Ce ne fosse stato bisogno, ora si capisce il motivo di varie scazzottate o diverbi all'entrata del Ministero dell'interno: nella bacheca che contiene i simboli già depositati (il portone si è aperto alle 8 di stamattina) sono già apparse almeno due copie, piuttosto smaccate. Stando alle prime foto che lo staff di Beppe Grillo ha messo in rete, il posto numero 2 se l'è aggiudicato un "Movimento 5 Stelle - M5S", il cui contrassegno è pressoché una copia carbone del vero Movimento 5 Stelle: a distinguerli, soltanto le diverse proporzioni della parola "Movimento" (anche rispetto alla V rossa) e l'assenza, nel simbolo "clone", della dicitura "Beppegrillo.it" alla base del cerchio.
Subito dopo, c'è un simbolo che sembra quello di Rivoluzione civile. Già, perché manca il nome di Ingroia, presente invece nell'emblema presentato alla stampa. Dopo ancora c'è il "Partito pirata", o meglio, quello di cui è portavoce Marco Marsili (gli altri pirati, quelli originali, di Athos Gualazzi & co., non saranno contenti), poi c'è il Msi-Dn (quasi certamente è quello di Gaetano Saya); i veri "grillini" sono solo sesti.
Il Viminale, ora è chiarissimo, avrà di che lavorare. Molto. E penso che mai come questa volta si farà uso dell'articolo 14, comma 5 (o 3-ter) del decreto legislativo n. 361/1957 (Testo unico per l'elezione della Camera dei deputati), che vieta la presentazione di un contrassegno "con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti
politici interessati a farvi ricorso". Vale certamente per il "tarocco" 5 Stelle, se non altro perché il simbolo originale è già stato presentato in altre consultazioni elettorali e quindi è più facile da proteggere. Un po' meno semplice è la strada per la "vera" Rivoluzione civile, che però potrebbe appellarsi al precedente significativo del "caso Dini", di cui ho già parlato in questo blog.
Ancora più delicata la "partita pirata", considerando che il Partito pirata "ufficiale" ha avuto due pronunce giudiziarie a suo favore, ma i pirati di Marsili hanno partecipato con un contrassegno molto simile ad alcune elezioni amministrative l'anno scorso: è probabile che il contrassegno non salti del tutto, ma la censura sia limitata alla denominazione e all'uso della bandiera nera. Quanto a Saya, tutto dipenderà da altre fiamme che saranno eventualmente presenti in seguito: lui potrebbe farsi forza del "chi prima arriva, meglio alloggia", ma come andrà a finire, lo si vedrà solo dopo.
ma il simbolo di Saya deve per forza essere bocciato, non si può presentare un simbolo già usato in precedenza da altri partiti (il vero MSI-DN) senza averne la continuità (credo che Saya neanche fosse iscritto al MSI, forse avrei più titoli io....), altrimenti chiunque potrebbe presentare, per esempioi lsimbolo di Forza Italia, di AN, del PDS, dei Democratici di Prodi, della Margherita.....etc etc
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