti, Alessio "Pinuccio" Giannone, Alessandro Gigliotti, Marco Giordani, Michele Giovine, Andrea Gisoldi, Carlo Gustavo Giuliana, Adriano Gizzi, Bruno Goi, Renato Grassi, Roberto Gremmo, Antonio Guidetti, Massimo Gusso, Giovanni Guzzetta, Vincenzo Iacovino, Vincenzo Iacovissi, Emanuele Iacusso, Orlando Iannotti, Antonino Ingrosso, Mauro Incerti, Paolo Inno, Matteo Iotti, Tobias Jones, Roberto Jonghi Lavarini, Luca Josi, Tommaso Labate, Piero Lamberti, Orione Lambri, Giacomo Landolfi, Piero Lanera, Calogero Laneri, Alessandro Lanni, Lisa Lanzone, Angelo Larussa, Michele Lembo, Marco Lensi, Davide Leo, Pellegrino Leo, Raffaella Leonardi, Luca Leone, Ferdinando Leonzio, Raffaele Lisi, Giovanni Litt, Antonio Marzio Liuzzi, Valentina Lo Valvo, Max Loda, Dario Lucano, Nino Luciani, Maurizio Lupi (il Verde-Verde), Bruno Luverà, Chiara Macina, Angela Maenza, Cesare Maffi (chiunque sia), Paolo Maggioni, Mimmo Magistro, Paolo Oronzo Magli, Francesco Magnani, Alex Magni, Francesco Magni, Bruno Magno, Marco E. Malaguti, Lucio Malan, Francesco Maltoni, Marcello Mamini, Enzo Mancini, Pietro Manduca, Renato Mannheimer, Silvja Manzi, Andrea Maori, Gian Paolo Mara, Enzo Maraio, Roberto Marchi, Federico Marenco, Gherardo Marenghi, Marco Margrita, Luca Mariani, Giulia Marrazzo, Marco Marsili, Carlo Marsilli, Leonardo Martinelli, Dario Martini, Antonio Massoni, Riccardo Mastrolillo, Mataran (tutta la banda), Angela Mauro, Angelo Mauro, Federico Mauro, Andrea Mazziotti Di Celso, Paola Meinardi, Angelo Orlando Meloni, Elisa Meloni, Marcello Menni, Stefano Mentana, Giovanni Merante, Filippo Merli, Giorgio Merlo, Amalia Micali, Vincenzo Miggiano, Luca Misculin, Antonio Modaffari, Marco Monni, Marco Montecchi, Rosanna Montecchi, Nicolò Monti, Roberto Morandi, Raffaello Morelli, Matteo Moretto, Fabio Morgano, Francesco Morganti, Mara Morini, Francesco Mortellaro, Claretta Muci, Martina Mugnaini, Pietro Murgia, Paola Murru, Alessandro Murtas, Tomaso Murzi, Antonio Murzio, Cristiana Muscardini, Alessandro Mustillo, Paolo Naccarato, Giorgio Nadalini, Francesco Napoli, Donato Natuzzi, Ippolito Negri, Claudio Negrini, Fabio Massimo Nicosia, Davide Nitrosi, Gianluca Noccetti, Edoardo Novelli, Marzia Novellini, Vincenzo Carmine Noviello, Enrico Olivieri, Matteo Olivieri, Federica Olivo, Oradistelle, Fabrizio Orano, Claudio Ossani, Laura Pacelli, Mario Pacelli, Gabriele Paci, Alessandro Pacifico, Libera Ester Padova, Andrea Paganella, Roberto Pagano, Pierluigi Pagliughi, Enea Paladino, Lanfranco Palazzolo, Paolo Palleschi, Carmelo Palma, Giovanni Ciro Palmieri, Enzo Palumbo, Massimiliano Panarari, Max Panero, Filippo Panseca, Giulia Pantaleo, Margherita Paoletti, Federico Paolone, Giovanni Pappalardo, Fabio Pariani, Massimo Parecchini, Dario Parrini, Gustavo Pasquali, Ottavio Pasqualucci, Gianluca Passarelli, Oreste Pastorelli, Alan Patarga, Ivan Pavesi, Lorenzo Pavoncello, Angela Pederiva, Marco Peretti, Stefano Perini, Massimo Percossi, Giacomo Peterlana, Rinaldo Pezzoli, Antonio Piarulli, Elisa Piazza, Tomaso Picchioni, Marco Piccinelli, Daniele Piccinin, Flavia Piccoli Nardelli, Fabrizio Pignalberi, Francesco Pilieci, Gianluca Pini, Marco Pini, Marco Piraino, Stefania Piras, Enrico Pirondini, Piero Pirovano, Andrea Maria Pirro, Irma Liliana Pittau, Candida Pittoritto, Elisa Pizzi, Matteo Pizzonia, Marina Placidi, Vladimiro Poggi, Paolo Poggio, Carlandrea Poli, Elena G. Polidori, Vittorio Polieri, Alfredo Politano, Mauro Polli, Nicola Porfido, Giacomo Portas, Aldo Potenza, Giuseppe Potenza, Lorenzo Pregliasco, Cesare Priori, Giulio Prosperetti, Carlo Prosperi, Matteo Pucciarelli, Franco Puglia, Simona Pulvirenti, Riccardo Quadrano, Renzo Rabellino, Andrea Rauch, Michele Redigonda, Pierluigi Regoli, Andrea Renzi, Maurizio Ribechini, Angelo Riccardi, Livio Ricciardelli, Brando Ricci, Egle Riganti, Pietro Paolo Rimonti, Matteo Riva, Francesco Rizzati, Giuseppe Rizzi, Marco Rizzo, Lamberto Roberti, Donato Robilotta, Luca Romagnoli, Giorgia Rombolà, Giuliano Giuseppe Romani, Federico Rossi, Giovanni Rossi, Giuseppe Rossodivita, Gianfranco Rotondi, Daniele Rotondo, Sergio Rovasio, Salvatore Rubbino, Massimo Rubechi, Simonetta Rubinato, Roberto Ruocco, Mariagrazia Russo, Antonio Sabella, Pierantonio Sabini, Giampaolo Sablich, Luca Sablone, Francesco Saita, Stefano Salmè, Elio Salvai, Gennaro Salzano, Angelo Sandri, Maurizio Sansone, Giovanni Santaniello, Aldo Santilli, Egidio Santin, Giuliano Santoro, Ugo Sarao, Anna Sartoris, Alessandro Savorelli, Jan Sawicki, Tonino Scala, Gian Franco Schietroma, Alexander Schuster, Francesco Sciotto, Giacomo Scotton, Renato Segatori, Alessandra Senatore, Elisa Serafini, Roberto Serio, Oscar Serra, Diana Severati, Gianni Sinni, Claudia Soffritti, Carlo Antonio Solimene, Catia Sonetti, Roberto Sorcinelli, Gigi Sordi, Simone Sormani, Samuele Sottoriva, Stefano Spina, Valdo Spini, Alice Sponton, Ugo Sposetti, Mario Staderini, Gregorio Staglianò, Anna Starita, Luigina Staunovo Polacco, Roberto Stefanazzi, Lorenzo Stella, Leo Stilo, Francesco Storace, Nicola Storto, Ivan Tagliaferri, Tiziano Tanari, Mario Tassone, Barbara Tedaldi, Roland Tedesco, Edoardo Telatin, Luca Tentoni, Adriano Teso, Antonio Tolone, Marco Tonus, Mauro Torresi, Luigi Torriani, Alvaro Tortoioli, Giuseppe Toscano, Massimiliano Toti, David Tozzo, Roberto Traversa, Marco Trevisan, Ciro Trotta, Lara Trucco, Fabio Tucci, Andrea Turco, Maria Turco, Maurizio Turco, Massimo Turella, Sauro Turroni, Davide Uccella, Mauro Vaiani, Manfredi Valeriani, Silvia Vallisneri, Marco Valtriani, Lorenzo Vanni, Milhouse Van Houten, Max Vassura, Margherita Vattaneo, Gianluca Giuseppe Veneziano, Alessio VernettiEnrico Veronese, Sergio Veronese, Fiodor Verzola, Angelo Vezzosi, Michele Viganò, Lucia Visca, Canzio Visentin, Ettore Vitale, Sara Zambotti, Pierantonio Zanettin, Camllla Zanola, Maria Carmen Zito, Mirella Zoppi, Roberto Zuffellato, Federico Zuliani, Piotr Zygulski. 

In chiusura, un ringraziamento speciale quest'anno tocca a chi ha elaborato il simbolo - già noto - di Lista civica Cecchetto, base per il simbolo-logo di quest'anno.

venerdì 30 dicembre 2022

Il futuro marchio del Comitato Nord (approdato in Regione Lombardia)

Chi voleva avere la dimostrazione che il Comitato Nord - progetto politico
voluto da Umberto Bossi (e coordinato dall'europarlamentare Angelo Ciocca e dall'ex deputato ed ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi) per rinverdire l'attenzione per l'obiettivo dell'autonomia di Lombardia e Veneto e per altri temi "classici" leghisti tra gli iscritti alla Lega per Salvini premier - puntasse a un'attività duratura probabilmente ora può contare su un indizio di una certa consistenza. Il 23 dicembre, infatti, è stata depositata per il logo del Comitato Nord - nel frattempo registrato come associazione, con sede a Pavia - la richiesta di registrazione come marchio. La notizia è stata data oggi dAdnkronos e merita di essere considerata con una certattenzione.
Il fregio - che viene ufficialmente descritto come "consistente in due campi sovrapposti, rispettivamente verde e blu, su cui sono apposte le due parole Comitato e Nord rispettivamente di colore bianco e giallo", senzfare riferimento alla forma complessiva di freccia - risulta essere stato depositato proprio a nome del Comitato Nord, attraverso lo studio milanese Fumero Srl (esperto in brevetti e titoli di proprietà industriale). Sono ben 8 le classi di prodotti e servizi della classificazione di Nizza per le quali si richiede protezione: le numero 6 (Metalli comuni e loro leghe; materiali per costruzione metallici; costruzioni metalliche trasportabili; materiali metallici per ferrovie; cavi e fili metallici non elettrici; serrami e chincaglieria metallica; tubi metallici; casseforti; minerali), 16 (Carta e cartone; stampati; articoli per legataria; fotografie; cartoleria; adesivi per la cartoleria o per uso domestico; materiale per artisti; pennelli; macchine da scrivere e articoli per ufficio; materiale per l'istruzione o l'insegnamento; materie plastiche per l'imballaggio; caratteri tipografici; cliché), 18 (Cuoio e sue imitazioni; pelli di animali; bauli e valigie; ombrelli e ombrelloni; bastoni da passeggio; fruste e articoli di selleria), 24 (Tessuti e loro succedanei; coperte da letto e copri tavoli [ma vi rientrano pure le bandiere, i foulard e i gagliardetti]), 25 (Articoli di abbigliamento, scarpe, cappelleria), 35 (Pubblicità; gestione di affari commerciali; amministrazione commerciale; lavori di ufficio), oltre alle più consuete classi 41 (Educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e 45 (Servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali [in cui rientrano molti servizi di natura politica]).
L'impressione, dunque, è che la registrazione del logo sia stata chiesta per "coprire" vari usi politici possibili di quella grafica da parte dell'associazione (della cui costituzione ha dato notizia sempre Adnkronos il 13 dicembre), inclusi quelli legati a molteplici forme di merchandising, per la produzione di gadget anche molto diversi tra loro (dalle bandiere al materiale d'ufficio, fino agli accessori di abbigliamento). Si tratta quindi di un segno che suggerisce la volontà di dare al Comitato Nord un'esistenza duratura e strutturata, non per forza che lo si intenda far agire come un partito, magari in conflitto con la Lega per Salvini premier.
Quest'impressione, in effetti, è però più facile averla da un paio di settimane, cioè da quando - il 9 dicembre - nel consiglio regionale della Lombardia si è formato un gruppo consiliare denominato proprio Comitato Nord (e contrassegnato dal logo già visto), cui hanno aderito subito Roberto Mura, Federico Lena e Antonello Formenti, con l'adesione pochi giorni dopo di Massimiliano Bastoni. Tutti loro, pur avendo garantito il sostegno alla giunta Fontana in questi ultimi mesi di attività, sono stati espulsi dalla Lega per Salvini premier: gli organi del partito hanno visto come una ragione sufficiente per motivare quella decisione le critiche (non condivise) circa il "malessere interno", la "non predisposizione all'ascolto delle innumerevoli criticità territoriali" e "l'abbandono totale delle tematiche autonomiste nordiste" rese note dai consiglieri usciti dal gruppo leghista. Non è da escludere che proprio la formazione del gruppo in seno al "Pirellone" abbia suggerito l'opportunità di fondare l'associazione. Occorre poi considerare la richiesta, fatta direttamente da Bossi ad Attilio Fontana il 20 dicembre, di "farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all’interno della coalizione di centrodestra": lista che, se esistesse, concorrerebbe inevitabilmente con la Lega per Salvini premier - Lega Lombarda, uno scenario che di certo non sembra facile daccettare per il partito. Poiché le elezioni regionali ormai sono state fissate per il 12 e il 13 febbraio, le liste dovranno essere consegnate entro le ore 12 del 14 febbraio: fino ad allora ci sarà tempo per nuove evoluzioni. Intanto online è comparso il "numero unico" di Comitato Nord Informa, nel quale è presente un testo "ufficiale" in cui il gruppo si presenta. Eccolo di seguito: 

Il Comitato Nord nasce dalla volontà di Umberto Bossi di dare voce alla militanza. Dopo le sue numerose battaglie per il nord e, il presidente a vita della Lega ha deciso di riportare il tema dell'autonomia al primo posto dell'agenda politica. il Comitato Nord nasce il 1° ottobre dalla volontà di Umberto Bossi per riconquistare gli elettori del Nord, visto il risultato elettorale del 25 settembre, e per rilanciare la spinta autonomista; come ribadito più volte dallo stesso Bossi è un comitato interno alla Lega e alla base c'è il rispetto della militanza. Il vessillo è quello che ha fatto grandi gli ideali della Lega: l'autonomia per il Nord. Il fazzoletto e la cravatta verdi sono i simboli di libertà.
Diverse le iniziative del comitato Nord sul territorio di grande partecipazione ed interesse. Sale piene agli incontri di Milano, Pavia, Busto Arsizio, Monza, Melegnano, Rovato, Lecco e Sondrio. Sette i punti fondamentali: avviare le iniziative istituzionali per attribuire a Lombardia e Veneto le condizioni di Regioni autonome; concedere competenze dirette alle regioni su temi come lavoro, salute, istruzione, ambiente, trasporti, legislazione e beni culturali; trattenere sui territori una parte significativa delle imposte delle regioni (IRPEF ed IVA); preservare la cultura, la storia, le tradizioni del Nord; tutelare agricoltura, artigianato e commercio che rappresentano le risorse imprescindibili per i territori; difendere il patrimonio delle generazioni precedenti dalla svendita e dalla delocalizzazione all'estero e salvaguardare gli interessi delle regioni del Nord presso le istituzioni nazionali ed europee. 
Le persone alle quali Umberto Bossi hdato mandato per l'organizzazione sono l'europarlamentare Angelo Ciocca, con il compito di tenere i rapporti con i militanti e le istituzioni europee, e Paolo Grimoldi per gestire le relazioni regionali. Angelo ciocca ribadisce che "Noi non siamo una corrente della Lega, Siamo gli antinfiammatori del nostro movimento. Siamo una specie di Voltaren in triplice dose che vuole recuperare il 30% degli iscritti che non hanno rinnovato la tessera della Lega. Facciamo tutto questo solo ed esclusivamente per il bene della Lega". Paolo Grimoldi dichiara: "Sono onorato del fatto che mi abbia contattato: è dal 1991 che sono in Lega, non capita tutti i giorni di essere chiamati da Umberto Bossi e spiegare le ragioni del Movimento. Sono l'ultimo segretario eletto della Lega Lombarda. Ora va di moda la Lega dei nominati, ma io sono più affezionato alla vecchia Lega degli eletti sul territorio". Tanto lavoro ma molte soddisfazioni, poiché i militanti hanno diritto di essere ascoltati. Contano le persone, le idee, gli ideali e non i like.

lunedì 12 dicembre 2022

Salutando Alberto Alessi, a confronto con l'eternità dei democristiani

Chi racconta, analizza e commenta fatti e fatterelli che possono interessare la comunità dei #drogratidipolitica non può restare indifferente alla notizia della morte di Alberto Alessi. Non si dà per scontato che il suo nome evochi immedi
ati ricordi ed episodi come quelli di altre figure che hanno militato per anni nel suo stesso partito, la Democrazia cristiana, e che sono scomparse quest'anno (sicuramente Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco, ma il discorso può valere anche per Virginio Rognoni). Eppure il suo nome, e forse ancora di più il suo cognome, è inevitabilmente legato alle vicende della Dc e soprattutto dello scudo crociato (si capirà meglio il perché tra poco), anche dopo la scomparsa dalla scena politica nazionale del partito che Alessi, nato a Caltanissetta nel 1939, aveva conosciuto fin dalla tenera età.
Sì, perché la Democrazia cristiana, per Alberto Alessi, era stata innanzitutto una vicenda di famigliaLui, infatti, era figlio di Giuseppe Alessi, classe 1905 (e scomparso nel 2009, dunque dopo aver superato abbondantemente il secolo di vita), iscrittosi al Partito popolare italiano di Luigi Sturzo quando erancora solo un giovanissimo avvocato e poi con una lunga militanza nelle istituzioni: primmembro della Consulta Regionale per la compilazione dello statuto della Regione Siciliana (e della commissione che si occupò della suattuazione), poi deputato regionale e primo presidente della Regione Siciliana (1947-1949 e di nuovo nel periodo 1955-1956), presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana (1956-1959) nonché senatore e deputato (in tutto per due legislature). Ricoprì tutte queste cariche come iscritto della Democrazia cristiana, partito che aveva contribuito a fondare, in senso letterale: se di solito si fa risalire la fondazione della Democrazia cristiana un incontro nella casa milanese di Enrico Falck il 1° settembre 1942, un anno dopo si sarebbe tenuta nello studio Alessi di via Cavour 19 a Caltanissetta una riunione "regionale-nazionale" in cui, tra l'altro, il futuro presidente siciliano scrisse la bozza di statuto "su una vecchia Olivetti e abbozzò il simbolo dello scudo crociato con una matita rossa e blu". Così finiva spesso per ricordare Alberto Alessi parlando del padre, aggiungendo che vari mesi dopo "il presidente De Gasperi, su precisa indicazione di Giulio Andreotti, a cui fin da allora nulla sfuggiva, anche perché non guardava con gli occhi, ma con larghe orecchie, inviò a Caltanissetta S.E. [Giuseppe] Spataro, che, con l'accordo di Alessi, ritirò statuto e disegno del simbolo", alla base di quelli usati in seguito dalla Dc. Naturalmente lo scudo era di fatto quello impiegato dal Ppi di Sturzo a colori ribaltati, ma ci voleva pur qualcuno che provvedesse a ridargli forma e colori (anche se sulle schede sarebbe stato a lungo in bianco e nero).
L
a carriera di Alessi padre sarebbe continuatanche al di fuori della politica: l'incarico più prestigioso coincise con la presidenza dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, dunque la Treccani, dal 1973 al 1992. Nel frattempo, pure Alessi figlio aveva iniziato il suo cursus honorum nella Democrazia cristiana: nel 1979 ottenne oltre 40mila preferenze nella circoscrizione della Camera Palermo-Trapani-Agrigento-Caltanissetta, non sufficienti per essere eletto all'inizio dell'VIII legislatura, ma in grado di farlo comunque diventare deputato a dicembre del 1981 dopo alcuni subentri; i voti aumentarono a quasi 53mila nel 1983 (ma in quel mandato parlamentare non poté confermare il suo seggio) e sfiorarono i 64mila nel 1987, quando riuscì a tornare a Montecitorio entrando dalla porta principale; nel 1992 le preferenze crollarono a poco più di 24mila, ma erano cambiati i tempi (soprattutto per la Dc) e comunque Alberto Alessi fu rieletto.
Proprio quell
XI legislatura fu l'ultima per il figlio del primo presidente della Regione Siciliana, iniziata ovviamente da democristiano; la terminò invece come membro del gruppo Centro cristiano democratico, cui aderì il 19 gennaio 1994, in praticdue mesi prima delle elezioni anticipateAlessi junior, infatti, fu tra coloro che diedero corpo al Ccd in Parlamento primancora che venisse fondato dal notaio, persino prima che si desse come simbolo la vela di Giugiaro con uno scudo crociato in miniatura: tra i 24 membri del gruppo a Montecitorio spiccano i nomi del nuovo capogruppo, Francesco D'Onofrio, di Pier Ferdinando Casini (tra coloro che più avrebbero rappresentato il Ccd nei suoi 8 anni di vita politica), Ombretta Fumagalli Carulli, Carlo Giovanardi, Silvio Lega e Clemente Mastella, ma c'erano altri nomi di rilievo, inclusi il foggiano Giovanni Mongiello e Angelo La Russa, siciliano come Alessi (ma di Favara, dell'agrigentino), due nomi che sarebbero tornati - insieme ad altri, inclusi alcuni citati poco fa - nella storia degl'innumerevoli tentativi di rimettere in moto la Dc (o almeno "una" Dc).
Già, perché se nel 1994 Alberto Alessi era stato tra coloro che non avevano accettato di seguire la via di Mino Martinazzoli - quella di una posizione centrista, recuperando l'antico nome di Partito popolare italiano -  preferendo guardare ai moderati del centrodestra (in particolare alla nascente Forza Italia), nel corso del tempo si comprese che Alessi junior non aveva soprattutto digerito l'idea di abbandonare il vecchio nome, cui era tanto legato anche per ragioni familiari; per quanto il nome per esteso del Ccd non fosse troppo diverso e nel simbolo ci fosse comunque un richiamo allo scudo crociato, gli originali erano tutt'altra cosa. Così, dopo vari anni nel Ccd, quando da più parti qualcuno iniziò a muoversi per cercare di riportare il nome della Dc sulla scena politicaAlessi figlio "appizzò" lo sguardo. Tra i primi a partire, in effetti, c'era stato il conterraneo Angelo La Russa, che già il 1° luglio 1996 aveva fondato il movimento per la Rinascita della Democrazia cristiana (pochi giorni prima che facesse altrettanto il bergamasco Andreino Carrara): fu quello il nucleo di quel partito - cofondato pure da Mongiello - che tra la fine del 1997 e l'inizio del 1998 avrebbe iniziato ad agire, sotto la guida di Flaminio Piccoli, proprio con la denominazione della Dc e il vecchio scudo in versione arcuata, dando avvio anche alla sequela infinita di cause e controcause sull'uso del nome e del simbolo storici, Non risulta che Alberto Alessi sia stato parte di quel progetto politico (presto abortito), ma quando - dopo il sostegno dato all'ex avversario Leoluca Orlando alle regionali siciliane del 2001 - nel 2002 irruppe la notizia dell'azione intrapresa dAlessandro Duce - ultimo segretario amministrativo della Dc prima della trasformazione nel Ppi - per ridestare da un supposto torpore un partito che nessuno aveva sciolto, la tentazione dovette diventare irresistibile.
In effetti il nome di 
Alberto Alessi non figurava tra i componenti del consiglio nazionale convocati da Duce, ma quando -  uscito di scena proprio Duce, dopo le prime escursioni sfavorevoli in carta bollata - il progetto di far tornare la Dc (passato prima nelle mani di Angelo Sandri, poi in quelle di Giuseppe Pizza) sembrò acquistare più consistenza, l'ex deputato siciliano vi concorse stabilmente. Il suo nome, non a caso, si ritrova tra le persone candidate alle elezioni europee del 2004 della lista Dc-Paese nuovo, presentata in tutta l'Italia senza raccolta firme (grazie alla fasciarancione della vecchia "lista civetta" del centrosinistra). Di certo sapevAlessi che la sua era una candidatura di servizio, ma in quella che sarebbe stata l'ultima elezione europea senza sbarramento al 4% valeva la pena tentare e cercare di portare acqual risveglio della Dc, anche se l'uso del simbolo storico era stato impedito. Si presentò dappertutto, tranne che - curiosamente - nella sua circoscrizione Isole; il suo miglior risultato, tuttavia, furono 1270 preferenze raccolte al Sud (in quella stessa circoscrizione, per dire, Cateno De Luca nella medesima lista ottenne quasi quattro volte tanto).
Alberto
Alessi si candidò anche nel 2006, riproponendosi per la Camera, quando la Dc-Pizza concorse alla lista Consumatori - Codacons e si schierò nella coalizione di centrosinistra: il risultato a livello nazionale fu molto limitato, ma pochi mesi dopo di quella Dc si accorsero tutti, quando - pochi mesi dopo la "sentenza Manzo" che sembravattribuirle la titolarità del nome e del simbolo che avevano guidato l'Italia per decenni al suo XX congresso intervenne addirittura Romano Prodi. (facendo arrabbiare di brutto le altre sedicenti Dc e pure Casini, che di certo non voleva rinunciare allo scudo crociato). Di quella Democrazia cristiana - che nel frattempo aveva rimesso piede a piazza del Gesù, almeno fino a quando dovette cambiare sede per "morosità" - Alessi figlio era presidente del consiglio nazionale; organo di cui era parte pure Alessi padre: quasi un omaggio al ruolo da questi avuto nella genesi del partito e del suo simbolo (al punto che in seguito Giuseppe Alessi sarebbe diventato presidente onorario del partito)
Come ben s
a chi frequenta con assiduità questo sito, dopo la sentenza del 2006 del tribunale di Roma, in apparenza piuttosto favorevole alla Dc-Pizza, ne sarebbero giunte altre assai meno premianti, fino a quella della Cassazione emessalla fine del 2010. Se quel fatto portò, nel giro di vari mesial progressivo estinguersi del progetto guidato da Pizza, non si spense la "voglia di Dc" di Alberto Alessi. Quando, tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, vari iscritti storici vollero fare un nuovo tentativo di riattivare il partito convocando il consiglio nazionale di allora, eleggendo alla segreteria Gianni Fontana, lui partecipò fin dall'inizio, entrando a far parte del consiglio nazionale, anche se dopo qualche mese nuove azioni giudiziarie e l'intervento del tribunale di Roma bloccarono pure questo percorso.
Nell'
attesa di cercare la via più fruttuosa, alla fine del 2013 Alessi co-fondò, con il bolognese Nino Luciani, la Democrazia cristiana nuova, definita dallo stesso statuto come un "partito ponte", nato per creare "uno strumento politico ed elettorale immediatamente operativo che confermi gli ideali e i programmi della Dc storica" e contemporaneamente sostenere la riorganizzazione della Dc, prevedendo di sciogliersi "automaticamente al momento della costituzione della Dc storica anche sul piano organizzativo e del contestuale riconoscimento della proprietà esclusiva del simbolo con lo scudo crociato". Fu proprio nella posizione di segretario nazionale della Dcn che, all'inizio del 2016, ottenne improvvisa notorietà querelando l'allora allenatore del Napoli Maurizio Sarri, reo di aver rafforzato gli insulti già indirizzati al tecnico dell'Inter Roberto Mancini con la frase "gli avrei potuto dire 'democristiano'!" Apriti cielo! Alessi ritenne che tutti i diccì mai domi fossero stati offesi (al pari di lui), così volle cercare di tutelare le persone e i valori della Democrazia cristiana con la sua denuncia. In realtà, alla fine di quello stesso anno, la querela fu archiviata; la notizia più rilevante di quei giorni per Alessi junior, però, era un'altra.
Per mesi, infatti, lui e vari "Dc non pentiti" avevano lavorato con notevole discrezione a un obiettivo ambizioso: raccogliere le firme di almeno un decimo dei soci della Democrazia cristiana - considerando tali le oltre duemila persone che nel 2012, all'epoca della Dc-Fontana, avevano confermato la loro affiliazione per ottenere la convocazione dell'assemblea degli iscritti al partito in base al codice civile, grazie all'intervento di un tribunale. Non era scontato che l'operazione andasse in porto e che un giudice fosse disposto a riconoscere l'impegno profuso fino a quel momento: fu il tribunale di Roma farlo, disponendo a metà dicembre la convocazione dell'assemblea per il 25-26 febbraio 2017 (affidando gli adempimenti della convocazione stessa e quelli organizzativi al primo firmatario della richiesta, Nino Luciani, mentre il nome di Alessi era il secondo sul ricorso). Si trattò di un passaggio importante, che in più persone rafforzò la convinzione - in effetti infondata, ma la fede di certuni è incrollabile... che esistesse un partito dormente, distinto da quello che nel 1994 avevassunto il nome di Ppi e che attendeva di essere risvegliato dagli iscritti di allora.
Certo, nel percorso verso l'assemblea e in quella lunga giornata di fine febbraio all'Ergife (alla fine della quale fu eletto presidente Gianni Fontana, dopo che Pellegrino Leo aveva candidato alla guida proprio il "simbolo" Alessi), come pure in seguito non andò esattamente tutto dritto: lo testimoniarono i nuovi ricorsi, le spaccature, gli ulteriori tentativi di portare avanti la riattivazione della Dc (magari con guide diverse, che non si riconoscono reciprocamente) o di riprenderla da qualche passo indietro e i nuovi pronunciamenti dei giudici. In questi anni, molti dei quali passati da vicesegretario della Dc guidata da Renato Grassi (eletto al posto di Gianni Fontandal congresso del 2018, anche se da più parti quell'assise è ritenuta illegittima, tanto che c'è chi - con Luciani - ritiene di averne revocato gli effetti e di aver celebrato un nuovo congresso regolare), Alberto Alessi ha sempre partecipato con spirito pugnace, puntuto e mai domo, senza risparmiarsi e non risparmiando quasi nessuno: chi scrive ha potuto leggere con i propri occhi un numero indefinito di lunghi messaggi di posta elettronica, spesso ricchi di massime latine o siciliane (ce n'erano, si potrebbe dire, a tinchitèmandati a un gruppo più o meno ampio di persone, ora per motivare, ora per additare, ora per proporre, ora per difendersi o replicare. Lo stesso atteggiamento lo aveva mostrato quando, alla fine di agosto, dopo un impegno lunghissimo, aveva lasciato la Dc-Grassi, criticandone duramente la virata destra su "posizioni antistoriche e antisturziane". 
Per capire di più l'atteggiamento di Alessi, che tra l'altro nel corso degli anni si è sperimentato anche in ambito musicale (come pianista) e come scrittore, è forse il caso di affidarsi alle sue stesse parole. Un estratto dal suo racconto lungo Ave Giulio, in cui l'autore immaginava la vita ultraterrena di Andreotti, esprimeva in modo tangibile il pensiero di Alessi su chi aveva "tradito" la Dc (e c'è posto anche per una citazioncina del simbolo):
Il Purgatorio è traboccante di democratici cristiani: intere ultime generazioni in esilio. Abili nel loro operato, ma guai ai padroni di certezze che spesso fanno rima con nefandezze. Alcuni di loro furono di stupenda insignificanza, carichi di una invalidità spirituale che procurò loro di non forgiarsi una personalità. Insomma smidollati privi di orgoglio e dignità. Tra di loro ci furono tantissimi transfughi e forse molti sacrificati. Quasi sempre amici dei morti e nemici dei vivi.
Eppoi il peccato più esecrabile, il più ignominioso: l’incoerenza, l’opportunismo e l’abbandono della Democrazia Cristiana, "il partito del popolo". Molti operarono presi dal panico, altri per gretto tornaconto, altri ancora per pura pusillanimità e i più perché non hanno servito la DC, ma se ne servirono per la loro dozzinale carriera terrena. La verità dura è che le loro voci furono ridotte al silenzio. Essi, però, non sanno che quando le idee sono buone nulla si perde e nulla s’insterilisce. Oggi ve ne sono addirittura alcuni di seconda generazione che la dichiarano morta, ma ne utilizzano mercantilmente il simbolo: scudocrociato con la scritta Libertas.  
Dobbiamo fare posto nel Purgatorio, quando Dio vorrà, per questi infedeli cristianazzi dell’era moderna, poichè hanno la responsabilità morale e politica di averla congelata viva. Anche per questi ultimi, tribune, gradinate e curve, sono tutte prenotate.   
Forse ancor più di questo brano di racconto, però, a esprimere l'essenza democristiana di Alessi e il suo modo di vivere quell'esperienzera un episodio autobiografico da lui raccontato spesso, per iscritto e a voce (chi scrive l'ha sentito al telefono un paio di volte). Una dimostrazione plastica dell'eternità dei democristiani, di fronte alla quale le vicende umane note come "morte" o "decesso" sembrano essere inevitabili, ma rimandabili eccezioni. Sembra il modo migliore, senza esaltazione e senza cattiveria, per augurare che la terra sia lieve aAlberto Alessi 
Nel settembre 2018 fui ricoverato al Gemelli e mi fu diagnosticata una leucemia allo stadio finale. Ricoverato, svenni nella mia stanza e mi rifratturai il femore, il bacino, il coccige ed il polso destro gravemente. e in seguito fui sottoposto ad un intervento chirurgico che durò 9 ore ed oggi sono un uomo bionico.
I professoroni del Gemelli, che poi mi salvarono la vita, mi dissero che non comprendevano come io fossi ancora vivo, avendo 480mila globuli bianchi anziché 10mila, 30mila piastrine anziché 300mila e non avevo che 200mila globuli rossi, anziché 4 milioni.
Risposi che dalla loro analisi mancava un dato: essendo io democristiano, ero - come tutti i Dc - eterno!