sabato 29 aprile 2023

Treviso, simboli e curiosità sulla scheda

Sono due i capoluoghi di provincia del Veneto chiamati al voto nel turno amministrativo di maggio: Treviso e Vicenza. Con riferimento a Treviso, il comune arriva alle elezioni a scadenza naturale, dopo il quinquennio da sindaco di Mario Conte (centrodestra), che nel 2018 aveva battuto Giovanni Manildo (centrosinistra), allora in cerca di un secondo mandato.
In questo turno elettorale Conte si ripresenta come candidato del centrodestra; lo sfidano altri quattro concorrenti (non ci sono candidate); in tutto sulla scheda finiranno 14 liste. La competizione sarà dunque lievemente meno affollata rispetto a quella del 2018, quando ad aspirare alla carica di sindaco erano state 6 e si erano contate in tutto 16 liste.
 

Maurizio Mestriner

1) Unione popolare

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura a sindaco di Maurizio Mestriner, indicato dal MoVimento 5 Stelle. Sono due le liste in suo appoggio: la prima estratta è quella di Unione popolare (lista guidata a livello locale soprattutto da Rifondazione comunista), che pure in un primo tempo si pensava potesse presentare una propria candidatura. Il contrassegno impiegato è quello pensato in un primo tempo per le elezioni politiche, vale a dire con l'arcobaleno sfumato su fondo rosso-viola sfumato, senza ancora il riferimento a Luigi De Magistris come figura di riferimento per la lista. 
  

2) MoVimento 5 Stelle

La corsa di Maurizio Mestriner alla guida di Treviso non poteva non essere sostenuta dalla sua forza politica di riferimento, vale a dire il MoVimento 5 Stelle: Mestriner è stato infatti parte del primo MeetUp locale, fin dal 2007. Si tratta della terza partecipazione del M5S alle elezioni amministrative trevigiane, la prima all'interno di una coalizione. Il contrassegno schierato in quest'occasione è quello già visto alle ultime elezioni politiche e indicato dallo statuto del MoVimento come secondo simbolo alternativo al primo recante il sito Ilblogdellestelle.it (cioè proprio il fregio con cui il M5S nel 2018 aveva ottenuto a Treviso il 4,15%).
 

Luigino Rancan

3) Il Popolo della famiglia

Già nel 2018 Il Popolo della famiglia aveva partecipato alle elezioni amministrative trevigiane, in quell'occasione a sostegno di Carla Condurso (anche se il risultato, 0,59%, era stato piuttosto limitato). Pure in questo caso il Pdf corre da solo, con Condurso indicata come capolista, mentre l'aspirante sindaco - sorteggiato per secondo - questa volta è Luigino Rancan, già sindaco di Mansuè. Il simbolo è rimasto intatto rispetto a cinque anni fa, con la famigliola tradizionale "a pastelli" che occupa la parte inferiore del cerchio blu, con la scritta rosa "No gender nelle scuole" collocata ad arco nella parte superiore del tondo.
 

Nicolò Maria Rocco

4) Futura - Azione - Italia viva

Si presenta sostenuto da una sola lista anche Nicolò Maria Rocco, presidente di TEDx Treviso e già consigliere comunale Pd nella consiliatura 2013-2018 (è stato anche segretario regionale dei Giovani democratici). In questo caso si presenta con l'appoggio di Azione, Italia viva e Futura, soggetto locale (rappresentato sulla scheda dalla facciata del Palazzo dei Trecento). Il contrassegno è una variante di quello presentato dalla lista comune da Azione e Italia viva alle elezioni politiche, con tre miniature nella parte superiore del cerchio blu (si noti che Futura in una prima versione era più tesa al colore giallo, mentre ora tende all'azzurro); nella parte inferiore è rimasto il riferimento a Carlo Calenda, ma si aggiunge la dicitura "Rocco sindaco".
  

Giorgio De Nardi

5) Treviso civica

Quarta candidatura alla guida del comune di Treviso è quella di Giorgio De Nardi, imprenditore scelto dal centrosinistra. Lui potrà contare sull'appoggio di ben sei liste (la sua è la coalizione più ampia di questo turno elettorale). La prima, in base all'ordine indicato dal sorteggio, è Treviso civica, alla terza - salvo errore - partecipazione consecutiva all'interno della stessa compagine elettorale (negli ultimi due appuntamenti ha ottenuto in ciascuno due seggi, l'ultima volta ottenuti con il 6,32%): il simbolo è stato conservato, con il cerchio arancione all'interno del quale è stato inscritto un quadrato, contenente nella parte superiore il nome della lista e in quella inferiore (su fondo bianco) il riferimento al candidato sindaco.
 

6) De Nardi sindaco

Secondo soggetto della coalizione di centrosinistra è la "lista personale" del candidato (o comunque quella a lui più vicina), denominata De Nardi sindaco. Il colore di fondo scelto per la lista (e per la campagna del sindaco) è il fucsia, abbinato al bianco e il verde chiaro di cui si è tinto il cognome del sindaco: il contrassegno elettorale si distingue per l'inserimento dell'immagine stilizzata di una bicicletta, segno di una proposta "a misura d'uomo" e attenta alla salute e all'ambiente (proprio la bicicletta, poi, è il mezzo con cui il candidato ha compiuto il suo tour elettorale a Treviso ed era presente anche nel 2013-18 nel simbolo di Impegno civile). Non manca poi la freccia a triangolo del "play" (dunque del procedere, anche con una connotazione attenta al futuro e alla tecnologia) ricavata in negativo nella "D" del cognome di De Nardi. La lista contiene anche candidati espressi da +Europa.
 

7) Volt

Nella coalizione di centrosinistra trevigiana quest'anno figura anche una lista presentata dal movimento paneuropeo Volt, dalla presenza non frequente alle competizioni locali ma comunque significativa (a Treviso c'è infatti un gruppo attivo, che si incontra regolarmente, con cadenza settimanale). Il simbolo schierato è sostanzialmente quello che si conosce già, con le quattro lettere del nome bianche su fondo viola (e con la "o" leggermente coperta dalla "V"); in questo caso è stato aggiunto nella parte inferiore un segmento bianco con il riferimento alla candidatura di De Nardi (tutte le liste della coalizione, come si vedrà, contengono il nome del candidato sindaco). 
 

8) Europa Verde

Quarta lista della coalizione di centrosinistra, a seguito del sorteggio, è quella di Europa Verde, che riporta dunque il sole che ride sulle schede elettorali di Treviso (presente per l'ultima volta nel 2003 per mano della Federazione dei Verdi). Il simbolo è la variante dell'emblema ufficiale del partito, con il riferimento testuale e grafico (il girasole) al Partito verde europeo; a destra non manca - pur essendo poco evidente - la dicitura "Verdi Treviso", elemento di peculiarità locale insieme al riferimento in giallo al candidato sindaco, collocato al di sotto del nome della lista (soluzione già vista altrove). 
 

9) Coalizione civica per Treviso

Quinta formazione presentata a sostegno di De Nardi è Coalizione civica per Treviso, che nel 2018 aveva concorso da sola (in appoggio a Said Chaibi, ottenendo l'1,14%). Il rosso rimane il colore dominante del simbolo che aggrega varie sensibilità "a sinistra" della coalizione, accompagnato dall'arancione del segmento inferiore (che ospita il riferimento al candidato sindaco). Come cinque anni fa, l'elemento grafico caratterizzante è costituito dalla Torre civica, stavolta richiamata solo con i contorni e non riempita dai tratteggi. In alto sono state inserite le parole "Sinistra ambiente diritti" per identificare il programma della lista. 
 

10) Partito democratico

La coalizione che sostiene Giorgio De Nardi si completa con la lista presentata dal Partito democratico, alla sua quarta presenza alle elezioni locali trevigiane. Come già avvenuto in passato, il simbolo nazionale del partito è stato completato dal riferimento al candidato sindaco, inserito in un segmento circolare rosso in basso. Con il 16,34%, il Pd nel 2018 era risultato la seconda lista più votata, superata soltanto dalla Lega; anche in quest'occasione, i dem dovrebbero porsi come forza trainante della coalizione di centrosinistra (potenzialmente più ampia rispetto al perimetro delineato cinque anni fa).   
 

Mario Conte

11) Con Te - Forza Italia - Coraggio Italia

Il sorteggio ha collocato in ultima posizione la nuova candidatura di Mario Conte, sindaco uscente di Treviso. Se nel 2018 le liste a suo sostegno erano state 7, questa volta sono solo 4. La prima a essere estratta è Con Te, che inevitabilmente gioca con il nome del candidato. Il nome della lista è stato collocato sopra la merlatura del Palazzo del Podestà e a fianco della Torre Civica; il fronte del palazzo contiene le miniature dei simboli di Forza Italia (che da sola cinque anni fa ottenne il 3,83%) e di Coraggio Italia (per la prima volta la formazione di Luigi Brugnaro appare sulle schede elettorali per le amministrative trevigiane).  
 

12) Lega

Seconda lista della coalizione di centrodestra, in ordine di estrazione, è quella della Lega, che nel 2018 batté tutte le altre con il suo 19,54%. La parte superiore del contrassegno è rimasta uguale a cinque anni fa, con Alberto da Giussano al centro tra i due segni identificativi della Liga Veneta (a sinistra il nome, a destra il leone di San Marco con l'evangeliario aperto, affiancato alla sua versione "da guerra", che brandisce la spada sullo scudo del guerriero di Legnano). Nel segmento blu in basso, invece, non c'è più il cognome di Matteo Salvini, ma soltanto il riferimento a "Conte sindaco": la rinuncia al nome del segretario era stato uno dei primi elementi saltati all'occhio dei cronisti, fin dal 24 febbraio, giorno di presentazione della lista.
 

13) Fratelli d'Italia

Il riferimento diretto alla (ri)candidatura di Conte alla guida di Treviso è presente anche nel contrassegno di Fratelli d'Italia, alla sua seconda partecipazione alle elezioni comunali (nel 2013 non aveva concorso). Nel 2018 era stato usato lo stesso contrassegno delle elezioni politiche, mentre questa volta - fermo restando il simbolo ufficiale di Fdi inserito in basso - il nome e il cognome di Giorgia Meloni sono stati ridotti di dimensione per fare spazio all'espressione "Conte sindaco" (qui il cognome del candidato è leggermente più piccolo rispetto a quello della leader del partito). Se nel 2018 era arrivato l'1,52% (e nessun seggio, pur essendo parte della coalizione vincente), è probabile che stavolta l'esito sia ben più favorevole.
 

14) Mario Conte sindaco

Chiude la coalizione di centrodestra e la rassegna generale delle liste la formazione dichiaratamente civica Mario Conte sindaco, identica nello spirito e nell'immagine alla lista presentata nel 2018. Come allora, infatti, il cuore del simbolo - su fondo azzurro e blu - è una chiave antica, tradizionalmente legata all'idea di governo di una città, il cui "pettine" richiama il profilo della torre civica del Palazzo del Podestà e del Palazzo dei Trecento (la stessa facciata a capanna merlata vista nella "pulce" di Futura). Nel 2018 la lista, con il suo 15,14%, aveva fatto segnare un risultato molto significativo (tradotto in 6 consiglieri).

mercoledì 26 aprile 2023

Brindisi, simboli e curiosità sulla scheda

Nel turno elettorale amministrativo previsto per il 14 e il 15 maggio l'unico capoluogo pugliese interessato è Brindisi: questo voto arriva a scadenza naturale, dopo che la consiliatura precedente era durata soltanto due anni (si era votato nel 2016 poi, pochi dopo essere stata eletta, Angela Carluccio si era dimessa prevenendo la mozione di sfiducia che la sua maggioranza di centrodestra era pronta a concretizzare; anche la consiliatura precedente, quella iniziata nel 2012, era terminata in anticipo per l'arresto del sindaco di centrosinistra Cosimo Consales). 
Si è comunque arrivati alle elezioni in un clima non troppo disteso: il Pd che era parte rilevante dell'amministrazione uscente ha lasciato all'inizio di aprile la giunta guidata da Riccardo Rossi, avendo ormai deciso di non sostenere la ricandidatura del primo cittadino, puntando invece su Roberto Fusco (già candidato nel 2012, sostenuto dalla sua lista civica - denominata Sì - oltre che dall'Idv e dalla lista che univa Prc e Pdci) insieme al M5S. Oltre a Rossi e Fusco, ci saranno altri due contendenti (nessuna donna), portando a 4 il numero degli aspiranti sindaci, sostenuti in tutto da 14 liste; cinque anni fa i concorrenti erano stati 5, appoggiati da 16 liste.  

Roberto Fusco

1) Impegno per Brindisi

Il primo candidato alla carica di sindaco, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, risulta essere Roberto Fusco, avvocato e già membro del consiglio comunale brindisino, eletto - come si è appena detto - nel 2012. Nessuna delle forze politiche che lo sostennero allora, tuttavia, è presente sulla nuova scheda elettorale. Prima formazione estratta è Impegno per Brindisi, gruppo nato nel 2019, ma che nel simbolo rende chiara la parentela con il gruppo nato un anno fa in consiglio regionale Per la Puglia, a sostegno di Emiliano (ne fanno parte ora Saverio Tammacco, Sebastiano Leo e Mauro Vizzino, riferimento dei brindisini). Di quel raggruppamento riprende infatti il "per" bianco con all'interno un cuore giallo, il tutto su fondo blu e con un arco-sorriso tricolore sotto.
 

2) Ora tocca a noi

Il secondo posto sulla scheda e all'interno della coalizione è stato assegnato alla lista Ora tocca a noi, tra le formazioni che nel 2018 avevano sostenuto Riccardo Rossi, tutte entrate in consiglio (al primo turno era arrivato solo il 2,25%, ma considerando che il candidato sindaco al ballottaggio aveva vinto erano comunque arrivati due consiglieri). Il progetto giovanile ha cambiato per l'occasione colori (dal verde acqua al blu) e simbolo, con un restyling affidato all'agenzia New Reclame. L'immagine stilizzata del porto brindisino ha lasciato il posto a un insieme di elementi per rappresentare Brindisi e i principi del movimento: "il Monumento al Marinaio, uno dei simboli più noti e riconoscibili per i brindisini; l'onda, simbolo di forza, trasformazione e rinascita; il dialogo, confronto e sviluppo di nuove idee" (quest'ultimo rappresentato dal fumetto appena accennato). 
 

3) MoVimento 5 Stelle

La posizione mediana nella coalizione a sostegno di Fusco è occupata dal MoVimento 5 Stellealla sua terza partecipazione alle amministrative di Brindisi (se si considera anche la Lista CiVica a 5 Stelle del 2009; nel 2012 non corse invece). Fusco si era candidato al Senato nel 2022 proprio con il M5S (ottenendo un significativo 30% nel collegio uninominale di Taranto, pur essendo battuto dal candidato del centrodestra). Il simbolo schierato in questo caso è lo stesso dello scorso anno, con il riferimento all'anno 2050 nel segmento rosso collocato al di sotto degli elementi grafici distintivi del M55. 
 

4) Partito democratico

Come si è detto all'inizio di questo articolo, Fusco può contare anche sul sostegno del Partito democratico, che nel 2018 non aveva ottenuto un risultato strepitoso (9,64%), ma era stato pur sempre il secondo soggetto più votato - dopo il M5S - e aveva ottenuto 9 seggi partecipando alla coalizione di Rossi, seconda al primo turno e vincente al ballottaggio. Come in tutte le sue partecipazioni precedenti alle amministrative brindisine, il Pd a queste elezioni schiera il proprio simbolo ufficiale nazionale, senza alcuna altra indicazione (territoriale o della persona sostenuta) presente all'interno del cerchio.
 

5) Roberto Fusco sindaco

La coalizione a sostegno di Fusco si completa con la lista "personale" del candidato alla guida del comune, denominata semplicemente Roberto Fusco sindaco e probabilmente candidata a ottenere un seguito non trascurabile (così era accaduto anche per la lista di Fusco del 2012). Il simbolo, piuttosto semplice, rimanda in realtà a qualcosa di già visto: il cerchio blu (con circonferenza bianca concentrica), con una parola evidente gialla e il resto del testo bianco ricorda un po' - senza volerlo, si è tentati di supporre - la scelta grafica di Noi con Salvini (che pure non usava il carattere Arial Black impiegato qui e aveva adottato un fondo più scuro e sfumato). 
 

Pasquale "Lino" Luperti

6) Uguaglianza cittadina

Secondo candidato sorteggiato, tra coloro che aspirano alla guida del comune di Brindisi, è Pasquale Luperti, detto "Lino", già assessore della giunta Consales e rieletto consigliere nel 2016 (con un ruolo non irrilevante nelle fibrillazioni dell'amministrazione Carluccio e uscito assolto da un processo penale che lo aveva riguardato). Lo sostengono due liste: la prima, Uguaglianza cittadina, utilizza come simbolo un cerchio bianco e blu, con un fascio di luce con i colori dell'arcobaleno nella parte inferiore. Il simbolo si trova in una pagina Facebook con lo stesso nome aperta un anno fa, riferita a un soggetto politico con sede ad Avellino e mirante a ottenere soprattutto parità tra le persone e (nel vecchio sito, in qualche modo ancora consultabile, si legge che il logo richiama "7 colori, 7 continenti, 7 razze, 7 giorni della settimana, 7 virtù umane, la clessidra evolutiva, la bilancia della vita,  l'uguaglianza").
 

7) Movimento Regione Salento

Non ci si stupisce troppo a trovare come altra lista a sostegno di Luperti il Movimento Regione Salento: lo stesso Luperti è uno dei fondatori di questa realtà nata nel 2010 per "rivendicare la vera identità del popolo salentino", trasformando tra l'altro il Salento in Regione. Pure in questo caso è il sito del movimento, stavolta ancora accessibile, a spiegare il contenuto del simbolo: con riferimento allo stemma, "impostato graficamente seguendo le regole della disciplina araldica", si apprende che esso "richiama gli emblemi delle più significative famiglie nobiliari, che si sono susseguite attraverso i secoli al governo del nostro territorio". Il simbolo (al pari dello scudo che contiene la stessa grafica di base) comprende "il leone rampante dei Brienne, stagliato sul drappo stilizzato dei d'Enghien, su cui rifulge l'astro degli Orsini del Balzo. In fondo al campo domina una torre di avvistamento aragonese posta a sentinella delle coste della 'terra dei due mari'. I colori dominanti sono: l'oro del sole, l'azzurro del cielo e il blu del mare. Lo scudo è sormontato da tre stelle rappresentanti simbolicamente le tre province di Lecce, Brindisi e Taranto, vasto dominio feudale del fiorente Regno di Napoli, che comprendeva la rinomata Terra d'Otranto, un tempo entità storica e geografica omogenea". Un arco tricolore nella parte inferiore completa la grafica del contrasseegno.

Riccardo Rossi

8) Brindisi Bene Comune - Alleanza Verdi e Sinistra

La terza candidatura estratta è quella del sindaco uscente, Riccardo Rossi. Se nel 2018 le liste a suo sostegno erano state 4, questa volta ne è sopravvissuta una sola, che di fatto ne unisce due di cinque anni fa (anche se l'equivalenza non è del tutto corretta). Il simbolo della lista in questione è una "bicicletta" che unisce gli emblemi di Brindisi Bene Comune e Alleanza Verdi e Sinistra. Il secondo fregio è lo stesso impiegato alle ultime elezioni politiche; il primo - con una formica arancione operosa e sorridente - è identico a quello esistente dal 2011 e che l'anno successivo venne usato da Rossi proprio per candidarsi a sindaco alle elezioni brindisine (nel 2012 la lista ottenne il 4,68% e fu eletto consigliere; il risultato passò poi al 7,69% del 2016 e al 6,68% del 2018, ma in quest'ultima tornata la lista ottenne ben 6 consiglieri grazie al premio di maggioranza conquistato al ballottaggio).

Giuseppe Marchionna

9) Lega

Quarta e ultima candidatura alla guida del comune di Brindisi, in ordine di sorteggio, è quella di Giuseppe Marchionna (detto anche Pino), già sindaco di Brindisi all'inizio degli anni '90. Potrà contare sul sostegno di 6 liste, la prima delle quali risulta essere quella della Lega. Dopo la prima partecipazione nel 2018 a sostegno di Giacomo (detto Massimo) Ciullo, superando di pochissimo il 5%, la lista si è ripresentata con il medesimo simbolo: come cinque anni fa, sotto ad Alberto da Giussano, nel segmento blu c'è il cognome giallo di Matteo Salvini, abbinato al riferimento alla Puglia (già presente, appunto, nel 2018).
  

10) Partito repubblicano italiano

Il secondo simbolo della coalizione di centrodestra che si propone a Brindisi non può passare inosservato: è infatti quello del Partito repubblicano italiano, sempre presente in consiglio comunale a Brindisi anche dopo l'avvento dell'elezione diretta del sindaco (fatta eccezione per la consiliatura 2002-2004). Nel 2018 il partito dell'edera, schierato con Roberto Cavalera, ottenne addirittura l'8,55% (tradotto in un solo consigliere solo perché la coalizione di centrodestra, pur prevalente al primo turno, perse al ballottaggio); la tradizione repubblicana brindisina è confermata dal fatto che Corrado De Rinaldis Saponaro, segretario dalla fine del 2017, è proprio di Brindisi.
 

11) Casa dei Moderati

La terza formazione sorteggiata all'interno della coalizione che sostiene Marchionna è una "bicicletta" denominata Casa dei Moderati. Questa riunisce, anche visivamente all'interno di un cerchio azzurro - con il nome appena ricordato in evidenza - due emblemi: quelli di Brindisi Idea 2030 (gruppo nato dalla fusione di Idea per Brindisi, Proiezione futuro, Insieme per la città e Brindisi nel cuore, con il profilo delle Colonne Romane che si aggiunge a quello del Monumento al Marinaio) e dell'Unione di centro, rimasta fuori dal consiglio nel 2018 ma intenzionata a riprovarci in questo caso, unendo le proprie forze a quelle di altri gruppi.
 

12) Fratelli d'Italia

Non può mancare all'interno della coalizione di centrodestra la lista di Fratelli d'Italia, che nel 2018 aveva sostenuto con la Lega Giacomo Massimo Ciullo portandogli il 6,30% (percentuale condivisa con il Movimento +39). Questa volta Fdi non ospita alcuna altra formazione all'interno della propria lista - per lo meno in modo visibile - e schiera sulla scheda elettorale il contrassegno usato fin dal 2018 per le elezioni politiche, con il simbolo ufficiale inserito all'interno di un cerchio bicolore in cui l'elemento più visibile è il cognome di Giorgia Meloni. Il risultato della lista, ovviamente, sarà guardato con molta attenzione.
 

13) Forza Italia

Quinta delle sei liste presentate a sostegno di Marchionna è quella di Forza Italia, che torna sulle schede delle elezioni comunali brindisine dopo il 7,4% ottenuto nel 2018 (aveva sostenuto Roberto Cavalera con Pri, Brindisi in alto, Brindisi popolare, Idea e Udc). Diversamente da altri comuni visti finora, qui Fi ha scelto di presentare un simbolo diverso (ma già visto in passato), con la bandierina tricolore assai più grande rispetto agli usi più recenti (ma comunque debordante rispetto al cerchio) e il solo cognome di Silvio Berlusconi collocato al di sotto, senza contenere alcuna altra indicazione personale o territoriale
 

14) Lista civica Marchionna sindaco

Chiude la coalizione di centrodestra e anche l'intera offerta elettorale di Brindisi per il 2023 la Lista civica Marchionna sindaco, dunque la formazione più legata all'ex primo cittadino brindisino. Il simbolo ha il blu come colore prevalente, così come si segnala la presenza di un'onda tricolore (se la si vuole leggere così). Vale la pena rilevare che tra le forze politiche che hanno scelto di sostenere Marchionna ci sono pure Italia viva e Azione, come dichiarato a metà aprile dal commissario Iv (e consigliere regionale) Fabiano Amati, dopo che il partito guidato da Matteo Renzi aveva già lasciato la maggioranza in appoggio a Rossi lo scorso settembre.

martedì 25 aprile 2023

Un simbolo per i riformisti, nonostante tutto e tutti: gli emblemi ricevuti

In questo post, periodicamente aggiornato, vengono pubblicati via via i simboli pervenuti per il "Concorso semiserio: Un simbolo per i riformisti, nonostante tutto e tutti": quelli riportati più in alto nel post sono quelli pervenuti più di recente, per poi risalire fino ai primi. Grazie fin d'ora coloro che hanno scelto di dedicare attenzione a questa proposta e di partecipare con le loro idee; grazie a chi vorrà aggiungersi e proporre altri spunti grafici (sempre seguendo le regole indicate nell'articolo di annuncio). E grazie soprattutto a Raffaele Dobelliniattento osservatore e commentatore di questo sito, che havuto l'idea di questo concorso e ha pazientemente atteso che maturassero le condizioni per proporlo, nella speranza che un nuovo simbolo - degno di questo nome e legato a un soggetto politico solido - possa nascere anche da qui.

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Unione riformista - Proposta di Raffaele Dobellini - 3 maggio




Libertà e progresso - Proposta di Raffaele Dobellini - 3 maggio




Democrazia - Proposta di Raffaele Dobellini - 26 aprile




Italia libera - Proposta di Raffaele Dobellini - 26 aprile





Libertà Italia - Proposta di Matteo Di Grande - 24 aprile




Canto libero per l'Italia - Proposta di Matteo Di Grande - 24 aprile




Azione liberale - Proposta di Matteo Di Grande - 24 aprile





Renew Italia - Proposta di Rocco Gerardo Rauseo - 23 aprile




Europa Democrazia Libertà - Proposte alternative di Francesco Polizzotti - 18 aprile



Europa Democrazia Libertà - Proposta di Francesco Polizzotti - 15 aprile



La Risposta - Proposta di Riccardo Olago - 14 aprile (il proponente spiega di aver inserito un nome fittizio per riempire lo spazio inferiore)



lunedì 24 aprile 2023

Brescia, simboli e curiosità sulla scheda

Il viaggio tra i capoluoghi di provincia chiamati al voto amministrativo del 14 e del 15 maggio 2023 parte da Brescia, uno dei due comuni capoluogo interessati dalle elezioni in Lombardia (l'altro è Sondrio). Formalmente si arriverà a un rinnovo della guida del comune, perché Emilio Del Bono (centrosinistra) ha svolto due mandati consecutivi (eletto nel 2013 e nel 2018), in più alle ultime elezioni regionali lombarde è stato eletto consigliere regionale e ha optato per quella carica. In questo momento le funzioni di sindaco sono svolte dalla vice, Laura Castelletti, che è appunto tra coloro che aspirano alla carica più elevata in questo confronto elettorale. 
Se Castelletti si presenta per il centrosinistra, le contenderanno il ruolo di sindaco altre tre persone, tra cui Fabio Rolfi, candidato per il centrodestra. In tutto, le 4 candidature saranno sostenute da 18 liste, lo stesso numero visto sulle schede del 2018, quando però le persone aspiranti alla carica di sindaco erano state 8 (esattamente il doppio rispetto a questa volta). 
In effetti quest'anno erano state depositate 19 liste per 5 candidature, ma è stato escluso dalla competizione Ernesto Taveri, che si presentava per Ancora Italia: criticità relative alle firme raccolte per la lista hanno portato alla sua non ammissione.
 

Alessandro Maccabelli

1) La Maddalena per Brescia

Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Alessandro Maccabelli, impegnato nel social marketing Lo sostiene una sola lista civica, La Maddalena per Brescia, il cui nome si riferisce al monte delle Prealpi bresciane che si trova proprio vicino alla città e che rappresenta un oggetto rilevante del programma della lista. Il simbolo stesso contiene la stilizzazione del rilievo, in verde scuro, che sormonta il profilo dei monumenti più rilevanti del centro storico (tra questi, il Broletto con la Torre del Pegol, il Duomo nuovo e quello vecchio), tinto di blu; gli stessi colori si ritrovano nel "maggiore" e nel "minore" leggermente sovrapposti che ricreano il "per" del nome della lista.

Laura Castelletti

2) Brescia Capitale

In seconda posizione sulla scheda è stata sorteggiata la candidatura di Laura Castelletti, vicesindaca nelle amministrazioni Del Bono e attualmente facente funzione, dopo l'opzione del sindaco eletto per il consiglio regionale. La sosterranno ben otto liste, la prima delle quali - in ordine di estrazione - sarà Brescia Capitale: spicca soprattutto il nome (che si riferisce al "capitale umano" dell'associazionismo e del volontariato, ma rimanda anche al titolo di "Capitale della Cultura" che quest'anno Brescia condivide con Bergamo), all'interno di un simbolo piuttosto semplice e pulito, con l'uso dell'azzurro e del blu (l'azzurro è il colore dello stemma cittadino insieme al bianco). Nella lista, guidata da Gianni Bertoletti (presidente dell’associazione Gruppo Campo Marte) c'è anche Arshad Mehmood, vice presidente del centro islamico di via Corsica e segretario della federazione pakistana in Italia.
 

3) Brescia Green

Mostra fin dal nome scelto una sensibilità ambientalista un'altra formazione civica sorteggiata per seconda all'interno della coalizione di centrosinistra, Brescia Green, con il verde - colore principale anche della lista Brescia per passione guidata da Castelletti nel 2018 - che domina sul fondo bianco, in tre diverse tonalità: le due del nome (quella più scura si ritrova anche nelle parole scritte ad arco, "Sostenibilità ambientale - Stili di vita") e la terza, più chiara, usata come fondo di un segmento tagliato che contiene l'espressione "L'ambiente nel cuore"; a fianco c'è il riferimento alla candidata sindaca, ma - diversamente dal simbolo visto prima - qui è quasi illeggibile. 
 

4) Azione - +Europa - Italia viva

Terza lista dello schieramento di centrosinistra risulta essere quella che riunisce Azione, +Europa e Italia viva: la formazione libdem a Brescia non corre fuori dai due poli principali, ma sceglie di sostenere la candidata in continuità con l'amministrazione uscente. Il contrassegno della lista, evidente variante di quello della lista unica dei soggetti politici guidati da Carlo Calenda e Matteo Renzi, colloca nella parte superiore le miniature dei simboli dei tre partiti, mentre in basso ospita la dicitura "Castelletti sindaco", simile al riferimento nazionale a Calenda (qui però si aggiunge l'azzurro bresciano come colore).

5) Brescia Attiva - Verdi europei 

Si pone come lista in parte civica (e "giovane") e in parte politica Brescia Attiva - Verdi europei. La prima parte del nome si riferisce al gruppo civico nato per primo nell'ambito di questo progetto elettorale: non a caso è l'elemento più visibile all'interno di un cartello rosso mattone (su fondo verde), retto da due mani bianche; subito al di sotto sono collocate tre aggettivi per indicare la città desiderata ("Verde - Giusta - Sicura"). Sotto una fascettarcobaleno (che segue il profilo del cartello) c'è un segmento verde che contiene il riferimento ai Verdi europei, con il girasole ma senza sole che ride: la partecipazione alla lista è arrivata dopo il commissariamento del gruppo bresciano di Europa Verde, successivo alla scelta (del coordinatore precedente Salvatore Fierro) di presentarsi autonomamente rispetto ad altre coalizioni. Una scelta di fatto non concretizzatasi. 
 

6) Partito democratico

Il quinto posto nella coalizione bresciana di centrosinistra spetta al Partito democratico, che cinque anni fa aveva ottenuto il risultato migliore tra le liste (34,62%). Pure questa volta, ovviamente, il Pd si presenta alle elezioni amministrative, riducendo leggermente - rispetto al 2018, ma un po' di più rispetto al simbolo ufficiale - il logo creato da Nicola Storto per far posto, al di sotto, a un segmento verde a base leggermente curvilinea (come si è fatto alle ultime elezioni politiche, sia pure con un fondo rosso) che contiene il riferimento alla candidata sindaca. 
 

7) Al lavoro con Brescia

Si presenta come altra lista civica, ma ha elementi politici ben identificabili la lista Al lavoro con Brescia, della quale fa parte l'assessore uscente Marco Fenaroli ed è basata soprattutto su antifascismo e impegno per il lavoro. Continuazione delle liste Sinistra a Brescia (2018) e di nuovo Al lavoro con Brescia (2013), il simbolo riporta al centro il Castello, il Palazzo della Loggia e la Torre della Pallata, accostati a un silo come segno del lavoro e del tessuto produttivo. Sopra il castello, però, c'è la colomba arcobaleno dell'Alleanza Verdi e Sinistra, mentre la parte inferiore del simbolo ci sono i loghi di Sinistra italiana e Possibile, collocati in fasce curvilinee. 
 

8) Lista civica Laura Castelletti sindaco

Settima formazione a sostegno della vicesindaca facente funzione è la Lista civica Laura Castelletti sindaco, il gruppo di candidati più vicino alla candidata. Il simbolo, decisamente diretto, è costituito dal nome della formazione abbinato ai colori che hanno caratterizzato la campagna elettorale (blu scuro, finito sul fondo, rosso e giallo). In questo caso la candidata non ha riproposto il suo ritratto, schierato nella lista personale schierata nel 2018 a sostegno di Del Bono (che aveva ottenuto il 5,57% e due persone elette, riproposte pure in questa occasione), mentre il colore verde - come visto - è stato passato a un'altra formazione civica della coalizione.  
 

9) Brescia 2030 - Morelli per Castelletti

Chiude la compagine in appoggio a Laura Castelletti la lista Brescia 2030, in piena continuità politica, nominale e grafica con la lista omonima presentatasi nel 2018. La piattaforma civica, legata all'assessora uscente e capolista Roberta Morelli (citata pure questa volta nel simbolo), ripresenta la propria proposta civica e riformista con il concorso del Partito socialista italiano, dalla cui storia proviene la rosa con le stelle d'Europa, già emblema del socialismo europeo. Sono rimasti, come nel 2018, il blu del fondo e il rosso che tinge i puntini delle "i" e il "per" reso con una croce: in pratica, cambia solo (ovviamente) il cognome della persona da sostenere nella nuova tornata elettorale.  

Alessandro Lucà

10) Partito comunista italiano

Terza candidatura sindaco di Brescia, in ordine di sorteggio, è quella di Alessandro Lucà, imprenditore e scrittore impegnato con Reteantimafi. Si presenta a questo appuntamento elettorale sostenuto da tre liste: la prima a essere stata estratta (anche se il suo sostegno si è aggiunto in un secondo momento) è quella del Partito comunista italiano, la formazione guidata da Mauro Alboresi che nel 2018 aveva appoggiato un proprio candidato, Lamberto Lombardi. Il simbolo schierato - come avvenne anche cinque anni fa - è quello ufficiale, con la bandiera rossa con falce, martello e stella in gran parte sovrapposta al tricolore, le due aste blu scure e la sigla maiuscola del Pci senza punti.
 

11) MoVimento 5 Stelle

La posizione medianall'interno della coalizione che sostiene Lucà è occupata - sempre in seguito al sorteggio - dal MoVimento 5 Stelle, vale a dire la formazione cui è legato il candidato sindaco (che è stato tra i promotori del MeetUp a Brescia). Se nel 2018 il contrassegno schierato era stato quello - inaugurato alle elezioni politiche di quell'anno - con il sito Ilblogdellestelle.it (e la lista, superando il 5%, aveva eletto in consiglio il proprio candidato sindaco), questa volta è stato presentato il secondo simbolo ufficiale (di fatto l'unico a essere usato sempre), con il riferimento all'anno di neutralità climatica 2050 posto nel segmento rosso sotto agli elementi che tradizionalmente identificano il MoVimento.
 

12) Unione popolare

Era stato dichiarato fin dall'inizio il sostegno al candidato proposto dal MoVimento 5 Stelle da parte di Unione popolare, formazione che dunque continua il proprio percorso anche dopo l'esito elettorale poco felice del voto politico 2022. Il simbolo contiene soltanto il nome della lista e l'arcobaleno sfumato su fondo rosso-viola, ovviamente senza il riferimento a Luigi De Magistris che era stato inserito all'esordio: con la presenza di Up, dunque, la coalizione che appoggia Lucà si configura come di sinistra, cercando di raccogliere le sensibilità e l'elettorato di quell'area (nel 2018 c'era Potere al Popolo, a sostegno di Alberto Marino, fermatasi allo 0,87%). 
 

Fabio Rolfi

13) Fratelli d'Italia

Chiude il quadro delle candidature a sindaco quella di Fabio Rolfi, schierato dal centrodestra per tentare la nuova conquista dell'amministrazione comunale bresciana: la sua corsa elettorale sarà sostenuta da sei liste. La prima estratta è quella di Fratelli d'Italia, che schiera per le schede il proprio emblema nella veste elettorale, con il simbolo ufficiale collocato nella parte inferiore e il riferimento a Giorgia Meloni, ben visibile in alto ma leggermente ridotto nelle dimensioni per fare spazio alla citazione del candidato sindaco (che ha lo stesso rilievo grafico di quella della leader, anche grazie alla brevità dei due cognomi). Ci si può attendere un risultato più elevato rispetto al 3,3% di cinque anni fa; tra i candidati, anche Sarbjeet Singh Multani, detto Kamal, di origine indiana.  
 

14) Viva Brescia

La seconda lista estratta all'interno della compagine di centrodestra è denominata Viva Brescia e rappresenta soprattutto la parte centrista di quell'area politica. Non a caso la formazione, promossa dall'ex presidente della provincia Alberto Cavalli, contiene nel simbolo la parola "Moderati"; la grafica scelta - croce di San Giorgio rossa pennellata e testo blu su fondo bianco - può rimandare alla lista Lombardia ideale - Fontana presidente che ha accompagnato la corsa alla guida della regione del candidato del centrodestra (questa volta sulle schede non compare l'Udc e nemmeno una qualche forma di scudo crociato). 
 

15) Fabio Rolfi sindaco

La terza formazione a sostegno di Rolfi è quella più vicina, anche visivamente, al candidato sindaco del centrodestra: si chiama semplicemente Fabio Rolfi sindaco e non contiene altri elementi (nemmeno l'appellativo "lista civica", presente invece - come si è visto - nell'emblema della lista legata alla principale concorrente). Nome e cognome del candidato sono scritti con un corpo molto grande, all'interno di una corona arancione e viola (stessi colori della denominazione della lista) costituita da due frecce a semicerchio che, suggerendo un movimento continuo, danno l'idea di qualcosa di dinamico.
 

16) Lega - Lega Lombarda

Non poteva mancare, all'interno della coalizione di centrodestra, la lista della Lega, vale a dire il partito di cui è espressione Rolfi e la lista che nel 2018 aveva ottenuto più voti nella compagine (il 24,18%, il triplo di Forza Italia). Com'è tradizione nelle amministrative in Lombardia, il contrassegno elettorale contiene anche la miniatura della Lega Lombarda (identica a quella comparsa per la prima volta nel 1992 nel simbolo della Lega Nord); sotto la raffigurazione grande di Alberto da Giussano c'è ancora il riferimento a Matteo Salvini (assente, come si vedrà, in altre realtà comunali), ma è stato aggiunto quello al candidato al posto della parola "Lombardia".
 

17) Brescia davvero

La coalizione che appoggia Rolfi contiene un'ulteriore lista civica, denominata Brescia davvero, che nel suo sito si descrive come "lista per i giovani e l'innovazione". Lo stesso spazio web spiega così il contrassegno scelto per la lista: "La città è al centro a simboleggiare che ci interessano le idee a prescindere dalla loro collocazione politica per fare di Più per la nostra città. Abbiamo scelto di utilizzare i colori della nostra bellissima città: l'azzurro e il bianco, che rappresentano la tradizione e la storia, ma abbiamo anche aggiunto un tocco di fucsia per esprimere la nostra passione e la nostra energia. Questi colori non solo sono un simbolo di Brescia, ma rappresentano anche i nostri valori come lista civica: la coesione, la determinazione e l'innovazione".
 

18) Forza Italia - Pli

Chiude la coalizione di centrodestra e anche la carrellata delle liste che concorreranno alle elezioni amministrative di Brescia il gruppo di candidature presentate da Forza Italia. Il contrassegno riprende quello impiegato alle politiche del 2018 e alle scorse comunali (senza dunque il riferimento al Ppe nella parte alta), con il cognome di Silvio Berlusconi ben visibile ma con gli spazi ridotti al minimo, per poter inserire al di sotto un segmento blu nel quale trovano posto sia il riferimento alla candidatura di Rolfi (e qui la brevità del cognome non aiuta, rendendolo piuttosto schiacciato) e la miniatura del simbolo del Partito liberale italiano, che concorre alla presentazione della lista. Tra i candidati c'è anche Akashdeep Singh, 23 anni, sikh, già candidato alle regionali nella lista Moratti presidente.