giovedì 6 gennaio 2022

Suppletive a Roma-Trionfale, simboli e candidature sulla scheda

Domenica 16 gennaio - questa volta senza che sia previsto il voto anche di lunedì - si celebreranno probabilmente le ultime elezioni suppletive di questa XVIII legislatura: eventuali dimissioni, decadenze o decessi di parlamentari eletti in collegi uninominali che dovessero avvenire dopo febbraio non vedranno nuove elezioni, mancando meno di un anno alla fine naturale del mandato parlamentare, quindi i seggi resterebbero vacanti. Il voto riguarderà il collegio uninominale Lazio 1 - 01 (chiamato tradizionalmente Roma Trionfale, anche se ovviamente non interessa solo quel quartiere) della Camera dei deputati, lo stesso che era già stato richiamato al voto nella precedente suppletiva - tenutasi il 1° marzo 2020 - nella quale era stato eletto Roberto Gualtieri (dimessosi dopo la sua elezione a sindaco di Roma), a sua volta "successore" di Paolo Gentiloni, divenuto componente della Commissione europea.
Se due anni fa - in una delle ultime elezioni prima del lockdown - si erano presentati ben sette candidati (con relativi contrassegni), questa volta a contendersi il collegio saranno "solo" cinque persone, con alcune conferme politico-simboliche, alcune assenze prevedibili (altre non scontate) e almeno una sorpresa, che meriterà un approfondimento a parte. Pur non disponendo ancora del fac-simile di scheda, candidature e contrassegni sono proposti secondo l'ordine proposto dalla pagina "Trasparenza" del Ministero dell'interno, che coincide - lo si è verificato - con l'ordine riscontrabile sui manifesti affissi a Roma. Tra l'altro - come si vedrà - c'è una discrepanza tra un simbolo contenuto su manifesti e schede e quello divulgato sui propri canali social da una delle persone candidate.

Beatrice Gamberini

La prima candidatura è quella di Potere al popolo!, il cui contrassegno elettorale è l'unico a essere stato presente e invariato nelle tre elezioni 
 (2018, 2020, 2022) nel collegio uninominale chiamato al voto il 16 gennaio. In tutte e tre le occasioni, infatti, Pap ha presentato proprie candidature autonome da ogni altra proposta elettorale, quindi ogni volta ha mandato sulle schede il proprio simbolo (inaugurato proprio nel 2018). A rappresentare Potere al popolo! in questa circostanza è Beatrice Gamberini, classe 1990 (è la più giovane tra le persone candidate), bolognese di origine e a Roma per lavoro, ingegnera, coordinatrice nazionale di Pap, ben decisa a "non regalare al governo Draghi" un altro componente del Parlamento.
 

Valerio Casini

La seconda candidatura è stata presentata da Italia viva, partito per il quale queste suppletive, in qualche modo, rappresentano il "battesimo" a livello elettorale politico: si tratta, infatti, della prima occasione in cui i
l partito fondato da Matteo Renzi si presenta con il proprio simbolo in un'elezione di livello superiore a quello regionale (anche se, ovviamente, relativa a una porzione di territorio più limitata rispetto a una regione o a un comune). Il simbolo ufficiale del partito contrassegna la candidatura di Valerio Casini, classe 1988, eletto consigliere comunale a Roma pochi mesi fa nella lista Calenda sindaco: il suo nome è stato scelto dopo che per vari giorni - deciso che Iv avrebbe presentato una propria candidatura autonoma - era circolato piuttosto quello della ministra Elena Bonetti.

Lorenzo Vanni

Il terzo nome è la vera sorpresa di queste elezioni suppletive. Perché non è legato a un partito, ma del tutto indipendente: una candidatura "popolare" (anche se legata all'imprenditoria), il cui cognome a Roma è ben noto, specialmente da chi frequenta il quartiere della Vittoria (compreso nel collegio interessato dal voto). Lorenzo Vanni, membro della famiglia che da decenni si è votata alla ristorazione (nello storico locale di via Col di Lana e altrove) e al catering, schiera se stesso alle elezioni e anche sul simbolo, grazie alla vignetta-copertina disegnata per lui da Makkox (che di fatto diventa davvero autore di un simbolo elettorale, oltre ai suoi capolavori proposti a Propaganda Live) e si propone con gli slogan "'Il' N-'Uovo' Mondo" e "Io per tutti - tutti per noi". Un universo semantico che meriterà un approfondimento a parte.

Cecilia D'Elia

Quarta candidatura è quella di Cecilia D'Elia, responsabile parità nella segreteria del Partito democratico nonché portavoce della conferenza nazionale delle donne democratiche (in passato è stata assessora comunale - con Veltroni - provinciale e municipale). E innanzitutto al Pd - e al suo segretario Enrico Letta - si deve la scelta di candidare D'Elia nel collegio (prevalendo sul nome di Enrico Gasbarra). A sostenerla, tuttavia, non sono solo i dem, come dimostra il contrassegno, identico a quello che è stato schierato alle precedenti suppletive a Roma-Primavalle, in appoggio ad Andrea Casu: il logo del Pd si restringe leggermente, per fare posto a un segmento rosso con la parola "Centrosinistra". Ci si riferisce di certo all'area Leu; non è scontato che possa identificarvisi chi vota Azione (che aveva pensato di candidare Valentina Grippo, poi ha scelto di non schierarla) o il MoVimento 5 Stelle (anche se Letta aveva proposto la candidatura a Giuseppe Conte, che però ha declinato), sapendo che comunque il simbolo dei due partiti appena citati non finirà sulla scheda.

Simonetta Matone

L'ultima delle cinque candidature è quella di Simonetta Matone, romana, magistrata, attualmente sostituta procuratrice presso la Corte d'appello di Roma, già proposta come aspirante vicesindaca di Enrico Michetti dal centrodestra alle ultime elezioni amministrative di Roma. Anche in questo caso è stato il centrodestra a proporle la candidatura e lei ha accettato di rappresentare la coalizione, ritenendo che la sfida in quel collegio - pure storicamente legato al centrosinistra - non sia già determinata in partenza. C'è, in compenso, un piccolo "giallo" proprio sul simbolo, nel senso che nella propaganda "ufficiale" viene utilizzato un emblema diverso da quello depositato e stampato su manifesti e schede.
Il sito del Ministero dell'interno e i manifesti, infatti, riportano il contrassegno "a tre", con i simboli della Lega, di Fratelli d'Italia e di Forza Italia disposti a triangolo, già visto nelle suppletive del 2019 e del 2020, fatta eccezione proprio per quelle del collegio Roma-Trionfale. Se si guarda invece nella pagina Facebook dedicata alla candidatura di Simonetta Matone, non si trovano riferimento al simbolo nella foto profilo o nell'immagine di copertina; in compenso, un post di ieri ripropone il contrassegno "a quattro" (con anche l'Udc) schierato proprio nelle elezioni suppletive romane del 2020, a sostegno di Maurizio Leo. Probabilmente chi ha preparato l'immagine del post è incorso in una svista, nemmeno troppo pregiudizievole (anche se un po' più piccoli, i simboli dei partiti del centrodestra restano riconoscibili); del resto, sembra difficile che l'Udc abbia scelto di non sostenere Matone insieme al resto della coalizione. Il dubbio di come siano andate le cose però rimane: poco male, ma l'importante è saperlo.

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