sabato 20 aprile 2024

Stati Uniti d'Europa, simbolo definitivo "a sei", con Renew Europe

Il tempo di togliere il velo, dopo anticipazioni e smentite, è arrivato: questa mattina alle 11 alla Lanterna di via Tomacelli a Roma è stato presentato il simbolo di Stati Uniti d'Europa, "lista di scopo" che unisce +Europa, Italia viva, Partito socialista italiano, Radicali italiani, Libdem europei e L'Italia c'è; non c'è invece Volt (inizialmente indicata come possibile parte della lista), che ha deciso simbolicamente di partecipare a un'iniziativa simbolica ma di pregio, come la presentazione di una "lista europea transnazionale [...] con candidati scelti dai diversi capitoli nazionali".  
Risulta nella sostanza confermata la struttura originaria del simbolo - stando all'immagine che era stata divulgata il 27 marzo - con la bandiera europea sventolante su fondo giallo (il giallo di +Europa e storicamente legato all'area liberale), con il nome della lista in primo piano, contenuto in un fumetto, scritto con il font di +E riempito con una texture simile a quella di +E concepita da Stefano Gianfreda (ma, rispetto alla prima versione, ci sono solo toni di azzurro e blu); nel segmento bianco biconvesso inferiore, oltre alle miniature dei simboli delle sei forze politiche partecipanti, è stato inserito anche il riferimento al gruppo parlamentare europeo Renew Europe, che dunque ha concesso l'uso del proprio nome, nonostante della lista faccia parte anche il Psi (nel 2019, per esempio, non si trovò traccia del simbolo dell'Alde Party nella lista comune +Europa - Italia in Comune, proprio perché quest'ultima non era parte di Alde; c'era invece il simbolo del Pde Italia). Si tratta di un simbolo quasi identico a quello che era circolato ieri come indiscrezione, salvo che per il riferimento a Renew Europe, in quel caso assente.
"Finora sono stati gli altri a parlare - male - della nostra lista; forse oggi cominciamo a parlarne noi" ha detto nel suo intervento iniziale Emma Bonino: "Gli Stati Uniti d'Europa sembravano una geniale fuga in avanti, di Einaudi, Spinelli e a un certo punto anche di Pannella, vere persone che guardano al di là del Raccordo Anulare. Oggi gli Stati Uniti d'Europa sono una necessità: come disse Konrad Adenauer, gli Stati Uniti d'Europa sono stati un sogno per pochi, sono una realtà per molti, diventeranno una necessità per tutti e credo che siamo arrivati proprio in questa fase. Per noi federalisti le cose erano chiare da tempo, ma oggi è sempre più evidente che il mondo è rapidamente cambiato e l'Unione Europea deve cambiare altrettanto rapidamente se non vuole condannarsi all'irrilevanza politica, globale ma anche sul piano interno. Io credo che per garantire ai cittadini europei e italiani prospettive di libertà e democrazia, un'Europa che abbia una voce sola sulla politica estera e di difesa e sappia competere sulla ricerca, l'industria, eccetera sia una necessità. Un 'vasto programma', direbbe De Gaulle". 
Bonino ha continuato: "Mi è stato detto: 'Volete fare gli Stati Uniti d'Europa mentre la destra sovranista si avvicina alle elezioni europee con il passo del conquistatore?' Sì, è così. Non ci siamo montati la testa: sappiamo di poter essere anche solo un mattoncino di una grande costruzione. Ho pensato di lanciare con +Europa questo slogan che è un programma: a chi ci dice che non ne abbiamo uno, rispondo che declinando 'Stati Uniti d'Europa' esce un superprogramma. La lista Stati Uniti d'Europa, però, non è la lista Bonino-Renzi e altri: per me è la logica conseguenza di una vita politica passata a cercare di difendere i diritti civili e umani in Italia e nel mondo, nel nome dell'Europa e del diritto dei diritti. Ho fatto una proposta politica per le europee: sono grata a chi l'ha sposata con entusiasmo, a partire da Italia viva e dai socialisti. Confesso un dispiacere tra gli altri: pensavo che Carlo Calenda superasse le polemiche italiane da lui procurate - perché o lui è l'artefice di qualcosa o non è... - e invece ha scelto la divisione anziché l'unione delle forze; mi ha attaccato con le fake news e va bene, cioè non me ne frega niente. Noi dobbiamo essere all'altezza del nostro progetto elettorale. Non mi aspetto sconti da nessuno, a partire dai media; mi aspetto che tutti noi da oggi saremo pronti a dare il nostro massimo contributo per gli Stati Uniti d'Europa. C'è un dramma in Ucraina-Russia e in Medio Oriente, c'è un'Europa assente; ma non possiamo invocare l'Europa quando ci piace e chiamarla 'matrigna' quando non ci piace. Abbiamo il compito di aggiustare la barca che indubbiamente fa acqua da qualche parte, ma l'obiettivo è arrivare dove volevano arrivare tutti i federalisti che ho conosciuto". Anche per il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova "Azione ha scelto la divisione anziché l'unità ed è il mio unico rammarico oggi, ai nostri sorrisi di oggi hanno preferito la polemica, mentre è troppo importante il tema cui noi abbiamo dedicato la lista e vogliamo dedicare tutte le nostre energie: Stati Uniti d'Europa evoca un'Europa forte e sovrana, la sovranità nazionale è di cartone".
"Per me - ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi - questo è un 'piccolo momento di felicità', dopo tre settimane in cui abbiamo discusso di tutto, cambiando simbolo e litigando su tante cose, ma nelle esperienze politiche può accadere per varie circostanze casuali e scelte strategiche che arrivi un giorno in cui si fa una cosa per cui si è sempre lavorato, si è sempre creduto e che si è sempre sognata: combattere per gli Stati Uniti d'Europa". Ringraziando Emma Bonino "per il coraggio, la resilienza, la tenacia e la passione", Renzi ha notato che si è arrivati alla lista nonostante "le polemiche e le risse condominiali" e pur arrivando da storie diverse, che ciascuno degli attori rivendica: "Ci unisce l'idea che oggi l'Europa sia in grandissima difficoltà, in crisi profonda, rischiando di non toccare palla su niente. Ci siamo detti: qualcuno dovrà pur provarci, perché senza Europa si sta peggio". Quanto alle polemiche con Calenda, Renzi ha sottolineato: "Non ci interessa parlare di chi non ha scelto di stare con noi: il nostro obiettivo è sfidare culturalmente il sovranismo, fare meglio di chi come Salvini dice 'meno Europa', che non vuol dire 'più Lombardia' o 'più Veneto', ma 'più Cina' o 'più Sud-Est Asiatico', continuando a credere all'irrilevanza europea". E sulle liste: "Ci hanno fatto la morale sulle candidature, ma noi diciamo che chi si candida in Europa va in Europa: non facciamo la parte di chi gioca a prendere i voti, mostrando il proprio ego e alimentando la propria ambizione personale e poi scappa. Nessuno dei cinque capilista è di Italia viva e ne sono orgoglioso: presenteremo i nostri candidati e cercheremo di farli eleggere, ma siamo qui per dire che al progetto degli Stati Uniti d'Europa crediamo come scelta costitutiva della nostra scommessa politica; occorre smettere di litigare, non rispondere alle provocazioni e tornare a volare alto, credendo che questo è il progetto che dà ragione della nostra speranza".
"La politica - ha aggiunto il segretario di +Europa Riccardo Magi - è una cosa strana che a volte ti mette davanti a percorsi tortuosi, pieni di contraddizioni, ti fa anche dubitare in certi momenti che si stia facendo la cosa più giusta, più coerente; poi arriva il momento in cui i dubbi si sciolgono. Abbiamo messo al centro il sogno degli Stati Uniti d'Europa, ma occorre che qualcuno lo faccia diventare un obiettivo politico, mettendo un passo indietro la propria identità di partito per questo. Meno Europa significa meno Ponte, meno infrastrutture, meno investimenti, meno pace, meno ricerca, meno politica industriale, meno sostenibilità. Siamo convinti che gli Stati Uniti d'Europa siano l'unico orizzonte in cui la democrazia rappresentativa e liberale si può salvare. Mi spiace che oggi ci sia una sedia vuota in questa platea, quella che Carlo Calenda ha deciso di non occupare: noi ci abbiamo provato in tutti i modi e siamo tranquilli da questo punto di vista. Non risponderemo più alle polemiche e agli attacchi, delle liste che stiamo componendo non dobbiamo giustificarci con nessuno, abbiamo fatto scelte che hanno un senso politico profondo, scegliendo persone che si impegnano davvero a portare avanti quest'idea degli Stati Uniti d'Europa. Calenda vorrà tenere in ostaggio migliaia di voti dei cittadini che erano stati i primi a chiedergli di lavorare a una soluzione unitaria, noi ci siamo riusciti".
Non fa parte, come detto, della famiglia di Renew Europe - ma del Partito socialista europeo, parte del gruppo Socialisti e Democratici - il Psi, per il quale è intervenuto il segretario Enzo Maraio, futuro capolista al Sud: "Stiamo dando gambe a un progetto che mette insieme anime, culture, storie, tradizioni e posizioni politiche: noi siamo i più diversi, rappresentando un'area che però è orgogliosamente in questo percorso e si sente a casa, forse più che altrove in altri contesti politici. Quando Emma Bonino ci ha lanciato l'invito, noi abbiamo aderito senza alcun dubbio: lo abbiamo fatto anche per una questione di coerenza, noi siamo socialisti in Italia e in Europa, altri lo sono in Europa e meno in Italia, quindi rappresentiamo una parte politica che dialoga e partecipa a questa sfida importante. L'Europa federale e unita è esattamente alternativa all'Europa delle Nazioni, quella della destra sempre più illiberale. Si tratta di una scelta di prospettive, di strategia e visione: non possiamo sbagliare perseguendo una strada che ci porta a interrompere il percorso dell'Europa unita".
"Spesso il termine 'utopia' è il modo di liquidare quello che non si ha voglia o capacità o il coraggio di fare, come diceva Adriano Olivetti - ha voluto ricordare Matteo Hallissey, segretario di Radicali italiani -. Noi con voglia, capacità e coraggio abbiamo scelto di cercare di cambiare totalmente rotta rispetto a quello che faranno gli altri partiti, mettendo al centro le riforme che servono all'Europa ora più che mai, perché questo è l'unico momento possibile. Mentre noi cerchiamo di sforzarci per avere una prospettiva più alta e darci un obiettivo sicuramente utopico e ambizioso, ma che può essere portato avanti anche grazie al nostro contributo, c'è chi come Carlo Calenda ci definisce un'accozzaglia: a parte che, guardando il nostro simbolo, la nostra lista assomiglia a quella di Cateno De Luca meno di quella di Calenda, in questa lista di scopo abbiamo l'unione di diverse tradizioni che proprio nella loro differenza rappresentano la proposta più credibile di diverse storie che si uniscono su un unico obiettivo e missione, mettendo anche da parte le differenze che ci sono e resteranno anche dopo le elezioni. Non ci unisce solo il desiderio di superare il 4% per portare persone competenti al Parlamento europeo, ma un percorso partito dalla proposta di Emma Bonino, passato poi attraverso tavoli programmatici per costruire il progetto al meglio. Cercheranno di riportarci in basso, ai temi italiani e alle lotte fratricide in ambito liberale, ma noi dobbiamo cercare di dare innanzitutto a Renew Europe la forza di essere di nuovo il terzo gruppo al Parlamento, superando i conservatori ed essendo parte della maggioranza, per dare forza e coraggio per riformare i trattati e fare un salto in avanti". 
Un breve intervento è arrivato anche da Gianfranco Librandi, leader di L'Italia c'è (che, come Italia viva, è parte del Partito democratico europeo e i cui canali social erano rimasti sostanzialmente fermi fino alle ultime ore): "Dobbiamo difendere l'Europa dagli attacchi del pericolo sovranista grazie a un nuovo partenariato tra gli stati europei; rafforzare il mercato unico. L'Italia c'è contribuisce a rappresentare i cittadini del Fare, quelli che lavorano e pagano le tasse, volendo meno condoni per qualcuno e meno tasse per tutti. Con gli Stati Uniti d'Europa ci sentiremo più protetti, sicuri, più forti dal punto di vista economico, sociale, della sicurezza militare, dell'energia, della ricerca scientifica, dell'approvvigionamento delle materie prime". Il simbolo di L'Italia c'è, peraltro, è stato integrato in basso con un piccolo elemento tricolore e il riferimento "Al Centro" (stesso carattere usato per quelle parole da Matteo Renzi).
"Ci spiegavano proprio che questa lista non si sarebbe potuta fare - ha aggiunto Andrea Marcucci, a capo di Libdem europei - ma certe volte le idee, i sogni, le volontà collettive sono più forte dei veti e degli egoismi. Ci hanno descritto come litigiosi, un'assemblea che poco aveva in comune, ma non è così. Abbiamo in comune l'amore per l'Europa, il collante più forte nelle elezioni europee; l'amore per la democrazia liberale e dei diritti, per la salvaguardia dei più deboli".
Nella mattinata sono intervenuti anche alcuni dei candidati alle europee: dopo Bonino (che guiderà la lista nel Nord-Ovest) ha parlato il futuro capolista nel Nord-Est Graham Watson, per vent'anni europarlamentare ed ex presidente del partito europeo Alde (cui +Europa, Radicali italiani e Libdem appartengono), "in più sono sposato da 37 anni con una liberale italiana, fiorentina tra l'altro, quindi ho la cittadinanza... L'Europa democratica è in grave pericolo; i nostri nemici tentano di spaccarla. Certi interessi americani temono l'euro forte; certi interessi russi temono la potenza dell'Ue; la stessa Brexit è stata foraggiata da fondi privati statunitensi e pubblici russi. Stanno dietro Trump, hanno vinto le elezioni in Olanda; in Francia, Italia e altri paesi finanziano le forze nazionaliste. Svegliamoci: siamo in guerra, non solo per aiutare a difendere il territorio ucraino, ma anche per difendere la nostra democrazia. Abbiamo conosciuto tanti progressi nel corso degli anni grazie all'Europa: faccio campagna per difendere tutto questo e la democrazia, ma anche per estendere le libertà dei cittadini. Vogliamo anche una vera politica europea di difesa, di immigrazione legale per combattere il traffico di esseri umani. Possiamo farlo nella prossima legislatura europea". Oltre a Watson, sono intervenuti l'europarlamentare uscente Nicola Danti (impegnato nella riforma dei trattati), Giandomenico Caiazza (capolista al Centro) e Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino e capolista nelle Isole ("Ho vissuto anni molto difficili dopo la scomparsa di Marco Pannella, anche di amarezza e mancati tentativi di costruire quello per cui Pannella ha lottato per tutta la vita"),
"Questo è un simbolo bellissimo, con colori gioiosi - ha chiosato Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva - ed è soprattutto la sintesi tra esperienze politiche, culture e storie che hanno voluto unirsi perché questo è un momento cruciale per la vita dell'Europa e del nostro Paese. Quelli che continuano a provocarci e a criticarci dicendo che siamo solo una lista di scopo, rispondo che qui dentro c'è uno scopo grande e c'è una bella differenza tra essere una lista di scopo e una lista senza scopo". 
Rispetto alla prima bozza circolata, in cui il nome era "Per gli Stati Uniti d'Europa", ora la lista ha perso le prime due parole: il nome è dunque identico a quello contenuto nel contrassegno che nel 2019 Maurizio Turco aveva depositato per conto della lista Pannella, (mantenendo il nome dell'associazione Stati Uniti d'Europa che avrebbe dovuto presentare liste comuni tra Lista Pannella e Psi, poi non se ne fece nulla) e che nelle prossime ore dovrebbe essere nuovamente presentato al Viminale per dare continuità al primo deposito. I due simboli non hanno altro in comune (tranne, beninteso, la lunga storia radicale di alcuni promotori di Stati Uniti d'Europa e di alcune candidature, a partire da quella di Bonino e Bernardini, ma anche la lunga aderenza radicale di Caiazza); la stessa rosa di cui sono ora titolari i Radicali italiani, disegnata da Aurelio Candido, è diversa dalla rosa nel pugno di Marc Bonnet "prestata" dalla Lista Pannella al simbolo coniato nel 2019. Il nome però è proprio uguale e qualche problema sulla coesistenza dei due fregi dovrà essere posto. Difficile mettere in "pericolo" un progetto cui varie forze politiche lavorano da settimane, ormai mesi, ma altrettanto difficile e pericoloso rischiare di togliere diritti a un simbolo già accolto dal Viminale cinque anni fa. Tra qualche manciata di ore se ne saprà di più. 

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