Difficile, dannatamente difficile trovare qualche abitante del Bel Paese - tra i milioni che, almeno una volta nella vita, hanno tenuto in mano un fumetto o visto un cortometraggio coi personaggi storici della Disney - disposto a dichiarare che, in fondo, ha sempre preferito il celebre topo disegnato a Paperino. Troppo simile all'italiano medio, il papero vestito alla marinara, perché tra i due non scatti una tacita complicità, un ovvio idem sentire: stesse imperfezioni, stesso rapporto conflittuale con il lavoro (di questi tempi poi...), stessa sfortuna cronica, stesse sfuriate viscerali (specie coi parenti), stessa tenacia nell'affrontare i problemi, a costo di sbagliare in pieno tempi e modi.
Non stupisce, quindi, che proprio gli italiani, nel 2001, abbiano indicato Donald Duck sindaco di Paperopoli, nelle prime elezioni indette nientemeno che da Topolino. Non nel senso del personaggio, ovviamente, ma del giornale. Già, perché il settimanale a fumetti per antonomasia, diretto allora da Claretta Muci, mise in piedi una vera chiamata alle urne per tutti i suoi lettori, trasformandoli in elettori. Il progetto divenne realtà negli stessi giorni in cui gli italiani maggiorenni erano attesi ai seggi per il rinnovo del Parlamento, una volta tanto alla sua scadenza naturale. Il 13 maggio c'erano le elezioni politiche? E allora il mercoledì precedente nelle edicole e nelle case degli abbonati doveva arrivare un numero speciale, in cui tentare di spiegare ai piccoli quello che avrebbero fatto i grandi pochi giorni dopo.
Pensato, elaborato e disegnato: tra l'8 e il 9 maggio tantissimi bambini italiani ebbero tra le mani il numero 2372 di Topolino, che sulla copertina - ideata da Alessio Coppola - aveva l'ennesima burla di Paperino piccolo a Nonna Papera, nel giorno della festa della Mamma (che cadeva proprio il 13 maggio), ma anche l'evidente indicazione "Paperopoli Day - Vota anche tu!", segno che dentro ci sarebbe stato qualcosa di particolare. A pagina 96, infatti, iniziava un piccolo "speciale elezioni", a cura dell'intera redazione.
Non si avventurava, per fortuna, nella declinazione del quadro politico o nella spiegazione del sistema elettorale allora vigente ("è molto complicato - si leggeva - tant'è vero che si vota compilando tre diverse schede"), ma dopo una sommaria illustrazione delle operazioni di voto, decantava "le cose belle delle elezioni", dalla parte dei bambini ovviamente: si saltavano le lezioni, si entrava a scuola non da alunni ma "da veri ospiti" e si poteva fare "una passeggiata con mamma e papà fino al seggio". Non potevano certo immaginare, gli autori di quelle pagine, che per una serie di coincidenze rara a verificarsi (alta affluenza, taglio delle sezioni, sovrapposizione di elezioni politiche e amministrative in alcuni comuni) in certi luoghi si sarebbe dovuto fare più di un'ora di fila per votare, anche ben oltre le 22: altro che passeggiata coi genitori...
Non stupisce, quindi, che proprio gli italiani, nel 2001, abbiano indicato Donald Duck sindaco di Paperopoli, nelle prime elezioni indette nientemeno che da Topolino. Non nel senso del personaggio, ovviamente, ma del giornale. Già, perché il settimanale a fumetti per antonomasia, diretto allora da Claretta Muci, mise in piedi una vera chiamata alle urne per tutti i suoi lettori, trasformandoli in elettori. Il progetto divenne realtà negli stessi giorni in cui gli italiani maggiorenni erano attesi ai seggi per il rinnovo del Parlamento, una volta tanto alla sua scadenza naturale. Il 13 maggio c'erano le elezioni politiche? E allora il mercoledì precedente nelle edicole e nelle case degli abbonati doveva arrivare un numero speciale, in cui tentare di spiegare ai piccoli quello che avrebbero fatto i grandi pochi giorni dopo.
Pensato, elaborato e disegnato: tra l'8 e il 9 maggio tantissimi bambini italiani ebbero tra le mani il numero 2372 di Topolino, che sulla copertina - ideata da Alessio Coppola - aveva l'ennesima burla di Paperino piccolo a Nonna Papera, nel giorno della festa della Mamma (che cadeva proprio il 13 maggio), ma anche l'evidente indicazione "Paperopoli Day - Vota anche tu!", segno che dentro ci sarebbe stato qualcosa di particolare. A pagina 96, infatti, iniziava un piccolo "speciale elezioni", a cura dell'intera redazione.
Non si avventurava, per fortuna, nella declinazione del quadro politico o nella spiegazione del sistema elettorale allora vigente ("è molto complicato - si leggeva - tant'è vero che si vota compilando tre diverse schede"), ma dopo una sommaria illustrazione delle operazioni di voto, decantava "le cose belle delle elezioni", dalla parte dei bambini ovviamente: si saltavano le lezioni, si entrava a scuola non da alunni ma "da veri ospiti" e si poteva fare "una passeggiata con mamma e papà fino al seggio". Non potevano certo immaginare, gli autori di quelle pagine, che per una serie di coincidenze rara a verificarsi (alta affluenza, taglio delle sezioni, sovrapposizione di elezioni politiche e amministrative in alcuni comuni) in certi luoghi si sarebbe dovuto fare più di un'ora di fila per votare, anche ben oltre le 22: altro che passeggiata coi genitori...