Chi frequenta questo è abituato a seguire la scoperta di nuovi simboli e la riscoperta di quelli passati, l'analisi di evoluzioni politico-simboliche e la lettura "in controluce" di decisioni in questa stessa materia. Quasi sempre, però, ci si deve focalizzare su singole vicende, per dare il giusto spazio all'approfondimento; in certe occasioni - come il deposito dei contrassegni al Viminale prima delle elezioni politiche ed europee - lo sguardo si amplia e si concentra allo stesso tempo, con tanti singoli stimoli che si concentrano nel giro di poche ore.
Ogni tanto però capita l'occasione (e a volte si sente il bisogno), più che di analizzare, di guardare e far vedere con calma, senza porsi troppi limiti di tempo e di spazio. Così può essere piacevole avere davanti agli occhi tanti dei simboli che si sono accumulati nel corso del tempo e con cui i partiti hanno cercato di ottenere il consenso di elettrici ed elettori.
Un'occasione utile, in questo senso, è data dalla mostra I simboli dei partiti in Italia, organizzata da chi gestisce questo sito con la collaborazione di Antonio Folchetti. L'esposizione è stata pensata per accompagnare il 35° convegno annuale della Società Italiana di Scienza politica che si tiene presso la Sapienza Università di Roma dall'8 al 10 settembre 2022. L'impulso della mostra era arrivato da Gianluca Passarelli, ordinario di Scienza politica proprio alla Sapienza, ateneo che già nel 2020 avrebbe dovuto ospitare il convegno, poi l'avvento della pandemia ha costretto a rimandare tutto di uno, poi di due anni. Quando è stato chiaro che era possibile di nuovo svolgere in presenza un convegno tanto ricco, grande e complesso qual è quello della Sisp, l'idea della mostra è stata riproposta da Passarelli e realizzata nel giro di pochi mesi (grazie, tra l'altro, al supporto organizzativo di Gabriele Natalizia, Lorenzo Termine e Chiara Fiorelli).
L'esposizione ripercorre in 18 pannelli l'origine dei simboli - nati poco più di cent'anni fa per aiutare gli elettori a identificarsi in un partito e per consentire anche agli analfabeti di votare facilmente - e la loro evoluzione, seguendo vari filoni tematici. Tra scudi crociati, falci e martelli, fiamme, soli nascenti e sorridenti, colori nazionali, guerrieri e frequenti incursioni nel regno vegetale e in quello animale si dipana tutta la storia politica repubblicana, fino alla comparsa dei nomi dei leader in tanti simboli recenti; le tecniche per realizzare i marchi partitici ed elettorali si sono evolute, in compenso - come si è visto e detto spesso in queste pagine - si fatica sempre di più a trovare tracce di identità negli emblemi di oggi.
La mostra viene inaugurata giovedì alle ore 16 e 30 presso il Dipartimento di Scienze politiche della Sapienza: insieme ai curatori, si registra l'intervento dei sociologi Edoardo Novelli (Università Roma Tre) e Massimiliano Panarari (Università Mercatorum) e dei politologi Luca Verzichelli (presidente Sisp) e Gianluca Passarelli (Sapienza Università di Roma), nonché di Nicola D'Amelio del Ministero dell'interno. L'esposizione è visitabile durante tutto il convegno - dal mattino al pomeriggio - e resterà allestita anche nei giorni seguenti. Della mostra è stato realizzato pure il catalogo online (raggiungibile anche attraverso QR Code da ogni pannello della mostra), che comprende testi - in italiano e in inglese - e immagini dei pannelli, con i link ad alcuni articoli di questo sito per approfondire i temi già trattati qui e, in più, alcuni simboli che non sono rientrati nelle tavole originarie e che si offrono qui come bonus tracks.
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