Concluse le procedure di presentazione e ammissione delle candidature per le elezioni suppletive per il Senato relative al collegio uninominale n. 6 (Monza-Brianza), fissate per i giorni 22 e 23 ottobre, vale la pena dare uno sguardo complessivo all'offerta elettorale che si troverà davanti chi parteciperà al voto e riceverà la scheda, al di là del clamore suscitato in queste settimane da singole persone candidate.
Si può dire innanzitutto che quest'elezione ha stabilito ed eguagliato un primato: con le sue otto candidature, infatti, è la suppletiva più affollata da quando vige la "legge Rosato-bis" che ha reintrodotto le suppletive (il precedente record di quel periodo - 7 concorrenti - si era registrato nel 2021, con le suppletive nel collegio di Siena per la Camera, elezioni vinte da Enrico Letta); lo stesso numero era però stato raggiunto nel 2004, alle suppletive - sempre per la Camera - tenutesi nel collegio Lombardia 1 - 3 (comprendente parte del territorio di Milano) svoltesi per sostituire Umberto Bossi (dopo la sua opzione per il Parlamento Europeo) e che elessero Roberto Zaccaria. Solo per completezza, si può aggiungere che non appartiene a queste elezioni il record di contrassegni sulla scheda nelle suppletive, raggiunto invece in occasione del voto svoltosi nel 1998 nel collegio camerale Lombardia 1 - 6 (sempre relativo a parte del comune di Milano): allora si confrontarono sette concorrenti - incluso il vincitore, Gaetano Pecorella, che sostituì Achille Serra dopo le sue dimissioni - ma sulla scheda i contrassegni erano 11, visto che la legge consentiva a ogni persona candidata di essere sostenuta da un massimo di cinque contrassegni (oggi invece è possibile presentare un solo emblema che, come si è già visto e si vedrà, può ovviamente essere composito).
Non risulta che siano state escluse candidature per difetto di documentazione, dunque le otto persone che si contenderanno il seggio conquistato il 25 settembre 2022 da Silvio Berlusconi coincidono in pieno con le candidature presentate. Ecco dunque l'analisi dell'offerta elettorale, ovviamente con particolare attenzione per i simboli, presentati in ordine di sorteggio.
Lillo Massimiliano Musso - Forza del Popolo
L'estrazione delle candidature ha collocato al primo posto Lillo Massimiliano Musso, avvocato cassazionista e amministrativista, nato a Tagliacozzo (nell'aquilano) e operante a Ravanusa (Ag), fondatore tra l'altro di Mille avvocati per la Costituzione (collegio attivo contro le "misure radicali di imposizione di trattamenti sanitari legati all'emergenza Covid-19"). Musso è il segretario di Forza del Popolo, "laboratorio democratico per il miglioramento delle condizioni umane, sociali ed economiche, attraverso la progressiva destrutturazione del 'potere dello stato' e la contestuale ricostruzione del sistema istituzionale in 'organi a servizio del cittadino'", diventato partito dal 12 agosto 2021 per riaffermare il "primato della coscienza personale, della sovranità popolare e della sovranità monetaria, il federalismo nazionale e l’autonomia dei Comuni, la concezione universalistica dei diritti dell’Uomo e il diritto di autodeterminazione dei popoli". Il contrassegno è lo stesso visto nelle bacheche del Viminale e in qualche scheda elettorale nel 2022: arco tricolore e nome nella parte superiore, insieme al logotipo blu e rosso centrale (con la sigla del partito); segmento blu nella parte inferiore con la dicitura "Musso premier" (sulla scorta del simbolo salviniano, ma non solo), sormontato dalla dicitura "con amore e libertà".
Marco Cappato - Con Cappato
La seconda posizione sulla scheda è stata attribuita alla candidatura di Marco Cappato, tra i primi ad annunciare l'intenzione di partecipare alla competizione monzese. Il co-presidente di Eumans! e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni (nato a Milano e cresciuto a Vedano al Lambro, comune compreso nel collegio chiamato al voto) imposta la sua campagna "per i diritti, per l'ambiente, per la partecipazione e la democrazia e lo fa - unico in questa competizione - senza alcun simbolo di partito, pur potendo contare sul sostegno, oltre che di Radicali italiani e +Europa (cioè delle forze più vicine alla lunga militanza in area radicale), di Azione, Alleanza Verdi e Sinistra, Psi, Volt, Libdem europei (il movimento di Andrea Marcucci), Possibile, nonché M5S e Partito democratico (a dispetto dei malumori espressi da vari dirigenti e amministratori locali del Pd per la mancanza di un candidato dem legato al territorio). Il contrassegno presentato da Cappato è il più semplice e diretto di questa competizione, con il nome scritto in blu e rosso in carattere bastoni e un po' stondato (e con la forma che ricorda un megafono rovesciato: una delle prime grafiche di propaganda riportava anche la mano che impugnava il manico); al di sotto si legge anche la dicitura "Senato 2023" (queste, del resto, con molta probabilità saranno le uniche suppletive di quest'anno). Vista l'assenza di simboli di partito con doppio gruppo nel contrassegno, anche la candidatura di Cappato ha avuto bisogno delle sottoscrizioni.
Giovanna Capelli - Unione popolare
La terza candidatura sorteggiata è quella di Giovanna Capelli, 78 anni, già preside e dirigente scolastica, soprattutto ex senatrice nella XV legislatura, eletta con Rifondazione comunista (e segretaria regionale del Prc dal 2012 al 2014). Dopo le candidature alle elezioni del 2013 con Rivoluzione civile e del 2018 con Potere al Popolo!, si ripresenta questa volta con Unione popolare, dunque il cartello di forze della sinistra creato in vista delle scorse elezioni politiche. Il contrassegno presentato riproduce in pieno la prima versione del simbolo della lista, con il nome bianco scritto in carattere bastoni (Futura?) e un arcobaleno orizzontale degradante, entrambi su fondo sfumato rosso-viola (in questo caso, dunque, non è stato inserito il riferimento a Luigi De Magistris, inserito in seconda battuta l'anno scorso).
Andrea Brenna - Democrazia e sussidiarietà
Quarto aspirante senatore nella competizione che si sta analizzando è Andrea Brenna, già segretario del Popolo della Famiglia, vicesindaco di Grandate (Co) e soprattutto portavoce nazionale di Democrazia e sussidiarietà, partito fondato da lui un anno e mezzo fa (proprio dopo l'abbandono del Pdf). Si tratta di una forza politica ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa e all'impegno popolare cristiano in politica. Il simbolo - identico a quello visto l'anno scorso a Lodi - ha il fondo color carta da zucchero (più chiaro di quelli del Popolo della Famiglia e di Alternativa popolare), che in basso ha un doppio cuore (blu e giallo) in alto contiene un sottile archetto tricolore; il contrassegno, oltre al nome, propone anche alcune parole chiave (Vita, famiglia, lavoro, solidarietà e popolo).
Adriano Galliani - Fdi - Fi - Noi moderati - Lega
Si trova al quinto posto la prima candidatura di cui si è parlato, quella di Adriano Galliani, senatore di Forza Italia nella XVIII legislatura, dal 2018 amministratore delegato del Monza di proprietà Fininvest (dopo essere stato ad del Milan berlusconiano), nonché unico candidato nato a Monza. Il contrassegno depositato, molto simile a quelli visti in passato per i candidati unitari del centrodestra, contiene in miniatura i quattro simboli delle forze principali della coalizione, disposti a quadrato a 45 gradi: in alto Fratelli d'Italia (con il nome di Meloni), in mezzo Lega (con la dicitura "Salvini premier" e senza la "pulce" della Lega Lombarda, benché l'elezione si svolga solo in quel territorio) e Forza Italia (stesso simbolo visto alle elezioni politiche, con il riferimento al Ppe e il cognome di Silvio Berlusconi ancora presente), in basso Noi moderati (che in questa forma, come evoluzione del partito Noi con l'Italia di Maurizio Lupi, appare per la prima volta alle elezioni politiche). Vista la presenza di ben tre simboli dotati di doppio gruppo parlamentare, Galliani è il solo candidato a non avere dovuto raccogliere firme.
Domenico Di Modugno - Partito comunista italiano
La rassegna delle candidature in ordine di sorteggio continua con Domenico Di Modugno, lavoratore autonomo nel settore alimentare, impegnato nel sociale nel territorio interessato dal voto. Di Modugno si candida con il simbolo del Partito comunista italiano, dunque con la doppia bandiera leggermente mossa dal vento e ad aste blu, con falce, martello e stella su fondo rosso sovrapposte al tricolore e la sigla PCI senza punti. Il partito guidato da Mauro Alboresi ha partecipato alle ultime elezioni politiche, ma non ha avuto eletti: anche per questo è stata necessaria la raccolta firme.
Daniele Giovanardi - Democrazia sovrana popolare
Tra le candidature annunciate da forze politiche di livello nazionale c'era anche quella di Daniele Giovanardi, medico, già direttore del pronto soccorso del policlinico di Modena (è fratello dell'ex parlamentare Carlo Amedeo) e contraddittore di varie scelte adottate in tempo di pandemia Covid-19. Giovanardi è stato presentato da Democrazia sovrana popolare, la formazione costituita e guidata da Marco Rizzo e Francesco Toscano per proseguire l'esperienza della lista elettorale Italia sovrana e popolare insieme ad altri gruppi (anche se parte di coloro che avevano concorso a quella formazione elettorale hanno nel frattempo preso altre strade). Del simbolo coniato lo scorso anno è conservata la stellina rossa (usata come "puntino sulla i" prima su "Italia", ora su "Democrazia"), l'uso di una parte manoscritta in rosso (prima "e popolare", ora "sovrana") e il tricolore: nel nuovo contrassegno - che approda per la prima volta a una competizione di livello nazionale - sembra facile riconoscere le tracce di pastello inventate da Bruno Magno per i Progressisti nel 1994.
Cateno De Luca - Sud con Nord
Chiude l'offerta elettorale di queste suppletive monzesi-brianzole, come ultima candidatura sorteggiata, quella di Cateno De Luca, sindaco di Taormina (dopo esserlo stato di Fiumedinisi, Santa Teresa di Riva e Messina) e fondatore del partito Sud chiama Nord, in quest'occasione ritoccato in Sud con Nord. Pur avendo eletto due parlamentari nei collegi uninominali, quella forza politica non dispone di un gruppo in ciascuna Camera, quindi è stata necessaria la raccolta firme; il simbolo, in ogni caso, è uno dei tre (insieme a quelli di Musso e Cappato) a contenere il nome della persona candidata, anche se qui è poco visibile (nella fascetta rossa) rispetto al rilievo del nome nero-rosso della formazione elettorale (con freccia incorporata) collocato nella parte superiore su fondo giallo.