Questione di ore, poche ore e anche il 2017 sarà destinato agli archivi; ognuno di voi sa se il bilancio, per sé, sia positivo, negativo o a metà strada. Per I simboli della discordia, che oggi spegnerebbe cinque candeline e mezza (l'anniversario tondo non è stato festeggiato a dovere, c'era troppo da fare in quel periodo purtroppo), l'anno in scadenza è stato intenso: non tanto per il numero di post (decisamente minore rispetto al passato, per colpa del troppo tempo che il lavoro "vero" ha richiesto), quanto per i contenuti diffusi.
Se il 2017 non ha brillato per appuntamenti elettorali rilevanti - rispetto soprattutto al precedente e ai due che arriveranno - ci sono però state varie occasioni che hanno portato la materia dei simboli al centro della discussione e, in un modo o nell'altro, il sito è stato presente. Dalle polemiche legate all'ammissibilità del contrassegno dei Fasci italiani del lavoro alla scelta di Fratelli d'Italia di abbandonare la "pulce" di Alleanza nazionale tenendo solo la fiamma, passando per i tentativi dei fuoriusciti dal Pd di darsi un nome e un simbolo senza farsi diffidare da altri, fino alle "foglioline della discordia" di Liberi e Uguali (con relative polemiche ambiental-femministe); e poi, ancora, le lampadine (accese e spente) di Stefano Parisi, le puntuali liti sul simbolo del MoVimento 5 Stelle e la Lega senza più il Nord, senza dire dell'ennesimo tentativo di far tornare sulla scena politica la Democrazia cristiana, che questo sito ha seguito molto da vicino (con qualche puntata che sarà recuperata il prima possibile).
Questo ha permesso di incrociare gli interessi di diverse persone, in modo che almeno in parte sorprende: non solo il sito ha superato il totale di 500mila visite dalla sua apertura, ma soprattutto dicembre 2017 rappresenta il record assoluto di visite mensili della storia del blog (quasi 28mila: sicuramente poche per un sito di informazioni, tutt'altro che trascurabili per uno spazio "di nicchia" come questo). Ciò fa ben sperare per l'immediato futuro, visto che il mese che si sta per aprire sarà "simbolicamente ragguardevole", una vera manna per i "drogati di politica" che frequentino o meno questo angolino di rete.
Se il 2017 non ha brillato per appuntamenti elettorali rilevanti - rispetto soprattutto al precedente e ai due che arriveranno - ci sono però state varie occasioni che hanno portato la materia dei simboli al centro della discussione e, in un modo o nell'altro, il sito è stato presente. Dalle polemiche legate all'ammissibilità del contrassegno dei Fasci italiani del lavoro alla scelta di Fratelli d'Italia di abbandonare la "pulce" di Alleanza nazionale tenendo solo la fiamma, passando per i tentativi dei fuoriusciti dal Pd di darsi un nome e un simbolo senza farsi diffidare da altri, fino alle "foglioline della discordia" di Liberi e Uguali (con relative polemiche ambiental-femministe); e poi, ancora, le lampadine (accese e spente) di Stefano Parisi, le puntuali liti sul simbolo del MoVimento 5 Stelle e la Lega senza più il Nord, senza dire dell'ennesimo tentativo di far tornare sulla scena politica la Democrazia cristiana, che questo sito ha seguito molto da vicino (con qualche puntata che sarà recuperata il prima possibile).
Questo ha permesso di incrociare gli interessi di diverse persone, in modo che almeno in parte sorprende: non solo il sito ha superato il totale di 500mila visite dalla sua apertura, ma soprattutto dicembre 2017 rappresenta il record assoluto di visite mensili della storia del blog (quasi 28mila: sicuramente poche per un sito di informazioni, tutt'altro che trascurabili per uno spazio "di nicchia" come questo). Ciò fa ben sperare per l'immediato futuro, visto che il mese che si sta per aprire sarà "simbolicamente ragguardevole", una vera manna per i "drogati di politica" che frequentino o meno questo angolino di rete.
A proposito dei #politicsaddicted, fa piacere vedere che la pattuglia dei contributori si è allargata, in modo anche inaspettato: a volte segnalazioni arrivano da persone che seguivano il sito da tempo, ma sempre in modo silenzioso, fino al momento in cui hanno scelto di palesarsi e dare il loro contributo. Un contributo fondamentale, perché permette a chi ha creato e gestisce da oltre cinque anni questo spazio di scoprire ciò che altri impegni avrebbero impedito di venire a sapere oppure le trovate grafiche memorabili - nel bene e soprattutto nel male - del comune più nascosto, di cui magari nessun giornale si è occupato a dovere. Non importa cosa facciano nella vita - che lavorino in banca, siano freschi di laurea o ricercatori di diritto amministrativo, che li si trovi in un sindacato, all'ennesimo evento da raccontare o al Mac a progettare idee, grafiche e comunicazioni: lo spirito del #drogatodipolitica o, semplicemente, del curioso sa sempre come manifestarsi e ogni suggerimento qui è ottimamente accetta (l'unica cosa che manca, a ben guardare, è il tempo di tradurre tutte le proposte in articolo).
In quest'anno non mi sono fatto mancare nemmeno un discreto scivolone - il fantomatico simbolo di Italia sovrana che avrebbe dovuto unire Lega Nord e Fratelli d'Italia e mi era stato segnalato come veritiero - che in qualche modo sono riuscito a rimediare (per fortuna, ad avere tempo e possibilità di spiegarsi, ci si può rialzare) e l'anno, in qualche modo, si chiude - sempre per i #politicsaddicted - con un altro simbolo farlocco: il simbolo che il sito vuole donare a Sandro Bondi per rendere più acconcia la sua uscita di scena. C'è ancora tempo per inviare le proprie proposte simboliche (la redazione ha già ricevuto una decina di grafiche) e partecipare a un concorso molto goliardico, ma molto serio. Perché il gioco - signori - è una cosa maledettamente seria: va fatta bene e, soprattutto, va fatta in tanti, sennò non ci si diverte. Perché è vero che i #drogatidipolitica stanno bene anche da soli, ma appena trovano qualcuno con cui condividere la propria passione è subito festa: unico problema, se non trovate il tasto per spegnerli, non la smettono più di parlare. Intanto, per non perdere le buone abitudini, ci sono molte persone da ringraziare per avere speso un po' del loro tempo per rendere questo sito un po' meno incompleto:
Grazie a Martino Abbracciavento, Ignazio Abrignani, Guglielmo Agolino, Tiziana Aicardi, Tiziana Albasi, Mauro Alboresi, Alberto Alessi, Antonio Angeli, Antonio Atte, Luca Bagatin, Laura Banti, Paolo Barbi, Mario Bargi, Enzo Barnabà, Giovanni Bellanti, Pierpaolo Bellucci, Pierangelo Berlinguer, Roberto Bernardelli, Enrico Bertelli, Giuseppe Berto, Niccolò Bertorelle, Laura Bignami, Raffaella Bisceglia, Mauro Biuzzi, Fabio Blasigh, Paolo Bonacchi, Andrea Boni, Mauro Bondì, Fabio Bordignon, Michele Borghi, Lorenzo Borré, Massimo Bosso, Carlo Branzaglia, Giampiero Buonomo, Giovanni Cadioli, Luca Calcagno, Mauro Caldini, Stefano Camatarri, Elisabetta Campus, Aurelio Candido, Maria Antonietta Cannizzaro, Monica Cappelletti, Luca Capriello, Giovanni Capuano, Francesco Cardinali, Nicola Carnovale, Elena Caroselli, Robert Carrara, Roberto Casciotta, Pierluigi Castagnetti, Marco Castaldo, Filippo Ceccarelli, Luigi Ceccarini, Mirella Cece, Luca Cenatiempo, Raffaele Cerenza, Gioia Cherubini, Giancarlo Chiapello, Giovanni Chiarini, Emanuele Chieppa, Beppe Chironi, Marco Chiumarulo, Giancarlo Ciaramelli, Valerio Cignetti, Valentina Cinelli, Mauro Cinquetti, Giuseppe Cirillo, Roman Henry Clarke, Antonia Colasante, Emanuele Colazzo, Emiliano Colomasi, Daniele Vittorio Comero, Francesco Condorelli Caff, Antonio Conti, Pietro Conti, Francesco Corradini, Carlo Correr, Antonio Corvasce, Andrea Covotta, Francesco Crocensi, Natale Cuccurese, Emilio Cugliari, Johnathan Curci, Francesco Curridori, Francesco D'Agostino, Nicola D'Amelio, Michele D'Andrea, Roberto D'Angeli, Alessandro Da Rold, Paolo Dallasta, Fabrizio De Feo, Pietro De Leo, Stefano De Luca, Pino De Michele, Carlo De Micheli, Roberto De Santis, Donato De Sena, Franco De Simoni, Mauro Del Bue, David Del Bufalo, Maurizio Dell'Unto, Riccardo DeLussu, Alfio Di Costa, Dario Di Francesco, Roberto Di Giovan Paolo, Alfio Di Marco, Marco Di Nunzio, Alessandro Di Tizio, Antonino Di Trapani, Ilvo Diamanti, Federico Dolce, Alessandro Duce, Filippo Duretto, Daniele Errera, Filippo Facci, Leonardo Facco, Arturo Famiglietti, Giovanni Favia, Luigi Fasce, Paolo Ferrara, Emilia Ferrò, Antonio Fierro, Antonio Floridia, Antonio Folchetti, Gianni Fontana, Gabriella Frezet, Iztok Furlanič, Massimo Galdi, Vincenzo Galizia, Vincino Gallo, Uberto Gandolfi, Luciano Garatti, Marcello Gelardini, Alessandro Genovesi, Tommaso Gentili, Alessandro Gigliotti, Marco Giordani, Michele Giovine, Carlo Gustavo Giuliana, Bruno Goi, Roberto Gremmo, Massimo Gusso, Vincenzo Iacovino, Vincenzo Iacovissi, Matteo Iotti, Roberto Jonghi Lavarini, Luca Josi, Tommaso Labate, Orione Lambri, Giacomo Landolfi, Piero Lanera, Calogero Laneri, Lisa Lanzone, Angelo Larussa, Michele Lembo, Pellegrino Leo, Raffaella Leonardi, Ferdinando Leonzio, Raffaele Lisi, Max Loda, Dario Lucano, Nino Luciani, Maurizio Lupi (il Verde Verde), Bruno Luverà, Angela Maenza, Cesare Maffi, Mimmo Magistro, Alex Magni, Francesco Maltoni, Gian Paolo Mara, Roberto Marchi, Federico Marenco, Gherardo Marenghi, Marco Margrita, Marco Marsili, Carlo Marsilli, Antonio Massoni, Angela Mauro, Federico Mauro, Angelo Orlando Meloni, Nicolò Monti, Roberto Morandi, Raffaello Morelli, Mara Morini, Claretta Muci, Paola Murru, Alessandro Murtas, Tomaso Murzi, Antonio Murzio, Cristiana Muscardini, Paolo Naccarato, Donato Natuzzi, Ippolito Negri, Gianluca Noccetti, Matteo Olivieri, Oradistelle, Fabrizio Orano, Libera Ester Padova, Andrea Paganella, Roberto Pagano, Enea Paladino, Lanfranco Palazzolo, Paolo Palleschi, Enzo Palumbo, Max Panarari, Max Panero, Federico Paolone, Fabio Pariani, Ottavio Pasqualucci, Oreste Pastorelli, Alan Patarga, Rinaldo Pezzoli, Antonio Piarulli, Daniele Piccinin, Flavia Piccoli Nardelli, Francesco Pilieci, Marco Pini, Elisa Pizzi, Marina Placidi, Vladimiro Poggi, Carlandrea Poli, Alfredo Politano, Mauro Polli, Giuseppe Potenza, Cesare Priori, Giulio Prosperetti, Carlo Prosperi, Renzo Rabellino, Andrea Rauch, Michele Redigonda, Maurizio Ribechini, Livio Ricciardelli, Egle Riganti, Francesco Rizzati, Lamberto Roberti, Donato Robilotta, Luca Romagnoli, Gianfranco Rotondi, Sergio Rovasio, Roberto Ruocco, Giampaolo Sablich, Stefano Salmè, Angelo Sandri, Maurizio Sansone, Aldo Santilli, Ugo Sarao, Anna Sartoris, Alessandro Savorelli, Jan Sawicki, Gian Franco Schietroma, Renato Segatori, Oscar Serra, Gianni Sinni, Claudia Soffritti, Carlo Antonio Solimene, Simone Sormani, Valdo Spini, Ugo Sposetti, Mario Staderini, Gregorio Staglianò, Lorenzo Stella, Leo Stilo, Francesco Storace, Nicola Storto, Ivan Tagliaferri, Tiziano Tanari, Mario Tassone, Roland Tedesco, Luigi Torriani, Alvaro Tortoioli, Roberto Traversa, Ciro Trotta, Lara Trucco, Fabio Tucci, Andrea Turco, Maria Turco, Maurizio Turco, Massimo Turella, Sauro Turroni, Marco Valtriani, Max Vassura, Margherita Vattaneo, Enrico Veronese, Fiodor Verzola, Ettore Vitale, Maria Carmen Zito, Mirella Zoppi, Roberto Zuffellato, Federico Zuliani, Piotr Zygulski.
E, già che ci siamo, mille scuse a Porto San Giorgio: Bene Comune e al candidato sindaco Nicola Loira, "depredato" del simbolo che è servito per la grafica di questo post.