lunedì 4 settembre 2023

Suppletive Monza, ritocco al simbolo di Cateno De Luca (Sud con Nord)

La scomparsa di Silvio Berlusconi, lo scorso 12 giugno, ha generato profluvi di dichiarazioni, analisi e riflessioni (dalle quali questo sito si è scientemente astenuto). Tra i primi pensieri di chi appartiene alla singolar schiera dei #drogatidipolitica, tuttavia, se n'è affacciato uno in particolare, non cinico ma oggettivo: la morte di Berlusconi avrebbe creato le condizioni per le prime elezioni suppletive di questa XIX legislatura. Poiché l'ex Presidente del Consiglio era stato eletto in Senato nel collegio uninominale n. 6 - quello di Monza-Brianza - nel giro di qualche mese si sarebbe tornati alle urne per eleggere un nuovo membro dell'aula di Palazzo Madama.
Fissate le elezioni suppletive per il 22 e il 23 ottobre, lo scorso 26 luglio era stato il vicepresidente del consiglio - e futuro segretario di Forza Italia, in quel momento coordinatore - Antonio Tajani a indicare il nome del candidato forzista e, presumibilmente, dell'intero centrodestra: Adriano Galliani, già senatore di Forza Italia nella XVIII legislatura, nonché dal 2018 amministratore delegato del Monza di proprietà Fininvest (dopo aver ricoperto per più di trent'anni la stessa carica nel Milan berlusconiano). Tre giorni dopo, il 29 luglio, aveva proposto la propria candidatura Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e co-presidente di Eumans!: lui stesso - incassato l'apprezzamento di Azione, +Europa e Alleanza Verdi e Sinistra - , ancora pochi giorni fa ha chiesto il sostegno di Partito democratico e MoVimento 5 Stelle.
Il 21 agosto anche Democrazia sovrana popolare ha annunciato di voler partecipare alle suppletive brianzole con Daniele Giovanardi, medico già direttore del pronto soccorso del policlinico di Modena: si tratterebbe della prima uscita del simbolo in una competizione di livello parlamentare (pur se ovviamente circoscritta a un territorio limitato). Già dall'inizio di agosto, tuttavia, la sfida si era arricchita di un altro potenziale concorrente, che ha attirato presto l'attenzione dei media: Cateno De Luca. L'attuale sindaco di Taormina - dopo esserlo stato di Messina e, prima ancora, di Santa Teresa di Riva e, all'inizio, della sua Fiumedinisi - si è detto tentato dalla campagna elettorale per affrontare temi non più di respiro locale, ma relativi "al governo dell'Italia", sottolineando di non sentirsi "da meno degli altri" (rivendicando anzi una "competenza senza confini").
Merita particolare attenzione il contrassegno con cui De Luca intende distinguere la propria candidatura. Si tratta, con tutta evidenza, di una variante del simbolo dell'ultima forza politica da lui creata, vale a dire Sud chiama Nord. Se la grafica è identica (fondo in prevalenza giallo con scritte nere e rosse, fascetta rossa obliqua e segmento bianco), il nome messo in evidenza è leggermente, ma significativamente diverso; non più "Sud chiama Nord", infatti, ma "Sud con Nord", con al di sotto il riferimento al candidato stesso (là dove il simbolo ufficiale ospita la frase "per le autonomie"). 
Posto che la riconoscibilità dell'emblema non è certo messa in dubbio - visto che addirittura la freccia all'interno della "D" di "Sud" è stata conservata - la modifica pare fondarsi su ragioni di opportunità: è vero che lo statuto di Sud chiama Nord recita all'art. 3, comma 2 che "il Partito, ispirandosi ai principi autonomistici e federativi dei territori, vuole definire ed attuare un concreto 'patto di solidarietà Sud Nord' con un nuovo quadro di politiche europee finalizzate ad eliminare le sperequazioni sociali economiche ed infrastrutturali tra il meridione ed il resto dei territori europei che non rendono competitivo il 'Sistema Italia'", ma nel momento in cui si va in un collegio del Nord a cercare voti, forse è più efficace uno slogan che inviti all'azione comune, piuttosto che uno in cui sembra prevalere la richiesta di interventi e investimenti al Sud (per portarlo allo stesso livello del Nord e renderlo competitivo). Resta vero che - come ricordato da De Luca a Monica Guerzoni del Corriere della Sera, all'indomani della sua proposta di candidatura, "Molti sottovalutano che in quel collegio il 50% degli elettori è meridionale"; spegnere un po' i toni del simbolo - insegna principale della campagna elettorale - per farli apparire meno agguerriti e "bellicosi", anche agli occhi dei monzesi-brianzoli, poteva però essere utile.
Non è la prima volta, del resto, che il simbolo del più recente progetto di De Luca muta in sede elettorale. Superata la prima versione del simbolo (quella ancora condivisa con Dino Giarrusso, di fatto mai finita sulle schede e presentata solo da Giarrusso al Viminale lo scorso anno, emblema poi non ammesso), il nome era finito in posizione recessiva - sulla fascetta rossa - per dare più spazio allo slogan scelto per le elezioni politiche ("De Luca sindaco d'Italia") e per quelle regionali ("De Luca sindaco di Sicilia"). In seguito, come si è visto, il nome della forza politica - dal 24 novembre dello scorso anno ufficialmente inserita nel Registro dei partiti - è stato posto in primo piano su sfondo giallo (recuperando la freccina nella prima "D"), ma la fascia rossa è rimasta, stavolta per contenere il nome della città in cui la lista si presentava, il riferimento al candidato sindaco o allo stesso De Luca (anche quando non era lui a proporsi: è accaduto alle elezioni comunali di quest'anno a Siracusa).
In qualche modo, le elezioni suppletive senatoriali di Monza costituiscono una prima volta per Cateno De Luca (il cui percorso è stato narrato di recente da Tommaso Labate sul Corriere). In tutte le elezioni precedenti, infatti, si era sempre presentato all'interno di una lista o comunque con il sostegno di almeno una forza politica: era accaduto con la Dc (con cui era stato eletto consigliere comunale a Fiumedinisi) e con il Ccd nel quale ha militato, con le liste civiche con cui si è proposto come aspirante sindaco dal 1998 in avanti; è accaduto con il Partito Democratico Cristiano di cui lui è stato nel 2003 vicepresidente nazionale (mentre presidente nazionale del partito, dopo la morte del fondatore Flaminio Piccoli, era Clelio Darida); è accaduto con il Movimento per l'autonomia (con cui è stato eletto deputato dell'Ars nel 2006 e nel 2008) e con Sicilia Vera (con cui è stato eletto sindaco di Santa Teresa di Riva nel 2012 e di nuovo deputato regionale nel 2017, nella lista presentata con l'Udc). Questa volta, invece, S-Cateno De Luca si presenterà da solo, con l'appoggio evidente del suo partito ma ufficialmente sostenuto soltanto dalle sottoscrizioni delle elettrici e degli elettori che vorranno appoggiare la sua candidatura. 
Sud chiama Nord, infatti, non rientra tra le forze politiche cui spetti l'esenzione dalla raccolta firme: aver centrato l'elezione di un deputato e di una senatrice (risultato non da poco) sarebbe sufficiente per correre senza sottoscrizioni alle elezioni europee - ovviamente se non cambiano le norme vigenti - ma non alle elezioni politiche (anche suppletive) di questa legislatura. Le persone elette, infatti, non sono sufficienti per costituire un gruppo parlamentare, mentre l'articolo 18-bis del testo unico per l'elezione della Camera richiede il gruppo in entrambe le aule parlamentari dall'inizio della legislatura (oppure che la forza politica che ha eletto un deputato o un senatore sia rappresentativa di una minoranza linguistica e di certo non è questo il caso). Per i partiti che non godono dell'esenzione, quindi, è il candidato stesso a firmare la propria dichiarazione di presentazione di candidatura.
In base alle disposizioni vigenti, la candidatura e il rispettivo contrassegno (il quale, volendo, riporta il nome di De Luca con un rilievo persino troppo limitato, per essere ben visibile nella riproduzione da 3 centimetri di diametro) devono essere sostenuti da un minimo di 300 e un massimo di 600 sottoscrizioni di elettori dei comuni rientranti nel collegi uninominale, debitamente autenticate. I documenti per le candidature, inclusi i moduli contenenti le firme di sostegno per chi non è esonerato dalla raccolta, dovranno essere consegnati tra le ore 8 del 17 settembre e le ore 20 del 18 settembre. Per ora solo Galliani sembrerebbe esente dall'onere di sottoscrizione; non lo è di certo De Luca, come non lo è Giovanardi, ma non lo sarà nemmeno Marco Cappato se non inserirà nel contrassegno di candidatura una "pulce", se non di Azione, almeno del Pd o del M5S (Alleanza Verdi e Sinistra ha il suo gruppo solo alla Camera). C'è, in ogni caso, ancora tempo per la raccolta e, magari, anche per qualche sorpresa.

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