Alle volte i partiti nascono quando meno te lo aspetti e se ne scopre l'esistenza già poco dopo la loro costituzione. È il caso, ad esempio, del Partito indipendentista toscano, che in rete si scopre essere stato fondato ufficialmente giusto una settimana fa, il 2 Settembre 2016. Lo hanno fondato cinque persone e il ruolo di segretario è attualmente ricoperto da Carlo Vivarelli, già candidato sindaco a Grosseto.
I fini della nuova formazione politica sono scritti a chiare lettere fin dal suo statuto, all'articolo 2: "L’obiettivo del PIT è quello di perseguire l’indipendenza della Toscana dallo Stato italiano, e da qualsivoglia organizzazione sovranazionale di stati che neghi o intralci la piena sovranità della Toscana e di tutte le Nazioni". Altro progetto già individuato è l'impegno per la creazione di una "Federazione Democratica Europea" della quale facciano parte anche le nazioni non riconosciute come la Toscana. Le idee dei fondatori sembrano molto chiare, così come è piuttosto leggibile il simbolo, che porta in primo piano il profilo della regione e, sullo sfondo, il vessillo del Granducato di Toscana (le due strisce rosse e una bianca centrale).
Eppure, se si guarda l'emblema, in qualche modo sa di già visto. Il che non sarebbe così strano: in fondo anche lo storico Movimento autonomista toscano aveva gli stessi colori e, dal 1994 in poi, anche la silhouette della Toscana sovrimpressa. Il fatto è che un altro partito - o, per essere più corretti, movimento politico - più di recente si proponeva di "l'ottenimento dell’indipendenza della Toscana perseguendo vie democratiche ed il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica indipendente e sovrana". Si trattava di Toscana Stato, soggetto politico nato il 12 aprile 2014. Lo statuto approvato in quella data definiva in modo preciso anche il simbolo, che "richiama la bandiera derivata dallo stemma di Ugo di Toscana, Marchese di Tuscia, ed è costituito da un cerchio con all'interno sette bande orizzontali alternate rosse-bianche, la fascia centrale di colore bianco è più grande delle altre e contiene la scritta in caratteri maiuscoli e corsivi (carattere tipografico Futura) le parole 'Toscana Stato', Toscana che occupa il centro del simbolo, con la 'T' di Toscana più grande delle altre lettere che sovrasta la parola 'Stato' scritta accapo sempre nella stessa fascia bianca".
Proprio con le insegne di Toscana Stato si era candidato a Grosseto Carlo Vivarelli e in lista c'erano (almeno) altri due fondatori del Partito indipendentista toscano, Mauro Mori e Daniele Chiti. Tutti loro si sono dimessi da Toscana Stato, partito in cui sostengono di "aver lavorato con grande impegno e dedizione", riconoscendo che la formazione ha permesso di "far conoscere il simbolo dell’amore per la Toscana e le sue città". Evidentemente non dev'esserci stato un pieno accordo con gli altri iscritti a Toscana Stato, anche de Mori e Chiti augurano al loro gruppo di provenienza "sinceramente, un buon lavoro". Di certo la battaglia indipendentista a favore della regione non si ferma, né si spegne con l'adozione di un nome e di un simbolo nuovi.
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