venerdì 7 gennaio 2022

Stesso luogo, nuovo nome: al via il Partito degli Europei e Liberali

Domani mattina, alle 11, alla sala Capranichetta dell'Hotel Nazionale (a pochissimi passi da Montecitorio), si assisterà al "nuovo inizio" di una forza politica che, con la sua prima assemblea, riprende il suo percorso rinnovata, a partire dal nome. Si tratta del Partito degli Europei e Liberali, una denominazione che può facilmente ricordare qualcosa; la sensazione di déjà vu si amplifica guardando il simbolo del soggetto politico, già divulgato sulla propria pagina Facebook. Il fondo blu, le strisce tricolori incrociate a 90 gradi, le stelle d'Europa disposte ad arco non possono che richiamare il Partito liberale europeo che ha operato fino a poche settimane fa e ha presentato candidature alle elezioni amministrative d'autunno e alle contemporanee elezioni suppletive a Roma-Primavalle.
Un rapido e facile controllo sulla pagina Facebook - sulla quale domani sarà possibile seguire la diretta dell'assemblea - permette di scoprire che si tratta proprio della pagina creata il 6 febbraio dello scorso anno per il Ple e che il nome è stato cambiato in quello attuale il 20 dicembre. La decisione di mutare la denominazione della pagina e, con essa, anche quella del partito segue di quattro giorni la pubblicazione dell'ordinanza del Tribunale civile di Roma con cui il giudice aveva ordinato al Ple di cessare l'uso del nome "Partito liberale europeo" (anche solo nel simbolo o sulla Rete), accogliendo - per il momento in sede cautelare - le richieste del Partito liberale italiano, che si era sentito danneggiato dall'uso di un nome che riteneva confondibile con il proprio.
La nuova denominazione contiene gli stessi concetti, ma accostati e combinati in modo diverso, così da creare un nome oggettivamente non tacciabile di confondibilità. Se prima l'unica differenza tra Pli e Ple era l'ultima parola (l'aggettivo "europeo" invece che "italiano"), in questo caso è stato cambiato l'ordine e gli aggettivi sono stati volti al plurale e sostantivati (non è più il partito a essere "liberale" ed "europeo", ma sono le persone che ne fanno parte e cui si rivolge ad essere innanzitutto europee, nonché liberali: un cambio di punto di vista rilevante). La modifica si vede soprattutto nella versione integrale del nome, ma anche quella breve, riportata sul simbolo, ora non dovrebbe più costituire un problema: per quanto si tratti comunque di una denominazione descrittiva (come, del resto, si è stati abituati a lungo a vedere in politica, prima che i soggetti politici smettessero di chiamarsi "Partito" e prendessero i nomi più diversi), oggettivamente comunica un partito che non si può confondere con il Pli, pur collocandosi in un'area affine.  
Per il suo "nuovo inizio", tra l'altro, il Pel ha scelto di tenere l'evento fondativo nello stesso luogo in cui si era fatto conoscere per la prima volta: l'8 maggio 2021, infatti, il Ple aveva promosso un incontro proprio al Capranichetta, cui avevano partecipato tra gli altri Vittorio Sgarbi, Matteo Salvini e Giovanni Toti. Rispetto ad allora, tuttavia, non risulterà diverso solo il nome (oltre ad alcuni dei partecipanti all'evento). Il soggetto politico risulta infatti rinnovato anche grazie al concorso del movimento Circoli Insieme per il Meridione: nato nel 2017, "rappresenta la stessa società civile che si mette in gioco, rappresentata da ogni settore e professioni, inclusa una fetta di associazionismo e terzo settore, con il progetto di riportare in auge una nuova classe dirigente politica, che si faccia portavoce delle esigenze dei territori e delle comunità". Così Tiziana Demma, presidente dei Circoli Insieme per il Meridione ha presentato l'estate scorsa la propria realtà; non sembra un caso che ora il progetto del Partito degli Europei e Liberali metta al centro il "
dare valore alle Comunità, quale espressione dell'individuo libero, creativo e innovativo".
Se nei mesi scorsi si era parlato di un accordo federativo con Cambiamo!, ora Demma - vicepresidente nazionale del Partito degli Europei e Liberali - ha dichiarato che coloro che costituiscono il Pel hanno "storie diverse, ma un unico obiettivo: riportare al centro della politica italiana una cultura liberale ed europeista" attraverso un soggetto politico "liberale, aperto e plurale", per premiare il merito, dare nuove opportunità di sviluppo (soprattutto al Sud) e combattere la burocrazia. Alla presidenza del partito ci sarà ancora Francesco Patamia, così come tesoriere è rimasto lo stesso del Ple, Giovanni Antonio Cocco: "Noi liberali ci siamo: l'orgoglio di un'importante tradizione politica e culturale si è riacceso" ha detto Patamia in un video pubblicato sulla pagina Facebook, rivendicando la necessità dei liberali perché si possano fare di nuovo progetti basati sulla crescita, sul merito e sulla libertà.
Certamente non sarà facile fare tutto questo per un'area che da quasi trent'anni è divisa in varie sigle, ciascuna delle quali non è stata in grado fin qui di eleggere propri rappresentanti a livelli rilevanti. Domani, in ogni caso, il Pel rinnoverà il proprio impegno, ripartendo da dove la sua storia in qualche modo era iniziata (o, almeno, era passata di là). 

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