mercoledì 23 maggio 2018

Brescia, simboli e curiosità sulla scheda

Il 18, oltre che il numero "proiettiano" per eccellenza, sembra essere abbonato quest'anno alle elezioni amministrative. Anche a Brescia, infatti, sulla scheda gli elettori troveranno 18 liste, con altrettanti simboli, associati - da soli o con altri - a 8 aspiranti primi cittadini (ma non è affatto un record: cinque anni fa le formazioni ai nastri di partenza furono addirittura 25). Il sindaco uscente del centrosinistra, Emilio Del Bono, cerca la riconferma, ma dovrà vedersela con concorrenti di ogni sorta, a volte altrettanto forniti quanto a numero di liste.

Laura Castagna

1) Brescia italiana

Il sorteggio ha indicato come prima aspirante alla poltrona di sindaca Laura Castagna, scelta come candidata dalla lista Brescia italiana, nome che così com'è può dire poco. Basta guardare il contrassegno, tuttavia, per riconoscere la base grafica di quello depositato a gennaio al Viminale da Italia agli italiani, ossia il cartello elettorale stretto tra Forza Nuova e la Fiamma tricolore. Fn è presente anche in questo emblema, mentre il posto della Fiamma è stato preso dal leone armato su fondo blu con tricolore di Azione sociale, movimento bresciano (di cui Castagna è presidente), che intende "offrire una risposta a quelle fasce di opinione che non si sentono rappresentate, dagli attuali partiti", facendo partire "il cambiamento dalla dignità delle persone". Nella scelta dell'emblema, i promotori hanno voluto un simbolo "che rappresenti entrambe le forze politiche e che sottolinei il nostro intento nel fare fronte compatto ad una classe politica che spesso è sorda alle esigenze della gente".

Leonardo Peli

2) Pro Brixia - Il Bigio

Secondo candidato estratto per queste elezioni è Leonardo Peli, sostenuto dall'unica lista Pro Brixia - Il Bigio. Si tratta della lista promossa da un circolo culturale, i cui promotori - in gran parte provenienti dall'area destra, Msi-An e anche Pdl - si definiscono "italiani che si sentono stranieri in patria" e vorrebbero "un ritorno dell’ordine". Il nome chiaramente si rifà alla tradizione e a un'epoca di splendore ritenuta passata; quanto al Bigio, si tratta della statua riportata nel contrassegno su un tricolore, realizzata nel 1932 da Arturo Dazzi e rappresentante l'Era Fascista. Rimossa nel 1945, la statua è stata restaurata, ma mai ricollocata: per coloro che l'hanno scelto addirittura come simbolo, il Bigio deve tornare piazza della Vittoria. Nel programma di Pro Brixia c'è anche questo.

Alberto Marino

3) Potere al Popolo!

Al terzo posto tra i candidati c'è un altro aspirante sindaco sostenuto da una sola lista: si tratta di Alberto Marino, che si propone con l'appoggio di Potere al Popolo! Marino, medico, è a capo della lista che raccoglie per l'occasione Rifondazione comunista (che nel 2013 aveva corso da sola, non arrivando nemmeno all'1% e rimanendo fuori dal consiglio comunale), sinistra anticapitalista e altri pezzi sparsi di quell'area (ma non il Pci, come si vedrà più avanti). Il simbolo utilizzato a questo turno, come il nome suggerisce, è lo stesso che l'estrema sinistra ha utilizzato alle ultime elezioni politiche, con il nome in grande evidenza, la stella e gli archi bordeaux a completare la grafica. 

Emilio Delbono

4) Partito democratico

Sono ben sei le liste a sostegno del sindaco uscente in cerca di riconferma, Emilio Delbono. Le operazioni di sorteggio hanno indicato come primo simbolo della coalizione quello del Partito democratico: si tratta, tra l'altro, esattamente dello stesso contrassegno utilizzato nel 2013, con una sembianza decisamente "veltroniana" (l'emblema impiegato nel 2008 aveva infatti il logo dem che occupava oltre metà del cerchio, subito sotto il cognome del candidato - scritto staccato, anche se sul manifesto il nome è attaccato - e, nel segmento verde in basso, la parola "sindaco". Nel 2013 la lista del Pd era stata la più votata in assoluto, con oltre il 27%; il compito stavolta sembra più difficile, ma non per questo non sarà tentato. 

5) Brescia 2030 - Morelli x Del Bono

Sorteggiata per seconda, la lista Brescia 2030 si presenta come forza riformista che guarda al futuro, perché "le prossime elezioni comunali a Brescia devono vedere in campo l’idea di città del prossimo decennio, e oltre", guardando dunque a progetti che arrivino fino all'anno 2030. Capolista della formazione elettorale - e citata nel simbolo - è Roberta Morelli, assessore alla scuola nella giunta uscente; con lei ci sono vari esponenti del Partito socialista italiano: viene da lì, del resto, la rosa rossa su fondo blu, con tanto di dodici stelle d'Europa, che è stata posata nella parte inferiore del contrassegno. I pallini rossi sulle "i" e il x rosso ricordano, peraltro, la lista Civica per Del Bono di cinque anni va.

6) Brescia per passione

Cinque anni fa aveva provato a candidarsi da sola, la sua lista Brescia 2013 aveva sfiorato il 6%, poi al ballottaggio si era apparentata con Delbono ed era entrata in consiglio e in giunta (come vicesindaco). Ora Laura Castelletti si candida direttamente con Delbono, come primo nome della sua lista Brescia per passione. Due sono gli elementi di continuità tra le due formazioni, il colore verde di fondo e soprattutto l'essere una lista fortemente incentrata sulla persona della candidata. Se nel 2013 nome e cognome si leggevano senza difficoltà, essendo scritti a caratteri cubitali, questa volta c'è solo il cognome (molto più evidente rispetto alla lista), ma c'è il livello di personalizzazione resta molto alto grazie al ritratto della candidata, fatto a partire da una foto trattata al computer dunque piuttosto fedele. Una scelta più frequente rispetto al passato, ma che per qualcuno può risultare - a dispetto del sorriso della candidata - un po' inquietante.

7) Civica Del Bono sindaco

Anche in questo caso siamo di fronte a una lista personale, ma certamente a minor grado di personalizzazione rispetto a quella precedente. Civica Del Bono sindaco, infatti, si è data un simbolo piuttosto anonimo, con il suo fondo blu sfumato (del resto, è uno dei colori dominanti dello stemma), il cognome del candidato in marcata evidenza (con una font certamente in stile Black), l'uso del bianco e del rosso scuro (che compaiono anch'essi all'interno dello stemma). Non si può certo dire che l'emblema sia particolarmente espressivo, anche se comunica chiaramente il suo messaggio e probabilmente questo è sufficiente per lo scopo che lo ha fatto creare.

8) Sinistra a Brescia

Il nome di Sinistra a Brescia, penultima lista sorteggiata all'interno della coalizione che sostiene Delbono, va trattato con attenzione, se non altro perché, come si è visto e come si vedrà, non tutta la sinistra bresciana può riconoscersi in questo emblema (che dovrebbe raccogliere Leu, i Verdi, quella che è stata chiamata dai media "area civica prodiana" e Al lavoro con Brescia, presentata nel 2013). A monumenti identitari per la città (il Palazzo della Loggia e la Torre della Pallata) nel contrassegno sono accostati una fabbrica e un silo, come emblemi del lavoro che è parte della città. Il rosso della sinistra è a sua volta accostato all'arancione riformista, per cercare di perseguire un programma che punti sull'ambiente, sul lavoro, sui diritti e sulla solidarietà (come recita la scritta verde nella parte inferiore del simbolo). 

9) Del Bono 2.0

Ultimo simbolo della compagine che appoggia la corsa del sindaco uscente è un'altra formazione civica e personale, Del Bono 2.0, che dà l'idea del secondo mandato, ma anche di una nuova spinta (com suggerisce anche l'onda creata nella parte inferiore), più aperta al nuovo. Sul Giornale di Brescia, si legge che questa nuova lista civica "prende le mosse dall’esperienza della tavola rotonda 'Why Not' presieduta da Numa Sbaraini e che coinvolge giovani under 35". Va notato che, all'interno dell'onda, c'è la "pulce" dell'Unione disabili italiani, priva in questo caso della dicitura "La Civica" che normalmente appare nella parte inferiore dell'emblema: evidentemente non c'era bisogno di indicarlo. 

Paola Vilardi

10) Unione di centro

Al quinto posto, tra le persone candidate, c'è Paola Vilardi, che rappresenta in modo unitario il centrodestra ed è appoggiata da sei liste, come Delbono. La prima a essere sorteggiata è quella dell'Unione di centro, la cui collocazione nel centrodestra è sempre più certa. Dopo la parentesi delle elezioni politiche con Noi con l'Italia (si doveva almeno provare a superare la soglia di sbarramento), l'Udc riprende a presentarsi da sola alle elezioni, come avviene appunto a Brescia. E, per caratterizzare la partecipazione al voto amministrativo, al posto del riferimento all'Italia nel segmento rosso superiore si legge il nome della città. E lo scudo crociato, manco a dirlo, è sempre in evidenza.

11) Fratelli d'Italia

Seconda lista indicata dal sorteggio all'interno della coalizione è quella di Fratelli d'Italia. Questa lista si rende interessante sul piano grafico, ha infatti una particolarità che salta all'occhio. In molte elezioni amministrative Fdi ha scelto di presentare il suo simbolo nazionale "semplice", senza alcuna altra indicazione; in altri casi si è preferita la versione depositata al Viminale per le elezioni politiche, che inseriva il simbolo in un cerchio col nome di Giorgia Meloni (e in un caso si è sostituito quello con il nome del candidato sindaco); qui invece il riferimento alla candidata sindaca è stato inserito in giallo (come nel 2014 e come nella versione delle politiche) direttamente nel simbolo, riducendo la dimensione del nome e lasciando inalterata la fiamma. Il testo è un po' ammassato, ma tutto sommato il risultato non è disprezzabile.

12) Il Popolo della famiglia

Tra le forze sul cui sostegno Paola Vilardi potrà contare, c'è anche Il Popolo della famiglia. Per questo appuntamento elettorale è stato utilizzato il simbolo tradizionale e integrale (dunque non inserito in una cornice più complessa), che ormai da alcuni anni è apparso sui manifesti e sulle schede in occasione delle elezioni amministrative e di quelle politiche (pur senza ottenere mai risultati di particolare rilievo). Così ecco di nuovo la famigliola tradizionale sorridente (con gonne e pantaloni) tinta a pastelli, su fondo blu e in alto il monito-auspicio "No gender nelle scuole": magari non basterà a sensibilizzare i bresciani sui temi di interesse del partito, ma qualche voto alla coalizione lo porterà.

13) X Brescia civica

Nella coalizione di centro destra si deve poi registrare il ritorno di X Brescia civica, lista civica appunto che però era già presente nel precedente turno elettorale a sostegno della riconferma (mancata) del sindaco uscente di centrodestra Adriano Paroli. Nessuna polemica, questa volta, legata al contenuto del contrassegno: cinque anni fa il Pdl aveva lamentato una somiglianza col proprio simbolo e l'inserimento del nome del candidato sindaco più grande rispetto al proprio, questa volta il Pdl non c'è e il nome di Vilardi nel simbolo nemmeno. Rimane invece il fumetto con il "più" (con tanto di accento) nella parte superiore, reale tratto distintivo di questa lista.

14) Forza Italia

Eccolo, appunto, il simbolo di Forza Italia che non somiglia a quello del Pdl e ha fatto sì che non nascessero contestazioni come allo scorso turno elettorale. Il contrassegno scelto è, anche qui, stato creato sulla base dell'emblema depositato in occasione delle ultime elezioni politiche: ecco dunque la bandierina appena rimpicciolita in alto (e finita un po' fuori dal cerchio), il nome del riabilitato Silvio Berlusconi in evidenza (anche se qui sembra sia stato un po' ridotto, probabilmente perché il cognome dell'aspirante sindaca richiedeva un po' di spazio) e, sotto, il riferimento alla candidata, nella speranza che l'inserimento del leader nazionale possa portare voti alla causa locale.

15) Lega

A chiudere la coalizione è il simbolo della Lega, chiaramente privato del riferimento al Nord. A ben guardare, tuttavia, questo può essere considerato il simbolo più tradizionale in assoluto, e non certo per il riferimento alla Lombardia che, nella parte inferiore, sostituisce la parola "premier", qui totalmente inutile. Il fatto è che, nella parte sinistra del simbolo, c'è ancora la "pulce" della Lega lombarda, tra l'altro con la stessa foggia coniata nel 1992, quando su manifesti e schede per le elezioni politiche apparve la Lega Nord ma si volle ricordare (anche per evitare di dover raccogliere le firme) da dove venisse il nuovo partito. Segno che, in fondo, si sa che da quelle parti le tradizioni e la memoria contano, eccome.

Lamberto Lombardi

16) Partito comunista italiano

Dopo il centrosinistra e il centrodestra, il sorteggio ha collocato come candidato sindaco Lamberto Lombardi, proposto dal solo Partito comunista italiano, che evidentemente ha scelto di non partecipare alla lista di Potere al Popolo!: a quanto pare, gli aderenti non hanno accettato di rinunciare al loro simbolo (pur essendo disponibili a convergere sulla medesima candidatura), così la decisione di correre da soli è stata la logica conseguenza. Sulle schede elettorali a Brescia un simbolo del Pci (non contenuto in altri emblemi) era apparso per l'ultima volta il 6 maggio 1990; anche se non è lo stesso partito di allora, sarà interessante vedere il risultato (sarà pur sempre l'unica falce con martello presente).

Davide De Cesare

17) CasaPound Italia 

Penultimo tra i candidati sindaci, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, risulta essere Davide De Cesare, indicato da CasaPound Italia. Si tratta della prima volta in cui il simbolo della tartaruga dal carapace-casa ottagonale arriva sulle schede delle elezioni amministrative a Brescia (nel 2013, in effetti, CasaPound non aveva presentato liste in Lombardia 2 nemmeno alle elezioni politiche); alle elezioni della Camera del 4 marzo - con il candidato del collegio uninominale che era lo stesso De Cesare - l'emblema ha ottenuto lo 0,86%. Si vedrà se, a questo giro, la prestazione sarà confermata o l'esistenza di altre liste che si rivolgono a fasce analoghe di elettorato renderà più complesso raccogliere voti.

Guido Ghidini

18) MoVimento 5 Stelle

L'estrazione a sorte ha collocato in ultima posizione la candidatura di Guido Ghidini, aspirante primo cittadino proposto dal MoVimento 5 Stelle. Si tratta, come sempre, dell'unica lista a sostegno del candidato individuato a livello locale; come in tutti gli altri comuni chiamati al voto dopo le elezioni politiche, alla lista locale certificata è stato concesso l'uso dell'ultima versione del contrassegno elettorale, che nella parte inferiore riporta l'indirizzo del nuovo sito di riferimento Ilblogdellestelle.it. Questa non è la prima partecipazione del M5S alle elezioni amministrative locali: nel 2013 ottenne il 6,75% ed elesse una consigliera, ma questa volta il risultato - sulla spinta delle elezioni politiche - potrebbe essere diverso.

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