Rischio scongiurato per la Lega Nord. O, almeno, una grana da affrontare in meno, anche se la soluzione non è stata del tutto indolore. Ci erano rimasti veramente di sasso, Roberto Calderoli e gli altri esponenti del Carroccio, nel vedere che con il numero 188 nella bacheca del Ministero dell'interno era apparso il simbolo "Prima il Nord!". Con tanto di punto esclamativo, riprendeva interamente lo slogan che la Lega aveva utilizzato nella sua attività nei mesi scorsi, in particolare al congresso federale che ha portato Maroni alla guida del partito. Ritrovarselo lì, in bacheca, portato da altre mani, non era stato un bel colpo. Certo, non era scritto proprio come il disegno originale, "il" era minuscolo, la foggia delle lettere era diversa e a racchiuderle era un cerchio e non un rettangolo a timbro; lo stile, però, era sempre quello delle pennellate e il colore verde, appena più scuro rispetto alla versione "certificata", confondeva decisamente le carte.
I leghisti hanno provato a presentare un esposto al Viminale, perché il simbolo fosse ricusato, ma i funzionari l'hanno ammesso comunque; l'opposizione all'Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione non è andato meglio. Il pericolo emorragia era concreto: si era parlato persino di una candidatura di Vittorio Sgarbi come capolista sotto le insegne di "Prima il Nord", con il critico che assicurava che la parte più autentica dell'elettorato leghista avrebbe messo una croce lì sopra e non sull'Alberto da Giussano, come sempre.
Un rischio troppo grande da correre, probabilmente, per Maroni e per gli altri, soprattutto in una regione chiave come la Lombardia. Così, parallelamente si viene a sapere da alcuni giorni che "Prima il Nord" non si presenta, in compenso nelle liste della Lega in Emilia Romagna appare il nome di Sara Papinutto, friulana, peraltro in posizione di elezione certa. Il conto però torna: la Papinutto è la moglie di Diego Volpe Pasini, già uomo di riferimento del movimento "SOS Italia" e passato alla cronaca nei mesi scorsi come sedicente consulente di Berlusconi (con pronta smentita dell'interessato). Volpe Pasini, soprattutto, sarebbe il titolare del contrassegno che avrebbe potuto rubacchiare voti alla Lega Nord. Il rischio ora sembra scongiurato, anche se la base leghista non sembra aver preso molto bene la candidatura della signora Volpe Pasini, come pure un altro "paracadutato" suggerito da Tremonti, il calabrese Paolo Naccarato: stretto collaboratore di Francesco Cossiga - tra i pochi a potersi fregiare della cravatta dei Quattro Gatti - e in passato sottosegretario in un governo Prodi, ora sarà candidato con il Carroccio in Lombardia, ovviamente in posizione eleggibile. Prima il Nord, anzi, prima la ragion di partito (o di coalizione).
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