martedì 25 settembre 2018

La Dc (di Fontana) diffida le Dc (di Cerenza e Rotondi): ci risamo...

Altro che "O bianco fiore / simbol d'amore": qui basta smettere di occuparsi per qualche giorno o qualche settimana dell'ennesimo tentativo di tornare alla Democrazia cristiana o, per lo meno, a un partito che abbia quel nome ed ecco che arriva a destinazione l'ennesima diffida per impedire che siano utilizzati la denominazione e lo scudo crociato, fatta partire da altri soggetti che ritengono di essere titolari di quei segni distintivi.
A mandare le missive il 19 settembre è stato uno studio legale milanese, per conto della Dc presieduta da Gianni Fontana. Le hanno ricevute, giusto ieri, tanto i rappresentanti del Comitato iscritti alla Democrazia cristiana del 1993 Raffaele Cerenza e Franco De Simoni (i quali avevano impugnato davanti al Tribunale di Roma gli atti dell'assemblea dei soci Dc del 26 febbraio 2017 all'Hotel Ergife di Roma, la cui convocazione era stata disposta dallo stesso Tribunale: la loro causa è ancora pendente), quanto coloro che stanno prendendo parte al comitato costituente che intende convocare gli Stati Generali della Dc, presieduto da Gianfranco Rotondi: oltre a lui, hanno ricevuto la stessa lettera anche Angelo Sandri (vicepresidente del comitato, in rappresentanza della "sua" Dc o, se si preferisce, della sua visione di "ritorno alla Dc") e gli stessi Cerenza e De Simoni.
Al di là della coincidenza parziale dei destinatari, le due lettere hanno identico contenuto: alla loro base c'è la convinzione che "la Democrazia Cristiana - attualmente presieduta dall'on. Giovanni Fontana - non si è mai sciolta provvedendo anche a mantenere vivo il proselitismo politico che l'ha sempre contraddistinta, titolare della sua denominazione e segno distintivo" (la sottolineatura è presente nel testo): questo in virtù della sentenza n. 19381/2006 del Tribunale di Roma, "successivamente confermata dalla Corte d'Appello di Roma n. 1305/2009 (non cassata dalla Suprema Corte per rigetto dei gravami proposti)".
Ciò, per lo studio che ha inviato le missive, è sufficiente per dire che la Dc-Fontana "non può tollerare ulteriormente ogni indebito utilizzo del proprio segno distintivo (anche latamente riconducibile a quello che l[a] contraddistinse sin dalla sua genesi avvenuta nel primo dopo guerra) o della propria denominazione": se non è in discussione il diritto di ciascuno a esprimere il proprio credo politico con partiti anche affini alla Dc o che con essa collaborino, l'azione intende "stroncare in radice il proselitismo politico di terzi (fra i quali vi è anche la vostra associazione / partito politico) che ingenerano nell'elettorato e, in genere, nel pubblico il falso presupposto di aver a che fare con il Soggetto di Diritto da me patrocinato. La diffida, dunque, è volta a far cessare l'uso indebito del nome e del simbolo da parte di entrambi i soggetti collettivi, con l'inevitabile precisazione che se la richiesta non sarà soddisfatta, lo studio legale procederà con il mandato da esso "con aggravio di spese legali e risarcimento in vostro danno".
Fin qui il contenuto della diffida, con buona pace di chi pensava che Fontana avrebbe visto di buon occhio almeno il cammino unitario intrapreso da Rotondi e dagli altri, arrivando magari a convergere con loro (lo stesso Fontana, del resto, a luglio aveva detto di apprezzare l'iniziativa "in linea di principio", anche se avrebbe dovuto chiedere e ottenere al "suo" congresso l'autorizzazione a procedere in tal senso) e con buona pace anche delle dichiarazioni a questo sito dello stesso Rotondi, secondo il quale non c'era bisogno di arrivare allo scontro con Fontana ("se lui ritiene che la procedura più giusta sia riconvocare il congresso, io non ho niente in contrario, purché la cosa avvenga in armonia e senza che si traduca in una perdita di tempo, se n'è perso già troppo").
Proprio concentrandosi sul contenuto, peraltro, più di un punto non può che lasciare perplessi. Al di là di alcune incongruenze nei destinatari della missiva indirizzata al comitato di Rotondi (non si capisce come mai sia stata inviata a Cerenza e non all'altro amministratore Tommaso Marvasi, così come salta all'occhio dei #drogatidipolitica l'errore nell'indirizzo di Angelo Sandri, per il quale è indicato in modo scorretto persino il comune di Cervignano del Friuli), lo studio scrivente - come si è visto - dà per scontato che la Dc-Fontana sia la stessa Dc "mai sciolta" attiva fino ai primi giorni del 1994; anche a non voler discutere su come sia stato mantenuto "vivo il proselitismo politico che l'ha sempre contraddistinta" (con ben altri numeri di iscritti, che peraltro negli anni hanno dato vita a vari tentativi di rimettere in moto la Dc, giuridicamente diversi da questo attualmente guidato da Fontana), ciò che la Dc-Fontana ritiene scontato non lo è affatto. 
Non solo gli atti dell'assemblea del febbraio 2017 sono tuttora sub iudice, ma se è vero che mai la Dc è stata sciolta, è altrettanto vero che l'unico soggetto in continuità giuridica con quell'esperienza (pur se mutilato, nel tempo, dei transfughi di Ccd, Cdu e altri partiti) è ciò che resta del Partito popolare italiano, che nel 1994 mandò in soffitta - nel modo sbagliato, ma questa è un'altra storia - il nome della Dc. Questa tesi, che ovviamente chi vuole rivedere operante la Dc non può accettare, è stata ripetuta più volte su queste pagine, ma non è stata inventata da chi scrive: è stata proprio la Corte d'appello di Roma nella sua sentenza del 2009 (che, per amore di verità, la sentenza del 2006 del Tribunale di Roma l'ha parzialmente riformata e in nessun caso si parlava di Fontana, che non era ancora stato chiamato a far parte di questa vicenda giuridica) a dire che la decisione sul cambio di nome da Dc a Ppi non era stata dichiarata annullata o dichiarata nulla semplicemente perché il Ppi non era parte del processo (né era necessario che lo fosse) e le considerazioni su quell'atto erano servite solo incidentalmente per decidere la causa tra gli altri soggetti (Dc-Pizza, Cdu e, in seguito, Udc); la Cassazione, nel 2010, nell'unico punto di merito della sua decisione ha confermato questo punto, anche se nessuno sembra volersene accorgere. 
Le due diffide, in ogni caso, testimoniano che la vicenda giuridica legata alla Democrazia cristiana è tutt'altro che conclusa. Non ha proprio voglia di finire perché, in questa storia, tutti i gruppi sono convinti della bontà della loro strada e altrettanto certi della scorrettezza di altre soluzioni, mentre più di una persona è così desiderosa di vedere di nuovo all'opera la Dc da aver aderito a tutti i tentativi di far tornare attivo il partito. E poi c'è ancora chi ha il coraggio di parlare di post-democristiani… 

sabato 22 settembre 2018

Appello del Fronte Verde per una Confederazione ecologista

Un appello per costituire una Confederazione ecologista, un soggetto sociale e politico che metta al centro della sua proposta la difesa dell'ambiente, anche superando differenze di provenienza e visione su altri temi. Lo ha lanciato nei giorni scorsi Vincenzo Galizia, presidente del suo Fronte Verde - Movimento ecologista indipendente, il cui simbolo è apparso molto spesso nelle bacheche del Ministero dell'interno (e gli appassionati di politica ne hanno potuto osservare l'evoluzione, dalla freccia verde ripiegata al tentativo - ricusato - di adottare il girasole dei verdi europei, fino alla scelta dell'arciere, un po' Robin Hood e un po' Green Arrow) e anche sulle schede in alcune elezioni locali (come quelle di Fiumicino).
"Lanciamo un appello trasversale a tutte le forze verdi, ecologiste, ambientaliste, animaliste e sociali per la creazione della Confederazione Ecologista, che possa ridare finalmente una voce forte, libera e soprattutto verde all'Italia partendo già dalle prossime elezioni europee e non solo. Per la realizzazione di una nuova Europa verde, democratica e sociale, che contrasti il potere spropositato delle banche, dei burocrati e delle lobbies e lotti a fianco ed in difesa dei cittadini europei. Siamo aperti al dialogo e disposti a scrivere un programma comune. Il nostro appello è rivolto in particolare alla Federazione dei Verdi, a Green Italia, al Partito Animalista Europeo, al Partito Animalista Italiano, a Democrazia Verde, agli EcoRadicali, al Partito EcoAnimalista, al movimento EcoItaliasolidale e a tutte le associazioni, i movimenti, i comitati ed i cittadini che hanno a cuore gli ideali ecologisti e sociali". 
L'appello lanciato da Galizia non è rimasto inascoltato: nei giorni successivi, infatti, le prime risposte positive sono arrivate da alcuni soggetti politico-sociali che fanno più o meno dichiaratamente riferimento al mondo ecologista. Il primo assenso è arrivato da Democrazia verde: si tratta di un movimento politico di base fondato nel 2016 dal blogger Nicolas Micheletti, che si fonda sulla diade necessaria Ecologia-Economia, per cui il fine della tutela dell'ambiente (anzi, della creazione di un mondo in cui l'ambiente non ha bisogno di essere protetto) non può essere disgiunta, nelle intenzioni dei fondatori, dal raggiungimento della piena occupazione. Il simbolo, che è costituito da una D e una V a coda di rondine leggermente sovrapposte, caratterizza tra l'altro il primo partito vegan-friendly della storia italiana, volendo favorire "lo stile di vita considerato dalle scienze come quello con il minor impatto ambientale in assoluto".
C'è poi il movimento Socialismo Tricolore, legato al professor Biagio Cacciola: un movimento che si rifà alla tradizione socialista italiana (come mostra anche il manifesto scelto come elemento centrale del simbolo adottato) e che è convinto che - come si legge sulla sua pagina Facebook - "senza un grande partito socialista l'Italia non si governa in modo serio". Si sono poi detti interessati fin dall'inizio altre realtà come i comitati "Biondo Tevere" (che da tempo collabora con il Fronte Verde e vuole perseguire il sogno di un Tevere di nuovo pulito e navigabile), "il Cassero" e "Natura Libera", i Gruppi di ricerca ambientale (anch'essi già in rapporti da tempo con il Fronte Verde). 
Altro gruppo che si è detto interessato a questo nuovo progetto di confederazione è la Rete sociale italiana, fondata un anno fa da Giuseppe Criseo, editore della testata online Varese Press. In base al materiale contenuto all'interno del sito dell'associazione, il soggetto sembra collocarsi su posizioni di centrodestra, anche se la definizione breve non lo esplicita ("Siamo un gruppo di persone impegnate nel sociale e per il sociale, non dimentichiamo il passato ma guardiamo al futuro"). Il gruppo finora non ha partecipato direttamente alle elezioni ma ha sostenuto - come ha fatto pure Socialismo tricolore - alcuni candidati alle elezioni amministrative.
Altro soggetto che ha aderito con interesse è il Partito EcoAnimalista, costituito nel 2012 e qualificatosi come "libera, laica, e aperta organizzazione politica di donne e uomini fondata sul principio della libertà, solidarietà ed eguaglianza, dell’ecologia e della differenza sessuale e salvaguardia dei diritti degli animali". Il soggetto politico, guidato da Alessio Nanni, ha un simbolo complesso, nel senso che comprende vari elementi: sotto un arco spesso sfumato verde giallo (ricorda sia un arcobaleno, sia la luce attorno al sole) si vedono in grande evidenza l'impronta di una zampa e una testa di bovino, mentre al di sotto si succedono impronte (umane e animali), il profilo di una pianta, un cuore e un globo.
Tra i soggetti interessati al progetto e che al momento partecipano in qualità di osservatori c'è anche il Partito animalista italiano (nulla a che vedere, anche qui, con il movimento legato a Michela Brambilla), formazione di cui è coordinatore e portavoce l'avvocato campano Cristiano Ceriello. Anche qui non mancano le impronte di animali nel contrassegno, per un movimento che si definisce anche euroscettico e aveva in programma di partecipare alle elezioni europee già nel 2009. Si vedrà nelle prossime settimane se il partito intenderà partecipare con un maggior coinvolgimento nella confederazione lanciata da Vincenzo Galizia.
Come osservatori avrebbero accettato di essere coinvolti anche i Gruppi ricerca ecologica, nati nel 1978 nell'ambito della base missina e che poi hanno proseguito la loro strada (ricevendo tra l'altro il riconoscimento del Ministero dell'ambiente), avendo compiti di gestione di aree ambientali (in particolare la Riserva naturale integrale Grotta dei Puntali a Carini e la Riserva naturale orientata Grotta Molara a Palermo) e anche di protezione civile. Il simbolo, con una conifera verde di montagna davanti al sole rosso, è rimasto praticamente intatto fin dalle origini (è cambiata soprattutto la font della sigla dei gruppi), quindi può ben dirsi un marchio storico. 
Un'interlocuzione è stata avviata anche con EcoItaliaSolidale movimento ecologista nato nel 2011 e guidato da Piergiorgio Benvenuti, già consigliere provinciale a Roma (Pdl, vicino a Fabio Rampelli) e nominato presidente dell'Ama sempre nel 2011 quando era sindaco Gianni Alemanno.
L'idea di Vincenzo Galizia è di arrivare alla metà di ottobre a organizzare la prima riunione organizzativa con i gruppi che hanno aderito (anche se il promotore attende una risposta anche da Verdi e Green Italia), per poi contattare anche liste civiche e liste autonomiste da coinvolgere nella confederazione, avendo come linee guida l'ecologismo, l'animalismo, lo stato sociale e l'identità dei popoli: ogni soggetto manterrebbe la propria indipendenza e specificità, ma con la possibilità di un cammino comune "in difesa dell'ambiente e dei cittadini, già in vista delle prossime elezioni europee ed anche dopo la tornata elettorale". L'appuntamento delle europee è significativo: "siamo europeisti convinti - precisa Galizia - ma non siamo a favore di questa Europa di burocrati, mercanti, banchieri guidate dalle lobbies. Siamo per una nuova Europa di Popoli e Patrie che valorizzi le specificità di ogni Stato e che difenda tutti i cittadini europei". La sfida non sarebbe facile, anche perché il vero problema delle elezioni europee è la raccolta delle firme; in ogni caso, si vedrà quali risultati porteranno le prossime settimane.
Per meglio organizzare il progetto sul piano politico, l'idea di Confederazione ecologista sarà portata avanti soprattutto da Fronte Verde, Democrazia Verde, Partito EcoAnimalista, EcoItaliaSolidale, Gruppi di Ricerca Ambientale, comitati, assieme al Partito animalista italiano e ai Gruppi ricerca ecologica come osservatori (in attesa di avere notizie dai Verdi, da Green Italia e dal Partito animalista europeo; è stata contattata anche l'associazione Fare Verde). Un respiro più ampio dovrebbe avere un ulteriore progetto, provvisoriamente chiamato "Insieme per il quarto polo", che avrà al centro la Confederazione ecologista ma vi troveranno spazio anche Socialismo tricolore, Rete sociale italiana, Polis democrazia diretta e, come osservatore, L'altra Italia: qui si punta alle prossime elezioni politiche, ma c'è tutto il tempo per organizzarsi.

lunedì 17 settembre 2018

Trento, simboli e curiosità sulla scheda

Dopo la provincia autonoma di Bolzano, è il turno di occuparsi dei simboli depositati in vista del rinnovo del consiglio della provincia autonoma di Trento. Come quella bolzanina, anche la legge elettorale trentina prevede che la presentazione dei contrassegni preceda quella delle liste; per l’esattezza, contempla un primo deposito tra il 44° e il 43° giorno che precede il voto per i contrassegni tradizionali (o comunque già certi) che si vogliono tutelare; tra il 34° e il 31° giorno prima delle elezioni si potranno ancora presentare simboli nuovi assieme alle liste e a tutti i documenti prescritti, ma gli emblemi non potranno essere confondibili con quelli depositati nei giorni precedenti.
Proprio per la funzione di tutela dei contrassegni, non c’è da stupirsi che più di una forza politica abbia scelto di depositare più di un emblema, così da tutelare il più possibile tanto emblemi del passato, quanto grafiche o denominazioni simili. In effetti c’è chi si è particolarmente espresso in questo caso: il Partito autonomista trentino tirolese e l’Associazione Fassa hanno depositato ben 6 contrassegni alternativi, anche se uno soltanto sarà utilizzato; altri gruppi sono stati più moderati, ma il deposito multiplo è stato praticato da molti perché i ben 51 contrassegni depositati riguardano soltanto 32 gruppi. In questo caso non vale invece la norma prevista per la provincia di Bolzano, per cui l’esenzione dalla raccolta firme scatta solo con l’uso dello stesso contrassegno con cui si sono riportati eletti alle Camere o in consiglio provinciale (per cui si deposita quell'emblema da utilizzare in emergenza, ma si cerca comunque di raccogliere le firme con il simbolo nuovo).
Gli emblemi saranno presentati seguendo l’ordine del sorteggio; in caso di deposito multiplo, si indicheranno subito i numeri degli altri simboli depositati a nome dello stesso gruppo politico.

1 e 32) Partito socialista italiano


Il sorteggio ha collocato al primo posto un contrassegno depositato dal Partito socialista italiano, che dunque ha intenzione di partecipare al prossimo voto provinciale. 
Il contrassegno ufficiale del partito, tuttavia, ha solo il numero 32: il numero 1, invece, è stato assegnato dalla sorte a un diverso emblema, che ricorda la versione precedente del simbolo del Psi (quella senza il tricolore nella parte inferiore) ed era già stato visto sulla scheda nel 2013. Il nome è rimasto Riformisti per l’autonomia, lo slogan è “diritti, opportunità, equità”, ma la rosa dal gambo molto esile (rispetto all’enorme corolla del fiore) che domina sul profilo della provincia di Trento è proprio quella del socialismo europeo, che si è tramandata dallo Sdi al Ps al Psi. Anche se nel frattempo il socialismo europeo ha cambiato immagine. 
E' probabile che la doppia presentazione dei contrassegni sia stata fatta a solo scopo cautelativo: nessuno dei due emblemi, infatti, godrebbe del beneficio dall'esenzione dalla raccolta firme. Ogni presentazione di liste (autonome) legate espressamente al Psi, in ogni caso, è sempre un evento: capita di frequente, infatti, che esponenti socialisti siano eletti sotto contrassegni diversi, mentre le corse con il proprio simbolo spesso non sono state fortunate. Andrà meglio stavolta? 

Simbolo n. 44
2, 8, 19, 23, 31 e 44) Associazione Fassa

Il secondo simbolo presentato è stato depositato a nome dell'Associazione Fassa, un soggetto nato "in (e per) la Valle di Fassa, all'insegna di una nuova Politica, fatta di concretezze e di proposte volte a migliorare la nostra Comunità" (così si legge sul sito), guidato dalla presidente Elena Testor e dal segretario Luca Guglielmi. La lista dell'associazione sosterrà la candidatura del leghista Maurizio Fugatti, anche se il nome dell'aspirante presidente della provincia non figura su nessuno dei sei contrassegni presentati dal gruppo. Quello originale (adottato nel 2012), che riporta solo il nome "Fassa" sopra al profilo delle torri del Vajolet e una sorta di arcobaleno (anche se con colori diversi da quelli consueti) è quello con il numero 44 ed è apparso sulle schede anche nel 2013; gli altri cinque sono varianti del primo, esclusivamente sul piano nominale, con il nome integrato in italiano o in ladino, con il preciso scopo di evitare che altre associazioni con nomi simili si presentino.
In alto da sinistra, i simboli nn. 31, 8 e 19; in basso, i nn. 2 e 23

3) CasaPound Italia

Anche alle provinciali di Trento, come a quelle di Bolzano, tra gli emblemi depositati c’è pure quello di CasaPound Italia, che cinque anni fa non era invece stato depositato. Per il simbolo tricolore con la tartaruga-casa ottagonale, dunque, si tratta della prima presenza simbolica alle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione della provincia. Un simbolo sempre uguale a se stesso, che non ha bisogno di alcuna caratterizzazione territoriale per essere riconosciuto, per lo meno da chi intende votarlo (pochi o tanti che siano).

4) La Bussola del Trentino

Il simbolo estratto con il numero 4 è stato per molti una totale incognita, almeno in una prima fase: cercando online, infatti, si trovava essenzialmente il riferimento a un convegno del Corriere organizzato nel 2009 appunto a Trento. Poi però Geremia Gios, ex direttore del dipartimento di economia e management all'università che qualcuno nelle settimane scorse aveva immaginato come candidato civico per il centrodestra (scelta che non ha poi avuto spazio), ha fatto sapere che quel contrassegno è legato a lui: non sarà lui il candidato presidente, ma sta lavorando alle liste. Intanto qui, su fondo arancione, appare un'elegante bussola tradizionale, con tanto di ago magnetizzato.

5) MoVimento 5 Stelle

Al numero 5 è stato sorteggiato il MoVimento 5 Stelle, alla seconda partecipazione elettorale alle provinciali di Trento (nel 2013 aveva raccolto il 5,72%). L'emblema rispetto a cinque anni fa è cambiato ben poco, soltanto con riguardo al sito riportato nella parte inferiore del contrassegno (da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it, saltando a piè pari Movimento5stelle.it che è stato in uso nel periodo intermedio): tutto il resto è perfettamente riconoscibile e non è improbabile che questa volta arrivi un risultato migliore per il M5S.

6) La civica per Gios

Come il nome testimonia molto bene, il simbolo La civica per Gios è stato depositato in previsione di una lista che, se non sostiene direttamente la candidatura del professor Geremia Gios (il cui cognome è l'elemento più evidente all'interno del contrassegno), è pronta a farne proprie le idee e a concretizzarne i progetti. I concetti di sobrietà, coerenza, trasparenza e condivisione sembrano raffigurati con le tre sagome umane stilizzate (peraltro già viste in altri emblemi e loghi altrove) gialle in campo azzurro scuro. 

7) Autonomisti popolari

Il caso ha voluto che il sorteggio abbia collocato, subito dopo una delle potenziali liste legate al progetto di Gios, il contrassegno degli Autonomisti popolari, la formazione guidata da Walter Kaswalder (che sarà anche capolista) che all'inizio si era detta interessata alla proposta di Gios, anche se ora sostiene Fugatti. Lo scopo del gruppo è, da statuto, "la promozione e la realizzazione di una integrale e dinamica autonomia e della sua amministrazione secondo i fondamentali principi della giustizia distributiva" tendendo a "un autogoverno" che tenga conto delle "caratteristiche storiche e tradizionali" delle persone del luogo, "oltre che delle loro necessità di progresso politico, sociale ed economico, per un valido ed indispensabile inserimento nell'ambito dell’Europa delle Regioni e dei Popoli, con l’obiettivo di costituire l’Euroregione Tirolo". E proprio "per l'Europa dei popoli e delle regioni" si può leggere sul simbolo, il cui elemento più visibile è un cristallo di ghiaccio su fondo rosso.

9) Etica

Ha scelto di depositare il proprio simbolo anche il Movimento Etica, di cui è coordinatore nazionale Massimo Taddei che alle ultime elezioni politiche era stato candidato sotto le insegne del Partito valore umano. Il movimento (in continuità ideale con il Pvu), "tenendo in considerazione il principio fondamentale della “Dignità dell’Uomo", intende arrivare "alla pacificazione nazionale" (senza più destra, sinistra o centro), "chiedendo conto della gestione dei beni del popolo [...] e rivalutandone la sovranità nei settori: politici, sanitari, finanziari, economici, scientifici, culturali, agrari, energetici". Il contrassegno non fa altro che inserire l'emblema - quadrato, come le sfumature di sfondo al variopinto "girotondo intorno al mondo" mostrano - all'interno di un cerchio bianco.

10 e 14) Unione di centro

Dopo il Movimento Etica il sorteggio ha collocato il primo dei due contrassegni presentati dall'Unione di centro, la cui collocazione all'interno del centrodestra non è mai stata messa seriamente in discussione. I due emblemi presentati sono pressoché identici tra loro e discendono evidentemente dall'emblema nazionale, ben riconoscibile con lo scudo crociato in primo piano (sopra le vecchie vele di Ccd e Democrazia europea) su fondo azzurro.
L'unica modifica percettibile riguarda la parte testuale ospitata all'interno del segmento circolare rosso posto nella parte superiore del contrassegno. Nell'emblema estratto nella posizione n. 10 è stato inserito il riferimento al Trentino, mentre in quello collocato al n. 14 si è preferito scrivere "con Fugatti", con il cognome del candidato presidente posto in maggiore evidenza (anche rispetto a "Trentino", visto che il nome è più breve). Abbastanza incomprensibile, su piano grafico, la scelta della font Futura Standard Book, certamente elegante e leggibile ma decisamente esile, forse troppo per una scritta bianca su fondo rosso di un contrassegno elettorale ("Casini", "Italia" e altre parole collocate in quella posizione hanno sempre usato almeno un grassetto, se non un Black).

11) Lega

Tra i due contrassegni appena visti si è collocato, all'11° posto, quello della Lega: se nel 2013 il Carroccio era stato praticamente la sola forza politica - assieme ai Cattolici europei uniti - a sostenere la candidatura del "suo" Maurizio Fugatti, questa volta il sostegno è ben più ampio. Il nucleo del simbolo è rimasto lo stesso, con Alberto da Giussano e la bandiera trentina, ma se è stato aggiunto il riferimento all'autonomia, non c'è più quello al Nord e, nella parte inferiore, è evidente il cognome di Salvini (sul modello del simbolo delle politiche), con al di sotto la scritta "Trentino" al posto di "premier". E la Lega è il solo partito di rilievo del centrodestra a non aver presentato varianti e a non aver inserito il nome di Fugatti nel simbolo.

Simbolo n. 42

12, 15, 21, 36, 42, 50) Partito autonomista trentino tirolese

Ha scelto di depositare ben sei contrassegni anche il Partito autonomista trentino tirolese, che anche in questo caso sosterrà Ugo Rossi nella sua candidatura (di riconferma) alla guida della provincia autonoma di Trento. L'emblema utilizzato sarà verosimilmente lo stesso di cinque anni fa, cioè l'ultima sua versione, con le due stelle alpine su fondo nero e la sigla Patt, con la "A" rossa per sottolineare il concetto di autonomia. Il partito del segretario Franco Panizza, tuttavia, ha deciso di depositare - per tutelare - tutta la sua storia: tra i contrassegni depositati, infatti, si trovano quello dell'Associazione studi autonomistici regionali, da cui ha avuto origine il Patt, nonché tutti quelli che il partito ha adottato nel corso degli anni (quando ancora si chiamava Pptt e adottava al proprio interno tre stelle alpine, e quelli più recenti in cui le edelweiss erano solo due, ma si inseriva la sigla Pptt-Ue o si lasciavano i fiori da soli).

In alto da sinistra, i simboli nn. 36, 12, 15; in basso, i nn. 21 e 50

13) XII stelle

Qui, in tutta sincerità, tocca veramente alzare le mani. Perché non si sa davvero nulla di questo gruppo politico che ha depositato, sotto il nome XII stelle, un emblema con la mappa muta dell'Europa, le dodici stelle della bandiera disposte "a uovo" e viste schiacciate dall'alto e, nel mezzo, il disegno fatto a computer di un fiore. Unica cosa che si apprende attraverso un articolo del Corriere del Trentino è che proprio questo contrassegno sarebbe stato il frutto di una ricusazione: in un primo tempo, infatti, all'interno sarebbe stata contenuta una croce, cassata perché anche a Trento sono vietati immagini e soggetti religiosi. Per il resto, però, buio totale.


Simbolo n. 46

16, 46 e 51) Futura 2018

Al numero 16 è stato sorteggiato un altro simbolo nuovo, ma di cui si sa decisamente di più. Futura 2018, infatti, è il nome di una lista, di un progetto politico e di un'associazione presieduta da Paolo Ghezzi, noto soprattutto come giornalista (ha diretto L'Adige), editore e scrittore (tra i suoi libri, Il Vangelo secondo De André). Tra la fine della primavera e l'intera estate si erano fatte ricorrenti e sempre più robuste le voci di chi - tra le componenti ufficiali di Verdi, Articolo 1, Primavera trentina ma anche in gruppi di "autoconvocati" -  avrebbe voluto Ghezzi come candidato alla presidenza della provincia per il centrosinistra, in alternativa all'uscente Ugo Rossi.
Alla fine il Pd ha scelto di candidare Giorgio Tonini, per cui - come scritto dallo stesso Ghezzi, che non aveva certo lanciato personalmente la propria candidatura - "non ha osato scommettere sul rinnovamento". Ciò nonostante, dopo tanti mesi di discussione affrontati "con audacia e generosità, con cuore e pazienza", la lista ha scelto di continuare il proprio sostegno al centrosinistra (ponendo Ghezzi in posizione di capolista), con la convinzione che l'unico avversario da battere sia "la destra leghista nazionalista", per evitare che anche Trento sia attratta in una tendenza che riguarda ormai gran parte dell'Italia. 
Alla fine la lista ha mantenuto il nome dell'associazione, inserendo nel contrassegno anche lo slogan "Partecipazione e solidarietà". Elemento grafico caratterizzante è "una virgola, molto semplice e pulita" (come si legge nella descrizione del contrassegno) di colore verde acqua, contornata di bianco, rosso e arancione; la stessa figura, pure se "a specchio", viene richiamata anche nel riferimento al 2018 (sostituendo lo 0), per cui "si sono formate due monovirgolette". Ghezzi ha depositato peraltro tre versioni del contrassegno: quella sorteggiata con il numero 16 ha lo slogan sotto al nome della lista, mentre le altre due lo hanno spostato sullo spazio bianco, facendo posto al nome del capolista. Sarà utilizzata la versione - sorteggiata con il numero 46 - che presenta la dicitura "con Paolo Ghezzi", ma il diretto interessato aveva presentato pure l'emblema che accanto al suo nome conteneva la parola "presidente": come a dire che non ci sarebbe stato bisogno di un suo impegno così forte, ma nel caso ci si era già preparati al salto più impegnativo.


17) Civica Trentina

Di seguito il sorteggio ha collocato un simbolo già noto e rappresentato in consiglio: si tratta del profilo montano stilizzato che si staglia sul fondo azzurro sfumato dell'emblema di Civica Trentina (che, a dispetto dell'assonanza, non ha alcun legame con la Civica "margherita" che fu di Dellai). La formazione nel 2013 aveva sostenuto la candidatura a presidente di Diego Mosna assieme a Progetto Trentino, Fare Trentino e altre tre liste; questa volta si presenta all'interno dell'ampia coalizione che appoggia la corsa presidenziale del leghista Maurizio Fugatti, che dunque potrà beneficiare dei valori di "autonomia e libertà" riportati nel simbolo.  


18 e 24) Forza Italia

Nel 2013 sulle schede non era finito esattamente il simbolo di Forza Italia, ma quello molto simile di Forza Trentino. Questa volta gli elettori della provincia di Trento troveranno invece l'emblema originale del partito guidato da Silvio Berlusconi, anche se non nella stessa versione vista alle ultime elezioni politiche: l'emblema sorteggiato con il numero 18, infatti, è quello adottato dai candidati forzisti alle elezioni europee del 2014, con la bandiera interamente contenuta in una circonferenza blu e con il semplice nome di Berlusconi al di sotto.
In occasione del deposito dei contrassegni tradizionali, tuttavia, il partito di Berlusconi ha presentato anche una seconda versione dello stesso contrassegno (sorteggiata al numero 24), che ha leggermente ridotto le dimensioni della bandierina per fare spazio all'indicazione della candidatura di Maurizio Fugatti, che via via ha visto convergere i partiti maggiori di centrodestra. E' probabile che alla fine sarà proprio questa la versione del contrassegno che finirà sulle schede; intanto però il partito ha scelto di tutelare anche la versione senza nome.


20 e 27) Territorialità responsabilità economia

Un'altra coppia di simboli è stata depositata da Tre, acronimo di Territorialità responsabilità economia, la lista legata a Roberto De Laurentis che in un primo tempo avrebbe dovuto far parte della coalizione di centrodestra (e continua ad attestarsi su quelle posizioni), mentre ora è impegnata in una corsa solitaria. Il nome scelto per la formazione è, volendo, esso stesso un simbolo: "TRE di TREntino - si legge sulla pagina Facebook - di 'T' territorialità, di 'R' responsabilità, di 'E' economia. TRE valori che verranno declinati in tutti gli ambiti politici". La sigla è la vera protagonista - soprattutto per dimensioni - del contrassegno color verde acqua, con la sagoma a profilo spezzato del Trentino leggermente più chiara; completa l'emblema quella che - viste le righe orizzontali sul corpo, potrebbe sembrare un'ape (mentre nelle prime versioni dell'emblema è certamente una farfalla). Unica differenza tra i due contrassegni è la presenza, in quello sorteggiato con il numero 27, di un piccolo "cartello" (ombreggiato) con la dicitura "De Laurentis presidente": dovrebbe essere proprio questo l'emblema con cui la formazione si presenterà agli elettori trentini, anzi, TREntini.


22) Primavera trentina

Il simbolo sorteggiato nella posizione numero 22 è quello della Primavera trentina, gruppo di sinistra nato "dal basso" a partire da un appello firmato da vari esponenti della società civile, tra cui lo psichiatra Renzo De Stefani. E' rimasto nel simbolo il cerchio "pennellato" degli inizi (che era anche la posizione di tutti i partecipanti alle riunioni di quel nuovo soggetto), unito a fiori su esili rami; è ben probabile però che il simbolo non arrivi sulle schede, visto che chi aveva dato vita alla Primavera ha poi contribuito a dar vita a Futura 2018, di cui è capolista Paolo Ghezzi.


25) Noi per il Trentino

Al posto numero 25 il sorteggio ha collocato il raggruppamento Noi per il Trentino, grafica che ricorda decisamente quella vista poche settimane fa per Noi per Alto Adige, movimento gemello: cambiano solo il colore di fondo (blu invece che arancione) e il profilo delle montagne collocato nella parte bassa del contrassegno. Il gruppo è guidato da Ivo Tarolli, già senatore dell'Udc, ed è schierato a sostegno di Ugo Rossi con l'idea dichiarata di costituire "una Svp bianca per interloquire con tutto il territorio alpino e con l'Europa", oltre che con Noi per Alto Adige, per ricostruire una comunità regionale.


26) Rivoluzione felice

Il simbolo collocato subito dopo è quello di Rivoluzione felice, il progetto più legato a Geremia Gios, sulla base del quale mesi fa aveva chiamato a raccolta i trentini anche se poi la sua candidatura alla presidenza della provincia autonoma non sembra essersi concretizzata. L'elemento preponderante del contrassegno è un arco a tutto sesto, con il concio che fa da chiave di volta messo in evidenza in colore arancione su sfondo verdino, quasi a sottolineare il ruolo che la rivoluzione immaginata da Gios aveva.


28) Il popolo della famiglia - Noi per il Trentino - Etica

Il simbolo estratto successivamente rappresenta l'unica vera "bicicletta" di queste elezioni, anche se da un certo punto di vista rappresenta un triciclo. Lo stesso contrassegno, infatti, contiene le "pulci" del Popolo della famiglia di Mario Adinolfi e di Noi per il Trentino, ma c'è anche nella parte inferiore il nome abbreviato del Movimento Etica. Inizialmente doveva essere questa la lista pensata da Ivo Tarolli a sostegno di Ugo Rossi, con l'idea che corresse a fianco del Patt: partito che, tuttavia, non avrebbe preso benissimo la presenza degli adinolfiani nella compagine, per cui l'accordo sarebbe saltato in itinere.


29) Agire per il Trentino

Nella posizione numero 29 c'è un altro simbolo a sostegno di Maurizio Fugatti, prettamente locale, ma che risulta addirittura registrato come marchio: quello di Agire per il Trentino, movimento nato nel 2016 con una forte vocazione autonomista. Il sito stesso descrive l'emblema nei dettagli: "Il simbolo presenta la parola Agire in maiuscolo solido in carattere a bastone con il punto sulla i maiuscola per rinforzare l’accento sul significato della parola che sta per capacità di azione, di mettersi i gioco e di prendere iniziative. Il sottotitolo 'per il Trentino' accomuna l’appartenenza del movimento al territorio e alla comunità che in esso vive. I colori azzurro/blu del cielo terso e verde scuro/chiaro del paesaggio accentuano il valore di amore e della volontà di agire e fare per 'prendersi cura', fare bene. Il fondo del testo è grigio chiaro per esprimere serietà e autorevolezza". A ciò a questo giro si aggiunge una sorta di post-it giallo ombreggiato con il nome del leader e capolista, Claudio Cia. 


30) La catena

Non poteva davvero mancare una presenza simbolica ben nota ai #drogatidipolitica da quelle parti: La catena. Anche questa volta Bruno Franco, artigiano nato a Bolzano, ha presentato il simbolo del suo movimento, che aveva avuto una certa notorietà a livello nazionale per essere stato depositato al Viminale prima delle elezioni europee del 2014 e anche prima delle politiche di quest'anno. La doppia scure è sempre lì, la catena a maglie ben unite per esprimere tutta la rabbia e l'esigenza di cambiamento: "tutto il potere ai commercianti, agli artigiani e agli imprenditori", si potrebbe dire. E Franco lo dice: presenterà anche la lista?


33) Federazione dei Verdi

Tra gli emblemi depositati si rivede anche un grande classico, il sole che ride della Federazione dei Verdi. Non si tratta certo di una novità, ma ormai è sempre più raro vederlo in uso o anche solo depositato da solo, non unito ad altri emblemi. Qui invece c'è la grafica storica, in uso da quasi trent'anni: non significa per forza che la lista sarà presentata, ma in qualche modo il partito - che nelle settimane precedenti si era espresso chiaramente in sostegno a Paolo Ghezzi - ha scelto di marcare la propria presenza.


34) Autonomia dinamica

Il nome della forza politica il cui simbolo è stato estratto alla posizione numero 34 è interessante: Autonomia dinamica, infatti, è una formazione nata nel 2016 per "diffondere l’Autonomismo Popolare, al fine di costituire - si legge nello statuto - un percorso di crescita per il territorio e i suoi cittadini, basandosi sugli elementi fondamentali di Democrazia, Giustizia, Solidarietà sociale, Tradizioni e Merito, tutelando e valorizzando l’Autonomia trentina con particolare attenzione alle diversità culturali e territoriali che la caratterizzano". Sul piano grafico Ad si caratterizza per un emblema "composto dalla testa di un aquila vista di profilo che si fonde con le montagne": uno dei suoi fondatori, Mauro Ottobre, è candidato alla presidenza della provincia autonoma.


35) Popoli Liberi - Freie Völker

E' stato sorteggiato con il numero 35, ma i media locali hanno debitamente messo in luce che il primo a depositare il simbolo è stato il vulcanico Paolo Primon, leader del partito Popoli Liberi - Freie Völker. Ciò peraltro è stato possibile grazie all'impegno delle truppe della Schützenkompanie Trient, intitolata al Major Giuseppe De Betta, di cui Primon è comandante: loro si sono infatti organizzate per trascorrere la notte davanti all'ingresso del palazzo della provincia, così che il simbolo potesse essere depositato per primo perché, come ha dichiarato lo stesso Primon, "poi dobbiamo andare a lavorare". Il movimento intende trasformare in modo pacifico il Trentino - Alto Adige "in una moderna regione Indipendente attraverso modi democratici, elettorali, e referendari, nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione della Repubblica Italiana e delle Comunità internazionali con la legge dell’autodeterminazione", tutto questo per "realizzare le aspirazioni dei popoli indipendenti, aspirazioni ad un autogoverno che tenga conto della necessità di uno sviluppo sociale legato alle caratteristiche etniche, culturali e storiche dei singoli popoli, tendenti ad una effettiva reciproca parità ed a una pacifica collaborazione paritaria tra tutti i popoli europei e del mondo". Nel simbolo - perfezionato dal grafico direttamente da Berlino, come ha scritto Primon sul suo account Facebook - spicca, oltre al nome del candidato alla presidenza, l'aquila del Tirolo.


37) L'altro Trentino a sinistra

Nella posizione numero 37 si colloca L'altro Trentino a sinistra, formazione che nel nome chiarisce subito il proprio posizionamento, certamente in autonomia rispetto alla coalizione che sostiene Giorgio Tonini. La formazione, che sostiene la candidatura a presidente di Antonella Valer (assieme a Liberi e Uguali, di cui è possibile che nasca una lista anche se non si è provveduto al deposito del simbolo in prima battuta), riunisce soprattutto persone legate a Rifondazione comunista e a Potere al popolo: il fondo è tutto rosso e spicca la silhouette bianca della provincia di Trento.


38) Unione per il Trentino

Non stupisce affatto trovare, tra i simboli depositati presso la sede della provincia, anche quello dell'Unione per il Trentino, movimento nato nel 2008 - soprattutto per volontà di Lorenzo Dellai - come evoluzione della vecchia Civica Margherita, che di quell'esperienza ha di fatto mantenuto la corolla del fiore. Nel 2013 l'Unione per il Trentino - registrata l'anno dopo anche come partito politico nazionale - ha contribuito in modo significativo alla vittoria di Ugo Rossi; questa volta ha seguito di nuovo il Pd nel sostegno a Giorgio Tonini.

39) Partito democratico

Si parlava appunto del Partito democratico, che ha scelto di non puntare alla conferma di Rossi ma di schierare un proprio candidato, il parlamentare dem - già cristiano sociale, poi Ds - Giorgio Tonini. Per questa campagna elettorale, proprio come cinque anni fa, il Pd ha deciso di utilizzare il simbolo tradizionale, con la minima caratterizzazione possibile: scrivere "del Trentino" sotto al logo elaborato da Nicola Storto, senza spostare il resto di una virgola. E alla pari della Lega e del M5S, non è stato presentato alcun emblema alternativo. 


40) Union autonomista ladina

Nel 2013 era alleata con il Pd e il Patt e altre forze anche l'Union autonomista ladina. Questa volta non si hanno notizie in rete delle scelte del movimento relative alle imminenti elezioni provinciali, ma non stupisce affatto che il simbolo sia stato tra quelli depositati. Si tratta dello stesso emblema impiegato cinque anni fa, con la figura che suona il corno e sotto i colori della Ladinia: tempo qualche giorno e si vedrà se saranno state raccolte le firme per una lista in cui la minoranza ladina possa sentirsi rappresentata.


41) Trentino Pop

Non passa certo inosservato il simbolo della lista Trentino Pop, sia per il nome, sia per il colore di fondo utilizzato e per la parola "Pop" enorme in primo piano. La "O", tra l'altro, è sostituita dal segno di accensione degli apparecchi, lo stesso utilizzato dal think tank Restart, legato alla senatrice Donatella Conzatti. Non è dato sapere se il simbolo resterà tale o se si trasformerà in lista, ma intanto la sola presenza induce interessati e osservatori a riflessioni e alla costruzione di possibili scenari. Tempo qualche giorno e saranno sottoposti a verifica.


43) Moviment Ladin de Fascia

Non c'è solo l'Associazione Fassa a rappresentare gli interessi della Val di Fassa: tra i simboli depositati, infatti, si trova anche quello del Moviment Ladin de Fascia, con nome rigorosamente in ladino. Sembrerebbe trattarsi in realtà di una new entry, perché il movimento non figurava tra le liste che hanno corso nel 2013. La grafica, peraltro, sembra piuttosto semplice e quasi 0.0, soprattutto per come appaiono le montagne. I colori del cielo e del prato sono gli stessi della Ladinia; da segnalare le sei stelle alpine disposte a sorriso.


45) Progetto Trentino

Anche Progetto Trentino, che qui è stato sorteggiato con il numero 45, è stato registrato a Roma come partito a livello nazionale, ma era comunque ovvio che il suo emblema fosse tra quelli presentati per questo turno elettorale. Nel 2013 il fumetto con le iniziali arancione e rossa di Progetto Trentino aveva sostenuto la candidatura di Diego Mosna ed era riuscita a ottenere quattro seggi; questa volta, anche questo emblema farà parte della coalizione di centrodestra, popolare e autonomista, dunque a sostegno di Maurizio Fugatti. 


47 e 49) Fratelli d'Italia

Nel 2013 alle elezioni provinciali partecipò anche una lista di Fratelli d'Italia, per sostenere da sola il proprio candidato Cristiano De Eccher: allora non andò benissimo (arrivò l'1,56%). Questa volta il partito di Giorgia Meloni torna dopo essersi ripreso la fiamma tricolore del Movimento sociale italiano (ma senza base e soprattutto rinunciando al nome scomodo di Alleanza nazionale che alla fine del 2013 aveva ottenuto dalla Fondazione An) e partecipa inevitabilmente alla coalizione - popolare, ma pur sempre connotata come di centrodestra - che sostiene la candidatura a presidente di Maurizio Fugatti. 
Per l'occasione, il partito ha depositato il proprio simbolo nazionale, ma non ha rinunciato a presentare anche un secondo contrassegno solo leggermente variato: nello spazio tra il bordo del cerchio e il nome, infatti, è stato inserito in giallo il riferimento "per Fugatti". Graficamente l'emblema risulta piuttosto pieno e "respira" poco in alto (si tratta pur sempre di un inserimento un po' forzato), ma se non altro le proporzioni sono state fatte in modo relativamente corretto; al di là della grafica, Fdi spera in questo caso di ottenere di più, anche per la collocazione in coalizione.


48) Fronte sovranista italiano 

Giusto tra i due simboli di Fratelli d'Italia, è stato sorteggiato il simbolo del Fronte sovranista italiano, che in questo caso ha preso il nome di Riconquistare l'Italia. Non esistono emblemi che portino la parola "sovranità" o "sovranista" all'interno, ma di certo questo si pone come facile da leggere e da riconoscere, oltre che decisamente caratteristico per la presenza della stella troncata da una parentesi: per scoprirne il significato, si può leggere la spiegazione data dal partito stesso. Presto si vedrà se al simbolo seguirà anche la lista.