Il capoluogo di regione con il minor numero di liste presentate in questo turno elettorale è Campobasso: a conti fatti, sono soltanto 12 le formazioni in campo, a sostegno di tre candidature per la guida del comune. Se c'è un contendente in meno rispetto al 2019, il numero di liste è invece aumentato da 11 a 12; il candidato uscito vincitore (al ballottaggio) cinque anni fa, Roberto Gravina (M5S), lo scorso anno si era candidato alla guida della giunta regionale molisana, non aveva vinto le elezioni ma era diventato consigliere regionale. La carica è incompatibile con il mandato da sindaco, dunque gli è subentrata la vicesindaca facente funzione, Paola Felice, tuttora in carica.
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Aldo De Benedittis
1) Fratelli d'Italia
Il sorteggio ha collocato in prima posizione la candidatura di Aldo De Benedittis, già assessore al bilancio nella giunta guidata da Luigi Di Bartolomeo (2009-2014). Il suo nome ha unito tutto il centrodestra, che per l'occasione ha presentato 6 liste. La prima, in ordine di estrazione, è quella di Fratelli d'Italia, partito che nel 2019 aveva ottenuto il 5,24%, ma questa volta aspira a un risultato sicuramente superiore. Il contrassegno impiegato è lo stesso inaugurato con le elezioni regionali sarde e utilizzato nelle contemporanee elezioni europee (e in varie amministrative), con il riferimento alla leader e presidente del Consiglio Giorgia Meloni al centro, tra il nome del partito e la fiamma tricolore.
2) Popolari per l'Italia
Il secondo posto sulla scheda elettorale è occupato da una lista che non può non attirare l'attenzione dei #drogatidipolitica: quella presentata dai Popolari per l'Italia, che in Molise godono di una certa forza (dopo il 5,74% del 2014, nella coalizione vittoriosa di centrosinistra, cinque anni fa erano tornati nel centrodestra e avevano superato il 15%). Il contrassegno riproduce il simbolo ufficiale del partito, con le tre frecce (verde, bianca in primo piano e rossa) su fondo a toni di blu strutturato a cerchi tangenti, con il punto di tangenza individuato dalla punta della freccia bianca (la stessa freccia che contiene il nome del partito). La partecipazione del partito alla coalizione non era scontata, visto che era in pista come aspirante sindaco Salvatore Colagiovanni.
3) Lega
In terza posizione su manifesti e schede si trova la lista della Lega, alla sua seconda partecipazione alle elezioni comunali recenti: nel 2019, infatti, il partito si era presentato ed era risultato la seconda forza del centrodestra, superando il 10%. Il contrassegno è lo stesso di allora: si tratta, semplicemente, del simbolo normalmente in uso, che unisce il nome storico e la figura di Alberto da Giussano a spadone sguainato alla dicitura "Salvini premier" collocata nel segmento blu. In questo caso, dunque, il partito di Matteo Salvini ha preferito non inserire alcun riferimento locale, così come nessun contrassegno della coalizione contiene un riferimento al candidato sindaco (proprio la Lega, peraltro, inizialmente si era mostrata piuttosto fredda sulla scelta di De Benedittis, formalmente "senza tessera").
4) Unione di centro
Nella coalizione di centrodestra che sostiene De Benedittis c'è anche l'Unione di centro, che ricompare a Campobasso sulle schede elettorali amministrative dopo quindici anni (nel 2009 la lista aveva ottenuto il 4,79%). Il simbolo è pressoché invariato rispetto ad allora: la differenza principale riguarda la scritta contenuta nel segmento circolare rosso presente nel contrassegno: se nel 2009 era ancora presente il riferimento a Pierferdinando Casini, dall'anno successivo il suo cognome è stato sostituito dalla parola "Italia", che tuttora campeggia nella parte superiore del fregio (mentre Casini da molti anni ha fatto scelte politiche diverse).
5) Noi moderati
Quinta formazione della coalizione di centrodestra è Noi moderati, che dunque debutta sulle schede elettorali campobassane. Il simbolo schierato è quello ufficiale, indicato dallo statuto, con il nome del partito (con il "Noi" bianco in evidenza e "moderati" in giallo) su fondo azzurro-blu sfumato, mentre nella parte inferiore c'è un segmento bianco, con la base tricolore ondulata. Pure in questo caso, come si è anticipato, non c'è alcun riferimento alla competizione in corso (non c'è il nome della città, non c'è quello del candidato); si deve aggiungere che la coalizione è tra le poche a non contenere alcuna formazione civica.
6) Forza Italia
Chiude la compagine che sostiene De Benedittis la lista di Forza Italia (già partito di riferimento del candidato sindaco, nonché forza politica di cui è espressione Francesco Roberti, presidente della regione che ha indicato personalmente De Benedittis). Fi cinque anni fa a sostegno di Maria Domenica D'Alessandro (Fdi) aveva ottenuto l'8,24% (più di Fdi, ma meno di Popolari per l'Italia e Lega); in questo caso il simbolo è una variante del contrassegno in uso dalle elezioni politiche del 2022, con la bandierina stretta tra il riferimento al Ppe e il cognome di Silvio Berlusconi, creando lo spazio per un segmento circolare blu che contiene il riferimento al comune.
Giuseppe (Pino) Ruta
7) Unica Terra - Molise
Può contare sull'appoggio di tre liste Giuseppe Ruta (detto Pino), avvocato da molti anni attivo a Campobasso, che già negli ultimi mesi del 2023 aveva fatto conoscere la propria disponibilità. Prima formazione del "Cantiere civico" è Unica Terra - Molise, il cui "sottotitolo" spiega molto sul progetto civico-ambientale-sociale: "Per il bene e la bellezza del mondo". Il simbolo della lista rappresenta due mani che custodiscono il globo su un fondo verde; del nome della formazione salta all'occhio la doppia "R" del nome, disposta a specchio.
8) Confederazione civica per Campobasso
Si propone come lista autenticamente civica, non legata a partiti, la Confederazione civica per Campobasso, seconda formazione che sostiene Ruta. Il contrassegno, dal fondo giallo, contiene una riproduzione stilizzata del castello Monforte, edificio storico che a sua volta è un vero e proprio simbolo della città (di fatto si tratta dell'unico segno territoriale a finire sulla scheda elettorale campobassana). I due elementi curvi rosso e blu, posti nella parte inferiore del contrassegno (sopra al riferimento al candidato sindaco) rimandano ai colori dello stemma e del gonfalone cittadino.
9) Costruire democrazia
Ultima delle tre liste presentate in appoggio a Ruta è Costruire democrazia. Si tratta, di fatto, della lista più "politica" della compagine in esame, essendo presentata dal movimento civico omonimo co-fondato da Ruta nel 2009 insieme alla sua figura di guida, Massimo Romano (attualmente consigliere regionale molisano; Ruta è stato anche il suo avvocato). Il simbolo, immutato rispetto alle regionali del 2011 e 2013 e alle politiche di quell'anno, ha in primo piano un fiore bianco (con un tocco di verde) che si staglia sullo sfondo azzurro sfumato; sotto una fascetta arancione si trova il segmento blu con il nome della lista.
Marialuisa Forte
10) MoVimento 5 Stelle
Anche la terza e ultima coalizione di questo appuntamento elettorale è composta di tre liste: si tratta del "campo largo" che appoggia la candidatura di Marialuisa Forte, a capo dell'ambito territoriale di Campobasso dell'Ufficio scolastico regionale del Molise. Come prima lista il sorteggio ha collocato quella del MoVimento 5 Stelle, la più votata cinque anni fa (con il 22,39%) e quella di cui era espressione il sindaco eletto, Roberto Gravina. Questa volta il M5S si presenta insieme al centrosinistra, schierando sulla scheda - come nelle altre realtà viste sin qui - la versione più recente del suo simbolo ufficiale.
11) Alleanza Verdi e Sinistra - Alternativa progressista
Il record di "affollamento", "riempimento" o "complicazione" di questo turno elettorale spetta al contrassegno di Alleanza Verdi e Sinistra, che al suo interno ospita riferimenti a varie altre formazioni. Se la dicitura "Reti civiche" è proposta in maiuscolo (e con un cambio di carattere, adottando un Helvetica Inserat), a fianco appare la dicitura "Alternativa progressista", che di fatto si configura come nome della lista. I loghi di Europa Verde e Sinistra italiana si riducono di dimensioni (come si è già visto alle regionali lucane) per lasciare spazio al simbolo del Partito socialista italiano (con la sigla in evidenza, il garofano poco visibile e il nome quasi impercettibile) e a quello del Movimento per l'Equità territoriale di Pino Aprile.
12) Partito democratico
L'ultima lista della coalizione di centrosinistra (e dell'intera scheda elettorale) è quella del Partito democratico, che riparte a Campobasso dal 16,1% ottenuto nel 2019 (il secondo risultato migliore, dopo quello del M5S). Come nelle tre elezioni precedenti cui il Pd ha partecipato, sulle schede elettorali campobassane è finito il simbolo ufficiale del partito senza aggiunte: nessun riferimento locale e nessuna citazione della candidata (del resto del tutto assente nell'intera coalizione del "campo largo", oltre che nelle liste dei partiti di centrodestra, come si è visto prima).
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