E pensare che, in origine, pensare alle "tre scimmiette" era qualcosa di cui andare fieri... nella cultura giapponese, che ha dato loro forma, erano un elogio del buon pensiero, volendo rappresentare l'invito a non guardare e non sentire il male, oltre che a non parlarne. Troppo spesso, però, quella raffigurazione è diventata segno di indifferenza, di omertà di fronte a qualcosa di negativo, a partire dal crimine (specie se organizzato): quelle dita sugli occhi, sulle orecchie e sulle labbra sono diventate allora motivo di sdegno. Non deve stupire più di tanto, allora, se a Terme Vigliatore, paesino in provincia di Messina, nel 2013 sulla scheda era finita una versione molto riveduta e corretta delle tre bestiole, spostando quelle dita per veicolare tutt'altro messaggio.
A fare l'originale scelta grafica era stato il movimento politico L'Alternativa C’è!, che aveva presentato una lista candidando a sindaco Santi La Maestra. Il gruppo diramò addirittura una nota apposita per spiegare nel dettaglio che l'emblema intendeva esprimere il progetto "di innovazione e cambiamento di un sistema che si ripete da oltre 20 anni nella città termale", volendo "uscire dagli schemi dei soliti “loghi e luoghi” comuni per arrivare direttamente ai cittadini con un messaggio chiaro e preciso". Le scimmiette sono rimaste tre, ma quella che si copriva gli occhi usava le mani per guardare lontano, quella che si turava le orecchie le tendeva con le mani per sentire meglio e quella che si tappava la bocca ora le mani faceva da megafono ai propri urli.
"A Terme Vigliatore - si leggeva nel comunicato - si è deciso di guardare, ascoltare e, soprattutto, parlare! Le tre figure rappresentano i cittadini che sono stanchi di subire passivamente le scelte 'di pochi' eletti che nel palazzo comunale decidono le loro sorti senza far fronte, di fatto, alle vere esigenze di coloro che hanno riposto in questi soggetti la loro fiducia e le loro aspettative. Il 'vedo' della prima scimmietta, con la posizione delle zampe tendenti all’infinito, sta a significare una voglia di lungimiranza e di chiarezza che il cittadino non solo pretende, ma ha deciso di attuare a sua volta. Il 'sento' rappresenta la presa di coscienza, la decisione di voler conoscere ciò che succede nella propria comunità. Infine, il 'parlo' rappresenta il 'basta' all'indifferenza: il cittadino ha deciso di partecipare alla vita politica e sociale del paese, ha deciso di rompere il silenzio e vuole prospettare, proporre e costruire una Terme Vigliatore in cui possa esistere un futuro!"
Nemmeno i colori scelti per il contrassegno erano casuali: "il bordo azzurro - continuava la nota - indica la trasparenza dell’acqua e del mare, una delle risorse principali di Terme Vigliatore. Lo sfondo bianco tende a rappresentare il candore e la rettitudine dei propri candidati, liberi da carichi pendenti, estranei da rinvii a giudizio e scevri da qualsivoglia dubbio sulla propria integrità morale".
A dispetto dell'emblema ben spiegato, L'Alternativa C'è! arrivò solo terza su quattro liste, pur riuscendo a raccogliere il 16,6% dei consensi. La vittoria andò a Bartolo Cipriano, sindaco uscente (cioè, probabilmente, proprio alla persona contro cui la lista delle tre scimmiette si era schierata), che ottenne il 49,6% dei voti per la sua lista Verso il futuro. Il simbolo - una vela molto schematica in navigazione sul mare un po' mosso - era diverso da quello di cinque anni prima: allora la lista si chiamava Insieme per un grande impegno e conteneva al suo interno un sole stilizzato. Unica traccia poteva essere la figura del sole schizzato attorno a una "pulce" ospitata nel contrassegno, Presente e futuro, con tanto di sagome umane che si tengono per mano: la miniatura richiama un movimento politico giovanile che aveva deciso di sostenere Cipriano nella nuova corsa verso il municipio.
L'Alternativa C'è! era stata superata, peraltro, anche da un secondo gruppo, Insieme si può, che candidava a sindaco Giovanni Torre ed era riuscito a conquistare il 32,6% dei voti. Il simbolo, obiettivamente, era di tutti e quattro il meno curato graficamente, aveva anzi qualche tratto che appariva decisamente naïf. Vale per la font utilizzata per le parti testuali (e per l'accento reso con l'apostrofo), per le quattro stelle gialle fin troppo semplici piazzate senza troppa grazia - ma, se non altro, in posa simmetrica - sullo sfondo tricolore sfumato. Unica parte realizzata o scelta con più attenzione, le sagome di persone disposte "a girotondo", al centro dell'emblema.
Ironia della sorte, un contrassegno certamente più ragionato e curato era riuscito a raccogliere solo poche decine di voti (52 su 4733 totali), classificandosi pesantemente ultimo. Sto parlando della lista Un'altra storia, legata al candidato sindaco Filippo Giunta. Certamente l'idea del sole nascente dal mare non era esattamente nuova (chiedere soprattutto in casa socialdemocratica), ma l'uso dei colori, dei riflessi, delle ombre e delle sfumature - per graduare la profondità dell'acqua o il calore emanato dal sole - nonché il modo di riempire gli spazi denotavano un'attenzione notevole al risultato grafico finale. Ma gli elettori, compresi quelli di Terme Vigliatore, non votano facendosi guidare dal senso estetico...
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