Il tempo delle suppletive è ormai vicinissimo. Tra tre giorni - domenica 16 gennaio - per oltre 185mila tra elettrici ed elettori della Capitale saranno pronte urne e cabine per indicare chi, in quest'ultimo scampolo della XVIII legislatura, siederà alla Camera come persona eletta nel collegio uninominale 01 - Roma Trionfale del collegio plurinominale Lazio 1, prendendo il posto di Roberto Gualtieri (a sua volta eletto due anni fa nelle precedente elezione suppletiva, per sostituire Paolo Gentiloni) e avendo come primo impegno assai rilevante l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. I nomi sulla scheda - con relativi simboli - saranno cinque e sono stati analizzati nei giorni scorsi. Quattro, più o meno noti, sono certamente legati al mondo politico "tradizionale", quello dalle sembianze più consuete, a prescindere dalla parte che propone la candidatura. Il quinto nome - anzi, in ordine di sorteggio è il terzo - è invece legato a tutt'altro mondo, anche se lui - Lorenzo Vanni - tiene a dire che è politica anche la sua, solo sotto altre forme, non meno degne e ugualmente importanti.
Per chi abita o lavora nel quartiere della Vittoria - in pieno collegio Roma-Trionfale - o per chi lo frequenta abitualmente, il cognome "Vanni" non suona certo nuovo: richiama inevitabilmente il bar attivo da oltre 90 anni da quelle parti (e che da decenni ha la sua frequentatissima sede in via Col di Lana) e le altre attività di ristorazione e banqueting contrassegnate dall'esagono arancione con le due "V". Lorenzo Vanni è appunto il nipote del fondatore di quest'attività di ristorazione, tuttora impegnato in questa ("Ho 56 anni e ho iniziato a lavorare quando ne avevo venti: mi ero iscritto a Scienze politiche, poi mio padre mi ha invitato a confrontarmi con il lavoro 'dell'olio di gomito" ed ecco qui..."). Insieme a Beatrice Gamberini, Valerio Casini, Cecilia D'Elia e Simonetta Matone domenica sulla scheda ci sarà anche lui, incarnando - ne è profondamente convinto - una candidatura diversa, particolare (da Homo Novus, come si legge nel contrassegno), non sovrapponibile ad alcuna altra. Così come non è accostabile a nessun altro il simbolo che accompagna la candidatura, anomalo e stracarico, anche a costo di rischiare di non essere letto e compreso facilmente.
A un primo sguardo non possono sfuggire alcuni dettagli: la convivenza di un "nome politico" ("IL" N-"UOVO" MONDO) e di uno slogan (molto raro nei simboli), l'abbondanza di virgolette e, soprattutto, il disegno di una figura umana davanti a una grossa "V" arancione. Per chi ha esperienza di stili e tratto, quel disegno è chiaramente riconducibile alla mano di Makkox, cioè Marco Dambrosio, ben noto a chi segue da anni Propaganda Live (e prima Gazebo) e a chi vede le sue creazioni sul Foglio, sull'Espresso e sul Post. Siamo dunque di fronte al primo vero simbolo elettorale disegnato da Makkox (oltre ai tanti sfornati durante le sue trasmissioni televisive)? Sì e no, nel senso che il disegno non è nato per il contrassegno elettorale, ma per illustrare la copertina del libro "IL" Sano De-Mente, che Vanni ha pubblicato con Albatros lo scorso anno. A distanza di un anno, "IL" si ritrova, rigorosamente in maiuscolo e tra virgolette, anche nell'emblema offerto ad elettrici ed elettori del collegio Roma-Trionfale: il significato lo spiega lo stesso Vanni. "Ho messo 'IL' tra virgolette perché quelle due lettere, che numerologicamente valgono 12, mi rappresentano: il mio nome e cognome in tutto hanno 12 lettere, in più il mio nome vale 42 e il cognome 24, per cui sono palindromi e la loro somma ancora una volta fa 12. Non solo, come si sa, il 12 è un numero ricorrente nei miti, nelle leggende e in molte religioni, da quella ebraica a quella cristiana, ma c'è di più: questo doppio 12 del mio nome, secondo gli studi alchemici della professoressa Patrizia Pezzarossa, si traduce nella geometria solida in un 'doppio dodecaedro', una forma che addirittura crea un 'tunnel interstellare' nel quale può passare di tutto, un mondo intero o un universo". "IL", dunque, non sarebbe un "semplice" articolo, ma addirittura una porta-finestra su un mondo n-uovo (quello di Vanni) e, insieme, un riassunto concentrato: se Cesare Zavattini sognava di potersi stringere in una parola (Stricarm' in d'na parola), Vanni si stringe in due sole lettere, strette a loro volta dalle virgolette.
In quel mondo rientra a pieno titolo il disegno creato da Makkox: "Tra noi si è creato un bel rapporto di amicizia, che ci ha portato a scambiare vari lati della nostra esistenza. Nel momento in cui gli ho detto che stavo lavorando a un libro e a un progetto di comunicazione, di una nuova 'corrente' (perché non mi piace parlare di 'movimento', dobbiamo dare anche una nuova visione alle persone), gli ho proposto di disegnare per me 'IL supereroe'. Lui mi ha raffigurato così: nella sua genialità è riuscito a inserire i due '12' nella 'V' dietro di me, che si possono intravedere nelle fiamme che la compongono senza che emergano in modo evidente; in primo piano, quindi, c'è la mia raffigurazione e dietro c'è questa 'V' che può voler dire molte cose. Per me non è certo 'V per Vendetta': è innanzitutto la 'V' di 'vittoria', di 'vita' e di 'vivacità'". Non può sfuggire, peraltro, che la "V" richiama anche lo stesso Vanni, per l'iniziale del cognome e per il colore arancione usato da Makkox, lo stesso che da molti anni caratterizza l'insegna-marchio dell'attività di famiglia. A quel supereroe idealizzato e visto da Makkox, genio della penna, ho abbinato la mia creatività verbale, giocando con le parole sulla traccia della 'scuola' francese dell'OuLiPo. Da lì è nato appunto 'IL' Sano De-Mente, che si presenta come libro di aforismi e giochi di parole, fondato su sensi, non-sensi e doppi sensi, in una lingua 'a composizione e modulazione variabile' lasciata nelle mani di chi legge".
Questa lingua si serve delle regole senza farsene ingabbiare e lo stesso ha cercato di fare Vanni con il proprio simbolo, cercando di metterci tutto e di tutto, sperando che chi lo vede si prenda il tempo per capirlo senza liquidarlo in fretta. Se infatti la "grammatica dei simboli" politici ed elettorali limita il più possibile l'uso della punteggiatura, il contrassegno elettorale di Lorenzo Vanni sfoggia ben due coppie di virgolette e aggiunge di buon peso un trattino, senza minimamente preoccuparsi di quanto un segno grafico così piccolo abbia fatto litigare varie forze politiche in passato (vedi alle voci "centro-sinistra" e "centrosinistra"). Ma guai a pensare che si tratti "solo" di punteggiatura. "Il ruolo delle virgolette, come quello dei puntini, delle parentesi, delle virgole, degli stessi accenti chiama in causa direttamente la persona che legge - spiega Vanni - ed è suo compito interpretare, secondo la sua specifica visione, quello che c'è scritto, con un senso che può cambiare anche in base a come ci si sente in un preciso momento. Del resto è quello che ho fatto già nel mio libro: lì ogni aforisma inizia con tre puntini e finisce ancora con tre puntini, perché solo chi legge sa che cosa personalmente viene prima di quella frase, così come tocca a chi legge dare un seguito a quella frase, inventarlo per continuare".
Se la prima coppia di virgolette racchiude "IL" e il mondo numer(olog)ico che riassume in sé, la seconda agisce in sinergia con il trattino e, dalla parola "nuovo", fa emergere il termine "uovo", un'azione tutt'altro che casuale. "Come ben sa chi apprezza la simbologia - continua Vanni - l'uovo rappresenta la rinascita della vita e dell'anima, rappresenta la sorpresa: si può dire che nell'uovo ci sta tutto". Ci sta anche, in fondo, la tentazione di dire che questo stesso simbolo, anche grazie alla sua forma circolare (in un certo senso fin troppo perfetta, cioè poco ovoidale), richiama l'idea dell'uovo per la novità (rispetto al consueto), ricchezza e - non lo si può negare - complessità del contenuto.
Ha pensato almeno una volta Vanni, per essere ancora più dirompente, di chiamare il proprio progetto elettorale proprio "'IL' Sano De-Mente" o ha desistito, ritenendo che quella cartuccia fosse già stata sparata? "Ma in realtà questo simbolo è proprio 'IL' Sano De-Mente" spiega lui: "Dal libro è partito il progetto cui non potrò mai rinunciare: quello del supereroe, della 'V' scintillante, del motto 'Io per tutti - tutti per noi', che ho tratto ovviamente dai Tre Moschettieri ma che ho voluto ribaltare in girato a modo mio, perché se io avrò l'opportunità di andare in Parlamento rappresenterò tutti e sono convinto che quei 'tutti' lavoreranno per la comunità, per 'noi' dunque. In quel progetto rientra anche quella curva che sta in basso, tendente all'arancione, inserita per richiamare la dualità dello yin e dello yang che ci caratterizza". Fino ad ora il Taijitu era stato evocato essenzialmente dai simboli adottati dalla Lista Marco Pannella dal 1992 in avanti, con il primo nato - lo ha ricordato il suo creatore, Aurelio Candido - sostanzialmente per scherzo. "Ma in un certo senso - precisa Vanni - anche questo simbolo è nato 'per scherzo', nel senso che non c'è stato alla base uno studio del simbolo elettorale. Come dicevo, alla base c'è il mio dialogo con Makkox sul mio progetto, lui sulla sua strada ha inventato quell'immagine del supereroe, io sulla mia strada ho aggiunto il resto, prima con il libro e poi con la candidatura che costituisce lo sviluppo del progetto".
Già, com'è nato questo sviluppo? "La candidatura alla fine è nata perché il territorio, la gente nun gliela fa più e mi sono sentito dire: 'Vanni, ma perché nun ce mette un po' del suo e vediamo se si riesce a fare qualcosa?' ed è quello che ho fatto, anche perché per il mio lavoro faccio politica tutti i giorni". In che senso? "Ogni giorno devo relazionarmi con dipendenti, clienti, questioni sindacali... vuole dire rapportarsi con centinaia di persone che hanno milioni di differenti caratteristiche e attitudini; in passato sono stato anche a capo di un'importante associazione di commercianti del centro storico. Per tutte queste ragioni, penso di fare da sempre la politica del territorio, quella 'della strada'. Era già nata l'idea che io potessi presentarmi alle suppletive precedenti, quelle del collegio di Roma-Primavalle, ma quello non era il mio territorio e non mi interessava concorrere lì; questa volta invece è il mio territorio a essere chiamato al voto, quindi ho deciso di presentarmi." Per finire sulla scheda elettorale, Vanni (come le persone candidate da Potere al Popolo! e Italia viva) ha dovuto raccogliere tra 300 e 600 firme di elettrici ed elettori che risiedono nel collegio e ci è riuscito: "Ho fatto una corsa al rush finale, anche perché di queste elezioni suppletive si è parlato e si parla tuttora molto poco, una cosa che fa molto male alla democrazia e finisce per attribuire i seggi parlamentari sempre a persone strettamente legate ai partiti, che magari conoscono ben poco il territorio e in previsione hanno altri incarichi, senza che ci sia davvero spazio per chi con i luoghi in cui si vota ha vere relazioni".
Ora è presto per sapere quante persone andranno a votare e non si può certo sapere quante di loro si saranno interrogate sul significato della candidatura di Lorenzo Vanni, men che meno sull'universo stretto in un cerchio di 3 centimetri di diametro stampato sulla scheda. Di certo la conta dei voti sarà interessante: chi avrà messo la croce su "IL" N-"Uovo" Mondo avrà iniziato un viaggio, durato ben più dei pochi secondi passati in cabina elettorale.
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