Mancano ormai pochi giorni all'apertura delle urne in Molise per l'ultimo appuntamento con le elezioni regionali per il 2023 (ovviamente salvo sorprese al momento non preventivabili). Certamente la regione cambierà guida: Donato Toma, presidente uscente della giunta, non si è ricandidato, o meglio non è stato riproposto dal centrodestra, che punta dunque su un altro aspirante presidente, Francesco Roberti. Se la vedrà con altri due candidati: Roberto Gravina, espressione unitaria dell'alleanza tra M5S e centrosinistra, ed Emilio Izzo, candidato alternativo e "altro", a capo della lista-movimento Io non voto (i soliti... noti). Cinque anni fa - le elezioni si celebrano alla scadenza naturale della legislatura - i concorrenti erano quattro (in rappresentanza di centrosinistra, centrodestra, M5S e CasaPound Italia). Quanto alle liste regionali, anch'esse sono in calo: 14, rispetto alle 16 del 2018. Prima di passare all'analisi dei contrassegni di lista, è il caso di ricordare che la legge elettorale molisana prevede che anche le candidature a presidente della giunta regionale siano accompagnate da un contrassegno (unico, non essendo possibile farsi sostenere dall'insieme dei simboli delle liste).
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Emilio Izzo
1) Io non voto (i soliti... noti)
Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Emilio Izzo, di cui questo sito si è appena occupato, proprio a partire dal simbolo adottato dall'unica lista presentata a sostegno, Io non voto (i soliti... noti). Si rimanda dunque a questo articolo per sapere di più del progetto di candidatura dell'ex consigliere provinciale di Isernia e combattivo sindacalista all'interno del Ministero della cultura. In questo caso ci si limita a dire che il simbolo con il maialino nero su fondo rosso è impiegato da Izzo anche per distinguere la propria candidatura, dunque è riportato due volte sulla scheda elettorale, con un messaggio del tutto coerente.
Roberto Gravina
Seconda candidatura estratta è quella di Roberto Gravina, attuale sindaco di Campobasso (sostenuto dal M5S ed eletto nel 2019, quindi in scadenza tra un anno) e aspirante presidente sostenuto da una coalizione che unisce centrosinistra e MoVimento 5 Stelle. Il contrassegno presentato per sostenere la sua candidatura ha in primo piano l'espressione "Gravina presidente" di colore blu, sotto la quale si riconosce la sagoma del Molise di colore giallino. Quella tinta, insieme alla circonferenza rossa e al segmento circolare inferiore con il riferimento all'anno di votazione (anche se è colorato di verde e non di rosso) può rimandare alla struttura del simbolo del M5S e far pensare a una prevalenza all'interno della coalizione, ma non è per forza indicativo.
2) Costruire democrazia
La coalizione che sostiene Gravina è composta da 6 liste. La prima estratta è denominata Costruire democrazia. Per chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica di livello superiore la visione del simbolo non rappresenta una novità completa: l'emblema con il fiore bianco era già stato avvistato sulle schede molisane del Senato nel 2013 e su quelle per le regionali di quel territorio nel 2011 e nel 2013 (il primo anno nella coalizione di Di Laura Frattura abbinata al gruppo Partecipazione democratica, il secondo in una coalizione alternativa con Fare per Fermare il declino e Democratici per il Molise, a sostegno della candidatura di Massimo Romano); in entrambe le occasioni elesse un consigliere. Non stupisce dunque che il capolista di quella formazione (nata nel 2009) sia proprio Romano, eletto in regione nel 2011.
3) MoVimento 5 Stelle
La seconda lista della compagine che appoggia la candidatura di Gravina è quella presentata dal MoVimento 5 Stelle: la sua presenza non può certo stupire, trattandosi della forza politica con cui Gravina è stato eletto sindaco di Campobasso quattro anni fa (e con cui si era già proposto alle amministrative precedenti). Il simbolo schierato è il secondo emblema ufficiale indicato dallo statuto, ma è quello ormai usato costantemente da quando il M5S ha scelto di divenire ufficialmente un partito: sotto la grafica tradizionale, un segmento circolare rosso ospita il riferimento al 2050 come anno dell'auspicata neutralità climatica.
4) Molise democratico e socialista
La coalizione a sostegno di Gravina prosegue con Molise democratico e socialista, formazione elettorale che unisce le forze di Molise democratico e solidale (gruppo legato all'ex consigliere Antonio D'Ambrosio) e del Partito socialista italiano. Il nome della lista è sostanzialmente una crasi delle due realtà, mentre il simbolo è una "bicicletta" che affianca le miniature dei due emblemi (dominati rispettivamente dal fumetto col profilo della regione e dal garofano). I due cerchi sono nella banda centrale bianca, mentre il segmento rosso superiore contiene il nome della lista e quello blu inferiore riporta il motto "In difesa dei diritti di tutti". Sul piano grafico si poteva fare senz'altro di meglio, ma è meritorio il ritorno del garofano sulle schede.
5) Alleanza Verdi e Sinistra - Reti civiche - Alternativa progressista
Risulta ancora più pieno (e sicuramente più "ammassato") del contrassegno appena descritto quello della lista Alleanza Verdi e Sinistra - Reti civiche - Alternativa progressista. Nel simbolo coniato in occasione delle elezioni politiche, che accostava Europa Verde e Sinistra italiana, è stata inserita anche la dicitura "Alternativa progressista", ma soprattutto lo spazio per Ev e Si è stato ridotto per la necessità di inserire - ma sarebbe meglio dire incastrare - in basso anche il Movimento Equità territoriale fondato e promosso da Pino Aprile.
6) Partito democratico
La coalizione che appoggia Gravina a queste elezioni comprende anche il Partito democratico, che ha dunque scelto di convergere sulla candidatura del sindaco M5S di Campobasso, in un quadro di sostanziale unità di buona parte delle forze di opposizione uscenti. In questo caso il Pd ha scelto di schierare sulle schede elettorali il suo simbolo ufficiale, senza aggiungere alcun riferimento territoriale né il nome della persona sostenuta come aspirante presidente; la stessa scelta, del resto, era stata compiuta nelle precedenti elezioni regionali molisane cui i dem hanno partecipato, dunque si ravvisa una continuità.
7) Progresso Molise - Gravina presidente
L'unica lista della compagine elettorale di Gravina che contiene il nome del candidato è quella "civico-personale", una presenza assai frequente negli ultimi anni. La formazione si chiama Progresso Molise - Gravina presidente e presenta un simbolo, se possibile, ancora più pieno dei due visti sopra. L'elemento più visibile, al centro, è proprio il richiamo al candidato alla presidenza della giunta regionale, stretto tra l'altra parte del nome della lista (in basso, in bianco su segmento verde acqua) e, in alto, cinque sagome a mezzo busto di persone - come a voler legare il progresso alla componente umana - leggermente sovrapposte tra loro e con attenzione alla miscela dei colori (varianti dal verde all'azzurro-blu). Partecipano alla lista anche candidature indicate da Volt.
Francesco Roberti
Terzo e ultimo candidato alla presidenza della regione Molise è Francesco Roberti, sindaco di Termoli e scelto dal centrodestra per cercare di mantenere la guida dell'amministrazione regionale dopo la giunta Toma. Pure in questo caso è stato presentato il contrassegno della candidatura, in cui il blu è il solo colore che si alterni al bianco: tinge il riferimento al candidato nella parte superiore e il segmento in cui trova posto l'espressione "per il Molise". Il cognome di Roberti, decisamente visibile, induce a riflettere sulla strategia dei due principali candidati: di norma, infatti, nelle regioni in cui i contrassegni dei candidati sono ancora previsti (e per tutti gli anni in cui questi sono stati impiegati in tutte le regioni ordinarie) si preferiva schierare emblemi anonimi, per non rischiare che chi votava mettesse la croce solo su quei simbolo e non anche su un contrassegno di lista, perdendo voti preziosi; qui, invece, centrodestra e centrosinistra allargato hanno scelto di correre questo rischio.
8) Lega
Sono 7 le formazioni che fanno parte della compagine elettorale a sostegno di Roberti. L'estrazione ha indicato per prima la Lega, già presente alle precedenti elezioni regionali, ma allora con il riferimento al Molise sotto al cognome di Matteo Salvini. Questa volta invece è stato impiegato proprio il contrassegno coniato per le elezioni politiche del 2018, dunque con la dicitura completa "Salvini premier" sotto la statua di alberto da Giussano a spada sguainata. Sarà interessante vedere il risultato della Lega, che nel 2018 (al suo esordio elettorale molisano) aveva ottenuto l'8,23%, allora senza riuscire a superare Forza Italia.
9) Unione di centro - Democrazia cristiana - noi Di Centro
Della seconda lista della coalizione di centrodestra si era già in qualche modo parlato nei giorni scorsi, nel dare conto dell'esclusione della Dc-Cirillo e della presenza di un altro simbolo che univa lo scudo crociato e la dicitura "Democrazia cristiana". Si è anticipato, quindi, che l'Unione di centro e noi Di Centro (partito di Clemente Mastella, citato solo come sigla, come a voler indicare una "nuova Dc") formano una lista comune con anche l'apporto di Gianfranco Rotondi (Verde è Popolare), che ha concesso l'uso della denominazione "Democrazia cristiana" riconosciutogli nel 2004. Lo scudo è più grande del consueto e occupa tutto lo spazio possibile tra i due nomi maggiori disposti ad arco, rendendo ancor meno visibile le antiche vele di Ccd e De. Concorre alla lista anche Italia viva con il coordinatore regionale Donato D'Ambrosio (ma c'è pure Molise al centro).
10) Fratelli d'Italia
Non poteva mancare nella coalizione di centrodestra che sostiene Roberti l'apporto di Fratelli d'Italia: superare il 4,45% di cinque anni fa, visti i consensi di cui gode il partito a livello nazionale, sembra decisamente alla portata. Sul piano grafico nessuna novità per Fdi, che impiega esattamente lo stesso contrassegno del 2018, già schierato alle elezioni politiche di quell'anno. Tra le persone candidate, oltre ad Angelo Michele Iorio (già presidente della regione), c'è Aida Romagnuolo, che nel 2001 fece presentare al Viminale il simbolo Vola Molise, con una farfalla bianca su fondo blu che ricordava quella della Rai.
11) Forza Italia
Nel 2018 Forza Italia era stata la lista più votata della coalizione di centrodestra, con il 9,38%; si vedrà se questa volta saprà mantenere il primato. Si tratta ovviamente delle prime elezioni senza Silvio Berlusconi, con il nome che è rimasto sul simbolo (anche perché i documenti per le candidature sono stati presentati prima della sua morte, quindi non ci si poneva proprio il problema); il contrassegno impiegato ha come base quello delle ultime elezioni politiche (dunque con il riferimento al Partito popolare europeo), con l'inserimento della dicitura "per il Molise" al posto dell'appellativo "presidente" sotto il cognome di Berlusconi.
12) Popolari per l'Italia
Non può non destare curiosità la ricomparsa sulla scheda elettorale del simbolo dei Popolari per l'Italia, partito fondato dall'ex ministro Mario Mauro e da tempo ben poco visibile a livello nazionale. Basta però guardare ai risultati elettorali di cinque anni fa per non stupirsi: la lista aveva ottenuto il 7,12%, battendo Udc e Fdi e riuscendo a eleggere due consiglieri (uno, Vincenzo Niro, è vicepresidente del partito). Il simbolo è quello già noto - per chi ne ha memoria, ma per chi appartiene ai #drogatidipolitica non ci sono dubbi in materia - con il tricolore spalmato su tre frecce, su uno sfondo azzurro blu a cerchi tangenti.
13) Il Molise che vogliamo
Si ha l'impressione di trovarsi di fronte a una lista civico-politica, con colori affini alle sensibilità moderate e di centrodestra (per l'uso dei quattro colori nazionali) guardando il contrassegno di Il Molise che vogliamo, formazione promossa dall'europarlamentare Aldo Patriciello. In effetti, se il nome è piuttosto generico e potrebbe adattarsi a ogni parte politica, il segmento azzurro superiore - quasi a voler simboleggiare il cielo - e l'arcobalenino tricolore in basso (non proprio regolare, ma comunque mosso) ricordano decisamente il vecchio simbolo del Popolo della libertà; tra i candidati, c'è il vicepresidente del consiglio regionale Gianluca Cefaratti.
14) Il Molise in buone mani - Noi moderati
Ultima lista della coalizione di centrodestra e dell'intero panorama elettorale molisano del 2023 è Il Molise in buone mani - Noi moderati. Sembra di poter parlare di "lista del candidato presidente", visto che è la sola a inserire - anche qui in grande evidenza - il nome dell'aspirante guida della giunta regionale; c'è però anche la partecipazione di Noi moderati, evoluzione del progetto centrista delle ultime elezioni politiche. Di fatto, tra l'altro, sembra che la grafica del contrassegno sia quella di Noi moderati ribaltata, visto che il gruppo legato a Maurizio Lupi occupa la parte inferiore del cerchio (tinta di un blu diverso rispetto a quello del simbolo da poco varato), giusto sotto a una "onda" tricolore.