mercoledì 17 aprile 2024

Forza Nord, Tosi parla da forzista alla Lega originaria (il nome c'era già)

Non sembra nata per finire sulle schede elettorali (men che meno su quelle delle europee), ma l'associazione-comitato Forza Nord non poteva passare inosservata, sia per il nome scelto, sia per il simbolo abbinato alla denominazione, sia per le figure che risultano promotrici di questa nuova iniziativa. La figura di guida ha un nome che ai #drogatidipolitica dice molto: Flavio Tosi. Due volte sindaco di Verona (2007-2017), presidente (2008-2012) e poi segretario della Lega Nord - Liga Veneta (2012-2015), partito per cui era stato anche consigliere regionale ed eletto europarlamentare nel 2014 (carica cui ha subito rinunciato) fino alla sua espulsione dal partito per aver portato avanti il tesseramento alla propria fondazione Ricostruiamo il Paese. Da allora ha donato un nuovo simbolo al panorama politico italiano con il faro del suo partito Fare! (non senza provocare l'irritazione di Michele Boldrin, per la possibile confondibilità con Fare per Fermare il declino), salvo poi aderire come Fare! alla lista unitaria di Noi con l'Italia in vista delle elezioni del 2018, rinnovare il faro di Fare per la ricandidatura alle comunali di Verona del 2022 e aderire subito dopo la non ammissione al ballottaggio a Forza Italia.
Ora quello di Flavio Tosi è il primo nome della lista delle persone che interverranno all'iniziativa "Il Nord torna protagonista", a fianco di un simbolo le cui radici grafico-cromatiche sono inconfondibili: nella locandina - anticipata sul Corriere.it da Giuseppe Alberto Falci - ci sono anche Gianmarco Senna (già consigliere regionale leghista in Lombardia nella scorsa legislatura e, dopo l'addio al partito alla fine del 2022, passato prima a Italia viva e poi a Forza Italia), Massimiliano "Max" Bastoni (altro ex consigliere regionale lombardo per la Lega dal 2018 al 2023, passato in quello stesso anno a Forza Italia), Alessandro Sorte (deputato forzista alla seconda legislatura e coordinatore lombardo del partito, ma leghista fino al 2004; si era già parlato di lui su questo sito nel 2022 per l'associazione Italia Forte e il suo simbolo), Cristina Rossello (avvocata, anche lei deputata per Forza Italia alla sua seconda legislatura), Luca Bona (già segretario provinciale della Lega Nord novarese fino alla sfiducia in quell'anno e all'espulsione nell'anno successivo, poi subentrato in consiglio regionale nel 2018 e iscrittosi al gruppo di Forza Italia) e Tony Iwobi (senatore nella scorsa legislatura, eletto con la Lega per Salvini premier, partito lasciato nel 2022: da poche settimane Iwobi ha aderito a Forza Italia). Sono tutt'altro che "leggeri" gli altri nomi indicati sul manifesto, giusto accanto al simbolo di Forza Italia (il partito di cui Tosi è il segretario regionale in Veneto): l'eurodeputata Stefania Zambelli (eletta nel 2019 con la Lega per Salvini premier dopo una militanza ultradecennale leghista, passata a Forza Italia a ottobre dello scorso anno), ma soprattutto Marco Reguzzoni (deputato leghista nella XVI legislatura dopo essere stato presidente della provincia di Varese, poi sostenitore da esterno dei primi passi di Grande Nord e prossimo candidato indipendente di Forza Italia nella circoscrizione Nord-Est) e Roberto Cota, presidente della giunta regionale piemontese dal 2010 al 2014 (fino a quando i giudici amministrativi hanno annullato il voto), passato a Forza Italia nel 2020.
Intervistato da Francesco Gottardi per Il Foglio nei giorni scorsi, Tosi ha sottolineato che il comitato ("la soluzione burocratica più snella. Sulla falsariga del Comitato Nord") è nato "chiacchierando col mio omologo lombardo, Alessandro Sorte. Insieme abbiamo trovato l'intesa per esprimere una fetta importante di Forza Italia: quella attenta alle aziende, al territorio, al centro produttivo del paese. Nei fatti lo stavamo già dimostrando. Prima di Natale il presidente Tajani ha girato in lungo e in largo per spingere le economie locali. L'11 e il 12 aprile andrà a Verona, per un bilaterale con il numero due di Pechino: il nuovo percorso dopo la Via della Seta verrà siglato e gestito da Forza Italia. [...] Gli sforzi per radicare il nostro consenso sono evidenti. Ci voleva soltanto un apposito contenitore per metterci a contatto col cittadino". Un contenitore e un nome che, per Tosi, possono interessare a molte persone deluse dalle ultime vicende della Lega perché sono "il vero ritorno alle origini. Altro che la deriva sovranista di Salvini".
Difficile che passasse inosservata quest'iniziativa, per giunta nei giorni in cui si ricordano i quarant'anni dalla fondazione della Lega (autonomista) Lombarda, costituita con atto notarile il 12 aprile 1984 a Varese e vista nel corso del tempo come "Partito del Nord". L'operazione potrebbe ricordare a qualcuno quella di Forza Salvini, avviata a ottobre del 2018 e finita all'attenzione dei media, anche perché il promotore dell'associazione, Pietro Spizzirri, fu immediatamente sospeso da Forza Italia e deferito ai probiviri (come fece sapere il responsabile organizzativo del partito, Gregorio Fontana): qui, però, il contesto sembra profondamente diverso. Non solo all'epoca ci fu il sostegno di una parte degli iscritti del partito al leader di un partito diverso e - in quella fase - figura guida della coalizione, ma apparve chiaro che l'uso del simbolo non fu minimamente concordato dai vertici del partito e nemmeno accettato. Questa volta, invece, non solo il nome invita al sostegno di un territorio (in cui Forza Italia tradizionalmente ha un sostegno rilevante) e si richiama in parte la struttura del simbolo di Forza Italia (scritta su due righe, obliqua crescente a 13°) senza impegnare il fregio vero e proprio (carattere simile ma leggermente diverso e non inclinato, niente bandiera e niente rosso, solo il verde che ovviamente rimanda a quello del "Sole delle Alpi"); la compresenza nella stessa locandina del simbolo ufficiale forzista e di alcuni dirigenti di spicco del partito fanno supporre che non vi sia una contrarietà dei vertici di Forza Italia alla citazione dell'emblema (purché, magari, sia allusiva essere troppo smaccata).
Di certo pare che la Lega (per Salvini premier) non abbia particolarmente gradito l'operazione: ieri il capogruppo leghista alla Camera (e segretario piemontese della Lega), Riccardo Molinari, intervistato da Stefano Rizzi per Lo Spiffero, ha bollato Forza Nord come "un'operazione un po' spericolata quella di provare a tenere i piedi in due scarpe, facendo il partito popolare europeo, liberale e democristiano con una forte presenza meridionalista e nello stesso tempo cercare di fare Forza Nord provando a rubare voti alla Lega". In particolare, secondo Molinari, "se qualcuno è scontento del nostro partito dubito che veda l’alternativa in Forza Italia che è comunque un partito storicamente a forte trazione meridionale, che ha i suoi governatori del Sud che cercano di contrastare l’autonomia, che in Europa appoggia Ursula von der Lyen e quindi politiche che danneggiano le imprese del Nord".
Tornando invece alla questione del nome e del simbolo, qualche curioso figuro tra i #drogatidipolitica più incurabili potrebbe avere l'impressione di avere già incontrato l'espressione "Forza Nord". Un'impressione corretta: al di là di adesivi e manifesti effettivamente legati all'ambiente leghista, infatti, nel 2005 in Lombardia fece la sua comparsa ed ebbe una limitata, ma significativa circolazione il simbolo Forza Nord, mai presentato ufficialmente a qualche elezione ma impiegato per operazioni elettorali propedeutiche. Quel fregio -  cui chi scrive fu ovviamente estraneo ma che è possibile mostrare  - richiamava nettamente quello di Forza Italia, usando sempre un carattere simile (probabilmente Haettenschweiler e non Helvetica) e con il verde - non proprio quello leghista, ma più chiaro - che aveva un ruolo tutto meno che ancillare. Di certo in quella fase chi lo utilizzò (e lo ritirò fuori in seguito) non intendeva parlare ai delusi o ai fuoriusciti della Lega Nord; era molto più probabile che ci si volesse rivolgere a chi avrebbe voluto un partito-crasi di Forza Italia e Lega Nord. Cioè un partito che avesse unito istanze autonomiste a campagne economiche care al ceto produttivo del Nord, impiegate tanto contro il centralismo, quanto contro fenomeni che qualcuno potrebbe chiamare parassitismo: quel ceto produttivo del Nord, in realtà, ha sempre avuto l'attenzione di una parte rilevante di Forza Italia (e l'ha ricambiata alle urne), ma quello stesso partito ha sempre avuto un importante radicamento anche nel Sud, non mancando di difenderne parte degli interessi; chi aveva pensato a metà degli "anni Zero" a Forza Nord, dunque, aveva verosimilmente accarezzato l'idea di fondere l'approccio leghista e quello di una Forza Italia "più che dimezzata" (territorialmente), qualcosa di simile al "forzaleghismo" coniato da Edmondo Berselli proprio in quegli anni (e meglio definito in seguito) Chissà se i promotori attuali del comitato Forza Nord conoscevano quel precedente e se lo hanno condiviso a distanza di vent'anni, in un contesto politico molto diverso...

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