giovedì 8 settembre 2016

Di Francesco: "La mia rivolta di Spartaco con i simboli"

Il simbolo di Lega Centro ricusato
La macchina elettorale a Roma si è fermata alcuni mesi fa, ma il ricordo di quell'esperienza è tutt'altro che archiviato e alcune pagine meritano di essere sviscerate con più attenzione. Al di là delle vicende che hanno riguardato Raggi, Giachetti, Meloni, Marchini e le loro compagini, la storia più curiosa riguardava Dario Di Francesco, da quasi vent'anni attivo nella politica romana e tra i più esperti conoscitori "pratici" del procedimento elettorale. 
Lui si era candidato a sindaco sostenuto da cinque liste, alcune delle quali (considerate potenzialmente ingannevoli) non avevano mancato di suscitare curiosità o vere e proprie accuse. La storia della sua campagna elettorale e di quelle liste - di cui per la prima volta si possono vedere i simboli originali, non accettati dalla commissione elettorale - la racconta direttamente lui. 

Dario, a distanza di qualche mese dal voto, sei soddisfatto di come sono andate le elezioni? Sospetto di no... 
No, in effetti non sono molto soddisfatto, soprattutto per come sono andate le cose sul comune. Nei municipi i voti comunque li abbiamo presi, a livello comunale ci aspettavamo senz'altro qualcosa di più. 
Secondo te che cos'è successo? 
Guarda, secondo me i romani hanno semplicemente voluto premiare soprattutto una forza politica, il Movimento 5 Stelle, nel tentativo di cambiare modo vigoroso le cose, per cercare di dare una scossa alla città. Invece che rivolgersi alle liste civiche, hanno preferito dare fiducia a chi non aveva mai governato Roma: con il senno di poi, si può dire che non ancora incominciato a governare.
Eppure tu conosci da molto tempo la politica romana e i romani ti conoscono da tempo...
In effetti è così. La mia prima candidatura è arrivata a 37 anni, nel 1997: mi presentai come aspirante presidente della XVIII circoscrizione di Roma, per la mia lista Lavoratori autonomi. Tre anni dopo, quando la mia Roma andava forte e mesi dopo avrebbe vinto lo scudetto, concepii l'idea di Forza Roma e creai anche Avanzi Lazio: li depositai entrambi al Viminale per le elezioni politiche del 2001 e presentai pure le liste per le elezioni comunali, quelle poi vinte da Veltroni. In quell'occasione, in realtà, corsi solo con Avanti Lazio, mentre Forza Roma venne ricusata per alcuni errori formali. In seguito non ne ho più fatti, non mi sono fatto escludere altre liste, anzi: l'esperienza accumulata ha fatto sì che qualcuno tuttora accrediti il nostro gruppo come uno dei più attenti alla normativa elettorale, per cui spesso veniamo consultati anche dagli avversari.
A proposito di Forza Roma, quel marchio elettorale ha sempre ottenuto un certo successo nella Capitale e anche al di fuori. Anche per questo, stupisce che sulle schede non sia arrivato proprio quest'anno, quando al Campidoglio eri candidato tu. Come mai? Avete scelto di lasciarlo riposare un turno?
Guarda, ti dirò, alcune persone del nostro gruppo avevano suggerito di non utilizzarlo stavolta: questioni di opportunità, secondo loro saremmo stati troppo riconoscibili. Ripensandoci ora, credo che sia stato uno sbaglio, avrebbe potuto ottenere sicuramente un buon numero di voti come in passato.
In realtà pensavo che non voleste rischiare, poiché il Viminale, dopo il caso delicato di Forza Juve - Bunga Bunga del 2014, aveva ritenuto inammissibili contrassegni contenenti "denominazioni e/o simboli o marchi di società (anche calcistiche)" senza autorizzazione della società. Chissà come sarebbe finita questa volta...
Questo non lo avevamo pensato, ma credo che escluderci per questo sarebbe stato un grosso errore. Abbiamo partecipato a tanti appuntamenti elettorali, abbiamo una storia, tanta gente ci ha votati, non vedo perché escluderci. Roma poi, prima che la squadra di calcio, è la capitale d'Italia e i suoi colori sono proprio il giallo e il rosso: se io mi metto a stampare magliette con la scritta Roma e con quei colori, la società calcistica non può certo opporsi. Comunque, come dici tu, sarebbe stato interessante vedere come sarebbe andata a finire, ma resto dell'idea che il simbolo lo avrebbero salvato.
Parliamo invece dei simboli che effettivamente avevi a tuo sostegno stavolta. Colpiva che fossero tanti, ma anche, per esempio, che ce ne fossero alcuni tradizionalmente legati al piemontese Renzo Rabellino: per questo c'è chi ha immaginato una saldatura tra il tuo gruppo e il suo, due "fabbriche di liste". Come sono andate davvero le cose?
Guarda, ti dirò: io Renzo lo conosco da tanti anni, conosco le sue iniziative elettorali. Alcune cose devo dire che le fa bene, altre le condivido meno, per esempio il suo modo di raccogliere le firme per le liste. Noi siamo stati sempre molto precisi e rispettosi delle leggi, facciamo tutto in regola, spesso vado al Ministero dell'interno per chiedere pareri e consigli. In ogni caso, già nel 2008 all'interno del contrassegno della Lista del Grillo parlante, anzi, quella volta dei Grilli parlanti (alla sua prima uscita, ndb) c'era anche la "pulce" di Forza Roma; nel 2013, poi, la stessa lista era presente alle comunali di Roma nella coalizione che sosteneva Alfonso Luigi Marra. In quell'occasione, in realtà, Rabellino cercò di bloccare la mia iniziativa, presentando un esposto: in effetti quella volta avevo fatto tutto in autonomia, non su sua delega. La commissione elettorale, però, gli dette torto: visto che il simbolo non era presente in Parlamento, la tutela non era così forte e avrebbe potuto presentarlo chiunque lo avesse dichiarato come proprio. 

Immagino che stavolta non sia andata proprio così.
No, infatti questa volta Renzo mi ha contattato per tempo, chiedendomi di poter presentare due sue liste nella mia coalizione, la solita Lista del Grillo parlante e l'Unione pensionati (di norma legati a Onorato Passarelli, ndb). Io ovviamente ho accettato, anche perché riempire di candidati addirittura cinque liste non è una passeggiata, quindi gli ho detto che non c'era nessun problema. 
Oggettivamente la Lista del Grillo parlante è stata la più votata della tua coalizione, ma in molti si aspettavano che le insidie maggiori venissero da altre tre liste virgola che all'inizio hanno indotto varie persone in errore, compreso il sottoscritto... colpa dei nomi, già noti, che però erano abbinati a simboli potenzialmente dirompenti.
In effetti abbiamo scelto simboli che esistevano già, che avevamo già presentato, come Viva l'Italia, o che comunque erano già circolati, come Lega Centro e il Movimento per Roma. Abbiamo però cercato di modificarli, piegandoli alle nostre esigenze elettorali, facendo il possibile per ottenere qualche voto in più, stando però sempre nei limiti della legge. 
Beh, la vostra battaglia è stata chiara fin dall'inizio, non a caso ti hanno soprannominato Spartaco, a capo della rivolta degli schiavi... 
È vero, ma vorrei spiegarmi meglio. Noi abbiamo fatto questo, sempre mantenendoci negli spazi dettati dalla legge, come forma di lotta nei confronti di quei poteri forti che negli anni hanno distrutto Roma, che l'hanno violentata con Mafia Capitale, che ci hanno consegnato un'Ama che non funziona, altri servizi che fanno pietà, e potrei continuare a lungo. Nei confronti di quei soggetti e di quel sistema, che ci hanno rovinato e ci hanno fatto del male, abbiamo scelto di reagire in questo modo, cercando di togliere loro dei voti per rendere loro la vita più difficile. 
Questo indubbiamente non è piaciuto allo staff di Giorgia Meloni, che si è trovata non una, ma ben due liste "clonate" (la sua e la Lega Noi con Salvini). Non a caso, uno dei commenti più duri è arrivato da Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia.
Marsilio ha detto cose molto spiacevoli, che un politico non dovrebbe dire, ci si dovrebbe riflettere sopra prima. Mi pare che come Fdi abbiano fatto l'accesso agli atti per controllare la regolarità dei nostri documenti, spero che lo abbiano fatto davvero così si vedrà che è tutto a posto. 
Simbolo ammesso
Reazioni dal MoVimento 5 Stelle invece?
Ti racconto solo questo. Il delegato che aveva depositato le liste per il MoVimento 5 Stelle mi ha detto: "Se tu presenti una lista simile alla nostra non è un problema, se anche ci porti via un po' di voti non fa niente: tanto noi i voti li prendiamo lo stesso e al ballottaggio ci arriviamo".
Hanno fatto bene i loro conti...
Certo, ma soprattutto hanno avuto un altro stile. Lui stesso mi ha chiesto: "Ma come fai a fare tutte quelle liste? Io a raccogliere le firme per una sola sono diventato matto...". Io gli ho detto che, in futuro, sarei stato disponibile a dargli una mano gratuitamente: lui ha accettato l'offerta.
Ma come è nata l'idea di costruire quei simboli proprio in quel modo?
Viva l'Italia, simbolo ricusato
Beh, c'era l'esigenza di mantenere nel simbolo il nome che era già stato presentato in passato. Al di là di questo, non abbiamo fatto altro che inserire come capilista due persone, i cui nomi all'anagrafe sono Tiziana Meloni (per Viva l'Italia) e Giovanni Salvini (per Lega Centro), un'operazione pienamente legittima che secondo noi ci avrebbe dovuto consentire anche di inserire i loro cognomi all'interno dei contrassegni. E così avevamo fatto, mettendoli decisamente in evidenza. 
E invece... 
Invece la Commissione elettorale ci ha detto di no, chiedendoci di sostituire i simboli. Non avevamo considerato che alla Camera la Lega Nord, nell'etichetta del suo gruppo, aveva inserito anche la denominazione "Noi con Salvini", per cui quel cognome era tutelato anche se avevamo depositato per primi. Quanto al simbolo di Viva l'Italia, non potevamo scrivere Meloni perché Fratelli d'Italia nel 2014 aveva partecipato alle elezioni europee con il cognome di Giorgia Meloni all'interno del contrassegno  questo, secondo la Commissione, era sufficiente per far scattare la tutela. 
Movimento per Roma (ricusato)
Così abbiamo dovuto sostituire quei simboli, ma devo dire che i membri della Commissione sono stati molto bravi, professionali e hanno tutelato tutti, anche il Movimento 5 Stelle che, essendo rappresentato in Parlamento, aveva probabilmente diritto a non vedersi sulla scheda un altro emblema che univa la parola "Movimento" a tante stelle disposte in cerchio. 
Quindi siete dovuti intervenire sulle grafiche, ma i simboli di riserva erano già pronti oppure sono stati fatti "al volo"?
Non li avevamo preparati prima, è stato fatto tutto poche ore, dopo la richiesta di sostituzione. Ci siamo trovati la notte e abbiamo pensato a quali sistemi potevamo usare per colpire comunque quella parte di elettorato e così i simboli nuovi sono nati. 
Viva l'Italia (ammesso)
Beh, complimenti, perché riuscire in poche ore a concepire il nuovo simbolo di Viva l'Italia, quello con la scritta "Con Gioia!" e il nastro tricolore che scimmiottava il Colosseo verde bianco e rosso è stata un'operazione di clonazione grafica della lista personale di Meloni quasi diabolica... 
Sì, ti confermo che è stato fatto tutto nel giro di poche ore. Credimi, avremmo potuto scrivere direttamente Giorgia, che è un nome di persona: lo avrei fatto se avessi avuto una candidata con quel nome. Noi del resto eravamo stati i primi a depositare le liste e l'emblema di Meloni era nuovo, privo di tutela per qualche uso precedente, quindi noi non avremmo dovuto cambiare un bel niente. Immagino ti ricorderai che cos'era successo nel 2010, quando si era candidata alla Regione Lazio per il centro-destra Renata Polverini...
Come no, la sua lista personale era stata in un primo tempo ricusata perché prima di lei aveva depositato un certo Fabio Polverini, di professione odontotecnico, che aveva messo il proprio nome e cognome nel simbolo... E se non sbaglio, anche quella lista era opera tua. 
Non sbagli, era andata proprio così, era stato un gran bel colpo. Soltanto l'esclusione del listino di Roberto Fiore, al quale la lista di Fabio Polverini era collegata, ha salvato le elezioni per l'ex segretaria dell'Ugl. Già non era stata accettata la lista del Pdl a Roma per problemi procedurali, pensa che cosa sarebbe successo se non avesse avuto nemmeno la sua lista. 
Un macello... 
Lega Centro, simbolo ammesso
Direi proprio di sì. Tornando alle elezioni romane, alla fine nel simbolo ho fatto scrivere "Con Gioia!", anche se sapevo che scrivere "Meloni" avrebbe pagato sicuramente di più in termini di voti, ma dovevamo rispettare la decisione della Commissione e così abbiamo fatto. Quanto alla Lega Centro, è venuto naturale pensare a inserire la ruspa, nuovo emblema delle battaglie salviniane, che potevamo inserire senza rischiare che qualcuno ce la contestasse, visto che non è mai stata inserita in alcun simbolo elettorale; anche la parola "Salviamo" faceva chiaramente il verso a quel cognome che non potevamo mettere, senza però che questo ci facesse fare qualcosa di illegittimo.
Una curiosità: come mai avete scelto di colpire proprio Meloni e la lista di Salvini? In fondo non erano loro gli uscenti a Roma, in mezzo c'è stato Marino...
Di Marino non voglio nemmeno parlare. Quanto a Meloni, c'era anche Fratelli d'Italia a sostegno di Alemanno e la Lega, anche se non era ufficialmente in consiglio comunale, era di quell'area: la nostra battaglia ci stava tutta.
E perché, per esempio, non avete cercato di sottrarre voti al Pd?
Perché quello è un elettorato più fidelizzato, per lo meno a Roma: difficilmente viene indotto a votare qualcosa di diverso. Qualunque cosa ci sia scritta sul simbolo, loro votano sempre lì, senza distrazioni. Devo comunque dire che, in questo caso, gli elettori romani hanno dimostrato di avere le idee molto chiare, senza farsi confondere: il fatto che abbia votato per le mie liste lo 0,66% lo dimostra, sono stati bravi...
Quella che si dice autoironia... Ma secondo te quelle liste avevano solo lo scopo di cercare di sottrarre voti o servivano anche a dare un'alternativa a qualcuno? Magari c'è chi vi ha votato consapevolmente... 
In effetti è così, so che ci sono persone che a ogni appuntamento cercavano sulla scheda il simbolo di Forza Roma per votarlo e la croce la mettevano lì: evidentemente l'idea di persone che vogliono esaltare sia la città, sia la squadra a loro piace. A Tor Bellamonaca, per dire, prendiamo sempre un sacco di voti, eppure là io conosco giusto una decina di persone... Quando andiamo là a parlare, capita che qualcuno mi incontri e mi dica: "Io voto per le tue liste da anni", anche se non ci conosciamo proprio!
Quando non progetta liste, che fa Dario Di Francesco?
Beh, fa l'imprenditore, un tempo si occupava di articoli sportivi, ora è attivo soprattutto nel settore dei bed & breakfast. In più sono padre, amo gli animali, faccio volontariato... una persona normale insomma!
Ti stai riscaldando per altre maratone elettorali?
Ti confesso che sto iniziando a stancarmi: ho 56 anni, penso sempre di più alla famiglia. Già questa volta non avrei voluto candidarmi come sindaco: avevo suggerito di mettere un'altra figura, un personaggio, mentre io avrei lavorato per le liste, poi le cose sono andate diversamente. A me poi non piace apparire in prima linea, preferisco collaborare e fare le mie cose in un altro modo, poi comunque il tutto è piuttosto stancante. Dico la verità, se si dovesse rivotare ora non lo rifarei.
Ma magari qualcun altro vorrebbe prendere in mano Forza Roma...
Eh, ma quello è proprio il cuore, non credo proprio che accetterei che lo prendesse in mano qualcun altro. Penso che Forza Roma la presenterò di nuovo, anche solo per affetto...

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