Non si può negare che, in questi giorni, il MoVimento 5 Stelle sia uno degli argomenti maggiormente discussi nella politica italiana, soprattutto per le vicende che interessano la giunta Raggi a Roma, ma anche per la consultazione degli iscritti sulle modifiche al "non statuto" e al regolamento. Non è nemmeno un mistero che le altre forze politiche non guardino alla forza guidata da Beppe Grillo con particolare favore e cerchino in vario modo di sostenere che il MoVimento non è migliore (o è addirittura peggiore) dei partiti di ieri e di oggi che denigra.
Tra le ultime dichiarazioni rilevanti, è utile focalizzarsi su quella di Daniele Capezzone, deputato di Conservatori e riformisti. In un intervento pubblicato lunedì su Affari italiani, Capezzone pone una serie di domande agli aderenti e soprattutto agli eletti del M5S, che riporto di seguito:
1. Chi è il proprietario di nome e simbolo del Movimento?
2. Chi è il proprietario del blog, e quindi – presumo – il beneficiario delle relative entrate?
3. Chi è il proprietario dei preziosissimi database e indirizzari con i dati e la “profilazione” di milioni di cittadini italiani?
4. Chi detiene il potere di firma sulle liste, e quindi, in ultima analisi, il potere di vita e di morte sulle prossime candidature elettorali?
5. Che garanzia ha un “dissidente” (a parte la personale buona fede e lo spirito “liberale” del detentore del potere di cui al punto 4) di non essere cancellato dalle liste?
Il sospetto che si tratti di domande "retoriche", che contengano già in sé una risposta (Grillo alla prima e alla quarta, Grillo o la Casaleggio Associati alla seconda e alla terza, "nessuna" all'ultima) è legittimo, tanto più che lo stesso Capezzone chiude domandandosi "Se le risposte fossero quelle che ciascun lettore può immaginare, potrebbe aggiungersi una sesta domanda: posto che i vecchi partiti facevano/fanno/faranno schifo, come si spiega il fatto che le 'garanzie democratiche' offerte da un movimento 'onesto, nuovo e trasparente' siano di gran lunga inferiori?" Almeno alla prima domanda, però, è il caso di provare a rispondere a fondo, senza fermarsi a quello che verrebbe da dire in automatico.
Di chi sono, dunque, nome e simbolo? Il nome, evidentemente, era ed è del soggetto giuridico MoVimento 5 Stelle, associazione che - va detto subito - non coincide esattamente con la "non associazione" M5S, anche se è strettamente imparentata: sul punto si tornerà più tardi. Quanto al simbolo, interrogarsi sulla sua titolarità produce risposte diverse a seconda del tempo cui si riferisce la domanda.
Il simbolo storico del M5S, quello con l'indicazione del sito Beppegrillo.it nella parte inferiore, era stato registrato come marchio - nel 2012 in Italia, tra il 2009 e il 2010 in Europa - direttamente a nome di Beppe (anzi, Giuseppe) Grillo. La stessa titolarità, del resto, era stata precisata già nel 2009 all'interno del "non statuto", in cui si diceva che il nome del M5S veniva "abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d'uso dello stesso" (il riferimento, evidentemente, era alla domanda di marchio europeo, già depositata ma non ancora accolta). Lo stesso si può leggere nell'atto costitutivo e nello statuto - redatti da notaio nella forma dell'atto pubblico - del 14 dicembre 2012: lì è scritto che "Giuseppe Grillo - in qualità [...] di titolare esclusivo del contrassegno [...] mette a disposizione della costituita Associazione, esclusivamente per il perseguimento delle finalità dell'associazione medesima, [...] il contrassegno". Spettano quindi al Signor Giuseppe Grillo titolarità, gestione e tutela del contrassegno".
Cosa è accaduto nel frattempo? Diverse cose naturalmente: il 17 novembre 2015 una votazione online ha decretato che nel simbolo del M5S il sito di Grillo sarebbe stato sostituito dalla dicitura maiuscola "Movimento5Stelle.it"; il giorno dopo il nuovo emblema è stato depositato (a colori e in bianco e nero) come marchio europeo - richiesta andata a buon fine tra il 21 e il 22 luglio scorsi - ma stavolta a depositare l'istanza è stata l'associazione MoVimento 5 Stelle, quella costituita nel 2012. Il 12 dicembre 2015, poi, un'assemblea della stessa associazione M5S ha modificato il proprio statuto, inserendo la descrizione del nuovo emblema e precisando che la medesima associazione ne è "unica titolare". Infine, il 15 febbraio, anche il "non statuto" è stato aggiornato con le modifiche al contrassegno e la precisazione che "unica titolare dei diritti d'uso dello stesso" è "l'omonima associazione", che evidentemente è quella fondata nel 2012: se di associazione si parla, del resto, non si potrebbe certo fare riferimento al M5S "non associazione".
Il simbolo, dunque, appartiene all'associazione M5S, avente sede a Genova in via Roccatagliata Ceccardi n. 1/14, i cui soci (fondatori) sono Beppe Grillo, il nipote Enrico Grillo e il commercialista Enrico Maria Nadasi; lo statuto prevede poi soci ordinari (ma non risulta che ne esistano al momento, dopo la morte di Gianroberto Casaleggio) e i soci sostenitori, vale a dire gli iscritti al M5S e come tali abilitati a votare online. Questi ultimi, tuttavia, non hanno diritto di voto in assemblea: questa disposizione, peraltro, è stata inserita proprio nelle ultime modifiche fatte a dicembre dello scorso anno, in un'assemblea in cui verosimilmente costoro non hanno partecipato. Di fatto, dunque, le decisioni sull'uso del simbolo sono nelle mani dell'assemblea del M5S, ossia dei tre membri che la compongono; di più, in base allo statuto, spetta al presidente - cioè di nuovo Grillo - adottare "iniziative a tutela dell'Associazione e del simbolo e del sito".
Per rispondere dunque all'interrogativo di Daniele Capezzone, Grillo non è (più) proprietario del simbolo del M5S, di fatto però partecipa in pieno alla gestione del suo uso e - questo sì - ne è (in quanto presidente dell'associazione M5S) l'unico garante. Sul seguito delle domande di Capezzone, non è il caso di fare riflessioni qui; è sufficiente che queste righe possano aiutare qualcuno a capirci qualcosa di più.
Il simbolo storico del M5S, quello con l'indicazione del sito Beppegrillo.it nella parte inferiore, era stato registrato come marchio - nel 2012 in Italia, tra il 2009 e il 2010 in Europa - direttamente a nome di Beppe (anzi, Giuseppe) Grillo. La stessa titolarità, del resto, era stata precisata già nel 2009 all'interno del "non statuto", in cui si diceva che il nome del M5S veniva "abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d'uso dello stesso" (il riferimento, evidentemente, era alla domanda di marchio europeo, già depositata ma non ancora accolta). Lo stesso si può leggere nell'atto costitutivo e nello statuto - redatti da notaio nella forma dell'atto pubblico - del 14 dicembre 2012: lì è scritto che "Giuseppe Grillo - in qualità [...] di titolare esclusivo del contrassegno [...] mette a disposizione della costituita Associazione, esclusivamente per il perseguimento delle finalità dell'associazione medesima, [...] il contrassegno". Spettano quindi al Signor Giuseppe Grillo titolarità, gestione e tutela del contrassegno".
Cosa è accaduto nel frattempo? Diverse cose naturalmente: il 17 novembre 2015 una votazione online ha decretato che nel simbolo del M5S il sito di Grillo sarebbe stato sostituito dalla dicitura maiuscola "Movimento5Stelle.it"; il giorno dopo il nuovo emblema è stato depositato (a colori e in bianco e nero) come marchio europeo - richiesta andata a buon fine tra il 21 e il 22 luglio scorsi - ma stavolta a depositare l'istanza è stata l'associazione MoVimento 5 Stelle, quella costituita nel 2012. Il 12 dicembre 2015, poi, un'assemblea della stessa associazione M5S ha modificato il proprio statuto, inserendo la descrizione del nuovo emblema e precisando che la medesima associazione ne è "unica titolare". Infine, il 15 febbraio, anche il "non statuto" è stato aggiornato con le modifiche al contrassegno e la precisazione che "unica titolare dei diritti d'uso dello stesso" è "l'omonima associazione", che evidentemente è quella fondata nel 2012: se di associazione si parla, del resto, non si potrebbe certo fare riferimento al M5S "non associazione".
Il simbolo, dunque, appartiene all'associazione M5S, avente sede a Genova in via Roccatagliata Ceccardi n. 1/14, i cui soci (fondatori) sono Beppe Grillo, il nipote Enrico Grillo e il commercialista Enrico Maria Nadasi; lo statuto prevede poi soci ordinari (ma non risulta che ne esistano al momento, dopo la morte di Gianroberto Casaleggio) e i soci sostenitori, vale a dire gli iscritti al M5S e come tali abilitati a votare online. Questi ultimi, tuttavia, non hanno diritto di voto in assemblea: questa disposizione, peraltro, è stata inserita proprio nelle ultime modifiche fatte a dicembre dello scorso anno, in un'assemblea in cui verosimilmente costoro non hanno partecipato. Di fatto, dunque, le decisioni sull'uso del simbolo sono nelle mani dell'assemblea del M5S, ossia dei tre membri che la compongono; di più, in base allo statuto, spetta al presidente - cioè di nuovo Grillo - adottare "iniziative a tutela dell'Associazione e del simbolo e del sito".
Per rispondere dunque all'interrogativo di Daniele Capezzone, Grillo non è (più) proprietario del simbolo del M5S, di fatto però partecipa in pieno alla gestione del suo uso e - questo sì - ne è (in quanto presidente dell'associazione M5S) l'unico garante. Sul seguito delle domande di Capezzone, non è il caso di fare riflessioni qui; è sufficiente che queste righe possano aiutare qualcuno a capirci qualcosa di più.