Non c'è ancora la conferma ufficiale, ma è molto probabile che alle prossime elezioni politiche i Pirati sbarchino anche in Italia. Se la raccolta delle firme avrà successo, per la prima volta il partito che dal 2006 è attivo in Svezia e nelle ultime consultazioni in Germania ha ottenuto - con la sorpresa di molti - un risultato di tutto rispetto in vari Länder finirà sulle schede, almeno in alcune circoscrizioni chiave (Torino, Milano, Roma, Napoli sono i luoghi più probabili di presenza del Partito Pirata).
A dire il vero, non si tratterebbe di uno sbarco a tutti gli effetti, visto che i Pirati in Italia c'erano già: il partito nasce infatti nel 2006, anche se non si era mai presentato con nome ed emblema alle elezioni. "Abbiamo partecipato sporadicamente a competizioni elettorali come indipendenti in liste che ci hanno ospitato - spiegano dall'Assemblea permanente del partito - In particolare, abbiamo concorso alle ultime europee con quello che allora era il nostro segretario Alessandro Bottoni (nella lista di Sinistra e libertà, ndb)".
La stessa attività politica, pur presente, era meno visibile all'opinione pubblica: "In realtà il "vecchio" Partito tendeva molto a fare pressione sui politici perché non legiferassero contro la libertà della Rete: in tal senso, più che far parlare di noi, abbiamo sempre operato perché si parlasse dei problemi. Abbiamo partecipato alla Commissione Gambino per una revisione del diritto d'autore e a numerose iniziative, senza però porci il problema di sviluppare il Partito. Siamo fra i soci fondatori dell'Internazionale dei Partiti Pirata e ora ci stiamo muovendo per costituire un Partito Pirata Europeo con l'obiettivo di essere veramente il primo partito unico e non federato come gli altri partiti nazionali, con un'unico programma condiviso da tutti i Partiti Pirata nazionali. Risulta logico dedurre che condividiamo perfettamente i principi che supportano sia il Piratenpartei che quello Svedese piuttosto che il Partito Francese o Spagnolo".
I principi si possono ritrovare nel programma che il partito ha pubblicato all'indirizzo web http://programma.votopirata.it/: alla salvaguardia dei diritti delle persone (da perseguiremediante un'opportuna modifica delle leggi esistenti), i Pirati affiancano come prioritaria una profonda riforma del diritto della proprietà intellettuale e industriale, "per ripristinare l’equilibrio, ora perduto, tra gli interessi
degli operatori economici, quelli dei consumatori, quelli degli autori/inventori e
quelli della società nel suo complesso", in particolare cercando di ottenere che i materiali protetti da copyright, brevetto o segreto industriale, in quanto "cultura e tecnologia di una Nazione", siano sottoposti a vincoli di utilizzo più limitati nel tempo e solo per operazioni a carattere commerciale; nel programma, per lo stesso motivo, si rivendica anche il diritto di accesso alla tecnologia e alla cultura. Altrettanta attenzione viene dedicata al diritto alla riservatezza, alla comunicazione e alla libera espressione.
Sarà dunque questo il programma da consegnare, unitamente al simbolo costituito dalla vela nera, gonfia a destra e a forma di P che dall'inizio distingue i Partiti pirata in Europa, probabilmente con un'aggiunta testuale che indichi meglio la denominazione del soggetto (potrebbe essere "Partito pirata - Italia", anche per evitare la sigla Ppi che farebbe confondere coi Popolari del passato). Difficile però, per chi è esterno, immaginare chi possa essere il capo della forza politica: a differenza di altri partiti, infatti, i Pirati non hanno più un segretario. "Dall'inizio del 2012 abbiamo azzerato l'organizzazione verticistica - spiegano - e ci siamo dichiarati in assemblea permanente, con assoluta orizzontalità utilizzando un software "liquidfeedback" che ci permette di decidere alla stregua di un'organismo direttivo, ciascun pirata
conta un voto e la decisione è così condivisa fra tutti i pirati".
I Pirati "di Marsili" nel 2012 (a sinistra) e il nuovo simbolo |
Se, tuttavia, i Pirati parteciperanno alle elezioni, è probabile che se la vedano con altri filibustieri. Già, perché non più tardi di tre giorni fa ha annunciato la propria partecipazione alle elezioni anche un altro Partito pirata, che ha in Marco Manuel Marsili (già segretario nazionale della Federazione dei liberaldemocratici) il suo portavoce. La notizia è apparsa sul sito della formazione, www.votapirata.it, che nell'intestazione mostra la dicitura "Partito Pirata – Il sito Internet ufficiale" e come simbolo, accanto a una rivisitazione del Jolly Roger pirata (il teschio e, al posto delle tibie, due sciabole) una piccola riproduzione dell'emblema dei Pirati europei.
I Pirati di Marsili (li chiamo così, se non altro per distinguerli), fondati nell'ottobre 2011, avevano già partecipato ad alcune delle ultime elezioni amministrative, soprattutto in Piemonte, sebbene il Partito Pirata fondato nel 2006 - pur non avendo intenzione di presentarsi alle elezioni - avesse fatto causa già a novembre contro Marsili e i "suoi" Pirati, lamentando una lesione del proprio diritto al nome e all'identità personale, parlando addirittura di "sostituzione di persona". "Molto semplicemente non volevamo che si fraintendessero i nostri obiettivi con obiettivi per noi incompatibili - si limita a dire oggi l'assemblea permanente del Partito pirata -. Chiunque può chiamarsi Partito Pirata purché non operi per confondere il pubblico e sostituirci, proponendo obiettivi che, nel caso in questione, erano esattamente agli antipodi dei nostri".
Indubbiamente i programmi che si trovano nei due siti sono diversi, sta di fatto che in sede cautelare, per due volte, il Tribunale di Milano ha riconosciuto al Partito Pirata del 2006 la titolarità (come "marchio di fatto") del nome e dell'emblema della vela nera, ai sensi delle norme che oggi regolano la proprietà industriale (sebbene i Pirati tengano a precisare che non si trattava in alcun modo di affermare una "proprietà di marchio"), motivo per cui quella formazione ha tutto il diritto di veder tutelato il proprio nome. Un conto, tuttavia, è l'aspetto "civile" della questione, un conto è quello elettorale: Marsili e i "suoi" Pirati hanno partecipato alle elezioni del 2012 senza che nessuna commissione potesse dire loro nulla - non c'era confondibilità con altri segni - e non è chiaro cosa accadrà questa volta. Un po' di pazienza e si saprà.
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