L'avevano detto, l'hanno fatto. Questa mattina, com'era stato annunciato da giorni, è stato presentato il simbolo della "quarta gamba" del centrodestra al Grand Hotel de la Minerve - lo stesso, per gli amanti del, in cui il 18 gennaio 1994 nacque il Centro cristiano democratico. Stavolta però Pier Ferdinando Casini non c'è e non ci sono nemmeno i centristi veterodemocristiani, che probabilmente sceglieranno una diversa via, sempre centrista ma meno liberale e meno spersonalizzata.
Il contenitore scelto come lista, infatti, si chiama Noi con l'Italia, quasi una risposta nominale a Noi con Salvini coniato alla fine del 2014 (e che, salvo sorprese, non dovrebbe presentarsi come lista, potendo al massimo essere contenuto come pulce nell'emblema della Lega-non-più-Nord): non si sta con un personaggio, ma con il Paese intero. Certo, a dispetto del "noi" identitario, il nome e il concetto di fondo sono piuttosto generici e non poteva essere diversamente: all'interno del progetto politico-elettorale, infatti, trovano posto i gruppi di Direzione Italia di Raffaele Fitto, Fare! di Flavio Tosi, Cantiere popolare (ex Popolari per l'Italia domani) di Saverio Romano, nonché - in qualità di "transfughi" - quello che resta dell'esperienza "ufficiale" di Scelta civica con Enrico Zanetti e coloro che nelle ultime settimane hanno abbandonato Alternativa popolare per fare ritorno nel centrodestra, in particolare gli ex ministri Enrico Costa e Maurizio Lupi. All'ultimo minuto, peraltro, si è sfilato un quinto ministro, vale a dire Gaetano Quagliariello, fondatore di Idea: su Repubblica Monica Rubino scrive che si sarebbe "defilato con tanto di rinuncia davanti al notaio, nonostante sia stato tra i promotori dell'iniziativa", anche se per qualcuno - come riporta sempre il quotidiano romano - sarebbe pronta una sua candidatura "garantita da Silvio Berlusconi".
Era così ampio e variegato - per non dire disomogeneo, se si guarda a Tosi rispetto alle altre figure coinvolte - il ventaglio di soggetti coinvolti da Niccolò Ghedini in quest'impresa politica (nata, si dice, per portare almeno due punti in più al centrodestra, senza dunque che sia scontata l'elezione di qualche esponente della stessa lista, vista la soglia del 3%) che ci voleva un simbolo piuttosto generico, senza troppe connotazioni anche se chiaramente identificabile come "di centrodestra". La soluzione? "Riverniciare" il simbolo del Popolo della libertà, quanto bastava per adattarlo al nuovo marchio politico. Così riecco il fondo blu (certamente più scuro rispetto al passato, con lo stesso carta da zucchero mutuato da Scelta civica - Cittadini per l'Italia, ma anche dal vecchio Ncd), riecco il nome bianco in Helvetica Inserat o Black Compressed (e con un piccolo, lezioso inserto di un carattere graziato corsivo, così da far risaltare come nome "Noi Italia") e riecco anche l'arcobalenino tricolore, per l'occasione trasformato in una pennellata.
Insomma, il simbolo che secondo Silvio Berlusconi non scaldava il cuore dei suoi elettori (anche a causa del nome), va invece bene per essere sostanzialmente riciclato per la "quarta gamba" che ha soprattutto lo scopo di portare voti ai candidati dei collegi uninominali del centrodestra (e se riuscirà a ottenere seggi superando il 3%, tanto meglio). Per ampio che sia, in ogni caso, il nuovo progetto - "Non è una federazione, né un cartello elettorale, ma un vero e proprio soggetto politico", si dice alla presentazione, come annota puntualmente Maurizio Ribechini - non comprende tutti: non vi rientrano, per esempio, Energie PER l'Italia di Stefano Parisi, né Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi (per lui la candidatura sarà direttamente in Forza Italia); si sta lavorando, come si diceva, anche a una lista post-democristiana, che sotto il simbolo appena un po' modificato dell'Udc potrebbe raccogliere anche il ridestato Udeur(2) di Clemente Mastella, il Nuovo Cdu di Mario Tassone e - se non ci saranno scontri in merito - la presunta riattivata Dc guidata da Gianni Fontana.
La "quarta gamba", insomma, parte con un simbolo usato (e, nell'ultima parte della sua vita, nemmeno particolarmente gradito da chi l'aveva voluto). Anche il nome scelto, tuttavia, non è del tutto nuovo: Noi con l'Italia, in particolare, è già un'associazione che opera da anni essenzialmente nel comune salernitano di Angri sul piano della cittadinanza attiva e dell'impegno sociale. Ovviamente questo non dovrebbe creare nessun problema alla neonata forza politica, che opererebbe su un territorio molto più vasto e non era certo tenuta a conoscere anche quella realtà associativa molto più piccola; si può solo rilevare che le combinazioni della fantasia politica sembrano essere limitate, anche per chi rinuncia alla parola "partito" (o rifugge da questa).
Era così ampio e variegato - per non dire disomogeneo, se si guarda a Tosi rispetto alle altre figure coinvolte - il ventaglio di soggetti coinvolti da Niccolò Ghedini in quest'impresa politica (nata, si dice, per portare almeno due punti in più al centrodestra, senza dunque che sia scontata l'elezione di qualche esponente della stessa lista, vista la soglia del 3%) che ci voleva un simbolo piuttosto generico, senza troppe connotazioni anche se chiaramente identificabile come "di centrodestra". La soluzione? "Riverniciare" il simbolo del Popolo della libertà, quanto bastava per adattarlo al nuovo marchio politico. Così riecco il fondo blu (certamente più scuro rispetto al passato, con lo stesso carta da zucchero mutuato da Scelta civica - Cittadini per l'Italia, ma anche dal vecchio Ncd), riecco il nome bianco in Helvetica Inserat o Black Compressed (e con un piccolo, lezioso inserto di un carattere graziato corsivo, così da far risaltare come nome "Noi Italia") e riecco anche l'arcobalenino tricolore, per l'occasione trasformato in una pennellata.
Insomma, il simbolo che secondo Silvio Berlusconi non scaldava il cuore dei suoi elettori (anche a causa del nome), va invece bene per essere sostanzialmente riciclato per la "quarta gamba" che ha soprattutto lo scopo di portare voti ai candidati dei collegi uninominali del centrodestra (e se riuscirà a ottenere seggi superando il 3%, tanto meglio). Per ampio che sia, in ogni caso, il nuovo progetto - "Non è una federazione, né un cartello elettorale, ma un vero e proprio soggetto politico", si dice alla presentazione, come annota puntualmente Maurizio Ribechini - non comprende tutti: non vi rientrano, per esempio, Energie PER l'Italia di Stefano Parisi, né Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi (per lui la candidatura sarà direttamente in Forza Italia); si sta lavorando, come si diceva, anche a una lista post-democristiana, che sotto il simbolo appena un po' modificato dell'Udc potrebbe raccogliere anche il ridestato Udeur(2) di Clemente Mastella, il Nuovo Cdu di Mario Tassone e - se non ci saranno scontri in merito - la presunta riattivata Dc guidata da Gianni Fontana.
La "quarta gamba", insomma, parte con un simbolo usato (e, nell'ultima parte della sua vita, nemmeno particolarmente gradito da chi l'aveva voluto). Anche il nome scelto, tuttavia, non è del tutto nuovo: Noi con l'Italia, in particolare, è già un'associazione che opera da anni essenzialmente nel comune salernitano di Angri sul piano della cittadinanza attiva e dell'impegno sociale. Ovviamente questo non dovrebbe creare nessun problema alla neonata forza politica, che opererebbe su un territorio molto più vasto e non era certo tenuta a conoscere anche quella realtà associativa molto più piccola; si può solo rilevare che le combinazioni della fantasia politica sembrano essere limitate, anche per chi rinuncia alla parola "partito" (o rifugge da questa).
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