martedì 8 gennaio 2013

I cittadini e la democrazia secondo Barbato

Poi all'improvviso ti spunta davanti un simbolo "nuovo", di qui quasi nessuno aveva parlato nei giorni precedenti. Lo guardi, lo vedi, ti chiedi cosa sia, di cosa parli. Ti domandi chi ci sia dietro un emblema con i colori nazionali, in cui si legge nettamente "I Cittadini" su uno sfondo blu notte, quasi da cielo stellato a giudicare dalle stelline che contornano una parte del cerchio fino a scomparire; ti interroghi sul significato dell'espressione "Democrazia liquida", così inconsueta per la politica tradizionale italiana, scritta con un font stile handwrite proprio tra le stelle e il bordo della circonferenza grigia che contiene tutto; ti chiedi dove porti quella strada tricolore che occupa buona parte della metà inferiore del segno, con la banda rossa esageratamente più grande rispetto alle altre.
Scopri poi, compulsando le agenzie, che quel contrassegno è legato a Francesco "Franco" Barbato, deputato uscente dell'Italia dei valori: secondo Agenzia parlamentare, quello è "il simbolo della sua nuova lista "I Cittadini - Democrazia Liquida", con la quale si candiderà alle elezioni del 24 febbraio". Già Barbato aveva fatto parlare di sé a metà dicembre, quando in una trasmissione televisiva aveva lanciato - non si è capito se fosse una provocazione o ci pensasse davvero - la sua candidatura a premier (un termine che va di moda, ma in Italia è del tutto fuori luogo) sottolineando "Non lo voglio io, lo vogliono gli italiani". Candidato anche lui dunque?
Lui, Barbato, non sembra concordare con l'agenzia: "Non è mia intenzione creare l’ennesimo partito o partitino - mi spiega - quello che ho mostrato è un simbolo ideale, con i cittadini che ne sono i protagonisti, il cuore, del resto sono il leit motiv della mia attività di ieri, oggi e domani. Era dunque naturale che io, in un simbolo ideale che rappresentasse il mio agire, inserissi i cittadini e, allo stesso tempo, il modo di condurre la relazione e di interagire con loro: mi riferisco al liquid feedback e al concetto di "democrazia liquida", che mi è molto caro. Certamente, però, non  un emblema da intendersi in modo tradizionale, come simbolo di un partito". 
Non sarà un partito, ma ora che è stato "manifestato" al mondo della Rete, forse sarà il caso di proteggere in qualche maniera quel simbolo. Sarà dunque almeno depositato al Viminale in questo fine settimana? "Anche questo non è scontato - mi precisa -. È possibile che l'emblema sia comunque presentato, giusto per rappresentare simbolicamente una politica e su cosa è incentrata".
Se poi l'emblema ricorda qualcosa di già visto, nessuno si spaventi: non è solo una sensazione. Basta andare nel sito www.progettoperlitalia.eu e vedere quale simbolo occhieggia in alto a sinistra: il logo del movimento "Progetto Italia" (che sembra legato in qualche modo al principe Domenico Napoleone Orsini) è pressoché identico, fatta eccezione per il nome e per il riferimento alla democrazia liquida. A voler essere ancora più franchi, poi, l'impostazione grafica ricorda molto il primo simbolo di Alleanza di centro per la Libertà, il partito fondato da Francesco Pionati nel 2008 (che a sua volta aveva tratto ispirazione dal Pdl). Osservazioni da feticisti degli emblemi, ovvimente: forse finirà sulla scheda, forse no, ma il suo briciolo di attenzione il simbolo dei "Cittadini" se l'è conquistata. E magari ce lo ritroveremo davvero sulla bacheca del Viminale: ci pensi, onorevole Barbato, tempo per mettersi in fila al Ministero ce n'è ancora.

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