venerdì 12 aprile 2024

La Libertà di Cateno De Luca di spostare, sostituire, ridimensionare

Se un giorno si dovesse fare una ricerca per mettere a confronto l’attenzione che i leader politici sono riusciti a ottenere prima ancora dell'inizio ufficiale della campagna elettorale (i decreti di indizione dei comizi elettorali per le europee e di assegnazione dei seggi alle cinque circoscrizioni, datati 10 aprile, sono stati pubblicati ieri sulla Gazzetta Ufficiale) con i voti effettivamente ottenuti dalle rispettive liste nel voto dell'8 e del 9 giugno prossimi, quasi certamente Cateno De Luca sarebbe tra coloro che vanterebbero l'indice più alto. Non si sta predicendo che l'attuale sindaco di Taormina otterrà un risultato elettorale scarso, né tantomeno ovviamente glielo si sta augurando, ma si può dire senza troppa tema di smentita che potrà superare i segretari o i presidenti di varie forze politiche minori e gareggiare con l'attenzione ricevuta da figure più abituate a finire negli spazi eredi dei vecchi "pastoni" dei telegiornali o delle pagine politiche dei quotidiani. 
Oggi, per non smentire quest'impressione, Cateno De Luca ha diffuso l'ennesima versione del simbolo della lista Libertà, guidata dalla sua ultima creatura politica, Sud chiama Nord, riuscita nel 2022 nell'impresa di conquistare due collegi uninominali (quelli di Messina, uno alla Camera e uno al Senato) e, su quella base, ha ottenuto la possibilità di presentare una lista per le elezioni europee senza dover raccogliere le firme. Quando quella possibilità è stata a rischio (a causa dell'emendamento "strozza esenzioni" di Fratelli d'Italia, che nella prima versione aveva riservato l'esenzione - oltre che ai partiti titolari di almeno un gruppo parlamentare - alle forze politiche che avevano eletto deputati o senatori nella sola quota proporzionale), De Luca come altri ha protestato in modo tangibile; quando  l'esenzione per chi aveva eletto solo nei collegi uninominali è stata restituita, di fatto Sud chiama Nord è stato l'unico soggetto politico che l'abbia sfruttata davvero avviando un progetto elettorale; lo sta facendo, in effetti, anche +Europa, ma la lista Stati Uniti d'Europa avrebbe potuto evitare la raccolta firme anche grazie alla presenza di Italia viva, quindi non si tratta di un esempio valido.
Insomma, si diceva, oggi - alle 17 e 19 - è uscita l'ennesima versione del contrassegno elettorale. E non si è sicuri di poter credere alla frase che apre il post con cui il fregio è stato reso noto sui canali di Cateno De Luca, cioè "Si è chiuso il quadro delle alleanze della Lista Libertà": ci sono ancora nove, dieci giorni prima che si concluda il rito del deposito dei simboli al Ministero dell'interno, quindi qualcosa può ancora cambiare. Qualcosa, o anche molto o, volendo, perfino tutto
Già, perché ogni versione del simbolo somiglia sempre di più a un gioco del tipo "Trova le differenze": alcune sono più visibili, altre possono essere apprezzate solo accostando le grafiche o facendole scorrere rapidamente sullo schermo. Nella versione del contrassegno di oggi, in particolare, il segmento biconcavo giallo con il nome di De Luca si è ampliato leggermente, così come è cresciuta la scritta "Libertà" al centro, mentre si è assottigliato il segmento blu che la contiene. I cinque simboli collocati in alto - i più grandi, insieme a quello del Movimento per l'Italexit collocato in basso - sono sempre gli stessi, ma hanno cambiato posizione: se prima l'ordine era Popolo Veneto, Sicilia Vera, Sud chiama Nord, Grande Nord e i Civici in Movimento (a proposito, qualcuno aveva notato che era comparso il cognome di Sergio Pirozzi?), ora vengono prima i due simboli legati a De Luca (Sud chiama Nord e Sicilia Vera), poi ci sono i Civici, Grande Nord e, per ultimo, il Popolo Veneto, quasi che si fosse voluto rappresentare lo sbarco dei Mille al contrario di cui parlava lo stesso De Luca.
Venendo alla parte inferiore del contrassegno, i cerchi sono sempre 13, ma molti hanno cambiato posizione e qualcuno ha cambiato dimensione (ora quello più evidente sembra essere quello di Capitano Ultimo, forse anche per valorizzare il gesto di Sergio De Caprio, che alla presentazione del progetto al Teatro Quirino si è tolto la maschera). Soprattutto, però, un simbolo è stato cambiato: è lo stesso post di De Luca a sottolineare l'ingresso nella lista di un nuovo movimento, Il Vero Nord, qualificato come "d'ispirazione leghista delusa dalla deriva salviniana". Non si dice nulla su quali persone facciano riferimento a quel simbolo che contiene la parola "Nord" in evidenza (stesso carattere di Grande Nord, giusto un po' più sottile), con la croce di San Giorgio rossa che parte dalla gamba della R; se quest'ultimo elemento guarda alla Lombardia, l'espressione "il VERO" scritta in verde con un carattere pennellato ricorda l'espressione "Prima il Nord!" usata al tempo di Roberto Maroni segretario della Lega Nord, ma anche - i #drogatidipolitica non avranno dimenticato - a quando la stessa espressione fu trasformata in contrassegno elettorale da Diego Volpe Pasini, che nel 2013 riuscì a far ammettere quel contrassegno (nonostante l'opposizione del Carroccio) e fece candidare nella lista leghista dell'Emilia-Romagna la moglie Sara Papinutto (prima dei non eletti in quella circoscrizione). Magari Volpe Pasini non c'entra niente, sia chiaro, ma la memoria si attiva con i dettagli.


In un certo senso Il Vero Nord sostituisce come area politica il Partito popolare del Nord di Roberto Castelli (e, incidentalmente, rende "Nord" la parola più presente nel contrassegno, con ben quattro citazioni; in realtà, però, il nuovo simbolo sostituisce quello di Progresso sostenibile, anche se sul profilo dell'ex europarlamentare Giulia Moi c'è ancora il post che ne annuncia la candidatura. In effetti, a ben guardare, nei giorni scorsi su alcune grafiche diffuse da De Luca al posto del simbolino con fogliolina di Progresso sostenibile c'era solo un cerchio verde, senza altre indicazioni. Non è dato sapere cosa sia accaduto nel frattempo, né si sa se qualcuno lo spiegherà.
Nel post di oggi si legge anche che "Sono 19 le forze politiche che fanno parte del progetto", perché alle 18 del simbolo (e, contando il doppione di "Sud chiama Nord", si deve pensare che siano stati conteggiati come forze politiche anche Enrico Rizzi e Capitano Ultimo) si deve aggiungere "la lista di Rassemblement Valdôtain". Una lista che però, alla pari dell'eventuale formazione sudtirolese di cui si era parlato, dovrebbe raccogliere le firme, perché non è prevista un'esenzione speciale per le liste legate alle minoranze linguistiche e l'esenzione della lista nazionale collegata non vale anche per le forze connesse. Si vedrà, dunque, cosa accadrà nei prossimi giorni. Con il sospetto che per Max Barbera, grafico e visual brand designer per Cateno De Luca, il lavoro non sia ancora finito.

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