La fine della legislatura ormai è
alle porte, in queste settimane si definiscono le liste e le candidature e –
per quanto interessa qui – si preparano i simboli da inserire nelle schede.
Alla data del 18 dicembre 2017, sono ben 44 i simboli rappresentati nelle
denominazioni dei gruppi e delle componenti presenti nei due rami del
Parlamento in scadenza, compresi quelli di partiti cessati o mutati nel nome,
ma che sono sopravvissuti nelle aule di Camera e Senato; a questi occorre
aggiungere gli emblemi che, pur essendo esistiti negli ultimi cinque anni, non
hanno lasciato traccia in questo ultimo scampolo di mandato parlamentare.
Praticamente tutte le “etichette”
rappresentate nelle aule hanno un proprio simbolo: soltanto tre ne sono prive. Se
due di queste, però, sembrano essenzialmente etichette “di servizio” o
provvisorie (Lega dei Popoli, Salute e Ambiente), non così può dirsi per Insieme per l’Italia, nome della
componente del gruppo misto con cui si identificano dal 20 giugno 2016 – e già
negli ultimi tre mesi del 2015, prima di una breve permanenza in Ala – Sandro Bondi e Manuela Repetti, dopo la loro fuoriuscita dal gruppo di Forza
Italia.
Per gli autentici “drogati di
politica” che frequentano questo sito, a prescindere dal giudizio politico su
di lui, non può non suonare incredibile che un personaggio come Sandro Bondi,
che per quasi quindici anni ha calcato la scena politica con visibilità
quotidiana o quasi, finisca la legislatura senza un simbolo, mentre figure di
secondo o terzo piano e con una storia ben meno significativa ne hanno uno,
alle volte quasi personale. L’assurdità è così grande - e acuita dal fatto che in rete un simbolo di Insieme per l'Italia esiste, ma si tratta di una realtà omonima vicina all'ex ministro Andrea Ronchi – da meritare un rimedio,
sia pure con il sorriso (mai malevolo).
Per questo, la redazione di www.isimbolidelladiscordia.it
invita chiunque si ritenga, in qualunque forma, un “drogato di politica” a
inviare le sue proposte di simbolo per la componente di Sandro Bondi e Manuela
Repetti: queste dovranno contenere e rappresentare graficamente, nel modo
ritenuto più opportuno, la denominazione «Insieme per l’Italia». Non sono previsti
premi, men che meno in denaro – questo sito non ha mai avuto fondi a
disposizione – ma tutte le idee pervenute saranno valutate da una giuria di
“drogati di politica” DOC, che sceglieranno la proposta ritenuta migliore per
efficacia o credibilità.
Il senatore Bondi, è doveroso
precisarlo, non ha parti o ruoli in quest’iniziativa: alla fine del 2015, intervistato
da Dario Cresto-Dina per la
Repubblica, aveva espresso il desiderio di «essere dimenticato» e aveva
assicurato di aver «chiuso definitivamente con l’impegno politico». Il
desiderio va rispettato e anche noi, finita la legislatura, lo faremo; prima
che il sipario si chiuda e le luci si spengano, tuttavia, ci sembra giusto non
lasciare Bondi e Repetti con un’insegna dimezzata, con un nome spoglio e senza
grafica.
Le proposte, nel formato
preferito (scegliendo, indicativamente, tra pdf, jpg, gif, png, ai; al limite,
sarà possibile disegnare a mano l’emblema e inviare una sua scansione o
fotografia) dovranno pervenire all’indirizzo contributi@isimbolidelladiscordia.it
entro il 10 gennaio, in tempo per
una consegna “simbolica” prima che scada il termine per il deposito dei
contrassegni al Ministero dell’Interno. Come anticipato nel titolo, si tratta
di un «concorso semiserio», ma va preso sul serio e, se non si vuole certo
sfruttare in alcun modo il nome o la fama del senatore Bondi (men che meno per
averne un profitto di qualunque genere), non si vuole nemmeno renderlo oggetto
di scherno: non saranno presi in considerazione simboli offensivi o denigratori.
Anche perché sulla scheda, complice il Viminale, non ci arriverebbero mai.
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