martedì 9 aprile 2024

Noi moderati entra, Berlusconi resta: Forza Italia verso le europee

Mancano meno di due settimane al deposito al Ministero dell'interno dei contrassegni per le elezioni europee che si terranno l'8 e il 9 giugno e iniziano a essere svelati i simboli con cui i partiti maggiori si apprestano a finire sulle schede per contendersi il consenso di elettrici ed elettori. Oggi, in particolare, è toccato a Forza Italia, che nel pomeriggio ha svelato - letteralmente - il contrassegno delle liste comuni in preparazione con Noi Moderati, in una conferenza stampa tenuta presso i locali della Camera da Antonio Tajani e Maurizio Lupi
Nei giorni precedenti si erano già registrate varie voci concordanti circa l'intenzione di costruire una lista comune tra i due partiti, in nome del condiviso riferimento al Partito popolare europeo (Fi è il membro italiano più consistente,  Noi moderati non ne è membro al momento ma indubbiamente guarda a quell'area e vi si riconosce) e allo scopo di rafforzare il risultato della "corsa comune" (visto che il partito di Lupi, da solo, ben difficilmente avrebbe potuto raggiungere il 4%). Le anticipazioni giornalistiche, peraltro, avevano messo in chiaro anche come da parte di Noi moderati fosse stata manifestata un'esigenza di visibilità all'interno del simbolo, perché non passasse il messaggio di un mero "diritto di tribuna" simile a un'assimilazione o, peggio, a un'annessione a Forza Italia (vale a dire il partito di Lupi fino al 2009). 
Alla fine, invece che per l'inserimento del simbolo in miniatura, si è optato per il leggero restringimento dell'ultima grafica elettorale di Forza Italia per ricavare, nella parte inferiore, un segmento blu scuro con la denominazione di Noi moderati in bianco e arancione, cioè con gli stessi caratteri e colori adottati nel simbolo ufficiale; sparisce invece la sfumatura dello sfondo, così come l'ondina tricolore che di norma stacca il segmento bianco inferiore nel cerchio. Per quanto parziale, la citazione identifica in pieno il nucleo del simbolo legato a Lupi (anche perché manca un vero pittogramma al suo interno) e l'inserimento non ha richiesto interventi radicali sul fregio forzista: ridotta leggermente la bandierina tricolore inventata nel 1993 da Cesare Priori, è stato conservato praticamente identico il cognome di Silvio Berlusconi (presente nei contrassegni di Fi alle europee del 2014 e del 2019 e mantenuto grazie all'autorizzazione degli eredi, in particolare della figlia Marina), mentre appare decisamente ridotto il rilievo dell'apposizione "presidente", che torna sulle schede per Strasburgo dopo avere caratterizzato il simbolo del Pdl nel 2009. Quanto al riferimento alla politica europea, se nel 2019 era comparsa la scritta "per cambiare l'Europa" (inserita forse per non perdere troppi voti a favore di una Lega salviniana allora fortissima, ma a prezzo della sparizione del riferimento alla famiglia politica europea e di uno schiacciamento della bandierina davvero poco gradevole), questa volta Forza Italia ha semplicemente mantenuto il nome del Ppe scritto per esteso ad arco nel contrassegno, aggiunto prima delle elezioni politiche del 2022 per marcare la propria collocazione distinta da quella di Fdi e Lega all'interno del centrodestra.
L'alleanza presentata oggi punta a superare il 10% (non si sa ancora se con la candidatura diretta di Tajani oppure no) grazie alla proposta di un progetto unitario, che non somigli a una mera somma di simboli ma nemmeno a una fusione tra i due soggetti politici: lo scopo dichiarato è di rafforzare il centro per consolidare l'azione del governo guidato da Giorgia Meloni e fare pesare di più la delegazione italiana del Partito popolare europeo (il partito europeo con più eletti in questa eurolegislatura e, probabilmente, anche nella prossima).
Se non è dubbia la collocazione popolare della lista, così come si parla del probabile collegamento con quella formazione della lista che sarà presentata dalla Südtiroler Volkspartei e dal Partito autonomista trentino tirolese (altre due forze aderenti al Ppe), occorre ricordare che non tutti i partiti italiani aderenti ai popolari europei aderiranno alla lista di Forza Italia e Noi moderati: al di là delle scelte di Alternativa popolare (che formalmente si dice ancora intenzionata a partecipare alle elezioni, anche se non si sa sulla base di quale condizione possa ragionevolmente credere di evitare la raccolta delle firme), infatti, bisogna considerare l'accordo tra Lega e Udc per inserire candidature della seconda nelle liste della prima. E se era già accaduto che nel 2019 lo scudo crociato non finisse sulle schede per l'accordo elettorale tra Fi e Udc, sarà interessante vedere se nel contrassegno della Lega, aderente a Identità e democrazia, apparirà qualche traccia del simbolo dell'Udc. Mettendo in disparte, evidentemente, tutte le parole memorabili contro i democristiani e i loro eredi pronunciate o diffuse del fondatore e demiurgo della Lega Lombarda - Lega Nord, Umberto Bossi, in tanti anni di militanza politica.

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