La Lista Pannella del 1992 |
Le prime risposte sono arrivate lunedì, nell'intervista che Turco mi ha rilasciato per Termometro Politico; venerdì, comunque, lui ha risposto alle due lettere. Nel replicare a Capriccioli, Turco ha confermato che "sia il simbolo della rosa nel pugno che l’archivio sono di proprietà della Lista Pannella". In particolare, "il simbolo è stato ceduto e ne è stata fatta comunicazione al Congresso di Chianciano del 17/20 febbraio 2011; l’archivio da quando la Lista Pannella ha cominciato a pagare i costi per raccogliere ed organizzare il materiale, compreso quello dei deputati europei della V legislatura, ceduto con atto notarile".
La stessa lettera a Capriccioli, tra l'altro, contiene importanti ricostruzioni - operate da Cecilia Angioletti e Paolo Chiarelli - sulla proprietà della Spa Torre Argentina Società di Servizi (a sua volta proprietaria delle "sedi radicali" di via di Torre Argentina, 76 a Roma) e di Radio Radicale, che ha una storia piuttosto complessa ma meritevole di attenzione.
La stessa lettera a Capriccioli, tra l'altro, contiene importanti ricostruzioni - operate da Cecilia Angioletti e Paolo Chiarelli - sulla proprietà della Spa Torre Argentina Società di Servizi (a sua volta proprietaria delle "sedi radicali" di via di Torre Argentina, 76 a Roma) e di Radio Radicale, che ha una storia piuttosto complessa ma meritevole di attenzione.
Nella risposta a Pitta, invece, Turco ha dato innanzitutto conto della mancata convocazione del 31° congresso: l'assise doveva tenersi entro il 2013, ma il segretario del Partito, Demba Traoré, non lo ha mai convocato e non ha nemmeno spiegato la sua scelta con una lettera agli iscritti: da mesi, dunque, il Senato del partito - composto dai segretari e dai tesorieri delle otto associazioni costituenti - è incaricato di ripristinare la legalità statutaria, ma l'organo ha scelto di prendere tempo, perché "se avesse convocato il Congresso nel dicembre 2013 non avrebbe potuto fare altro che o prendere atto della situazione economico finanziaria e chiudere la baracca; oppure darsi un tempo dato per pagare i debiti e raccogliere denaro per le ulteriori iniziative, tenendo presente il contesto di silenzio, la mancanza di denaro e l’impossibilità di avere ulteriore credito per fare una qualsiasi iniziativa di autofinanziamento rivolta all'esterno".
Secondariamente, secondo Turco ci sarebbero due fattori alla base della situazione difficile del partito: da una parte, "le lotte radicali contro il regime" avrebbero portato a una "censura che è ulteriormente degenerata in 'sbianchettamento' (come nelle foto ritoccate dallo stalinismo), per esempio"; dall'altra parte, "dall'agosto del 2005, quando all'unanimità fui incaricato dal Senato del Partito a subentrare al Tesoriere dimissionario, c’erano in cassa oltre 1,5 milioni di euro di debiti e sin da allora fino al congresso del 2011, quando dovetti autocandidarmi, e fino ad oggi (...) il Partito radicale (…) si è assunto la responsabilità di privilegiare la possibilità che i soggetti costituenti avessero un luogo e degli strumenti per poter operare".
Secondariamente, secondo Turco ci sarebbero due fattori alla base della situazione difficile del partito: da una parte, "le lotte radicali contro il regime" avrebbero portato a una "censura che è ulteriormente degenerata in 'sbianchettamento' (come nelle foto ritoccate dallo stalinismo), per esempio"; dall'altra parte, "dall'agosto del 2005, quando all'unanimità fui incaricato dal Senato del Partito a subentrare al Tesoriere dimissionario, c’erano in cassa oltre 1,5 milioni di euro di debiti e sin da allora fino al congresso del 2011, quando dovetti autocandidarmi, e fino ad oggi (...) il Partito radicale (…) si è assunto la responsabilità di privilegiare la possibilità che i soggetti costituenti avessero un luogo e degli strumenti per poter operare".
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